Visualizzazione post con etichetta Maya. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Maya. Mostra tutti i post

05 ottobre 2018

"Dove vanno i gatti quando muoiono?" di Gianni Rodari

-Mamma, ma i gatti dove vanno quando muoiono?
-I gatti quando muoiono vanno nel paradiso delle crocchette che è un posto scoppiettante. Hai presente quelle macchine che al cinema fanno i pop corn?
-Si, quelli che si mangiano e sembrano nuvole?
-Esatto, proprio quelli. I gatti vanno in un posto in cima alle nuvole dove scoppiettano crocchette puzzolenti che però a loro sembrano profumatissime e gli fanno venire l’acquolina in bocca. Dalle nuvole escono le loro crocchette preferite e loro saltellano tutti insieme. E poi questo paradiso è pieno di gomitoli di lana che ai gatti piacciono molto, così ci giocano un sacco e fanno le fusa. Il paradiso delle crocchette è un posto pieno di fusa. Loro pensano ai loro amici umani e fanno tante, tante fusa d’amore.
Si, e poi un giorno prendono una nuvola con le zampette e la aprono come fosse una valigia. Le nuvole sono le valigie, nel paradiso dei gatti. Ci mettono dentro dei pezzettini di cielo che hanno ritagliato con le forbici dei piccoli per fare i collage e di notte partono.
-E dove vanno la notte?
-Di notte loro vanno a trovare i loro amici umani. Scendono le nuvole scala e si infilano dalla finestra, mentre i bambini e gli altri umani che li hanno amati dormono. Prima, se hanno degli amici animali, come per esempio le tartarughe che a me stanno molto simpatiche, vanno a salutare gli amici animali perché parlano la stessa lingua e poi si infilano in casa. Vanno a dormire in mezzo ai loro amici umani, oppure fanno delle piccole birichinate così quando loro si svegliano, si accorgono che è passato il gatto che adesso vive nel paradiso delle crocchette.
-Si, e secondo me dormono a siluro tra le gambe dei loro amici umani.
-Si, passano lì con la loro valigia e lasciano sparsi per casa dei pezzettini di cielo. In cambio sai cosa prendono?
-No, non lo so. Cosa prendono?
-Prendono l’amore e i bei ricordi insieme ai loro amici umani, li mettono nella valigia nuvola e se li portano nel paradiso delle crocchette.
-E perché?
-Perché così quando vanno nella “fuseria” che è il posto delle nuvole dove fanno le fusa, tirano fuori i ricordi di amore dei loro umani e possono fare le fusa pensando a loro.
E noi possiamo pensare ai nostri amici animali che hanno lasciato pezzettini di cielo nelle nostre vite umane.

30 settembre 2018

Passerà.


Era la mia assistente al trucco al mattino


Il mio firewall


Non mi lasciava mai sola









La mia critica musicale




Leggevamo insieme


La scelta della pizza da ordinare era sempre un momento difficile


28 settembre 2018

I miei Nerd

Tu, abbi cura di te Carla. Abbi davvero cura di te. Ricordi? Tutto quello che ti serve é dentro di te. Non dimenticare questo. Gli altri sono un contorno. Possono portare più o meno sapore alla tua vita ma la materia prima sei tu. Valorizzala.

Che ne sapete del ToPlay? Io nulla, che non sono una giocatrice e Dado un po' mi ha intrufolata in questo mondo. E fu così che Dado e RagnoB si conobbero. Dado ha sempre letto sul mio blog di RagnoB e RagnoB ha ascoltato i miei racconti di colui che per lei è sempre stato l'amico Barbuto.

E l'incontro al ToPlay alla Tesoriera. ToPlay è una delle miriadi di manifestazioni nerd, su giochi di ruolo e giochi da tavolo. Dado era un po' l'ospite d'onore ed era in divisa, credo. Ovvero anfibi, un camicione senza maniche che fa un po' metallaro, pantaloni lunghi scuri.
Faceva caldissimo.

