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04 novembre 2024

Il mio anno per il rotto della cuffia

 Ho scoperto oggi di aver passato, per il rotto della cuffia, un esonero di psicologia dello sviluppo avanzato. Non avrei dato 1000 delle vecchie e ricchissime lire per questo risultato. Ultimamente è il mio motto: mantenere in piedi tutte le cose che faccio, con l'impegno minimo sindacale per non impazzire.

L'università? Ok: l'esame è scritto? Lo diamo. Orale? Si darà quando e se mi passerà l'ansia di parlare in pubblico, probabilmente mai. Lo scritto? Leggiamo distrattamente qualche giorno prima dell'esame gli appunti presi qua e là da gentilissime compagne universitarie.

Vorrei avere, per gli esami orali, la stessa sicurezza nell'eloquio di quando cito la mia pseudopassione per la cultura ebraica (che nulla ha a che vedere con ciò che sta succedendo eh), snocciolando autori, presunti messia e folklore vario.

Lo studio si incrocia però con il nuovo lavoro, sfiancante mentalmente. Almeno per me. Anche qui il minimo indispensabile sperando che non mi licenzino, anche se continuo a fare colloqui.  Negli ultimi 3 anni avrò cambiato tre lavori, ma continuano a cercarmi. E da quando ho l'invalidità siamo ai livelli di stalking.

"Buongiorno, stiamo cercando una categoria protetta nello sviluppo in Java"

"La ringrazio ma ho appena cambiato impiego e valuterei un colloquio solo per un lavoro in ambito sistemistico"

"Va bene lo stesso, mi dica quando possiamo contattarla"

Disperati, più di me.

Nell'ultimo colloquio mi sono capitate cose che mai nella vita. La primissima domanda dopo le presentazioni e ormai il classico "DIAMOCIDELTÙ" è stata "Quanti anni hai?". Io spiazzata.

Poco più avanti però la situazione è peggiorata notevolmente con un "Posso chiederti perché sei invalida?" e quando, dopo essermi arrampicata sugli specchi perché il mio cervello desidera sempre dare una risposta ma non volevo specificare tutto perché, regà, è una domanda piuttosto illegalina, la signorina diamocideltù mi ha chiesto la RAL e ha specificato che forse era un po' alta per loro, e la fatidica domanda "Di quanto saresti disposta a scendere?" non ha tardato a fare capolino. Ovviamente la questione è stata corredata da una giustificazione del tipo "In effetti se questo è il lavoro dei tuoi sogni magari puoi scendere un po', tanto poi con l'esperienza ci arrivi di nuovo a quella RAL". Nini, non funziona così: se è alta mi fai un'offerta e io decido.

Ci mancava solo "Ma è fidanzata? Ha intenzione di restare incinta?".

Quando il recruiter che ci aveva messo in contatto mi ha chiesto un feedback è rimasto basito dal mio resoconto ma ha comunque più o meno cercato di porre rimedio. E qui, la fierezza di una persona che tende a non mettersi mai di traverso in queste situazioni: "Scusa se ti interrompo, ma non sono d'accordo".

Loro vorrebbero proseguire e io, dopo queste premesse, 'nsomma.

Già mi vedo a chiedere la mutua e la signorina diamocideltù che fa capolino chiedendomi "MA COME MAI STAI MALE?".

In tutto questo, per il rotto della cuffia ho ripreso violino. Ho fatto la prima lezione con una nuova insegnante a cui ho chiesto di riprendere da capo, dalle corde vuote perché per un anno intero non avevo fatto nulla. Poi ho saltato le successive due lezioni.

Esami, troppe cose da fare. Troppe cose da tenere in piedi per il rotto della cuffia.

Finalmente io e Cliff riusciremo a fare il nostro secondo viaggio insieme (non conto Venezia per il mio compleanno del 2022 perché è stata più una gitarella) e abbiamo optato per San Pietroburgo, perché ci piace complicarci la vita.

Abbiamo preso i voli per Tallinn da cui poi partiremo con il bus della speranza per attraversare la frontiera. Ah no, aspettate: la frontiera sta su un ponte che è chiuso per lavori fino, forse, al 2026, così il bus ci lascia prima della frontiera, la attraverseremo come dei piccoli fiammiferai a piedi, e poi prenderemo un altro bus per San Pietroburgo.

Amiamo complicarci la vita.

I circuiti Visa e Mastercard non funzionano e per non viaggiare con troppi contanti penso che apriremo una specie di conto russo che però non potrà essere ricaricato online quindi attendo risposta da un paio di banche a cui ho chiesto informazioni.

Un mio amico mi ha comunicato di avere segnati i posti descritti ne "Il Maestro e Margherita" e non posso lasciarmi sfuggire l'occasione di passarci. (edit: il libro è ambientato a Mosca, ma si sa mai nella vita, magari riusciamo ad andare anche lì).

Inoltre Cliff è un grande appassionato di letteratura russa (o "i grandi mattoni russi", come li chiamo, sembra non possa leggere cose meno lunghe di 700 pagine) e da tempo pensavamo di fare un salto lassù.

P.s. Sto attraversando un periodo curioso che chissà se è depressione o cosa, in cui faccio fatica a lavarmi, pranzo e ceno con le patatine, mi addormendo sempre più tardi, mi sveglio due minuti prima di accendere il pc. Ho anche fatto foto a un matrimonio nel vano tentativo di tenere in piedi una quarta cosa, partita con le migliori intenzioni ORAFACCIOSUBITOILSITOEMISPONSORIZZO.

Inutile dire che le foto sono rimaste in qualche cartella sperduta - la mia nuova Fujifilm x-t5 fa foto pesantissime -  e se sono riuscita a elaborarne qualcuna, indovinate? Ebbene sì, è solo per il rotto della cuffia.

Per fortuna c'è Cliff che in questo caos autogeneratosi da me stessa, medesima, tale, è un porto sicuro. Ma lui, e solo lui, non per il rotto della cuffia.

01 novembre 2022

Il freddo deve ancora arrivare

 Settembre è stato un mese mogio. Cliff era lontano per lavoro e non siamo riusciti a festeggiare il nostro anniversario. Ed è volato un po' così, con questo senso di malinconia e distanza. A volte succede che per impegni di lavoro non ci si riesca a vedere, ed è capitato di saltare un mese.

Un mese.

Un mese è lunghissimo.

Ma passa, come tutto il resto. Le sue braccia come una casa che mi accoglie restano sempre lì. Quando ti fidi di una persona, quando non temi che scappi o che ti possa far del male intenzionalmente alla fine alleni la pazienza, perché non la devi sfruttare in altre occasioni.

Pazienza e tempo.

Ed eccoci qui, anche Ottobre è passato. Le mie amiche dicono che il 2022 è un anno di cambiamenti. Correggo un po' il tiro, per me anche il 2021. Ma decisamente il 2022 ha svoltato in modo inaspettato.

Da tempo immemore stanca del mio lavoro (che sì, mi ha permesso e mi permette tutt'ora di essere indipendente ma è diventato noioso, ripetitivo, squalificante per tanti aspetti) ho cominciato a guardarmi attorno. Il mercato del lavoro è un po' come il mercato immobiliare a Milano: si trova poco (alla mia portata) e quel poco tendenzialmente fa cagare. Non mi sono arresa, riuscendo a mantenere una media di 4 curriculum al giorno inviati (sì ma il weekend si riposa). Ho anche ottenuto un paio di colloqui per un lavoro che forse mi sarebbe anche potuto piacere, ma mi hanno liquidata in maniera cortese, come si fa quando si dice a qualcuno "lei è troppo qualificata per questo lavoro". No, dimmi che mi hai scartata, è più semplice.

Così mentre una sera giocavo a Darl Souls 3 con Cliff controllo gli annunci e lo vedo. Non avevo minimamente le competenze richieste, ma in testa mi suonava il monito di S, ex collega rinato a nuova vita grazie a un nuovo lavoro che gli piace molto: "Manda, manda sempre, anche se pensi di non avere le competenze indicate, tu manda".

E così ho mandato. Ma dentro di me gli rispondevo: "Ok, ma non mi chiameranno mai".

Invece mi han chiamata, per programmare un primo colloquio conoscitivo su teams che si è concluso più o meno così: "A noi non interessano molto le competenze tecniche, perché quelle possiamo insegnartele noi, ci interessa il potenziale e la motivazione".

Sul potenziale possiamo anche soprassedere, ma la motivazione c'è. C'è eccome.

A fine colloquio mi dice che sarà previsto un secondo colloquio in sede da loro (in una regione lontanissima e da me mai visitata) di due giorni.

E resto un po' stordita. Ma deciso di andare. Anche David me lo avrebbe consigliato e quando ne ho parlato con Cliff ho risentito un po' il terapeuta David Gigante Gnomo: Vai, devi andare, anche solo per capire come si svolge un colloquio tecnico.

In effetti David aveva usato le stesse parole tempo prima: Deve cercare di arrivare a un colloquio tecnico, in modo da sapere più o meno come si svolge e capire cosa deve studiare.

Così prendo ferie, per i due fatidici giorni, e coraggio, e comincio a ripassare tutto quello che so sull'argomento. A tratti questa cosa mi butta giù: ripassare una cosa del genere in due settimane è come cercare di preparare un esame in una settimana. Ma procedo.

Ho sempre tentato, ho sempre fallito. Mi richiama all'ordine la dedica sul libro del mio amico Dado. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Mi lascio liberi solo un weekend con Cliff e un giorno in cui il mio amico entomologo ma soprattutto bottonologo mi chiede di non prendere impegni (ma non so perché).

Studio, ripasso e parto.

Il viaggio in notturna lo faccio con Cliff. Dormiamo nella stessa cuccetta, scendiamo nella stessa stazione. Restiamo stretti finché entrambi non dobbiamo riprendere il treno per le rispettive mete.

Per me la novità assoluta è il fatto che mi paghino il posto in cui dormire. E' la prima cosa che ho detto a chi mi ha chiesto informazioni: Oh, due giorni di colloquio e mi pagano anche l'albergo!

E' una cosa che ho visto fare, ma per persone molto skillate, per lavori molto particolari. Sapevo che saremmo stati in gruppo, e anche se penso di non poter entrare nei dettagli del colloquio, del posto, del gruppo (tutti giovanissimi), abbiamo tutti una sensazione strana. Qualcosa non torna ma non sappiamo cosa. Il colloquio sembra andato bene per tutti, anche il secondo giorno, e dopo un veloce pasto ci salutiamo. Ognuno torna alla sua città e alla sua vita, tutti convinti che saremo presi.

Del nostro gruppo di sei persone, sei personaggi in cerca di lavoro, in realtà abbiamo passato la selezione solo in due e l'altro ha deciso di non accettare.

