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24 maggio 2018

Divieto di impuparsi

Uh come si vede che stai male.

Quando noi magrini perdiamo un chilo si vede subito. Il viso si scava, leggermente. Se poi non si sta molto bene e il pallore si mette in bella mostra con occhiaie e tutto, bhe, arrivano anche le carezze sulle spalle. Come tu fossi sopravvissuta a un male tremendo.
Ma sicura che stai bene? Non potevi stare un altro paio di giorni a casa?

Amici che fanno i calcoli:

Da 43,5 a 42kg.
Nel giro di un mese circa, ho perso il 2,29% di Carla.
-2,29% di Carla a cui voler bene.
Non va. Non possiamo tenere questi numeri a budget.
Urge piano di rientro.
Anche perché eravamo già risicati quanto a numeri [Carla è minuta].
Obiettivi del mese di giugno:
GOLD : +2 Kg [recuperiamo il passivo e mettiamo via 1kg a magazzino per i momenti di crisi]
SILVER: +1 Kg [recuperiamo il passivo]
BRONZE: +0,5 Kg [parziale rientro – call conference per discutere più efficace strategia di rientro] 
 

Va bene, ho riso.
Direi che posso aspirare al Bronze, perché conoscendomi il Gold mi farebbe entrare subito in una crisi che mi porterebbe al punto di partenza.

Oggi al lavoro, uno dei due, la responsabile si è avvicinata. Premetto che sono stata ascoltata nei giorni precedenti in doppia cuffia e affiancamento due volte (altra collega assunta con me una volta sola). Subito le domande, Avrò fatto qualcosa che non devo? È arrivata una contestazione? Qualcuno si è lamentato? Sarò troppo lenta o poco precisa?
La responsabile ha gli occhi buoni ma lo sguardo severo. I capelli magenta con delle ciocche bianche. La pelle candida come la mia e la voce bassa, cupa e severa come il suo sguardo.
Averla accanto mentre ascolta le mie chiamate mi mette in soggezione. Ma non mi incute timore.
Anche quando sorride con le labbra, gli occhi non sorridono. Sembra sempre preoccupata per qualcosa di grave.

La sento in piedi dietro di me. Mi volto. - Ciao, dimmi.
- No guarda ti volevo chiedere. Questo tatuaggio. Qui e Ora, è molto bello. Cosa significa?

Tra tutti i tatuaggi è quello che per me ha più significato, che ho impiegato più anni per fare ma è anche quello obiettivamente più bruttino, tanto che uno dei tatuatori più volte ha tentato di convincermi a coprirlo. Ed è quello su cui nessuno chiede nulla.

Giro il braccio in modo da poterlo rivedere. È già sbiadito e i contorni non sono più così definiti. Non riesco più ad attribuirgli un significato specifico, perché sto cercando (male) di vivere in altra maniera. Di programmare, pensare al futuro, pianificare.

- Bhe, ecco. Ho una storia particolare, come tutti credo. Cerco di vivere alla giornata.

Mi sembra una spiegazione così limitata. Ricordo il viaggio da Firenze a Torino in cui, con Roccio, l'avevamo pensata. C'è stato un tempo in cui il tempo non c'era. La fascinazione per la nascita del tempo. E l'intreccio con il mio modo di vivere, secondo istanti e momenti. Non per capriccio ma per consapevolezza di non essere immortali.

Irrompe, violento, un collega - HAI VISTO CHE SULLA SPALLA HA UNA PIANTA CARNIVORA?

Alzo la manica della camicia a maniche corte per mostrarlo - eh sì, bello.

(Voce nella testa: devo fare mangiare carla, devo far mangiare carla...)
(Voce nella testa: usa la psicologia)
Mizzeca quanto sono sexy le donne quando mangiano un panino con la porchetta
Hai mai letto il libro "Coleotteri e Colonnata"? Memorabile il capitolo che tratta della farfalla parnassius latreille e del lardo di colonnata.

Vivo da bruco per il terrore di trasformarmi in farfalla, evito la metamorfosi più di ogni altra cosa, non voglio impuparmi.
Cosa me ne faccio delle ali se so che per averle la mia vita sarà già quasi terminata?

29 novembre 2017

Non ho imparato a decifrare le persone. A volte mi sento come relegata in un recinto di vetro smerigliato dove posso percepire ombre e presenze ma non valutare attentamente le reazioni e le espressioni altrui.
C'è il sole e fa freddo. Lo so anche se non ho ancora messo il naso fuori casa; lo si percepisce dal sole: aria tersa, cielo novembrino. Oggi sarei dovuta andare a fare gli esami del sangue ma non faccio che rimandare e temo di non fare in tempo ad avere i risultati per il 5/12, data in cui ho la risonanza magnetica al seno. Serve l'esame della creatinina (sto scrivendo forse una cavolata, ma non mi va di controllare).

