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05 novembre 2021

Il cielo che cade sulla testa. Parte 6: così lontana dal mondo. Copenaghen - Vagar - 4 Settembre 2021

Oggi parto finalmente per le isole Faroe. Le mie considerazioni su questa città sono le stesse. È bella ma non la sento mia. 

4 Settembre 2021: Copenaghen - Sørvágur

Ci sono alcuni posti di cui mi sono perdutamente innamorata e Copenaghen purtroppo non è tra questi. Forse per una storiella va anche bene, ma non un amore intenso e intimo.

In ordine mi sono invaghita di Perth (ma era il mio primo viaggio molto molto lontano, quindi rivedendola adesso potrei non riconoscerla), di Berlino (a primo occhio no, mi chiedevo che cazzo fosse quell'accozzaglia di palazzoni quasi fatiscenti, quell'odore di ferraglia, quella lingua così dura. Ma mi è bastato poco per capire che la sua bellezza è proprio quella, i palazzoni socialisti, la sua storia, la divisione ancora percepibile tra Est e Ovest), di tutto quello che ho visto in Madagascar (tanto da avere i lucciconi sull'aereo del ritorno).

Copenaghen no. Ma c'è qualcosa che mi è piaciuto molto di lei, come quando incontri un uomo con cui non scatta la scintilla ma ha quel qualcosa che ti piace a tal punto da dirti che potreste diventare amici a lungo e magari rivedervi, un giorno: i canali, i piccoli moli, i posti dove rilassarsi e perdere tempo. Ed è quello che ho fatto oggi, sono andata al cubo nero, la biblioteca reale, mi sono seduta in riva al canale e ho letto. Io con lo zainone, la borsa, il sole in faccia, il vento fresco.

4 Settembre 2021: Copenaghen


4 Settembre 2021: Copenaghen

Tornerò in Italia e già lo so, i seguaci della città che già l'hanno visitata mi chiederanno "Ma la sirena l'hai vista? E questa chiesa? E questo monumento". Ovviamente no. Non ho visto nulla di tutto questo. Sono andata nei parchi, al cimitero, mi sono seduta al molo, ho letto, mi sono rilassata. 

E poi è arrivata l'ora di ripartire. Inutile dirlo, il viaggio per le Faroe mi emoziona.

Le ho conosciute per caso nel 2014, nemmeno sapevo della loro esistenza. Ma nel 2015 sapevo ci sarebbe stata un'eclisse solare totale visibile al largo di queste isole. Avrei voluto vederla ma le strutture ricettive erano già occupate (probabilmente da anni): questo però mi fece informare e anche a distanza, mi ci innamorai. Le Faroe sono quell'uomo che ti scrive cose bellissime, ti chiama con quella sua voce suadente e tu già sai che non appena lo vedrai te ne innamorerai. Non può essere altrimenti. All'aeroporto scrivo (e mangio, cosa che sta diventando la mia occupazione principale), ricarico il telefono, controllo il gate. E mi imbarco. Noto già che ci sono diversi italiani (la cosa mi irrita: ci facciamo riconoscere, siamo caciaroni, abbronzati in modo osceno - sì sì vede che sei stato al mare, mancava solo che te lo tatuassi insieme ai tuoi finti maori - parliamo ad alta voce e ridiamo in modo sguaiato) e tanta gente che mi chiedo "Ma davvero così tante persone vanno alle Faroe?". Cioè ci sono alcune isole con 50 abitanti e l'aereo aveva all'interno più persone degli abitanti di quelle isole.

4 Settembre 2021: Copenaghen


4 Settembre 2021: Copenaghen - Sørvágur


4 Settembre 2021: Copenaghen - Sørvágur

Il volo dura due ore e un quarto, ma le Faroe sono un'ora indietro rispetto all'Italia. Non appena scendiamo sotto la coltre di nubi dense già vedo scogliere bellissime, verde ovunque e un cielo spesso e grigio. È così bello che non so descriverlo e nemmeno le foto rendono.

4 Settembre 2021: Copenaghen - Sørvágur

Mentre cammino su questa sorta di strada statale diretta all'appartamento che dista 20 minuti dall'aeroporto (da cui domani prenderò l'elicottero che ho prenotato per un breve volo, sì, l'elicottero, wop wop woop) non posso fare a meno di guardare e filmare tutto quello che trovo. Verde ovunque, il molo di Sørvágur, le pecore che mi guardano strano, casette con il tetto di erba che si mimetizzano con l'ambiente circostante. Guardo il cielo così spesso, queste nubi che sembrano solide e basse e penso ad Asterix secondo il quale i Galli hanno paura di una cosa sola: che il cielo gli caschi sulla testa. Questo penso quando guardo questo cielo, che possa cascare sulla testa da un momento all'altro. Arrivo all'appartamento (noto che dietro di me ma molto distante c'è un'altra persona che fa la mia stessa strada, forse un altro ospite della casa) e provo a bussare ma sembra non ci sia nessuno. Apro la porta e ci sono le istruzioni per la mia stanza. Il bagno è enorme e pulito e così la cucina. La stanza, bhe. Accendo solo il riscaldamento (da brava pirla, pensando non facesse alla fine così tanto freddo non mi sono messa il piumino e avevo solo il giacchino antivento quindi mi sono presa un po' di fresco, diciamo così. Ci sono almeno 10 gradi in meno rispetto a Copenaghen) e mi sistemo le cose. Domani pioverà quasi tutto il giorno: andrò a Tórshavn (il porto di Thor, e ho detto tutto) e girerò e farò foto lì. Poi deciderò giorno per giorno cosa fare ma per me posso semplicemente sedermi qua fuori a guardare e sono contenta così.