Per farvela breve, ho dato preavviso e finirò di lavorare qui il 30 novembre.

E il 5 dicembre mi devo trasferire in questa (per me esotica) località per 10 settimane.

Ah e il mio amico entomologo bottonologo, niente, si sposa e mi ha chiesto di fargli da testimone (io felicissima ma panico, COSA DEVE FARE UN TESTIMONE DI NOZZE?).

Inutile dire che Cliff mi appoggia per tutto (altri sarebbero stati molto più critici) anche se la cosa è un po' fumosa sotto certi aspetti, e anche David Gigante Gnomo che mi ha detto: Complimenti! Si è fatta i complimenti per questa cosa?

Sì me li sono fatti. E se è come penso, per me sarà un cambiare totalmente lavoro e vita.

Ho anche installato la spirale (sì, spoiler, fa male inserirla e non pensavo, ma dopo due giorni un po' così non si sente più nulla) e per metterla ho dovuto fare altre 5000 visite che han decretato la quasi morte della mia fertilità. E' proprio per quel quasi che ho deciso di metterla lo stesso.

Ma questa è davvero un'altra storia che meriterebbe un post tutto per sé dato che è da luglio che ho chiesto l'inserimento e ho dovuto fare così tante analisi che anche un medico le ha guardate e ha detto "ma davvero deve fare tutta questa roba? Questo (indicando un esame) non so nemmeno cosa sia".

Ovviamente ho ricominciato la scuola di violino, mi mancava un po', mi mancava il mio sensei che appena mi ha vista mi ha abbracciata e abbiamo passato la prima lezione a chiacchierare sull'estate e le novità (e sì, faremo lezione da remoto e ci sarà da ridere. E sì sentirò David Gigante Gnomo in videochiamata e ci sarà da ridere ancora di più).

Questa svolta mi è terapeutica anche per altre cose. Sono costretta a chiedere aiuto, che per me è difficoltoso, ad appoggiarmi un po' agli altri e fare cose per me totalmente nuove, per esempio vivere in un appartamento in condivisione con delle persone che potrebbero avere la metà dei miei anni. Stay tuned.

02 luglio 2014

Domani comincio a lavorare - la mia lunga selezione

Per essere assunta ho passato ben tre selezioni (per un centralino inbound, non oso immaginare cosa possa accadere per un persona megaspecializzata).
La prima selezione era telefonica: desideravano solo vedere come parlavo al telefono;
la seconda selezione è stata via skype, doveva essere un colloquio vis-a-vis ma non è stato possibile così me lo hanno proposto via skype, ed è andato di merda: tanto che non credevo mi avrebbero mai preso.
La terza selezione è stata al corso di formazione.

Premetto che in questa azienda c'è un po' di confusione.
"Riguardo a cosa?" mi direte. Bhe riguardo a tutto.
Innanzitutto per fare il corso di formazione mi era stato detto di tenermi libera mercoledì e giovedì. Ovviamente l'ora di inizio mi era stata detta solo il giorno prima al telefono (in questa azienda funziona così, ti comunicano cosa fare per tempo, ma le modalità vengono comunicate solo il giorno prima e solo nel pomeriggio).
Così mi presento alle 11 a fare il corso: uscita dalla stazione incontro una ragazza che mi chiede se conosco il luogo, le faccio qualche domanda e mi dice l'indirizzo in cui deve andare, che coincide col mio. Scopro così che anche lei deve fare formazione e facciamo quattro chiacchiere.

Arriviamo lì e tra una cosa e l'altra passa del tempo.
Ci formano sulla comunicazione: "chi conosce la PNL?" (oh no, ancora - penso)
Ci formano sulla parte legale (perché oltre alle tre ragazze back office ci sono una serie di neoavvocati)
Si fanno le 18 passate, io e l'altra ragazza "voliamo" letteralmente alla stazione.
Per il giorno dopo è richiesta la presenza dalle 8, veniamo separate dalle future colleghe legali per fare una formazione più specifica. Ci dicono che dobbiamo esserci anche il giorno successivo per una telefonata simulata.
Mentre le legali scelgono un range orario per farla, noi siamo convocate di nuovo dalle 8, perché facciamo un breve corso e poi questa maledetta prova che nel mio caso è andata talmente male che stavo tornandomene a casa.

Ma dev'essere l'esaminatore (nello specifico è anche quello che mi ha fatto il colloquio) che ha una mimica che mi spiazza. Mi pare di essere sempre merda quando poi tanto male non sono andata.

Ci comunica quindi in via ufficiosa che siamo state prese tutte e tre e che il pomeriggio ci avrebbero contattato per dirci meglio quando sarebbe stato il primo giorno.

Io ne pomeriggio tralaltro avevo un altro colloquio, che detta al telefono doveva essere una figata ma quando sono andata lì ho capito che proprio non doveva esserlo.

Il lavoro spiegatomi al telefono era una sorta di receptionist che avrebbe accolto i clienti di una specie di centro benessere in cui si davano diete personalizzate e anche esercizi da fare a casa per stare in forma. Yeah, penso, potrebbe essere bello. Vado ed entro in questo fondo pieno di foto attaccate alle pareti (piene di errori grammaticali, ma non ci bado, potrebbe essere l'occasione di un lavoro diverso).
Mi fanno compilare un modulo e poi sono libera di bighellonare in questo spazio, mi leggo tutti i consigli di alimentazione attaccati alle pareti finché non vedo una cosa che mi fa sorridere da una parte e incazzare dall'altra.

Pochi giorni prima per ridere dicevo a Fry "Figo sto lavoro, pensa se invece alla fine è nomeditta?"

Per farvela breve, c'era la scritta Herbalife sui poster. Inutile dirvi che sarei voluta scappare a gambe levate ma ormai ero lì e mi sono sorbita tutta la presentazione con un video (c'eravamo io e un altro ragazzotto) e il colloquio privato. Quando direttamente ho chiesto se si fosse trattato di un sistema piramidale il mio intervistatore si è irrigidito: "No! Assolutamente! Sarebbe illegale!"

Peccato che la spiegazione era proprio quella.
Ho dato mille scuse: sabato non ci sarei stata perché, ehm, perché non c'ero, avevo da fare, la nonna sta male, devo partorire, ho dimenticato il gatto nel frigo e via dicendo.

Infine finalmente, ieri, la firma del contratto. Peccato che nel contratto ci fossero, al lordo, 300 franchi in meno, ma mi hanno promesso che nel rinnovo ci sarebbe stato lo stipendio già concordato (per ben 3-4 volte) al telefono. Così, dopo, vado all'ufficio immigrati a registrarmi.
Ebbene sì sono una frontaliera, almeno per questo mese. Poi si vedrà, mi prendo la briga di pensarci per bene.

E domani, se mi riesce, vi racconto della mia visita odierna, fatta di scivolate, sbucciature, visite non registrate, ecc ecc

Canzone del giorno: Mammagamma The Alan Parson Project

24 giugno 2014

ahm...

Eh-ehm. Ve l'ho detto che domani e dopodomani ho formazione più selezione (un'altra) per questo posto di lavoro di cui vi ho parlato nei post precedenti? E che venerdì ho un colloquio per un posto che tratta di consigli alimentari e esercizi fisici (dice che ci vanno anche atleti).
Venerdì mi hanno chiamata, ero a Torino, per dirmi del corso. Speriamo non sia la solita perdita di tempo. Che poi se non mi prendono non importa: ripeto non ho tutta questa voglia di lavorare. Però sono motivata dal fatto che voglio viaggiare e ho bisogno di soldi.
Ma questo ve l'ho già scritto mille volte.

Canzone del giorno: Lieve Marlene Kuntz

13 giugno 2014

Pensieri cattivi

Vi ricordate il mio colloquio demmerda su Skype?
Bhe sono stata ricontattata. Evidentemente non hanno candidati migliori (che allegria). Ho passato questa selezione ma non facciamoci illusioni: mi propongono una formazione che sarà un'ulteriore selezione.
Pensandoci bene la cosa mi ruga: ho passato una prima selezione telefonica, una seconda selezione col colloquio, e mo' anche una terza?
Forse non lo so ma lavorerò a un progetto segreto, una roba per la NASA. Forse a un esperimento di psicologia sociale come in "das experiment". Sta di fatto che mi devono richiamare per farmi sapere la data.
Eh sì, funziona così. La prima volta sono stata contattata e il feedback è stato positivo. E alla fine mi hanno detto "la richiamiamo per farle sapere la data del colloquio".
Ok.
La seconda volta mi hanno chiamata per la data del colloquio e per dirmi che lo avremmo fatto su Skype perché non ero nei paraggi (se se).
Ok.
La terza volta mi hanno chiamata proprio prima del colloquio per dirmi che ci sarebbe stata un'altra persona a farmi il colloquio.
Ok.
Al colloquio mi han detto che mi avrebbero ricontattata sia in caso di esito positivo che negativo.
Ok.
Mi hanno ricontattata qualche giorno dopo per dirmi che era ok, e che mi avrebbero ricontattata per farmi sapere la data della formazione.
Ok.

Sento più loro del mio Fry, giuro!

Dovrei essere entusiasta? Forse. Ma non sono così sicura di voler lavorare. Però ho bisogno di soldi per il viaggio in Madagascar, per quello a Buenos Aires, per altri che ci verranno in mente.

Se sono viziata? Forse. Però ho cominciato a lavorare proprio perché mi era stato proposto un viaggio "Se ti paghi il biglietto aereo vieni con me" ed è così che ho cominciato a lavorare, per visitare il luogo dei miei sogni. E posso confermare lo è stato, e ne è valsa la pena spalare merda per andare via due settimane e dimenticarmi del resto del mondo. E lo rifarei altre mille volte.

Dunque mi chiedo, finché sono a casa forse non sento la necessità di andare troppo in giro (posso confermare che ora però mi pesa un po'): ma quando comincio a lavorare ho bisogno di staccare. E stancarmi camminando in luoghi che non conosco, sentire lingue che non capisco, vedere posti e musei e quadri che solo nei libri o su google posso.

Ho inoltre cominciato il mio piano di messa in forma.
Ieri.
Seguendo dei video su youtube mi sto rompendo i muscoli per tenermi in forma, e mangio insalata e bevo poca birra.
Tra ieri e oggi è un miracolo se riesco a stare ancora in piedi e camminare: ho male ovunque.

Come fa la gente normale ad andare in palestra? E a uscire dopo magari?
Inoltre ho un problemuccio al collo che ho sempre avuto da che ricordo. Cioè se mi sdraio per terra, con gli addominali riesco a mettermi seduta, ma la testa sale su a ciondoloni come se non avessi abbastanza muscoli del collo per tirarmi su.
Come se la mia testa fosse un sasso pesantissimo.
Infatti non riesco a fare tutti gli esercizi perché finché faccio addominali con le mani dietro la nuca va bene, ma senza mi è praticamente impossibile sollevarmi.

