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13 aprile 2025

The infinity news

 Ieri pensavo che se un mio vicino di casa venisse assassinato col veleno, il mio bellissimo libro sulle piante velenose non deporrebbe a mio favore.

Sono quella persona silenziosa, che non esce mai, quella che salutava sempre, quella che lavora da casa e ha pochissimi contatti col mondo esterno. Faccio così fatica che a volte guardo il calendario e penso "Mio Dio, questa settimana mi tocca uscire per ben 4 volte di fila".

Oggi fanno due giorni senza il farmaco per l'ADHD. Ho cominciato la terapia, non ricordo esattamente quando. Forse 2 mesi fa? Tre mesi fa? Sta di fatto che alla prima assunzione ho sentito una calma, un silenzio mentale che mi ha rasserenata. E dico un'altra cosa. Dopo quel primo effetto WOW non ne ho avuti altri, anzi.

Ma alla fine tutto parla chiaro. Molta ansia lavorativa (che non mi faceva dormire la notte) è svanita, faccio meno fatica a leggere (perché mi distraggo meno) e di conseguenza a studiare. Solo che non me ne sono accorta finché non sono finite. Le pastiglie.

Mea culpa. Facendo parte di quei farmaci stupefacenti la cui ricetta deve essere ancora scritta a mano, mi tocca attraversare la città per andare dal mio medico di famiglia, e l'unico giorno in cui lo studio è aperto fino alle 19 è il mercoledì. L'aumento del dosaggio le ha esaurite in fretta e mi sono accorta che avrei dovuto chiederne altre solo quando ormai non mi sarebbero bastate. Così ho ridotto autonomamente il dosaggio a 2 pastigliette al giorno ma quando giovedì sono riuscita ad andare in farmacia mi hanno comunicato che forse non sarebbero arrivate in tempo nemmeno per sabato. Ed eccomi qui, modalità zombie, con mille pensieri che si accavallano e una paralisi costante nel fare le cose.

E mi rendo conto ora che sono così, che questa è sempre stata la mia modalità. Che in verità il farmaco funziona. 

Anche se al lavoro compio spesso errori di distrazione almeno LO PORTO A TERMINE, cosa prima quasi impossibile perché di fronte a una richiesta, a un problema, mi era impossibile spacchettarlo in pezzi più piccoli. E dopo i primi mesi di panico assoluto ora un po' mi piace.

Rispetto a Java il PL/SQL è più gestibile anche se spesso mi incarto ancora sulle cose più banali.

A fine dicembre io e il mio adorato Cliff siamo stati a San Pietroburgo. Me ne sono innamorata.

Il freddo, la neve, i russi che non parlano inglese, le zuppe, la vodka, l'Ermitage, il silenzio nelle metro e le stazioni così belle, il cuore caldo dei sanpietrobughesi, le strade ghiacciate, l'interno delle case bollenti (dormivamo con la finestra aperta perché il riscaldamento non si poteva spegnere), i rubli, le cose ordinate a caso per incomprensioni di lingua. L'amore.

Da poco ho cominciato a leggere "Delitto e Castigo", abbiamo camminato nelle stesse strade di Raskol'nikov e Sonja, abbiamo visitato la tomba di Fëdor Michajlovič Dostoevskij e ogni volta che si nomina un posto in cui siamo stati, non posso fare a meno di pensare a quanto sia stato bello essere lì.

Piccola ulteriore grande novità. Ho aperto la partita IVA come fotografa. Per ora sta lì, ci sarebbe anche un sito e tutt'cos. Ma il sito non è ancora online, sicuramente aggiornerò anche il blog quando lo sarà.

Stay tuned.


Felicità sul fiume Neva ghiacciato


04 novembre 2024

Il mio anno per il rotto della cuffia

 Ho scoperto oggi di aver passato, per il rotto della cuffia, un esonero di psicologia dello sviluppo avanzato. Non avrei dato 1000 delle vecchie e ricchissime lire per questo risultato. Ultimamente è il mio motto: mantenere in piedi tutte le cose che faccio, con l'impegno minimo sindacale per non impazzire.

L'università? Ok: l'esame è scritto? Lo diamo. Orale? Si darà quando e se mi passerà l'ansia di parlare in pubblico, probabilmente mai. Lo scritto? Leggiamo distrattamente qualche giorno prima dell'esame gli appunti presi qua e là da gentilissime compagne universitarie.

Vorrei avere, per gli esami orali, la stessa sicurezza nell'eloquio di quando cito la mia pseudopassione per la cultura ebraica (che nulla ha a che vedere con ciò che sta succedendo eh), snocciolando autori, presunti messia e folklore vario.

Lo studio si incrocia però con il nuovo lavoro, sfiancante mentalmente. Almeno per me. Anche qui il minimo indispensabile sperando che non mi licenzino, anche se continuo a fare colloqui.  Negli ultimi 3 anni avrò cambiato tre lavori, ma continuano a cercarmi. E da quando ho l'invalidità siamo ai livelli di stalking.

"Buongiorno, stiamo cercando una categoria protetta nello sviluppo in Java"

"La ringrazio ma ho appena cambiato impiego e valuterei un colloquio solo per un lavoro in ambito sistemistico"

"Va bene lo stesso, mi dica quando possiamo contattarla"

Disperati, più di me.

Nell'ultimo colloquio mi sono capitate cose che mai nella vita. La primissima domanda dopo le presentazioni e ormai il classico "DIAMOCIDELTÙ" è stata "Quanti anni hai?". Io spiazzata.

Poco più avanti però la situazione è peggiorata notevolmente con un "Posso chiederti perché sei invalida?" e quando, dopo essermi arrampicata sugli specchi perché il mio cervello desidera sempre dare una risposta ma non volevo specificare tutto perché, regà, è una domanda piuttosto illegalina, la signorina diamocideltù mi ha chiesto la RAL e ha specificato che forse era un po' alta per loro, e la fatidica domanda "Di quanto saresti disposta a scendere?" non ha tardato a fare capolino. Ovviamente la questione è stata corredata da una giustificazione del tipo "In effetti se questo è il lavoro dei tuoi sogni magari puoi scendere un po', tanto poi con l'esperienza ci arrivi di nuovo a quella RAL". Nini, non funziona così: se è alta mi fai un'offerta e io decido.

Ci mancava solo "Ma è fidanzata? Ha intenzione di restare incinta?".

Quando il recruiter che ci aveva messo in contatto mi ha chiesto un feedback è rimasto basito dal mio resoconto ma ha comunque più o meno cercato di porre rimedio. E qui, la fierezza di una persona che tende a non mettersi mai di traverso in queste situazioni: "Scusa se ti interrompo, ma non sono d'accordo".

Loro vorrebbero proseguire e io, dopo queste premesse, 'nsomma.

Già mi vedo a chiedere la mutua e la signorina diamocideltù che fa capolino chiedendomi "MA COME MAI STAI MALE?".

In tutto questo, per il rotto della cuffia ho ripreso violino. Ho fatto la prima lezione con una nuova insegnante a cui ho chiesto di riprendere da capo, dalle corde vuote perché per un anno intero non avevo fatto nulla. Poi ho saltato le successive due lezioni.

Esami, troppe cose da fare. Troppe cose da tenere in piedi per il rotto della cuffia.

Finalmente io e Cliff riusciremo a fare il nostro secondo viaggio insieme (non conto Venezia per il mio compleanno del 2022 perché è stata più una gitarella) e abbiamo optato per San Pietroburgo, perché ci piace complicarci la vita.

