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02 luglio 2019

La svolta a sinistra

Sottotitolo:
Come perdere la pazienza cercando di non far perdere una signora.

Ho le cuffie, sto bene. Sono appena stata dal parrucchiere. I miei capelli erano un disastro, dovevo decolorare solo la radice ma la decolorazione ha fatto un po' quel cazzo che gli pareva, decidendo di colare anche sulle punte e lasciandomi un paglierino che non ha più nulla a che vedere con l'allegro crine.
I Rammstein mi tengono compagnia.

Arriva il 49.
Du hast.

Trovo finalmente posto.
Sonne.

Una signora chiede a un vecchietto dove si trova corso Novara. La signora sembra totalmente sperduta, siamo quasi in Barriera di Milano e quando lei afferma di non essere mai stata da queste parti, il vecchietto con fare da cowboy sentenzia Qui è il Bronx.
Chi ci abita afferma la comodità di non dover cercare spacciatori per nessun tipo di sostanze, a volte basta fermarsi sul portone di casa o se sei più fortunato, scendere un piano.

Mi tolgo le cuffie.
Ci troviamo di fronte a un impasse. La signora vuole andare in corso Novara, e vuole scendere alla prima fermata di corso Novara ma ciò che non sa, e che il cowboy non riesce a spiegarle, è che il 49 percorre Corso Novara - quindi scendere in corso Novara diventa un po' vago.
Signora dove deve andare?
In corso Novara.
Sì ho capito, ma il 49 è già su corso Novara.
Devo andare in via Candelo, mi hanno detto di scendere alla fermata Corso Novara.
Sì, signora ma corso Novara è lunga. Mi faccia controllare. 
(estraggo lo smartphone, imposto Google maps, mi oriento col cielo, sgozzo un gallo nero e faccio un cerchio di sale).
Allora signora, il bus va sempre dritto. Quando girerà a sinistra deve scendere. È la prima fermata dopo aver svoltato a sinistra.
Oh grazie grazie.

Il bus procede dritto.
Devo scendere?
No signora. Quando gira.
Le strade a Torino sono parallele e perpendicolari. Puoi raggiungere quasi ogni punto andando sempre dritto e girando a sinistra o a destra. Impossibile perdersi.
Devo scendere?
No signora, quando gira.

Il bus continua le sue fermate.
Devo scendere?
Signora glielo dico io quando scendere (già trema la palpebra). A un certo punto il bus si immetterà sul controviale a destra e poi girerà in via Bologna, e lì deve scendere.

Altre due fermate.

Scendo?
Mi sento un po' austroungarica e mi guardo attorno per capire se sbaglio qualcosa nel mio modello comunicativo. Dovrei sembrare una cazzo di punkabbestia ma evidentemente ho un aspetto rassicurante. Forse dovrei scollegare le mie eleganti cuffie bluetooth Marshall, scostare i capelli colorati freschi di taglio e piega dal parrucchiere [con trattamento idratante, please] e guardarla dall'alto dei miei costosissimi tatuaggi per farla a sentire a disagio.
No.
Sospiro.
No signora, guardi, ecco è la prossima.
Sorrido felice.
E quindi scendo?
Sì.
Sorrido.
Grazie eh? Grazie tante.

Mi rimetto le cuffie, posso tornare a isolarmi dal mondo.

Diamant.
Poesie.

10 novembre 2018

Don't Call Me White

Non è assolutamente vero che sbagliando si impara. Sbagliando si cementificano le strade che portano agli stessi errori. Quelle strade diventano conosciute e praticabili così, a fronte di strade non battute, preferiamo la stessa identica strada che ci porterà al fallimento più totale. Tanto la conosciamo, non possiamo restare delusi dalla meta, non abbiamo un granché di aspettative.
Quindi, ripeto, ci mettiamo gambe in spalla su quella strada, quasi ignari di ciò che invece puntualmente accadrà.

Io sono una frana.
Praticamente in tutto.
Quando cucino mi riesce bene qualcosa, ma qualcos'altro sarà un tremendo errore anche se quello sbaglio non verrà notato nell'amalgama dei gusti.
Quando mi trucco, nonostante mi dicano che sappia truccarmi bene, un occhio non sarà mai uguale all'altro (e mi trucco da quando ho 14 anni, quindi torda proprio), metà della bocca avrà un rossetto messo in modo diverso e il blush sarà diverso sulle guance.

C'è un errore in cui casco ogni tot anni.
Quella strada lastricata (di buone intenzioni e risultati di merda) prende il nome di OggiMiTingoICapelliDiBianco.

La penultima volta che ci avevo provato il risultato era stato questo:


Sì, sono bianchi, ma talmente rovinati che ogni volta che li pettinavo svolazzavano in giro tipo peli di gatto durante la muta stagionale.
Dopo quattro decolorazioni a 40 volumi si sono frantumati loro e un po' anche le mie balotas e alla fine li ho praticamente rasati a zero.
Dopo anni di decolorazioni però almeno ho imparato a capire come reagisce il mio capello ai trattamenti, e so anche quando non dare ascolto ai consigli dei parrucchieri.

Quando vivevo a Cömo sono andata dal parrucchiere a farli, ma sono tornati gialli (biondo chiaro) nel giro di poco.

Però ho in mente una foto da fare e mi servono i capelli bianchi. Cioè, ho comprato anche un gel colorato di bianco, ma mi sono detta "Bhe dai, ormai sono bionda, che ci vorrà mai a farli bianchi?"
Seguito dal solito OggiMiFaccioICapelliBianchi! Ho messo il punto esclamativo per enfatizzare.

Vado in centro, in un negozio fornito di roba per parrucchieri. Ho bisogno di decolorante, toner antigiallo, possibilmente che viri all'argento (uh sì mi garberebbero tanto Silver) e non so cos'altro.

Così mi faccio consigliare ed esco con:
Toner Silver
Toner Lilla (funziona anche come antigiallo)
Decolorante
Fiale di cheratina
Mi regala anche shampoo e maschera ristrutturante
Mi scrive su un foglietto le istruzioni passo passo per i due toner (da non fare assolutamente insieme).

Innanzitutto mi dice di decolorare i capelli a 20 volumi. Ricordatevelo perché più tardi scriverò cosa invece ho fatto.
Per chi non lo sapesse, i volumi indicano la potenza dell'ossigeno da miscelare con la polvere decolorante (passatemi la parola potenza, non ho voglia di googlare per cercare altro).
Un 10 volumi è blando, un 40 volumi è la devastazione (lo sconsigliano tutti, per i capelli di cui sopra, che svolazzavano in giro, avevo fatto due deco di seguito a 40 volumi. La pelle del cuoio capelluto si staccava sotto forma di grosse squame ed è andata avanti così per qualche giorno).

Dopodiché per il toner Silver, che è quello che volevo provare stasera, un ossigeno 10 volumi da miscelare insieme.

Prima del toner, shampoo, poi maschera mescolata alla cheratina da tenere in posa 10 minuti.