Cioè è sempre più o meno stato così ma una volta un po' ce la facevo. Ora invece nulla. Mi sa che mi tocca farmi vedere.

Ora vado a godermi un altro po' di cazzeggio che se mi tocca lavorare, questi saranno momenti preziosi.

P.s. Ma oggi non doveva piovere?
P.p.s. domani taglio di capelli

Canzone del giorno (ho ricominciato a vedere True Blood): Bad Things Jace Everett (sigla di true Blood)

10 giugno 2014

Il paradosso

Ieri ho avuto due colloqui.
Uno poco fuori Como ma abbastanza irraggiungibile senza macchina, in cui mi proponevano un part time, per presa appuntamenti, con fisso più provvigioni (mi pare comunque non avessero nessuna intenzione di prendermi perché scartano a priori chi è senza macchina) e uno a Como centro, raggiungibile a piedi in 20 minuti come impiegata front office per un'assicurazione.

Il primo sarebbe andato anche bene, se non fosse stato per la sua esclusione a priori per i demacchinati.

Il secondo è stato una barzelletta. Mi chiedo se sto davvero cercando lavoro o il mio cervello si sta rifiutando deliberatamente facendomi fare figure di merda.
Entro in questo posto (un'assicurazione) enorme, stile anni '70 per cui non bellissima l'architettura. Piena di gente strafiga e in tacchettini o giacca e cravatta e mi sento fuori posto come fossi stata un ippopotamo della Disney mentre balla con gli struzzi.
Mi accoglie una tipa con due occhi verdi come smeraldi e mi fa accomodare chiedendomi di compilare un loro foglio e inserire all'interno il mio curriculum stampato, con la fototessera.
Panico.
Non ho il curriculum, le dico, non mi è stato detto di portarlo.
Va bene, mi risponde, cercheremo di stamparlo noi...

Intanto mi lasciano da sola col mio robo da compilare che, tralaltro, chiede quali sono le mie ultime esperienze lavorative e i miei studi: insomma un curriculum compilato a mano. Mi chiedo a cosa serva questa ridondanza dato che mi hanno chiesto due volte il curriculum via email, più quello stampato più quello compilato a mano.

Controllo sul calendario di Google, ecco spiegato l'arcano. Dato che io ho una memoria di merda e quindi mi segno sempre tutto, mi pareva strano che mi fosse sfuggita questa cosa. Me l'ero segnato nel calendario di Google ma tra le famigerate NOTE, che non vedi quando apri l'anteprima di un evento. Nell'anteprima vedi solo il titolo dell'evento, l'indirizzo se inserito, e l'ora. 'Fanculo.

Mi lasciano sola mezz'ora e poi tornano e mi fanno accomodare in un'altra stanza. E rimango di nuovo da sola. Mentre mi portano nella stanzetta del colloquio mi scuso ancora per il curriculum non portato, me l'ero segnato ma il calendario non mi mostrava le note in cui lo avevo segnato.
Rimango sola ad aspettare.

Arrivano, in due. Occhiverdesmeraldo e una ragazza che mi ricorda Antonella Ruggiero anche se non le somiglia. Forse per i capelli scuri e la carnagione chiara.

Mi fanno le solite domande. Perché ho mandato un curriculum a loro, quali sono i miei punti di forza, se ho domande. Apprendo che mi faranno sapere entro due settimane qualcosa, sia in positivo he in negativo. Bene, penso.

Me ne vado via un po' così, pensierosa. Col mio aspetto e il mio essere difficilmente mi richiameranno. Mi chiedo se davvero lo voglio questo posto, se davvero in generale voglio lavorare. Mi rispondo che certo che no, però si deve lavorare. E perché si deve lavorare? Allora penso ai viaggi che vorrei fare e mi sento frustrata perché anche se così stiamo bene, difficilmente posso fare ciò che voglio. E se trovassi lavoro non potrei prendermi le ferie che voglio per andare dove voglio. Non c'è soluzione a questo paradosso.

Per confermare il mio desiderio di non lavorare ho rifiutato il lavoro delle interviste, quello nuovo che mi era stato proposto. A mio parere era pagato poco, e forse ho fatto l'errore di dirglielo così da essere sicuri di non farmi più chiamare per altri lavori. Che fessa. Me lo ha fatto notare Fry. Secondo me anche lui è in parte frustrato perché non lavoro e quando succedono queste cose, come lo scrivere a questo tizio che il lavoro è pagato poco invece di inventarmi una qualsiasi scusa (tipo di essere impegnata in quel periodo) oppure faccio delle figure di merda ai colloqui mi dice ciò che è ovvio e scontato, ovvero che dovevo fare così invece di cosà. Allora mi chiedo se davvero voglio dei soldi in più oppure voglio dimostrare a qualcuno di potercela fare.
Per ora non ci voglio nemmeno pensare.
Per ora.

Canzone del giorno: Fuck You Archive


06 giugno 2014

Il mio colloquio (demmerda) su Skype

Avevo un altro colloquio in Svizzera, ma non essendo nei paraggi questi giorni (per dettagli scrivetemi in privato) mi hanno dato l'opportunità di farlo su Skype, oggi.

Non sto qui a descrivervi per bene anche perché non mi va. Colpa mia che non mi sono informata sull'azienda prima del colloquio, che non mi sono preparata domande da fare (vi prego non ripetetemi queste cose ovvie) comunque ho avuto la sensazione di aver fatto una figuraccia.

Istruzioni per l'uso: se a qualcuno è andata così male è inutile rimproverarla per queste cose così ovvie. Basta solo stare zitti e ascoltare. Grazie mille.

Canzone del giorno: Rimedio Giacomo Voli

05 giugno 2014

La mia grossa fregatura

Ieri pomeriggio, prima di recarmi a Lugano per l'ennesima prova, mi chiamano per un colloquio per questo venerdì, quindi domani, sempre in Svizzera per un'altra azienda. Ma sono stanca, ho puntato tutte le mie energie su questo posto in cui sto facendo le prove e dico che purtroppo non ci sono questa settimana ma solo la prossima. Mi dicono che la responsabile, che solitamente è a Roma, sarà in quel della Svizzera solo venerdì e che ci saranno state altre ondate di colloqui ma non sapeva dirmi quando, ma sicuramente mi avrebbe contattata. La ringrazio, ci salutiamo e attacco. Nel frattempo ve l'ho detto che ho un altro colloquio qui a Como in un posto a 15 minuti a piedi da casa?

Passeggio per Como coi miei ospiti, in verità per poco ancora, devo andare in stazione a prendere l'ennesimo treno per tornare a Lugano, quindi mi avvio in stazione e prendo il mio treno.

Sul treno mi richiamano quelli di questo nuovo colloquio Svizzero. Per non farmi perdere questa opportunità e dato che non sanno quando sarà la prossima ondata di colloqui, sono d'accordo nel farmi un colloquio su Skype.
E' stato illuminante: primo mi sono sentita abbastanza importante da far scomodare questa gente all'accendere un pc e finalmente non farmi andare da una parte all'altra dello stato, e secondo mi hanno dato un'altra opportunità quando in situazioni simili non ce ne sarebbe stato impegno né voglia.

Ho ringraziato e ho salutato. E' stata una bella sensazione.

Arrivo finalmente a Lugano in questa azienda. La futura responsabile decide di farmi parlare prima col megacapo per la questione contrattuale.
Quindi è fatta! - penso - Ho un lavoro! E pure ben pagato per ore che devo fare!

Il megacapo si siede e armeggia con carta e penna. Sono turbata, perché non ha un contratto da farmi firmare?
Comincia a dire, nel suo purtroppo pessimo italiano, che ci sono tre tipologie di paga. Una con un rimborso spese fisso e le provvigioni (cominciano a sanguinarmi gli occhi, sin dal primo colloquio non aveva mai parlato di provvigioni ma di paga diversa a seconda della persona, delle competenze e dell'esperienza).
Il rimborso spese è talmente esiguo che se ci togliessi solo l'abbonamento del treno svizzero (senza contare che dovrei fare anche l'abbonamento da Como a Chiasso che è a parte e l'abbonamento del bus per andare in stazione) mi rimarrebbero poco più di 300 euro. E anche con le provvigioni, raggiungendo il target datomi, non arriverei a 1100 franchi che sono la bellezza di 900 euro.
Non so se mettermi a piangere o tirargli un pugno.

Le altre due proposte non hanno addirittura un fisso ma una base che può anche non esserti data tutta se non raggiungi il target, il quale è ovviamente più alto.

Presa totalmente alla sprovvista e decidendo di farmi i calcoli con calma scelgo la prima opzione che, a detta sua, è quella scelta da tutti: inoltre penso che lì almeno un fisso ce l'ho.

Ma sono comunque molto sfavata, mi sento ingannata. Se mi avessero detto subito delle provvigioni non sarei nemmeno andata, e considerate che era una domanda che avevo fatto immediatamente. Tutti quei discorsi sullo stipendio così alto, è stata una cosa davvero meschina. E da una parte mi dispiace perché il posto mi garbava, la responsabile era tosta, avevo quasi già socializzato con una collega. Rimango ancora per qualche chiamata ma vado via non molto tempo dopo, aspettando che Fry mi venisse a prendere. E oggi scriverò dicendo di aver pensato alla loro offerta ma non sono interessata.
Che gran fregatura...

04 giugno 2014

E piove...

Ok, comincio a essere stanca.
In questi giorni si accavallano diverse cose: sono venuti a trovarci la cugina di Fry e il fidanzato dalla Sardegna. Ovviamente ho avuto anche un colloquio e un'altra prova a Lugano, cosicché ieri li ho lasciati praticamente soli per il mattino (in quanto ero a Varese per questo colloquio) e nel pomeriggio siamo andati tutti insieme a Lugano ma sono dovuta scappare presto per andare a fare altre tre ore di prova e li ho lasciati soli a Lugano per diverse ore. E' brutto e sicuramente se avessi potuto evitare non lo avrei fatto. Ma è in gioco un lavoro (anzi per quel che riguarda nello specifico ieri, ben due) e mi sono sentita combattuta.

Partiamo con ordine: Varese, colloquio alle 10.30.

Innanzitutto non capivo da dove dovevo prendere il bus per andare lì, ma chiedo alla stazione dei bus che mi rimanda alla stazione dei treni. Fuori dalla stazione dei treni sono parcheggiati diversi bus senza scritta alcuna, seguo la massa quando capisco che sta andando a Varese (ma giuro che se fossi stata una turista straniera mi sarei sentita in grande difficoltà perché non si capisce una ceppa di minchia).