Abbiamo preso i voli per Tallinn da cui poi partiremo con il bus della speranza per attraversare la frontiera. Ah no, aspettate: la frontiera sta su un ponte che è chiuso per lavori fino, forse, al 2026, così il bus ci lascia prima della frontiera, la attraverseremo come dei piccoli fiammiferai a piedi, e poi prenderemo un altro bus per San Pietroburgo.

Amiamo complicarci la vita.

I circuiti Visa e Mastercard non funzionano e per non viaggiare con troppi contanti penso che apriremo una specie di conto russo che però non potrà essere ricaricato online quindi attendo risposta da un paio di banche a cui ho chiesto informazioni.

Un mio amico mi ha comunicato di avere segnati i posti descritti ne "Il Maestro e Margherita" e non posso lasciarmi sfuggire l'occasione di passarci. (edit: il libro è ambientato a Mosca, ma si sa mai nella vita, magari riusciamo ad andare anche lì).

Inoltre Cliff è un grande appassionato di letteratura russa (o "i grandi mattoni russi", come li chiamo, sembra non possa leggere cose meno lunghe di 700 pagine) e da tempo pensavamo di fare un salto lassù.

P.s. Sto attraversando un periodo curioso che chissà se è depressione o cosa, in cui faccio fatica a lavarmi, pranzo e ceno con le patatine, mi addormendo sempre più tardi, mi sveglio due minuti prima di accendere il pc. Ho anche fatto foto a un matrimonio nel vano tentativo di tenere in piedi una quarta cosa, partita con le migliori intenzioni ORAFACCIOSUBITOILSITOEMISPONSORIZZO.

Inutile dire che le foto sono rimaste in qualche cartella sperduta - la mia nuova Fujifilm x-t5 fa foto pesantissime -  e se sono riuscita a elaborarne qualcuna, indovinate? Ebbene sì, è solo per il rotto della cuffia.

Per fortuna c'è Cliff che in questo caos autogeneratosi da me stessa, medesima, tale, è un porto sicuro. Ma lui, e solo lui, non per il rotto della cuffia.

26 maggio 2024

I biscotti della discordia

 Dopo il fantomatico digiuno ho deciso di proseguire con la dieta chetogenica, più comunemente chiamata keto. Questo mi ha permesso di mangiare e sentirmi sazia senza prendere un grammo. Sono entrata in vestitini e gonne che non mettevo da secoli. 

L'unica rottura è evitare i carboidrati: #sapevatelo, sono ovunque. Si nascondono in tantissimi piatti e quando si va a mangiare fuori navigano in vari composti incogniti dai nomi più variegati, come salsa dello Chef, sughetto ai mirinzetti spaiati, contorno di pura fantasia primaverile. Lo zucchero, nemico numero uno, è in quasi tutte le salse (senza le quali i piatti cotti della cucina fusion dei finti ristoranti giapponesi non avrebbero più sapore). 

NON SI DOVREBBE FARE UNA KETO FAIDATE, i vari gruppi di fissati impongono.

Esattamente quello che ho fatto, seguendo il mio diktat Sii ribelle - ma solo sulle cose inutili, of course.

Dopo il digiuno e cominciata la keto, il buon Cliff deve aver notato il cambiamento e, conoscendo la mia sensibilità sulla forma fisica, non lo ha esplicitato. Ma ha inziato anche lui la sua guerra silenziosa contro i carboidrati (perdendo svariati kg).

Questo lungo preambolo era necessario per raccontare l'assurda serata di ieri in cui ho lasciato Cliff ai fornelli per fargli preparare una luganica alla piastra con contorno di friarielli mentre io mi dedicavo alla preparazione dei biscotti per fare un tiramisù.

Ricordate la guerra ai carboidrati?

Non potevo usare i classici savoiardi, ma nella keto sono permesse farina di mandorle e farina di cocco, nonché dolcificanti (con parsimonia, il famoso eritritolo che Cliff chiama sempre tritolo). E mentre lui armeggia ai fornelli, io accendo il forno e comincio a mescolare gli ingredienti.

Se c'è una cosa che non faccio mai, è pulire il forno. È un compito che lascio volentieri ad altri (ma vivendo da sola non serve continuare per spiegarvi le sue condizioni). Purtroppo il mio forno contiene vari caduti in battaglia di mozzarelle sciolte e precipitate sul fondo da pizze precotte, formaggi colati, impasti spalmati e ormai carbonizzati in una sorta di crosta nera e dura che non saprei neanche come levare. Ed è per questo che quando lo accendo lui mi ricorda di pulirlo sbuffando un fumo grigio e denso che mi costringe ad aprire la finestra e chiudere la porta che dà verso la camera da letto.

Avendo una sola aria succede a volte che mi capiti di aprire l'unica finestra opposta a quella che dà sulla strada, che però è sulle scale. Tutto abbastanza bene, finché con la coda dell'occhio non vedo un lampeggiante blu dalla finestra della cucina, sulla strada.

Vivo in una zona molto trafficata e le ambulanze sono non all'ordine del giorno, ma all'ordine del minuto. Così confesso di non aver prestato attenzione alla sirena che si era fermata poco prima appena sotto casa. Pensavo che qualcuno si fosse sentito male nel palazzo, così mi sono affacciata e ho visto questo:


Un secondo per fare due più due.

Forno con residui e fumo, molto fumo. Finestra aperta sulle scale. Fumo per le scale. Pompieri che arrivano con sirena accesa.

Il tempo di comprendere questo e sento bussare fortissimo alla porta, come se qualcuno stesse colpendo con il palmo della mano e non con le nocche.

Vi lascio il tempo di immaginare la scena, il rumore di gente che parlotta sulle scale, io in ciabatte e minigonna che intanto avevo fatto in tempo a chiudere la finestra che affaccia sulle scale e che vado ad aprire con aria innocente mentre un vigile del fuoco mi incalza "SIGNORA TUTTO BENE A CASA?".

Con aria innocente replico "Probabilmente siete accorsi per colpa mia, stavo facendo dei biscotti ma il forno fa un po' di fumo perché ci sono dei residui".

Entrano in due, confermano il fatto. Cominciano a spalancare lo spalancabile (in tutto questo Cliff chiuso in bagno perché non stava bene). Spostano il portascarpe per aprire la seconda anta del portone, mi chiedono le chiavi per aprire il balconcino per le scale. Mi chiedono i documenti e compilano un verbale "Mi farete una multa?"

"Certo le arriva poi il conto a casa." risponde quello.

Il secondo pompiere mi fa cenno di no e sorride, io continuo a chiedere scusa imbarazzatissima e non sapendo che fare chiedo se vogliono un caffè. Sono realmente mortificata ma la situazione è così assurda che ho uno strano sorriso stampato sul volto.

Il secondo intanto fa "Non vogliamo usare il sistema di ventilazione elettronica per areare?"

"No, lasciamo tutto aperto. Signora lasci aperto per almeno un'ora, poi però pulisca il forno che qui la gente non sapendo cosa era successo si è preoccupata" - sorride - "Vede cosa succede a fare i biscotti?".

La gente intanto ammassata per le scale chiede "Ma cosa è successo?".

Il pompiere esce: "Tutto a posto, la signorina ha bruciato la cena"

Chiacchiericcio "Oh che peccato". Continuo a scusarmi, se già potevo non stare simpatica per la mia tendenza a non socializzare e il mio aspetto da punkabbestia integrata in società, ora è definitiva la mia esclusione anche dai saluti imbarazzati in ascensore.

