24 maggio 2022

Profumo di Colonia

 Se solo me l'avessero detto che la chiave della vita sta nella ripetizione (dei movimenti), ora suonerei ennemila strumenti.

Finalmente ho capito il tempo del pezzo di cui vi parlavo un paio di post fa.

E per capirlo ho dovuto ascoltare a ripetizione il pezzo originale, canticchiarlo ovunque (al lavoro, mentre facevo la spesa, a scuola guida per la revisione della patente, probabilmente anche nel sonno) schioccando le dita a ogni battuta. Ripreso in mano il violino (che è ancora senza nome, poverino) ho dovuto canticchiarlo mentre suonavo, battere il piedino a tempo, immaginarlo e così via.

Invece per quanto riguarda lo studio di Java (ripreso da poco) nel ripasso mi sono accorta di non avere capito nulla dei costruttori e delle chiamate al metodo. Ma va bene così, dico a tutti in continuazione di non averli capiti così li ripeto nella mia testa e presto saranno miei. Per esempio dicendomi che un costruttore di una classe è un metodo speciale che deve avere lo stesso nome della classe e non ha nessun tipo di ritorno.

Dado mi ha regalato un libro utilissimo scritto da un ragazzotto che probabilmente conoscerete (Alessandro De Concini). Avevo visto qualche suo video in passato sui metodi di studio. Nel suo libro raccoglie un po' di trucchi per studiare, prendere appunti, imparare movimenti complessi, ripassare e creare un'abitudine.

Devo dire di averlo divorato e di aver applicato immediatamente alcune sue tecniche: infatti sono riuscita a studiare quattro orette questo weekend che, voglio dire, per una come me, ormai arrugginita non è male. Ora sto ripassando ed eseguendo gli esercizi che sono, a tutti gli effetti, essenziali. E' proprio grazie a quelli che ho capito di non aver capito. Per quanto riguarda le abitudini, senza accorgermene ho applicato questa tecnica al violino, per quello non riesco a studiarlo durante i weekend, perché l'ho sempre suonato appena staccato dal lavoro. Quando non lavoro devo fare uno sforzo in più (ma costruirò un'abitudine anche per questo). Intanto il mio vecchio violino andrà a casa di Cliff perché io possa esercitarmi anche da lui.

Altre cose sul nuovo violino: non so cosa gli abbia fatto il liutaio ma ha un suono bellissimo (nonostante i miei insistenti tentativi di suonarlo in modo atroce).



Dopo aver vaneggiato su tutta una serie di cose assolutamente non inerenti al post torno sui binari.

Ho due settimane di ferie nel periodo estivo, praticamente scelte dall'azienda. Negli ultimi due anni hanno aperto qualche possibilità anche per l'inizio di Settembre ma solitamente è agosto e solo agosto. Non potendomi dare due settimane a Settembre come avrei voluto e avendomi caldamente raccomandato di prendere almeno una delle due intorno al 15 agosto.

Non sapendo dove andare, visto che Cliff nei periodi estivi viene sballottato in tutta Italia per lavoro, ho pensato di tornare nella mia amata Berlino. Io e lei dobbiamo fare un po' pace e ricostruire bei ricordi. Ma allo stesso tempo mi sono sentita un po' come quelli che ogni anno vanno 3 mesi nello stesso posto e se non prendo almeno un treno sgangherato a viaggio, non sono affatto contenta.

Un collega mi ha suggerito Colonia, o Amburgo. E fu così che la pianificazione cominciò.

Dovendo decidere quali tra queste due mete scegliere dopo aver passato qualche giorno nella mia Berlino, venerdì sono stata a una specie di stand-up comedy dell'amico di un amico ai nuovi Murazzi (poveri Murazzi, poveri poveri) e rientrando (scappata un po' di corsa, a dirla tutta, sentivo quel disagio addosso da "devo tornare immediatamente a casa"), sul tram ho incrociato due musicisti. Lei, violinista, lui con uno strumento nascosto da una custodia che avrebbe facilmente potuto contenere un cadavere. Cercando di capire la loro provenienza, leggo il nome del negozio sulla custodia dello strumento di lui (o del cadavere, non lo sapremo mai) e proviene da Köln. Colonia.

