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15 ottobre 2013

Mi sono un attimo persa, e mentre mi perdevo tante cose sono accadute.

E' un mese che non scrivo, sono successe tante cose. Roccio si è fidanzato, e da allora l'ho sentito solo un paio di volte. Lo immaginavo, anche se confesso mi dispiace.

Io ho proseguito col secondo livello del corso di falconeria. Sono decisamente in dubbio per quanto riguarda prendere un falco o meno, soprattutto dopo che ho visto eviscerare i pulcini di un giorno. E penso "Mioddio ma se non riesco a pensare a come uccidono le bestie per farne cibo per noi, come posso eviscerare un pulcino anche se già morto?"

Inoltre un gheppio e un barbagianni mi hanno cagato addosso ma si sa, porta bene e poi sono i rischi del mestiere!

Ho cominciato ieri un corso di tedesco, sono abbastanza presa per questa cosa e spero che l'entusiasmo non passi facilmente come per il resto delle cose della mia vita.
A volte ho l'impressione di cominciare così tante cose perché non so cosa mi piaccia realmente e allora le provo tutte, e se non ho portato ancora a termine niente vuol dire che quelle cose non mi interessavano realmente.

Quindi questo weekend sono stata a Treviso. Vi ricordate della mia collega che era arrivata da Treviso sperando in un posto fisso e in tante altre cose? Quella che poi se n'era andata perché hanno fatto di tutto per farla andare via? Bene, le avevo promesso che al prossimo corso di falconeria sarei stata da lei a trovarla. E difatti così è stato: sono salita sabato pomeriggio dopo il lavoro, siamo andati a fare un aperitivo con un botto di gente ed è accaduta una cosa strana, ovvero non mi sono sentita a disagio.

Al lavoro è un continuo andare peggio, hanno preso una ragazza nuova che dopo una settimana e mezza, capito l'andazzo, se n'è andata. Io sono il nuovo oggetto di mira dei pettegolezzi dall'alto, cosa che mi ha fatto rimanere un po' male ma poi, fottesega, ho lasciato che parlassero.

Io spero in una nuova vita, con Fry, con Maya, qualcosa di diverso, magari lontano da qui. Ecco perché ho cominciato questo corso di tedesco. Nessuno mi porterà a Berlino, dovrò andarci io. E se non fosse a Berlino va bene da qualche parte, mi sento già inchiodata in questo posto.

Vi posterò a breve (per i miei nuovi tempi) le foto del corso di falconeria, di Treviso e vi terrò aggiornati.

Dopo una trafila impossibile ho una risonanza magnetica lunedì, in provincia di Padova. Spero di non spaccarmi troppo la minchia.

Canzone del giorno: Somebody to Love Jefferson Airplane


Mi rendo conto di non essere stata molto entusiasta nello scrivere e vorrei riprendere a raccontarvi tutti i miei cazzi e scazzi. con un pochetto più di brio. E' una promessa, soprattutto verso me stessa. Mi piace scrivere in questo blog, è una specie di diario ed è tutto mio.

E ora qualche anteprima del weekend!



club sandwitch vegetariano. mmm buono


e la falconeria!

vi presento Cicero, il maialino (ino ino) vietnamita che ci ha tenuto compagnia tutto il tempo




sì mi sono proprio innamorata!


ecco il gheppio che mi ha regalato gli schizzi bianchi sui pantaloni!

Cico (o Lola) non li distinguo. Lui invece ha fatto cascare il pulcino eviscerato sui miei pantaloni regalandomi succo di pulcino di un giorno spalmato ovunque. E anche la popò, ovviamente :)
Pronta a farmi male per costruire i geti

Ci siamo! E non vedo l'ora che arrivi il terzo livello!

scusate il faccino ma ero stanca. Eccomi con Deva (o Barone? dalla foto non si capisce!)

qui dormo!

ecco Adele, la dolcissima asinella che mi ha masticato la tracolla della borsa della macchina fotografica!

