Anche stanotte ho sognato. Però che sogno strano. Ero a un comizio di Beppe Grillo, quando era ancora comico e non si faceva di metanfetamina
(conoscendolo se leggesse questa frase mi citerebbe per diffamazione). In ogni caso: lui stava lì a fare i suoi comizi e suonacchiava la chitarra (mi pare acustica). Poi mi dice: "mi presti il basso?"
Gli presto il basso. Poi mi allontano, non ricordo perché, e quando torno lui non c'è più e nemmeno il mio basso. Alla fine l'ho ritrovato ma che paura! Era praticamente da un custode; di cosa non si sa...
Domenica sono stata alla comunione/cresima di Carlotta, lei sempre bellissima, tutti bellissimi, Leonardo con il cravattino, Fry con il suo abbigliamento finto sportivo ma studiato, persino il pretino di colore aveva un viso angelico (ma sicuri davvero che vuole fare il prete?). Io che sono stata sgridata in chiesa da una pedante signora in tailleur celeste, terrorizzata all'idea di passare quasi un'intera giornata in famiglia tra zii zie, cugini e cugine che tutto sommato non è stato così male, anzi, direi quasi piacevole.
Succede che mio zio, il fratello di mia mamma mi ha portato due litri d'olio molisano e ovviamente gli immancabili salumi comprati dal macellaio di fiducia,
Succede che succede, che dopo aver guidato da casa di mia mamma e casa nostra (ed erano 4 anni che non guidavo se non un paio di volte su piccolissimi tratti) e aver trovato due incidenti e quindi averci messo almeno un'ora e mezza in più del dovuto ci siamo finalmente seduti a tavola. E bhe, lo sapete no? Sono due anni che non mangio carne.
Ma ho fatto un patto con me stessa, da quando ho iniziato non mi sono mai imposta degli obblighi. E' per questo che ho ricominciato a bere latte, lo volevo. Dopo la nostra prima reunion, piuttosto drammatica ora va meglio. Così quando ho visto quelle salamelle che per Fry sono solo delle gustosissime salamelle non ho potuto resistere. Per me sono un legame con l'infanzia, le estati al mare, quel periodo senza preoccupazioni, quel certo grado di indipendenza che mi davano i miei, dovuta alla sicurezza del paesino.
Così ho mangiato carne.
Quel salame.
E non mi sono pentita affatto. In fondo posso essere quasi certa che quella carne non provenga da allevamenti intensivi.
Il mio stomaco però si è pentito eccome!
Non ho digerito, ho avuto allucinazioni ipnagoghe di tipo uditivo (sentivo la voce di mia mamma in folle ansia pre-comunione di Carlotta), fortissimo senso di nausea. Tant'è che il giorno dopo non sono andata al lavoro. Ho chiesto anche alla dottoressa se il tutto fosse dovuto al fatto che non mangio carne da due anni ma mi ha detto che probabilmente le salamelle forse erano solo troppo grasse. In effetti anche Fry non aveva digerito.
Così alle 19 sono andata in centro a procacciare un po' di cibo per la cena e in via Lecco, all'incrocio con la strada che costeggia le mura del centro di Como, mi si avvicina un ragazzo di colore. Mi dice qualcosa quindi mi tolgo le mie mega cuffie Sennheiser per sentirlo. Non capisco cosa dice e si solleva la maglietta. Abbasso lo sguardo e vedo che dalla patta aperta dei pantaloni esce tutto. Pene e testicoli, insomma tutto l'apparato riproduttore maschile. Spaventata dico qualcosa come "Ohmioddio" (e no, non per la grandezza del tutto, anzi, mi ha sfatato un mito), giro i tacchi e me ne vado. Poco dopo mi volto per vedere se mi stava seguendo ma no. Non è una cosa normale.
Però ammetto di essermi spaventata, in centro, a Como, col sole. Bha.
Poco più tardi (dev'essere l'ora in cui non è sicuro uscire dalla propria magione) incontro una giovane coppia di ragazzi. Lui boh? Lei molto carina, età intorno ai 20 anni forse meno. Pantaloni coloratissimi alla turca, bionda coi dred (i dred non ne sono sicura). Mi ferma e mi dice "Tu che hai dei capelli fighissimi (pausa) sai mica dove possiamo trovare della roba?"
Sgrano gli occhi e per non fare la figura della poco giovane rispondo così "Io, ehm, no guarda, ehm, vivo qui da un anno e non ho ancora trovato.. ecco, non so"
Lei mi guarda con aria tristissima e mi dice "Ohhh" e poggiandomi una mano sulla spalla in un gesto universalmente consolatorio, continua "Mi dispiace tanto che tu sia rimasta senza, se vuoi ti do' qualche numero di telefono"
Risgrano gli occhi "No, no, gentilissima grazie, non c'è bisogno"
Lei si volta per andare via, mi saluta e ridendo si gira ancora una volta verso di me facendomi il gesto con le dita della vittoria esclamando "una di noi!"
Basita, assolutamente basita.
Altre news. Continuo basso. Continuo danza del ventre anche se ho saltato le ultime due lezioni perché stavo poco bene, una per l'indigestione da salsiccia (penso che potrei interrompere la mia dieta vegetariana solo per questi salamini e per la bistecca alla fiorentina) e un'altra perché avevo mal di testa fortissimo al lavoro che mi è passata solo dopo 5 ore dall'ora in cui avevo preso la mia miracolosa pastiglia. E uscita non ero proprio in forma.
Non so poi se l'avevo scritto, a dicembre avevo preso appuntamento per un nuovo tatuaggio a Bologna. Il ragazzotto che mi ha fatto quel meraviglioso papavero!
Appuntamento a maggio: sì avete capito. 5 mesi di attesa.
Ormai la data si avvicina, se non altro lui pubblica su fb la sua entusiasta partecipazione al convegno tatto di Roma. Indovinate in che date? Bravi esatto! Proprio in quel weekend!
Sangue dagli occhi.
Mi scrive in privato dicendomi che purtroppo in quel weekend non può ma mi sposta alla settimana successiva.
"Bene" penso "Quando puoi?" mi chiede. Sabato e domenica. Ovvio.
"Potete tutti di sabato!"
Sììììì, caspita lavoro, in un'altra città, arrivo apposta! AAAAAH.
"Sabato ho un altro appuntamento, vediamo se riesco a inserirti"
Risbotto. "Senti dimmi se puoi o no, se no disdico e basta"
"Va bhe ti faccio sabato a costo di fare notte"
Benone, penso.
