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28 maggio 2020

C'era una volta, 17 anni fa...

Nel tacito patto che i bipedi sottoscrivono con i loro nuovi amici a più di due zampe vi è una implicita promessa di infinita amicizia. Quello che nessuno sa, però, è che esiste una clausola scritta in piccolo, in piccolissimo: nella maggior parte dei casi purtroppo non può essere così. Loro dovranno andarsene prima lasciandovi soli con un grande vuoto.
Sapevo che sarebbe capitato, 17 anni non sono per tutti e nell'ultima settimana era entrato e uscito dalla clinica diverse volte.
Sono rientrata nell'ex capitale in quei giorni non solo per non mancare a una visita aziendale, organizzata nel bel mezzo di una pandemia, ma anche per poterlo salutare.
Nonostante le visite fossero proibite in clinica causa Covid, per me, arriavata da terre in cui gli spostamenti erano stati vietati in anticipo rispetto alle altre, hanno fatto un'eccezione.
Arrivare in clinica e vederlo magrissimo, immobile e tremante, mi hanno spezzata. Così tanto da farci decidere per un viaggio leggero, per lasciarlo andare.

Ma non bisogna mai sottovalutare la forza di un quadrupede che vuole passare ancora qualche giorno con i suoi amici umani. È per quello che due giorni dopo era non in piedi ma vivace, sveglio, pronto a salutarci e leccarci il naso, le mani, la faccia.

Non c'era bisogno di dirsi nulla. Non avremmo potuto farlo.

La mia partenza era riprogrammata per il giorno successivo e anche il suo rientro a casa. Non ho aspettato, ma ero contenta di averlo salutato, che mi avesse riconosciuto.

Aveva ripreso a mangiare, a camminare e a bere autonomamente.
Prima del crollo.

Speravo mi attendesse ma non è riuscito, aveva già fatto abbastanza in clinica e così, di notte, nel sonno, tra le braccia di una mamma amorevole, è corso via per l'ultima volta. A salutare i suoi simili che hanno affollato casa nostra.

Penso che non avrebbe potuto avere vita e fine migliore. Una vita lunga e felice, passata ad abbaiare, a mangiare buone pappe, amato, andato via tra le braccia di chi lo ha amato in modo viscerale.
E penso che non avremmo potuto avere cane migliore, nel mio caso amico migliore. In tutte le mie vite passate in altri luoghi non mi ha mai rinfacciato nulla, non mi ha mai fatta sentire giudicata, era sempre felice di vedermi.

L'ho vista nascere, quella palla di pelo rugosa con le zampine bianche, e me ne sono subito innamorata.
Nel suo paradiso immagino arrosto come se piovesse, lo adorava, gatti da rincorrere e lucertole da mangiare. E il nostro calore che lo accompagna.

Riesco ancora a sentirlo abbaiare verso di me, con la sua lieve cataratta che gli impedisce di riconoscermi, e passare allo scodinzolamento immediato quando sono a portata di naso. Quando riconosce finalmente il mio odore e mi lecca la mano, e poi il naso. E poi abbaia ancora quando esco dal suo radar olfattivo.

Quel patto è una grande fregatura a pensarci, il vuoto che ti lascia è immensamente grande.
Ma quando penso a quanto ho avuto in cambio non c'è nessun dolore che possa sotterrare la gioia passata insieme.

Chiusa nel mio guscio, perché la sofferenza è un'onda che va cavalcata in solitudine, penso a quante volte nei miei spostamenti mi sia mancato. E quanto la certezza di ritrovarlo abbia influito su tante cose.
Ora che non ho più quella certezza ho il cuore in frantumi.
Addio Poldo, spero che  tu possa essere con Birba a correre incontro a Maya e ad abbaiare a Fiocco e a Briciola.