Considero questi pochissimi giorni una sorta di ricognizione perché auspico di tornare l'anno prossimo.

4 Settembre 2021: Sørvágur


4 Settembre 2021: Sørvágur

Ah: scopro una volta atterrata che internet qui devo pagarlo. Le belle sorprese. Per fortuna all'aeroporto con il WiFi gratuito mi ricarico un po' la scheda ma conto di fare a meno di internet. Non è male, del resto volevo isolarmi, rilassarmi, stare con me stessa.

Mentre mi ambiento in stanza sento bussare alla porta. Una ragazza che mi chiede informazioni perché il proprietario della casa non le risponde. Scopro così che capisco cosa dice e riesco anche a parlarle. Se stessi via almeno un'altra settimana sarebbe perfetto, potrei chiacchierare con lei che come me è da sola, ma penso che comunque sono qui perché volevo stare con me stessa - avessi voluto compagnia probabilmente sarei rimasta a casa o avrei viaggiato con qualcuno.

Penso alla vecchietta all'aeroporto di Varsavia che mi ha detto quanto sono coraggiosa a viaggiare da sola e improvvisamente il complimento mi sa di sessista. Solo in quanto donna sono coraggiosa? Scommetto che a un uomo non lo avrebbe detto.

Per me forse è stato davvero coraggioso ma non per il viaggio da sola in sé, semplicemente per la mia scarsa conoscenza dell'inglese. Per l'anno prossimo vorrei superare altri limiti: intanto sapere meglio l'inglese e tornare qui noleggiando un'auto. Voglio girare le isole e fermarmi in posti non troppo battuti. Voglio liberarmi di alcune paure e di tare mentali; una, banale, la sto già superando e se lo scrivo verrà da ridere. In tutti i miei viaggi passati non ho praticamente mai disfatto le valigie. Forse è l'idea di avere un bagaglio pronto che se le cose si mettono male posso sempre andar via, la paura di mettere radici, l'idea che tutto ciò che è stazionario sia male. Qualcosa è seriamente cambiato in me, e non posso che esserne fiera.

E domani: wop wop woop.

Qui le altre foto.

04 novembre 2021

Il ponte che collega mente e cuore. Parte 5: fare ciò che ci rende insicuri. Malmö - 3 Settembre 2021

Inutile dire che non ho dormito: spesso le partenze mi fanno questo effetto. Ma chissà se era quello o una serie di pensieri che ogni tanto mi sottraggono ore preziose al sonno.

Chissà.

Trovare la fermata del bus è stato semplice, si fermano tutti lì, compreso il Flixbus. Il bus è a due piani e io, convinta di aver prenotato un posto al piano di sopra (da cui la vista del ponte è magnifica) nonostante il poco ambiguo "downstairs" del guido* danese mi precipitò di sopra a cercare il mio posto che, ovviamente, non c'è. La cosa un po' mi rattrista ma non importa, attraverso un altro confine ma soprattutto il ponte (semi) protagonista di una serie che mi piacque tantissimo, Bron/Broen, tradotto con The Bridge (a cui aggiunsero la postilla "La serie originale" per distinguerlo dalla brutta copia Statunitense/Messicana che venne dopo. Se non fanno i remake delle cose fighe gli statunitensi non sono contenti). Øresundsbron, il ponte dello stretto di øresund, che collega la Danimarca alla Svezia e più nello specifico Copenaghen a Malmö. Il viaggio in bus dura un'oretta, ovviamente più che col treno (il quale però avrebbe percorso il tragitto sotto la superficie del ponte impedendomi la visuale dello stesso) sicuramente anche per le fermate che fa e per il traffico cittadino che è costretto ad attraversare. Nonostante la vista dal piano di sotto del bus (i posti del piano di sopra non erano prenotabili, eppure era tutto vuoto) non è male. Øresundsbron è il ponte sospeso più lungo d'Europa, per un tratto va sott'acqua e nell'isola artificiale creata appositamente a seguito della costruzione crescono ben 500 specie di piante diverse. 

3 Settembre 2021 - Copenaghen/Malmö


3 Settembre 2021 - Copenaghen/Malmö


3 Settembre 2021 - Copenaghen/Malmö

Ovviamente per tutto il tragitto ascolto a ripetizione la sigla della serie di cui sopra, "Hollow Talk" (che mi garba anche assai).

Arrivati in Svezia la polizia sale per controllare documenti.