Dopo le dovute presentazioni ci appropriamo di un tavolo. E cominciamo a giocare: Azul, Sagrada, una breve partita ad Ice Cool, Origami.
Ho la fortuna di avere la copia di Origami autografata (e spiegata) dall'autore.
Giochiamo anche a QuelCazzoDiGiocoConLaFruttaCheNonRicordoComeSiChiama (Finca, niente non riesco mai a ricordarmelo).
"Posso giocare con voi?"
Un estraneo al nostro tavolo.
Conoscere gente nuova è da un po' il leitmotiv delle serate tra me, RagnoB e il nostro gruppetto di Disperate. È dura, davvero. O ti iscrivi a un corso di ballo in cui sai che presto o tardi un vecchio bavoso ti palpeggerà il sedere tra una giravolta e l'altra, o speri in un incontro fortuito che non avviene mai, come quando Julia venne a trovarmi a Torino e al Blah Blah un ragazzotto ci disse qualcosa seguìto da un poco rassicurante "Ah ma non stavo parlando con voi!".

Il nerd supera il mio esame da cagacazzo non giocatrice. Rinomino tutta la frutta e la verdura in un modo a me più congeniale: "Senti, mi passi un po' quella roba che dovrebbe essere uva ma pare la cacca di Arale? Ma davvero questi sono limoni? Dai che paiono patate - uh e questi sembrano piselli!". In questo frangente arriva anche Leonard (lo chiamo così perché è uno scienziato e mi ricorda un po' Leonard di "The Big Bang Theory", colleziona fumetti, pupazzi, ha magliette nerdissime ed è, manco a dirlo, entomologo).
Ci siamo tutti e finita la partita, lo sconosciuto (che da ora chiamerò l'ingegnere) dice "Ho portato un gioco se vi va di giocare". Certo siamo qui apposta. Ma dopo due minuti di spiegazione, io sono davvero cottissima, mollo immediatamente. "Questa la salto, vi guardo giocare".
Più che altro non avevo capito nulla. Leonard si offre di fare il pianeta alieno, RagnoB, "QuelFigoDiDado" (te la sei cercata amico mio!) e l'ingegnere devono lottare per la sopravvivenza (? - sto inventando, non ci avevo davvero capito nulla).
Quando, finito questo gioco, ci avviamo verso l'uscita lasciando Dado alla fiera, l'Ingegnere si informa sui nostri account facebook e Leonard gli comunica che sabato 29 ci sarà una fiera a San Giorgio Canavese in cui lui è il responsabile e organizzatore della parte fumettistica.

(nota: Leonard sarà il mio futuro capo. Non dico altro per ora).

Oggi è fine mese lavorativo.
Dovete sapere che ogni fine mese è l'inferno in terra che da noi si chiama Click Day. Avete presente la gif del gattino che digita furiosamente sulla tastiera? Ecco. Durante i Click Day si sente solo il rumore del click del mouse e del battere freneticamente sulla tastiera.
Le previsioni infauste dicevano che non saremmo riuscivi a chiudere in positivo il trimestre e che saremmo venuti a lavorare anche domani. Io, che avevo già una mezza idea di andare in fiera a trovare Leonard con l'Ingegnere (il quale è riuscito a rintracciare in primis Leonard per poi essere stalkerizzato dalla sottoscritta) ho motivato un po' i colleghi con frasi poco aggressive del tipo "Se vi azzardate a smettere di digitare sulla tastiera vi do' fuoco" e considerato che per una giornata lavorativa full time normale (dovremmo fare part time ma siamo in straordinario da inizio mese), il fatturato richiesto a persona è di 8k euro io, con i miei 22k euro e rotti odierni (con sottofondo musicale di Pantera, Slayer, Megadeth e Iron Maiden) mi aspetto un tappeto rosso e una targa come migliore dipendente del trimestre e Stakanovista del Click Day.
Il risultato è stato raggiunto e domani non si va a lavorare.

Domani sarò in una macchina con un semisconosciuto e altri nerd totalmente sconosciuti in viaggio per San Giorgio Canavese a scattare foto in una fiera dove mai mi ci sarei vista, piena di Cosplayer, Lego, fumetti, giochi di ruolo ecc. a far colazione da campioni alle 11 con panino del lurido e birra.


