31 marzo 2012

I miei balìn (le mie scimmie).

Leggevo oggi un testo della Littizetto che reputo sempre veritiero e attuale (infatti mi pareva di averlo già postato). Ovvero questo:
In una coppia che si rispetti prima o poi ci si deve scontrare con l’annoso problema del balin. Il pallino. Cioè quella fissa, quella frenesia, quella smania che a turno invade un componente della coppia costringendolo a comprare. Il balin è una forza sconosciuta che si impossessa di te, disattiva i tuoi circuiti cerebrali e ti obbliga, come in trance a buttare via i soldi. Ma comprando cosa? Di solito qualcosa che non serve ma di colpo diventa indispensabile. Non se ne può più fare a meno. E non vale la sottomarca o ancora peggio il tarocco. La tragedia del balin è che una volta soddisfatto, tempo qualche giorno, si dimentica, si ripone e non si usa più. Passa una settimana e ne parte un altro. Ci sono due forme di balin. Il balin di lei e il balin di lui. Quello di lei è molto meno grave. La testa delle donne è piena di balin. Anzi. Azzarderei l’ipotesi che sia fatta proprio di balin. 10% materia grigia / resto balin. E’ una testa simile alla vasca delle palle colorate dove ci butti dentro i figli prima di entrare alla Ikea. Quindi, essendo milioni, sono piccoli balin. Pacchettini e pacchettini di incensi, forniture millenarie di fanghi del Mar Morto, reggiseni ad aria, olio, energia solare, portacipria in piume di cigno, mollette in corno d’alce, nacchere in madreperla, umidificatori da borsetta. Ciarpami che poi alla fine del mese sommati uno all’altro fanno poi la cifra di mezzo stipendio. Il balin di lui è assai più pericoloso. Perché è sempre costosissimo. Una macchina fotografica digitale, uno scanner per il computer, un trapano multifunzionale. Ogni tanto, a lui e solo a lui, prende anche il Gran Balun. Che non è un comune pallino ma è proprio un grande pallone. Da far tremare il conto in banca. Nella fase Gran Balun il tuo lui è in grado di comprarsi una canoa, una vecchia roulotte, un paio di pini marittimi, un’enorme scacchiera in porfido, un purosangue in prepensionamento, un acquario da 50.000 litri, un camion per andare nel deserto e quando esagera persino una comoda baita sulla cima del Nivolet. Purtroppo il balin è una malattia che cronicizza ed è incurabile. Come l’herpes. Sembri guarito ma poi basta un calo di anticorpi e ti ritorna. E solo il vecchio incatenamente alfieriano, a qualcosa di molto pesante, può dare qualche frutto.
Mi fa ridere perché è vero. Verissimo. Io ho avuto Gran Balun degni di nota (vedi il basso Cort e la reflex Canon, per esempio) ma in genere sono gli uomini che hanno la meglio con questo tipo di scimmia. A Fry un paio di settimane fa gli è partito l'embolo per comprare il frigorifero. Ora ha l'embolo di una nuova libreria. I miei balìn sono solo lievemente più piccoli. Ieri mi è venuta la curiosità sulle Polaroid. Sì perché dovete sapere che da piccina ne ero estremamente affascinata.
Così ho fatto la pazzia e ho comprato una Polaroid Land Camera 1000 a 19 euro.
Sperando che sia funzionante perché il modello cui aspiravo io è la Polaroid ee100, a soffietto. L'ho trovata ora in vendita in offerta e che fare? Comprare o non comprare?
E se aspetto e non ne trovo altre a questo prezzo in Italia (le ho viste su ebay a prezzi più alti però dagli Stati Uniti... e chissà se ci arrivano in Italia)?

30 marzo 2012

Obiettivo raggiunto

Quando ho cominciato il corso del 730 avevo una mezza speranza. Nemmen tanto trovare lavoro o imparare una cosa nuova, ma socializzare.

Sono contenta di poter scrivere che ho incontrato due deliziose fanciulle con cui mi trovo molto bene. Giovedì sera siamo state a cena insieme da una di loro e giovedì prossimo faremo una bella gita a Ferrara.