Dopo un'ora e venti di viaggio arrivo a Varese, che purtroppo ho trovato alquanto triste e corro all'agenzia interinale, la quale, come TUTTE le agenzie interinali, mi tiene lì solo dieci minuti per chiedermi cose che già sono scritte nel curriculum. Ok, mi vuoi vedere, allora perché non ci organizziamo con Skype? A volte mi pare siamo tutti dei trogloditi informatici.
In ogni caso...
Corro a riprendere il bus e perdo per un pelo quello delle 11. Ciapo quello delle 11.30 e sono a como intorno alle 12.30, me la faccio a piedi per la stazione dove ci sono già M. e F. ad aspettarmi (cugina di Fry e fidanzato).

Mangiamo qualcosa al tristo bar della stazione e prendiamo il treno.

Siamo a Lugano verso le 14.30, ma il tempo vola e giusto riusciamo a fare due passi insieme (sotto la pioggia perché sta anche piovendo (col sole!) che devo scappare. La prova è dalle 16 alle 19.

Chiamate a tutto spiano, mi favorisce il fatto di essere veloce e di fare molte più chiamate del mio futuro collega ma lui riesce a prendere un appuntamento e io no così alle 19 ci chiede di fare per l'indomani, ovvero oggi, un'altra prova.
Giuro ero stressatissima, due prove, avanti e indietro col treno, spese per spostarsi e ancora non sappiamo nulla. Così mentre l'altro ragazzotto si farà tre ore, io sono riuscita a spuntare un'ora e mezza. Però la futura responsabile mi ha dato un feedback positivo, dicendo che le piace molto la mia dialettica, ho un ottimo timbro e a volte prendere appuntamenti è solo questione di fortuna. Che le piaccio e sono capace e domani (cioè oggi) mi starà dietro per darmi dei suggerimenti per poter prendere l'appuntamento e che poi parlerò col megacapo: perché per lei vado bene ma temo che lui da me voglia proprio almeno un appuntamento.

Quindi oggi di nuovo a Lugano, di nuovo i miei ospiti da soli per il pomeriggio, mi sento così maleducata...

Inoltre quando esco e attivo il roaming dati (intano Fry era passato a prenderci perché così si fa prima piuttosto che andare a riprendere il treno) mi arriva una email dell'azienda con cui ho collaborato per le interviste alle fermate dei bus per un altro lavoro di 12 giorni e un'agenzia assicurativa che mi chiede il curriculum con foto.

Se da una parte son felice dall'altra confesso amavo la tranquillità del mio librino e passeggiatina quotidiana. Il lavoro se ci sarà, porterà diversi soldi in più ma al tempo stesso meno tempo per fare le cose che vorrei fare con quei soldi. Stay tuned, vi terrò aggiornati...

29 maggio 2014

Rimando il pazzo schizofrenico a un altro post per questa emergenza!

Per tutti quanti siano curiosi di sapere com'è andata ieri la mia prova.
Innanzitutto ero agitatissima. In un momento ho avuto il terrore mi si vedessero le ascelle gocciolare (ero a maniche corte) perché stavo sudando a più non posso, e in un altro momento sentivo fortissimo solo il rumore del battito del mio cuore e anche lì ho temuto si sentisse solo quello mentre i tizi spiegavano cosa dovevo fare. Ma andiamo con ordine.

Arrivo con qualche minuto di anticipo vista la brutta roba fatta il giorno prima di essere arrivata con mezz'ora di ritardo.
E trovo una ragazza che sale con me, anche lei lì per la prova. Nell'ufficione c'era già un altro ragazzo che attendeva sui divani rossi. Cominciamo a parlare perché a quanto pare a tutti hanno dato un pezzo del puzzle per capire di che tipo di lavoro si tratta. Chi sa qualcosa dello stipendio, chi degli orari, chi del tipo di contratto e ci facciamo una mezza idea.

Ci portano nella sala riunioni dove il giorno prima avevo fatto il colloquio. Ci sediamo e ognuno nella sua postazione ha un foglio stampato (con le robe da leggere per la chiamata). La ragazza che il giorno prima avevo giudicato male sembra in realtà più affabile e il megacapo tedesco che il giorno prima mi era sembrato un simpaticone continua a fare il simpaticone ma mi da' l'aria di essere lui a decidere.

Il gioco è questo: abbiamo un telefono cordless che ci passiamo (intanto il numero delle persone è aumentato e coi ritardatari arriviamo a 5) e un foglio con nomi, indirizzi e numeri di telefono da chiamare. Lo scopo è leggere il foglio. Non modificare nessuna parola.
Leggere e basta.

Se chiedono spiegazioni, leggere l'ultima riga.

Se chiedono ancora, rileggere l'ultima riga.
E cercare di fissare un appuntamento col consulente.

Io stavo già morendo. Chiamare? Davanti a tutti? Con lei che stava dietro ad ascoltare? Col megacapo a due sedie di distanza?

E lì ho cominciato a tremare spero non vistosamente, e a sudare copiosamente...

Piano piano mi sono quasi calmata, ma solo quasi, e ho cominciato a fare qualche chiamata anche io. Intanto tra la spiegazione e le prime chiamate era passata un'ora, la sala riunioni doveva essere occupata dai consulenti per una riunione. Per cui ci fanno spostare nell'open space (chiamarlo open space, un ufficio con 3-4 scrivanie). Poi però uno doveva andare via, una (l'unica svizzera) non era interessata, un'altra doveva andare a prendere la figliola e rimaniamo solo io e la ragazza che era salita con me, che credo romana in realtà scopro dopo, essere pugliese.

Ci danno due smartphone e continuiamo le chiamate. Ovviamente ora la ragazza che ci segue da' qualche dritta in più ma il risultato è sempre quello, nessun appuntamento. Prima di fare le chiamate però ci annunciano che faremo una seconda prova, e da' appuntamento a tutti e cinque.

La ragazza, faccia di bronzo, pugliese verace (mi piace perché fa quelle domande che io, intimidita dal nuovo posto, non riesco a fare) mi dice "Eh va bhe, dato che noi ci fermiamo già oggi vuol dire che martedì veniamo a lavorare!".

E difatti alle 19 lo chiede al supercapo in maniera abbastanza diretta.

Questo però ci da' modo, oltre di capire che sarà in effetti una prova, di avere un feedback positivo. Ci dicono infatti entrambi che questa seconda prova servirà per capire se siamo in grado "ma" dice lui "per me siete già in grado" e lei in aggiunta "sì anche secondo me". Questo mi rincuora.

E la pugliese verace, continuando "Poi bhe, parliamoci chiaro, io ho già un lavoro e prendo bene quindi volevo sapere anche che tipo di paga offrite qui"

Il tedesco svizzero o svizzero tedesco chiede "quanto prendi ora?"
"800 di fisso più le provvigioni"

"Ah, io per 800 euro nemmeno ti voglio a lavorare qui, siamo sui 1700-2000"

E l'altra tipa aggiunge "Bhe saranno diversi i compensi perché variano in base alla persona"

Io sbianco di nuovo. Martedì sarà un delirio perché al mattino sarò a Varese per un colloquio e quello stesso pomeriggio avrò questa prova. In più sono stata contattata da un'altra azienda in Svizzera che mi ha fatto un colloquio telefonico e mi ricontatterà per un colloquio in sede, e questo sarebbe un customer care. Anche lì come stipendio non è male, ma le ore sono di più e mi toccherebbero due sabati al mese anche se solo per 4 ore. E' più vicino ma volete mettere lavorare per 5 ore al giorno con un compenso maggiore? Speriamo. E vi tengo aggiornati!

27 maggio 2014

Il mio colloquio schfizzero (e il pazzo schizofrenico sul treno nella prossima puntata)

Lugano è perfetta. Non una virgola fuori posto.

Sarà per quello che per la prima volta in vita mia a un colloquio, decidendo incosciamente di aumentare l'entropia di quel luogo, sono arrivata con mezz'ora di ritardo.
Ma ora vi racconto.

Sono arrivata lì stamattina per fare un giro a Lugano (il colloquio era alle 15 e io sono arrivata alle 11-12 non ricordo).
Bella Lugano, somiglia a Como ma tenuta meglio e con un sacchissimo di negozi, quindi me la sono spassata. Dovevo andare in via dei xxxxx 9... Google Maps mi diceva che era a mezz'ora dalla stazione quindi parto con notevole anticipo, un'ora prima, in modo da andare con calma, anche perché dalla mappa si capiva che era in salita e non volevo arrivare sudatissima.
Perché essendo partita col freddo stamattina avevo la maglia a maniche lunghe e poi indovinate? Il sole! Il caldo! Ma uff insomma comincio a camminare, la strada presto diventa in salita: penso di aver camminato più di 20 minuti in salita, ma salita pesa, perdendomi più volte e riprendendo la strada. Chiedevo in giro e nessuno conosceva sta cazzo di via, e poi era tutta residenziale, ma sai quello non vuol dire.
Almeno in italia tanti uffici sono nei palazzi quindi boh! Dopo un po' che girovagavo, ormai madida di sudore e puzza (meno male che prima ero entrata in profumeria e mi ero spruzzata il profumo di kenzo che mi piace un sacco), controllo su internet dove si trova quest'assicurazione in cui dovevo fare il colloquio.. e si trova in VIALE dei xxxxx - non via dei xxxxx, a 48 minuti di distanza da dove mi trovo.
Mancano ormai 10 minuti alle 15, mi sento morire: io che odio arrivare tardi. Li chiamo e spiego la situazione, che sono a piedi e mi trovo dall'altra parte della città e che ci metterò mezzora ad andare da loro, mi scuso ma "il navigatore" mi aveva portato in via dei xxxxx.. Dice che fa niente e di arrivare quando riesco.

Sapete cosa significa volare senza staccare i piedi da terra? Cioè ho volato! In mezz'ora sono lì, tutto a piedi, ho male ovunque!

Mi fanno compilare un foglio dove devo indicare le mie esperienze lavorative (ma hanno il mio CV, vabbhe, zitta e compilo).
Entro e sono in due, una donna (che sarà la futura responsabile del call center, che mi guarda in cagnesco, svizzera tedesca con un accento marcato) e un uomo, svizzero tedesco anche lui però un po' più sciolto, infatti abbiamo anche riso e scherzato.
Praticamente aprono un call center per prendere appuntamenti, è tipo vendita ma non fai il contratto, gli mandi solo il tipo che poi gli farà il contratto. Quindi devi convincere chi ti risponde a prendere appuntamento "senza impegno".
Mi dice che sono 5 ore di lavoro da lunedì a venerdì e poi mi fa: "Cosa ti aspetti come stipendio?"
Io, facendo un po' la gnorri, pompo un po' lo stipendio part time italiano e dico: "Mha 700-800 euro, non so bene quanto siano poi gli stipendi svizzeri"
Lui mi guarda e fa "e se ti dicessi 2000?"

