03 giugno 2025

Medioformato (ma in APS-C)


Sono stata parecchio assente, a volte mi chiedo quanto senso abbia mantenere ancora vivo (se di vita si tratta) questo blog. Però c'è uno storico abbastanza lungo che mi spiacerebbe cancellare. Le case in cui sono stata, le storie passate, le città in cui ho vissuto, le passioni che ho fatto mie e che, anche se apparentemente abbandonate, restano sotto pelle rendendomi chi sono.

Però ogni tanto torno, e scrivo, e come sempre ci sono mille novità.

Innanzitutto ho scoperto che riesco a mantenere in piedi due, massimo tre cose per volta. Una di queste è fissa ed è il lavoro.

Poi proprio questo, che mi impegna tanto a livello mentale. Ogni giorno è una nuova sfida, una nuova cosa da capire e da imparare. A tratti è frustrante, poi penso a dove sono arrivata partendo da dove ero, e posso solo darmi confortanti pacche sulle spalle. Insomma, ce l'ho fatta e ne sono soddisfatta.

Se penso a quanto ho patito all'inizio in termini di ansia, notti insonni, fatica mentale... E a quanto devo ancora fare, tantissimo, forse sono all'1% della mia formazione.

Avrò da imparare cose nuove per tutta la carriera se decido di restare in questo ambito.

E le solite novità che preannunciavo. Belle o brutte, chissà, dipende dall'interpretazione che se ne dà.

Intanto il violino: ho dovuto nuovamente abbandonarlo. Erano più le volte in cui non andavo a lezione o non riuscivo a esercitarmi perché con l'università di mezzo e i periodi di esame finiva che attaccavo a studiare subito dopo il lavoro per fare una breve pausa per cena e poi riprendere dopo.

Risultati non altissimi, ma comunque ottimi per chi non fa solo quello, studiare, dico, nella vita.

Quindi a malincuore mi sono ritirata, il violino sta lì, nella custodia. Ogni tanto penso che potrei intanto studiare da sola ma come sempre ci si mettono in mezzo altre cose: sempre belle. Ma ho esaurito gli slot e alla fine, ebbene sì, mi sono lanciata anche nel mondo della fotografia. 

Non so a quando far risalire questa scelta, se a quando mi sono incontrata con un ex collega per decidere di mettere insieme qualcosa in ambito fotografico, o a quando ho aperto la partita IVA, o a quando, finalmente, questo weekend, sono riuscita a tirare su il sito e i social.

Forse quest'ultima cosa è quella che più mi ha fatto pensare di essere sul mercato e mi ha fatta sentire più professionista dell'altroieri.

Poi una cosa meno importante, o forse no: mi sono decisa ad affidarmi a un nutrizionista e personal trainer (concederò loro 3 mesi della mia vita prima di decidere se sta funzionando o meno) per ora mangio 5 volte al giorno, cosa impensabile rispetto a quando facevo la Keto e il digiuno intermittente e mi esercito 3 volte a settimana.

A forza di mangiare poco il mio metabolismo era morto, ora mangio praticamente sempre, ma in piccole quantità e solo le cose che mi dicono di mangiare. E' una rottura, ma va bene così. Se questi tre mesi renderanno, anche poco, ne scriverò di più.

In tutto questo, l'università è stata messa un pelo in disparte. Penso sia normale.

A giugno andrò a fare foto a un matrimonio, ne avrò un altro a settembre, poi stiamo girando un documentario che non ho ben capito quando vedrà la luce. A maggio siamo andati a fotografare una festa di laurea.

Cerco di intrufolarmi in tutti gli ambiti in cui posso: vado a vedere una conferenza? Contatto l'organizzatore/trice e chiedo se posso fare foto per i loro social (e da pubblicare sul mio sito e i social). Vado a una esposizione locale di fotografia (all'interno di uno studio fotografico)? Faccio foto e le mando, sperando che possano piacere, essere pubblicate e magari vedere i crediti. Non so bene ancora come muovermi quindi prendo esempio dalle formiche guerriere che partono dal formicaio e si dipanano allargandosi via via, arraffando tutto quello che trovano.

Non ricordo se l'avessi detto ma mi sono presa un dronino, uno di quelli minuscoli che può volare quasi ovunque.