L'ansia è quella cosa che quando attraversi un confine e ti chiedono il passaporto, tu mostri passaporto, carta d'identità, patente, codice fiscale e pure quella foto di 10 anni fa in cui sei venuta bene anche se sorridi e quando sorridi di solito ti si deforma il viso.

Comunque tutto bene prima che potessi tirare fuori le mie ultime lastre, che non si sa mai, magari potevano servire.

Il bus mi lascia davanti alla stazione centrale di Malmö, super comodo, ma salvo comunque la posizione su Google Maps che non si sa mai. Decido di vedere prima le cose più distanti e poi di passeggiare in centro. Mi reco quindi alla spiaggia di Ribersborg da cui avrò una visuale ottima del famosissimo Turing Torso, grattacielo a opera di Calatrava. Mentre vado trovo un orto cittadino carino e un altro mulino a vento (ma non sarò approdata per sbaglio in Olanda?). 

3 Settembre 2021 - Copenaghen/Malmö


3 Settembre 2021 - Copenaghen/Malmö

Guardando quella bellissima torre non posso fare a meno di chiedermi come mai queste forme tonde gli piacciano tanto. Gli spigoli, a ben pensarci, sono presenti in natura, soprattutto nei cristalli: ma le forme tonde appaiono meno artificiose. E poi me lo immagino un Calatrava che va in Svezia e pensa "Maronna come sono inquadrati e precisi qui: mo' sai che faccio? Je faccio un palazzo che turnica su se stesso, tiè".

E così il palazzo è diventato praticamente un simbolo della città, onnipresente nella sua Skyline, e penso  quante storie han fatto i torinesi per il grattacielo Sanpaolo. Va bhe.

3 Settembre 2021 - Copenaghen/Malmö


3 Settembre 2021 - Copenaghen/Malmö

Mi fermo a fare colazione all'Espresso House che scopro essere una catena. Ha il WiFi gratuito, ottimi dolcetti (scopro che Malmö è parecchio più economica di Copenaghen) e il bagno. Ricordate, per far pipì sempre le grosse caffetterie e i musei gratuiti. Nelle grandi città ce ne sono sempre: approfittatene. Sono tendenzialmente puliti.

3 Settembre 2021 - Copenaghen/Malmö

Una volta rifocillata e svegliata (il bus è partito alle 7.50) vado a fare il servizio fotografico al palazzo per poi andare a fotografare un minuscolo faro leggermente più in centro. Ma il caffè americano reclama un wc, quindi con l'occasione andrò a visitare il museo di arte moderna.

3 Settembre 2021 - Copenaghen/Malmö


3 Settembre 2021 - Copenaghen/Malmö

La ragazza in biglietteria mi conferma che sì, è gratis, ma devo comunque prenotare il biglietto online. Ah, bhe, penso, ormai sono qui, me lo farà lei. Mi guarda con i suoi occhioni neri e mi dice che ci sono posti dalle 13 in poi. Guardo l'ora, sono le 12.40 e devo ancora passare per il centro. Ovviamente continua a sbattere le ciglia da cerbiatto come a dire "Bhe che ci fai ancora qui?" e non ha nessuna intenzione di prenotarmi nessun cazzo di biglietto. 

Esco e provo a prenotare ma non mi fa prenotare nessun biglietto gratuito, solo le mostre a pagamento. Impreco, attività liberatoria soprattutto all'estero, e vado a girare. Inoltre per risparmiare batteria ho una modalità di super risparmio energetico che mi permette di usare solo 6 applicazioni e tiene la luminosità al minimo. Col sole che c'è faccio fatica a capire dove andare e molte cose non le trovo. Pazienza. Vado alla chiesa di San Pietro dove però mi dicono che c'è un funerale e potrò visitare la chiesa dopo circa un'oretta. Ok. Giro e giro finché mangio un ottimo wrap da Subway e poi dopo qualche altra passeggiata torno in un altro Espresso House per caricare il telefono e usufruire ancora del WiFi. E del bagno, ovviamente.

3 Settembre 2021 - Copenaghen/Malmö


3 Settembre 2021 - Copenaghen/Malmö

Il viaggio di ritorno è alle 16.15 ed è tranquillo nonostante facciano il controllo del Green pass e restiamo bloccati perché non si capisce se il Green Pass di un tizio non va bene o cosa, ma alla fine ripartiamo.

Metto via quasi tutte le cose nello zaino, lasciando il piumino per ultimo e i vari liquidi. Il piumino mi servirà perché ci sono circa 12 gradi lassù, ben 10 gradi di differenza.

Di sera devo decidere dove mangiare e intoppata da tutte le ultime schifezze opto per una insalata in una pizzeria che si chiama "C'ho fame". In genere non mangio in ristoranti italiani, ma dato che ero partita con un esame del sangue che rivelava un ottimo livello di colesterolo, vorrei non rovinarmi la media. Una insalata ci sta dopo tutti i panini, gli hamburger, le pita, le birre. Bhe a quelle non rinunciamo, magari dopo l'insalata.