Disegno di Zion

10 maggio 2020

More than a feeling

Non riesco a concentrarmi.
Il mio Poldo non sta bene, era inevitabile. 17 anni e non sentirli, e tutt'a un tratto, sentirli tutti.
I reni che peggiorano, il ricovero giovedì sera con la chiamata della veterinaria che, da quando il nostro veterinario di fiducia ha aperto il suo studio più vicino a casa, segue i nostri cani, ormai il nostro cane. Perché tutti sono passati a miglior vita.
Forse capisco un po' Madre quando dice che non vuole più animali. Sono una delle gioie più grandi ma anche una delle tragedie peggiori quando decidono di abbandonarci. Riceviamo aggiornamenti quotidiani dalla clinica, sta bene, è coccolato, vuole la sua copertina, non mangia se non imboccato.
Poldo, che ho visto nascere. Poldo che ho portato in braccio dal veterinario quando trascinava una delle zampette posteriori e sospettavo (cosa poi confermata) un'ernia del disco. Poldo che ora con la cataratta mi abbaia sempre ma non appena mi avvicino e sente l'odore mi lecca le mani.
Per poterlo salutare, credetemi, ho attraversato un confine e due regioni italiane: in mezzo all'inferno rischiando di non poter né andare da lui, né tornare indietro. E rischiando di non poter più rientrare.
Ma comunque si mettano le cose non potevo permettermi di non salutarlo, so che a lui fottesega, gli animali vivono il presente e probabilmente da bravo cagnolino vorrà andarsene, un giorno, spero ancora più in là di quanto pensi, vorrebbe una situazione tranquilla, in solitudine, senza l'ospedale di mezzo, senza flebo e dottori e senza la nostra presenza.
In un altro post, forse più avanti quando tutto sarà più calmo, racconterò questo incredibile viaggio durato 6 ore, tra esercito, controlli, autocertificazione, mascherina ffp2, guanti, bus, treni (che per pulirli dovrebbero usare il napalm) e una pandemia che non si arresta, non si ferma, e il terrore di non riuscire a tornare, e il terrore di non arrivare.

Ora che sono qui, anche per una visita medica aziendale (nel bel mezzo di una pandemia, oserei dire), penso a come sarebbe bello essere su, in quella casa che sento anche un po' mia, anche con Poldo. Però il Poldo di 10 anni fa aveva quando ancora tutto il pelo fulvo, senza incanutimenti, con quella codina sempre rotta da quando è nato, magari a scarpinare in montagna mentre lui abbaiava a ogni cosa e cercava di catturare le lucertole che puntualmente tentavo di strappargli di bocca. Quelle nanne insieme con lui sempre attaccato. Sul balcone mentre prende il sole fino quasi a cuocersi il cervello.

Quello sguardo sempre felice di vedermi, nessun giudizio, solo affinità.



01 ottobre 2011

A volte ritornano (e meno male)