28 marzo 2012

Il mio album dal passato




E' marzo del 2006. Sono al parco naturale di Galceti dove si parla di carnivore e c'è una conferenza in merito. Nelle prime due foto un mio amico mi porta sulla Calvana (a Calenzano, FI), un monte da me ridefinito "Monte Brullo" e, conquistata la vetta, si fan due foto e si riscende. Nella terza foto siamo nella sede dell'evento "carnivoro" io e quasi tutto il gruppo degli appassionati di piante carnivore toscani.



Va bhe il periodo in cui ero bionda. Non si vede ma su un lato avevo una striscia obliqua nero blu, che i parrucchieri sono impazziti per farmela.




Al matrimonio di Gianluca e Chiara che, se tutto va bene, rivedrò ad aprile dopo il matrimonio (e son passati quasi 4 anni).



Qui avevo all'incirca 11 anni. La spiaggia è quella di Termoli (CB) dove andavamo sempre ogni mattina durante le vacanze estive. Persino il posto auto era sempre lo stesso.





Non mi ricordo quanti anni avevo, forse 5 o 6. Io e mia sorella siamo a Milano, in piazza Duomo, con il vero babbo natale. Io da piccina avevo sempre in mano topolino. Anche quando non sapevo leggere ne guardavo le figure. In questa foto ho cappello e sciarpa di Snoopy. Mia mamma non butta mai via niente, ed è probabile che sia tutto recuperabile.




Forse estate 1994 o 1995. Quell'anno per la prima volta avevamo preso in affitto una casa a Guglionesi (CB), posto delle nostre vacanze estive, invece di andare da mio nonno (di cui vedete una foto più sotto). Quell'anno appunto mia sorella si era addormentata al sole ed era diventata abbronzatissima (dopo aver passato ustioni di non so che grado). In ogni caso anche qui, a casa, dorme. Ricordo che in quella casa non c'era la doccia e comunque dovevamo andare dai miei nonni a lavarci. In più c'era questa sorta di sgabuzzino dove si era organizzata mia sorella come fosse una camera. Io e Sara, la mia amica, dormivamo in un divano letto in cucina e i miei al piano di sopra dove c'era un letto matrimoniale. Se volete rilassarvi Guglionesi è l'ideale: dalle 14 del pomeriggio fino alle 17-18 circa non si sente volare una mosca. Dormono tutti. I negozi sono chiusi e riaprono alle 17 per chiudere di nuovo alle 21-22.




Questa è una foto scattata durante uno dei miei campeggi parrocchiali. Di solito andavamo all'eremo di Busca una sorta di ex convento dove dormivamo in lettini ospedalieri e avevamo una sorta di regime militare. Sveglia presto, rifare i letti, preghiera tutti insieme, pappa, lavaggio di piatti, sistemazione delle camere, giochi, ora d'aria, preghiera, cena, e così via.
Prima di partire, dato che avevo i capelli lunghi fino al sedere e pettinarli era una tortura, mia mamma mi faceva un treccione, e così rimanevo.
Un anno io e altre due amiche siamo state sistemate in una camerata con una sorta di porta finestra che dava su una ringhiera che si affacciava su una chiesina sconsacrata. Gli animatori ci fecero due scherzi quell'anno. In uno andarono dentro la chiesina facendo un fracasso della madonna e noi non chiudemmo più occhio tutta la notte finché non rivelarono che si trattava di uno scherzo. Nell'altro avevano finto un furto entrando nella nostra camera e mettendo sottosopra ogni cosa. In questo particolare avvenimento io attaccai a piangere in preda a una crisi isterica e non mi calmai nemmeno quando mi dissero che era stato uno scherzo.
Inoltre su tutta la struttura aleggiava la leggenda di tale Valerio che pare avessero murato vivo da qualche parte. Molto del nostro tempo veniva dedicato alla ricerca del luogo in cui fu murato. Una di queste volte una ragazza si fece molto male cercando di aprire un tombino molto pesante. Il tombino le pinzò il mignolo e si stacco un pezzo di carne. Era la "maledizione di Valerio".




