20 maggio 2023

"No, maestro, ci ho pensato, quest'anno niente saggio di violino"

 Lo avrò ripetuto un miliardo di volte al sensei. Da quando stavo a Benevento e le lezioni a distanza erano difficoltose, a quando, rientrata in gianduiottolandia non mi sentivo in grado: avevo perso diversi mesi di lezioni in presenza e molte le avevo saltate. 

Il sensei avrebbe voluto farmi partecipare ai saggi di entrambe le sedi (rispetto all'anno scorso quest'anno ho scelto una sede più vicina e comoda, che l'anno scorso non era disponibile). Nel saggio della mia scuola avrei suonato il tema di Game of Thrones, mentre nella sede principale avrebbe voluto farmi fare la versione semplificata di Experience (Einaudi) ma non c'è semplificazione che tenga per quel brano: e alla fine ha tirato fuori dal nulla la Robin Hood Suite. 4 pezzi piccini da suonare tutti insieme (6 violini, di cui 3 al secondo anno, una al terzo, altri due che vengon dal conservatorio e si vede che ne sanno) accompagnati dal pianoforte. 

Quando finalmente mi ero decisa scopro che il saggio sarebbe stato in orario lavorativo. Non sarebbe stato possibile per me partecipare, tranne per il fatto che il saggio sarebbe stato venerdì (ieri, 19 maggio) e io il venerdì lavoro sempre da casa. Mi avrebbe fatta intrufolare in una delle aule per permettermi di lavorare lì e una volta terminato il mio orario, via al saggio. 

E dopo un po' di prove quasi tutti insieme (la maggior parte il solito gruppo di noi 4 ragazze) e una sola prova generale con piano e gli altri violini ganzi (quelli che avrebbero coperto le nostre ma soprattutto le mie stonature) arriva il venerdì. 

Alle 13, appena iniziata la pausa pranzo, parto da casa per andare alla scuola. Diluvia e il bus è pieno di ragazzini brufolosi appena usciti da scuola. Io ho il mio bambino (il violino ovviamente) e lo zaino con il pc del lavoro e la gonna lunga che mi metterò lì. Ho evitato di metterla da casa per non sporcarla con pioggia, fango ecc.

Il ginocchio mi fa ancora un sacco male, ed è faticoso fare il pezzo a piedi dalla fermata alla scuola, ma arrancando un po' ce la faccio. Avrei preso l'antinfiammatorio che mi sono autoprescritta, nel pomeriggio, in modo da avere un po' di autonomia tra lo stare in piedi e il resto. 

L'aula in cui mi ha detto di entrare il sensei è piena di percussioni ed è fighissima. A una certa decido che è ora di mettermi la gonna, sono ormai le 16.30 quasi. Me la infilo sopra i pantaloni che dalla finestra che da' sull'esterno sono abbastanza visibile e non voglio fare uno spogliarello involontario, mi tolgo gli scarponcini, mi sfilo da sotto la gonna i pantaloni (che sono larghi e comodi) e solo in quel preciso istante, con la collega in linea su teams e piegata in avanti per sistemarmi meglio, giro lo sguardo e il sensei è in aula in silenzio che attendeva mi accorgessi di lui. 

Va bhe, mi rimetto gli scarponcini, muto al microfono, lo saluto e si continua. Nemmeno alle 17 entra una ragazzotta che ha ricevuto istruzioni di arrivare in aula e succede che in men che non si dica sono sfrattata da lì: devono fare le prove. Mi metto in corridoio ma si sentono i rumori di tutti gli strumenti di tutte le sale e stare in call diventa un po' complicato. Quest'anno non ci sarà nessuno a filmare, poi però mia sorella, facendomi una sorpresa, decide di venire. 

Emozione, maledetta emozione.


Che poi ogni tanto si sente un mezzo fischio, sappiate che sono io, era andato tutto bene alle prove (tutto o quasi) ma ovviamente...

Il sensei è una persona di rara empatia, e adoro il mio cazzo di violino

Dopo il saggio il consueto e attesissimo rito del pub. Si potrebbe anche dire che faccio il saggio solo per andare a mangiare tutti insieme, ma mentirei non poco perché alla fine quel piccolo brivido adrenalinico tanto male non fa. Inoltre, visto che pago profumatamente un terapeuta per aiutarmi a gestire meglio la mia vita, ogni tanto mi capita anche di seguire i suoi suggerimenti, come quello di fare sempre i saggi, o eventuali concorsi che mi si presenteranno, perché anche avere uno scopo (studiare per arrivare a fare qualcosa) ha un suo perché. Inoltre ho scoperto che suonare con gli altri mi piace. Vorrei essere più brava? Certo! Vorrei saper già fare il vibrato? Ma OVVIAMENTE.

Ma mi accontento per questo presente di essere riuscita ad andare avanti, a continuare nonostante il periodo di Benevento, il nuovo lavoro, a volte la poca voglia, la frustrazione (spesso) di non riuscire. Il prossimo anno sarà l'anno dell'impegno (e del vibrato, of course), per ora sono felice così. E magari il prossimo anno riuscirò anche a suonare qualcosa con Cliff.

Invece, oggi ho deciso di passare la mia giornata al pronto soccorso. Il ginocchio non mi da' tregua, così ho passato allegrissime 5 ore (ma ho letto tanto, sapendo di dover aspettare tantissimo mi sono portata sia il libro cartaceo che l'ebook) insieme a persone che, come me, chi più ma anche chi meno, zoppicavano.

L'allegra dottoressa, quando le ho detto che mi ero fatta male correndo e probabilmente vedendo il mio fisico (che è quello di una che corre perché il paninaro "Mimmo" sta per chiudere e ha voglia di un panino con salsiccia e crauti) ha esclamato "Ma ha corso per prendere il bus?".

Il responso è che ho la rotula molto mobile, va dove cazzo je pare e femore e rotula han litigato. Antinfiammatorio e fisioterapia e passa la paura. Ovviamente tutore.

Purtroppo avendo aspettato 5 ore seduta non avevo nemmeno male, mi avessero visitata quando ero arrivata, dopo la camminata per la metro, il tragitto in piedi sul mezzo e la camminata dalla fermata della metro al pronto soccorso, allora sì che avrebbero capito.

Sul quando potrò riprendere a correre (e ricominciare tutto da capo dato che sono ferma da quasi due settimane) si stende un velo ignoto. Secondo la dottoressa dovrei prima rinforzare il quadricipite "magari con la bicicletta" - non ci so andare - "allora il nuoto" - e sticazzi pure.

Nel dubbio brindo con un calice di bianco. Farò esercizi di qualche tipo a casa e vediamo come va.

2 commenti:

alberto bertow marabello ha detto...

Che invia che suoni. Violino o altro ti 💖 nvidio. Io amo la musica, ma è un amore evidentemente non corrisposto

Carla ha detto...

Credimi, faccio tanta fatica, ma è una cosa che avrei voluto fare sin da piccola, questa del violino. E non è mai troppo tardi per imparare qualche strumento. Se avessi tempo, ne imparerei tanti altri, anche solo per giocare.