Non avete idea che gioia essere stata invitata dalla Family di Cömo per festeggiare capodanno tutti insieme. Mi mancano, mi mancano tanto. È vero, qui a Torino ho tante persone e amici che frequento, mi sto costruendo piano piano una mia realtà. È più difficile vivere una quotidianità con un gruppo di amici perché sono piccoli gruppi scollegati tra loro che però avrei piacere di unire.
Ecco perché l'altroieri sono uscita insieme a persone in apparenza scollegate tra loro ma con molto in comune (e mi pare ci siamo trovati tutti bene, confido in altre divertenti uscite).
Ma torniamo a capodanno.
L'idea era quella di una serata tranquilla da Flavio e Tahio, dove Alvaro e AlessanFro (detto kebab per i motivi che spiegherò) ci avrebbero raggiunto.
Fare un falò tranquilli e una bella grigliata. Il freddo non ci ha fermati, la pioggia non ci ha fermati, anche se AlessanFro si girava in continuazione per scaldarsi il davanti e il retro (ecco perché "kebab") e si lamentava in continuazione del freddo. Sì, faceva freddo, sì pioveva. Tutti lo sentivamo, ma in quel fuoco in cui io vedevo un anno passato da abbandonare, scaldava più di quanto potessi immaginare.
La serata è stata tranquilla ed è proseguita in casa giocando a Cards Against Humanity (Cards Against Humanity is a party game for horrible people), un gioco di cattiveria e perfidia in cui io perdo sempre, non perché io non sia perfida e cattiva, ma l'inglese mi frega. Maledetta linguaccia.
Tutti abbiamo espresso desideri che non abbiamo rivelato, ho ricevuto tanti auguri copiaincolla da Whatsapp e ho risposto con altrettanti auguri stizziti in cui rivelavo in modo ironico che questo tipo di augurio non era gradito.
Se mi stai pensando, pensi a me, e scrivi a me. Se sei troppo pigro per farlo, non farlo.
Eravamo già un po' distruttini dopo mezzanotte e così verso le 2 siamo andati a nanna e io il giorno seguente sono ripartita. Un po' il raffreddore, un po' anche il desiderio di rientrare, un po' il fatto che viaggiando con i treni lenti ci metto minimo 3 ore.
Ma sono tornata in quella che ora identifico come casa, seppur condivisa, seppur vivendo in un minuscolo stanzino.
In tutto questo sono rientrata su Facebook, che avevo cancellato il mio account. Chiedo poche amicizie ma me ne arrivano tante e Med non mi conferma l'amicizia. Sarà che il nome non è il mio?
Forse Med è una delle poche ragioni per cui sono tornata, dato che non ho altri mezzi per rintracciarlo.
Comunque.
Torno e ci mettiamo d'accordo per andare al MEF: io, Vale, Lys e il sardosabaudo. Vale però non può, così siamo in tre e andiamo a vedere la mostra sui Tarocchi: molto bella.
Proseguiamo poi andando al bar sardo, dove beviamo un paio di bicchieri e mezzo di Nepente (un cannonau) e infine al Pastis dove non posso non prendere il pastis. La compagnia che si è creata è davvero mitica e mi piacerebbe poter passare altro tempo insieme. Così progettiamo di andare a una serata frocia al bar dei froci (mi permetto di dirlo ma non posso spiegarlo), e di andare a una serata kinky. Perché no, magari anche al centro sociale. Questa unione di menti così diverse mi stimola.
Il giorno dopo mal di testa e nausea. Ma cavoletti, possibile che io non regga così tanto da stare male dopo aver bevuto così poco?
Un goccio di caffè che pare faccia passare il mal di testa e niente, vomito.
Peccato che alla sera il water sia diventato mio amico, così penso di aver preso quella terribile forma influenzale che sta girando ma nonostante tutto, i rumori della mia pancia (che continua a mormorare GluGlu), la sensazione di pienezza di stomaco e via dicendo, FINORA non è successo nulla.
Mi drogo di fermenti lattici e vediamo, magari scopro di avere il fisico (se se come no) più resistente di quanto possa credere.
Nel frattempo manca una settimana per ritirare il referto, incrociamo le dita e speriamo che non sia niente.
Ora, perdonatemi, ma corro alla toilette.
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05 gennaio 2018
22 giugno 2014
Il museo più bello a Torino
Le cose più belle sono spessissimo nascoste alla vista degli occhi di tutti. Il che le rende ancora più belle, perché al loro fascino si aggiunge quell'alone di mistero che le rende più preziose.
Cosa consigliare alle persone che vengono in visita a Torino? Finora i miei consigli sono sempre stati i soliti: la passeggiata sotto i lunghi portici fino al Po, la scalinata di Palazzo Madama, il museo egizio che vanta il primato di essere il secondo al mondo dopo quello de Il Cairo, la Mole Antonelliana col suo museo del cinema e il suo ascensore trasparente, il santuario de La Consolata, di fronte al quale potrete assaggiare il vero Bicerin, se ancora vi avanza tempo la Gran Madre di Dio, chiesa a pianta circolare, e il bellissimo Parco del Valentino col suo Borgo Medioevale (ricostruito ma pur sempre caratteristico).