Mi accorgo, una volta uscita, della musica che sento per strada. Ci sarà qualche concerto? È una bella sorpresa dato che le sere scorse c'era davvero il nulla per strada. I pub aperti ma vuoti, solo i consueti quattro "vichinghi stagionati", come li definisco, le strade deserte a parte la zona del vecchio porto. In effetti non so che succeda ma nella piazza centrale ci sono una marea di ragazzi ammassati, c'è musica, gente che piscia OVUNQUE, anche sui portoni dei palazzi. Gente che cade e inciampa sulle fioriere, un macello. Io, con la mascherina e a debita distanza da tutta questa vita (sia mai) mi ricordo cosa disse il compianto Arto Paasilinna sui paesi nordici (forse proprio ne "L'anno della lepre", libro carinissimo che vi straconsiglio). Tutti ligi e tranquilli durante tutta la settimana per poi trasformarsi il venerdì sera. Alcol a fiumi e spesso poveri tassisti che devono recuperare i manager ubriachi nei boschi (e forse anche qualche metal band perduta).

Il venerdì e il sabato sono quindi i giorni della festa e in un certo senso è rassicurante avere dei giorni stabiliti per poter fare baldoria. Sembrerebbe di no ma invece in effetti, secondo me, lo è.

In pizzeria però noto che le pizze sono proprio belle, così mi azzardo a ordinare una pizza da ben 20 euro (e non era nemmeno la più cara) con pistacchi, mortadella e mozzarella di bufala. L'impasto è buono, morbidino, sembra una napoletana e la cameriera parla un po' di italiano. Ordino anche una peroni e a gran fatica (temendo una esplosione dello stomaco pari a quella vista ne "Il senso della vita") termino tutto. Rientrando scanso con una certa esperienza i ragazzotti ubriachi e piscioni e in poco tempo muoio a letto. Domani si parte per le Faroe, devo essere in forma.

3 Settembre 2021 - Copenaghen/Malmö


3 Settembre 2021 - Copenaghen/Malmö


Copenaghen 3 settembre 2021 festa 


Qui, il resto delle foto.

*Guido: figura mitologica metà persona e metà autista preposto a condurre un mezzo di locomozione (Torinese)

Primo vero giorno di vacanza. Parte 4: l'importanza del dolce far niente. Copenaghen - 2 Settembre 2021

Mi sveglio a rilento, potrebbero pulirmi la stanza oggi (sarà questo il giorno?) e quindi devo lasciarla, ma con l'intento di smettere di macinare 15 km al giorno voglio prendermela con più calma. 

Sul fatto della pulizia della stanza non sono schizzinosa (ho dormito tra le blatte e i grilli in Madagascar) ma il problema è che avendoci fatto colazione dentro per risparmiare (caffè solubile e biscotti al cioccolato) qualche briciola c'è. Inoltre in bagno bhe, quello si allaga sempre quando mi faccio la doccia per ovvie ragioni (doccia e bagno coincidono in spazi). Così quando sono andata a chiedere, mi hanno detto che fanno le pulizie ogni 5 giorni.

Quindi stamani poteva essere il giorno buono. Con l'intento di assaporare il dolce far niente procedo verso la cattedrale (che ok la sirena famosa di Copenaghen non l'ho vista che m'importa una sega, ma almeno la cattedrale). Va bene ma mi tocca far colazione se no non mi sposto.

Trovo funder, un posto carino poco lontano dalla base, mi ci fiondo, prendo un caffè americano e mi guardo in giro. 

Copenaghen 2 Settembre 2021


Copenaghen 2 Settembre 2021

Mi reco quindi alla cattedrale ma gran delusione, in una città fatta praticamente solo di punte e appuntimenti, qui trovo del quadrato, tozzo e basso. E va bhe. Arrivo a un bagno pubblico temendo, più del covid, l'Escherichia coli, trovo un'altra via di uscita per il tazzone di caffè e cerco una panchina, mi siedo e leggo. 

Copenaghen 2 Settembre 2021

Questa sì che è vacanza ma potrei fare meglio.

Di solito in ogni città trovo un luogo a cui mi affeziono, che sia per il cibo, o per il panorama, o il mood. A Copenaghen fortuna vuole che il luogo racchiuda tutte e tre le cose. Torno da Reffen. ormai ho imparato: compro il biglietto con l'agile app DOT, prendo il 2A e in 20 minuti dovrei arrivare.

Intanto leggo. Leggo. Leggo.

Cazzo, non arrivo mai.

Controllo su Google Maps, sto andando nella direzione sbagliata.

Scendo, riprendo il bus dalla parte opposta e il progetto di pranzare presto per tenermi un po' di spazio nel buzzo (in pancia) per cena va a farsi benedire. Non importa, Reffen mi piace, posso scegliere il cibo che voglio senza pagare con i prossimi 20 stipendi.

Sono stata fortunata in questi giorni: ho trovato sempre sole, il cielo è di un bel blu, c'è vento ma fa caldo, sono a maniche corte (clima stupendo, all'ombra fa freschino) e opto per un pita gyros e una Bombay IPA.

Copenaghen 2 Settembre 2021


Copenaghen 2 Settembre 2021


Copenaghen 2 Settembre 2021 Copenaghen 2 Settembre 2021

E poi? Bhe sul molo ci sono le sdraio, mi ci fiondo e comincio a leggere: finisco un libro per cominciare un altro e penso che sì, dopo quest'anno difficile era proprio questo che volevo da questi viaggi. Svagarmi.