Poi però ci rimugino su e mi sono ricordata che il 14 è festa in Svizzera, quindi non lavoro, quindi glielo dico. Specificando che non posso finire oltre le 18-19 perché poi devo tornare a Como che il giorno successivo lavoro.
"Bene", mi dice. Ma ancora non so l'orario.
Argh.
Stasera ho basso, porterò la primissima parte di "Little Green Bag". Purtroppo non ho avuto molto tempo di studiare.
L'esperienza della vasca di deprivazione sensoriale è stata un po' una merda.
Ma spiego meglio.
Ero molto agitata quella mattina, non sapevo cosa aspettarmi. Agitata però non è forse il termine giusto, direi più... emozionata, eccitata.
Insomma, era una sensazione tutto sommato bella, come quando progetti di andare dall'altra parte del mondo e non sai cosa aspettarti e c'è quella piacevolissima paura del nuovo e dello sconosciuto.
Mi presento venti minuti prima delle 9 nel posto X, suono ma non aprono. Da bravi svizzeri aprono alle 9 in punto.
E quando entro sento il rumore dell'acqua della mia vasca che si sta riempiendo.
E l'emozione sale.
Mi spiegano come funziona.
A destra della stanzetta c'è una doccia, mi lavo come prima cosa, mi chiedono se voglio fare cromoterapia o proprio usarla come vasca di deprivazione sensoriale. Scelgo la seconda opzione. Non voglio luci né suoni e chiedo di disattivare anche il pulsante di emergenza. Mi spiega che prima di entrare in vasca dovrò solo premere su "Avvia" sul display nella torretta accanto alla vasca. Ci saranno le luci a led attorno alla vasca e la musica new age che si propaga solo nell'acqua (dall'esterno non si sente nulla) che mi terranno compagnia per qualche minuto. Poi piano piano si affievolità tutto e io rimarrò da sola. Al buio. Al chiuso (la vasca è provvista di coperchio che si può chiudere o lasciare semiaperta, a scelta). Senza suoni.
Sono sempre più emozionata.
Mi chiudo dentro la stanzetta, mi faccio la doccia. Mi asciugo poco con l'asciugamano per non gocciolare ovunque.
Premo "Avvio"
Mi immergo nell'acqua. L'acqua è densa (piena di sali Epsom) e calda (temperatura 37 gradi). Mi chiudo.
Galleggio. La musica new age mi risuona un po' fastidiosa e non vedo l'ora vada via. Le luci sono invece piacevoli. In quel galleggiare sento che potrei addormentarmi. Poi la musica va via, le luci anche. Rimane la luce della stanza che io vedo un po' perché il guscio non si chiude perfettamente. Sono infastidita da questa cosa, avevo espressamente chiesto il buio.
Poi si spegne anche la luce nella stanza.
Galleggio.
Sento il battito del cuore e il suono del respiro.
Però mi infastidisco, non capisco la posizione del mio corpo nella vasca, ed essendo quest'ultima non proprio enorme, in breve comincio a toccare coi piedi il bordo inferiore nella vasca.
Questa non è deprivazione sensoriale. C'è il tatto, che oggi è mio acerrimo nemico.
Così cerco i maniglioni presenti attorno a me per rimettermi nella corretta posizione, ma appena mi spingo un pochetto, continuo a galleggiare verso quella direzione, toccando nuovamente i bordi della vasca.
Piano piano riesco a trovare una posizione che dovrebbe essere quella ideale e provo a rilassarmi.
Ci riesco quasi, vedo i famosi lampi di luce di cui tutti parlano in questa esperienza. Ma presto accade l'imprevisto. L'umidità!
All'interno della vasca di produce un'umidità tale per cui l'aria diventa irrespirabile.
Cerco di resistere, ma comincio a respirare sempre più affannosamente e ben presto riesco a concentrarmi solo sul mio affaticato respiro e comincio ad agitarmi.
Allora mi tiro su e mi siedo per calmarmi, ma l'aria è davvero irrespirabile.
Decido con grande dispiacere di aprire il guscio della vasca.
A fatica trovo il maniglione e lo apro. Mi rimetto sdraiata ma forse per la colazione che ho fatto e l'immersione, non so come mai insomma, mi prende la nausea. Comincio a sentire odori fortissimi, probabilmente inesistenti e sono parecchio infastidita dalla cosa e non vedo l'ora che i miei 50 minuti di "rilassantissima" esperienza passino.
Peccato che a causa del guscio aperto cominci a sentire freddo nelle zone esposte all'aria. Cerco di resistere ancora un po'. Mi danno perché non so quanto manchi, non riesco a capire come stia passando il tempo e la cosa non mi mette bene.
Finalmente le lucine della vasca si riaccendono, riparte la fastidiosissima musica new age e io mi alzo e mi faccio la doccia. Manca poco per il treno per andare al lavoro e quando esco nessuno è lì per farmi pagare la mia meravigliosa esperienza.
Finalmente trovo un tizio e gli chiedo se posso pagare perché altrimenti perdo il treno, mi guarda interdetto, ma mi fa pagare.
Mi chiede se mi sono rilassata. "No, per niente", rispondo ma non sono stizzita. Sono sicura di aver sbagliato qualcosa io e vorrò riprovarci anche se a più di una settimana ho l'orecchio destro ancora pieno d'acqua (mi sa che mi toccherà andare dalla dottoressa) e tutto sommato il ricordo non è piacevole.
La cosa assolutamente buffa è che uscita da lì ero davvero più rilassata. Ma so per certo che l'esperienza avrebbe dovuto essere diversa e non demordo. La prossima volta farò una colazione più leggera o la farò dopo essere uscita da lì e non chiuderò subito la vasca, ma lascerò quei 10 cm che permettano di non farmi sentire freddo e di avere un leggero ricambio d'aria.
Per quanto riguarda tutto il resto, ci sto più o meno dentro.
Al lavoro è tutto più faticoso, ma reggo bene per quel che mi pagano è ok. Il ritmo è aumentato ma tutto sommato non mi lamento.
A Danza del ventre stiamo provando la coreografia. Siete tutti invitati sabato 14/6 alle ore 21 al Teatro Sociale di Como. Il tema è "Alice nel Paese delle Meraviglie" e noi principianti faremo le carte incazzate che rincorrono Alice.
Il pezzo da ballare è questo:
Questo il pezzo che usiamo per il riscaldamento (taaanto relax, magari me lo metto come musica iniziale la prossima volta che faccio l'esperienza di deprivazione sensoriale).