Non mi piacciono i segni, non ci credo. Sarebbe troppo semplice dire che abitando vicina a Corso Umbria era destino avere il fidanzato Ternano. Ma decisamente questa volta hanno semplificato le cose (inoltre da successiva ricerca, Amburgo è davvero tanto cara) risparmiandomi la fatica di scegliere.


Ma se posso dirlo, ed essere totalmente sincera, il viaggio ha assunto un'altra dimensione. Non ho più la fregola di partire e andare. Mi piace andare eh? Ma ora mi piace anche restare, assaporare quello che c'è. Forse perché per la prima volta sono tranquilla. Ho una casa, una mia tana, un fidanzato splendido (in tutti i sensi eh, ogni tanto lo guardo e penso a quanto sono fortunata) che ha l'unica pecca di essere molto molto lontano, le mie cosine da fare, il violino, lo studio, ho ripreso a scrivere qui, sono in un meraviglioso gruppo di lettura in cui ci incontiamo (da remoto ahimè) sorseggiando birra e discutendo dei libri in lizza per il premio Strega (stiamo cercando di leggerli - quasi tutti. È il nostro Stregathlon). Quindi, Colonia o Au de Parfum, mi prendo ancora un po' di tempo per pensarci. 

21 maggio 2022

Non so disegnare (ma mi ci impegno)

 Io e Cliff ogni tanto ci scriviamo delle lettere.

Nelle ultime ho preso l'abitudine di disegnare qualcosa sulla busta, in genere bestiacce, visto che mi diverto solo quando rappresento loro.

In verità ho acquistato (e anche seguito) un po' di corsi di disegno che mi hanno convinta di una cosa: un po' ci devi essere portato. Esattamente come per la musica.

Puoi studiare, ma se manchi di senso del ritmo, orecchio, musicalità ci riesci, ma devi impegnarti il triplo di chi è dotato in partenza. Mi sarebbe sempre piaciuto essere in grado di disegnare bene (come di cantare bene, altra dote che manca) ma qualcosa manca.

Però scrivo questo post non a caso: l'ultimo disegno è stato intaccato malamente solo all'ultimo, dal disegno delle ali.

Ma, come già detto nel post precedente, si tratta solo di avere pazienza. E di fallire meglio.

(Oggi è il 5 maggio ma questo post sarà pubblicato solo alla ricezione della missiva che per esperienza può metterci dai 4 ai 15 giorni per arrivare. Grazie Poste Italiane per farci tornare indietro nel tempo a quando la posta si consegnava con carrozze e cavalli).

il primo disegno

loro sono Huginn e Muninn, i due corvi di Odino

bacarozzo

e qui si parte con Ecce Bombo









Sono contenta di aver preso questo nuovo set di 72 matite acquerellabili. Lo osservavo da un po', che faccio, lo prendo, non lo prendo, un'altra roba inutile, oh mio dio, sono scontate, ma no aspetto e via dicendo.

Alla fine ho ceduto quando lo sconto era abbastanza consistente e le mie mani bucate non potevano far finta di niente.

(Sì lo so è da diabete scriversi le lettere nel 2022, ma che ci potete fare, siamo adorabili).

20 maggio 2022

The Wonderful Wizard of Oz
La ricerca dell'Anima

 Accadono tante cose, è sufficiente sapere questo. Stai serena ****. Fregatene. Sei una persona magnifica.

 L'altroieri ho lasciato il mio nuovo violino al liutaio. Non ha ancora un nome (il violino, non il liutaio) ma comunque mi piangeva il cuore lasciarlo.

In verità il negoziante (da cui l'ho comprato ma online) mi aveva consigliato di fargli dare un occhio subito. Ma con la fregola di accordarlo e portarlo a casa ho declinato cortesemente l'offerta.

Dopo qualche giorno ho pensato che però avrebbe avuto senso farlo controllare, così lo porto.

Do' sempre per scontato che le persone si ricordino di me per i miei capelli: 

 - Ciao, ti ricordi di me? Ho ritirato qui il violino la settimana scorsa, mi avevate detto che potevo portarlo per farlo guardare.

Sguardo spaesato.

 - Bhe comunque vorrei montare gli altri 3 tiracantini e ti chiedo se puoi controllare perché sembra frizzare quando suono.

Sì, ho detto proprio frizzare.

Ammiro tanto i liutai perché il loro lavoro è arte. Prende il violino, lo gira, lo controlla, sentenzia.

AH.

 - Cosa?