Quando passeggio per Torino mi viene in mente una sola parola: eleganza. Non c'è altra città che secondo me rappresenti meglio questo aggettivo.
Trovo che il colore bianco, i portici puliti, le strade e le piazza immense, conferiscano una certa regalità alla città. Immagino persone con bastone da passeggio che risalgono via Po per andare verso Piazza Vittorio e splendide carrozze trainate da docili cavalli infiocchettati.
La verità è che Torino mi piace. E piace anche a chi non c'è mai stato e la vede per la prima volta. Questo perché su di lei non hai aspettative e quindi rimani sorpreso a vedere quanto può offrirti.
Se non si era compreso, lo scorso weekend sono stata a Torino. Ho staccato un po' da ogni cosa e sono stata bene, anche se ho visto Birba raffreddata (e sempre più invecchiata, sempre più malaticcia col suo cuoricino che non funziona bene).
Mi è presa un po' tristezza e quando stavo andando via e avevo già chiuso la porta d'ingresso che sono tornata indietro di corsa a salutare Poldo e Birba. Ho avuto un brutto presentimento e ho temuto di non rivedere Birba e non potevo sopportare questa cosa.
Il viaggio poi è andato bene, ho letto molto e ho dormito profondamente (tanti anni fa non sarei mai riuscita a dormire sul treno ma da quando ho conosciuto Roccio ho preso l'abitudine a dormirci e ora l'ho associato al sonno, tant'è che appena il treno parte posso leggere ben poche pagine che muoio subito).
Lunedì non è stata una bella giornata al lavoro, è un lavoro molto difficile ed era il mio primo giorno (travirgolette) da sola allo sportello. Credo di essere stata presa dal panico e di esserm sentita male, ma ora non ricordo bene cosa è successo, so solo che la notte non ho dormito e mi sono svegliata con un po' di mal di stomaco (che spesso mi viene quando sono agitata) e temevo di non essere in grado di fare un lavoro simile. Poi piano piano nei giorni successivi è passato, ho ricevuto tanti complimenti per la mia gentilezza e gli occhi e il colore dei capelli (davvero) e penso che in fondo è un lavoro che mi piace.
Mi piace perché posso aiutare gli altri a risolvere i problemi, anche se piccoli, e spesso (non so come) riesco a tranquillizzare le persone agitate.
Maya sta un po' meglio, il veterinario dice che deve fare fisioterapia camminando, quindi ora la lasciamo libera e in pace. Anche se zoppica ancora vistosamente ma è passato poco tempo, bisogna darle tempo. Molto probabilmente tempo.
Poi ieri è successa una cosa buffa, ricevo la richiesta di amicizia su facebook di un tale di cui non ricordavo il nome. Poi guardo le foto e però qualcosa mi dice. E alla terza foto esclamo "Malconcio!".
Per raccontarvi di lui devo andare indietro nel tempo, all'anno 2002 (credo) in cui mi ero appena lasciata con Chicco e passavo molto tempo su IRC sul canale delle #piantecarnivore. In questo canale non eravamo in molti, c'ero io, Malconcio, fonzie82 poi si era unito pesiolino (si chiamava così perché pesciolino non ci stava, era appassionato anche di acquari).
Il mio tempo era scandito dai loro, ero rimasta sola, senza un amico, e cercavo di uscire da un periodo di depressione totale: il gruppo di appassionati di piante carnivore mi ha aiutato molto in quel periodo. Appena c'era un incontro o un meeting prendevo e uscivo, e viaggiavo e giravo. In quel periodo raramente avevo un weekend in cui stavo in casa e in una di queste scorribande, a Padova, ho conosciuto Malconcio di Bolzano. Poi sono andata anche a trovarlo a Bolzano, dove ho preso un'incredibile sbronza e non ricordo molto di che è successo. Insomma, per farla breve: Malconcio ha fatto la specialistica in Agraria qui a Bologna e tra 15 giorni va via (lo avessi saputo prima, in questi mesi che sono stata qui!). Quindi oggi ci siamo beccati.
E' cresciuto, non in altezza perché è sempre stato altissimo, però di testa sì. Ma ovviamente, è passato del tempo, è giusto.
Abbiamo parlato anche del vecchio gruppo di appassionati, di come essere com'eravamo ci ha portati a coltivare le piante in un certo modo e del perché ora non riusciamo più a frequentare lo stesso gruppo: una volta eravamo tutti innamorati della nostra passione, e questo amore comune ci portava a divertirci insieme, a darci consigli, a tenere poche piante e trattarle al meglio. Purtroppo ora si parla molto di "collezione", è una sorta di gara a chi ha la pianta più bella e più rara. I doppioni non si regalano o scambiano come prima, ma si vendono. Il must è avere il clone introvabile comprato all'estero per svariate decine d'euro.
Purtroppo anche le persone che conoscevo non frequentano più il gruppo e anche ad andare agli incontri, negli ultimi anni, mi sono sentita un po' fuori luogo.
Comunque sarebbe bello fare un incontro con noi "di una decina d'anni fa", che non ci fregava se le nostre piante avevano qualche foglia secca, se erano perfette nella loro imperfezione, che quando avevamo una divisione da rizoma la regalavamo (perché è bello regalare una pianta, soprattutto se sappiamo che verrà trattata con cura da un altro appassionato), che non le chiamavamo mai "la nostra collezione" ma "le nostre piantine", che eravamo anche e soprattutto amici e ci divertivamo con poco.
Noi "appassionati". Che la passione è fatta anche e soprattutto dalle persone che riescono a condividerla.
Canzone del giorno: Per un'ora d'amore Subsonica