I pompieri vanno via e mi lasciano sola a riflettere sull'accaduto e sento per le scale residui di vociare:

"Ma chi è? Son giovani?"

"Sì son giovani (grazie), quella con i capelli viola, no blu, ha i capelli blu"

"Eh succede".

Fine della cena: io e Cliff (finalmente uscito dal bagno) che non riusciamo a smettere di ridere, con finestra e porta d'ingresso spalancate.

Oggi però mi sono sentita un po' una cacca pensando a quanto gli altri inquilini possano essersi preoccupati, così ho finalmente deciso di pulire il forno (nei prossimi giorni) acquistando un prodotto apposito:


Sempre che, prossimamente, abbia ancora una casa.

03 aprile 2024

Introduzione al digiuno

 E' circa un anno che sto cercando di rimettermi in forma. Ho cominciato più o meno a maggio 2023 (con 10 kg in più addosso rispetto a quelli che avevo da molto molto magra) cercando di correre ma poi mi sono infortunata e son dovuta restare ferma. Poi seguendo il consiglio del medico del pronto soccorso del CTO, ho cercato di rinforzare le gambe per evitare altri infortuni con gli esercizi di Chloe e grazie a lei e a lunghissime camminate e a una dieta, qualcosa avevo perso. Il binomio lavoro e studio però mi hanno impedito di continuare a esercitarmi continuamente e ho ripreso peso. Da qualche mese, avendo anche comprato un tapis roulant, mi sono messa a correre seguendo un programma di corsa. Ho abbinato anche qui una dieta ma devo dirlo, di troppo non scendo. Queste ferie Pasquali mi han dato la mazzata finale e ho ripreso più o meno un chilo.

Insomma, il mio metabolismo è diventato quello di una ciabatta e ho ormai capito che sotto un tot non scendo. Mi rendo conto che si tratta di una fissazione, alla fine sono normopeso, ma è proprio la mia linea che non è armonica. Sopra il seno sono magra, mi si vedono le costole, le clavicole, le ossa delle spalle. Sotto ho la pancia, le cosce, i fianchi e i polpacci grossi.

Nel corso della vita, sono riuscita a perdere peso solo smettendo di mangiare, pratica che tutti mi han sempre sconsigliato. Eppure ora va di moda il digiuno intermittente che pare faccia miracoli. Nel mio caso, intorno al 2016-2017, posso dire di aver perso davvero molto peso facendo un solo micropasto al giorno, di sera, e camminando tantissimo, anche due ore al giorno. Inizialmente mangiavo anche la pizza di sera che pur portando un apporto calorico notevole, nel calcolo calorico giornaliero era davvero poco. Poi la fame è passata, e mi bastava mezza pizza, poi anche meno. Trasferitami a Torino ho poi ripreso a mangiare sia a pranzo che a cena. 

E, ripeto, tutti mi han sempre sconsigliato questa pratica perché deleteria: smettere di mangiare fa male, il corpo accumula di più perché ogni cosa che introduci viene immagazzinata, perdi anche massa muscolare, eccetera.

Finalmente hanno fatto uno studio sul digiuno: han recuperato 12 volontari e li han messi a pane e acqua, ma senza pane, per 7 giorni. Nel frattempo li han tenuti monitorati per capire cosa accadeva nel loro corpo e le analisi han rivelato che dopo i primi due giorni di digiuno, in cui il corpo cercava disperatamente di recuperare gli ultimi zuccheri presenti, alla fine andava in chetosi, usando il grasso come fonte energetica. Il terzo giorno è quello dello switch, ci si sente stanchi, spossati, ma una volta passato quello, torna l'energia (e anche la voglia di vivere a quanto pare). I volontari non solo han perso circa 5 kg, ma le proteine nel corpo hanno subito delle variazioni. I chili persi hanno riguardato sia la massa magra che la massa grassa ma al termine del digiuno la massa grassa è stata recuperata in fretta, mentre la massa magra no. Qui l'abstract dello studio.

Ovvio, bisognerebbe farlo sotto stretto controllo medico (come tante altre cose, anche l'attività fisica dovrebbe essere fatta a seguito di visite mediche) ma se io vado dal medico quello mi pesa, mi dice che sono normopeso e va bene così. Io ricordo che nel mio precedente periodo di digiuno se inizialmente mi sentivo fiacca, poi stavo bene e anzi, ero bella energica. Anche se quel digiuno, fatto senza criterio e con vari spuntini qua e là, è durato molto di più. Ricordo anche che ci sono voluti anni prima di prendere chili (e ammassarli dalla vita in giù). Quindi oggi, dopo una cena a casa di Madre, si principia.

Ovvio ci son tante cose di cui vorrei scrivere, il viaggio in Polonia con Cliff, i nostri sabati sera dedicati ai film brutti (li scegliamo con gran cura), lo studio, il lavoro. Per ora accontentatevi del digiuno ad acqua.

23 dicembre 2023

Di avventure polacche

 In partenza per la mia bellissima Varsavia con il mio stupendo Cliff. Tante sono le cose da scrivere, ma passo davvero i miei giorni solo a lavorare e studiare. Sto imparando tanto al lavoro, ero terrorizzata di non farcela, eppure piano piano a piccoli passi, sto andando avanti. Sto anche raggiungendo buoni traguardi con lo studio, pur avendo poco tempo. E sono al passo con gli esami, incredibilmente. 

Mi sto mettendo tanto alla prova su tutti i fronti e sono soddisfatta.

Questo è il nostro primo viaggio insieme, a parte tre giorni a Venezia un anno e mezzo fa. Purtroppo le ferie non coincidono mai e finalmente siamo riusciti a ritagliarci un po' di giorni per noi. Ho comprato un piccolo tapis roulant, non troppo costoso, non troppo economico. Mi dedico mezz'ora al giorno a camminate velocissime dato che sono praticamente quasi sempre a casa.

Seguiranno strabilianti racconti di vodka, birra, milky bar sperduti, avventure fredde ma bellissime. 

Stay tuned.

13 luglio 2023

Piccoli aggiornamenti

di cui non frega un ca$$o a nessuno

  • Ho finito il mio workout di 28 giorni con la mia coreana assassina del cuore, Chloe Ting. Nessun risultato miracoloso, solo tanta fatica e sudore. Un chiletto perso, ma girovita sicuramente più fine.
    Ho un fisico del menga, comincio a ingrassare da gambe e chiappe e quando arrivo alla pancia, diversi kg più avanti, ormai è troppo tardi e per perderli devo faticare (in passato smettendo di mangiare ma stavolta non ha funzionato). A volte in passato mi hanno recriminato il fatto di essere pigra, nein, ho costanza ma per mostrare questa mia dote servono degli ingredienti fondamentali, come ad esempio la disperazione. La stessa che mi ha portato a diventare sviluppatrice Java perché di stare al telefono non ne potevo più. Dato che non sopporto chi si lamenta senza almeno provare a cambiare la propria condizione (mentre chi prova e non riesce ha tutte le giustificazioni del mondo per imprecare, IMHO) prima di lagnarmi le provo tutte. Anche andando a Benevento per una Academy su Java. Detto questo domani comincio un workout assassino di 14 giorni un pochino più pesantuccio.