A basso le cose sono andate a rilento. Ieri ho fatto lezione e oggi sono stata tutto sommato brava, ho studiato e penso che continuerò oggi pomeriggio. Più che altro mi spiace, sono proprio peggiorata rispetto alle lezioni iniziali. Ho ancora difficoltà enormi a leggere la chiave di basso ed è ancora peggio ricordarmi la posizione delle note nella tastiera del basso. No, non ci siamo proprio.
Per sabato dovrò portare le intro di questi pezzi.
Cerco davvero di mettermi d'impegno. Sono certa di non fare il saggio della scuola di musica (un po' perché mi rendo conto di non essere in grado, ma comunque per scelta non lo farei).
Mi rendo conto di essere molto impegnata e vorrei fare anche un corso di Yoga ma il tempo libero scarseggia e così proseguo solo con queste due cose che tutto sommato mi rendono felice. Mi piace sapere che ora posso permettermi di iscrivermi a dei corsi, di usare quel poco tempo libero per qualcosa.
Inoltre stiamo facendo un mezzo progetto per il viaggio in Madagascar e quindi non posso davvero proprio lamentarmi.
Ho una nuova scimmia che non è nuova. Tempo addietro mi ero presa per una macchina analogica usata anche dalla bravissima Diane Arbus, ovvero la bellissima Pentax 6x7. Costa un po' ma magari me la regalo per il compleanno. O per Natale. O per uno qualsiasi dei miei Non Compleanni (rimanendo in tema Alice)...
P.s. Sono in fase di stacco da Facebook, questo è molto positivo. Ed è anche per questo che ho trovato il tempo di scrivere un post lunghino nel mio (quasi) abbandonato blog.
Stay tuned...
Quanto silenzio.
E' stato un periodo un po' così. Abbiamo avuto un lutto importante molto recentemente. Meno recentemente stavo per andare via da casa, in mezzo a una crisi. Non lo sapevate? Non ne ho parlato con nessuno se non con Fry.
Ora sono tranquilla, anche se mi sono rassegnata a non esserlo mai al 100%. E' quello che sono, incostante, instabile, bisogna godersi la vita con me finché ci siamo, non aspettarsi troppo, vivere alla giornata.
In questo periodo sono successe cose, ad esempio so che il 14/6 ci sarà il saggio di Danza del Ventre al teatro sociale di Como. Ore 21. Ma io sarò alla fine insieme alle care mie novelline compagne di corso.
Il basso è il mio patema. Voglio andare avanti ma devo studiare a casa e a casa in genere preferisco fare quello che mi riesce meglio, ovvero poltrire.
Stasera con dei colleghi ci si magna una pizza. Uno dei ragazzi che lavorava con noi è stato licenziato, così lo salutiamo. Hanno licenziato ben 5 persone da due settimane a questa parte, Divertente vero?
Il viaggio a Cracovia - Varsavia - (ma soprattutto) Auschwitz/Birkenau è stato toccante. Le foto non sono troppe ma esprimono quello che ho provato. Le ho messe qui.
Che poi lo so, non scrivo da tanto. Ho voluto prendermi del tempo.
Non è che l'ho fatto apposta. Ci sono delle cose che vengono da sé, e non scrivere sul blog è una cosa venuta spontanea: dopotutto, in fondo, dal 2006 non ho quasi mai smesso di scrivere.
Danza del ventre stranamente prosegue, credo però di essere arrivata al punto o prosegui o molli. Vedo che le altre ragazze sono più brave e questo mi sconforta. D'altra parte vedo che mi fa bene, soprattutto a livello muscolare e per la schiena. Non sembrerà vero ma addominali e glutei lavorano un sacco. Le spalle finalmente si rilassano, la schiena fa movimenti "diversi" e mi permette di svilupparne piano piano la muscolatura.
E poi ho cominciato ad andare a lezione di basso.
Il mio insegnate è bravo e molto paziente e riesce sempre a incastrarmi in nuovi orari per permettermi di non perdere troppe lezioni.
Per ora sto suonando Hey Joe di Jimy Hendrix e dovrò fare il saggio di fine anno (quello di danza del ventre è, per fortuna, facoltativo). Dato che Fry sta suonando chitarra nella stessa scuola possiamo fare il saggio insieme scegliendo un pezzo, io sono già in panico ma vedremo.
Qui in Svizzera e a Como c'è il sole. Adoro il sole d'inverno. Il freddo che pizzica le guance e le chiappe ma il cielo terso, sto bene qui. Ritaglio la mia dimensione con tutta la calma che posso, nonostante mi manchi il tempo per accendere il pc, ad esempio. Ormai gioco solo sul mio cellularone (OnePlus One - comprato a fine novembre online, ne scriverò qualcosa a breve se mi riesce. E' gigante, tipo 5,5" di schermo!): la sera suono un po' se riesco, poi gioco se riesco, ma in genere dormo (e in quello riesco!). Leggere è un lusso, purtroppo, e scrivere sul blog è impossibile.
Ma sono qui, sorrido, vivo e, tutto sommato, sono serena.
Ho cominciato il percorso con una psicologa che però non mi piace per cui cambierò.
I miei capelli si sono stinti ma non sto troppo male, posto una foto in cui sembro figa ma non fatevi ingannare: prima di scegliere questa ne ho fatte altre 20.
La sera del 26/4 oltre a festeggiare il mio compleanno, qui a Bologna c'è stato un evento più unico che raro: il concerto dei Rammstein (che ben consci del mio compleanno hanno pensato di farmi una festa a dovere, con un sacco di gente, bella musica e spettacoli pirotecnici).
Inutile dirvi che il concerto è stato meraviglioso. Da quella distanza sentivo il calore delle fiamme, l'odore di cherosene, le vibrazioni del pubblico, la maschia voce di Till, il fascino del tedesco. Non voglio sbilanciarmi ma credo sia stato il più bel concerto mai visto (70 euro ottimamente spesi). Ringrazio anche Umberto e Roccio che sono venuti da Firenze apposta sperando in un'esplosione di bocce e culi e cosce non verificatasi (in effetti a parte magliette nere o persone particolarmente truccate erano tutti abbastanza sobri).
Quando vado a questi concerti molto grandi passo da un momento di delirio e felicità totale a un post concerto di depressione in cui un po' invidio questi artisti e un po' mi rendo conto che la mia vita, per lo meno quella lavorativa è una merda. Così prima di passare alle lamentele vere e proprie vi posto qualche video fatto da un'amica che era seduta dalla parte opposta.