Le corde sono troppo alte. E qui vicino al ricciolo invece sono praticamente attaccate. Per la vibrazione che senti quando suoni, vediamo.

Prende una pinza, smonta il tiracantino del mi, l'unico presente all'appello, lo rimonta, stringe. Mi si stringe anche un po' il cuoricino.

Prova a suonare ora.

Sapevo che sarebbe accaduto, prendo l'archetto, lo tiro e nella mia testa un solo mantra

nonfarfischiarelecordenonfarfischiarelecordenonfarfischiarelecorde

LaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaMiiiiiiiiiiiiiiiReeeeeeeee (non appoggio le dita per non stonare e mi dedico alle corde vuote)

 - Ok sembra non frizzare più.

Allora, direi che diamo una sistemata alle corde, le abbassiamo un po', poggiamo meglio il ponticello, mettiamo un piccolo tubicino di plastica attorno a ciascuna corda all'altezza del ponticello per proteggere corde e ponticello - molti violinisti non lo vogliono mettere perché dicono che attutisca il suono ma non è vero, conosco molti violinisti che lo hanno e non se ne lamentano...

 - Mhm ok per questo sentirò il mio Maestro

... ok, allora per quello ci risentiamo, e poi diamo una sistemata all'anima. Venerdì sera dovrebbe essere pronto.

Insomma, il violino ha un'anima, possiamo toccarla, spostarla, in modo da rendere il suono migliore. È strano usare la parola anima per qualcosa di fisico e tangibile, in questo gli archi sono "persone migliori". Un buon liutaio può magicamente sistemarli, noi invece abbiamo bisogno di un lavoro continuo e silenzioso, anche gli specialisti migliori ci mettono del tempo e comunque senza il lavoro personale non si approda a nulla.

Invece il buon liutaio questa sera mi renderà uno strumento migliore che purtroppo avrà bisogno di tempo per essere suonato decentemente. Se non mi sta insegnando ad avere pazienza questo strumento, non so chi altri può farlo.

La lezione di ieri è stata un continuo stonare ma soprattutto sbagliare i tempi. Chi ha inventato i 3/4 probabilmente è stato messo al rogo, ma soprattutto questo passaggio:

non mi farà dormire la notte.

Tornando a casa ho dovuto riascoltare il pezzo cinquecento volte per assimilarlo, riprovarlo a casa e nonostante questo qualcosa non mi torna.

Dopo il saggio ho proposto alle ragazze di continuare a suonare insieme e preparare pezzi che ci piacciono, al Sensei è piaciuta la cosa, tanto che ha ventilato anche l'ipotesi di un'eventuale partecipazione di un violoncellista (Sì ma deve essere incapace come noi, se no è finita).

Come sempre è accaduto nella mia vita, due cose mi portano in salvo. La musica e i libri. 

Isolarmi dal contesto, trovare una dimensione personale o parallela, concentrarmi su altro. E cercare di suonare uno strumento così complicato porta dietro tutta una serie di altre cose: perseveranza, pazienza, costanza, cose che mi sono sempre mancate ma che sto imparando.

Anni fa (direi ormai 19 circa) qualcuno mi disse di trovare una cosa che fosse mia, e solo mia. Chissà che non l'abbia trovata.

Il pezzo in questione:

13 maggio 2022

Do. Or do Not. There’s no try

 Ieri ho fatto il mio primo saggio musicale (vorrei dire il mio primo saggio in assoluto ma come dimenticare il saggio di danza del ventre a Cömo nel lontano 2015? Non si può, anche volendo).

Avrei evitato volentieri ma David Gigante Gnomo (che da ora in poi chiamerò DGG) che ho assoldato per darmi una mano a essere meno disagiata - eh oh, ci sta riuscendo - mi ha consigliato di sì. Di pormi piccoli obiettivi sfidanti, per non annoiarmi e proseguire.

Con il Sensei e le altre 3 ragazze ci siamo accordati per un Outfit in total black: del resto non c'è da essere allegri per due motivi:

  1. Suoneremo My Heart Will Go On (e sappiamo già come finirà)
  2. Siamo in lutto per le ottime esibizioni, visto come andrà la nostra

Io indecisa tra look corto o lungo. Avevo già ovviamente deciso il corto, mi capita raramente di farmi carina, ma ho richiesto un po' a tutti consigli, finché Cliff decreta vincitore il corto. Ok, avevo già deciso ma evidentemente avevo scelto bene.