Se non me l'avesse scritto io ora avrei mescolato lo shampoo col toner, decolorato il cane a 40 volumi, sniffato la polvere decolorante e corso per casa tutta nuda gridando "Satana prendimi".

al centro il tonalizzante Silver

in basso a destra quello violetto
Finito lo shopping mi vedo con Dado, sono contenta, è un po' che non ci si becca. Ma come sempre il tempo è poco, sempre troppo poco. Perdiamo tempo (colpa mia) a parlare di altre persone e a prenderci a mezze testate perché non ci si trova perdendo di vista la cosa importante, ovvero parlare di noi, della nostra settimana, di come stiamo.

Quando mi riaccompagna a casa arriva l'ora X.

OggiMiTingoICapelliDiBianco (anzi di Argento, non Asia, però).

Fase preparatoria, cerco di infilare i guanti bestemmiando meno del solito. Ho visto in un video in cui si impomatano i capelli di olio di cocco per proteggerli prima della deco. Provvedo.
Sono unta e odoro di schifo ma continuo. Forza e coraggio.
Lei mi aveva detto di usare ossigeno a 20 volumi. NEIN.
Uso quello a 30, a me il 20 volumi fa pernacchie rumorose. Prrrr.
(Vi dovrete sorbire le foto della mia faccia, mi spiace, non odiatemi).

Prima, devastazione

decolorazione a 30 volumi per mezz'ora

Attendiamo gli alieni (i fogli di alluminio tengono bene il calore, con il calore la decolorazione funziona meglio)

yellow

Faccia di merda a parte, maschera ristrutturante

super gialla
Pausa cena.
NOMNOMNOMNOM

Comincia la parte con il tonalizzante silver.
La tizia del negozio mi aveva detto ossigeno a 10 volumi più il toner.
Io ossigeno a 20 volumi più toner.
Mi aveva detto di lasciarlo in posa 20 minuti, lo lascio mezz'ora.



macché, argento nella fantasia
Nemmeno OggiMiTingoICapelliDiBianco e manco di Silver. Il risultato è biondo svampita. Ma non demordo, finché non cadono come i peli di un gatto durante la muta stagionale ho ancora lo shampoo antigiallo e secondo me col prossimo tonalizzante ci saremo, li devo solo lasciare riposare.
Anche se mi odio bionda.

Come diceva il buon Roccio "Sai chi è una bionda intelligente? Un Labrador"
Per la foto che voglio fare però mi servono, e poi sono un'ottima base per tutti i colori che vorrò farmi. Indiposcia, ben venga.

Per il resto che vi devo dire? Vivo alla giornata. Non lurko, non stalkero, vivo nel mio guscio.
Ogni istante è una scelta.
Se sto bene? No.

Ma potrebbe sempre essere peggio.

Canzone del giorno: Die Antwoord Alien

08 dicembre 2016

Il mio "banchiere ambulante"

Quando, tra marzo e aprile, la mia storica banca (ex Sanpaolo, poi Intesa Sanpaolo, poi CarisBo quando mi sono trasferita a Bologna) ha deciso che io non potevo più accedere al mio conto online (io quasi mai andata fisicamente in banca), nonostante abbia cercato di risolvere qui a Cömo senza esserci riuscita ho deciso di fare il salto nel buio. Banca Etica.
Ci sono alcune scelte che impiegano anni per maturare, come quella di non mangiare carne, per le quali mi impongo limiti assurdi.
Per la carne è stato: "Ok, compro il libro 'Se niente importa' - lo tengo lì e so già che una volta terminato di leggere non mangerò più carne".
Per la banca è stata pigrizia. Non volevo riaprire un nuovo conto presso la Banca Intesa come suggeritomi dal ragazzotto della banca comasca.
Nonostante la nuova chiavetta per l'accesso e i passaggi che io, da brava nerd, ho seguito pedissequamente, l'accesso non mi era consentito.
Così ho dato il benservito alla CarisBo a Bologna e mi sono avventurata all'apertura del conto presso Banca Etica.
Perché Banca Etica? Me ne aveva parlato millenni fa un amico (molto alternativo, un ragazzotto che lavorava prima come barista per stare a contatto con la gente, poi si è rotto i coglioni e ha fatto un corso di programmazione java ed è diventato programmatore, aveva i dread ma se li era tagliati per andare in tibet in vacanza, ecc), io ero affascinata da questo nuovo concetto di banca che investe su energia alternativa, progetti locali e che ti offre la possibilità di essere socio e votare alle loro assemblee.

Dai, gambe in spalla e facciamo questo salto nel vuoto. Decido di aprire il conto online per medici senza frontiere. Ogni tot vengono devoluti mi pare 6 euro a medici senza frontiere.
Anche se apro il conto online ho comunque bisogno di recarmi presso i loro uffici per firmare alcune robe.
Peccato che la loro sede più vicina sia a Milano.
Peccato che in quel periodo stessi lavorando.

Così sul sito trovo una soluzione che fa al caso mio: il banchiere ambulante!

Non potete immaginare per quanto tempo io abbia fantasticato su questa figura mitologica, per me a metà tra un carrello della spesa piena di fogli e metà banchiere. E su come sarebbe avvenuto l'incontro: avrebbe allestito un banchetto in mezzo alla strada? Nel mio immaginario era nel mezzo di piazza Vittoria a Cömo, con una bandierina del colore di banca etica, blu e gialla. Un omino con gli occhiali, stile rag. Filini.

Ovviamente le mie (ex) colleghe ancora mi prendono in giro per questa cosa, commentando il fatto con "Solo tu, Carla, solo tu!". Prendo appuntamento con il banchiere ambulante che può incontrarmi, manco a dirlo, in un negozio di prodotti equo-solidali in via Milano.
Anche questo è stato oggetto di scherno pesante, ma come dar loro torto?

Mi reco nel luogo X (OT: stavo cercando in questo istante su Google il sito di Banca Etica e, lapsus, ho digitato Bamba etica) ed entro. L'omino è impegnato e io girovago nel negozio trovando già due capi di abbigliamento che poi comprerò effettivamente e che mi daranno l'aria da scappata di casa che tanto mi piace - un vestitino che pare cucito usando le tovaglie a quadri della nonna e una maglietta stile indiano arancione che, lavato, darà quell'aria di foto vintage a tutti gli altri capi di abbigliamento compagni di sventura presenti all'interno della lavatriste.

L'omino è in effetti somigliante al rag. Filini, ha gli occhiali come immaginavo, ha una sorta di banco tutto suo, con un computer, una stampante e ricoperto di fogli.

Non ho molte domande da fargli, voglio solo firmare e andare via. Anzi, no, ho una sola domanda che però lo mette in agitazione assoluta: ricevendo io un bonifico dalla Svizzera, quanto mi costa questo passaggio?
Silenzio.
"Ah-ehm, devo controllare".
Cömo è zona frontalieri, il passaggio di soldi dalla Svizzera all'Italia è roba quotidiana, rimango un po' basita, ma tant'è. Scartabella il contratto (il pdf online che ho anch'io tralaltro ma che per pigrizia non ho guardato) e mi dice che non dovrebbero esserci spese. "È sicuro?"
Silenzio.
Non voglio metterlo in difficoltà, così lo liquido con un "Bhe non importa, al primo versamento controllerò io".
Firmo i miei fogli, saluto e me ne vado.