27 marzo 2013

Sweet hawk

Sono passate due settimane e sono capitate tante cose:
in primis, e finalmente, ho cominciato un corso di falconeria. Il corso è di avvicinamento (perché come spiegano anche i falconieri che ci tengono il corso, alla fine di queste tre lezioni non saremo in grado di tenere un falco ma se vogliamo continuare, possiamo fare un anno di affiancamento con un falconiere e solo dopo pensare di prendere un falco), sono 3 lezioni e durano una domenica l'una.
Costo? Elevato. Per la prima lezione abbiamo pagato 120 a testa (la seconda verrà 100 euro e la terza ancora non sappiamo).
Forse non vi ricordate ma i primi post riguardanti la falconeria risalgono al 2007. Vivevo ancora a Torino, ero a una fiera di piante a tenere un banchetto dell'AIPC (Associazione Italiana Piante Carnivore) - la "Tre giorni per il giardino" e pubblicai questa foto:



Essì, quella poiana di Harris mi aveva rubato il cuore.
Mi sono informata per un po' ma non trovando un corso decente ho lasciato perdere. Finché non mi contattano questi ragazzi di Treviso. Avevo fatto la preiscrizione ai loro corsi un paio di anni fa, ma stavano traslocando e non avevano una nuova sede per i corsi e mi avevano annunciato che mi avrebbero fatto sapere.

Quindi ricevere la mail è stata un'emozione. Ovviamente ci sarei andata. Fry è voluto venire anche lui, peccato che ci siamo organizzati male e per andare a Villorba (TV) siamo partiti quel mattino stesso. Il corso durava dalle 8.30 alle 18.30, e siamo partiti prestissimo calcolando due orette circa di viaggio e una piccola pausa per la colazione.
E' stata dura, ma una stupenda giornata. La cosa terribile, per me che sono sempre stata assolutissimamente conto, è avere una nuova visuale della caccia. Molti vanno a caccia col falco. Ovviamente senza fucile.
Io non ci andrei, ovviamente, ma se il falco caccia qualcosa glielo lascerei mangiare.
E, d'altro canto, capisco che la caccia con il falco non è quella devastante che viene praticata a suon di colpi di fucile. Lo stesso ragazzo che ci teneva il corso, che lavora nella polizia - municipale o no, non ho capito - ci ha raccontato di aver fermato un cacciatore e di avergli fatto aprire il bagagliaio e di averci trovato un numero imprecisato di lepri, molte più di quelle che un cacciatore potrebbe cacciare. E che molti cacciatori sparano ai falchi (fauna protetta) perché rubano loro le prede.
In poche ore ho capito chi tra noi era un cacciatore o un appassionato. E tra i cacciatori chi era di quelli stronzi arraffa arraffa uccidi uccidi e chi seguiva le regole.
Devastante no?
La giornata ha previsto anche il richiamo al pugno di Deva, dolcissima poiana di Harris e la conoscenza di Penelope, un Gyrsacro (ibrido tra Gyrfalco e Sacro) che ha dato davvero spettacolo al logoro.
Troppe sarebbero le cose da raccontare. Vi lascio però ad alcune foto e se volete, potete vedere l'album completo qui.








Sono tornata stanca, ma felice. Voglio completare il mio percorso seguendo anche per un anno un falconiere, se necessario. Chissà magari un giorno potrò prendermi un falco, o un rapace notturno, e non voglio farmi cogliere impreparata.
I have new passion.

Canzone del giorno: Ma non ho più la mia città Gerardina Trovato


15 marzo 2013

Un venerdì sudatissimo

Tanto per cominciare stamattina ho salutato uno sconosciuto sull'autobus. E' cominciato tutto ieri mattina quando, ancora assonnata, scendo dal bus per andare al lavoro. Un ragazzotto scende con me e mi precede correndo, entrando nello stesso grigio capannone che chissà quando riuscirò ad abbandonare.

Quando raggiungo l'ingresso, saluto la guardia (in guardiola, per l'appunto) e c'era anche codesto ragazzotto. Così lo saluto dicendo "ah ma eri sul bus con me!"
E finisce lì.

Io dimentico i nomi ma i volti difficilmente. C'è da dire però che essendo timida, se vedo una persona per la prima volta non la guardo attentamente, i miei occhi vagano di qua e là al riparo da occhiate maliziose. So bene quanto deve durare uno sguardo occhi negli occhi per non essere frainteso, e io riesco a farlo durare ancora meno.

Quando mi sono seduta sulle lerce poltroncine del "pianerottolo di attesa" ho visto che non era da solo, c'erano tanti altri ragazzi, probabilmente magazzinieri neoassunti? Non saprei.