Ci troviamo al Centro di Formazione Musicale alle 18 per l'ultima decisiva prova.

Siamo emozionate, siam carine, sembriamo professionali.

Ho portato con me il violino vecchio (eh sì, ho ritirato quello nuovo ma si scorda ogni tre secondi, e quindi lo userò nelle prossime lezioni fino a fine corso e questa estate in attesa di ricominciare).

Il violino nuovo è stupendo e ha un suono diverso, più caldo e rotondo, meno acuto. Dentro la custodia è presente anche un igrometro, ha un colore naturale (confesso di aver desiderato un violino elettrico possibilmente nero che il Sensei mi ha caldamente sconsigliato e sono felice di aver seguito il suo consiglio).

Durante le altre esibizioni ho indagato su quanti anni di studio fossero alle spalle di chi suonasse e mi sono posta come obiettivo ragionevole circa 4 anni per arrivare a suonare decentemente.

Su gentile concessione di RagnoB

Nonostante inizialmente non volessi invitare nessuno, alla fine mi sono arresa. Del resto sono stata anche felice di vedere facce conosciute, ero lì per divertirmi. Come mi dice DGG non devo diventare primo violino, una volta realizzato di non avere alcuna pressione alla fine Panta Rei. Tutto scorre, tutto va. E anche gli esercizi quotidiani diventano leggeri e inspiegabilmente divento più brava. So bene che ascoltando la performance tutti avrebbero da ridire. Ma è uno strumento infame, frustrante. È l'uomo che ti piace ma non ti vuole, la ricetta che vuoi preparare ma non riesce, il lavoro che vorresti fare ma non riesci a ottenere.

Questi risultati, in pochi mesi (poco più di 6) sono decisamente miracolosi, per me e per le ragazze che hanno condiviso con me questo saggio.

Magari la ricetta non verrà al primo colpo, sarà necessario dividere in step e provarli tutti finché non si affinano.

Il vibrato non si impara in un giorno, nemmeno in un mese. Probabilmente ci va almeno un annetto se non due. L'arco forse un giorno smetterà di rimbalzare sulle corde e l'anulare smetterà di far suonare la corda su cui un attimo prima era posato.

Ci va pazienza, costanza (due cose che questo strumento del demonio mi stanno insegnando), indulgenza con se stessi, e il poco tempo che riusciamo a ritagliare da tutto il resto.


Avrei voluto cominciare molti anni fa, alle medie, quando avevo avanzato la proposta alla mia famiglia ma non c'era la possibilità di farlo e quindi lo dico con un piccolo moto di orgoglio di averlo fatto completamente da sola, senza l'aiuto di nessuno (se non il supporto del povero udito di Cliff, messo a dura prova dalle mie note stonate e dai miei stridii).

Se, nonostante i miei avvisi, volete ascoltarci, qui potete trovare altre foto e qualche video.

Ho proposto alle ragazze di continuare a suonare insieme, trovarci per suonare piccoli brani semplici ma non troppo (il Sensei ha già proposto la sigla di Games Of Thrones) sempre per darci un obiettivo sfidante ma che non sia impossibile. 

Per il resto invece oggi è una giornata un po' triste. È morto il millepiedi femmina.

Hanno fatto dei piccoli millepiedini e non capisco cosa possa essere andato storto. Domani disinfetto e pulisco per bene tutto il terrarietto. Cambio terriccio, setaccio il vecchio per trovare i piccoli e metterli da parte. Sistemo anche gli onischi (anche loro si stanno riprendendo da una brutta morìa).

Invece la regina di Messor Capitatus ha sfornato un sacco di uova e sono nate 4 operaie. Oggi sono riuscita a sistemare anche loro, dandogli dei semi di soffione. 

Hanno ricominciato a volare le rondini, come l'anno scorso quando sono arrivata qui. È forse l'unico angolo di natura che il centro cittadino consente e starei a guardarle e ascoltarle per ore.

Sta arrivando il caldo, e già lo reggo a fatica. Ma forse, questa (e un'altra piccola cosa che spero di sistemare a breve), è l'unica nota negativa di questo mio momento particolarmente felice.

04 maggio 2022

Fallisci ancora, fallisci meglio

Allora, è quello giusto? - Decisamente sì 


Mi ci è voluto un po' per capire di aver bisogno di una mano. Se a 40 anni la mia vita procede ancora lungo un'ellisse in un loop continuo, non sono di certo in grado, da sola, di dare uno stop, fermarmi, procedere in linea retta.