  • Io e Cliff stiamo leggendo la saga di Blackwater. Siamo al terzo libro e finalmente accade qualcosa. Devo dire che i volumetti sono piccoli e scorrevoli, per ora li stiamo leggendo su ebook reader ma viste le edizioni davvero carucce vorremmo acquistarli cartacei. A volte finisce prima lui, a volte prima io. Questa volta sono rimasta indietro io perché attendevo che lui finisse il volume secondo e quando lo ha finito non mi ha avvertita di aver cominciato il terzo. PUSILLANIME! Ma in pochi giorni sto rimediando, peccato che...

  • mi sono fatta un regalone che mi è arrivato ieri. La tanto amata e desiderata Steam Deck. Così oggi ho finito Gris, dopo anni, e riprendo a giocare avendo una console che mi permette di usarla su letto o divano. Occhio però pesa. Se la usate a letto state seduti, se vi scivola in faccia potrebbe cambiarvi i connotati. La Steam Deck ha su una distro Linux quindi, miei cari e piccoli smanettoni, è una console ideale per tante varissime cose. Oltre a quello mi sono presa su Aliexpress, Miyoo, esteticamente sembra un vecchio gameboy, in verità puoi installarci degli emulatori per una miriade di giochi da quelli del gameboy classico e fino alla ps1. Inutile dire che per entrambe le cose, tutta colpa del mio adorato Cliff. Il Miyoo (mini plus) l'ho preso inizialmente per mia sorella (la quale ha smesso qualsiasi interazione col resto del mondo per giocare a SuperMario) ma quando l'ho provata mi sono accorta che è davvero una goduria e mentre la Steam Deck si può usare nelle lunghe pause o la sera se non si ha voglia di mettersi sulla scrivania e accendere il PC, Miyoo puoi accenderlo anche in bagno durante le sedute di gabinetto, in pausa pranzo, in attesa che arrivi il tram, sul tram, smadonnando mentre si cammina per km avendo perso la fermata del lavoro per l'ultimo combattimento di Tekken...

  • Mi è venuto in mente di riprendere l'università, e l'unica facoltà di Scienze Biologiche possibile da fare online è eCampus, ci andrò a parlare lunedì ma le recensioni li spacciano già per truffatori (bene ma non benissimo). Pensavo a Scienze Biologiche per capire se è possibile recuperare parte degli 11 esami dati 20 anni fa (secondo eCampus probabilmente sì) ma dato che costa davvero tantissimo, mi sono già mezzo informata, l'alternativa è la facoltà di psicologia o a Perugia o a Urbino. Propendo per la seconda dato che quando all'università di Perugia ho inviato una richiesta di informazioni via email, ben articolata, loro mi han risposto con un link che sì, va bhe, grazie al ca$$o, lo avevo già letto.

  • Purtroppo, nel fare tutte queste cose, non sto suonando il violino. Se mi leggesse il mio Sensei brontolerebbe assaje, ma noi saremo bravi e non glielo diremo. Ora devo dimagrire e leggere e giocare. Tra qualche giorno farò rientrare nella mia routine quotidiana anche quel meraviglioso strumento, che mi sopporta e sopporta ancora la mia incapacità di suonarlo decentemente.
    Scusami.

  • La Feltrinelli ha deciso di scontare alcuni saggi Cortina del 20%: chi aveva detto "No questo mese è l'ultima spesa che faccio" parlando della Steam Deck e ha affrontato con nonchalance il checkout del sito de La Feltrinelli? Non faccio nomi, perché sono tutte solo supposizioni.

Canzone del giorno: I Got You The White Buffalo (per il metallaro del mio cuore)









18 giugno 2023

Quel treno lungo 650 km che ci separa

"Hai lasciato il tuo odore sul letto?"

Ecco perché stanotte ero abbracciata al cuscino dove di solito sei tu. Ecco perché non tolgo mai il secondo cuscino, mi dà l'impressione di poter allungare la mano e trovarti. Posso anche sentire il tuo respiro se mi concentro, nonostante il caos che, ora che le finestre sono aperte, arriva da fuori, dalla strada.

Questa notte qualcuno ha accelerato di colpo facendo un rumore fortissimo e mi sono svegliata di colpo, spaventandomi. Ti ho pensato: tu non avresti fatto mezza mossa. E vedendoti così sereno, in quel sonno profondo senza sogni, mi sarei subito tranquillizzata. 

Sopporti la mia insana passione per gli horror, anche se ogni tanto esclami "Ma qui non esplode niente!", non hai mai da ridire sulle mie scelte ma mi appoggi, anche se sembrano scelte un po' bizzarre. Non litighiamo mai, e anche se qualche volta capita di chiuderci nei nostri mutismi, sei sempre pronto ad ascoltare. Non ho mai sentito una tua parola fuori posto, una minima mancanza di rispetto nei miei confronti, nessuna sfumatura negativa. Cammini pianissimo e mi devo ancora abituare, ma so che ogni tanto vai più veloce e che lo fai per me. Adoro starti vicino anche solo quando giochi ai videogames, mentre leggo uno dei 16 libri attualmente in lettura. Sopporti anche le mie lamentele su quanto sono ingrassata e mi fai comunque sentire sempre bella. 

Sogno mille momenti così, pieni di gioia e momenti che solo tu puoi creare.

Divergevano due strade in un bosco
ingiallito, e spiacente di non poterle fare
entrambe uno restando, a lungo mi fermai
una di esse finché potevo scrutando
là dove in mezzo agli arbusti svoltava.
Poi presi l’altra, così com’era,
che aveva forse i titoli migliori,
perché era erbosa e non portava segni;
benché, in fondo, il passar della gente
le avesse invero segnate più o meno lo stesso,
perché nessuna in quella mattina mostrava
sui fili d’erba l’impronta nera d’un passo.
Oh, quell’altra lasciavo a un altro giorno!
Pure, sapendo bene che strada porta a strada,
dubitavo se mai sarei tornato.
lo dovrò dire questo con un sospiro
in qualche posto fra molto molto tempo:
Divergevano due strade in un bosco, ed io…
io presi la meno battuta,
e di qui tutta la differenza è venuta.

(Robert Frost)










20 maggio 2023

"No, maestro, ci ho pensato, quest'anno niente saggio di violino"

 Lo avrò ripetuto un miliardo di volte al sensei. Da quando stavo a Benevento e le lezioni a distanza erano difficoltose, a quando, rientrata in gianduiottolandia non mi sentivo in grado: avevo perso diversi mesi di lezioni in presenza e molte le avevo saltate. 

Il sensei avrebbe voluto farmi partecipare ai saggi di entrambe le sedi (rispetto all'anno scorso quest'anno ho scelto una sede più vicina e comoda, che l'anno scorso non era disponibile). Nel saggio della mia scuola avrei suonato il tema di Game of Thrones, mentre nella sede principale avrebbe voluto farmi fare la versione semplificata di Experience (Einaudi) ma non c'è semplificazione che tenga per quel brano: e alla fine ha tirato fuori dal nulla la Robin Hood Suite. 4 pezzi piccini da suonare tutti insieme (6 violini, di cui 3 al secondo anno, una al terzo, altri due che vengon dal conservatorio e si vede che ne sanno) accompagnati dal pianoforte. 

Quando finalmente mi ero decisa scopro che il saggio sarebbe stato in orario lavorativo. Non sarebbe stato possibile per me partecipare, tranne per il fatto che il saggio sarebbe stato venerdì (ieri, 19 maggio) e io il venerdì lavoro sempre da casa. Mi avrebbe fatta intrufolare in una delle aule per permettermi di lavorare lì e una volta terminato il mio orario, via al saggio. 