Copenaghen 2 Settembre 2021


Copenaghen 2 Settembre 2021


Copenaghen 2 Settembre 2021

Ben presto si fanno le 16, decido di tornare, ho la cena (ricordate? il pad thai avanzato della sera prima) in stanza, ma soprattutto devo decidere cosa fare domani. E poi mi devo riposare, far nulla stanca (come quando si era piccini e ci dicevano sempre "Il mare stanca"). Rientro alla base, inutile dire come sia comodo spostarsi con i mezzi. Certo con la bici sarebbe ancora meglio, ma non è detto che non impari per la prossima vacanza, eh? 

Mi rilasso, guardo un documentario sugli ebrei hasidici che sono scappati dalla comunità (eh ormai il mood di questi giorni è così - il mood ebraico che ogni tanto torna) e quasi mi addormento prima di controllare che è ora di cena e di fare il check in per il prossimo volo, ma soprattutto decidere o meno se andare a Malmö.

Penso alla serie Bron/Broen, a quanto mi sarebbe piaciuto passare su quel ponte e più che Copenaghen avrei voluto vedere Malmö e mi decido. Passiamola 'sta frontiera. Trovo il bus, la fermata (a soli 7 minuti dall'albergo) e prenoto andata dalle 7.30 alle 8.30 e rientro dalle 16.30 alle 17.30, che poi mi tocca ricomporre quel tangram di zaino per andare alle Faroe e non sarà una cosa né semplice né breve.

Ah, post scriptum: la stanza, ovviamente, non l'hanno pulita.


Sigla di Bron/Broen 

03 novembre 2021

Le considerazioni, parte 3: Bella Copenaghen ma non ci vivrei - Copenaghen, 1 settembre 2021

Oggi ho macinato di nuovo tanti chilometri. Stamani dopo aver fatto un salto alla biblioteca per altre foto, alla vecchia Borsa e al Christiansborg Slot, sono andata al Thorvaldsen Museum, oggi era gratuito. E via le bellissime solite statue. Fotografate così, colà, con questa luce e questo taglio. Fino a che non sono arrivata a fotografare una immensa statua dell'Ercole ed ero così attenta a un'inquadratura decente, che non fosse banale, con un buon taglio e una buona luce che alla fine mi sono detta, ma seriamente? Ma chi se ne frega.

E via, ho cominciato a fare meno foto, e soprattutto senza badarci. Non era questo il motivo che mi aveva spinta qui, volevo solo rilassarmi e sono di nuovo a camminare come una beota tra i turisti mentre volevo solo stare in un parco a leggere, respirare aria diversa, sentire un'altra lingua.

1 settembre 2021 Copenaghen


Copenaghen 1 settembre 2021


Copenaghen 1 settembre 2021 Copenaghen 1 settembre 2021

Possibile che non riesca a stare ferma?

Decido di continuare la visita in fretta e andare a mangiare al Burger King, ah mio amico Whopper, riempi lo stomaco e salvi il portafogli, inoltre ho trovato anche una presa elettrica e c'è il WiFi. Ottima idea per ricaricare il telefono e mettermi a scrivere. Tanto è vuoto. Qui i contanti non sanno nemmeno come sono fatti: il Burger King addirittura non ha più la cassa normale (cioè sicuramente ci sarà, ma non la usa nessuno). Ci sono le casse automatiche. Ordini, ti viene data una ricevuta con un numero e attendi. Nonostante io scelga sempre come prima opzione l'immagine con il vassoio (che indica il fatto che mangi lì e non prendi e porti via) mi mettono sempre tutto nel sacchetto. Chiedo un vassoio e il tipo dice qualcosa che non capisco. Ok, e mi vado a sedere (scopro che qui in Danimarca, come in Svezia e ovviamente nelle Faroe, la mascherina è obbligatoria solo in aereo e in aeroporto).

1 settembre 2021 Copenaghen

Amico, caro amico Whopper. E mentre scrivo dei giorni passati penso che Copenaghen è bella ma troppo perfetta. Sono tutti biondi e bellissimi, tutti in forma che corrono e vanno in bici. E la città è super pulita, il tenore di vita alto, la sicurezza anche. Hanno così tanto senso civico che il disagio si è autorintanato in Christiania, si è proclamato indipendente e così non possono nemmeno dirsi facenti parte del resto della città. Persino il senzatetto che l'altroieri mi ha fermata, quando gli ho fatto capire che non intendessi e mi ha chiesto da dove venissi, alla mia risposta non mi ha più chiesto soldi ("Poraccia, italiana") ma si è limitato a dirmi "ITALIEEEE, ROMEEEE SPAGHETIIII" alché io "Sì va bhe pizza e mandolino, ciao va" senza tener conto che poverino magari due spicci (che comunque non avevo) potevano fargli comodo. Brutta faccenda per i nordici che non usano contanti: i clochard si sono armati di POS?