Così ho deciso di andare da un terapeuta. A volte quando mi siedo di fronte a lui (che sembra David Gnomo, gigante però) mi dico di non averne bisogno. Ci facciamo grosse risate (ma so che le battute sono un mio efficientissimo strumento di difesa).

È un investimento grosso per me, in questo momento, ogni tanto glielo chiedo Allora, come procede la villa con piscina?

Ride, rido.

Ma intanto qualcosa si è mosso. Penso che il solo andarci è stato l'inizio di un processo di cambiamento, e in parte lo devo a Cliff. Mi vedo tra qualche anno rovinare qualcosa di molto bello, e non voglio. Non voglio più.

Ci sono delle cose che vanno cancellate. I due anni e mezzo che precedono l'ingresso in casa Tasso non li ricordo quasi più. Probabilmente un altro meccanismo di difesa. La vergogna per aver permesso a un altro essere umano di trattarmi in un certo modo. Chissà.

Mi dice che le strategie che ho usato fino ad ora sono servite, del resto, mi dice, stiamo parlando nel mio studio e non in un carcere femminile.

Ma ora le mie strategie vanno riviste, non sono più idonee. Forse è per quello che non trovo vie di uscita?

E mi rendo conto di essere sempre insicura sul mio aspetto e su quello che sono, ma molto più obiettiva. Accetto me stessa, e accetto l'altro. Accetto anche la rabbia degli altri, purché non sia rivolta verso di me, divento più accudente, più empatica.

Anche con me stessa, l'oggetto principale della mia rabbia.

Se qualcuno dovesse chiedermi consiglio su come migliorare la sua vita, in primis direi di trovare un lavoro, se non c'è. Poi di fare un percorso di terapia anche breve. Perché no.

Oggi è passato Dado a prendere un caffè in pausa pranzo da lavoro. Mi ha portato un libro per il mio compleanno (un libro che sarà utilissimo per procedere con lo studio - parlerò anche di questo - e per tante altre cose). La sua dedica è una citazione:

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

È proprio come mi sento. Ma il fallire non mi abbatte, continuo imperterrita. Potrò non riuscire mai ma come dice David Gigante Gnomo, bisogna complimentarsi con se stessi non solo quando si riesce ma anche solo per il fatto di averci provato.

Non volevo fare il saggio di violino, ma parlandone con lui ho capito che l'unico modo per andare avanti in una cosa è porsi nuovi obiettivi sfidanti. E provarci, non per forza raggiungerli.

Così sì, farò il saggio di violino, continuerò a studiarlo anche l'anno prossimo, e oggi ho ordinato un violino nuovo.

Sensei Massimo dice che per un discreto violino il prezzo si sarebbe aggirato intorno ai 500 euro. Così ne ho trovato uno che sembrava fare al caso mio, ho bestemmiato perché non me lo potrei permettere, ma grazie alle rate di Paypal (odio pagare a rate, ma tant'è) tutto è possibile. Ovviamente prima di acquistarlo ho scritto al Sensei e solo una volta avuta la sua benedizione sono andata avanti con l'acquisto.

Il mio violino da studio lo porto da Cliff così posso studiare e suonare anche quando sono da lui.

Insomma, sono pronta a fallire di nuovo, a fallire meglio. Ma invece di preoccuparmi del fallimento e di sentirmi inutile a ogni errore, cerco di grattare via un po' di errori ogni volta. Lentamente.

Come una scultura che piano piano prende forma togliendo gli eccessi, idem farò con il resto delle cose. Scavo piano il marmo per scoprire ciò che nasconde. E se ci vorrà tempo, pazienza.

Non ho più fretta.



01 maggio 2022

Sembrava fosse un gatto in calore e invece era un violino

violino e spartito

 Quando le persone mi chiedono quale fosse stato il mio primo amore musicale rispondo quasi istantaneamente "il basso". Ma un bacio perugina mi allertò, un giorno, dicendomi che l'amore vero è quello che muore se non rivelato.

Ed ecco che tornata in gianduiottolandia scovo il mio violino, ben chiuso nella custodia, buttato sotto la scrivania, totalmente impolverato. Decido di portarlo a casa Tasso, la mia tana. Mal che vada posso appenderlo, penso.