Tranne che in tutta Torino che ovviamente è una unica intera area NOTAM (anzi, no-fly). Ma sto imparando e mi piace. Quando posso e scendo giù da Cliff me lo porto e cerchiamo di andare da qualche parte, lui a potare rami con il suo drone acrobatico, io in giro cercando di resistere al vento (uno degli ultimi atterraggi è stato di fortuna come potete vedere dalla foto).



Ho scoperto che fotografare mi diverte, che voglio farlo più spesso, e che non è così impossibile come credevo.

Ma anche qui avrò tanto e sempre da imparare. Per quanto scatti, per quanto mi alleni, per quanto cerchi di riprendere conoscenze che sembrano coperte dalla polvere di questi anni passati a fare tutt'altro, ogni tanto qualcosa emerge. 

E allora lì sì, mi diverto, e rendo sempre meglio.

Negli ultimi giorni mi sono separata dal mio ex collega con cui avevamo messo in piedi questa cosa della fotografia e ora volo libera perché la fotografia è la mia stanza tutta per me e in questo momento della mia vita voglio essere come il corvetto che questa autrice mi ha disegnato sul libro che le ho comprato al salone del libro:


Intanto se volete seguirmi: https://linktr.ee/medioformatofoto

13 aprile 2025

The infinity news

 Ieri pensavo che se un mio vicino di casa venisse assassinato col veleno, il mio bellissimo libro sulle piante velenose non deporrebbe a mio favore.

Sono quella persona silenziosa, che non esce mai, quella che salutava sempre, quella che lavora da casa e ha pochissimi contatti col mondo esterno. Faccio così fatica che a volte guardo il calendario e penso "Mio Dio, questa settimana mi tocca uscire per ben 4 volte di fila".

Oggi fanno due giorni senza il farmaco per l'ADHD. Ho cominciato la terapia, non ricordo esattamente quando. Forse 2 mesi fa? Tre mesi fa? Sta di fatto che alla prima assunzione ho sentito una calma, un silenzio mentale che mi ha rasserenata. E dico un'altra cosa. Dopo quel primo effetto WOW non ne ho avuti altri, anzi.

Ma alla fine tutto parla chiaro. Molta ansia lavorativa (che non mi faceva dormire la notte) è svanita, faccio meno fatica a leggere (perché mi distraggo meno) e di conseguenza a studiare. Solo che non me ne sono accorta finché non sono finite. Le pastiglie.

Mea culpa. Facendo parte di quei farmaci stupefacenti la cui ricetta deve essere ancora scritta a mano, mi tocca attraversare la città per andare dal mio medico di famiglia, e l'unico giorno in cui lo studio è aperto fino alle 19 è il mercoledì. L'aumento del dosaggio le ha esaurite in fretta e mi sono accorta che avrei dovuto chiederne altre solo quando ormai non mi sarebbero bastate. Così ho ridotto autonomamente il dosaggio a 2 pastigliette al giorno ma quando giovedì sono riuscita ad andare in farmacia mi hanno comunicato che forse non sarebbero arrivate in tempo nemmeno per sabato. Ed eccomi qui, modalità zombie, con mille pensieri che si accavallano e una paralisi costante nel fare le cose.

E mi rendo conto ora che sono così, che questa è sempre stata la mia modalità. Che in verità il farmaco funziona. 

Anche se al lavoro compio spesso errori di distrazione almeno LO PORTO A TERMINE, cosa prima quasi impossibile perché di fronte a una richiesta, a un problema, mi era impossibile spacchettarlo in pezzi più piccoli. E dopo i primi mesi di panico assoluto ora un po' mi piace.

Rispetto a Java il PL/SQL è più gestibile anche se spesso mi incarto ancora sulle cose più banali.

A fine dicembre io e il mio adorato Cliff siamo stati a San Pietroburgo. Me ne sono innamorata.

Il freddo, la neve, i russi che non parlano inglese, le zuppe, la vodka, l'Ermitage, il silenzio nelle metro e le stazioni così belle, il cuore caldo dei sanpietrobughesi, le strade ghiacciate, l'interno delle case bollenti (dormivamo con la finestra aperta perché il riscaldamento non si poteva spegnere), i rubli, le cose ordinate a caso per incomprensioni di lingua. L'amore.

Da poco ho cominciato a leggere "Delitto e Castigo", abbiamo camminato nelle stesse strade di Raskol'nikov e Sonja, abbiamo visitato la tomba di Fëdor Michajlovič Dostoevskij e ogni volta che si nomina un posto in cui siamo stati, non posso fare a meno di pensare a quanto sia stato bello essere lì.