Questa sera sono tornata in albergo dopo una Guinness al pub, nemmeno le 21, le strade vuote (tranne al vecchio porto cittadino che ancora pullulava di vita), tutto buio, ecco. Fossi stata in un'altra città sarei stata all'erta, ma qui niente, sicura, tranquilla. Anche con il telefono scarico avevo un punto fisso da seguire, le grida dei ragazzi al parco divertimenti di Tivoli, in centro, dietro l'albergo. Basta tendere l'orecchio per sentire le urla ritmate prodotte dai saliscendi dell'ottovolante. AAAAAH [silenzio] AAAAAAAH [silenzio], e via così. Ma in realtà quando arrivo dietro l'albergo il parco sembra deserto anche se illuminato e non ci sono grida. Forse le ho solo immaginate.

Copenaghen è bella ma non la sento mia quanto Berlino, con gli ubriachi che litigano con i cani dei musicisti di strada, l'odore di ferraglia, i palazzoni socialisti, il disagio hipster e il disagio vero, sempre in lotta a fare gara chi dei due è meglio.

Se dovessi tornarci probabilmente non lo farei, alla fine i palazzi, belli, bellissimi, si riducono a essere tutti uguali. Non appena scovi uno stile architettonico, ovunque tu vada, quello è, e dopo qualche ora manca lo stupore.

Forse anche per quello oggi pomeriggio sono andata a vedere altri musei. Il museo di storia naturale che ospita temporaneamente il mio grande amore, già conosciuto a Berlino, Otto Tristan, e l'orto botanico. Il biglietto vale per entrambi e mi godo anche la Butterfly House (mi godo un po' meno la bambina che urla BUTTERFLY BUTTERFLY per tutto il tempo) sfruttando finalmente la mia ottica macro.

Copenaghen 1 settembre 2021

1 settembre 2021 Copenaghen

Copenaghen

1 settembre 2021 Copenaghen

Copenaghen Butterfly House


Ormai cotta ma ancora con un po' di forza nelle gambe vado alla cittadella alla ricerca del vecchio mulino. Scopro quindi che la cittadella è davvero ancora una cittadella militare, con tanto di ronda di guardie.

Ditelo insieme a me. Bha.

Senza titolo

Copenaghen, la fortezza


Il mulino in compenso è bellissimo, anche i cannoni sparsi qua e là. Decido di trovare dove mangiare, le scorse sere praticamente non ho cenato, sto mangiando troppo a pranzo e non sono abituata (i miei jeans stretti me lo stanno dicendo in tutti i modi) e trovo un ristorante Thai che secondo varie guide non è molto caro. Alla fine è a metà strada tra dove sono e l'albergo. Su maps posso anche prenotare con the fork: ma sì, non si sa mai.

Arrivo.

Vuoto.

Ma proprio deserto dei tartari. Sono le 19 e so che il popolo del nord mangia presto.

Entro e dico che ho prenotato. 

Attorno a me, il deserto, non c'è nessuno.

La signora orientale, mi fa sedere in un tavolo qualsiasi davanti al bancone, probabilmente per tenermi d'occhio, ogni tanto infatti la sorprendo a guardarmi un po' male ma va bene. Prendo un Pad Thai o Pat Thai non ricordo, con manzo.

Costa ben 99 DKK, circa 13 euro.

Praticamente per la media qui è regalato (considerate che uno Smørrebrød, che altro non è una sorta di tartina con sopra varie cose, costa dai 70 ai 90 DKK) per cui immagino già arrivarmi una specie di assaggino, che va benissimo perché sono ancora piena dal Whopper e non ho molta fame.

Mi arriva un piatto enorme, quantificato in pasta potrebbero essere stati più di 200 grammi, con condimento abbondante. Lo guardo, mi guarda, la signora guarda entrambi, sorrido e ringrazio e dentro di me piango perché so che non potrò mai finirlo.

1 settembre 2021 Copenaghen

Alla decima forchettata depongo le armi, gna faccio. La guardo e le dico "Is very good but is too much for me". Le chiedo una schiscetta da portar via, sorride ma so che dentro di lei mi sta augurando di bruciare tra le fiamme dell'inferno.

Decido di andare a bere una birra nel pub appena prima del ristorante. Entro, locale vuoto, a parte un signore che beve da solo in un angolo, e la barista. Chiedo una Guinness e vado fuori a berla, dove invece i tavoli sono tutti (e 4) occupati. Pieno di Vichinghi stagionati, come li chiamo ridacchiando tra me e me, mi accomodo a un tavolo e sbevazzo cercando di capire tra i suoni gutturali qualche parola conosciuta.

E infine ritorno, con la batteria al 6%, pensando a un sacco di cose, a Otto e a quando l'ho conosciuto, a questo strano viaggio deciso quasi all'ultimo, alla decisione fortuita di non portarmi più gli acquerelli (sì, proprio quelli) al fatto che per l'anno nuovo vorrei imparare bene l'inglese (perché il bello di viaggiare da soli è dialogare con nuove persone) e imparare ad andare in bici (avrei visto più cose nella metà del tempo). Ci penserò.