La mia storia d'amore con questo strumento è, per l'appunto, di quelle mai dichiarate. Ha cominciato a piacermi da piccina, forse facevo le scuole medie, qualche volta ho osato chiederlo in regalo ma al suo posto è arrivata una chitarra classica, comunque apprezzatissima, finché non me lo regalarono nel Natale del lontano 2000. 

Qualche anno dopo ci provai, ma il corteggiamento durò poco. Come per alcuni libri, per i quali non sempre è il momento giusto di affrontarli, il violino tornò nella sua custodia e lì ci rimase fino a questo ottobre quando, dopo una preiscrizione piena di dubbi al Centro di formazione musicale di Torino, ho cominciato effettivamente a prendere le lezioni sotto lo sguardo attento del Maestro (che chiameremo Sensei Massimo).

Del resto una supplente di musica delle scuole medie me lo disse: "Continua a studiare musica, sei portata".

Essere portati però col violino serve a poco, a volte è più uno smadonnamento (anche dei vicini di casa) fatto di stridii senza alcun senso e di lezioni composte solo di "No, è stonato, ripeti", "No, ancora", "Calante, ricomincia".

Come nella migliore delle mie tradizioni dopo qualche mese stavo per mollare, non vedevo miglioramenti ma proprio nell'ottica di un cambiamento radicale della mia persona ho insistito. E insistere è servito.

Mi sono imposta almeno mezz'ora di suonata/stridìo al giorno, all'inizio le dita mi facevano malissimo, ma non ho smesso. 

Finito il turno di lavoro imbracciavo il violino e andavo avanti, anche se non avevo voglia, anche se ero stanca. Lo avevo preso come un secondo lavoro, il turno della suonata. Era l'unico modo in cui potessi affrontarla.

Il mio grosso problema con le cose è che sono relativamente brava quando comincio. Al corso di Tedesco l'insegnante mi chiese se lo avessi già studiato perché la mia pronuncia era molto buona. Al corso Java erano tutti stupiti da come mi destreggiassi con la programmazione strutturata (sieee, una volta arrivata alla programmazione a oggetti mi sono arenata irrimediabilmente).

Poi arriva il momento in cui serve impegnarsi per andare oltre, e a quel punto mi chiedo se il gioco vale la candela. Voglio davvero impegnarmi per fare questa cosa, oppure posso cominciare a impararne una nuova?

Inutile che ve lo racconti perché lo avrò scritto un milione di volte su questo blog, passo oltre e comincio una cosa nuova.

Per tutta una serie di cose, questa volta non solo non è successo, l'impegno costante mi ha dato nuova energia, tanto che ora suonare non è più un lavoro ma un piacere, la lezione non è più una forzatura ma attendo con ansia quel giorno della settimana. 

Suono da sei mesi, son pochi, pochissimi, eppure non vado male. Ovvio, se mi sentiste suonare  vi dovreste munire di tappi per le orecchie per proteggere i timpani ma ho le mie buonissime ragioni per dirvi e dirmi che poteva andare molto peggio (e se lo dico io che son bravina, c'è solo da fidarsi). Questo strumento del demonio sta diventando mio amico e non solo parteciperò al saggio (cosa che fino a un paio di mesi fa avrei evitato volentieri) ma proseguirò con la scuola l'anno prossimo e so già quale nuovo violino acquistare (a rate, il mio secondo acquisto a rate, viva la povertà e i debiti, miei prossimi amici).


Vi odio e poi vi amo e poi vi odio e poi vi amo...

Vorrei consigliare a tutti di imparare a suonare uno strumento, uno qualsiasi. Difficile, strano, stupido, qualsiasi cosa che permetta di capire cosa significhi amare e odiare nello stesso tempo, che spinga ad affrontare l'ansia e la paura di sbagliare e mettersi in gioco. 

Sono soddisfatta, per lui e per tante altre cose.
Cliff mi sopporta e supporta, ascolta pazientemente le mie steccate ed era con me alla prima lezione quando, uscendo saltellando, gli dissi quanto fossi entusiasta e come la lezione fosse andata bene. E quando uscivo affranta e frustrata mi ricordava quanto fossi brava e che in poco tempo avevo raggiunto ottimi risultati. Che l'impegno dava i suoi frutti. Che il violino è uno strumento difficile.

E ora mi tocca affrontare la mia balena bianca: il vibrato.