Piccola ulteriore grande novità. Ho aperto la partita IVA come fotografa. Per ora sta lì, ci sarebbe anche un sito e tutt'cos. Ma il sito non è ancora online, sicuramente aggiornerò anche il blog quando lo sarà.

Stay tuned.


Felicità sul fiume Neva ghiacciato


04 novembre 2024

Il mio anno per il rotto della cuffia

 Ho scoperto oggi di aver passato, per il rotto della cuffia, un esonero di psicologia dello sviluppo avanzato. Non avrei dato 1000 delle vecchie e ricchissime lire per questo risultato. Ultimamente è il mio motto: mantenere in piedi tutte le cose che faccio, con l'impegno minimo sindacale per non impazzire.

L'università? Ok: l'esame è scritto? Lo diamo. Orale? Si darà quando e se mi passerà l'ansia di parlare in pubblico, probabilmente mai. Lo scritto? Leggiamo distrattamente qualche giorno prima dell'esame gli appunti presi qua e là da gentilissime compagne universitarie.

Vorrei avere, per gli esami orali, la stessa sicurezza nell'eloquio di quando cito la mia pseudopassione per la cultura ebraica (che nulla ha a che vedere con ciò che sta succedendo eh), snocciolando autori, presunti messia e folklore vario.

Lo studio si incrocia però con il nuovo lavoro, sfiancante mentalmente. Almeno per me. Anche qui il minimo indispensabile sperando che non mi licenzino, anche se continuo a fare colloqui.  Negli ultimi 3 anni avrò cambiato tre lavori, ma continuano a cercarmi. E da quando ho l'invalidità siamo ai livelli di stalking.

"Buongiorno, stiamo cercando una categoria protetta nello sviluppo in Java"

"La ringrazio ma ho appena cambiato impiego e valuterei un colloquio solo per un lavoro in ambito sistemistico"

"Va bene lo stesso, mi dica quando possiamo contattarla"

Disperati, più di me.

Nell'ultimo colloquio mi sono capitate cose che mai nella vita. La primissima domanda dopo le presentazioni e ormai il classico "DIAMOCIDELTÙ" è stata "Quanti anni hai?". Io spiazzata.

Poco più avanti però la situazione è peggiorata notevolmente con un "Posso chiederti perché sei invalida?" e quando, dopo essermi arrampicata sugli specchi perché il mio cervello desidera sempre dare una risposta ma non volevo specificare tutto perché, regà, è una domanda piuttosto illegalina, la signorina diamocideltù mi ha chiesto la RAL e ha specificato che forse era un po' alta per loro, e la fatidica domanda "Di quanto saresti disposta a scendere?" non ha tardato a fare capolino. Ovviamente la questione è stata corredata da una giustificazione del tipo "In effetti se questo è il lavoro dei tuoi sogni magari puoi scendere un po', tanto poi con l'esperienza ci arrivi di nuovo a quella RAL". Nini, non funziona così: se è alta mi fai un'offerta e io decido.

Ci mancava solo "Ma è fidanzata? Ha intenzione di restare incinta?".

Quando il recruiter che ci aveva messo in contatto mi ha chiesto un feedback è rimasto basito dal mio resoconto ma ha comunque più o meno cercato di porre rimedio. E qui, la fierezza di una persona che tende a non mettersi mai di traverso in queste situazioni: "Scusa se ti interrompo, ma non sono d'accordo".

Loro vorrebbero proseguire e io, dopo queste premesse, 'nsomma.

Già mi vedo a chiedere la mutua e la signorina diamocideltù che fa capolino chiedendomi "MA COME MAI STAI MALE?".

In tutto questo, per il rotto della cuffia ho ripreso violino. Ho fatto la prima lezione con una nuova insegnante a cui ho chiesto di riprendere da capo, dalle corde vuote perché per un anno intero non avevo fatto nulla. Poi ho saltato le successive due lezioni.

Esami, troppe cose da fare. Troppe cose da tenere in piedi per il rotto della cuffia.

Finalmente io e Cliff riusciremo a fare il nostro secondo viaggio insieme (non conto Venezia per il mio compleanno del 2022 perché è stata più una gitarella) e abbiamo optato per San Pietroburgo, perché ci piace complicarci la vita.

