19 giugno 2020

Il dolce Stilnox

(tempo di lettura: 4 minuti)

Ricevo una email da un medico.
In allegato, la ricetta per un farmaco.
C'è il nome nell'intestazione, ma non sono io. L'anno di nascita è diverso, la residenza, insomma una mia povera omonima sta aspettando la ricetta di questo farmaco ma non l'avrà mai.
In calce un avviso scritto in maiuscolo: QUESTO MESSAGGIO E' INTESO PER I SOLI INTERESSATI E CONTIENE INFORMAZIONI CONFIDENZIALI E SENSIBILI; SE RICEVUTO PER ERRORE, SI PREGA DI AVVISARE IMMEDIATAMENTE IL MITTENTE E CANCELLARE IL MESSAGGIO SENZA TRATTENERNE COPIA. GRAZIE.

Rispondo: Buongiorno, si tratta di un errore di omonimia. Il mio codice fiscale è diverso e non uso il farmaco della ricetta

Buona giornata


Qualche ora dopo mi viene inoltrata nuovamente la stessa ricetta.
Rispondo: Buonasera. Sono sempre la Colombo Carla sbagliata. Si faccia dare l'indirizzo email corretto, probabilmente nome e cognome sono invertiti o c'è qualche numero in fondo alla user

Buona giornata 


Passano due settimane tranquille, ricevuto due email dallo stesso medico con ricette per due farmaci diversi.
Lo chiamo. Non risponde.
Lo chiamo il giorno dopo. Risponde la segreteria telefonica in cui mi comunicano che sono chiusi e di chiamare negli orari indicati.
Chiamo negli orari indicati. Non risponde.

Mentre decido il da farsi per la mia omonima che sta aspettando questi farmaci importanti devo affrontare un nuovo piccolo trauma: il mio medico è cambiato.

Lo aggiungo ai piccoli microtraumi già affrontati e mal superati in passato, e racconto un breve sunto di questa piccola avventura.

Ho 16 anni e il mio tumore è tornato, che sfiga. Ma ho la fortuna di essere ancora seguita dall'ospedale pediatrico. Le pareti azzurre, il personale gentile, nessun vecchio che scatarra in giro. Nella sfiga sono relativamente fortunata.
Quando ho qualsiasi problema di qualsiasi tipo chiedo ai miei medici, mi trovano sempre uno specialista pronto a torturarmi per capire cosa c'è che non va.

Pochi mesi prima della mia ricaduta un mio caro amico si ammala di una roba simile alla mia, un po' più merdosa però. Lui finisce dritto all'ospedale dei vecchi.
Lo vado a trovare, pieno di vecchi, per l'appunto, pareti gialle (non si capisce se ingiallite o dipinte in quel modo), medici e infermieri che se hai culo becchi quello gentile.

A seguito del mio rientro in ospedale ce la meniamo.
"Nel mio ci sono le pareti azzurre e ci vengono i clown (bhe io i clown li odio, proprio per questa ragione ma se ne parlerà in un altro momento)"
"Nel mio ci sono specialisti affermati"
"Bhe io ho una stanza tutta mia e tv con videoregistratore"
"Dai, solo perché stanno ristrutturando oncologia e dato che sei una delle pazienti più grandi ti hanno spedito al reparto isolamento"
E via così.

Accadono cose che mi fanno vincere a tavolino.
Prima dell'intervento per errore, al mattino, gli danno la colazione. Non potendo fargli l'anestesia totale, decidono di procedere per la locale, anestetizzando strato dopo strato mentre procedono. Una brutta cicatrice, a quanto pare.
Vero, anche io sono stata aperta dove non dovevo, ma avevo già una cicatrice sotto, fatta 3 anni prima, per cui non lo considero un grave danno.

In più mentre gli mettono una flebo, il tubicino cade, e senza disinfettare il gommino dentro cui avrebbero inserito il farmaco con la siringa, procedono lo stesso.

Lo sfanculizzo "Vedi in che ospedale di merda sei finito?".
Ride.

Arrivano i 18 anni, cominciano a vedere che la mia tiroide da' di matto, mi programmano altre analisi, comincia la mia neverending story con l'Eutirox, mi stringono la mano e annunciano "È ora di passarti al nomeospedalepervecchi". È così ingiusto crescere.
Primo trauma.

L'endocrinologo da cui vengo spedita è guardato con sospetto per i primi 3 anni. In verità fa un lavoro figo, segue le persone che hanno avuto un tumore in età pediatrica per tutta la vita. Mi sento quasi importante, i miei dati potranno servire per risistemare terapie e tossicità ai piccoli pazienti del futuro, dimenticandomi che già in quegli anni le terapie sono migliorate, la famigerata radioterapia a mantellina è un brutto ricordo dell'era di Chernobyl e molti protocolli sono già cambiati.

Facendo un rapido calcolo ad oggi sono 21 anni che mi segue. Ci vediamo una volta l'anno e ormai mi sono abituata al suo modo di reagire agli eventi "Non vorrei esagerare e farla preoccupare, ma nemmeno che prendesse questa cosa sottogamba".

E penso che lui si sia abituato alle mie dimenticanze di visite, esami vari ("ma la visita dalla senologa non l'ha fatta? E la visita dermatologica? Gli esami del sangue me li invia la settimana prossima?"), ai miei ritardi, ai miei cambiamenti di città ("Dove vive ora?").

Da circa 3 anni mi visita costantemente insieme a un dottorino più giovane (di cui ho forse già parlato). Quando gli mando le email lo inserisce sempre in copia conoscenza e ben presto ha cominciato a rispondere direttamente il dottorino ai miei quesiti.

Ricevo una email qualche giorno fa dal dottorino. Il mio endocrinologo non è in copia. Cattivo segnale.

Sarà andato in pensione senza salutare i suoi pazienti?

È come una separazione non consensuale, dove uno prende armi e bagagli e se ne va e l'altro rimane pensando che 21 anni non sono pochi. Che ora dovrà affrontare questo viaggio merdoso con uno sconosciuto, chi lo dirà ai bambini?
Nessuno pensa mai ai bambini.

Canzone del giorno: Janis Joplin Piece Of My Heart


6 commenti:

UIFPW08 ha detto...

a però..
M.

Carla ha detto...

Benvenuto!

Light! ha detto...

Che triste sentire queste cose sugli ospedali e sugli operatori sanitari. Purtroppo so che sono amare verità.


Ti leggo e capisco che dovrei imparare troppe cose da una ragazza come te..sei senz'altro una forza della natura come tutte le persone che combattono queste malattie, chi fin da bambino di più.

un abbraccio.

Carla ha detto...

Ti ringrazio ma credo non ci sia niente da imparare, faccio ciò che devo fare, ciò che mi dicono che io debba fare, non c'è lotta in quello che faccio, non c'è intenzione. Sarebbe ben diverso se un giorno mi dicessi "Ok, sono stanca di tutto, non faccio più visite e quello che sarà, sarà". Ma a volte mi sembra semplicemente di lasciarmi scivolare nella vita e non avere potere decisionale su nulla di ciò che mi accade... :)

frida ha detto...


Brava. Hai un modo di scrivere che prende... molto diretto e disincantato.
Mi ripropongo di rileggere i contenuti con più tempo per una giusta riflessione.

Carla ha detto...

Ho letto tutti i tuoi commenti. Grazie di esse passata/o sul mio pianeta, mi sembra spesso disabitato ma ogni tanto uno spiraglio di vita mi incoraggia a buttare ancora giù qualche riga.