Dovete capire che Till è una sorta di sex symbol per me, un Piero Pelù tedesco ma molto più maschio, che mi riporta all'adolescenza più cieca, quella fatta da tanti ormoni e poi, forse, un cervello.
Rifatevi gli occhi, io questi video li ho visti e rivisti più volte, oltre ad essere stata al concerto e a stare stressando Fry da giorni, nonché a pensare seriamente di tornare a Luglio a Roma a sentirli...
Questo solo per farvi capire che razza di spettacolone abbiano fatto. Inoltre, da bravi tedeschi, hanno cominciato alle 21 in punto. Testimoni hanno raccontato di averli visti arrivare alle novemenocinque, e poi si dice degli svizzeri.
Dopo il concerto ci siamo beccati con altri amici e Fry che è passato a recuperarci e siamo andati a becri una birra. Non so se è stato il freddo post concerto (che freddo non faceva ma dentro posso affermare sul serio che ci fossero le fiamme dell'inferno) ma domenica notte ho vomitato, lunedì sono stata a casa, ma con gran coraggio martedì, ieri, sono tornata al lavoro, e oggi, giornata di sole e festa, sono chiusa a casa perché (scusate il francesismo) "piscio dal culo" e sono un po' disidratata.
Il ritorno al lavoro è stato traumatico. In più una mia collega (penso di poterla definire correttamente un'amica) ha deciso che il 31 luglio, ultimo giorno del suo contratto, sarà il suo ultimo giorno in azienda. Mi spiace a livello personale ma la capisco tantissimo.
Lei lavorava, e viveva, in un'altra città da 11 anni per questa azienda. Il megadirettore l'ha personalmente voluta a Bologna dopo che quel magazzino è stato chiuso. Lei si è trasferita qui nella speranza in futuro di far trasferire anche il fidanzato. Però le hanno fatto un contratto a termine fino al 31/7 (aveva infatti un contratto a tempo indeterminato). Non chiedetemi perché. L'hanno nominata viceresponsabile e senza spiegarle granché, l'hanno messa lì a un lavoro di responsabilità e a uno stipendio pari al nostro. A stretto contatto con la nostra responsabile che, purtroppo, non è molto abile nei rapporti sociali. Lei aveva cominciato a dimagrire, non dormiva, aveva mal di pancia e quindi ha preso una decisione. Tornare nella sua città.
Ma prima ha fatto una cosa che merita tutta la mia stima. Ha chiesto un colloquio privato con la responsabile e il megadirettore, e con loro due lì davanti ha sviscerato tutto quello che c'era da dire. Che la responsabile le aveva detto di fare la Hitler con noi per tenerci in riga (questa cosa in effetti l'ho sentita con le mie orecchie quando ero seduta lì) e poi la accusava di creare una brutta atmosfera al lavoro, non la salutava mai, non le dava credito mentre dava credito a due personaggi che te li raccomando (alcune persone possono capire di chi parlo se dico duckface?), ha sviscerato davanti al megadirettore il fatto che la responsabile fosse assolutamente disorganizzata e in ufficio si lavorasse male, e che creasse proprio lei un ambiente ostile.
In tutto questo lei non ha detto niente, non ha risposto alle accuse, poi però è stata 40 minuti in colloquio personale con il megadirettore che chissà che le ha detto.
In tutto questo sia io e che una mia amica/collega dark stiamo sempre male, lei anche per motivi personali, io ogni due-tre mesi ho qualcosa di psicosomatico. In generale sono diventata molto apatica.
Essì, ditemelo, "baciatiigomitituchehaiunlavoro", sono stanca di sentirmelo ripetere. E' per colpa di queste affermazioni che ora le gente accetta qualsiasi compromesso per lavorare. Abbiamo scelta? No? Io ho scelto di lamentarmi del mio lavoro di merda ma me lo tengo finché non trovo altro, spero in fretta. Intanto ho un colloquio, non vi dico comecosaquando per scaramanzia. Ma incrocio le dita. Per me sarà una enorme conquista non lavorare più il sabato e tornare a orari decenti a casa. Poter fare la spesa normalmente, tornare a cucinare, fare tutte cose che magari voi fate normalmente e dite a me baciatiigomitichehaiunlavoro. Sono arrivata a sperare di aver la febbre per starmene a casa e oggi, nonostante i dolori di pancia, sono contenta al pensiero che passerò i prossimi due giorni a casa, anche perché non credo che questa cosa si risolvi presto e voglio essere in formissima per Berlino.
Vi lascerei con una canzone del giorno, ma ve ne ho lasciata più di una poco su. Grazie a tutti per la bella esperienza, la bella serata. Andare a vedere questo concerto mi ha dato una nuova spinta per rimettermi a studiare il tedesco (se cambio lavoro sarà più facile per me fare un corso serale ad esempio) e riprendere a suonare il basso.
16 settembre 2008
Ci sono due categorie di persone che non sopporto: quelli che dividono le persone in categorie e quelli che dichiarano di non sopportare una di queste categorie.
Detto questo: ieri ho pranzato con Mandingo, e quindi questo post possiamo intitolarlo "A pranzo con Mandingo". Mandingo assomiglia a un insetto stecco, però con la barba. E' così magro che fa quasi invidia a noi donnine che vogliamo perdere qualche chiletto. Si è chiacchierato del più e del meno anche con i suoi colleghi. Questo per arrivare al punto: non sapevo che anche Mandingo si fosse dedicato al basso. E sempre a proposito del basso: le mie dita mi stanno davvero abbandonando. Mi fa male anche digitare i tasti sulla tastiera del piccì. Ma torniamo a noi: non sapevo che i racconti dell'892424 potessero destare tanta ilarità. Io effettivamente non ho raccolto molte perle perché sono passata quasi subito al mondo Prontissimo, quello degli abbonati, quindi quello un po' più... noioso? Sì noioso. Comunque se volete leggervi qualche perla davvero incredibile, l'892424 ha pubblicato tre volumetti il cui ricavato è andato in beneficienza (e va ancora suppongo). Su ibs se ne trovano due: questo e questo. Una mia ex collega mi aveva regalato il primo dei due ed è davvero carino. E a prenderne nota lì ce ne sono davvero diverse di cose buffe: una tra le tante, chiamate a parte, è che quasi tutti i ragazzi a Torino almeno una volta nella loro vita hanno lavorato lì. E' facile girare per la città ed essere fermati da un ex collega. In sala eravamo davvero tanti e i nomi non si conoscevano. Ma i volti dei personaggi che ambientavano il tuo turno, bhe, quelli sono una categoria a parte. Una categoria simpatica però.