Abbiamo preso i voli per Tallinn da cui poi partiremo con il bus della speranza per attraversare la frontiera. Ah no, aspettate: la frontiera sta su un ponte che è chiuso per lavori fino, forse, al 2026, così il bus ci lascia prima della frontiera, la attraverseremo come dei piccoli fiammiferai a piedi, e poi prenderemo un altro bus per San Pietroburgo.

Amiamo complicarci la vita.

I circuiti Visa e Mastercard non funzionano e per non viaggiare con troppi contanti penso che apriremo una specie di conto russo che però non potrà essere ricaricato online quindi attendo risposta da un paio di banche a cui ho chiesto informazioni.

Un mio amico mi ha comunicato di avere segnati i posti descritti ne "Il Maestro e Margherita" e non posso lasciarmi sfuggire l'occasione di passarci. (edit: il libro è ambientato a Mosca, ma si sa mai nella vita, magari riusciamo ad andare anche lì).

Inoltre Cliff è un grande appassionato di letteratura russa (o "i grandi mattoni russi", come li chiamo, sembra non possa leggere cose meno lunghe di 700 pagine) e da tempo pensavamo di fare un salto lassù.

P.s. Sto attraversando un periodo curioso che chissà se è depressione o cosa, in cui faccio fatica a lavarmi, pranzo e ceno con le patatine, mi addormendo sempre più tardi, mi sveglio due minuti prima di accendere il pc. Ho anche fatto foto a un matrimonio nel vano tentativo di tenere in piedi una quarta cosa, partita con le migliori intenzioni ORAFACCIOSUBITOILSITOEMISPONSORIZZO.

Inutile dire che le foto sono rimaste in qualche cartella sperduta - la mia nuova Fujifilm x-t5 fa foto pesantissime -  e se sono riuscita a elaborarne qualcuna, indovinate? Ebbene sì, è solo per il rotto della cuffia.

Per fortuna c'è Cliff che in questo caos autogeneratosi da me stessa, medesima, tale, è un porto sicuro. Ma lui, e solo lui, non per il rotto della cuffia.

09 agosto 2024

E alla fine sono (davvero) una bambina borderline

 Il ritiro della relazione diagnostica ha portato con sé le conferme che attendevo e nuove domande. Oltre alla neurodivergenza sembra sia presente, ma penso in forma lieve, un disturbo di personalità borderline con tratti istrionici. Sono rimasta a guardare per un po' in silenzio il plico di fogli. Non mi sento affatto borderline, nonostante il blog (il cui nome nasce dopo aver visto, moltissimi anni fa, "Ragazze interrotte", dove la protagonista aveva il disturbo di personalità borderline).

Devo dire che questa giornata, dopo il crollo di ieri sera, la ripresa, prevista, prevista di stamane, è stata interessante.

Borderline, io?

Sono andata subito in libreria ad acquistare un libro per capire. Ma già dalle prime righe, non sono io. Quella non sono io.

Poi mi è tornata in mente una massima, forse utilizzata per lo più in ambito medico. Insomma: se indaghi, se scavi, sicuro qualcosa trovi. Penso alle persone narcisiste, antisociali, aggressive, cattive, che ho incontrato nella mia vita e che mai hanno indagato, mai si sono posti una domanda, la colpa era sempre degli altri. E mi sono calmata. Io, con questo plico in mano, ora ho qualche tassello di conoscenza in più di quella che sono. Posso lavorare in modo più efficiente sapendo chi sono.

E nulla cambia. Sono sempre quella di ieri: ma con un briciolo di consapevolezza in più.

Per consolarmi, e per farmi una bella dose di Dopamina, ho comprato il nuovo Kobo Libra Colour di cui non avevo bisogno, ma sì.

E questo regalo si va ad aggiungere allo Xiaomi 14 ultra preso il 2 agosto con lenti superfighe: che, ne avevamo bisogno? Ma sì, un po' sì, dai.

07 agosto 2024

La quiete prima della tempesta

A volte penso che l'insicurezza sia come una malattia invalidante. Non puoi gioire dei successi, che sono dovuti solo alla fortuna. Nel confronto con gli altri sei costantemente perdente. Ti rendi conto di non aver fatto molto nella vita: è un pensiero della sera. Fino a stamane non c'era, andava tutto bene. Poi quel granello che inceppa gli ingranaggi ed entri in loop sulle stesse cose.

Le stesse di sempre.

Non sono abbastanza. Sarò mai abbastanza?
Merito quello che ho? Ovvio che non lo merito.
Le persone che mi vogliono bene, mi vogliono bene davvero? O si stanno accontentando?