A parte l'esperienza buffa del banchiere ambulante, per ora con questa banca mi trovo molto bene, le operazioni online sono semplici, l'app (dopo un primo momento di smarrimento) è fruibile. Per cambiare i massimali della carta di credito è stato sufficiente mandare loro un messaggio tramite la piattaforma online.

Se volete provare un'esperienza mistica e avere una banca davvero differente io ve la consiglio. Poi, oh, vuoi mettere, conoscere la figura mitologica del terzo millennio?
Ora vi saluto, vado dal parrucchello, ma solo perché sol capello liscio e a metà lunghezza mi paio la madonna. Un po' punk ma pur sempre madonna.

Canzone del giorno: Lo schiaccianoci Tchaikovsky (eh bhe oggi l'è così)
Chiedo scusa per gli errori, non ho avuto modo di rileggere


06 novembre 2016

Quando cominciai a essere una ragazza dai capelli strani

Ci sono un paio di foto che hanno ricordi immensi. Un po' come quando guardi le foto dei tuoi genitori e ti sembrano così innamorati e felici, e poi li guardi dal vivo e hanno perso più colore delle foto, anche se sono in bianco e nero e ti chiedi come possa essere possibile. Ci sono dei momenti in cui ripensi a cose accadute e vorresti segnartele come meglio puoi, anche se tante cose sono passate, anche se i ricordi sfumano nel buio, filmati con transizioni in nero assoluto, dove la luce non arriva.
Filmati che ti ricordano un po'.
Quando hai 13 anni hai pochissime preoccupazioni nella vita, eppure ti senti addosso i problemi del mondo. Quando cresci ed effettivamente riguardi al passato pensi di aver gettato via momenti bellissimi, momenti in cui forse potevi anche godere soltanto delle piccole fortune che ogni giorno ti riservava.
Io ero un brutto anatroccolo. Lo sono ancora, ma ho imparato a valorizzare due o tre cose, quelle giuste, quelle che spiccano. E in un certo senso così brutto anatroccolo non sono più. Magari non sono il cigno nero della favola, magari un'elegante gazza, ecco.
A 13 anni il mio unico problema era di non farmi prendere in giro dai ragazzi. Mi riusciva poco, a dirla tutta, con quei capelli lunghi fino al sedere ma scompigliati e spettinati. Gli occhiali tondi che mi rendevano più simile a una tartaruga di terra e gli anfibi ai piedi. A 13 anni sono queste le cose che contano, vorresti solo spiccare e non essere come tutti gli altri.
A me, a 13 anni, è stato diagnosticato un linfoma.
Ai tempi io e la mia amica Elisa dormivamo spesso una a casa dell'altra. Quel sabato dormii io da lei. Non riuscivo per nulla a prendere sonno e mentre mi giravo e rigiravo sperando di abbandonarmi ai miei sogni lo scoprii. Un ringonfiamento sul collo. Capirai, ho pensato, sarà che mi viene sempre mal di gola, non sarà nulla. Ma come la lingua batte dove il dente duole, la mia mano finiva sempre sopra la clavicola. Sembrava un rigonfiamento bello grosso, mannaggia. Il giorno dopo mi guardai allo specchio, era anche piuttosto visibile. Sì, bisognava farci caso, bisognava sapere che era lì, immobile e tondo, ma c'era. Il mio pediatra mi disse che sarei dovuta andare a fare delle analisi del sangue.
Per chi non ha paura non è un dramma, ma chi la paura ce l'ha mi capisce al volo. Aghi. Prelievi.
Non avevo ancora mai fatto un prelievo, ed ero più che paralizzata all'idea.
All'ospedale infantile mi fecero fare, oltre al prelievo che praticamente non sentii, delle lastre al torace e una visita generica. Riflettemmo sul fatto che effettivamente poco prima di notare il rigonfiamento mi venne la febbre. Una febbre che nemmeno la tachipirina riusciva a mandare via.
Ma mi rimandarono comunque a casa con pasticche grosse e rosse che mi avrebbero fatto passare ogni cosa.
Il pomeriggio stesso invece chiamarono. Mi dissero che dalle lastre risultava qualcosa ed era meglio ricoverarmi. Io stavo piombando in una realtà che non conoscevo assolutamente, e che non volevo conoscere. Non riuscivo a prendere la cosa con spirito, anzi, la presi piuttosto maluccio, convinta che un grosso male stava aspettandomi da qualche parte. Carla, piccola e catastrofica.
Durante il ricovero mi fecero la biopsia a quello che si rivelò essere un linfonodo e un prelievo del midollo. Mia sorella una sera chiamò quasi piangendo. Mi chiese se quello che avevo era un linfonodo o un linfoma. Chiesi al dottore, ma lui rispose con un "Perché me lo chiedi?". A mie successive insistenze disse che si trattava di linfonodi.
A casa controllai la differenza. Cercai sull'enciclopedia medica. Il linfoma è un tumore maligno del sistema linfatico.

Qualche giorno dopo mi chiamarono dall'ospedale. Dovevo concordare con loro la terapia e parlare di ciò che avevo. Il dottore mi parlò come si parla ai bimbi, forse perché lo ero. Forse ero solo una bambina. Ma mi sentivo male perché capivo. Capivo ogni parola. O meglio, desideravo più chiarezza.
Fu così che "il grosso sasso davanti ai polmoni" che rischiava di "pesarmi sul cuore e sui polmoni se non curato" divenne, dopo altre mie insistenze, un linfoma. Il maledetto si era insidiato davanti ai polmoni, nel mediastino. Era entrato in circolo attraverso il sistema linfatico e aveva deciso di costruirsi un'altra stazione spaziale sul mio collo. In sede sovraclaveare destra.
Ora, entri all'ospedale convinto di dover prendere qualche antibiotico e ti viene detto che invece dovrai iniziare una chemioterapia. Fa molta differenza.
Nessuno mi disse esattamente cosa fosse. Ma mi documentai fino alla nausea. Non c'era internet e passavo molto tempo in biblioteca. Volevo capire che tipo di veleni avessero intenzione di iniettarmi, volevo capire cosa mi avrebbero provocato. Volevo sapere la percentuale di risoluzione totale della malattia. Volevo capire perché io.
Non ci sono risposte a queste cose. I veleni cambiano a seconda del tuo stadio, le reazioni cambiano da persona a persona, non esiste una risoluzione totale, non esiste guarigione ma solo sopravvivenza. Non si può guarire da una malattia di cui non si conoscono le cause.
Non potevo sapere perché io.
Mi trovavo d'un tratto ad affrontare un mostro più grande di me. Quando sei appena una ragazzina ma puoi capire tutto, capisci cosa significa che forse ti cadranno i capelli, capisci che cosa significa che forse dovrai passare periodi di isolamento, perché i tuoi globuli bianchi verranno avvelenati dalle stesse sostanze che ti salveranno, capisci un sacco di cose ma non le puoi accettare.
Così ti tagli un po' i capelli, quei capelli lunghi fino al sedere li tagli alle spalle, cominci ad assentarti da scuola. Le terapie sono in day hospital, entri al mattino alle 8 ed esci alle 12, ma sei distrutta. Vomiti fino allo spasimo i succhi gastrici e ti ci vogliono circa 3 giorni per rimetterti. Poi dopo due settimane sei ancora lì, e riprendi da capo. 9 mesi di vomito, e prelievi, e flebo, e trasfusioni, e aferesi. E tu sei lì, con tua mamma che ti guarda e che si chiede anche lei perché è capitata proprio a te questa cosa. Ma a guardarsi attorno sembra di stare in un campo di guerra. Tutti bambini. Tutti malati. Allora cominci a chiederti davvero: perché noi? Perché si deve stare male?
Attacchi e cominci, smetti e riparti. Cadi e ti rialzi. Ogni giorno. E ti rendi conto di stare male ma non vuoi ammetterlo. A volte cadi nel vittimismo, a volte nell'eroismo. A volte ti senti solo male perché sei ben consapevole che le persone che ti amano soffrono molto di più a vederti stare male di quanto possa soffrire tu.
Ma io, io sono un'eroina. E trovai abilmente il modo di farmi coccolare dai miei amici. Loro che pazientemente mi stavano dietro, che asciugavano le mie lacrime, che non mi facevano mai sentire diversa. Mai.
Se è vero che gli amici si vedono nel momento del bisogno, io sono stata molto fortunata. E quando i veri amici ci sono, si festeggia la vittoria. Il 4 gennaio 1995 io festeggiai la mia vittoria. L'ultima chemio. Avevo anche fatto la radioterapia, che come regalo mi ha lasciato l'ipotiroidismo e spero null'altro. Chemioterapia. MOPP/ABVD. Le sigle dei veleni.