Arriviamo a stamane quando mi pare di vedere il ragazzotto di cui sopra seduto sul bus. Accanto a lui un altro ragazzotto, i due dividono le cuffie del cellulare/ipod/iphone/mp3 o quello che è. Proprio quest'ultimo, notando che io guardavo in quella direzione (in realtà cercando di capire se era proprio il ragazzotto che avevo incontrato la mattina prima, per non fare la figura di cacca di non salutare), mi sorride e mi saluta. Ho pensato che fosse uno degli altri ragazzi neoassunti del magazzino. Quindi ho sorriso, ho salutato e ho ripreso a leggere, ben contenta di aver risolto una delle mie paranoie.

Peccato che quando scendo alla fermata loro non ci sono. Comprendo allora di non aver capito un cazzo.

Detto questo, stanotte mi sono svegliata nel bel mezzo di un sogno incredibile e ricordo, poco prima di essermi svegliata, di aver pensato "Non vedo l'ora di scrivere questo sogno!".
Dimenticato.
Non esiste più, ricordo solo che c'erano tre cose, tre risposte o tre domande. Ma il resto è svanito.

Al lavoro mi trascino ormai. La mia postazione è cambiata da una settimana, ora sono seduta davanti alla responsabile, le do' le spalle, sente e vede tutto quello che faccio o dico. Questo da una parte mi va bene perché l'ho rivalutata, si ride spesso, si chiacchiera anche. Peccato che piano piano mi stanno spostando in quell'angolo che è quello dei reclami. Oggi per metà giornata sono stata con la faccia contro il muro, in una postazione isolata a sentirmi insultare dai clienti. Mi stava venendo da piangere.

Non vedo l'ora che sia domenica. Questa domenica andremo a un corso di falconeria. Anche di questo ne avrei un sacco da parlare, ma lascerò spazio a un altro post. Ora nanna, che domani si lavora.

15 novembre 2011

Il mio weekend

Questo weekend sono venuti a trovarci degli amici di Torino, RagnoB M e A. Sono arrivati belli sfiniti venerdì sera e sabato mattina abbiamo avuto modo di risfinirli facendogli vedere un bel po' di Bologna. Che non avevano mai visto.
Anzi RagnoB l'ha apprezzata così tanto che ha affermato che nel ramo in cui vorrebbe lavorare cercano un sacco a Bologna.
Un sacco.

La serata è stata davvero carina poi, F ci ha consigliato un ristorante nel modenese dove abbiamo mangiato i veri tortellini in brodo, altri piatti fantastici nonché tigelle, gnocchi fritti, affettati, formaggi, pinzimonio, una vera delizia.
Anzi ve lo straconsiglio anch'io, se volete andarci il suo nome è "La Ca' Bianca". Abbiamo pagato il giusto per aver mangiato così tanto e bene (ricordate la straziante esperienza de "I Ricchi", no?).
Sono stata proprio contenta di vederli, diventa difficile mantenere i contatti quando c'è distanza fisica e si rende necessario un impegno da ambo le parti.

Domenica mattina con una enorme sfacchinata sono ripartiti e io, bhe io ho ricominciato la mia settimana lavorativa.
"Non mi tornano queste bollette"
Guardi questo è un conguaglio, è normale che sia un pochino più alto.
"Ah, io lo so voi cercate di fregarmi ma io le conosco le vostre tecniche"

"Non capisco come mai mi arrivino le vostre bollette dato che sono con un altro gestore"
Vediamo un attimo... Ah vedo che ha sottoscritto un contratto con noi in data x.
"No, non è possibile, non ho firmato niente"
Mhm, sì ma qui vedo l'allegato con copia del contratto e con la sua firma (girando il monitor) è questa la sua firma?
"Bhe sembrebebbe di sì ma io non ho firmato"
E questa è la sua carta d'identità?
"Sì, ma non ho firmato!"

Mi sta riprendendo la scimmia dei rapaci, ho trovato un corso che fanno nei pressi di Padova o Treviso, dura una domenica. Mi chiedo se posso aspirare a qualcosa di meglio per me, cercando un lavoro a contatto con gli animali, certamente più faticoso ma anche più appagante. Mi dico che forse dovrei affrontare un corso di studi, o comunque lasciare un lavoro più tranquillo e al caldo, mi chiedo quanto ne valga la pena e per ora mi dondolo in questa incertezza, aspettando.
Solo di una cosa voglio convincermi: di avere le potenzialità per fare qualsiasi cosa desideri. E l'ho ampiamente dimostrato.