E dopo un po' di prove quasi tutti insieme (la maggior parte il solito gruppo di noi 4 ragazze) e una sola prova generale con piano e gli altri violini ganzi (quelli che avrebbero coperto le nostre ma soprattutto le mie stonature) arriva il venerdì. 

Alle 13, appena iniziata la pausa pranzo, parto da casa per andare alla scuola. Diluvia e il bus è pieno di ragazzini brufolosi appena usciti da scuola. Io ho il mio bambino (il violino ovviamente) e lo zaino con il pc del lavoro e la gonna lunga che mi metterò lì. Ho evitato di metterla da casa per non sporcarla con pioggia, fango ecc.

Il ginocchio mi fa ancora un sacco male, ed è faticoso fare il pezzo a piedi dalla fermata alla scuola, ma arrancando un po' ce la faccio. Avrei preso l'antinfiammatorio che mi sono autoprescritta, nel pomeriggio, in modo da avere un po' di autonomia tra lo stare in piedi e il resto. 

L'aula in cui mi ha detto di entrare il sensei è piena di percussioni ed è fighissima. A una certa decido che è ora di mettermi la gonna, sono ormai le 16.30 quasi. Me la infilo sopra i pantaloni che dalla finestra che da' sull'esterno sono abbastanza visibile e non voglio fare uno spogliarello involontario, mi tolgo gli scarponcini, mi sfilo da sotto la gonna i pantaloni (che sono larghi e comodi) e solo in quel preciso istante, con la collega in linea su teams e piegata in avanti per sistemarmi meglio, giro lo sguardo e il sensei è in aula in silenzio che attendeva mi accorgessi di lui. 

Va bhe, mi rimetto gli scarponcini, muto al microfono, lo saluto e si continua. Nemmeno alle 17 entra una ragazzotta che ha ricevuto istruzioni di arrivare in aula e succede che in men che non si dica sono sfrattata da lì: devono fare le prove. Mi metto in corridoio ma si sentono i rumori di tutti gli strumenti di tutte le sale e stare in call diventa un po' complicato. Quest'anno non ci sarà nessuno a filmare, poi però mia sorella, facendomi una sorpresa, decide di venire. 

Emozione, maledetta emozione.


Che poi ogni tanto si sente un mezzo fischio, sappiate che sono io, era andato tutto bene alle prove (tutto o quasi) ma ovviamente...

Il sensei è una persona di rara empatia, e adoro il mio cazzo di violino

Dopo il saggio il consueto e attesissimo rito del pub. Si potrebbe anche dire che faccio il saggio solo per andare a mangiare tutti insieme, ma mentirei non poco perché alla fine quel piccolo brivido adrenalinico tanto male non fa. Inoltre, visto che pago profumatamente un terapeuta per aiutarmi a gestire meglio la mia vita, ogni tanto mi capita anche di seguire i suoi suggerimenti, come quello di fare sempre i saggi, o eventuali concorsi che mi si presenteranno, perché anche avere uno scopo (studiare per arrivare a fare qualcosa) ha un suo perché. Inoltre ho scoperto che suonare con gli altri mi piace. Vorrei essere più brava? Certo! Vorrei saper già fare il vibrato? Ma OVVIAMENTE.

Ma mi accontento per questo presente di essere riuscita ad andare avanti, a continuare nonostante il periodo di Benevento, il nuovo lavoro, a volte la poca voglia, la frustrazione (spesso) di non riuscire. Il prossimo anno sarà l'anno dell'impegno (e del vibrato, of course), per ora sono felice così. E magari il prossimo anno riuscirò anche a suonare qualcosa con Cliff.

Invece, oggi ho deciso di passare la mia giornata al pronto soccorso. Il ginocchio non mi da' tregua, così ho passato allegrissime 5 ore (ma ho letto tanto, sapendo di dover aspettare tantissimo mi sono portata sia il libro cartaceo che l'ebook) insieme a persone che, come me, chi più ma anche chi meno, zoppicavano.

L'allegra dottoressa, quando le ho detto che mi ero fatta male correndo e probabilmente vedendo il mio fisico (che è quello di una che corre perché il paninaro "Mimmo" sta per chiudere e ha voglia di un panino con salsiccia e crauti) ha esclamato "Ma ha corso per prendere il bus?".

Il responso è che ho la rotula molto mobile, va dove cazzo je pare e femore e rotula han litigato. Antinfiammatorio e fisioterapia e passa la paura. Ovviamente tutore.

Purtroppo avendo aspettato 5 ore seduta non avevo nemmeno male, mi avessero visitata quando ero arrivata, dopo la camminata per la metro, il tragitto in piedi sul mezzo e la camminata dalla fermata della metro al pronto soccorso, allora sì che avrebbero capito.

Sul quando potrò riprendere a correre (e ricominciare tutto da capo dato che sono ferma da quasi due settimane) si stende un velo ignoto. Secondo la dottoressa dovrei prima rinforzare il quadricipite "magari con la bicicletta" - non ci so andare - "allora il nuoto" - e sticazzi pure.

Nel dubbio brindo con un calice di bianco. Farò esercizi di qualche tipo a casa e vediamo come va.

15 maggio 2023

Il mio bouquet e la chiamata a Dio

Ieri io e Cliff siamo stati a un matrimonio di due suoi amici: stanno insieme da una vita e sembra che lo siano solo da qualche mese. C'è una cosa che mi succede con gli amici di Cliff che raramente accade: mi sento accolta, in famiglia e al sicuro. Non ho bisogno di rientrare a casa perché mi sento stanca: stranamente sto bene.

E così ho passato questa giornata con loro, a bere e fumare sigari. A ridere.

A prendere il bouquet (che in verità mi è cascato tra i piedi). 



Ma soprattutto quando rivedo le foto ce ne sono un paio che mi piacciono tanto (fatte dalla bravissima Francesca che vi invito a seguire). Di foto belle me ne hanno fatte, ma in posa, spesso con espressioni che non vedo mie. Questa foto è spontanea e piena di amore.

Posso azzardare che in queste foto c'è davvero tutto l'amore che ho.



Ma, cosa più strana, in quella giornata ho chiamato Dio. Probabilmente ho preso un numero di telefono, o qualcuno mi ha preso li telefono per registrare il suo numero. Non lo sapremo mai.


C'è che è stata una giornata un po' magica. E io, bhe io mi sento estremamente fortunata. Lo sono sempre stata, ma ora più che mai. 

Sempre foto di Frà.







28 aprile 2023

Fake it until you make it
42 è il numero perfetto

 Non so come, davvero non so come, a inizio aprile ho iniziato un nuovo lavoro. Passato un mese con l'azienda di Maleventum (che ci vorrebbe davvero una vita intera a parlarne, nel bene e nel male, appunto) ho trovato lavoro come sviluppatrice Java in un'azienda a Torino.

Stipendio più alto, una mensilità in più, buoni pasto da 8 euro. Colloquio solo conoscitivo e non tecnico. Insomma, innamorati a prima vista. Io, invece, panico. Non so fare nulla di quello che mi viene richiesto ma sono, ad oggi, ancora in formazione e lo sarò fino alla fine di maggio. Così, come ha detto la mia cara amica Tahio: "Fake it until you make it". Prendo alla lettera il consiglio: scorro il codice e riconosco Stream e Lambda Expression e poi le guardo come se mi stessero parlando in aramaico. 

La fuga da Benevento ha rinnovato l'amore per la mia casa e i miei spazi, anche se sento forte il desiderio di condivisione con Cliff.