E gli anni passano, sei il ritratto della gioia. Fai fatica a staccarti dall'ospedale, hai passato il primo quadrimestre del liceo scientifico all'ospedale, fai fatica a stare dietro ai tuoi compagni più svegli. Non riesci a studiare ma sai di aver lottato per qualcosa di più importante e sorridi a dispetto di tutto. E sei felice. E non ti interessa null'altro.

Passa ancora un anno e ogni tanto ti capita, ogni tanto, di passare la mano sul collo. Cercare, avere paura. Può capitare di sentire una pallina. Allora chiami l'ospedale e loro ti rassicurano sempre. Hai avuto mal di gola Carla. E' normale ti si gonfino i linfonodi, è la loro funzione.
E torni a casa tranquilla. Un altro giorno di sole.

E poi ancora, altro tocco, altro gonfiore.
Ma questa volta nessun rimando a casa, questa volta un'equipe di medici ti sta intorno e, a turno, palpano quella pallina. E via, tac, radiografia, scintigrafia, analisi, biopsia, prelievo midollo. Questa volta la tua biopsia viene spedita a Bologna e tu hai ancora paura.
E ti rendi conto che questa volta non è come le precedenti. Questa potrebbe essere una cosa seria. Allora decidi di tingerti i capelli strani, tanto forse cadranno. Decidi di andare in vacanza e non pensarci, perché i dottori ti hanno annunciato che al tuo ritorno ci sarà la chemioterapia ad aspettarti.
Ancora. Linfoma di Hodgkin.

Di brevi ma fantastici incontri

[Post trovato tra le bozze di almeno 3-4 anni fa e pubblicato ora]

Sabato ho lavorato 10 ore. Sono uscita distrutta, con una stanchezza addosso che non si spiega. Mi sono detta che lo scotto da pagare per lavorare 6 ore al giorno (poco meno di 8) è davvero troppo e la cosa non mi piace affatto.
Tantopiù che sabato c'era a Bologna Chiarina, mia amica ed ex collega di Firenze, per un corso che segue un weekend al mese direttamente a Bologna. Per carità anche lei era impegnata fino a sera, ma mi dava noia l'idea di non essere per niente in forma. Così alle 20 Fry passa a prendermi e andiamo di volata verso la stazione dove la mia amica aveva la stanza d'albergo (nel quale teneva il corso). Chiarina è stanca, si vede, siamo in due. In tre contando Fry che, seppur riposato dal sabato, aveva addosso una settimana non proprio leggera.
Ma è stato davvero bello, non ci vedevamo da tantissimo tempo e abbiamo avuto modo di chiacchierare, fare quattro passi, vedere un po' di Bologna. Anche per noi che ultimamente non uscivamo mai.
Sotto la luce della serata bolognese ridiamo quando Chiarina mi chiede in silenzio "Ma si sente che sono di Firenze?" togliendo le ti e le ci e unendo di e firenze in un toscanissimo "diffirenze".

Ma a mezzanotte eravamo distrutti tutti quanti. A me il sabato così mi ha devastata. E ci abbracciamo e ci salutiamo "alla prossima" ma il 9/3 sarò a Torino e così dovremo saltare ancora, ma il bello delle vere amicizie è che non conta quanto ci si sente o quanto ci si vede. Si è, per l'altro, quando ha bisogno. E quando non ha bisogno ha la certezza che se avesse bisogno ci sarebbe.

Ho cominciato questo post proprio due sabati fa, quando tutto è accaduto. Ora non ricordo cosa è successo in queste settimane di buio. So che lunedì ho ricominciato a lavorare ma è come se non avessi mai staccato. Ho passato una settimana lunghissima.
La seconda settimana, ovvero questa, è quella della pausa lunga. Ho ripreso pian pianino a studiare tedesco dopo quasi due settimane di stacco. Una mia (carinissima e dolcissima) collega si è ricordata di portarmi i suoi libri di tedesco delle superiori che sono ancora imbustati e non so quando avrò tempo di aprirli. C'è stata una grossa nevicata in questi giorni ma non ricordo quando. Abbiamo prenotato un viaggio per Berlino dal 7 al 13 Maggio e progettiamo un secondo viaggio on the road (stile quello che abbiamo fatto in Corsica) per Luglio. Stiamo stringendo le chiappe ma siamo riusciti a mettere da parte due soldini che ci permetteranno di fare questi viaggetti senza troppi pensieri.

Oggi ho avuto un colloquio, ma non voglio dirvi nulla. Solo che è andato bene e che non è stato un vero e proprio colloquio.

Da domani cambierò postazione e sarò vicino alla responsabile. Sono sicura che lei sarà tranquillissima, ma lo stress psicologico di avere il capo quasi in braccio sarà palpabile. Quindi passeranno almeno 2 mesi (che è il tempo medio che ha di cambiare le postazioni) in cui sarò lagnosa e intrattabile. Per la gioia di Fry.

Ho rinnovato il viola ai capelli perché alcune ciocche davano sul bianco.
Prima

Dopo

Confesso: questi capelli mi piacciono da matti. Spero di non trovarmi costretta a tingerli di un cosiddetto colore normale perché sono anche questo. E mi piace essere così.

Seguirà un post molto più serio. Ma solo quando avrò voglia di scriverlo.