Ieri sono tornata al lavoro dopo un giorno di assenza. L'altroieri ero bloccata e letto e comunque ieri non stavo meglio. Ho avuto gli occhi lucidi per quasi tutto il giorno e la mia collega spesso veniva a darmi un abbraccio "Carla sei triste, aspetta che vengo ad abbracciarti! Ti ho messo da parte le gomme a forma di animali!". Passerà, ma per ora non riesco a pensare ad altro. Quindi lavoro un sacco che è l'unico modo che ho di distrarmi senza spendere troppe energie in socialità.

Domani, nonostante la premessa divertente scritta sopra, in realtà sarò a fare foto il che mi permette di isolarmi bene: devo solo tenere botta durante il viaggio.

Oggi Dado che abita proprio di fronte al mio ufficio, mi ha fatto una sorpresa ed è venuto a salutarmi alla fermata del bus all'uscita da lavoro. Proprio mentre stavo ascoltando il suo vocale.

Dado è uno degli ultimi romantici, glielo dico sempre. Uno che ha sempre l'accortezza di preoccuparsi per te, di farti sentire sempre speciale, di farti capire che ci sarà sempre. Anche se dovrà fasciarti testa e cuore per l'ennesima volta.
E ancora, e ancora.

E ancora.

Leonard vs Dado

L'ingegnere spiega il gioco

RagnoB a sinistra ascolta attenta

Il gioco della frutta, ovvero Finca. Foto di Dado (tutte i diritti riservati, ohi che quello è grosso, non voglio farlo incazzare)
Io che ascolto (e non capisco, come al solito) le regole di Azul. E meno male ci avevo già giocato (prese dalla pagina fb del ToPlay)

L'intenzione di battere il record delle sconfitte personale è ben visibile.


26 settembre 2018

La mia seconda pelle

Ieri sera ero a cena a casa di Dado, ci tenevo tanto a quella serata perché era un po' che ne parlavamo. Entrare a casa di qualcuno è per me sempre una forma di apertura dell'altra persona, non sempre accade e non sempre accade nei tempi giusti.

Sempre ieri sera, dopo una pizza e quattro chiacchiere, mentre il mio Pebble vibrava in continuazione per una chat da, stavo spiegando, una donna statunitense affetta da Asperger che mi invia su instagram in continuazione foto sue e non sue, della colazione, dei gruppi che le piacciono, della cena, di eventi, makeup e quant'altro, arriva un messaggio di Fry.

Fry non mi scrive più, mi ha anche tolto dalle amicizie di fb, le ultime chat sporadiche erano dovute a cose burocratiche, per casa, bollette, macchina, tassa sui rifiuti, le solite cose che si devono sistemare dopo una separazione.

carla fra poco ti scriverà antonella perché maya, per incidente dalla dinamica a noi poco chiara, è mancata.

Arrivano altri messaggi, sono stordita, gli occhi diventano lucidi. Guardo Dado. Maya è morta, la mia gatta, rimasta da Fry.

Mi dispiace, te la senti di giocare o preferisci andare a casa?

Portami a casa, per favore.

Sua figlia mi regala un disegno di me e un gatto, scrive "Maya" e "Amicizia", io sono frastornata e non so nemmeno se la ringrazio. Entriamo in ascensore e piango e poi comincio a singhiozzare, che io non piango mai davanti a nessuno. Ma di Dado mi fido.

Così al vento fresco della sera non riesco a immaginarla morta, in una situazione orribile e paradossale, e penso al cuore di Fry, a come si dev'essere rotto a trovarla così, e penso a me e al fatto che non l'ho più rivista, lei che mi dormiva sempre addosso, poggiando il suo muso nell'incavo tra il collo e la spalla, le unghiette bene aggrappate addosso, la lingua ruvida e leccarmi la pelle, il dolce ronfare delle fusa. Tutte le sere.

Penso a quando è caduta dal quarto piano e la corsa di notte dal veterinario e noi che non sapevamo se la zampina sarebbe tornata a posto o avrebbero dovuto amputargliela.

Mi scuso mille volte con Dado, lo capisco bene che può sembrare una reazione eccessiva.