Nel frattempo domani è un altro giorno, fino al 4 starò qui, domani posso rilassarmi un po', non ho visto molte cose (basta chiese, basta guglie, basta) ma ne ho viste tante altre. Mi piacerebbe fermarmi in un parco, o al molo e leggere un pochino o scrivere. Magari posso tornare dove fanno finger food e fermarmi lì per alcune ore. Non è mai troppo pieno durante la settimana, c'è il WiFi e non fanno storie. E posso mangiare senza spendere un capitale. 

Qui il resto delle foto (in totale disordine). Nota sugli acquerelli: prima di partire avevo acquistato un corso sugli acquerelli da viaggio. Volevo fare un viaggio lento, sedermi e dipingere. All'ultimo ho pensato che avrei potuto creare degli acquerelli partendo da belle foto ma non il contrario, e che se avessi trovato clima sfavorevole o cose non riproducibili avrei perso soltanto l'occasione di fare una bella foto. Così ho lasciato a casa gli acquerelli e portato la macchina fotografica. Di belle foto manco mezza, ma se mi fossi fermata a dipingere forse avrei perso la metà delle cose (e mi sarei innervosita molto di più).

28 ottobre 2021

Le coincidenze, parte 2: il 5c - Copenhagen, 29-30-31 Agosto 2021

Non so perché avessi tanta paura di prendere l'aereo da sola. Forse la paura di perderlo, di non riuscire a chiedere informazioni con il mio pessimo inglese, non so. So solo che alla fine è stato tutto relativamente semplice.

All'aeroporto di Varsavia, in partenza per Copenaghen, ho conosciuto una vecchina che abita a Göteborg, viaggiava da sola con uno zaino come il mio. Nonostante i problemi linguistici mi ha raccontato che vive davanti a un lago, che adora nuotare e che dopo la chiusura delle piscine a causa del Covid ha cominciato a nuotare nel lago. Che ama lo sport e ha fatto gare di diving a Bolzano. Che a 49 anni ha cominciato a studiare fisioterapia e che non è stato semplice perché in Svezia sono molto inquadrati e in genere le persone a 49 non si mettono a fare cose nuove. Le ho parlato della mostra che ho visto e mi ha fatto vedere le foto del concerto che è andata a vedere (con sui amici legali e attivisti per i diritti umani). Avrei voluto conoscere meglio l'inglese per raccontarle e chiederle meglio ma può essere un obiettivo del nuovo anno. Intanto lei ha preso l'aereo e a me che è presa fame, è toccato scoprire che alle 19.15 all'aeroporto di Varsavia è tutto chiuso.

Nel frattempo ci imbarcano. Non ho fatto foto ma l'aereo è piccino, all'esterno c'è scritto EI (ma non significa Esercito Italiano?) e dentro siamo tutti stipati, altro che distanziamento. Ma va bene, ho la mascherina e sono vaccinata (e presto butterò via la mascherina chirurgica per sostituirla con la ffp2).

Per spostarsi con i mezzi in Danimarca è possibile comprare i biglietti online con un'app che si chiama DOT. Basta che gli dici dove deve andare, lui calcola le zone e ti dice il costo esatto del biglietto. L'importante è pagare a partire dal l'effettivo utilizzo, in quanto non va timbrato ma il tempo di utilizzo parte dall'acquisto.

Il bus che devo prendere è il 5c e mi lascia proprio davanti all'albergo. Scoprirò presto che il 5c mi porta un po' ovunque e lo userò tanto sia in questo che nei prossimi giorni

L'albergo, piuttosto centrale ma economico (per gli standard danesi) è il Cabinn City, stanza piccola, bagno praticamente composto di water, lavandino e doccia che sovrasta ogni cosa (e per lavarvi vi farà smadonnare perché inonderete tutto) ma va bene. Già avere il bagno è una grossa conquista.


Il 5c davanti all'aeroporto di Copenaghen

Il Cabinn City in tutto il suo splendore

Dopo aver sistemato un paio di cose crollo a letto. La finestra della mia stanza è a piano terra e da' sulla strada. Non ci sono tapparelle ma delle tende abbastanza oscuranti, devo solo ricordarmi della loro esistenza per non dare spettacolo con uno streaptease improvvisato con il passante di turno che sta solo recuperando la macchina dal parcheggio.

Mi sveglio con la dovuta calma, decido di non fare colazione per non perdere tempo e mi avvio girando un po' a caso. Fotografo dalla sponda opposta la biblioteca (bella bella), giro a caso fino alla via dello shopping, lo Strøget, arrivo al porto vecchio, faccio foto orribili da turista ma quando mi prende fame sono costretta a trovare qualcosa di economico, e scoprirò presto che il Burger King diventerà il mio più prezioso alleato, nonché donatore ufficiale di trippa sulla pancia.


la biblioteca



distributore di mascherine

il porto vecchio


avventore a caso




C'è sole, e vento e non ho ancora bevuto nulla. Ordino alla cassa automatica un panino qualsiasi con aggiunta di salsa all'aglio, patatine e coca zero (così oltre alla bevanda ho anche un po' di zucchero) e quando lo ritiro e apro la salsa scopro che è salsa al curry e forse nemmeno il panino è il mio. Va bene lo stesso, mi godo il menù di chissà chi e intanto sento la mia emicrania che già era lieve dal mattino, aumentare. Decido di andare a riposare e mentre torno, al supermercato sotto l'albergo, compro tre bottigliette d'acqua e delle caramelle gommose da smangiucchiare, nonché biscotti per la colazione (in stanza ho bollitore e caffè solubile, no, non mi formalizzo: alle Faroe non avrò niente di economico da mangiare, stringo le chiappe ora che posso).