Canzone del giorno: My Sharona The Knack

06 giugno 2011

La notte dei desideri (etciù)

Passare questi giorni un po' distanti ci ha fatto bene, mi è mancato tanto.
La cosa buffa è che sembra che io mi sia portata dietro il maltempo. Diluviava a Torino e faceva un freddo lassù... Diluvia ora a Bologna e fa un freddo. Per questo mi sono raffreddata. Ho passato miracolosamente l'inverno senza raffreddore e un viaggetto su a Torino mi ha piegata. Colpa di diverse cose: ad esempio sul treno all'andata ero a maniche corte, e c'era aria condizionata a palla. Sono stata costretta e infilare le mani all'interno della maglia, facendo passare le braccia dalle maniche della maglietta (per intenderci: pareva fossi senza braccia), questo per evitare di congelarmi le braccine ma in ogni caso un po' di freschino c'era sempre, soprattutto al collo, mio tallone d'Achille. Sabato mattina mi vedo con RagnoB, per fare due chiacchiere e due passi. Ma quando mi sveglio sento un fortissimo scroscio e c'era praticamente un muro d'acqua. Decido di uscire lo stesso ma le mie scarpettine Puma, in vellutino chicchettoso, si inzuppano nel tempo di arrivare alla fermata e passo tutto il giorno a piedini non bagnati, ma proprio inzuppatissimi. Che camminavo facendo ciaf ciaf.
Poi non avevo con me la propoli. Con la propoli, al minimo accenno di raffreddore, passa tutto. Ma non l'avevo e quindi oggi etcì a non finire, fazzoletti, naso tappato e così via discorrendo. Ho anche un po' di tosse che andrebbe via con la bava di lumaca (ma è a Torino!).
Stasera vedrò una cosa che non ho mai visto prima. Ma vorrei anche non vedere. Io non lo posso vedere Steve Jobs. Comunque fa quello che chiama un keynote. E' una roba in cui ti presenta le ultime novità marchiate Apple e sono circondata da gente che ama Apple o comunque è incuriosita dalla cosa. Dato che Iolao ci tiene a vederlo sarò sul divano anch'io ma sicuramente mi dedicherò alla lettura di questo nuovo libro di Michael Ende (l'autore de "La Storia Infinita") intitolato "La notte dei desideri". Lo leggo e mi dico che tra le righe c'è una poesia che non vien fuori da nemmeno un volume di Harry Potter (ma io il caro Harry lo detesto per ben altri motivi).
Per il resto basta paranoie. Sono stanca dei miei autosabotaggi. E vi lascio col video di questo meraviglioso Gufetto trasformista, anche facile da allevare volendo. Mi sta tornando la scimmia della falconeria? Forse. Ma ci penso e ripenso perché tenere bestie in gabbia (e non stiamo parlando di camaleonti che stanno sempre appollaiati su un ramo muovendosi pochissimo) soprattutto bestie volanti mi provoca un non so che di rigurgito. E finché non ci sarà qualcuno in grado di spiegarmi che così non deve essere preferisco lasciar stare. Il gufo in questione si chiama Ptilopsis leucotis. Con avversari poco più grandi di lui (e qui ci mostrano un barbagianni che è proprio piccino, quindi questo gufetto deve essere proprio minuscolo) si gonfia a sembrar più grosso. Con avversari molto più grandi di lui, si assottiglia per risultare magro e poco appetibile (o solo per risultare meno visibile?).
P.s. sabato metà centro di Torino era chiuso perché pare stessero girando un film (o un cortometraggio, chissà) storico. Per cui c'era un'auto militare d'epoca più tanti finti militari dall'odore di naftalina (chissà dove li han recuperati i costumi!).
Io e RagnoB siamo passate accanto ai loro banchini dove mangiavano e non li abbiamo invidiati per nulla. Era quasi un rancio davvero. Noi invece, noi sushi.
La natura è proprio meravigliosa. A tal punto vi rimando anche a questo link.

