13 novembre 2022

"Nelle terre estreme" di Jon Krakauer

 

Nelle terre estremeNelle terre estreme by Jon Krakauer
My rating: 5 of 5 stars

Avevo conosciuto la storia di Chris per caso, guardando il film durante il primo lockdown e ne sono rimasta affascinata. Mi ero ripromessa di leggere il libro a tempo debito, dedicandomi nel frattempo ad altre letture. Cercando un libro dello stesso autore (da cui è stata recentemente tratta una serie) mi sono imbattuta nuovamente in questo titolo e ho deciso che era arrivato il momento.


Chris è un ragazzo che sulla carta ha tutto. Davvero tutto. E che potrebbe continuare ad avere tutto: a scuola ha voti eccellenti e un futuro già scritto. Roseo. Lineare. Perfetto.

Ma Chris non è un ragazzo come gli altri. Le sue aspirazioni non riguardano famiglia, soldi e carriera.

Chris decide quindi di avventurarsi in un viaggio lungo due anni, forse propedeutico a quella che poi diventerà la sua ultima tappa in Alaska.

Non compie però solo un viaggio passando per luoghi. Chris, ormai divenuto Alex, compie IL viaggio, quello dentro di sé, lasciando impronte importanti nei cuori delle persone che incontra.

Non scrivo recensioni da secoli ma questo libro l'ho adorato.

Letto in tre giorni, la scrittura dell'autore (con un punto di vista non totalmente obiettivo, ma onesto verso il lettore, in quanto lo ammette immediatamente) ti immerge totalmente nella storia. Impossibile staccarne gli occhi.

Quello che comprendi realmente, alla fine della storia, è che abbiamo tutti un Alex dentro che preme per uscire. Molti di noi (io stessa) lo soffocano. Per pressioni sociali, familiari, di "decoro", ma anche solo per una apparente stabilità. Lo stiamo vedendo oggi, lo stiamo subendo. Quella stabilità intesa come la intendiamo noi non esiste più, è fragile. Chris/Alex lo aveva capito. Aveva capito che l'unica ricchezza, l'unica solidità è quella interiore. E che la bellezza non sta negli oggetti, ma nella natura che ci circonda, ormai sempre meno presente.

View all my reviews

 

04 novembre 2022

Il mio biglietto di auguri (mai scritto per intero)

Sembra che un giorno, non molto lontano, non ci sarà più preclusa l'esplorazione spaziale. Un viaggio su Marte potrebbe essere l'alternativa meno noiosa e più esosa della classica estate nelle spiagge superaffollate di Loano. 

Se questo fosse possibile oggi, ti avremmo già immaginata sul sito space-exploration.com per cercare, seppur vanamente, uno sconto dell'ultimo minuto immaginando di avere tempo per preparare lo zaino la mattina della partenza. E di affrettarti allo shuttle imprecando per aver dimenticato i moonboot che ti avrebbero permesso di lasciare le tue impronte su Marte.

E noi saremmo, ovviamente, curiose di ascoltare i tuoi racconti al rientro, conditi da scioccobasitismi e neologismi siculogianduiotti.

Ma nonostante tutto ti sembrerà di avere fatto ancora pochi chilometri, di avere visto ancora poco (diresti, spolverandoti i capelli dalla sabbia di Marte) e a quel punto subentriamo noi, a ricordarti che no, non è vero. Ma sopratutto a ricordarti dei chilometri interiori percorsi, non quantificabili in piccole cifre e di quanto siamo orgogliose della persona che sei diventata.

Proust diceva
"Un vero viaggio
non è cercare
nuove terre
ma avere
nuovi occhi."

Speriamo che ogni terra attraversata, fisica o interiore, porti sempre nuovo stupore e meraviglia. E speriamo che questo piccolo pensiero possa accompagnarti ovunque tu abbia voglia di posare piede. Anche su Marte.

Tanti auguri.

01 novembre 2022

Il freddo deve ancora arrivare

 Settembre è stato un mese mogio. Cliff era lontano per lavoro e non siamo riusciti a festeggiare il nostro anniversario. Ed è volato un po' così, con questo senso di malinconia e distanza. A volte succede che per impegni di lavoro non ci si riesca a vedere, ed è capitato di saltare un mese.

Un mese.

Un mese è lunghissimo.

Ma passa, come tutto il resto. Le sue braccia come una casa che mi accoglie restano sempre lì. Quando ti fidi di una persona, quando non temi che scappi o che ti possa far del male intenzionalmente alla fine alleni la pazienza, perché non la devi sfruttare in altre occasioni.

Pazienza e tempo.

Ed eccoci qui, anche Ottobre è passato. Le mie amiche dicono che il 2022 è un anno di cambiamenti. Correggo un po' il tiro, per me anche il 2021. Ma decisamente il 2022 ha svoltato in modo inaspettato.

Da tempo immemore stanca del mio lavoro (che sì, mi ha permesso e mi permette tutt'ora di essere indipendente ma è diventato noioso, ripetitivo, squalificante per tanti aspetti) ho cominciato a guardarmi attorno. Il mercato del lavoro è un po' come il mercato immobiliare a Milano: si trova poco (alla mia portata) e quel poco tendenzialmente fa cagare. Non mi sono arresa, riuscendo a mantenere una media di 4 curriculum al giorno inviati (sì ma il weekend si riposa). Ho anche ottenuto un paio di colloqui per un lavoro che forse mi sarebbe anche potuto piacere, ma mi hanno liquidata in maniera cortese, come si fa quando si dice a qualcuno "lei è troppo qualificata per questo lavoro". No, dimmi che mi hai scartata, è più semplice.