Intanto, per il mio compleanno è venuto da me prendendo ferie. Esiste un patto non scritto e se possiamo cerchiamo sempre di prendere giorni di ferie per i rispettivi compleanni. Stiamo insieme, vicini e stretti, preparandoci del cibo, guardando dei film, spacchettando i regali. 

Inoltre era il 42esimo compleanno, il numero perfetto, la risposta alla domanda della vita, al significato della vita e a tutto quanto. Non avrei potuto passare quel giorno con nessun altro. Straziante la partenza.

Parlavo con un amico su quella sensazione disarmante che si sente all'inizio di una relazione, quella che ti distrae ogni secondo, che ti fa pensare sempre all'altro, che ti toglie sonno e fame.

Ecco, per me è sempre e ancora così. Lo adoro. Anche se cammina piano come se si godesse ogni passo, che fosse per andare in stazione (anche se siamo in ritardo) oppure per andare a vedere un film, o semplicemente per andare. Lo adoro anche se brontola come un sessantenne contro la tecnologia e per lui il telefono è davvero un accessorio. Se usa Google Maps e poi "Ma che strada mi fa fare? Era meglio se non lo seguivo". 

Però è l'unica persona al mondo con la quale riesco a dormire più di 8 ore filate, e mi sento tranquilla, amata serena. 

Basti pensare che non sono riuscita a prendere tutti i giorni di ferie, così ieri mi è toccato andare in ufficio. Cliff ha portato una frittata di spaghetti, una copertina, due coca cola e abbiamo fatto pic nic sul prato davanti a dove lavoro. Non ho bisogno di altro.

Buon compleanno a me, buona vita meravigliosa a noi.

26 gennaio 2023

Amarti mi riposa

Tutta la stanchezza del mondo

Tutta la stanchezza del mondo by Enrica Tesio
My rating: 2 of 5 stars

Libro che avevo abbandonato ad aprile e ripreso pochi giorni fa. Ho fatto fatica a terminarlo; è scritto come un blog, quindi in un modo frizzante che si abbina davvero bene al blog ma poco alla carta stampata. Confesso poi di aver trovato noiosi gli innumerevoli passaggi sui suoi figli (mi spiace, è un mio limite anche quotidiano con le persone che mi circondano).

Probabilmente con un altro stile e senza bambini di mezzo avrei dato delle stelle in più perché ci sono degli spunti davvero interessanti (mi sono appuntata i vari libri citati). Uno tra tutti, "Amarti mi riposa". Penso sia una delle definizioni più belle sull'amore mai lette.

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Questo libro stazionava lì da un po'. Con il covid di mezzo ho deciso di finirlo.

Non posso negarlo, un po' mi ha annoiata. Ma quando ho letto Amarti mi riposa, ho pensato subito al mio Cliff. E' così che mi sento con lui. Penso che sia per quello che alcune mie relazioni sono finite. Amare mi affaticava. Mi prendeva così tante energie che ho mollato il colpo.

Cliff è il mio riposo, non devo stare in allerta con lui, non devo avere timore che si arrabbi, in ogni suo gesto c'è amore e comprensione. Persino nei suoi regali, mai banali e scontati, c'è amore. Non solo l'amore di avere cercato il pensiero giusto ma l'amore di aver realizzato una cosa con sue mani. Serate per saldare tutte le piste della tastiera che mi ha montato, giornate a realizzare il mate con il legno di ulivo. La fatica dei viaggi di notte in treno (spesso seduto perché non c'è la cuccetta) per venire da me, e lo stesso viaggio per andare via e lavorare immediatamente. 

Giovanni Lindo Ferretti diceva Amarti m'affatica.

Per me Cliff è un sollievo al cuore. E' quel sospiro che precede il Meno male

C'è sempre stata in me una sorta di ansia da separazione, una paura un po' nascosta e male accettata di perdere la persone con cui sto se non faccio determinate cose. E' come quando da piccolo ti convinci che calpestare le righe tra le mattonelle porterà a morte certa (ma in quel caso sai che non è vero). 

Ecco.

Con lui questa cosa non accade. Se non posso rispondere subito a un messaggio risponderò appena posso e so che non ci saranno conseguenze. Non ci sarebbero state nemmeno in altri momenti della vita, lo so. Ma ora lo sento, so che è così. E' difficile da spiegare.

Ma amarti mi riposa davvero.

13 dicembre 2022

Malevento

Ci vuole a volte un po' di coraggio e sconsideratezza nella vita.

Se no non potrei scrivervi da un appartamento condiviso, senza WiFi, in quel di Benevento dopo aver lasciato un lavoro che cominciavo seriamente a detestare e senza nulla di certo nel futuro.

Ma partiamo dall'inizio, o dalla fine. A volte coincidono.

Da inizio pandemia il mio lavoro che tutto sommato non odiavo particolarmente ma era una sorta di impegno che mi permetteva comunque una rendita sicura, ha cominciato lentamente a cambiare. I cambiamenti nelle cose a volte sono così piccoli e lenti che dopo qualche anno ti ci trovi a chiederti: "Ma com'è successo?".

In primis hanno attivato una linea telefonica specializzata, destinata a pochi di noi, che serviva a raccogliere chiamate da clienti che avevano bisogno di assistenza. In concomitanza, e sempre lentamente, è stato attivato un passo, tenere il passo era quindi divenuta cosa fondamentale ma anche la qualità non sarebbe dovuta mancare. Qualità e velocità: due aggettivi che male si accoppiano.

Poi il centralino è stato esteso a tutti, ma solo per i siti e-commerce. Poi una parte è stata destinata a un altro centralino che si occupava di un altro prodotto relativo ai social. Poi il passo è diventato sempre più stretto, con un semaforo che potevamo regolarmente guardare per poterci costantemente migliorare.

Poi tutti han cominciato a prendere entrambi i tipi di chiamate. Intanto, già da tempo, era stato inserito l'obbligo di chiamare per ogni tipologia di ticket.

E in men che non si dica, contro ogni previsione e sotto effetto di una potentissima gastrite, ero tornata a lavorare in un call center.

Inutile raccontarvi come non fossi né veloce né felice di essere rimessa al telefono, dopo una vita di svariati call center e con la contentezza di non lavorare in un settore in cui fosse previsto l'aggancio al filo del telefono. E inutile dirvi anche delle svariate chiamate ricevute dai vari livelli gerarchici sopra di me, per ricordarmi quanto fossi lenta e, quindi, inadeguata.

Mi sono chiesta se davvero avessi voglia di passare la mia vita al telefono, a cercare di essere veloce senza riuscirci e ad attendere la chiamata di lavata di capo da cui non se ne veniva fuori.

Con questo spirito d'animo mi sono detta basta.

E ho ripreso a studiare Java.

Come mai vi scrivo da questa stanzetta?

Semplice, a metà ottobre ho fatto un colloquio per un'azienda e l'ho passato. 10 settimane di formazione, mi forniscono l'appartamento in condivisione, e se tutto va bene andrò a lavorare presso uno dei loro clienti a Torino. 

Ieri ho festeggiato la prima settimana che ho passato con il desiderio di mollare tutto e di piangere un istante sì e l'altro pure. Oggi sono più tranquilla, continuo a non capire moltissimo ma ogni tanto, come piovuto dal cielo, ho un lampo di illuminazione e ho l'illusione che sia tutto più chiaro.

Ho scritto a un centro per chiedere quale sia l'iter per la diagnosi di autismo in età adulta (ma è un'altra storia).