23 maggio 2007

Di macchine e falchi e carnivore e Noi

Abbiamo comprato la macchina. In circa mezz'ora, sabato, ci siamo decisi. Dopo la sventura che ha visto la mitica ka di Roccio impegnata in un'appuntamento al bowling senza invito ce l'abbiamo fatta. Alla fine la scelta è cascata su una Peugeot 207 nera. Fino all'ultimo eravamo in forse su blu e nera. Ma alla fine abbiamo optato per questo colore.
Domani dovrebbe arrivare e sarei proprio contenta di partecipare anch'io all'evento, infatti ho chiesto ferie che però non mi hanno ancora concesso, vedrò oggi. Invece tutto l'entusiasmo che avevo sulla famosa "giornata del falconiere" è sfumato molto, in quanto è dall'8/5 che scrivo a questi tizi senza ottenere risposta alcuna. Purtroppo io devo sapere entro oggi se la giornata si fa o non si fa, perché nel caso non si faccia c'è un incontro di pianticarnifiorai a Firenze a cui già mi spiaceva non poter partecipare. Dato che dubito di ricevere risposta oggi sui falchi mi prenoto già da ora per l'incontro a villa Vogel dei mitici carnivori. Qui tutte le info se qualcuno volesse spingersi tanto in là da provare l'ebbrezza di conoscere persone abbastanza matte da coltivare piante insettivore.
Ho fretta semplicemente perché per noi vuol dire cambiare rapidamente i nostri piani di viaggio. Un esempio: tempo fa quando prendevo il treno, il biglietto lo facevo in stazione pochi minuti prima della partenza. Ora ci sono tutti questi treni a prenotazione obbligatoria che sono già pieni pochi giorni prima di partire. Se non trovi posto devi prendere il treno dopo, e capita molto molto spesso. Quindi il biglietto va fatto con almeno qualche giorno di anticipo. Poi Roccio aveva già il biglietto per venire qui. Perché non vada perduto deve richiedere un bonus del valore del biglietto, oppure cambiarlo con un altro biglietto prima del viaggio che sarebbe venerdì sera, ovvio. Di contro io devo fare il biglietto. Oggi saprò se mi hanno concesso giorni di ferie anche se ne dubito.
Sono fortunata perché non penso che giovedì si spostino tante persone, quindi quel biglietto posso tranquillamente farlo entro domattina. Cos'altro capita in questo pianeta? Ah sto studiando java. E mando curriculum, al solito.
Tralaltro mi sembra che il gioco preferito dalle agenzie di lavoro interinali sia "Vince l'agenzia più stupida". E due settimane fa mi aveva contattato una tizia che, giuro, poteva concorrere al titolo mondiale. Mi chiede se sono interessata a un lavoro di assistenza tecnica telefonica, rispondo che sì, va bene, è più o meno quello che faccio ora. Però, appunto, sto lavorando e posso dare disdetta senza preavviso solo entro un mese dall'inizio del contratto, altrimenti devo dare un mese di preavviso. Bene, mi dice lei. Bene, dico io e chiedo se il contratto è full o part time. Silenzio. Dice imbarazzata che non lo sa e attenda in linea. Torna e afferma che potrebbe anche essere un full time (cosa significa potrebbe anche essere?). Va bene, mi interessa. Le chiedo quali sono i giorni lavorativi (se da lunedì a venerdì oppure su turni a rotazione o cose simili chessò) e mi dice che non lo sa. Allora le chiedo più o meno a quanto ammonta la paga e non lo sa. Alché fa la cosa più geniale del mondo, mi dice "Va bene. Io le lascio un po' di tempo per pensarci, magari vuole rifletterci un po' prima di lasciare un lavoro per un altro". E lì mi sento un po' presa per il culo. Le dico "Sì, io ci penserei anche. Però non so a cosa dato che non ho elementi su cui pensare, non sapendo paga, orari, giorni lavorativi. Facciamo così: si informi e poi mi richiami". E' inutile dirlo che ha salutato imbarazzata e non l'ho mai più sentita.