Siamo a un carnevale. Io ho sui 5 anni, per cui mia sorella ne avrà 11. Le pareti sono rosa ma è scoppiato un dibattito. Dato che avevamo la carta da parati gialla, io sostengo che quest'ultima sia stata messa dopo questa foto, mia sorella dice che c'era già ma è la foto che ha virato al rosa. Chissà.





A scuola, tra le stupende materie che avevo, c'era anche fotografia. Ripresa, sviluppo e stampa. Queste sono foto fatte in aula di ripresa, con sfondo, banco ottico, ecc ecc. Dato che io non ero in grado di vestirmi, i vestiti appartengono a una mia compagna di classe, Giovanna (chissà che fine ha fatto?). Notare infatti i bei calzini che portavo (nelle foto che non ho messo, in cui sono in minigonna, di vede il segno del calzino. Terribile).




Un mio compleanno. Tutte persone, o quasi tutte, ritrovate su facebook. Alla mia sinistra (a destra nella foto) c'è RagnoB di cui parlo spesso nel blog, che è rimasta una delle mie migliori amiche. Il ragazzotto in posa spocchiosa è stato mio compagno poi anche alle medie. Mi difendeva quando gli altri ragazzotti mi prendevano in giro (o prendevano in giro mia mamma chiamandola "cicciona" - sarà per questo che non amo questa parola?). Quando scrissi dell'intervento al seno l'infermiera che mi disse "Ma tu eri compagna alle elementari di mio figlio" era sua mamma.




Una delle tante recite parrocchiali. Per interpretare i diavoletti, questi bambini si sono vestiti con divise del milan. Il ragazzo di mezzo è stato infamato (per scherzo) per aver indossato quella maglia. Il ragazzo a destra è quello in posa spocchiosa di cui sopra.



Qui ho sempre 11 anni, sono sempre le ferie estive. Siamo a casa della mia nonna paterna a Serracapriola (FG). E quella a sinistra è mia sorella. Sìsì.




Direttamente dagli anni '80 ecco mia sorella con Briciola. Briciola venne a casa che io avevo 4 anni. Era davvero una cucciola, un batuffolino nero. Ci ha tenuto compagnia fino ai miei 18 anni, purtroppo un tumore ha avuto la meglio su di lei.



Questo è un esercizio di fotografia. Il tema era: "Cronaca di una giornata" o qualcosa del genere. Io e questa mia amica siamo andate in centro e abbiamo fatto un po' di foto. Tutte le foto, anche le prossime che vedrete, si aggirano come voti dal 6 e mezzo al 6/7, forse una (quella dei profumi) è arrivata al 7. In questa ho fatto un errore di stampa, segnato a penna in basso a destra.





Mi sa che era il mio primo compleanno. Io sono quella in tutina rossa con la faccia da aliena. Da sinistra, mia zia Teresa (sorella di mia mamma), mia sorella, mia mamma, io.




Fiocco ai tempi in cui lavoravo al canile. Aveva già 8 anni, era stato abbandonato due volte, ed era dolcissimo. Potevo non adottarlo? Fiocco è rimasto con noi pochi anni. Anche lui è stato portato via da un tumore (non siamo molto fortunati con questo genere di malattia)




E' circa il 2000 e siamo io, MinchiettaUno e altre due ragazze dell'università in gita a Treviso. Eravamo andate a vedere la mostra intitolata "Dagli impressionisti a Van Gogh" davvero bella. E davvero una bella gita.




L'alieno di cui sopra.




Mia sorella ha studiato pittura all'Accademia di Belle Arti. In questa foto la riproduzione de "Il bacchino malato" di Caravaggio. Brava, neh?



Sempre la stessa recita dei diavoletti, ripresa sul pubblico/attori.



Questa foto fa parte della serie degli esercizi di fotografia di cui sopra. E' venuta fuori fuoco e ho rovinato il negativo graffiandolo. Nonostante tutto mi piace molto.




Periodo biondo ma senza striscia nera.