Sei lenta, sei un bruco. Divori costantemente la realtà che ti circonda. Ma non ti trasformerai mai in un lepidottero. Te lo dicono. Ti raccontano del brutto anatroccolo, ma cresci e sai che è una fiaba. Non diventi un magnifico cigno.

Strisci e mangi. Mangi e strisci.

Attendi un segnale, una svolta.

Leggi i messaggi incoraggianti di chi ti dice che sei speciale ma sembra un ritratto lontano, che non ti appartiene. Hai fatto mille cose, vissuto mille vite, ma continui a strisciare.

Continui a essere bruco.

Forse, di fatto, bisogna solo accettare questo.

Ma la sera, si sa, attira le ombre. Quello che di giorno è chiaro, la sera assume contorni poco nitidi, inquietanti. Si dubita persino del proprio nome: diventa strano il suono, quella C dura, mi appartiene davvero?

Sono io questa immagine, o è quella di stamane?

Anche oggi ha piovuto, forte. Torino, che ho imparato ad amare negli anni, diventa strana e liquida. 

Continuo a strisciare e trovo riparo sotto una foglia. 

La notte è arrivata, ma passerà anche questa volta.



06 agosto 2024

Impostora

 Mi scrive oggi lo psichiatra dicendomi che in segreteria è pronta la mia relazione (diagnostica). Provo strane emozioni contrastanti. Un misto di "allora è reale", e "ma no dai, devo averlo manipolato" e poi "non posso averlo manipolato, è un professionista". E così via. Pare che questa sorta di "sindrome dell'impostore (da diagnosi)" sia piuttosto comune.

Come succede sempre quando affronto qualcosa che mi colpisce, mi informo. Lo feci a 14 anni dopo la diagnosi di Linfoma di Hodgkins (e senza internet, andavo in biblioteca a leggere informazioni sui miei protocolli terapeutici), lo faccio ora sul web, passando in rassegna libri che mi han passato, forum su reddit (in cui, guardacaso, ho letto gli stessi dubbi di sopra), articoli scientifici. 

Non sono né triste, né preoccupata. Per me (e lo sottolineo, perché non è stato così per le persone che conosco) è stato per lo più come aver fatto per tutta la vita un puzzle al contrario non riuscendo a decifrare l'immagine e ora tutto acquista un senso. Più o meno.

Penso a tutte le volte che sono stata accusata di essere pigra, di non portare a termine le cose, di averci messo tanto a studiare alcune materie dovendo rileggere più e più volte gli stessi concetti, le stesse frasi. Penso alla mia camminata veloce, difficile starmi dietro, agli acquisti impulsivi, all'incapacità di ragionare a lungo termine. Al desiderio già sopraggiunto di mollare l'università. Alla difficoltà di mantenere l'attenzione, memorizzare, non ricordare nulla.

Nulla mi restituisce memoria, o interesse, o mi toglie la noia, ma ora ha un nome.

Se mi chiedete cosa ho fatto questo weekend faticherei a dirvelo. Dovevo riordinare ma forse ho guardato qualche puntata di una serie, difficile dirlo perché mi alzavo per fare altro ogni 10 minuti. Non so come siano passate le ore, so solo che guardando il casino in giro mi sono sentita in colpa di non aver sistemato. Ma so anche che, magicamente, tutto tornerà a posto il giorno prima dell'arrivo di Cliff, perché l'urgenza mi attiverà.

Sono curiosa di leggere la relazione, capire in che modo il mio cervello ha compensato e a tutto il resto penserò. Procrastinazione: ci penserò, forse, domani.

25 luglio 2024

Non solo borderline

 La mia diagnosi di neurodivergenza.

Potrei cominciare questo racconto da molto lontano, ma voglio essere sintetica, se possibile. Ho cominciato a sospettare di essere neurodivergente dopo aver letto il libro "La scienza del male", forse nel 2017, 2018, a quanto pare, nel test dell'empatia alla fine del libro ho fatto un risultato così basso che mi si suggeriva di indagare sull'appartenenza un possibile spettro autistico.

Io curiosa, ho effettuato alcuni test diagnostici reali (esempio il RAADS-R) e i risultati sono stati i seguenti:







La curiosità era tanta, ma ho lasciato correre. Tanti mi han detto che era impossibile, persino il mio terapeuta aveva forti dubbi.

