01 settembre 2022

Non è un modo di dire

 Sono a Berlino, ospite della coppia di miei amici di Bologna che lì vivono, per qualche strana ragione dormo in soggiorno con il "lui" della coppia. 

Mia sorella intanto mi consiglia il nome di una tatuatrice per farmi un piccolo Totoro. Sembra, tra le altre cose, che sia divisa in due. Una parte di me è nello studio della tatuatrice che sembra l'antro di una strega (lei, capelli neri corvini, tutta tatuata, bellissima) e l'altro gira per Berlino.

Fatto sta che mi sveglio nello studio della tatuatrice, sembra che mi abbia stregata o addormentata, perché apro gli occhi e mi rendo conto di avere tutto il corpo tatuato (il dolore non mi ha svegliata o non ne ho provato). Non vedo Totoro in nessuna parte del corpo, ma tatuaggi scuri e neri che, seppur belli (vari mostri, il disegno delle ossa e dei piedi su gamba e piede destro). Il panico è totale, non solo non ho il tatuaggio che volevo, ma la tatuatrice ha coperto tutti i tatuaggi che già avevo. Non c'è più teschio o formica o papavero. Sono sconvolta.

E' un danno permanente a cui non posso rimediare. Non so nemmeno so ho i soldi per poterla pagare. Glielo dico "Ho solo 700 euro, non riuscirò a pagarti".

Mi guarda: "Non preoccuparti, il cliente prima di te ha pagato 80 euro".

Mi guardo, la mia pelle è diversa, non era quello che volevo, non era quello che avevo scelto. Il primo pensiero è di denunciarla, ma come farò a spiegare di non essermi accorta del tatuaggio, di non averla bloccata?

Sono arrabbiata e frustrata. Decido di chiamare Cliff, magari riesce a calmarmi.

Non ricordo se lo chiamo o no, alla fine. So che c'è un modo per capire se è reale o meno. Se è un ricordo o un sogno. Se è fantasia o sta accadendo. A volte mi capita, nei sogni: non sono sogni lucidi ma in qualche modo mi accorgo che c'è qualcosa che non va. "Ora apro gli occhi", mi dico "e controllo".


Apro gli occhi. Mi guardo la spalla destra. C'è il teschio.

Era tutto un sogno.

Paradossalmente proprio quel giorno vado a recuperare un libro, "Il cimitero del Batavia" presso un punto di ritiro. Mentre il tizio me lo consegna esclama "MA HAI UN CAPOLAVORO SUL BRACCIO!"

"E pensare che stanotte ho rischiato di non averlo più"