20 gennaio 2016

9/10/2015: a colazione con le blatte [ma anche Ranomafana: il parco dei sogni]

Oggi sveglia alle 7.30 per avviarci verso il parco di Ranomafana. A colazione ci ha tirato la pezza uno statunitense, viaggiatore solitario che per un mese si gira il Madagascar in taxi brousse.


a colazione non siamo soli (blatta volante)!
Ci vuole pazienza e tanto tanto tempo: sai quando parti ma non sai quando arrivi con i taxi brousse!

Anche ieri sera si era accollato e non la smetteva di parlare. E' bello condividere ma ogni 10 minuti si apprezza almeno un minuto di silenzio!
Andiamo al parco dove ci attende Luigi, la nostra guida che parla italiano. Da lì abbiamo fatto una faticosissima passeggiata di 3 ore e mezza: lo so non sembra molto, ma credetemi.. avrei voluto del voltaren per le gambe!
SALITEDISCESESALITEDISCESE era un continuo.
Sono arrivata a non riuscire a sentire più le cosce!
Abbiamo visto un sacco di animaletti, una rana che si chiama Bofisia che ora non riesco a trovare online quindi probabilmente non è il suo vero nome o forse non l'ho capito bene io. Comunque carinissima.

Abbiamo visto anche il tenerissimo Lemure dorato del bambù che vive solo in questo parco, il lemure fulvus che abbiamo già conosciuto all'isola dei lemuri, il prolemure dal naso grande (ha davvero un naso grande!), l'Uroplatus phantasticus, che la guida ha definito satanique. E poi il lemure dalla pancia rossa, il Sifaka di Edward che come comportamento è simile all'Indri indri (è monogamo) e difatti appartiene alla stessa famiglia, una Brookesia (non potete capire la mia felicità nel vederla! E' la specie di camaleonte più piccola del mondo) e due insetti stecco spinoso.

Il lemure del bambù mangia solo la parte tenera delle foglie e butta il resto a terra mentre il lemure dalla pancia rossa mangia anche i tronchi. Insomma quando casca qualcosa dal cielo o è sterco o qualche foglia che cade!

Dato che le foglie del bambù contengono piccole quantità di cianuro, i lemuri ogni tanto scendono a mangiare un po' di terra per pulirsi dal veleno.


002
La ranocchietta senza nome

013
Lemure del bambù, non siamo riusciti a fargli una foto decente!

018
Uroplatus phantasticus, ovvero geco foglia. Perfettamente mimetico e notturno. Ho dovuto fargli la foto col flash perché era davvero molto buio

020
Ranocchietta senza nome

023
Liane (sì anche io me le immaginavo più piccole...)

028
Eulemur fulvus, è proprio un furbacchione!

039
prolemure dal naso grande

046
altro Uroplatus

042
Insetto stecco spinoso
047
Sifaka di Edward
Splendida vista della foresta di Ranomafana

e si cammina!


E' stato faticoso ma bellissimo, lo rifarei ora! La giungla è sempre la giungla e vedremo altri parchi bellissimi ma Ranomafana e Mantadia mi sono rimaste nel cuore.
Ci rimettiamo in viaggio per Ambalavao. L'albergo Bouganvillèe è molto carino e Ambalavao mi piace un sacco.

ecco come sono i miei capelli senza stiraggio!


Dopo una pausina in cui sono riuscita anche a lavarmi una maglietta, ci siamo visti con Eric e Mami per fare un giro al mercato e ho finalmente comprato un Lamba.
Il Lamba è un fazzolettone di stoffa che viene usato per qualsiasi cosa: per trasportare cose, come capo di vestiario, come base per poggiare grosse ceste sulla nuca.
Io l'ho usato anche in spiaggia come telo da mare, come pareo... insomma il lamba si usa per qualsiasi cosa. [manca una foto del mio fottutissimo lamba!]


052
Ambalavao

056
Le onnipresenti galline: le caricano persino sul tettuccio dei taxi brousse dopo averle immobilizzate per bene

058
Il mercato: le gonne che si vedono addosso alle donne sono in realtà dei lamba che sono anche pratici trasportabebè

059


061
tipica architettura degli altipiani centrali, della tribù merina
Al mercato tutti ci guardano, guardano i miei tatuaggi e i bambini urlano VAZAHA!
Ovunque sentiamo urlare questa parola, ma soprattutto i bambini la pronunciano.
Non mi da' fastidio, anche se significa straniero, anche se significa bianco, non sempre ha connotati negativi, anzi!

Sempre al mercato Fry ha comprato una tripla a pochissimo prezzo: peccato che tornati in albergo ci siamo accorti che era una scatola vuota con dei buchi, niente componenti all'interno e quindi inutilizzabile. Pazienza!
Dopo una bella cena andiamo a nanna, domani visitiamo la fabbrica della carta Antaimoro, e infine un parco che, nel mio diario ho scritto così, non ho capito come si chiama!

Qui tutte le foto della giornata.

30 maggio 2015

Silenzi (senza assensi)

Non ricordo se l'ho già scritto ma sia il volo che la guida sono prenotati.
Gaby, la nostra guida malgascia che parla italiano, si è occupato di prenotare gli alberghi secondo le mie indicazioni di tragitto. Se tutto va bene finiremo la vacanza con 4 giorni di splendido mare. E quando dico splendido non scherzo. Bungalow sulla spiaggia (senza acqua calda, al sud del Madagascar è così): secchio di acqua salata per il water e acqua scaldata al sole per la doccia.

il 24/5 invece ho avuto le prove generali per il saggio di danza del ventre. Dico solo che è davvero meraviglioso, siamo state lì dal mattino alle 9, dato che noi però siamo alla fine abbiamo atteso col costume del saggio dal mattino. Durante la pausa tra primo e secondo tempo, prendendo un paio di merendine dal mio zaino, sono andata nella saletta accanto a dove facevamo le prove, separata dalla prima solo attraverso una decina di scalini.
Peccato che il pantalone del mio costume è davvero devastante, rischi di inciampare ogni tre per due. Ultime parole famose.
Il piede destro mi si incastra tra le losanghe della gamba sinistra e cado giù come una pera. Nonostante cercassi di reggermi alla balaustra sono caduta rovinosamente andando a sbattere fortissimo la testa.
Ho visto davvero le stelle!
Le altre ragazze sono accorse subito, portandomi ghiaccio e conforto ma in tempo zero avevo un bernoccolo grande come il mio pugno!
Era davvero impressionante.

Sono rimasta lì in un angolo col ghiaccio sulla testa mentre nell'altra sala le prove continuavano finché ho optato per andare a casa. Il dolore era forte e ho deciso di farmi tornare a prendere da Fry (ascoltando con dosi di megaparanoia le ragazze che continuavano a dirmi di andare al pronto soccorso se vedevo strano e di non addormentarmi *MAI*).

Mi è spiaciuto tanto essere caduta così goffamente, non aver fatto le prove alle quali tenevo, come tengo al saggio.

Oggi, se mi tocco la nuca, provo ancora dolore. Come provo dolore allo stinco sinistro.
Si può essere più imbranati?