Ovviamente a questo si possono aggiungere altri musei famosi, come la GAM (galleria d'arte moderna), Il MAO (museo di arte orientale, ancora mai visitato) e se avete i mezzi la Palazzina di Caccia di Stupinigi e la Reggia di Venaria Reale.
Torino ha tante cose da offrire ma nessuno lo sa perché molti hanno in mente l'idea di una città triste e grigia, un'accozzaglia di fabbriche che poco ha da mostrare al turista curioso.
Torino ha però un museo che vale la pena vedere se avete tre ore del vostro preziosissimo tempo, e vi assicuro è una cosa che non vi deluderà.
Giovedì mattina siamo partiti alla volta di Torino e siamo tornati a casa solo oggi... Mi piace quando posso fare la turista a Torino, mi godo le cose che da lavoratrice non mi sono mai goduta e riesco a non dare per scontato nulla. Così pian pianino mi sono salvata tra i preferiti del browser i siti dei luoghi che mi piacerebbe visitare a Torino. Nella sera tra giovedì e venerdì sono andata a riguardarmeli e ho trovato questo sito. Ma, cosa ancor più interessante, ho trovato questo.
Date le mie attuali letture sulle istituzioni totali, l'idea di visitare un ex-carcere era un'idea troppo allettante. Così l'ho proposto a Fry che non sembrava molto entusiasta, ho poi scoperto perché: era convinto che nulla potesse essere più interessante delle prigioni delle Stasi, visitate a Berlino, ma si è presto dovuto ricredere.
Due parole sul museo "Le Nuove".
Il carcere (appunto "Le nuove") si trova a poco più di un chilometro di distanza dalla stazione di Torino Porta Nuova, ed è praticamente di fronte al palazzo di giustizia: quindi facilissimo da raggiungere per eventuali turisti. Per altre informazioni dettagliate vi consiglio di dare un occhio al loro sito, ma intanto vi posso dire che nel museo ci sono due percorsi. Quello relativo al carcere vero e proprio e quello relativo al ricovero antiaereo. I percorsi costano 6 euro l'uno e non c'è possibilità di un biglietto cumulativo. Esiste una sola visita guidata, al giorno, per il carcere da lunedì a sabato alle 15, mentre la domenica si aggiunge anche una visita alle 17. Per il ricovero antiaereo ci sono visite guidate solo sabato e domenica alle 17.15 ed è necessario prenotare (dato che il numero massimo di partecipanti, per motivi di sicurezza, è di 15 persone). La visita al carcere dura circa due ore, quindi sabato è possibile (come abbiamo fatto noi) combinare entrambe le visite.
Il museo è gestito da volontari ed è quasi sconosciuto. La cosa stupefacente è che la struttura, anche se dedicata ad essere museo, è fatiscente e assolutamente genuina. A differenza di altre strutture di internamento (ad esempio i campi di concentramento, ormai divenuti dei musei con installazioni artistiche e vetrinette contenenti oggetti vari) le celle sono celle, le gabbie sono gabbie, i portelloni di metallo sono portelloni di metallo. La guida è eccellente e saprà spiegarvi la storia del carcere senza mai annoiarvi, arricchendo il tutto con aneddoti (anche ascoltati in prima persona da visitatori anziani che un tempo erano stati internati nella struttura).
Poche cose al riguardo:
purtroppo non si possono fare foto, ed è un peccato perché per me raccontare emozioni senza le foto è difficile. Sappiate che in più di un'occasione vi si stringerà il cuore e vi verrà voglia di piangere a dirotto.
Il carcere è stato costruito intorno al 1860 ed è diventato operativo nel 1867-69. E' rimasto attivo fino al 2003: ha passato due guerre mondiali e periodi di terrorismo.
Uno dei bracci era sotto gestione dei nazisti durante la seconda guerra mondiale. Occhio, partigiani, ebrei e "nemici politici" sono partiti da qui per luoghi meno simpatici (campi di concentamento, i treni partivano dal binario 17 della stazione Torino Porta Nuova) o per una sofferenza più breve, verso il Martinetto, per essere fucilati.
Molti dei partigiani fucilati avevano 20-22-24 anni. Ragazzi. Fucilati. Per la libertà, per il futuro.
E noi?
Stiamo a guardare.
Non dobbiamo dimenticare che durante la seconda guerra mondiale noi ci siamo sporcati le mani di sangue esattamente come i tedeschi.
Mi piacerebbe andare a visitare i campi di concentramento italiani, primo fra tutti la risiera di san sabba.