Ho chiesto a Cliff di sposarmi. 

Cercherò, salvo serate immerse dallo studio, di raccontare tutto un po' meglio quando riesco. Sappiate solo che il mio trolley (preso in prestito perché non ne ho) era così pesante che mi han dovuta aiutare, e che tra zaino, violino, valigione ero più imbranata che mai.


Canzone del giorno: Amen Halestorm

01 novembre 2022

Il freddo deve ancora arrivare

 Settembre è stato un mese mogio. Cliff era lontano per lavoro e non siamo riusciti a festeggiare il nostro anniversario. Ed è volato un po' così, con questo senso di malinconia e distanza. A volte succede che per impegni di lavoro non ci si riesca a vedere, ed è capitato di saltare un mese.

Un mese.

Un mese è lunghissimo.

Ma passa, come tutto il resto. Le sue braccia come una casa che mi accoglie restano sempre lì. Quando ti fidi di una persona, quando non temi che scappi o che ti possa far del male intenzionalmente alla fine alleni la pazienza, perché non la devi sfruttare in altre occasioni.

Pazienza e tempo.

Ed eccoci qui, anche Ottobre è passato. Le mie amiche dicono che il 2022 è un anno di cambiamenti. Correggo un po' il tiro, per me anche il 2021. Ma decisamente il 2022 ha svoltato in modo inaspettato.

Da tempo immemore stanca del mio lavoro (che sì, mi ha permesso e mi permette tutt'ora di essere indipendente ma è diventato noioso, ripetitivo, squalificante per tanti aspetti) ho cominciato a guardarmi attorno. Il mercato del lavoro è un po' come il mercato immobiliare a Milano: si trova poco (alla mia portata) e quel poco tendenzialmente fa cagare. Non mi sono arresa, riuscendo a mantenere una media di 4 curriculum al giorno inviati (sì ma il weekend si riposa). Ho anche ottenuto un paio di colloqui per un lavoro che forse mi sarebbe anche potuto piacere, ma mi hanno liquidata in maniera cortese, come si fa quando si dice a qualcuno "lei è troppo qualificata per questo lavoro". No, dimmi che mi hai scartata, è più semplice.

Così mentre una sera giocavo a Darl Souls 3 con Cliff controllo gli annunci e lo vedo. Non avevo minimamente le competenze richieste, ma in testa mi suonava il monito di S, ex collega rinato a nuova vita grazie a un nuovo lavoro che gli piace molto: "Manda, manda sempre, anche se pensi di non avere le competenze indicate, tu manda".

E così ho mandato. Ma dentro di me gli rispondevo: "Ok, ma non mi chiameranno mai".

Invece mi han chiamata, per programmare un primo colloquio conoscitivo su teams che si è concluso più o meno così: "A noi non interessano molto le competenze tecniche, perché quelle possiamo insegnartele noi, ci interessa il potenziale e la motivazione".

Sul potenziale possiamo anche soprassedere, ma la motivazione c'è. C'è eccome.

A fine colloquio mi dice che sarà previsto un secondo colloquio in sede da loro (in una regione lontanissima e da me mai visitata) di due giorni.

E resto un po' stordita. Ma deciso di andare. Anche David me lo avrebbe consigliato e quando ne ho parlato con Cliff ho risentito un po' il terapeuta David Gigante Gnomo: Vai, devi andare, anche solo per capire come si svolge un colloquio tecnico.

In effetti David aveva usato le stesse parole tempo prima: Deve cercare di arrivare a un colloquio tecnico, in modo da sapere più o meno come si svolge e capire cosa deve studiare.

Così prendo ferie, per i due fatidici giorni, e coraggio, e comincio a ripassare tutto quello che so sull'argomento. A tratti questa cosa mi butta giù: ripassare una cosa del genere in due settimane è come cercare di preparare un esame in una settimana. Ma procedo.

Ho sempre tentato, ho sempre fallito. Mi richiama all'ordine la dedica sul libro del mio amico Dado. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Mi lascio liberi solo un weekend con Cliff e un giorno in cui il mio amico entomologo ma soprattutto bottonologo mi chiede di non prendere impegni (ma non so perché).

Studio, ripasso e parto.

Il viaggio in notturna lo faccio con Cliff. Dormiamo nella stessa cuccetta, scendiamo nella stessa stazione. Restiamo stretti finché entrambi non dobbiamo riprendere il treno per le rispettive mete.

Per me la novità assoluta è il fatto che mi paghino il posto in cui dormire. E' la prima cosa che ho detto a chi mi ha chiesto informazioni: Oh, due giorni di colloquio e mi pagano anche l'albergo!

E' una cosa che ho visto fare, ma per persone molto skillate, per lavori molto particolari. Sapevo che saremmo stati in gruppo, e anche se penso di non poter entrare nei dettagli del colloquio, del posto, del gruppo (tutti giovanissimi), abbiamo tutti una sensazione strana. Qualcosa non torna ma non sappiamo cosa. Il colloquio sembra andato bene per tutti, anche il secondo giorno, e dopo un veloce pasto ci salutiamo. Ognuno torna alla sua città e alla sua vita, tutti convinti che saremo presi.

Del nostro gruppo di sei persone, sei personaggi in cerca di lavoro, in realtà abbiamo passato la selezione solo in due e l'altro ha deciso di non accettare.

Per farvela breve, ho dato preavviso e finirò di lavorare qui il 30 novembre.

E il 5 dicembre mi devo trasferire in questa (per me esotica) località per 10 settimane.

Ah e il mio amico entomologo bottonologo, niente, si sposa e mi ha chiesto di fargli da testimone (io felicissima ma panico, COSA DEVE FARE UN TESTIMONE DI NOZZE?).

Inutile dire che Cliff mi appoggia per tutto (altri sarebbero stati molto più critici) anche se la cosa è un po' fumosa sotto certi aspetti, e anche David Gigante Gnomo che mi ha detto: Complimenti! Si è fatta i complimenti per questa cosa?

Sì me li sono fatti. E se è come penso, per me sarà un cambiare totalmente lavoro e vita.

Ho anche installato la spirale (sì, spoiler, fa male inserirla e non pensavo, ma dopo due giorni un po' così non si sente più nulla) e per metterla ho dovuto fare altre 5000 visite che han decretato la quasi morte della mia fertilità. E' proprio per quel quasi che ho deciso di metterla lo stesso.

Ma questa è davvero un'altra storia che meriterebbe un post tutto per sé dato che è da luglio che ho chiesto l'inserimento e ho dovuto fare così tante analisi che anche un medico le ha guardate e ha detto "ma davvero deve fare tutta questa roba? Questo (indicando un esame) non so nemmeno cosa sia".

Ovviamente ho ricominciato la scuola di violino, mi mancava un po', mi mancava il mio sensei che appena mi ha vista mi ha abbracciata e abbiamo passato la prima lezione a chiacchierare sull'estate e le novità (e sì, faremo lezione da remoto e ci sarà da ridere. E sì sentirò David Gigante Gnomo in videochiamata e ci sarà da ridere ancora di più).

Questa svolta mi è terapeutica anche per altre cose. Sono costretta a chiedere aiuto, che per me è difficoltoso, ad appoggiarmi un po' agli altri e fare cose per me totalmente nuove, per esempio vivere in un appartamento in condivisione con delle persone che potrebbero avere la metà dei miei anni. Stay tuned.

02 luglio 2022

Ich bin ein Berliner #5

 Cliff ha il COVID.