Martedì invece è successo qualcosa che non ho capito e ancora non riesco a capire. Seguono a ruota pianti (nel mio caso lucciconi, io a piangere non sono brava), scleri coi colleghi, richieste di scuse perché odio sclerare soprattutto al lavoro, rimuginii, elucubrazioni mentali.
Infine ho zittito il cervello.
Proseguo sulla linea di non dovere e potere piacere a tutti. Mi dedico a progetti, mi impongo obiettivi.
Quest'anno è stato molto proficuo, forse l'anno più proficuo da che ricordi per la conclusione di progetti personali. Finalmente andrò in Madagascar, ho portato a termine due corsi senza mollarli (basso e danza del ventre), ho trovato un lavoro ben pagato, ma fermarsi non si può.
Entro il 2016 voglio, in qualche modo e non ho ancora deciso come, imparare l'inglese non bene, ma a un livello che mi permetta di non segregarmi in un angolino quando sono circondata da persone che non parlano la mia lingua. Per fare questo c'è un blocco che devo ancora superare, ovvero la paura di sbagliare e di passare come cretina. Nonostante le numerose persone che vogliono darmi una mano (miei amici, amici di Fry, ecc) temo davvero di poterli deludere e di essere giudicata.
Ho un caro amico che parla un italiano sgrammaticato ma è tutto fuorché timido e parla inglese (a modo suo) e tedesco (a dire da chi l'ha studiato lo parla anche abbastanza bene!). Il trucco è non chiudere il cervello e buttarsi.
Fatto questo posso fare qualunque cosa.
Ma ora mi chiedo, come si fa?

Qui alcune foto della giornata delle prove. Siamo o non siamo bellissime?




AH! Importante. Forse cambio colore di capelli. Con un colore quasi normale...

Cose sparse: Fry ha fatto la prima lezione di guida con l'idrovolante e ci è rimasto sotto! Mi piacerebbe se facesse il corso per il brevetto di pilota, perché so che gli piace! Speriamo! 

31 dicembre 2014

La quiete e la tempesta dentro

Che poi lo so, non scrivo da tanto. Ho voluto prendermi del tempo.
Non è che l'ho fatto apposta. Ci sono delle cose che vengono da sé, e non scrivere sul blog è una cosa venuta spontanea: dopotutto, in fondo, dal 2006 non ho quasi mai smesso di scrivere.
Danza del ventre stranamente prosegue, credo però di essere arrivata al punto o prosegui o molli. Vedo che le altre ragazze sono più brave e questo mi sconforta. D'altra parte vedo che mi fa bene, soprattutto a livello muscolare e per la schiena. Non sembrerà vero ma addominali e glutei lavorano un sacco. Le spalle finalmente si rilassano, la schiena fa movimenti "diversi" e mi permette di svilupparne piano piano la muscolatura.
E poi ho cominciato ad andare a lezione di basso.
Il mio insegnate è bravo e molto paziente e riesce sempre a incastrarmi in nuovi orari per permettermi di non perdere troppe lezioni.
Per ora sto suonando Hey Joe di Jimy Hendrix e dovrò fare il saggio di fine anno (quello di danza del ventre è, per fortuna, facoltativo). Dato che Fry sta suonando chitarra nella stessa scuola possiamo fare il saggio insieme scegliendo un pezzo, io sono già in panico ma vedremo.

Qui in Svizzera e a Como c'è il sole. Adoro il sole d'inverno. Il freddo che pizzica le guance e le chiappe ma il cielo terso, sto bene qui. Ritaglio la mia dimensione con tutta la calma che posso, nonostante mi manchi il tempo per accendere il pc, ad esempio. Ormai gioco solo sul mio cellularone (OnePlus One - comprato a fine novembre online, ne scriverò qualcosa a breve se mi riesce. E' gigante, tipo 5,5" di schermo!): la sera suono un po' se riesco, poi gioco se riesco, ma in genere dormo (e in quello riesco!). Leggere è un lusso, purtroppo, e scrivere sul blog è impossibile.

Ma sono qui, sorrido, vivo e, tutto sommato, sono serena.
Ho cominciato il percorso con una psicologa che però non mi piace per cui cambierò.
I miei capelli si sono stinti ma non sto troppo male, posto una foto in cui sembro figa ma non fatevi ingannare: prima di scegliere questa ne ho fatte altre 20.


14 giugno 2014

My new hair



Col flash sembrano bianchi, in realtà sono biondo molto chiaro ma sono molto soddisfatta. La frangia è storta anche se non si vede molto. S'è pagato tanto ma ne è valsa la pena!

13 giugno 2014

Pensieri cattivi

Vi ricordate il mio colloquio demmerda su Skype?
Bhe sono stata ricontattata. Evidentemente non hanno candidati migliori (che allegria). Ho passato questa selezione ma non facciamoci illusioni: mi propongono una formazione che sarà un'ulteriore selezione.
Pensandoci bene la cosa mi ruga: ho passato una prima selezione telefonica, una seconda selezione col colloquio, e mo' anche una terza?
Forse non lo so ma lavorerò a un progetto segreto, una roba per la NASA. Forse a un esperimento di psicologia sociale come in "das experiment". Sta di fatto che mi devono richiamare per farmi sapere la data.
Eh sì, funziona così. La prima volta sono stata contattata e il feedback è stato positivo. E alla fine mi hanno detto "la richiamiamo per farle sapere la data del colloquio".
Ok.
La seconda volta mi hanno chiamata per la data del colloquio e per dirmi che lo avremmo fatto su Skype perché non ero nei paraggi (se se).
Ok.
La terza volta mi hanno chiamata proprio prima del colloquio per dirmi che ci sarebbe stata un'altra persona a farmi il colloquio.
Ok.
Al colloquio mi han detto che mi avrebbero ricontattata sia in caso di esito positivo che negativo.
Ok.
Mi hanno ricontattata qualche giorno dopo per dirmi che era ok, e che mi avrebbero ricontattata per farmi sapere la data della formazione.
Ok.

Sento più loro del mio Fry, giuro!

Dovrei essere entusiasta? Forse. Ma non sono così sicura di voler lavorare. Però ho bisogno di soldi per il viaggio in Madagascar, per quello a Buenos Aires, per altri che ci verranno in mente.

Se sono viziata? Forse. Però ho cominciato a lavorare proprio perché mi era stato proposto un viaggio "Se ti paghi il biglietto aereo vieni con me" ed è così che ho cominciato a lavorare, per visitare il luogo dei miei sogni. E posso confermare lo è stato, e ne è valsa la pena spalare merda per andare via due settimane e dimenticarmi del resto del mondo. E lo rifarei altre mille volte.

Dunque mi chiedo, finché sono a casa forse non sento la necessità di andare troppo in giro (posso confermare che ora però mi pesa un po'): ma quando comincio a lavorare ho bisogno di staccare. E stancarmi camminando in luoghi che non conosco, sentire lingue che non capisco, vedere posti e musei e quadri che solo nei libri o su google posso.

Ho inoltre cominciato il mio piano di messa in forma.
Ieri.
Seguendo dei video su youtube mi sto rompendo i muscoli per tenermi in forma, e mangio insalata e bevo poca birra.
Tra ieri e oggi è un miracolo se riesco a stare ancora in piedi e camminare: ho male ovunque.