P.s. sto leggendo "L'arte della persuasione" insieme a "La donna che parlava con i morti". Se mescolassi le due cose potrei persuadere qualcuno a parlare con i morti? Mha.
Canzone del giorno: Can I sit next to you girlAC/DC
12 settembre 2008
Sto raggiungendo una nuova consapevolezza. Suono il basso finché le dita non diventano violacee e fanno così male che ogni nota è sofferta. Suono finché non divento parte del basso e il basso una parte di me.
Suono perché le vibrazioni mi attraversano il corpo e mi sento una persona nuova.
Suono.
Canzone del giorno: Immigrant songLed Zeppelin
11 settembre 2008
Ho le dita violacee per quanto suono. O meglio, suono poco perché sopporto poco il dolore che lo studio del basso mi ha lasciato il giorno precedente. Oramai in tutte e due le mani, perché ho deciso di suonare con le dita.
La canzone del giorno è: Back in BlackAC/DC ma anche Hell's BellsAC/DC
09 settembre 2008
Dicevo: "Tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina"
Qualche giorno fa stavo cercando delle mail di barzellette su gmail. Così nel form di ricerca ho inserito, tra virgolette, "per ridere un po'". E, vaccamiseria, mi sono ritrovata una mail molto cattiva che ero convinta di avere cancellato. Una mail davvero cruda che avevo scritto io qualche anno fa. Devastante. Mi ha ricordato di come sono fatta, di quante barriere posso alzare se vengo anche solo minimamente calpestata. Se anche solo c'è questa piccola possibilità e la intravedo da lontano.
Un po' mi spiace: vorrei essere in grado di instaurare un dialogo senza esplodere nel momento in cui mi sento drammaticamente ferita. Ma è una vera ferita?
In questi ultimi anni ho faticato a staccarmi dal mio personaggio virtuale: cleena. Qualcuno ancora mi chiama così, specialmente tra le piante carnivore.
Cleena nasce quando avevo 14 anni: la mia migliore amica mi regala un libro sulle divinità celtiche, ben sapendo quanto mi appassionino, e tra esse trovo lei, Cleena. Cleena è una banshee, culla le persone che soffrono fino a farle addormentare. Comanda una delle tre onde magiche che circondano l'Irlanda. Alle superiori ho creato la mia prima mail e usai come nome cleena. Ad oggi se si cerca su web questo nome, compaio io un po' dovunque. Forum informatici, sul fimo, sulla grafica, sui makeup, sulle piante carnivore.
Cleena è il mio alterego virtuale e c'è stato un momento nella mia vita in cui carla e cleena si sono fuse e nemmeno io capivo più quali fossero i delicati confini di queste due entità. Ora so bene che io sono Carla e cleena è solo un mucchio di caratteri neri su sfondo bianco. Però succede, quando rileggo queste mail, che cleena ritorni e mi ricordi la sua presenza. In un angolo buio, ancora in parte inesplorato, dove i miei pensieri si fanno sempre più cattivi ed estremamente sinceri.
Ora, tornando a parlare di cazzate. Io e Roccio suoniamo molto, ma abbiamo anche un'altra novità. TADA'! Stiamo andando a correre. L'altroieri e ieri abbiamo fatto questo giro e ho già le gambe che invocano pietà, però è necessario. Stasera di nuovo. Finché non riuscirò a fare tutto il giro senza fermarmi, e poi ne faremo uno più lungo. Una volta qualcuno mi disse che il corpo è il proprio vascello per navigare su questo fiume che si chiama vita e io mi ricordo questa frase ogni volta che mi scoppiano i polmoni perché non ce la faccio. Del resto, secondo uno studio, ci sono poche e semplici regole per mantenere sempre il cervello attivo: - imparare uno strumento (e qui ci siamo); - imparare una lingua estremamente diversa dalla nostra (il giapponese non mi spiacerebbe); - fare attività fisica almeno 3 volte a settimana (e ci siamo); - imparare a giocare a scacchi; - imparare giochi di coordinazione mentale-fisica, come giochini da giocoliere;
Ho inserito queste cose in una lista, l'ho piegata e l'ho messa in tasca. Per tenerla sempre dietro e sempre a mente.
Penso a quale lavoro mi piacerebbe fare nella vita. Mi rispondo in breve tempo: non c'è un lavoro adatto a me. In generale dopo aver passato 4 mesi a fare la stessa cosa mi sono già annoiata. E cambiare lavoro non serve perché dopo altri 4 mesi sarei di nuovo da capo. Qualcuno mi dirà macomesonofortunataadavereunlavoro. E' vero ma potessi scegliere non lavorerei. O meglio, farei un lavoro in cui non si lavora. Avete mai sentito parlare di quei leggendari lavori in cui un presunto genio non fa nulla eppure guadagna un sacco di soldi? C'è un tizio che ha tirato su un'azienda di nulla. Cosa fa? Sceglie nomi di prodotti e aziende. Lo chiamano, gli dicono di che tratta il prodotto/azienda e lui propone 3 nomi. E per fare ciò prende un sacco di soldi. Io ho avuto diverse idee. Alle superiori ero convinta che un allevamento di bachi da seta sarebbe stato il mio futuro. Ieri mi sono informata su come allevare le lumache (ma poi riuscirei mai a insacchettarle per venderle, sapendo che finiranno bollite vive?). Ho pensato anche ad aprire un kiko in franchising ma ci vogliono i soldi per il locale. Si potrebbe anche andare tutti quanti allo zoo comunale. Vieni anche tu? Scherzi a parte, sono un po' devastata dai brutti sogni di stanotte. Sogni un po' angoscianti, come mio solito.
Ieri sera prove. Non ho azzeccato una nota nemmeno a pagarla. Le note non si corrompono. Ha ragione Roccio, suono di meno, mi alleno di meno ed è finita. E' che la sera vorrei fare tutto, ma le ore a mia disposizione finiscono troppo in fretta. Propositi per la settimana nuova. Suonare, suonare, suonare e ancora suonare.