Ma credo che questo sia il dolore più forte di quest'anno, più dell'intervento, della ferita non guarita, della separazione, tutte cose che passano in secondo piano. Io non ho solo convissuto 6 anni con Fry, ma anche con Maya, che era per me una seconda pelle quando stavo a casa.

Forse è stata lei la mia casa, che da quando non ce l'ho più addosso, sento di non avere più un posto mio. E anche questa camera è vuota, fredda, spietata, senza le sue fusa.


28 febbraio 2014

Recensioni cosmetiche, fotografiche e letterarie.

In questo mese, in cui mi è arrivato San Paganino e Santa Liquidazione, mi sono data alle pazze spese. Dico pazze perché ho preso davvero di tutto.

Vi parlerò prima delle robe cosmetiche che ho acquistato, a parte la crema alla salvia di Martina Gebhartd che è proprio arrivata ora in questo momento quindi non ho ancora dati a disposizione. Di quest'ultima crema ho preso il formato piccino da 15 ml, perché pare ne basti pochissima dato che è molto untuosa. Vedremo.

Acquisti cosmetici: in questo preciso istante mi sono ricordata che devo ancora ricevere i prodotti della Sleek MakeUp. Vado a controllare sul loro sito a che punto sono!

Ecco, sarebbe dovuto arrivare al massimo venerdì scorso. Uff...

Comunque, acquisti cosmetici:
è tanto che volevo provare un vero correttore. Ho sempre usato o fondotinta minerali che coprono ma non troppo, oppure ultimamente usavo un correttore della Lavera, abbastanza buono ma volevo qualcosa di più coprente.

Così a forza di imbattermi in recensioni discordanti mi sono decisa ad acquistare Absolutely Flawless Concealer della Too Faced. Le accuse delle recensioni negative sono la non troppa coprenza, la pastosità e la tendenza a finire nelle pieghette delle rughe.
I meriti riconosciuti invece, di tenere fino a sera, di essere coprente e di stendersi bene.

Il mio personale parere è:
il correttore non è pastoso, anzi sembra piuttosto liquido finché non lo stendi. Poi però lo senti un pochino pesante. Io lo stendo con le dita e ne metto una quantità pari a una capocchia di spillo. Appena comincio a picchiettare si spande e quella minuscola quantità basta a ricoprire tutta l'occhiaia. Poi c'è quello che io definisco "momento critico", ovvero l'istante prima di asciugarsi un po', in cui effettivamente finisce un po' nelle pieghette. Se avviene io ci ripasso pianin pianin il dito e torna a posto. Ma questo potrebbe essere dato forse dalla mia crema contorno occhi che è in effetti un po' densa (ne parlerò qui sotto)

Importantissimo, anzi vitale, fissare per bene il correttore con la cipria picchiettando col pennello. Così posso dire anche io che sta lì tutto il giorno. Ne sono relativamente soddisfatta anche perché credo che non esista il correttore perfetto. Questo però ha una buona coprenza, ne uso poco quindi potrà durare parecchio e resiste fino a sera. Unico neo, non penso lo userò d'estate, lo vedo già colare giù come una maschera di cera accanto al fuoco. Inoltre la Too Faced fa delle confezioni che mi piacciono un sacco!


Creme: avevo detto che avrei provato delle creme naturalissime, prodotte da Alchimia Natura, non appena avessi finito le mie. Ecco sono rimasta in realtà a secco per un po' perché non avevo liquidità, ma finalmente sono riuscita a prenderle. Alchimia Natura ha sede in quel di Modena, producono da sé tutti i loro prodotti, e l'azienda mi è stata consigliata da un amico che lavora per loro.

Mi sono fatta mandare in effetti tempo fa dei campioncini e ne ero rimasta molto soddisfatta. Purtroppo, e devo dirlo, sono costosi. Certo la qualità spesso si paga, ma capisco se alcune persone preferiscono altre ditte. E confesso che anche io ho acquistato per provare, perché ero curiosa, ma se fossi stata in tempi più magri sarei passata ad altri lidi.