Sbianco:  "Ci metterei la firma!" esclamo e si mette a ridere. La donna no, sempre di ghiaccio;  mi chiedono di fare una prova venerdì, dico che devo andare dalla suocera: "impegni familiari", dico.

Lui mi fa "Bhe manda solo lui (ride)"

"Non posso, è un impegno preso da tempo"

"Va bene, allora domani alle 16, facciamo due o tre ore di prova e vediamo come va"

Insomma per 5 ore di lavoro così ben pagato posso anche farlo un lavoro di merda no? Vediamo domani, ora stasera, voglio solo riposarmi, sono distrutta...

23 maggio 2014

Del Karma

E finalmente è finita quest'avventura del lavoro. Oggi ho trovato della concorrenza alle fermate. Ragazzotti assunti da un'altra ditta che facevano un questionario simile al mio, ma sulla carta. La cosa figa è che per loro se fanno un'intervista a metà possono considerarla valida mentre noi no, sul tablet non puoi mandare via le interviste a metà.

Stamani, mentre aspettavo il bus che mi avrebbe portato a Erba, mi sono fatta intervistare da una ragazza che era lì alla stazione dei bus. E poco dopo mi è arrivata una chiamata da un'azienda di Lugano per fare un colloquio. Prima però (o forse dopo? non ricordo, mi piace pensare che fosse prima) ho visto che un ragazzotto stava facendo i biglietti ma gli mancavano 10 centesimi per comprarlo, allora glieli ho dati io. Mi piace pensare che il karma esista. E infatti.

O magari non esiste ed è stato culo, non mai detto che mi prendano, però mi sto dando da fare. E da una parte, evviva evviva, dall'altra, oh cazzo, ora che me la potevo spassare alla grande...

Sono felice di aver terminato quest'avventura per questo lavoro. Stare in piedi non è affatto bello e la mia schiena ne sta soffrendo parecchio.

Per quanto riguarda il mio look ho deciso di comprarmi dei pantaloni alla turca, quelli larghi larghi col cavallo basso. Li ho sempre presi per il culo ma ho sempre preso per il culo anche le ballerine alla fine le ho comprate (sì sono di decathlon e non sono cessi come le ballerina normali però sempre ballerine sono). In più una bella gonna lunga non sarebbe male. Da Tiger ho comprato una bandana da legarmi intorno ai capelli a mo' di fascia da Pin-Up. Quando riuscirò finalmente a tagliarmi i capelli alla Quorra e a farmeli turchese sarò ben contenta.

Canzone del giorno: Abbandonati Il Grande Omi


30 agosto 2013

Cercolavoro

Sono in cerca di lavoro. Da più di un anno, da quando sono entrata a lavorare qui. Non ci sto dietro con gli orari.
Ho sempre creduto che il tempo fosse la cosa più importante e preziosa e me lo sto facendo rubare tutto in cambio di denaro.

Cercare un lavoro mentre stai lavorando (full time e con turni spezzati) è più complicato di quanto pensiate. Purtroppo il 90% degli annunci in cui non si richiede esperienza riguardano venditori porta a porta.
Lo si può dedurre da poche semplici informazioni:
 - richiedono gente dinamica e promettono un'azienda dinamica
 - cercano persone anche alla prima esperienza
 - in genere quando siete contattati telefonicamente chiedono di portare un curriculum con voi (cosa strana dato che glielo avete spedito)

Quando arrivate lì spesso vi fanno accomodare e compilare un foglio in cui scrivete i vostri dati, che la segretaria appunta insieme al vostro curriculum appena portato. E notate che c'è altra gente a fare il colloquio, il numero è variabile da 3 a 6 persone oltre voi.
Avete l'impressione che tutto sia raffazzonato, messo lì solo per darvi l'illusione di essere fissi in quella sede: magari c'è anche un acquario ma ha i cavi per le luci un po' volanti, sul campanello c'è il nome attaccato con lo scotch e scritto col pennarello.

Il colloquio è qualcosa di mistico. Fanno parte di una grande azienda, hanno tanti clienti, il lavoro è vario. Con queste tre cose riescono a produrre periodi più o meno lunghi pieni di niente. Dopo 15 minuti di parlare senza dire nulla mettono un freno: "Il lavoro è vario e complesso, la invito a venire domani per una giornata di prova".

Questa è la prova definitiva. Si tratta di un lavoro porta a porta, vi faranno scorrazzare per la città (se siete fortunati la vostra, altrimenti chissà dove vi portano) con uno che fa questo lavoro da anni, dice, che guadagna un botto, dice e se decidete di entrare nel loro grande mondo avrete possibilità di carriera. Dice.

Che poi, mica si può sperare di lavorare e guadagnare subito? Questo è il nuovo mondo dinamico e giovane del lavoro. Tu ti fai il culo, e qualcuno sopra di te ci guadagna. Finché non sali tu di livello, e forse lì hai qualche speranza. Ma se si chiama sistema piramidale un motivo c'è. Alla base c'è la manovalanza, e si tratta di un sacco di gente. Man mano che vai su, ce n'è sempre meno.

Per fortuna non ci sono mai cascata: non ho mai fatto la giornata di prova (benedettosiainternet) perché google mi ha messa in guardia dai vari finti nomi di aziende di facciata.

Per tornare al discorso principale, cerco lavoro.
Ma devo centellinare i miei permessi quindi mi tocca escludere qualche annuncio, sperare che non si tratti della solita fregatura (vedi sopra). Al lavoro sono impossibilitata a rispondere al telefono e quando provo a richiamare spesso trovo un numero sconosciuto, o di un centralino impossibile da richiamare. Insomma spero nella buona sorte.

Ad oggi ho ottenuto un solo colloquio che potrebbe andare. Sono andata anche al secondo appuntamento.


Il primo colloquio è stato un test attitudinale con annesso un test di logica. Quando ho riconsegnato il mio foglio ho scoperto che il tizio che ci aveva consegnato i test era di Torino (l'azienda è di Venezia) ed è stato volontario all'UGI come me.

Il secondo colloquio è stato suddiviso in due parti: colloquio di gruppo e colloquio individuale.

Il colloquio di gruppo è una sorta di gruppo di alcolisti anonimi sotto falso nome.
"Ciao, mi chiamo Carla"
in coro: "Ciao Carla"
"Sto cercando un altro lavoro"
e via discorrendo.

Dopodiché il simpatico animatore (ovvero il detentore del potere di un + o un - accanto al tuo nome) fa partire una discussione. Presa a caso da internet.
Meglio, da una app che mostra le prime notizie del giorno.
Tema della discussione: "Fisco: secondo la UIL con la Service tax si risparmieranno in media 145 euro a famiglia".

Ci guardiamo. E cominciamo a parlare a ruota. L'unico fanciullo sostiene che sembra si tratti di una scontistica. Ribatto dicendo che in effetti pare una promozione. E poi che media sarebbe? Dove prendono i dati? Chi ha 5 case risparmia? Chi ne ha una sola ci perde?

E' importante in queste cose non stare zitti. Di' una cazzata ma dilla. Il non avere opinione in merito è forse peggio che dire una stronzata. Difatti le persone che sono state zitte poi hanno dovuto giustificare il loro silenzio; "io non mi interesso di politica" non è una bella roba da dire.

Comunque sono in attesa di una risposta. Con questo lavoro ci andrei a perdere in fatto di soldi, ma a guadagnare col tempo. Trattasi infatti di un lavoro 16-22 da lunedì a venerdì + un sabato a rotazione al mese. E avrei tempo. Per un corso, per cercare altro, per qualsiasi cosa.

Poi diciamocelo, sto parecchio male qui. Quasi ogni mattina ho il magone ad entrare in quel posto.
Per dirvene una: sabato sera stiamo organizzando per una cena coi colleghi. Fry mi dice "Ma non li vedi già abbastanza?" - domani infatti lavoriamo 10 ore.

"Sì" rispondo "ma non ci parlo quasi mai, non posso parlarci, non so quasi niente di loro. E' un lavoro alienante che mi impedisce di socializzare e sono ben contenta di scoprire cosa fanno oltre a lavorare lì".

Pensateci.

P.s. Ho ricevuto frasi di stima per la discussione avuta su facebook che potete vedere un paio di post in là. Sono contenta, per me è un enorme passo.

E una notizia strepitosa. Un amico (di sventure, come si suol dire) scrive un libro e mi ha chiesto se posso leggergli le bozze. Mi sono emozionata a leggere la mail, so che probabilmente è una cosa stupida ma per un attimo mi sono sentita importante.

01 maggio 2013

Feuer Frei

La sera del 26/4 oltre a festeggiare il mio compleanno, qui a Bologna c'è stato un evento più unico che raro: il concerto dei Rammstein (che ben consci del mio compleanno hanno pensato di farmi una festa a dovere, con un sacco di gente, bella musica e spettacoli pirotecnici).



Inutile dirvi che il concerto è stato meraviglioso. Da quella distanza sentivo il calore delle fiamme, l'odore di cherosene, le vibrazioni del pubblico, la maschia voce di Till, il fascino del tedesco. Non voglio sbilanciarmi ma credo sia stato il più bel concerto mai visto (70 euro ottimamente spesi). Ringrazio anche Umberto e Roccio che sono venuti da Firenze apposta sperando in un'esplosione di bocce e culi e cosce non verificatasi (in effetti a parte magliette nere o persone particolarmente truccate erano tutti abbastanza sobri).

Quando vado a questi concerti molto grandi passo da un momento di delirio e felicità totale a un post concerto di depressione in cui un po' invidio questi artisti e un po' mi rendo conto che la mia vita, per lo meno quella lavorativa è una merda. Così prima di passare alle lamentele vere e proprie vi posto qualche video fatto da un'amica che era seduta dalla parte opposta.

Dovete capire che Till è una sorta di sex symbol per me, un Piero Pelù tedesco ma molto più maschio, che mi riporta all'adolescenza più cieca, quella fatta da tanti ormoni e poi, forse, un cervello.

Rifatevi gli occhi, io questi video li ho visti e rivisti più volte, oltre ad essere stata al concerto e a stare stressando Fry da giorni, nonché a pensare seriamente di tornare a Luglio a Roma a sentirli...




















Questo solo per farvi capire che razza di spettacolone abbiano fatto. Inoltre, da bravi tedeschi, hanno cominciato alle 21 in punto. Testimoni hanno raccontato di averli visti arrivare alle novemenocinque, e poi si dice degli svizzeri.