Canzone del giorno: Il GiocoIl Grande Omi
13 agosto 2008
Le passioni sono qualcosa di inspiegabile per me. A volte sono come lievi scimmie che diventano ossessioni e si trasformano in passioni. A volte rimangono sopite dentro di me e poi esplodono all'esterno e improvvisamente mi rendo conto che la cosa mi piace. E mi chiedo perché non l'avessi mai fatta prima. Vedi il basso. L'ho conosciuto a 15 anni, mi ero fissata di prenderne uno. Poi le finanze erano quello che erano, mio padre mi regalava gli strumenti che piacevano a lui ("Papà mi compri un violino?" "Certo" e mi prese una chitarra classica) - anzi oggi quasi mi pento di avere messo da parte lo studio del violino. Non sarei diventata qualcuno ma avrei imparato uno strumento che davvero mi piace.
In ogni caso sono felice di aver comprato il basso a gennaio. Sicuramente passeranno dei periodi in cui non lo suonerò. Capita. Voglio dire: non si può vivere di una sola passione, ce ne sono tante. C'è chi riesce a far convivere le passioni tutte insieme e chi si dedica a una passione per volta. Io sono nel secondo gruppo; passo un periodo a "scolpire" il fimo, ne passo un altro col basso, poi mi metto a disegnare, poi installo cose assurde e difficili su linux solo per il gusto di baloccare.
Mi piacerebbe mettere insieme una lista delle passioni e di come le persone conciliano tempo e cose da fare.
Comunque, sto divagando. Oggi conoscerò la mia dottoressa, o la sua sostituta. Ho bisogno delle mie pastiglie e speriamo non rompano le scatole facendomi fare altri esami del sangue: ho una mezza cartella clinica con me! Con radiografie e tutto il resto. Stamattina ho suonicchiato, sempre Sweet Child Of Mine, mi sono messa in testa che devo impararla e impararla bene.
E poi chissà, magari inventare un giro di basso? Troppo presto? Sì, decisamente.
Stamattina ci siamo svegliati non così tardi. Abbiamo fatto colazione e ci siamo avviati per Siena. Il motivo si sa: il basso nuovo, il basso Cort. Quello che abbiamo sempre visto all'emporio musicale ma non abbiamo mai preso perché attendevamo questo weekend. Il weekend.
Bhe arriviamo lì e il basso non era in esposizione. Per un attimo mi si ferma il cuore. Siamo arrivati fin lì e non è esposto. Chiediamo a un commesso, sparisce in magazzino per poi tornare dicendo che non ne avevano nemmeno lì. Finiti. Caput. Tornano a settembre.
Settembre?
Veniamo via e sono mogia mogia e Roccio che insiste, ma dai lo troviamo qui, lo troviamo lì, proviamo ad andare qua e là. E io nulla.
Caspita, mi figuravo già la partenza da Siena con il giochino nuovo, imballato, incartonato. Tenuto da parte per noi.
Alla fine mi riprendo un attimo e passiamo da Niccolai a Ponte a Greve. Nada, nulla, è chiuso, non esiste più, han levato anche l'insegna. Ultimo posto dove andare: MusicRama a Sesto Fiorentino. Lo avevano ma non so come mai mi ero fissata in senso negativo con questi signori che in verità sono stati piuttosto gentili. Il ragazzotto, chitarrista e commesso, mi lascia in una stanza con il basso attaccato a un ampli, me lo fa provare, parla e perde tempo con noi anche se è l'unico in negozio e ha tutto a cui badare. Che fare? Ovvio: lo abbiamo portato via. E con lo sconto del 10% (c'era lo sconto su tutti gli strumenti musicali) allo stesso prezzo del basso ci siamo portati via anche una custodia, e l'olio al limone per lucidare il legno della tastiera del basso.
E che basso ragazzi. I pickup attivi si sentono, il mondo vibra e rispetto all'altro basso è tutto un altro mondo. Con tutto il rispetto per il mio primo basso, che se non fosse stato per lui...
Non ho mai corso per superare gli altri, non ho mai giocato sperando di vincere. Il mio posto è la seconda fila. Nessuno sgomita per la seconda fila, nemmeno a scuola, dove si sgomita per l'ultima fila. Nemmeno sui pullman delle gite, dove ci si affanna a prendere gli ultimi posti. La seconda fila è mia. Non sono arrivista e odio la competizione. Mi piace collaborare e non scavalcare. E' una delle ragioni per cui i giochi di squadra non mi piacciono granché. Io ero quella che a educazione fisica veniva scelta per ultima nelle squadre. E la mia squadra solitamente perdeva. E quando mi trovavo nella squadra vincente ero finita con la compagna bravissima e competitivissima che non passava mai la palla. Lei era la mia antitesi, forse era per quello che fino alle superiori siaom state migliori amiche. Io timida, lei aggressiva, io passiva, lei attiva, io antisportiva, lei sportivissima. Lei mi ha insegnato ad arrampicarmi sugli alberi, ha provato a insegnarmi a giocare a pallavolo e ad andare in bicicletta. Ma sono rimasta persona da seconda fila.
Ecco forse perché mi piace tanto il basso. La chitarra elettrica è da prima fila. Lei fa assoli da 10 minuti e tutti guardano a bocca aperta. Il basso generalmente non fa assoli, ma se manca si sente.
Il basso è uno strumento di cui si percepisce l'assenza.
Mi sento un po' un basso.
In questi giorni siamo andati un po' di qua e un po' di là. Sabato siamo tornati all'emporio senese e ho rivisto il mio basso. E' sempre lì che mi chiama. Mi sentirei in colpa a comprarlo se non dovessi rinunciare a qualcosa. E' importante, come se mi dicessi che non posso avere tutto. Così ho fatto due calcoli e ho visto che ci basterebbe rinunciare a 17 cene fuori. Detto fatto.
Una pizza me la posso anche fare a casa, un basso no (o meglio, non ancora). L'arrivo di un secondo basso permetterebbe di lavorarmi il primo. Smontarlo, smerigliarlo, ricolorarlo, renderlo più mio. Questa volta il Cort l'ho prenso in braccio. E' leggero, il manico è sottile, e dice suonami suonami.
17 cene. Un basso. Il bilancio è perfetto, anzi, chiedeteci più spesso di uscire così le 17 cene mancate arrivano subito.
Rinunce a parte, il prossimo stipendio quel basso arriva a casa.
Roccio invece ha comprato una Squier bianco panna. E' leggera, si suona bene, e lui vuole rivoluzionarla del tutto. Smontarla, colorarla, scavarne i tasti.
Vorrei avere mille strumenti e attaccarli tutti al muro come dei quadri. E ammirarli dalla mia seconda fila.