Penso che oggi mi dedicherò un po' alla fotografia, vorrei riguardare le poche foto fatte nell'ultimo periodo, elaborarle per bene, pubblicarle sulla mia pagina MedioFormato che è ferma da tantissimo, forse da quando sono andata a Venezia.

Speravo che stare qui a Torino, ferma senza lavoro, mi avrebbe aiutata a portarmi avanti. E invece mi sento sempre indietro, come se qualcosa mi tenesse ferma. Inoltre la NASPI mi è stata riconosciuta solo per il periodo lavorato in Italia che è poco, dato che ho lavorato continuativamente per due anni in Svizzera: ma ho riportato la documentazione e vediamo. Pare che i due anni di lavoro in Svizzera non siano utili al fine NASPI, ma non capisco perché e la signora allo sportello non ha saputo darmi indicazioni precise se non Proviamo a reinserirla, magari si sono sbagliati.

Questo mi mette in estrema difficoltà: dalla certezza di avere un anno di disoccupazione e poter quindi cercare un lavoro (decente) con calma, ad avere solo tre mesi di cui due pagati insieme e quindi avere un altro mese di tempo per fare qualcosa.

E meno male che ho pensato di andare nuovamente, per la terza volta, all'INPS. Due mesi di disoccupazione pagati insieme e dal sito non risultava ancora il periodo Svizzero. Fammi andare a sentire ed è così: non comunicano, non c'è verso, anche chiamando ti dicono di andare direttamente in sede facendoti perdere un sacco di tempo.

Intanto cerco di programmare a piccoli passi le mie giornate, per fare qualcosa senza aspettare che capiti qualcosa.

Mi è passato il mal di schiena, ma solo perché il dolore si è spostato a livello di tibia. Dice la mia dottoressa che probabilmente il nervo sciatico è infiammato e il dolore si è semplicemente spostato. Che fortuna. Mi premo così forte con le mani sulla gamba, per dare sollievo, che a volte vengono fuori dei bei lividi. Ho prenotato una visita ortopedica e vedremo.

29 aprile 2017

A Cömo c'è il mare

A Cömo c'è il mare. Per lo meno nel mio sogno.
Stiamo andando lì, guidando per strade in discesa tra villini bianchi e palme, un misto tra Guglionesi e San Francisco, finché non mi accorgo di non avere il costume addosso. Mi rimproveri e torniamo indietro, a casa, a prenderlo. Ma mi scordo di nuovo e dopo avermi rimproverato ancora andiamo in farmacia, sul mare. Parcheggiamo male la macchina che non è rossa come nella realtà ed entriamo. Ma non è una farmacia, sembra vendere rimedi esoterici e anche lì mi scordo del costume. Penso che sia uno spreco di soldi prenderne uno nuovo quando ce ne sono due a casa ad aspettarmi, quasi nuovi, per lo più. Mi chiedi come facciamo ad arrivare al mare, e ti dico che ci saranno dei gradini o qualcosa del genere per scendere.
Guardo il mare di sotto, il cielo è nuvoloso, le onde alte e minacciose. Quando raggiungono la riva l'acqua arriva lontano e crea una seconda pozzanghera di acqua poco più avanti.
Non vorrei scendere.
Scendiamo.
C'è un asciugamano in un posto riparato e ci sediamo lì, anche se ben presto arriva una donna dai tratti sudamericani con una bambina piccola che ci fa cenno di rimanere.
Penso che anche con le mutandine e in topless posso entrare in acqua ma quando apro la patta dei pantaloni è subito chiaro che non è possibile. Sono minuscole e lasciano tutto scoperto.
Guardo il mare, ne ascolto il suono e sento il vento freddo sulla pelle. E sento una tristezza infinita addosso.

24 dicembre 2016

一日三秋

Ti ho sognato stanotte.
È strano perché non ti sogno quasi mai. Faceva freddo e nevicava, forse eravamo in un luogo straniero dove però ti sentivi a tuo agio.
Mi guardavi senza dire una parola, con i tuoi occhi scuri.
E io, io non sapevo cosa pensare. Guardavo i fiocchi di neve scendere e ognuno di essi sembrava metterci una vita.
E c'era una verità nascosta in ognuno di essi: eppure, nonostante la lentezza, il tempo a me necessario per afferrare questa verità era sempre poco.

A Natale non c'è sole.