Dopo il concerto ci siamo beccati con altri amici e Fry che è passato a recuperarci e siamo andati a becri una birra. Non so se è stato il freddo post concerto (che freddo non faceva ma dentro posso affermare sul serio che ci fossero le fiamme dell'inferno) ma domenica notte ho vomitato, lunedì sono stata a casa, ma con gran coraggio martedì, ieri, sono tornata al lavoro, e oggi, giornata  di sole e festa, sono chiusa a casa perché (scusate il francesismo) "piscio dal culo" e sono un po' disidratata.

Il ritorno al lavoro è stato traumatico. In più una mia collega (penso di poterla definire correttamente un'amica) ha deciso che il 31 luglio, ultimo giorno del suo contratto, sarà il suo ultimo giorno in azienda. Mi spiace a livello personale ma la capisco tantissimo.

Lei lavorava, e viveva, in un'altra città da 11 anni per questa azienda. Il megadirettore l'ha personalmente voluta a Bologna dopo che quel magazzino è stato chiuso. Lei si è trasferita qui nella speranza in futuro di far trasferire anche il fidanzato. Però le hanno fatto un contratto a termine fino al 31/7 (aveva infatti un contratto a tempo indeterminato). Non chiedetemi perché. L'hanno nominata viceresponsabile e senza spiegarle granché, l'hanno messa lì a un lavoro di responsabilità e a uno stipendio pari al nostro. A stretto contatto con la nostra responsabile che, purtroppo, non è molto abile nei rapporti sociali. Lei aveva cominciato a dimagrire, non dormiva, aveva mal di pancia e quindi ha preso una decisione. Tornare nella sua città.
Ma prima ha fatto una cosa che merita tutta la mia stima. Ha chiesto un colloquio privato con la responsabile e il megadirettore, e con loro due lì davanti ha sviscerato tutto quello che c'era da dire. Che la responsabile le aveva detto di fare la Hitler con noi per tenerci in riga (questa cosa in effetti l'ho sentita con le mie orecchie quando ero seduta lì) e poi la accusava di creare una brutta atmosfera al lavoro, non la salutava mai, non le dava credito mentre dava credito a due personaggi che te li raccomando (alcune persone possono capire di chi parlo se dico duckface?), ha sviscerato davanti al megadirettore il fatto che la responsabile fosse assolutamente disorganizzata e in ufficio si lavorasse male, e che creasse proprio lei un ambiente ostile.
In tutto questo lei non ha detto niente, non ha risposto alle accuse, poi però è stata 40 minuti in colloquio personale con il megadirettore che chissà che le ha detto.

In tutto questo sia io e che una mia amica/collega dark stiamo sempre male, lei anche per motivi personali, io ogni due-tre mesi ho qualcosa di psicosomatico. In generale sono diventata molto apatica.
Essì, ditemelo, "baciatiigomitituchehaiunlavoro", sono stanca di sentirmelo ripetere. E' per colpa di queste affermazioni che ora le gente accetta qualsiasi compromesso per lavorare. Abbiamo scelta? No? Io ho scelto di lamentarmi del mio lavoro di merda ma me lo tengo finché non trovo altro, spero in fretta. Intanto ho un colloquio, non vi dico comecosaquando per scaramanzia. Ma incrocio le dita. Per me sarà una enorme conquista non lavorare più il sabato e tornare a orari decenti a casa. Poter fare la spesa normalmente, tornare a cucinare, fare tutte cose che magari voi fate normalmente e dite a me baciatiigomitichehaiunlavoro. Sono arrivata a sperare di aver la febbre per starmene a casa e oggi, nonostante i dolori di pancia, sono contenta al pensiero che passerò i prossimi due giorni a casa, anche perché non credo che questa cosa si risolvi presto e voglio essere in formissima per Berlino.

Vi lascerei con una canzone del giorno, ma ve ne ho lasciata più di una poco su. Grazie a tutti per la bella esperienza, la bella serata. Andare a vedere questo concerto mi ha dato una nuova spinta per rimettermi a studiare il tedesco (se cambio lavoro sarà più facile per me fare un corso serale ad esempio) e riprendere a suonare il basso.

22 gennaio 2013

Faq o fuck?

Così crollano piano le speranze. Oggi avevo un colloquio, il primo da mesi, il primo da quando lavoro qui...
Sapevo che era un colloquio fuffa ma avevo bisogno di andarci per sapere di avere qualche speranza.

Anche se fosse stato un colloquio come fotomodella, ben sapendo di non avere mezza speranza e di sentirmi mediamente cacca dopo averci provato, ci sarei andata.

Così penso a quello che mi si potrebbe chiedere e alle possibili risposte. Stamani tra una mascarata e l'altra, uno sbuffo di blush e uno di ombretto pensavo alle parole che avrei potuto usare. Ma oggi non mi sono state fatte domande. E' stato un monologo del tizio dall'immenso cranio pelato e i profondissimi occhi azzurro cielo che mi hanno spiegato che tipo di lavoro sarei andata a fare.
Per farvela breve la responsabile di un gruppo di promoter, scelte da me e istruite da me. Dalle quali avrei ricavato delle provvigioni (loro mi garantivano un fisso di 500 euro al mese) più un'altra percentuale su miei personali target.

Diciamocela. Faccio un lavoro di merda, ieri dal nervoso mi stavo mettendo a piangere, ma lasciare un posto in cui guadagno sicuro e ho un contratto (in questo nuovo posto mi farebbero un contratto di collaborazione) è una pazzia. Potrei farlo se avessi 20 anni ma non mi pare il caso.

Così mentre tornavo a casa con indosso il mio nuovo cappottino verde H&M (gentilmente consigliato dalla mia nuova collega dark, la quale mi ha anche detto che sono "troppo uguale al suo ex coinquilino") pensavo a cosa avrei potuto rispondere se mi si fosse posta la famigerata domanda: "Ma lei come si vede tra 5 anni?"
Ci pensate a quanto sarebbe destabilizzante rispondere la verità? Per una volta sola.
Io non ho nessunissima idea di come sarò tra 5 anni. Penso a migliorare la mia situazione attuale, a gestire al meglio il mio tempo libero. Tirando per una strada e arrangiando il tiro se mi accorgessi che non fosse quella giusta.
Ho cominciato a lavorare e non mi sono laureata anche sfruttando la mia iscrizione alle categorie protette; non ho pensato per cui a studiare pensando di trovare lavoro facile dato che la mia invalidità era dichiarata permanente. Ma poi a Firenze hanno deciso di rivedere il tutto e ora mi trovo con meno possibilità lavorative e nessun titolo di studio. Come mi vedo tra 5 anni? Spero che tra cinque anni nessuno mi rivolga mai una domanda così idiota.

Canzone del giorno: Appena un po' P.F.M.


10 maggio 2012

Sarà ora? Potrò dirlo?

Ieri avevo il mio colloquio all'azienda finale, uno di due, dato che per la stessa azienda avevo il colloquio piazzato anche per venerdì.
La cosa positiva è che il bus ci mette 10 minuti a portarmici. La cosa negativa è che passa ogni mezzora. E arriva lì un minuto dopo l'appuntamento. Per dire, avevo il colloquio alle 11, il bus passava alle 11.01. Per evitare il ritardo e permettermi il mio graziosissimo anticipo di 5 minuti, quel tanto che basta a non apparire ansiosa e quel minimo che serve loro per capire che sono una persona puntuale e seria, sono arrivata alle 10.31. "Tanto c'è un bar lì davanti", lo avevo visto con street view. Peccato che sia chiuso e lì intorno non ci sia niente. Così faccio due passi nel niente perché davvero, a parte il palazzone colorato di fronte e un discount in cui non ho intenzione di entrare, non c'è davvero nulla. Faccio un giro attorno al cancellone e noto questi cartelli rassicuranti:


Meno male che ci sono tanti papaveri lì attorno. I papaveri mi mettono serenità perché sono fiori stupendi, che crescono ovunque, e accendono di colore la primavera.
Penso potrei stare lì a guardarli per ore.


Non è che abbia tutto questo tempo, ormai è ora di entrare ma non capisco esattamente dove sia il cancello principale finché non vedo entrare un furgone in un cancello comandato elettronicamente. Sul cancello si trova una scritta che fa pressappoco così: "Scendere dal veicolo, citofonare e presentarsi. Zona protetta da guardia armata".
Cavoli.
Citofono e mi risponde la guardia che mi chiede chi sono, nome e cognome, e perché sono lì.
Apre il primo cancello e arrivo a un secondo cancello con una seconda recinzione in metallo e il filo spinato tutto attorno. Manca la scritta "Arbeit macht frei" e ci siamo.

Arrivo al gabbiotto della guardia che mi dice di salire al primo piano. Trovo una sala d'attesa con un divanetto, tre macchinette per caffè e snack vari. Vedo arrivare verso di me una ragazza dal corridoio, probabilmente un'altra candidata, scendere le scale e andare via. Arriva una signora che mi chiama e mi dice di seguirla. Ci presentiamo, mi siedo e la primissima cosa che mi dice è: "Curriculum lunghissimo e molto interessante". Sorrido compiaciuta, è la prima volta che mi dicono una cosa del genere. Anzi no, ma la persona che me l'aveva detto in precedenza era l'insegnante di comunicazione del corso Java.
"Sei un'artista!", continua. Sorrido imbarazzata "bhe sì" cercando dentro di me la definizione corretta di artista e cercando nei suoi occhi un segno di approvazione perché questa definizione sia una cosa buona per lei. Sorride. Mi tranquillizzo.

"Coltivi piante carnivore, come mio figlio!". Bene, penso, questa cosa mi farà ottenere il lavoro. E comincio a parlare delle piante carnivore. "Hai allevato insetti stecco, hai proprio tante passioni. Sìsì andresti proprio d'accordo con mio figlio". Attacco con la pippola della passione per la natura e gli animali. "Ti piace anche la fotografia" e attacco con la pippola della mia recente collezione di macchine fotografiche analogiche. "Parlami delle tue esperienze lavorative". So che questo lavoro è di customer care e il problem solving è una caratteristica ricercata. Quindi racconto di quando lavoravo all'892424 e sono riuscita a trovare una renna finta in dimensioni naturali a un cliente. "Com'è che non l'avevo vista questa esperienza dell'892424 nel tuo curriculum? In che pagina è?" ride, facendo riferimento al mio lungo curriculum. Racconto di come a Firenze gestivamo il cliente e come funzionava il back office.
Credo mi abbia presa in simpatia.