Le foto fatte in aula ripresa nel loro formato originale quadrato. Avevo 16 anni e, sinceramente, non paio nemmeno io.




La famigliola. Io, mio babbo, mia mamma, briciola e mia sorella che fa la foto.





Foto (avanti e retro) di classe della seconda media, credo. Avanti, indovinate chi sono? Tra le dediche, in basso a sinistra la frase di un mio compagno "Per la meno cissata della classe". Nel senso che non me la tiravo. E chi poteva dato che mi prendevano tutti per il culo?
Il ragazzotto in basso a destra è stato un mio fidanzatino (tempo record di 7 giorni credo)




La vedete quella bambina con i capelli lunghi, che tiene il foglio in basso, che sta cantando. C'est moi. In molte foto ho lascia per i capelli sulle orecchie. Dato che mia mamma mi aveva raccontato che quando ero piccola mi metteva i cerotti sulle orecchie per attaccarli alla testa perché erano sporgenti, mi ero fissata di avere le orecchie a sventola. Pensavo, con la fascia, di rimediare a questo antiestetico problema. In più avevo la paranoia che gli insetti mi entrassero di notte nelle orecchie per cui tenevo la fascia anche di notte. Immaginate un po'. Se non tenevo la fascia dormivo di lato col braccio sollevato a coprirmi l'orecchio. La canzone che stavo cantando la ricordo ancora oggi, era la parabola del buon Samaritano.




Mio nonno Casimiro, detto Mimì dai paesani. Siamo sempre a Guglionesi (CB). Ebbe un ictus che gli paralizzò metà del corpo. Fece fisioterapia e riprese a camminare, pianin pianino col bastone. Tenete conto che quelle case di paese sono sviluppate su più piani (in genere una stanza per piano) e hanno gradoni giganti. Eppure lui faceva tutto da solo. Molto riservato, se ne stava sempre sulle sue e ha sempre voluto fare tutto da solo. Credo di essere orgogliosa e tenace come lui in alcune situazioni. Ma soprattutto riservata. Non mi piace l'invasione di campo (lui si sfavava molto quando d'estate gli invadevamo la casa, anche per quello avevamo preso poi in affitto una casa).




Il mio primo avatar su questo blog.




Esercizio a scuola. Voto 7.




A volte ci si annoiava a scuola. Ecco cosa succede. Pellicola istantanea e pose incredibili.



Gita a Milano con i compagni di classe. Periodo della chemio. Era il mio compleanno e un mio amico (anche compagno di classe) mi regalò quel peluche che ho ancora. Lo prese se non erro a La Rinascente.



Poldo e Birba. Birba ora ha il musetto tutto bianco...




Poldo e Fiocco sul divano.





Le foto di classe delle elementari. Ce le faceva il babbo di un nostro compagno (in basso a destra dell'ultima foto), fotografo di professione. Ora fa il regista mentre il figlio è musicista (ho postato diverse volte suoi pezzi) e scrittore. Si chiama Matteo De Simone e ha scritto "Denti Guasti". Bravo Matte.

Sempre a una recita della parrocchia (è il teatro della parrocchia). A destra RagnoB.

Il mio professore di fotografia, Redoano. Molto affascinante, tutte le ragazzotte gli andavano dietro.


Io, 11 anni, Serracapriola (FG). Le foto me le ha scattate il mio babbo.

Guglionesi (CB). Sfilata in abiti medievali, noi siamo le contadinelle. Io sono la seconda da sinistra di quest'ultima foto. Avevo le Superga e, proprio come nella pubblicità che alla fine posterò, mi avevano cazziata per non avere scarpe adatte.

Tarattatà tarattatà. Sfilata in abiti da sposa. Chieuti (FG)


Come dicevo prima, a scuola ci si annoiava. Questa sono io.




Sempre 11 anni, sempre io con Topolino, sempre Serrapriola, sempre il mio babbo che scatta le foto.



On the road.


Altro esercizio di fotografia.

Ed ecco lo Spot delle Superga (miodio tutti le avevamo, ai tempi costavano 10000 lire al paio).