Come fa la gente normale ad andare in palestra? E a uscire dopo magari?
Inoltre ho un problemuccio al collo che ho sempre avuto da che ricordo. Cioè se mi sdraio per terra, con gli addominali riesco a mettermi seduta, ma la testa sale su a ciondoloni come se non avessi abbastanza muscoli del collo per tirarmi su.
Come se la mia testa fosse un sasso pesantissimo.
Infatti non riesco a fare tutti gli esercizi perché finché faccio addominali con le mani dietro la nuca va bene, ma senza mi è praticamente impossibile sollevarmi.

Cioè è sempre più o meno stato così ma una volta un po' ce la facevo. Ora invece nulla. Mi sa che mi tocca farmi vedere.

Ora vado a godermi un altro po' di cazzeggio che se mi tocca lavorare, questi saranno momenti preziosi.

P.s. Ma oggi non doveva piovere?
P.p.s. domani taglio di capelli

Canzone del giorno (ho ricominciato a vedere True Blood): Bad Things Jace Everett (sigla di true Blood)

15 maggio 2014

Il mio colloquio in Schfizzera, il mio nuovo lavoro temporaneo e la mia inarrestabile fame di libri

Non ricordo più da quanto io non scriva. Ed è ingiustificabile visto che avrei tutto il tempo del mondo, ma non capisco se questo blog sta andando a morire o lo sto lasciando morire. Mi sembra di non avere niente da raccontare, alla fine è la mia vita, a chi interessa leggerla? A me.
A volte mi torna utile per ricordarmi alcune date ("quand'è che ho cominciato a prendere il tamoxifene? famme guardà nel blogghe" - ma l'avevo scritto che l'incubo del tamoxifene è finalmente finito?), a volte è uno sfogo personale, a volte è un impegno preso ormai 8 anni fa e che si trascina a fatica giorno dopo giorno, settimana dopo settimana e ora mi sento ganza se riesco a scrivere una volta al mese.

In questi mesi Birba ha continuato a fare avanti e indietro dalla clinica, finché la veterinaria non le ha prescritto delle iniezioni. Quando ho sentito mia mamma al telefono non ha fatto che lodarsi per avere imparato a fare le iniezioni. Era così contenta che quasi si scordava di dirmi come stava Birba. In una delle ultime chiamate stava per riattaccare bottone: "Te l'ho detto che ho imparato a fare le iniezioni?"

Vinta dal tedio che ultimamente mi accompagna ma soprattutto desiderosa di una minima indipendenza che mi possa permettere di accumulare qualche euro per il Madagascar, piuttosto che per un nuovo tatuaggio, piuttosto che per qualsiasi altra minchiata che mi viene in mente, mi sono messa a cercare lavoro.

Così, durante il ponte del primo maggio, mentre io e Fry eravamo in beata vacanza in Val D'Aosta con Marco e Giada (che piacere immenso rivederli e passare qualche giorno con loro) ricevo una chiamata da un call center di Chiasso. Per un colloquio, dicono. Io sono megaentusiasta, convinta che la paga figa del posto mi faccia dimenticare del lavoro di merda che mi accingerei a fare.
Quanto di più sbagliato.

Innanzitutto per il colloquio di cui sopra mi decoloro i capelli, rovinandoli definitivamente. Ora sono biondo platino in attesa di farli turchese, non appena finisco queste due settimane di lavoro di cui parlerò tra poco (ho comprato turchese e verde, vediamo come diventerò), eccomi:



Vado speranzosa al colloquio e vi trovo altri tre giovanotti, due ragazze e un ragazzotto (che, parlottando, mi dice di fare il falconiere presso lo zoo safari di Pombia. Mi ha lasciato il numero perché a breve partono dei corsi di falconeria, e si sa mai!). Di questi tre giovanotti rimane solo una ragazzotta che fa il colloquio e poi passa alla giornata di prova. Sì avete capito, due ore di affiancamento e poi via, ci mettono al telefono. La gara è spietata, chi fa un contratto vince.  io non l'ho fatto: non ho nessun coraggio di mentire, non ce la faccio per cose importanti, figurarsi per uno stupido contratto. Inoltre sono riuscita ad avere delle informazioni dettagliate su come si sviluppa la paga e l'orario di lavoro e no, non conviene. Sono stata felice di non essere presa. Tempo prima avevo fatto un altro colloquio per un lavoro che poteva piacermi, ma ormai è partito (era da metà maggio) e mi è spiaciuto perché sarei stata perfetta.
Non vi sto nemmeno a raccontare!

Oggi è giovedì, venerdì scorso mi chiamano da Milano per un curriculum che avevo inviato. Cercavano persone per fare delle interviste sulla qualità dei mezzi di trasporto. Hanno bisogno urgentemente di qualcuno a Como e a Erba, da lunedì. Dico che sono disponibile: la paga è 55 euro lorde al giorno, per 9 giorni di lavoro dato che sarei partita martedì.

Ah traparentesi, venerdì sono stata a Orticola, una fiera di piante a Milano. Speravo di non comprare niente e invece sono tornata con due papaveri (molto particolari, uno arancione e uno rosso a macchie nere), due lithops (che io chiamo pianteculo - se cercate le foto su google capirete perché), una Sarracenia flava var rugelii, e un tubero di Amorphophallus bulbifer. Per di più sabato siamo andati a comprare un'allegra lavanda, che mi mancava!)

Lunedì sono andata a ritirare il tablet con cui fare le interviste e a sentire cosa devo fare: 246 interviste in 9 giorni suddivise in una location a Erba e due locations a Como.
Sono al terzo giorni di lavoro e mi sto quasi arrendendo. A parte il freddo e il vento del mattino di questi giorni e il caldo tremendo del pomeriggio, l'indisponibilità dei vecchi mi manda su di giri. I ragazzi sono sempre ben disposti, i vecchi pare gli stai levando via 5 minuti di vita. Suvvia 5 minuti, proprio ora che hai tutto il tempo del mondo, che saranno mai?

Sto però tenendo il ritmo, forte del fatto che questi soldini mi serviranno per il meeting europeo di piante carnivore a settembre in quel di Padova (e arriveranno bene in tempo dato che mi pagheranno a 90 giorni!)

Infine ho ripreso a pieno ritmo a leggere. Sono felice perché oltre ai miei adorati saggi ho preso in mano anche qualche romanzo e trovo che non siano così orribili come pensavo. Alcuni mi portano in mondi lontani, alcuni sembrano parlare di me e della mia famiglia, in generale è una cosa che mi piace fare, allena il mio testone e ora scusatemi ma mi tocca cucinare.

Di solito mi piace ma in questi giorni in cui torno a casa stravolta dalla stanchezza per avere passo 7 ore in piedi, sul bus con la testa che mi ciondola dal sonno, arrivo a casa e l'ultima cosa che voglio è fare qualcosa. Vorrei immergermi fino a tarda sera in un libro e lasciarmi andare così. E invece...