Partiamo da: "Occhi di fata contorno occhi" di Alchimia Natura. Primo neo piccino: c'è il dosatore a pompetta. Essendo un prodotto antirughe quindi abbastanza corposo, si rischia lo spreco pigiando a fondo la pompetta. Quindi bisogna pigiare poco poco, per intenderci già un puntino di 5 mm per entrambi gli occhi è sufficiente, se non troppo. Non ricordo un odore particolare (ottima nota positiva). Tende ad essere un po' grasso e a lucidare ma, come scritto sopra, difficile trovare un prodotto antirughe "leggero". Inoltre se ci fosse stato il vasetto anziché il dosatore forse, usandone una quantità inferiore, si sentirebbe meno pesante.
Tutto sommato la mia valutazione è molto positiva: si tratta di un prodotto assolutamente naturale e se avete il contorno occhi leggermente secco è davvero un toccasana!

Ho preso anche A fior di pelle crema viso riequilibrante. La crema ha lo stesso dosatore a pompetta del contorno occhi, ma in questo caso è perfetta. Ecco eventualmente tenete la confezione in verticale se no tende a spruzzare. Ha un ottimo odore di fresco (credevo fosse salvia ma leggo negli ingredienti rosmarino). Sono odori che devono piacervi ma preferisco questo al classico odore delle creme da supermercato, stile nivea, per dire. Non è per niente unta, si stende benissimo, i primi giorni ne mettevo poca e mi sentivo la pelle un po' secca, ora ne metto un po' di più e in effetti va molto meglio. E' un'ottima base trucco.

Se volete puntare su qualità e ingredienti naturali ve la consiglio. Sono molto veloci nelle spedizioni e molto spesso organizzano da loro degli eventi così, se potete andare, avrete l'occasione di conoscerli e vedere come producono i loro prodotti.

P.s. nel fare una pausa durante la scrittura di questo post, sono andata in posta a ritirare il kindle di Fry e ho scoperto che c'erano altre due cartoline nella buchetta. Una di queste cartoline era proprio la BB cream della Sleek MakeUp che recensirò appena l'avrò provata.

Parliamo di altro. Ho acquistato un po' di prodotti per fare le macro con la macchina fotografica. Degli adattatori, ecc.

Ho comprato un adattatore per attacco M42. Avevo in realtà sbagliato perché dovevo prendere un adattatore che mi facesse utilizzare le vecchie ottiche delle analogiche canon con le nuove EOS. Ma chissà come mai mi ero fissata con l'attacco M42 che in realtà è un attacco a vite delle macchine fotografiche della DDR. Ero un po' sfavata perché l'ottica Canon vintage ha un'apertura massima di 1.8 mentre l'ottica della Dederrina (Exa 1b) è un 2.8.

Così mi sono ricordata che a Berlino avevo preso un'altra Dederrina, sono andata a controllare e per fortuna quest'altra ottica è un 1.8. Perfetto e a culo, direi.

Ho preso anche un adattatore per montare l'obiettivo al contrario, in questo caso l'ottica canon vintage, dei tubi di prolunga, un flash made in china ma wireless, un diffusore per il flash e un braccetto per flash, da attaccare alla macchina fotografica. Ho fatto qualche prova e i risultati non sono perfetti ma per essere alle prime armi...








Con i tubi di prolunga invece...








e oggi le prove macro con tutto attaccato, tranne il braccetto del flash perché devo regolarlo e non ho trovato le viti











Mi allenerò: promesso.

Volevo anche parlarvi di un libro che ho appena terminato: Deumanizzazione, di Chiara Volpato. Me lo ha regalato una mia amica per natale.
Inutile dirvi che è un libro nelle mie corde. Sarebbe bello se fosse nelle corde di tutti. La deumanizzazione, la infra-umanizzazione e l'oggettivazione sono talmente comuni che ormai non ci facciamo più caso, ma quando apriamo gli occhi (e questo testo in parte aiuta) verrebbe voglia di chiedersi in quale mondo desideriamo vivere...

18 novembre 2013

... e tu sei piccolina

E così è passata questa settimana, gli straordinari, il corso di tedesco che va a merda, l'apatia, la noia. Il desiderio di non fare null'altro che niente.
Avevo cominciato un libro, questo.

le mie bellissime formichine
Ma non riesco più a leggere. Ho come un mattone in testa che mi rende tutto più pesante. Lascio che la vita mi scorra addosso e non è da me, sempre presa in mille cose.
Sono molto stanca.