"Ah sei di Torino, sai che abbiamo anche una sede lassù?" Sì, a Rivoli, rispondo. L'ho visto sul vostro sito, sono andata a curiosare "Hai fatto bene!".
E mi spiega il lavoro, è un customer care, inserimento ordini di farmaci per le farmacie. L'orario è l'unica pecca 9-13, 16-20 e lavorerei due sabati mattina al mese. Però ho il bus che in 10 minuti mi porta a casa e c'è anche la mensa interna, quindi non dovrebbe essere malaccio. Devo riorganizzare il mio tempo, tutto qui.
"Cosa vuoi fare da grande?"
Penso che mi ha preso in simpatia, che mi ritiene un'artista, allora esclamo "l'astronauta!". Ride e commenta con un "Sì, saresti il tipo".
Ma incalza subito dopo perché, e questo me lo dicono a tutti i colloqui, non vogliono impiegare del tempo con una persona che poi magari li molla per andare a fare qualcos'altro, "chessò, la fotografa ad esempio".
Mi porta a vedere il call center ma appena ci alziamo chiedo info sul contratto "Ah giusto, risediamoci".

Finita la spiegazione mi porta a vedere il call center, vedo le postazioni vuote dove andranno i nuovi computer e mi specifica che anche se sarò interinale per un po' la loro intenzione è un ampliamento del personale perché avranno più negozi da gestire. Quindi se me la gioco bene posso anche lavorarci tranquillamente. Mi porta a vedere il magazzino che è interamente automatizzato.

Mi ricordo del doppio colloquio di venerdì e dice di essersi accorta di aver ricevuto i miei due curricula, ovviamente mi dice anche di non ripresentarmi venerdì.
Quindi ci avviamo verso il corridoio che porta alle scale e mi dice una cosa che mi lascia molto bene "di solito alla fine del colloquio dico che devo sentire altre persone ma tu mi hai fatto un'ottima impressione e mi sento tranquilla nel dirti di tenerti libera, ok?"
Bhe sono molto contenta inutile dirlo.
Quindi esco e chiamo l'agenzia interinale perché mi aveva chiesto un feedback e racconto del colloquio andato bene e di quest'ultima frase. La ragazza mi dice che chiamerà l'azienda per avere anche un loro feedback e poi mi ricontatta. Mi richiama nel pomeriggio per dirmi che comincio il 4. "Davvero? Se mi dici così non cerco altro lavoro, posso stare tranquilla?" - "Sì stai tranquilla, ci sentiamo poi per la firma del contratto".

Ora sono in fibrillazione perché non sapendo se avremo ferie quest'estate, vorrei partire a fine maggio per Berlino. Ma è ancora da vedere, solo non so se ci resisto con l'idea di non poter andare a fare una vacanza.
Per cui sono in fase di stallo, contenta da una parte, angosciata dall'altra. Depressa ed euforica. Stanca e galvanizzata.
Che palle di periodo.

08 maggio 2012

Contesa tra due agenzie interinali

Ieri ho avuto tre colloqui, sì, tre. Sono stata in giro tutto il giorno e sono tornata a casa mezza morta. Per me tutta l'energia impiegata nei colloqui sta non tanto nel pensare a cosa dire (o a non dire cazzate) ma è concentrata nel non sbadigliare. Quando parte la pippola del racconto aziendale (chi siamo, cosa facciamo, perché esistiamo, cosa cerchiamo) il mio cervello cade in uno stato di sonno profondo e parte il meccanismo automatico dello sbadiglio. Credetemi, frenarlo è quasi impossibile, e dopo una mezzoretta di colloquio generalmente sono stanca morta.

Andiamo con ordine. Il primo colloquio era alle 10.15 del mattino ma fuori Bologna. Cerco come arrivarci e il bus più vicino si ferma a 2 km circa dal luogo del colloquio. Le zone industriali sono così, ci passano pochi bus e quelli che passano ci arrivano solo due volte al giorno. Alle 8 del mattino e alle 17, senza contare che le persone che ci lavorano potrebbero fare orari differenti. Va bhe, gambe in spalla e vado. Arrivo alla fermata, nel nulla, troppo presto. Così decido di prendere un caffettino. E mi ritrovo nel bar peso dei bar pesi. Il barista/gestore fuma dentro al locale e sopra la sua testa capeggia una minacciosissima insegna "vietato fumare". Vorrei cazzeggiare un po' ma il gestore/barista sta fermo in piedi davanti a me attendendo la fine del mio caffè (nel bar non c'è nessuno) e mi mette in soggezione. Così finisco il mio caffè e mi avvio per la strada. Dopo un paio di metri percorsi mi accorgo che la strada è chiusa e nel bel mezzo ci passa la ferrovia. Così prendo una strada secondaria percorrendo un micromarciapiede con le macchine che mi sfrecciano accanto. Da quella strada, che è ancora abbastanza decente per un pedone, passo a una specie di statale, dove cammino cercando di non uscire dalla linea bianca che costeggia lo stradone. Cosa positiva, ho visto una bella ghiandaia. Cosa negativa, stavo scivolando sul fango.

Cammina cammina arrivo al posto designato per il colloquio, dove i camion sfrecciano e appunto il marciapiede non esiste, nè attraversamenti pedonali, nè sicurezze per persone a piedi, nè bus che passino a orari decenti. Ho le scarpe sporche di fango e le pulisco alla meno peggio sul praticello lì davanti, sono sudatissima ma non voglio levarmi la maglia a maniche lunghe perché temo si vedano le ascelle pezzate. Mi acconcio un po' per sembrare normale ed entro. Mi fanno accomodare e comincia il colloquio.
Il posto di lavoro è fantastico, mi piace il loro modo di pensare, di essere scialli, mi piace anche il tipo di lavoro. Peccato per il posto, irraggiungibile a piedi (anche se tra qualche mese si trasferiscono qui in città) e per la paga. Essendo un part time di 4 ore mi pagano poco. Il giusto per un part time ma poco per tirare avanti. Ripeto, sarebbe la mia prima scelta ma devo badare anche a questo, non posso cercare un secondo lavoro, è già difficile trovare il primo. Anche vendendo oggettini fatti da me non riuscirei comunque a racimolare quanto mi serve per uno stipendio completo e il contratto che mi offrono è a progetto.

Il colloquio è andato bene, mi sembra di avere competenze e esperienza necessaria. Al tizio è garbato che fossi anche una grafica (nel caso serva qualche volantino) e che mi piacessero tanto gli animali ("se ci fosse qui mia moglie direbbe di assumerla subito").

Esco un po' pensierosa. Mi piace ma con questo stipendio non si tira avanti. Decido di non pensarci finché non arriva il momento di scegliere. Ovviamente se non trovo altro, accetto. E sono ben felice di farlo, ma dovrò ingegnarmi per arrotondare, diciamo raddoppiare, le entrate.

Vado in centro a Bologna, voglio andare in biblioteca e cercare che tipo di volatile ho visto (non sapevo ancora fosse una ghiandaia) ma la sala borsa è chiusa. Per cui giro per librerie sfogliando atlanti ornitologici finché non la trovo. Ah ora sono soddisfatta ma manca un sacco al colloquio. Faccio due passi e poi vado a piedi all'agenzia interinale.

La tipa è vivace e parla in fretta ma mi sembra molto chiara. Il lavoro è di customer care, inserimento ordini ecc. Full time contratto commercio. Interinale rinnovato di tot mesi in tot mesi ma l'azienda ha intenzione di tenere la persona, se valida, almeno 1 anno-1 anno e mezzo. Orario un po' del kaiser (si lavora due sabati al mese, ci sono due ore e mezza di pausa, quindi si esce tardi). Ma la paga è intera e decente, avrei 13esima e 14esima e sarei quasi sicura di lavorare per un po'.
Ovviamente non c'è paragone. Per quanto il primo posto mi piaccia tanto, qui ho una vera paga e un vero contratto. Anche se interinale per un bel po'.

Il colloquio è andato bene, questo è il lavoro che facevo a Firenze e in parte qui a Castelfranco.

Ora il terzo colloquio presso un'altra agenzia interinale. In realtà era alle 17 ma chiedo di anticiparlo perché riesco a essere lì prima.
Dopo circa 5 secondi di colloquio capisco che si tratta dello stesso posto di lavoro del secondo colloquio. Grande imbarazzo.
Chiedo il nome dell'azienda finale: coincide.
Ragiono un attimo e penso che sarebbe parecchio imbarazzante ottenere due colloqui per lo stesso lavoro ma con due agenzie diverse quindi glielo dico. Che ho già un colloquio nell'azienda finale con un'altra agenzia.
Panico.
Mi dice che si informa, fa una chiamata e sento che dice ".. bhe se l'altra agenzia non ha ancora mandato il curriculum la candidata è nostra".
Mi chiamerà l'indomani per farmi sapere se faccio un colloquio con loro o no. Ora mi hanno chiamata e ho due colloqui fissati con l'azienda finale per lo stesso tipo di lavoro. Cosa fare?
Se posso scegliere l'agenzia interinale presso cui stare scelgo la prima. Per cui andrò sicuramente mercoledì al colloquio presso l'azienda e se loro non si sono accorti di avere due nomi (se avessero annullato l'appuntamento di mercoledì la prima agenzia interinale penso mi avrebbe chiamata per chiedermi info) glielo dirò. Del resto non è che andando due volte ho il doppio delle probabilità di essere presa. Anzi farei perdere tempo alla tizia che deve vedermi, col rischio di fare una pessima impressione. E' fantastico perché sì, i due annunci erano simili, ma non avrei immaginato mai si trattasse dello stesso lavoro per la stessa azienda.

Quindi quando esco dal colloquio sono agitata a palla. Ho fatto bene? Ho fatto male? Dovevo stare zitta? E ora cosa devo fare? Chiamare la prima agenzia? Lasciare perdere e presentarmi mercoledì e spiegare la situazione? Mi sono giocata il posto?

Che stress.

Canzone del giorno: Sirius Alan Parsons Project

09 marzo 2012

Il mio colloquio in agenzia immobiliare

Mi ci vedete a vendere case? No? Bhe, nemmeno io.

Quando cerchi un lavoro non puoi essere troppo schizzinoso, e quindi sì andiamo a fare sto colloquio.
L'agenzia immobiliare, che non nominerò, è molto famosa. Diciamo che è L'Agenzia, con la elle e la a maiuscole, di più non dirò.
Appena arrivo, un signore mi fa accomodare e mi chiede di compilare un questionario. Oltre alle cose basilari, esempio: il mio nome, mi vengono chieste cose del tipo "indicare 6 valori/princìpi importanti nella mia vita", oppure "indicare 6 aggettivi inerenti al mio lavoro ideale". Insomma mi sono spremuta talmente tanto le meningi che alla fine stavo scrivendo a caso anche il mio nome.
Una domanda del tipo "come ti vedi tra 10 anni?" semplice per la maggior parte della popolazione, per me è grossa crisi, per intenderci.