Questo weekend ci saremmo visti ma il virus ci ha bloccato nelle rispettive città d'origine generando preoccupazioni e bestemmie di varie entità. Bestemmie contro l'amata compagnia di treni (quella principale) i cui meccanismi di cambio biglietto/rimborso seguono regole apparentemente semplici ma che si rivelano in fretta tetris burocratici ambigui e senza senso.

Per chiedere il rimborso di un biglietto non rimborsabile devi modificarlo da economy a base (variando data con una qualunque) perdendoci un tot di euro, e poi chiedere il rimborso che sarà comunque solo dell'80%.

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  A tutto questo si aggiunge la preoccupazione dovuta alla distanza, starà bene, avrà cibo, sentirà freddo, caldo, e il male, la testa, berrà abbastanza.

Ovviamente per quando sarà in piedi verrà spedito per lavoro in una zona imprecisata della Calabria in cui non esiste stazione, ma probabilmente solo sassi e mucche.

Quindi il nostro consueto abbraccio in stazione è rimandato al 22 luglio, salvo ulteriori restrizioni, direfarebaciareletteratestamento (ma poi testamento che è, chi ci ha mai capito un cazzo, chi lo ha mai scelto).

Continuo a studiare Java a una lentezza esasperante, sono arrivata a quel livello in cui non si capisce nulla. Ereditarietà? Polimorfismo? Incapsulamento? Oggi avrei potuto approfittarne per andare un po' avanti ma non ho studiato quanto avrei voluto, perché ho prenotato finalmente il viaggio. Essendo il costo di ogni cosa triplicato rispetto a quando avevo controllato la prima volta ho dovuto cambiare un po' di cose. Intanto non vado prima a Berlino e poi a Colonia. Faccio il contrario. Da Bergamo ODIO al Serio parto alla volta di Colonia (peccato perché non potrò comprare in aeroporto acqua di Colonia dando senso a questa vacanza), dove starò 4 giorni.

Poi partirò alla volta della mia amata Berlino per fare pace con lei dopo la mia ultima visita del 2019, in cui è stata scossa da cose orrende che non voglio nemmeno ricordare.

L'albergo che ho prenotato aveva uno strano alert


Così ho scritto all'albergatore chiedendo di che tipo di permesso avessero bisogno e la sua risposta è stata tipicamente tedesca, e per questo li adoro.


C'è una parola che loro hanno (oddio ne han tante così che esprimono concetti complessi e traducibili in italiano solo con vari giri di parole) che traduce a volte questo desiderio di ritorno, ma insieme a questa malinconia inserisce un altro elemento, quel qualcosa che non sai, che non è avvenuto ma sarebbe potuto accadere. Mi sarebbe piaciuto in effetti vivere lì, almeno per un po', ma non ho indirizzato la mia vita in quel senso, affinché potesse accadere. Sehnsucht. Ma anche un po' Fernweh.

Questa cosa è stata scatenata anche dall'ultima lettura che sto per terminare dello Stregathlon (il gruppo di lettura a cui partecipo, stiamo finendo la settina dei libri finalisti al premio Strega e l'ultimo, "Spatriati", è in parte, buonissima parte, ambientato a Berlino). Mi ha portata a tirare fuori Berlino, The Passenger per leggerlo, finalmente, e altre lettura che una volta terminato Spatriati diventeranno una microguida. Ad esempio Addio a Berlino, rimasto lì da troppo tempo, o Berlino è casa, di Culicchia (scrittore torinese che seguo dai suoi primi libri). Acquisto da fare entro brevissimo anche A Berlino con Ingeborg Bachmann. Voglio però andarci senza guardare nulla, vorrei solo passeggiare per giorni e andare un po' più lontano per vedere cose che non ho mai visto. Vorrei aggiungere anche Berlin Alexanderplatz o Lettera a Berlino e anche se in questo periodo sto leggendo tanto mi rendo conto che è abbastanza infattibile riuscire a leggere tutto.

Tutto questo mi distrae dalla stagione delle visite che si è appena aperta.Una visita in particolare ha scoperchiato un vaso di pandora pieno di altri esami da effettuare, con grande gioia della mia reponsabile alla quale periodicamente chiedo nuovi permessi. 4, 5 e 8 luglio, poi il 30 settembre ma non sarà finita.

Mi manca Cliff. Mi manca guardare quegli occhioni da lupo che mi fanno stare tranquilla, svegliarmi la notte e guardarlo dormire, e tutte quelle cose stupide che si fanno senza rendersene conto quando si è innamorati. Vorrei davvero andare con lui a Berlino.

Raccontavo a una delle ragazze dello Stregathlon con la quale condivido, oltre alla passione per la lettura, l'amore per Berlino che sono quasi terrorizzata dal portarci le persone. Perché è una città diversa dalle altre. Non appena la vedi resti quasi sconcertato e ti chiedi cosa abbia rispetto alle altre, dato che sembra solo un insieme disordinato di casermoni, disagio, street food, disagio, altro disagio e odore metallico di metropolitana. La verità è che è una città subdola. Si insinua piano piano sottopelle, e presto capisci che tutto quello che vedi è ciò che la rende differente da tutto il resto. L'inclusività, i colori, la sua storia che respiri a ogni passo, il currywurst, l'ordine e il disordine, l'ovest e l'est.

Sarà la mia quinta visita. Spero che il tempo sia clemente, spero di avere tempo per passeggiarla e leggere. Non so se farò foto, nonostante la mia mezza intenzione di portare la biottica. Ma non so, è estate, ho la possibilità di viaggiare leggera, potrebbe non dispiacermi lasciare le fotografia alle spalle. 

Lasciare definitivamente le fotografia alle spalle.

21 maggio 2022

Non so disegnare (ma mi ci impegno)

 Io e Cliff ogni tanto ci scriviamo delle lettere.

Nelle ultime ho preso l'abitudine di disegnare qualcosa sulla busta, in genere bestiacce, visto che mi diverto solo quando rappresento loro.

In verità ho acquistato (e anche seguito) un po' di corsi di disegno che mi hanno convinta di una cosa: un po' ci devi essere portato. Esattamente come per la musica.

Puoi studiare, ma se manchi di senso del ritmo, orecchio, musicalità ci riesci, ma devi impegnarti il triplo di chi è dotato in partenza. Mi sarebbe sempre piaciuto essere in grado di disegnare bene (come di cantare bene, altra dote che manca) ma qualcosa manca.

Però scrivo questo post non a caso: l'ultimo disegno è stato intaccato malamente solo all'ultimo, dal disegno delle ali.

Ma, come già detto nel post precedente, si tratta solo di avere pazienza. E di fallire meglio.

(Oggi è il 5 maggio ma questo post sarà pubblicato solo alla ricezione della missiva che per esperienza può metterci dai 4 ai 15 giorni per arrivare. Grazie Poste Italiane per farci tornare indietro nel tempo a quando la posta si consegnava con carrozze e cavalli).

il primo disegno

loro sono Huginn e Muninn, i due corvi di Odino

bacarozzo

e qui si parte con Ecce Bombo









Sono contenta di aver preso questo nuovo set di 72 matite acquerellabili. Lo osservavo da un po', che faccio, lo prendo, non lo prendo, un'altra roba inutile, oh mio dio, sono scontate, ma no aspetto e via dicendo.

Alla fine ho ceduto quando lo sconto era abbastanza consistente e le mie mani bucate non potevano far finta di niente.

(Sì lo so è da diabete scriversi le lettere nel 2022, ma che ci potete fare, siamo adorabili).