07 maggio 2007

Di Falchi e oculisti

Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino questo non è stato un buongiorno. Innanzitutto c'è da dire che oggi ho avuto la visita oculistica. Sono mesi che mi sembra di avere sabbia dentro l'occhio sinistro. Forse ora ho addirittura un formicaio. Nonostante avessi un margine di tempo piuttosto ampio sono quasi riuscita ad uscire di casa in ritardo. Prima cosa: dovevo rispedire il contratto della polizza di assicurazione auto. Ovviamente mentre stavo imbucando la lettera il pullman ha deciso di passare alla fermata. Quindi senza nemmeno guardare ho attraversato la strada e mi sono fiondata sull'autobus. Seconda cosa: c'era da ritirare una trentina di euro per la visita, e dato che sono a corto di soldi (il mio conto in banca piange la misera presenza di soli 9 euro) ho ben pensato di chiedere a mia mamma se potevo pagare col suo bancomat (del resto come dice lei, la salute è la prima cosa). Appena salita sul pullman mi sono messa a ravanare nella borsa di Carla Poppins alla ricerca del bancomat. Nulla. Tasche, taschine, tasconi. Nulla. Panico. Nel mio portafogli c'erano 10 euro e nemmeno mettermi a elemosinare qualche spicciolo alla stazione di Torino Porta Nuova avrebbe potuto aiutarmi. Quindi mi sovviene che qualche mese fa io e Roccio avevamo fatto una specie di carta prepagata, per qualunque emergenza. Più emergenza di questa.
Così scrivo un sms a Roccio per chiedergli se si ricorda quanti soldi ci sono sulla schedina "Ci sono almeno una trentina di euro". Bene, penso.
Peccato che intanto ho perso la fermata. Scendo e me la faccio a piedi fino alla fermata del tram.
Arrivo in questo centro oculistico, privato ma anche convenzionato con l'asl. Lì accanto c'è un bancomat. Cerco di prelevare ma mi risputa la carta: dicono di rivolgersi alla banca. Ahi. Vado in un altro bancomat ma anche lì mi dice la stessa ciccia. Entro in panico: e ora? Casualmente ritrovo il bancomat di mia mamma in una centesima tasca che ancora non avevo controllato. Meno male.
Mi immagino questo centro come bellissimo e spaziosissimo: è in centro città, è anche privato, cosa posso volere di più dalla vita? Giungo alla conclusione che, come sempre, l'abito fa metà monaco. Ma l'altra metà... L'età media è di 90 anni, dalla segretaria ai pazienti. L'unico che può competere con me è proprio lui, l'oculista, che forse è ancora solo un assistente. Però è sgarbato e frettoloso e non mi lascia parlare. Insiste sul fatto che la mia è una congiuntivite allergica. Ma io non sono mai stata allergica. Però lui non vuole sentire ragioni, sono allergica.
Mi fa la visita oculistica, mi fa capire che sono una "portatrice cronica di lenti a contatto" e me lo dice con tatto: qualcosa come "lei è una portatrice cronica di lenti a contatto, vero?". Gli chiedo se può gentilmente farmi vedere come si mettono le lenti a contatto, perché da quando le porto nessuno mi ha mai davvero insegnato. Mi dice scazzato che è compito dell'ottico (e qui mi chiedo, ma come? l'ottico mi manda da lei e lei mi manda dall'ottico?). Alla fine mi da' un collirio al cortisone e un antistaminico di mantenimento. Vado in farmacia promettendo a me stessa di non mettere più piede in quello studio, ma lì non hanno i colliri che mi servono. Allora vado in un'altra farmacia che è piena di stranieri che cercano di comunicare con la farmacista. Aspetto la mia buona mezz'ora con calma e finalmente prendo i miei colliri (e li aggiungo all'omaggio dell'oculista: una soluzione di lacrime artificiali da infilarmi nell'occhio quando le lenti a contatto seccano un po'). Vado a prendermi il meritato cheeseburger ricordando quello preso il giorno prima con Roccio. Era buonissimo, ma oggi ha un altro sapore. Manca l'ingrediente fondamentale, è inutile cercare lo stesso cheese.
Vado al lavoro, prendo un caffè che ha su di me un effetto devastante. Mi sveglia a tal punto che sono persin contenta di mettermi al telefono.
Torno a casa, mangio insieme a *tutta* la mia famiglia e poi lascio una dimostrazione della Wii. Mio cognato commenta: "Io preferisco giocare seduto alla playstation".
Mi hanno risposto i falconieri: organizzeranno una giornata il 26 maggio e indovinate? Noi mica si mancherà.