Poi la svolta un anno e mezzo fa, l'ultimo giorno di lavoro del mio ex ex posto (ah perché non sapete che cambierò di nuovo lavoro, full remote e aumento di stipendio, potevo dire di no?). Una mia ex ex collega mi confessa di essere autistica diagnosticata e di aver sempre avuto sospetti di me.

Mi riparte la curiosità e decido, dopo essere tornata da Benevento dalla mia Academy di Java, di intraprendere il percorso di diagnosi al centro di salute mentale di Torino, dove, fortuna mia, esiste un centro pilota per l'autismo negli adulti.

Comincio le visite, i test, i colloqui.

Dopo poco tempo un mio carissimo amico riceve una diagnosi ADHD. Mi dice che tra neurodivergenti ci si riconosce e di essere convinto che anche io lo sia.

Al successivo colloquio parlo con la psicologa e chiedo di fare anche il percorso per ADHD. Per intenderci, da quando ho cominciato a maggio 2023, ho terminato esattamente oggi. Di visite non ne ho fatte molte, potrebbero essere state 4 o 5 tra test e colloqui. 
E oggi, la visita con il super professore esperto di neurodivergenze per adulti che dopo un interessante colloquio (davvero illuminante e lo dirò finché campo perché non le aveva idea) che ha detto che ho un'intelligenza molto al di sopra della norma, che non si spiega i miei insuccessi scolastici perché ho un QI da docente universitario (e qui partito un po' il piagnino perché mi sono sempre sentita lenta, e tutti mi hanno sempre rimproverato di non portare mai a termine le cose) e che la mia mente è davvero interessante, sono una persona affascinante e di continuare la mia vita che è ricca. Ma di lavorare sulla mia personalità, e sul trauma (il tumore ma anche la famiglia disfunzionale). A settembre partiranno delle attività specifiche per ADHD, per imparare a gestire il tempo e la disattenzione. E non vedo l'ora di avere la diagnosi in mano anche se già mi ha detto che sono presenti sia ADHD che autismo. L'autismo meno importante dell'ADHD ma comunque presente.

Come mi sento? Non più sbagliata. Solo con un cervello che funziona in modo diverso.

Ovviamente ho cominciato a informarmi, leggendo testi che già persone neurodivergenti accanto a me mi avevano passato. Sto passando diverse fasi, dal piagnino (come sarebbe potuto essere se non? - non solo a livello scolastico ma anche relazionale. I miei rapporti non avevano grossi motivi gravi per terminare - a parte l'ultimo - se non la noia data dalla quotidianità), dalla voglia di gestire, la curiosità di sapere, dalla sindrome dell'impostore ("no, non è possibile che lo sia, si sono sbagliati, in qualche modo ho manipolato i risultati" - "ma no, è un esperto, non posso averlo manipolato, i test poi sono strutturati apposta"). Tante cose coincidono:
  • difficoltà nello studio
  • cominciare e non portare a termine mille nuovi hobby (dalle parole di un conoscente "Carla è come la dea Kali con mille braccia, quello che tocca diventa passione") - lo scrissi anche in questo post
  • distrazioni nell'esecuzione dei compiti anche più semplici
  • noia e ricerca della novità
  • acquisti impulsivi (ho recentemente preso una Fuji X-T5 nuova di pacca che ha assorbito la mia intera 14esima e di cui non avevo assolutamente bisogno)
  • variazioni di lavoro, città, ecc.

Devo assolutamente imparare a gestire diverse cose, per evitare di rovinare le mie relazioni, mollare gli studi e cercare di conoscere come funziona il mio cervello.

Non stupirà affatto che molte persone nella mia cerchia stretta di conoscenze e amicizie sia ADHD. Alcuni diagnosticati, altri no ma palesemente neurodivergenti. Per quel che riguarda l'autismo, invece, penso che l'alto funzionamento lo renda un compagno di cui si sente poco la presenza, ma che comunque in concomitanza con l'ADHD ha reso i rapporti un po' più complicati, la relazione con rumori e suoni un po' particolari, il bisogno di isolamento a volte è un'esigenza fisica che non so spiegare, e il disinteresse verso la vita degli altri (ma che compenso a volte chiedendo aggiornamenti) strano.

Non sono triste, sono contenta, anzi, di sapere cosa ho per gestire al meglio alcune criticità, capire come studiare, come evitare azioni impulsive, o semplicemente farle ma con maggiore consapevolezza.