La vita in casa è però rallegrata da Diana, il nostro nuovo micetto. Lei e Maya sono due furie in casa, giocano lottando come dannate per poi dormire per ore.

Diana




Maya

Al lavoro la situazione è, come dire, penosa.

The Wall

Tant'è che mi sono fatta il mio muro del non pensiero. Ovvero ogni tanto ci appiccico su una canzone e me la canto mentalmente tutto il giorno tanto devo ripetere sempre sempre sempre le stesse cose.

Hanno assunto un ragazzotto nuovo, 22 anni, studente di psicologia, sveglio. Troppo sveglio; difatti dopo un mese ha dato forfait, e riprendono i colloqui.

Il corso di tedesco va male, non riesco a studiare, a impegnarmi. E già dalle prime lezioni mi rendo conto di quanto sia difficile, di quanto mi faccia sentire una cretina, ed è quella sensazione che detesto.

Domani vado a tingermi i capelli. Una mia amica mi ha chiesto se avevo voglia di farmi strapazzare il "bulbo" senza pagare, in quanto avrebbero dovuto fare un book fotografico o comunque un paio di foto di capelli fighi. Ho accettato a patto di avere capelli dal colore mattacchioso, e difatti me li faranno blu e verdi. Vedremo come sarà l'effetto finale.

Giovedì invece andrò a farmi un nuovo tatuaggio (sempre che la data mi venga confermata). La scelta è stata quella di un fiore di papavero.
Potrebbero esserci mille e uno motivi per cui ho scelto questo fiore invece della più indicata, almeno per me, pianta carnivora.
Ho viaggiato spesso in questi anni, spesso in treno, tantissimo in treno. Il papavero era il fiore che più spesso vedevo dal finestrino: dolci macchiette rosse che coloravano prati anonimi ai lati della ferrovia. Mi metteva una certa allegria vederli, era come un appuntamento atteso. I papaveri annunciavano l'estate, calzoncini corti (non per me che non scopro mai le gambe), le ferie, il caldo, il bel tempo.
Ma i papaveri sono soprattutto fiori che troppo spesso si danno per scontati, non se ne percepisce la bellezza perché sono un po' sgualciti, quasi sciupati. Eppure a vederli bene non si può non rimanerne affascinati. Crescono nel niente, fioriscono nel niente, e nessuno li guarda. Ma loro sono lì, e ci saranno anche l'anno prossimo.
Mi sento un po' papavero. Assolutamente mediocre, la mia bellezza è nascosta e passa inosservata. Magari sono un po' sgualcita ma mi sento di colorare la vita delle persone che mi circondano. Se anche fosse di poco però è importante.

Una volta scelto l'artista, questa volta non la mia tatuatrice di Torino, ma un ragazzotto di Bologna, sono andata a parlargli.

Quando ero piccola per farti un tatuaggio, almeno da quanto mi hanno raccontato, entravi nello studio di un tatuatore, sfogliavi il loro book di tattoo per lo più tribali e prendevi un appuntamento.
Da che ne so ora, invece, si parte da un'idea che si sviluppa insieme. Quindi ci va del tempo.
Il tatuatore prepara un disegno, te lo mostra, lo riaggiusta in seguito alle indicazioni. Ma in genere quando vai da un artista ci vai perché ti piace il suo stile.
Anche se con un po' di remore vi faccio vedere il disegno che mi ha inviato (me ne ha inviati due e ho scelto questo proprio perché ha i petali più sgualciti e mi rappresenta meglio):

Ho tante altre idee per i prossimi tatuaggi, così tante che forse dovrei fermarmi un attimo. Per esempio mi piacerebbe continuare la storia del teschio sul braccio destro, che non è una storia ma lo diventerà. E allora sì che ci saranno camaleonti, insetti, piante carnivore e altre bestioline. Per ora però basta, è tanto che non scrivo e alla fine le cose da scrivere diventano così tante che non me le ricordo più.


Canzone del giorno: Non portarmi via il nome Samuele Bersani