Così mentre una sera giocavo a Darl Souls 3 con Cliff controllo gli annunci e lo vedo. Non avevo minimamente le competenze richieste, ma in testa mi suonava il monito di S, ex collega rinato a nuova vita grazie a un nuovo lavoro che gli piace molto: "Manda, manda sempre, anche se pensi di non avere le competenze indicate, tu manda".

E così ho mandato. Ma dentro di me gli rispondevo: "Ok, ma non mi chiameranno mai".

Invece mi han chiamata, per programmare un primo colloquio conoscitivo su teams che si è concluso più o meno così: "A noi non interessano molto le competenze tecniche, perché quelle possiamo insegnartele noi, ci interessa il potenziale e la motivazione".

Sul potenziale possiamo anche soprassedere, ma la motivazione c'è. C'è eccome.

A fine colloquio mi dice che sarà previsto un secondo colloquio in sede da loro (in una regione lontanissima e da me mai visitata) di due giorni.

E resto un po' stordita. Ma deciso di andare. Anche David me lo avrebbe consigliato e quando ne ho parlato con Cliff ho risentito un po' il terapeuta David Gigante Gnomo: Vai, devi andare, anche solo per capire come si svolge un colloquio tecnico.

In effetti David aveva usato le stesse parole tempo prima: Deve cercare di arrivare a un colloquio tecnico, in modo da sapere più o meno come si svolge e capire cosa deve studiare.

Così prendo ferie, per i due fatidici giorni, e coraggio, e comincio a ripassare tutto quello che so sull'argomento. A tratti questa cosa mi butta giù: ripassare una cosa del genere in due settimane è come cercare di preparare un esame in una settimana. Ma procedo.

Ho sempre tentato, ho sempre fallito. Mi richiama all'ordine la dedica sul libro del mio amico Dado. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Mi lascio liberi solo un weekend con Cliff e un giorno in cui il mio amico entomologo ma soprattutto bottonologo mi chiede di non prendere impegni (ma non so perché).

Studio, ripasso e parto.

Il viaggio in notturna lo faccio con Cliff. Dormiamo nella stessa cuccetta, scendiamo nella stessa stazione. Restiamo stretti finché entrambi non dobbiamo riprendere il treno per le rispettive mete.

Per me la novità assoluta è il fatto che mi paghino il posto in cui dormire. E' la prima cosa che ho detto a chi mi ha chiesto informazioni: Oh, due giorni di colloquio e mi pagano anche l'albergo!

E' una cosa che ho visto fare, ma per persone molto skillate, per lavori molto particolari. Sapevo che saremmo stati in gruppo, e anche se penso di non poter entrare nei dettagli del colloquio, del posto, del gruppo (tutti giovanissimi), abbiamo tutti una sensazione strana. Qualcosa non torna ma non sappiamo cosa. Il colloquio sembra andato bene per tutti, anche il secondo giorno, e dopo un veloce pasto ci salutiamo. Ognuno torna alla sua città e alla sua vita, tutti convinti che saremo presi.

Del nostro gruppo di sei persone, sei personaggi in cerca di lavoro, in realtà abbiamo passato la selezione solo in due e l'altro ha deciso di non accettare.

Per farvela breve, ho dato preavviso e finirò di lavorare qui il 30 novembre.

E il 5 dicembre mi devo trasferire in questa (per me esotica) località per 10 settimane.

Ah e il mio amico entomologo bottonologo, niente, si sposa e mi ha chiesto di fargli da testimone (io felicissima ma panico, COSA DEVE FARE UN TESTIMONE DI NOZZE?).

Inutile dire che Cliff mi appoggia per tutto (altri sarebbero stati molto più critici) anche se la cosa è un po' fumosa sotto certi aspetti, e anche David Gigante Gnomo che mi ha detto: Complimenti! Si è fatta i complimenti per questa cosa?

Sì me li sono fatti. E se è come penso, per me sarà un cambiare totalmente lavoro e vita.

Ho anche installato la spirale (sì, spoiler, fa male inserirla e non pensavo, ma dopo due giorni un po' così non si sente più nulla) e per metterla ho dovuto fare altre 5000 visite che han decretato la quasi morte della mia fertilità. E' proprio per quel quasi che ho deciso di metterla lo stesso.

Ma questa è davvero un'altra storia che meriterebbe un post tutto per sé dato che è da luglio che ho chiesto l'inserimento e ho dovuto fare così tante analisi che anche un medico le ha guardate e ha detto "ma davvero deve fare tutta questa roba? Questo (indicando un esame) non so nemmeno cosa sia".

Ovviamente ho ricominciato la scuola di violino, mi mancava un po', mi mancava il mio sensei che appena mi ha vista mi ha abbracciata e abbiamo passato la prima lezione a chiacchierare sull'estate e le novità (e sì, faremo lezione da remoto e ci sarà da ridere. E sì sentirò David Gigante Gnomo in videochiamata e ci sarà da ridere ancora di più).

Questa svolta mi è terapeutica anche per altre cose. Sono costretta a chiedere aiuto, che per me è difficoltoso, ad appoggiarmi un po' agli altri e fare cose per me totalmente nuove, per esempio vivere in un appartamento in condivisione con delle persone che potrebbero avere la metà dei miei anni. Stay tuned.