Cosa consigliare alle persone che vengono in visita a Torino? Finora i miei consigli sono sempre stati i soliti: la passeggiata sotto i lunghi portici fino al Po, la scalinata di Palazzo Madama, il museo egizio che vanta il primato di essere il secondo al mondo dopo quello de Il Cairo, la Mole Antonelliana col suo museo del cinema e il suo ascensore trasparente, il santuario de La Consolata, di fronte al quale potrete assaggiare il vero Bicerin, se ancora vi avanza tempo la Gran Madre di Dio, chiesa a pianta circolare, e il bellissimo Parco del Valentino col suo Borgo Medioevale (ricostruito ma pur sempre caratteristico).
Ovviamente a questo si possono aggiungere altri musei famosi, come la GAM (galleria d'arte moderna), Il MAO (museo di arte orientale, ancora mai visitato) e se avete i mezzi la Palazzina di Caccia di Stupinigi e la Reggia di Venaria Reale.
Torino ha tante cose da offrire ma nessuno lo sa perché molti hanno in mente l'idea di una città triste e grigia, un'accozzaglia di fabbriche che poco ha da mostrare al turista curioso.
Torino ha però un museo che vale la pena vedere se avete tre ore del vostro preziosissimo tempo, e vi assicuro è una cosa che non vi deluderà.
Giovedì mattina siamo partiti alla volta di Torino e siamo tornati a casa solo oggi... Mi piace quando posso fare la turista a Torino, mi godo le cose che da lavoratrice non mi sono mai goduta e riesco a non dare per scontato nulla. Così pian pianino mi sono salvata tra i preferiti del browser i siti dei luoghi che mi piacerebbe visitare a Torino. Nella sera tra giovedì e venerdì sono andata a riguardarmeli e ho trovato questo sito. Ma, cosa ancor più interessante, ho trovato questo.
Date le mie attuali letture sulle istituzioni totali, l'idea di visitare un ex-carcere era un'idea troppo allettante. Così l'ho proposto a Fry che non sembrava molto entusiasta, ho poi scoperto perché: era convinto che nulla potesse essere più interessante delle prigioni delle Stasi, visitate a Berlino, ma si è presto dovuto ricredere.
Due parole sul museo "Le Nuove".
Il carcere (appunto "Le nuove") si trova a poco più di un chilometro di distanza dalla stazione di Torino Porta Nuova, ed è praticamente di fronte al palazzo di giustizia: quindi facilissimo da raggiungere per eventuali turisti. Per altre informazioni dettagliate vi consiglio di dare un occhio al loro sito, ma intanto vi posso dire che nel museo ci sono due percorsi. Quello relativo al carcere vero e proprio e quello relativo al ricovero antiaereo. I percorsi costano 6 euro l'uno e non c'è possibilità di un biglietto cumulativo. Esiste una sola visita guidata, al giorno, per il carcere da lunedì a sabato alle 15, mentre la domenica si aggiunge anche una visita alle 17. Per il ricovero antiaereo ci sono visite guidate solo sabato e domenica alle 17.15 ed è necessario prenotare (dato che il numero massimo di partecipanti, per motivi di sicurezza, è di 15 persone). La visita al carcere dura circa due ore, quindi sabato è possibile (come abbiamo fatto noi) combinare entrambe le visite.
Il museo è gestito da volontari ed è quasi sconosciuto. La cosa stupefacente è che la struttura, anche se dedicata ad essere museo, è fatiscente e assolutamente genuina. A differenza di altre strutture di internamento (ad esempio i campi di concentramento, ormai divenuti dei musei con installazioni artistiche e vetrinette contenenti oggetti vari) le celle sono celle, le gabbie sono gabbie, i portelloni di metallo sono portelloni di metallo. La guida è eccellente e saprà spiegarvi la storia del carcere senza mai annoiarvi, arricchendo il tutto con aneddoti (anche ascoltati in prima persona da visitatori anziani che un tempo erano stati internati nella struttura).
Poche cose al riguardo:
purtroppo non si possono fare foto, ed è un peccato perché per me raccontare emozioni senza le foto è difficile. Sappiate che in più di un'occasione vi si stringerà il cuore e vi verrà voglia di piangere a dirotto.
Il carcere è stato costruito intorno al 1860 ed è diventato operativo nel 1867-69. E' rimasto attivo fino al 2003: ha passato due guerre mondiali e periodi di terrorismo.
Uno dei bracci era sotto gestione dei nazisti durante la seconda guerra mondiale. Occhio, partigiani, ebrei e "nemici politici" sono partiti da qui per luoghi meno simpatici (campi di concentamento, i treni partivano dal binario 17 della stazione Torino Porta Nuova) o per una sofferenza più breve, verso il Martinetto, per essere fucilati.
Molti dei partigiani fucilati avevano 20-22-24 anni. Ragazzi. Fucilati. Per la libertà, per il futuro.
E noi?
Stiamo a guardare.
Non dobbiamo dimenticare che durante la seconda guerra mondiale noi ci siamo sporcati le mani di sangue esattamente come i tedeschi.
Mi piacerebbe andare a visitare i campi di concentramento italiani, primo fra tutti la risiera di san sabba.
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