Mea culpa, oggi riascoltavo il cd del concerto ed ebbene sì. Il Vaffanculo non l'hanno levato. Bene.
Stasera sono proprio soddisfatta, mi sono allenata al basso e mi è venuta l'idea di prendere anche lezioni. Anche solo per capire se metto bene le mani. Perché sapete, sto suonando col plettro. E ogni tanto mi chiedo: come si fa a suonare un basso col plettro? Il basso va suonato con le dita. E' il su' bello, come direbbe Roccio. Lui pensa che le lezioni non mi servano. Ma io sono terrorizzata dal prendere un'impostazione sbagliata e vorrei che qualcuno mi dicesse come si mettono e dove queste turlupine di mani.
Così siamo giunti ad un accordo, posso andare in una di queste scuole e provare una lezione aggratis, di solito lo fanno. E magari farmi insegnare un po' da un nostro amico che è mastro bassista. Peccato che questa persona non ha mai tempo. Ma nemmeno noi. E sono pronta a scommetterlo: le sue ore libere saranno le nostre ore impegnate e viceversa. Comunque va bene, per ora sto facendo esercizietti del cavolo che tanto del cavolo non sono. La mia difficoltà, il mio Everest, la mia balena bianca è il dito mignolo. Oltre a non avere forza perché nella sua vita non ha fatto altro che dormire (come lo invidio) è proprio piccino. Anzi diciamo che tutte le dita sono piccine. E il manico di un basso a 6 corde è grosso. E i tasti larghi. E saltare dal primo tasto all'ultimo, dall'indice al mignolo, senza staccare l'indice dal primo tasto (Roccio mi frusta ogni volta che stacco un dito dalla tastiera senza che ci sia un pericolo incombente, ad esempio se per la fatica mi diventa blu e sta per andare in cancrena). Insomma, nonostante il lavoro, la casa (che comunque è sempre disordinata e io devo dirlo sto diventando piuttosto paziente, un po' perché mi rendo conto di essere caotica da morire - vanto la presenza di un portatile sempre acceso sul tavolo della cucina, anche quando mangiamo - e un po' perché non voglio diventare di quelle donnine che corrono dietro l'uomo dicendo tiragiùlatavolettaraccogliicalzininonsbriciolarmipercasa, ecc ecc), gli impegni casalinghi e cibari quali la spesa, gli impegni igienici come doccia und bidet, le coccole, il lavoro, il lavoro e ancora il lavoro riesco a ritagliare sempre mezz'oretta per il basso. Tant'è che ho quasi deciso di dargli un nome.
Stasera è tragica anche perché non abbiamo acqua. Non esce acqua dai rubinetti, quindi non possiamo nemmeno tirare lo sciacquone, figurarsi fare la cacca come speravo. In viale morgagni hanno sostituito delle tubature e alle 21 erano ancora lì che martellavano con l'acqua che gli arrivava alle ginocchia.
In buona sostanza e per riassumere. Sono felice di queste scelte. Sono soddisfatta della mia vita.
E sono sempre più innamorata.
Anche se mi frusta quando stacco le dita dalla tastiera del basso.
Questo weekend è stato molto peso. Un po' come i bar pesi senza il bar. Peso, appunto. Sabato mattina siamo andati con Cosimo all'emporio musicale senese, un immenso magazzino pieno di strumenti musicali. Un po' stile merula. Ma con tutto più accatastato che ti fa dire più Ohhh. C'era il basso che ci piaceva, ma costa 650 euro. E c'era anche la chitarra che piaceva a Roccio ma costava 2000 euro. Insomma si tratta solo di mettere da parte un centinaio di euro al mese per... 2 anni e mezzo?
Siamo poi tornati di corsa perché per pranzo dovevamo essere tutti a casa, noi dovevamo comprare una cosa perché di pomeriggio i negozi sono quasi tutti chiusi (orario estivo a quanto pare!).
Non avendo fatto in tempo, di pomeriggio siamo andati in centro perché io ero convinta che un negozio fosse aperto ma ciccia. Quindi giriamo un po' cercando qualche altro negozio dello stesso genere ma ciccia. Nulla. Nada. Kaput.
A quel punto eravamo già un po' morti perché il caldo e le corse ci avevano sfiniti. Però siamo dovuti correre a fare spesa. E dato che c'eravamo, ormai morti per morti, siamo resuscitati appena per andare all'obi a prendere un tavolino di plastica con due sedie da mettere fuori, sotto l'ombrellone che il giorno seguente avremmo montato. Così, una volta ri-morti e incastrato tutto in auto siamo tornati a casa.
In teoria saremmo dovuti andare con Cosimo, ma era molto tardi, loro erano già in questo posto sperduto e probabilmente stavano già mangiando kili e kili di carne mentre noi eravamo ancora a Firenze, stanchi morti.
Questa settimana è stata duretta: il caldo, l'assestamento al nuovo lavoro, tornare a casa, preparare cena, magari anche dare una sistemata. E socializzare.
Quanto è terribile per me socializzare.
A volte vorrei avere un guscio attorno a me che impedisca agli altri di vedermi. E la cosa terribile è che una volta iniziata la socializzazione mi piace anche. Ma cominciare è davvero dura. Tant'è che mi sono sorpresa quando ho chiesto a una collega se le andava di venire con me a prendere un gelato. In verità è andata più o meno così: mi ha chiesto cosa avessi intenzione di fare a pranzo. Le ho risposto che sarei andata a prendere un gelato. Poi è calato un silenzio gelido. Io di solito me ne frego, saluto tutti e vado. Invece stavolta no, le ho detto: vuoi venire?
Poi il gelato non lo abbiamo preso perché lei si è fatta conquistare da un panino e io avevo un hamburger che mi chiamava (per nome e cognome!). Così ho scoperto che il suo uomo suona il basso, insegna in qualche scuola e suona con qualche gruppo. Ne ho approfittato un attimo per chiedere loro quale basso tra i tre (vedi post precedente) andasse meglio. Dice anche lui il primo, che però è sempre meglio provarlo per via del legno, del suono.
Come dice Roccio, uno strumento ti deve chiamare. Questo basso mi piace davvero. Quando ho comprato il basso che ho ora sapevo solo che volevo un basso. E che quel basso doveva avere almeno 6 corde. E che 200 euro era la cifra massima che potevo investire. Così quando trovai il basso Harper su ebay mi ci tuffai. Si parlava di 6 mesi fa. Volevo provare a suonare e il basso mi piace (oggi io e Roccio abbiamo suonato Ich Will dei Rammstein).