12 marzo 2013

Neve make up foundation vs Buff'd

Finora ho usato tre tipi di fondotinta minerale in polvere:
il fondotinta minerale della Bare minerals, quello della MAD minerals e quello di Neve Makeup.
Il primo è stato quasi subito accantonato. Molto carina la scatolina, le confezioni dei fondotinta, i pennelli (che chissà dove sono finiti? Ora mi farebbero comodo). Al secondo, qualitativamente migliore, ci ero affezionata. Ma avevo preso un sample e non è durato tantissimo. Del terzo mi sono comprata la confezione intera e mi era piaciuto abbastanza fino a quando non ho provato i fondotinta della Buff'd.
Trattasi di fondotinta minerali molto coprenti e resistenti.

Cerco di spiegarmi. Quello della Neve Makeup è polveroso, una volta steso si fonde con la pelle, ma dopo qualche oretta non c'è più. Difatti passando un dischetto struccante sul viso a fine giornata il dischetto era quasi pulito.
Il fondotinta Buff'd, anche nella sua versione Original (meno coprente del Concealer) è coprentissimo. Inoltre non ha un effetto polveroso nè troppo opaco. Anzi è molto luminoso.
Quando la sera passo il mio dischetto truccante è ancora lì (nei limiti del possibile). L'unica cosa è che non ho ancora trovato il mio sottotono. Per ora continuo a usare questi che ho, per finirli, anche se sono troppo chiari e paio Morticia. Poi ho preso altri Sample e vedrò.
Oggi invece mi sono arrivate le tinte direction.




Ho preso questo colore. E non vedo l'ora di colorarli.

15 febbraio 2013

e altre avventure

COme scrivevo nel post precedente da lunedì ho cominciato il turno 8-14. Figo - penserete voi, ma non lo è affatto. Ho preferito il turno in cui iniziavo alle 9 e finivo alle 20 con una pausa di 4 ore nel mezzo. Non so come spiegarlo ma quando hai una pausa così lunga e esci tardi sai che devi fare tutto in quelle 4 ore. Leggi, studi, cazzeggi... mentre quando esci alle 14 sei stanco dalle 6 ore di lavoro peso, devi mangiare, dopo mangiato hai il mega abbiocco e ti dici che tutte le cose le puoi fare anche dopo, o meglio domani. E' una questione psicologica. E alla fine in questa settimana non ho fatto tedesco, pur avendo tutto il tempo del mondo, non ho pulito casa (bhe oggi sì, infatti sono stramazzata sul divano a scrivere sul blog proprio per quello) e in più domani, sabato, mi tocca lavorare 10 ore. Non so se mi spiego, lavorare 6 ore al giorno e sabato 10 non è una cosa così figa. Tra 6 e 8 ore di lavoro (continuative) non c'è molta differenza ma se lavori 8 ore continuative il sabato è tutto un relax.

Così in questa settimana mi sono un po' annoiata. Lunedì mi è arrivato l'avviso dell'arrivo di un pacchetto, così ho chiamato per farmelo consegnare Martedì, dato che sarei stata a casa dalle 14.30 in poi. Quindi lunedì megacazzeggio con film. Martedì arriva il pacchettino: una vera sorpresa, dei sample di un'azienda che si chiama Alchimia Natura. La cosa davvero figa è che non soltanto vendono prodotti davvero bio, ma si occupano anche della coltivazione delle piante con cui poi creeranno i cosmetici.
L'idea di partire dalla pianta coltivata in proprio per arrivare al prodotto è un'idea innovativa e spero davvero che abbiano tanta fortuna.

Comunque i prodottini sono questi:




Per ora ho provato solo il tonico ma non voglio anticipare niente perché voglio provare anche la crema viso (l'olio massaggi non so come usarlo, vedo se è abbastanza delicato da usarlo come struccante).

Presa dall'entusiasmo del pacchettino ricevuto e dopo un'abbondante dose di cazzeggio mi sono decisa al grande passo. Era tempo che ci pensavo, e che lo dicevo, e me lo ripetevo. E alla fine martedì l'ho fatto. Mi sono tinta i capelli di viola.
Ma non il viola accettabile che avevo prima, un violetto leggero che tende al blu elettrico. Lo stesso, identico, preciso, spiccicato colore (e tinta e marca di tinta) che mi ero fatta a 16 anni. Anzi, che mia sorella mi aveva fatto a 16 anni mentre lei si era tinta di blu.
Nello specifico la tinta è stargazer, colore violet.
Ecco le fasi con le foto fatte dal cellulare in quella giornata incredibile.





Dopo la decolorazione i miei capelli erano sull'arancio andante ma il viola ha attecchito comunque anche se, per mia totale incapacità nel fare queste cose, alcune ciocche sono bianchine, alcuni ciuffetti sono gialli perché non ci ho proprio passato la tinta (specie nell'attaccatura dei capelli di lato al viso) e in una ciocchettina addirittura non ci ho passato nemmeno il decolorante, infatti è bella castanina!

Il giorno dopo ho fatto qualche foto alla luce del sole, giusto per mostrarvi davvero di che colore incredibile siano!





Nella terza foto si vede perfettamente il ciuffetto castano ribelle e nell'ultima le ciocchine gialle ai lati del viso, ma va bene comunque. Ieri mi sono lavata i capelli e non ha scaricato tantissimo, conto quindi di tenermi questa tinta per un po' prima di farmi quest'altro colore. Un po' più scuro e molto più carico.

Cosa mi hanno detto al lavoro?
La mia responsabile ha detto "Perché non verdi? Secondo me staresti bene verde"
Una mia collega mi ha portato questo biglietto:



Eh insomma che ci vuole un bel coraggio. Non penso, il coraggio (vedi post precedente) è su altre cose. Portare un abito bizzarro, un rossetto bizzarro



vuol dire solo essere moderatamente eccentrici e la stessa cosa è per un colore di capelli bizzarro.
E' il terrore di essere troppo comuni, di essere mediocri.
Psicologia da quattro soldi a parte mi piacciono un casino e sono ben contenta di averli fatti.

Dopo un San Valentino non festeggiato (Fry odia festeggiare San Valentino) e passato a guardare Sanremo con l'aiuto di un gruppo d'ascolto su facebook (grazie al quale ci siamo fatti un sacco di risate) ieri ricevo dagli Stati Uniti una cipria che sembra miracolosa.
Il suo nome è Vegan Perfecting Powder e dal loro sito pare faccia meraviglie. Lo usa anche una delle mie blogger preferite quindi perché non provarci?

Ah comunque un verdino in futuro ci potrebbe stare. Ma non il verde che pensate voi, qualcosa che tenda più all'azzurrino, stile questo. O un bel turquoise. Perché no.

Arriviamo dunque a oggi. Sono stanchina, raffreddata da lunedì, e domani mi tocca questa maratona.
Anche se essendo arrivato proprio oggi lo stipendio, è tutto più sopportabile.

Ah, ieri per fare la figa ho comprato a Maya la carne di almonature. Tutta roba naturalissima e certificata senza schifezze. Peccato che mentre di solito quando le metto la carne non faccio in tempo a versarle tutto che già comincia a sbranarla, questa non se l'è inculata manco di striscio a parte mezza leccatina snob non appena messa. Secondo gli ecologisti devo fare morire il mio gatto di fame o posso comprarle le scatolette normali?

Canzone del giorno: Sotto Casa Max Gazzè