Insomma una volta compilato il mio questionario "mirato" arriva la parte del colloquio. Mi fanno accomodare in un'altra stanza dove un signore, mister agenteimmobiliarenumerouno, mi stringe la mano cordiale e si siede, facendo luccicare per bene la spilletta col logo dell'agenzia sul giacchino.
"Cosa sa di (nomeazienda)?"
"Bhe, siete un franchising, vi occupate della vendita e dell'affitto di immobili e probabilmente siete i più diffusi a livello nazionale"
Noto un sorrisino compiaciuto nel boss, mi conferma quello che ho appena descritto ma il lavoro che mi propone è "ni". Si tratta di essere lavoratori totalmente autonomi con partita IVA. Non dico niente ma la mia espressione parla per me, è evidente che mi aspettavo un tipo di lavoro diverso (ma davvero voi, agenti immobiliari, siete tutti lavoratori autonomi con partita IVA o questa è una realtà a sé?).

Comunque dopo la stretta di mano e la mia ammissione del fatto che speravo in un'offerta diversa, dico al boss di pensarci entrambi, perché non voglio chiudere la porta a questa "eventuale" opportunità. Mi da' il biglietto da visita ed esco pensando a se mai lo avrei richiamato. A dirla tutta oggi non so nemmeno dove ho messo quel biglietto da visita.

Mi spiace, ho un pochino di tempo e preferisco cercare un lavoro un pochino meno e un pochino più (inserire aggettivi a caso, a seconda dei propri gusti personali).

08 marzo 2012

Due pazze in centro a Bologna

Chi dice che in rete si incontrano solo maniaci non ha mai girato la rete. La rete è come una grande città, puoi trovare i delinquenti e le persone giuste, bisogna avere buon senso e pazienza e possono nascere amicizie e rapporti incredibili. Ma veniamo ad oggi! Oggi una mia amica, Zion, ha preso un giorno di ferie per venirmi a trovare da Milano e fare acquistini cosmetici, e non. insieme, far quattro chiacchiere, insomma passare un po' di tempo insieme. A me devo dire la cosa mi ha stupito, capita raramente che un'amica prenda un giorno di ferie per me, per questo e perché mi trovo molto bene con lei, ero contenta come una bambina che scarta il regalo di Natale (e Natale poverino è rimasto senza - ahahah miss simpatia lo so!). E indovinate come l'ho conosciuta? Un popò di anni fa, quando nacque il mio blog. Nel lontano 2005-2006.

Per cui arrivo zompettando in stazione, in ritardo perché il mio trenino ha deciso di fare tardi, e intanto mi chiama. Lei è già al binario, le dico dove sono, ma optiamo per vederci all'uscita ma "non quella principale, l'altra". Mi metto su piazzale ovest e aspetto. Mi richiama, è sul mio (ormai ex) binario!

Abbracci, baci, evvai! Si parte. Cominciamo con un bel giretto per via Indipendenza, tappa obbligata da Kiko dove ricompro un mascara, una "tinta per sopracciglia" (sìsì avete capito bene) e un gel per pettinare le sopracciglia. Ce lo avevo ma l'ho perso misteriosamente a casa di Fry le prima volte che sono andata a trovarlo. Lo avrà mangiato Maya.

Passeggiando passeggiando siamo arrivati alla chiesa di S. Petronio che Zion non aveva mai visitato. In effetti quando ha abitato a Bologna non ha avuto molto tempo per visitarla. Così entriamo e in effetti, bhe fa effetto. E' proprio una bella chiesa. Le ho raccontato a grandi linee la storia (perché io purtroppo non ricordo mai niente e copro le mancanze con la fantasia, però potrei non essermi inventata troppo). Dopodichè saltino al museo, all'interno della basilica, dove ha comprato delle caramelle fatte dai frati ghtyauefensi (non ricordo, abbiate pietà. Forse erano camaldolesi...) - approposito com'erano le gnam gnam?

Tappa da Sephora dove constatiamo, purtroppo, che a Bologna non è ancora arrivata la Urban Decay... Peccato perché cercavamo proprio la loro mitica primer potion, ma troviamo una valida alternativa della benefit (o too faced, sono due marche che confondo *sempre*) - ah no era la benefit, perché tra i suoi prodotti aveva la bene-tint, e per assonanza...

Esploriamo il piano di sotto pieno di ombrettini marchiati Sephora ma soprattutto la palette per lo smokey eyes. Totalmente inutile resistere. Scivola in borsa così facilmente!

Quindi succede una cosa buffissima, Zion doveva stampare la mail del biglietto del viaggio di ritorno, così abbiamo anche la fortuna di incontrare un internet point sul nostro cammino. Entriamo e un omino sta fotocopiando un libro. "Salve". Nessuna risposta. Segue uno scambio di battute che definire epico è riduttivo. Per farvela breve il tizio delle fotocopie ci cagava a tratti e rispondendo solo a monosillabi. Farci dare un po' di attenzione è stato davvero difficile (che sudata!) ma alla fine fatto anche questo.

Gli stomaci cominciano un po' a brontolare, volevo fare prima un giro da coin ma camminiamo camminiamo camminiamo e ci perdiamo. Poi Bologna è un gran casino, ci sono portici ovunque, le strade si somigliano un po' tutte. Ci arrendiamo ai mezzi tecnologici, io con il mio Samsung e lei con il Nokia. E nonostante ciò riusciamo a sbagliare di nuovo strada (credo che abbiamo attraversato strada maggiore due o tre volte prima di prendere il verso giusto). Io mi perderei anche dietro casa! Trovato ITIT, mangiato e fatto due saluti a due amici incontrati lì per caso riprendiamo i nostri giri, andando all'OVS e da Orea Malià, un hair stylist in centro a Bologna che in realtà si è rivelato davvero alla mano. Gli abbiamo chiesto quanto costa fare un paio di cose, abbiamo appreso che per essere chi è non è poi così caro e andiamo via soddisfatte, incamminandoci verso la stazione. Che dire, sono stata davvero bene e vorrei davvero ringraziarla per avermi fatto scordare per questo pomeriggio che sono incasinata e che sto cercando un lavoro. Abbiamo parlato tanto e di tutto, soprattutto dei rapporti umani. Ci siamo trovate in accordo su tante cose, stupefacente.

Poi però stasera, bhe stasera m'è rimasta la scimmia dei capelli. Convinco il povero Fry a fare la spesa al centro commerciale "così intanto posso anche tagliarmi i capelli" e dato che se li deve tagliare anche lui, finisce che passiamo la sera dal parrucchello. Quando, dopo avermi lavato i capelli, la parrucchiera guarda dal mio cellulare il taglio, rimane perplessa un attimo e dice "Aspetta, vado a chiamarti la mia collega, che lei questi tagli li sa fare". In effetti, a parte non sputare mai in terra, è molto brava. Solo che sforbicia così tanto che mi chiedo quando mai finirà. Il risultato? Giudicate voi. A me piace molto e devo dire che la parte con i capelli molto corti mi piace talmente tanto che penso che appena arriverà il caldo li taglierò tutti corti definitivamente.

Quindi stupenda giornata, in compagnia di un'amica che ho trovato grazie a queste pagine e che sono proprio contenta di aver conosciuto. Grazie cara Zion.

Canzone del giorno: Casa Mia Spazio Bianco



23 gennaio 2012

Mostre e 730

Questo sabato abbiamo fatto il bis, ripetendo la gita fuori porta dell'anno passato, quando siamo andati a vedere la mostra di Dalì.
Peccato ma la mostra di quest'anno, su Cezanne, non si avvicinava nemmeno lontanamente alla bellezza dell'anno prima. A parte la tragedia iniziale dell'aver sbagliato fila (e esserci accorti proprio all'ultimo che la fila non c'era, perché noi stavamo seguendo le persone sbagliate), devo ammettere che qualche quadro davvero bellino e degno di nota ci fosse. La cosa più bella per me è stata una giornata fuori porta con Fry, con RagnoB, con Zion che avevo visto una sola volta e che, devo dire, è stata così dolce da portarci dei dolcettini e delle pizzettine per smangiucchiare. E poi è stato davvero piacevole, mi fa un'incredibile piacere quando si sta tutti insieme in armonia, senza aver bisogno di fare niente in particolare: una mostra, 4 chiacchiere, una passeggiata. Mi sono sentita molto rilassata e a mio agio e sono stata davvero contenta.
RagnoB era devastata per una notte passata quasi in bianco, in effetti si è ripresa solo dopo un pranzetto e altri due passi. Io e Fry quando siamo arrivati alla macchina, parcheggiata fuori Milano accanto a una fermata della metro ci siamo poi diretti a Parma. Perché a Parma? Dierete voi. A Parma per andare all'Ikea. Ma come? a Bologna non c'è l'Ikea? Sìsì ma hanno finito gli scaffali che volevamo e che useremo per farci una libreria personalizzata e quindi, controllando sul sito Ikea, dato che Parma era lungo il tragitto per tornare a Bologna... Peccato per la nebbia che ci ha tenuto compagnia per quasi tutto il viaggio: in alcuni tratti si vedeva talmente poco che sembrava di percorrere una linea curva mentre stavamo sempre andando dritti. E' una sensazione orribile che qualche anno fa, mattino presto e io in autostrada da sola, mi ha fatto attraversare un attacco di ansia/panico davvero orribile.
Domenica è stata una giornata relax anche perché oggi è cominciato il mio corso. A dire la verità mi sono preiscritta a tre corsi:
questo che è cominciato oggi che riguarda la compilazione del 730, uno per diventare help desk informatico (per cui ho il colloquio domani) e uno a torino per Web Designer. Ho dovuto scartare il terzo perché, anche se gratuito e interessante, mi terrebbe impegnata fino a marzo, non potrei cercare lavoro qui a Bologna e ancora non so se mi daranno l'indennità di disoccupazione, quindi non posso adagiarmi troppo sugli allori, come si suol dire. Il corso da Help Desk informatico che all'inizio mi era parsa una cosa furba ora non so se lo è più, pertanto mi sa che continuerò il corso cominciato oggi.
I miei compagno sono di tutte le città d'Italia. La cosa è buffa perché si sentono accenti diversi e modi di dire nuovi e la cosa è davvero divertente. Il mio compagno di banco è lucano e parla come Rocco Papaleo (è proprio di Maratea), mi fa schiantare. Il corso è molto interessante, ma 8 ore di teoria sono pesanti, è noioso. Comunque posso farcela ad arrivare alla fine, anche se domani ho un colloquio. Speriamo...

Canzone del giorno: People are strange The Doors