Burger King (sia lodato)


foto a caso


bleu


Nonostante cerchi di bere il mal di testa aumenta.

La mia emicrania mi costringe a stare attenta a tutto, il troppo sole che da' noia agli occhi, il vento che disidrata, la fame, la stanchezza, l'aria condizionata, il troppo caldo, il troppo freddo. Non so mai per cosa arriva quindi devo tenere sempre tutto sotto controllo, ma spesso non riesco. Di mio bevo poco, mi manca proprio lo stimolo della sete e a volte è complicato capire se devo idratarmi. Prendo una tachipirina (le ho dietro, per fortuna, perché le mie solite pastiglie per il mal di testa a effetto rapido sono poche e preferisco usarle quando sono in giro e non posso rientrare alla casa base) e mi metto a letto, da sdraiata va peggio ma sono stanca per stare seduta. Così, soffrendo un po' lascio che passi e crollo.

Tutto il pomeriggio del 30, il primo giorno, è stato mangiato dal mio mostro, dalla mia emicrania, dormo tanto, tantissimo.

Ma la mattina dopo almeno sono pronta a ripartire. Sento ancora un po' di mal di testa, mando giù un'altra tachipirina e faccio colazione. Decido di fare l'abbonamento del bus 24 ore (a "sole" 80 DKK, le corone danesi, qualcosa come 12 euro) per andare a vedere tutte le cose che difficilmente posso raggiungere a piedi.

Dimentico che Copenhagen non si sveglia prima delle 10, per cui andando a Christiania che sono forse appena le 9 trovo tutto chiuso, anche la famosa pusher street. Restiamo io e le scritte ovunque che invitano a non fare foto (leggo su internet anche che è vietato correre per non creare il panico). Per cui dovrò tornarci ma non so, è carina ma mi basta andare in Barriera di Milano a Torino per trovare le stesse cose anche se con meno verde. Mi trovo non troppo lontana dal cimitero di Assistens.

Non vedo errori


L'ingresso a Christiania

Il cimitero è bellissimo, enorme ed è un parco. È davvero un parco: dentro ci girano le bici, le mamme con i bimbi con i passeggini. Ogni tanto qua e là una vecchia lapide a ricordare che si tratta anche di un luogo di memoria. Sono qui per visitare sì il cimitero (li adoro) ma soprattutto per ringraziare Handersen per le sue belle fiabe ("Il brutto anatroccolo") e rendere omaggio a Soren Kierkegaard.




Lì accanto c'è anche l'antico cimitero ebraico ma con mia grande sorpresa è chiuso. Strano, da orario dovrebbe essere aperto, non è nemmeno una festività ebraica. Mesta mesta vado via decidendo di fare due passi al mare.

Proprio così, prendo bus e metro e vado ad Amager Stranpark. Da qui si vede anche il ponte che collega Copenaghen con Malmo, il ponte di Øresund. Faccio un giro per fotografare i mulini a vento, il ponte, una bici (bici, bici everywhere) ma non sono soddisfatta. Vado a Helgoland dove signore di ogni età sono in topless e decido che è finalmente arrivata l'ora di mangiare. 

Mulini a vento e SUP



il ponte




Helgoland


Bici ovunque



Riprendo la metro (quella di usare i mezzi non è una soluzione troppo comoda, spesso per arrivare ai mezzi c'è da camminare anche una ventina di minuti, ma comunque per arrivare a destinazione ci metterei più di un'ora per cui resta sempre la soluzione migliore) per andare da Reffen, un vero e proprio mercato di street food. C'è cibo per tutti i gusti a un prezzo ragionevole. Su Google si lamentavano delle porzioni ma il mio fish and chips non mi ha fatto sentire fame nemmeno per cena, e finalmente il tutto annaffiato da un po' di birra. L'atmosfera è davvero bella, di fronte c'è il molo, zona industriale, cibo, WiFi... Cerco di programmare il viaggio per le Faroe ma dopo qualche appunto penso sia meglio rientrare. Così mi dirigo a Frederiksberg Have, un bel parco, per fermarmi un attimo e leggere. Del resto non doveva essere il mio viaggio relax e non la solita corsa? A proposito di correre, al parco ci sono diversi corridori che vanno a velocità folli e rischiano di investirti. Mi impanchino ma poi decido comunque di andare in albergo per preparare le Faroe, riposare un attimo in vista della cena che poi non è arrivata. Complice anche il letto comodissimo, mi addormento abbastanza presto per prepararmi al meglio per un'altra giornata danese.


Reffen





il molo su Reffen