Vi dico subito che il sei corde in mezzo è quasi scartato. Mi piace molto il sei corde però effettivamente la corda più alta non viene mai usata. Però scarterei comunque il 4 corte oppure ne terrei uno da esercizio, perché in ogni caso la corda più bassa torna utile e ha un suono favoloso. Per cui il basso di mezzo facciamo finta che non ci sia. Rimangono i due cinque corde. Differenze: il primo ha il manico incassato nel corpo, le vibrazioni si propagano meglio ma pare che la risposta sia un po' più lenta. Però l'effetto estetico è molto bello e anche il colore non è male. E la forma! L'ultimo però ha di suo che è molto leggero perché più piccino. Io e Roccio lo avevamo visto in un negozio di musica e abbiamo notato quanto fosse leggero per essere un cinque corde. Ma la forma non mi piace granché, preferisco il basso tradizionale.
Ora basta con le pippole, non penso proprio che compreremo un altro basso per ora. Però mi piacciono un sacco gli strumenti. Fosse per me li prenderei tutti: un po' come lo shopping ma di strumenti!
Via, vado a prepararmi che oggi è *davvero* venerdì (è da lunedì che quando esco dico ai miei colleghi Buon weekend e mi sa che mi hanno preso per pazza. Oggi però non lo sono. Pazza, intendo).
Le prove con il microgruppo vanno sempre meglio. Io non sono un granché musicalmente, quindi il mio orecchio filtra via gli altri componenti del gruppo ad eccezione della batteria e della tastiera. Per cui ogni tanto Roccio si ferma e dice che siamo proprio bravi. E io annuisco soddisfatta anche se non sono riuscita a sentire tutta la band.
Domenica ho messo una telecamera fissa. Trovavo divertente la possibilità di riguardarsi e risentirsi. E ascoltare tutta la band al completo è incredibile. In fin dei conti non siamo male, anzi siamo proprio bravini.
Ovvio ci siamo fermati mille volte perché non ricordavamo il pezzo, però siamo bravi.
Oggi non ho mota voglia di scrivere. Mi sembra che il blog stia morendo. Un po' perché al lavoro non posso scrivere, torno a casa abbastanza stanca, ci sono altre cose da fare. Dopo cena mi rilasso suonicchiando o guardando alcune vecchie puntate di friends. E al mattino si riparte.
Ora vi lascio con questa canzone troppo divertente, ho scoperto che mi piacciono un sacco questi Twisted Sister. E quindi eccovi Be Chrool to your ScuelTwisted Sister
Tralaltro guardate bene il tizio all'inizio del video e scoprirete che è Zed, dei vari Scuola di Polizia. Incredibile, non lo avevo mai visto in giro.
20 maggio 2008
Ah, p.s. ieri sera io e Roccio abbiamo provato tre pezzi, almeno l'inizio. Ma quanto sono imbranata col basso? Pensavo di essere molto più brava.
Dove sono le telecamere? Dai, spuntate fuori. Lo so che siete nascoste lì da qualche parte, non abbiate timore: io non me la prendo. Basta che mi diciate che si tratta di uno scherzo. Forza. Dai.
Allora ve lo devo proprio dire: ieri sera cercavo qualche mostra interessante in Italia. Per una gita fuori porta, perché no? A parte l'assoluta mancanza (per miei gusti personali) di contenuti interessanti, vogliamo parlare dei titoli delle mostre? Parliamone.
Editoria tra Svizzera e Italia. Gli Agnelli nel Settecento a Lugano. Gli Hoepli dall’Ottocento a Milano eh?
Il senso della continuità. Rigenerazione della forma e della lingua: Jannis Kounellis. La storia e il presente in Calabria, poi?
Le ore e i giorni delle donne. Dalla quotidianità alla sacralità tra VIII e VII secolo a.C. questa vanno a vederla in due: l'organizzatore e il finanziatore.
Vorrei sapere perchè anch'io vorrei sapere perché, ma soprattutto cosa, dato che non ho capito di cosa tratta la mostra.
Il senso quotidiano dello sguardo bhe il senso quotidiano dello sguardo, soprattutto sul bus, da' un po' fastidio...
Moretti visto da Moretti Birra vista da Birra. Doppia Birra.
Il futuro del Futurismo. Dalla "rivoluzione italiana" all'arte contemporanea. Da Boccioni a Fontana a Damien Hirst il futuro del Futurismo è già passato.
Looking for the border. Una linea concettuale dell'arte italiana e belga tra l'iconico e l'ironico questi non sapevano proprio cosa scrivere, eh?
Progettoggetto. Prove di materializzazione e dove sta il trucco?
Fra Giovanni Angelico. Pittore miniatore o miniatore pittore? e lui vince. A Firenze, tralaltro.
Che paura.
Il 29 febbraio andiamo a Roma. Sono così contenta! Non ho mai visto Roma e non vedo l'ora di partire con Roccio. MinchiettaUno mi ha passato un'offerta fantastica. Il B&B Day, 1° marzo 2008, in molte strutture B&B sfogliabili sul sito, la notte del primo marzo è gratis: unica richiesta, prenotare per almeno due notti. Seconda cosa importante: trovare un B&B ancora libero. Stamattina ne ho chiamati 5 e nessuno era libero. Così ho approfittato di questo link. Non pensavo di ricevere risposta. E invece... Mi hanno contattata una ventina di strutture: ed è stato difficile scegliere. Ho scartato quelli troppo lontani dalle metropolitane, quelli attorno alla stazione, quelli che non fornivano sul loro sito un indirizzo preciso, quelli il quale sito non funzionava. Alla fine ne erano rimasti 3. Di questi ho scelto quello che nella mail mi aveva messo un'emoticon. Mi stava simpatico.
Quindi (evviva evviva) weekend a Roma. Nella Città. Non vedo l'ora!
Ieri altro pupazzetto con fimo. Che si unisce ai due precedenti: sto migliorando! Pluto è stato preso da un tutorial, quindi non è farina del mio sacco.
Il coniglietto bianco è il primo, quello colorato il secondo e pluto è l'ultimo. Abbiamo ordinato il prosculpt per fare le fatine e un mattarello in plexiglass apposta per lavorare il fimo.
Per il basso: sto cercando di suonare La Bamba e sto già pensando al prossimo acquisto per lui! L'amplificatore Ibanez sw20 da 20 watt.
Così almeno non suono sempre con le cuffie, che tanto il basso mica si sente così forte!