28 novembre 2010

Neve 2.0



Per sempre

Nevica. Ma nevica tanto.
E' tutto bianco.

Ieri sono partita da Firenze con la seicento e devo dire non è stato così faticoso come mi aspettavo. Mi hanno tenuta compagnia i Led Zeppelin, Elio e le Storie Tese, i Tenacious D, ma anche i Ramones, Sid Vicious, Subsonica, bhe con 4 ore e mezza di viaggio puoi ascoltare un sacco di roba.
Ieri, appena arrivata, doccia e via a fare una passeggiata. Faceva molto freddo ma avevo bisogno di fare due passi. Così ho fatto il viaggio sul bus con una compagnia di ragazzine che tra un "minchia" e un "ma sei mongoloide?" raccontavano le loro vicende amorose. "Ma dai, lo sai cosa mi ha detto tizio? Ha detto che non ha mai provato quello che prova per me per un'altra ragazza."
Commento delle altre ragazze "Oh, che carino". Ma lei prosegue: "Mi ha detto che mi vorrà bene per sempre. Ma è matto? Per sempre non esiste!"
Commento delle altre ragazze: "No infatti per sempre no esiste".
"No anche perché io gli voglio bene ma non voglio che si affezioni, ma sapete cosa mi ha detto quando gli ho detto che 'per sempre' non esiste? Mi ha detto: 'Allora inventiamolo noi'!"
E le altre "No no, per sempre non esiste".

Miseria se a 15-16 anni si è così cinici, a 40 anni si appende l'amore al chiodo. Per dire.
"Per sempre" è un dato relativo, bisogna prima associare una quantità alla parola "sempre". Per dire: io non credo nella vita dopo la morte. Il mio "sempre" personale si esaurirà dopo la mia dipartita. Io credo che possa quindi esistere il "sempre" se lo circoscrivo alla mia persona fisica. E l'amore può essere quindi per sempre. Certo, magari si modifica. Ma se non si crede nel futuro come si fa a vivere il presente?
E poi ragazzotte, non sottovalutatevi. Voi sapete benissimo cosa significa amare, come lo sapevo io alla vostra età. La definizione cambia nel tempo ma a 15 anni si ama, e si ama anche con più passione e dolcezza di come si ama a 30 anni.
Detto questo oggi nevica. Let it snow, let it snow, let it snow. Così decido di prendere Poldino e portarlo a correre nella neve. Purtroppo lui non ama neve e pioggia. Secondo mia mamma perché non ama sporcarsi le zampine, secondo me perché, essendo bassotto, quando cammina si bagna la pancia e deve essere una cosa fastidiosissima.
Appena possibile metterò le foto del bianco che c'è. E continua a nevicare.
Oggi mi sento "All by myself". Non credo di voler stare in questa casa molto a lungo. Vivere con i propri genitori è devastante.
Quindi sarà bene cercarmi un lavoro da subito. Per poter andare via.

07 novembre 2008

Solo una cosina veloce. Ma quanto è bellino il gioco Spore? Nasci come cellula e ti devi evolvere, mangiando senza farti mangiare e accoppiandoti con l’altro sesso per poter acquisire nuove parti del corpo (una specie di evoluzione accelerata). Ben presto si lascia la terraferma e lì ci dai duro. Ci sono altre specie che popolano il pianeta e devi decidere se essergli amica oppure ostile.
Ci passerei la notte a giocare.
Altra cosina veloce. Mia mamma mi ha avvisata di aver portato Poldo alla clinica degli animali perché aveva problemi di deambulazione. Visti i suoi precedenti problemi alla schiena sono piuttosto preoccupata anche se il veterinario dice che va tutto bene. Devo vederlo per sapere come sta.
Meno male stasera si parte.

11 gennaio 2008

E' arrivato Nano

Alle 11.41 mia mamma ha firmato: è arrivato un pacco gigantesco contenente il basso, che io e Roccio abbiamo deciso di chiamare Nano.
E in più stasera arriva Roccio quindi per me oggi è più che Natale.

Ieri Poldino è stato visitato: sta bene ma ha qualche disco calcificato e questo significa limitare al massimo il saliscendi dal divano o simili. Questo è un problema, non sono una grande addestratrice di animali ma soprattutto di mamme. Perché se in una settimana di fatica, quando mia mamma è in Molise ad esempio, riesco a insegnare ai cani a fare qualcosa, all'arrivo di mia mamma ogni sforzo viene vanificato. Così non potendo addestrare cani e/o mamme sono diventata un'abilissimqa aggiratrice di problemi. Io non trovo una soluzione, ma una strada alternativa.
In questo caso ho avuto la genialata di fare uno spazio divisorio dove mettere i cani, un luogo senza divani. In casa abbiamo la sala e la cucina unite, senza porte o muri che le separino. Voglio fare (e farò fare, perché non ho tempo) un piccolo recinto in cartongesso. Non una parete intera fino al soffitto, ma proprio un recinto, alto un metro, largo quanto la stanza, con una porticina nel mezzo perché si possa passare. I cani staranno in cucina, dentro una cuccia gigantesca che oggi andrò a prendere, in modo che non sentano nemmeno la nostalgia del grosso e comodo divano, e appena posso chiamerò qualcuno che faccia questo lavoro delle balle.

Domani invece io e Roccio andremo da Merula a comprare questo aggeggino:



So che un amplificatore (combo) sarebbe un po' più bellino e visibile, ma questo è molto più. Tralaltro sembra essere in offerta da Merula visto che sul sito della Behringer viene dato al prezzo di 131 Euro mentre ai magazzini musicali Merula viene venduto a 102 euro.
Mi sto anche appassionando a un materiale molto simpatico che si chiama Cernit con cui è possibile fare piccole cosine molto belline. Oggi vedrò di trovarne un pochetto e cercare di cominciare a fare qualcosa (è bello inventarsi degli hobbies).

Per vedere qualche creazione con il cernit.

E, più importante di ogni cosa, grazie papino per tutto ciò che fai.
Ti amo.

01 gennaio 2008

Natale con i tuoi..

A Natale ogni bistecca vale. E ogni pranzo, ogni cenone, rimangono sui fianchi a vita a farti ricordare quanto sono belle le feste.

Per Natale io e Roccio abbiamo preso ferie da lavoro. Ovviamente per me ci sono stati dei problemi.
Due settimane prima avevo chiesto ferie e il giorno prima della partenza mi dicono che forse non posso partire. Ma queste sono quisquilie. Volete saperla una cosa? Sarei partita lo stesso.
Ma anche questi sono dettagli: ognuno ha le sue priorità.

Il 21 mi fiondo a Firenze: passeggiate e ultime corse all'acquisto dei regali di Natale. Il problema è far combaciare le famiglie torinesi e fiorentine in modo da festeggiare con tutti.
Per cui: la sera del 24 siamo rimasti a Firenze. Il mattino seguente siamo venuti a Torino e la sera del 25 abbiamo fatto una replica di quello che doveva essere il pranzo di Natale. Quindi ci siamo rilassati. Niente corse, dormire abbastanza (non troppo, se no ci viene il mal di testa), rilassarci il più possibile.
Insomma: vacanza.

E per capodanno tutti da MinchiettaUno! La premiata ditta di chef Carla&Roccio ha presentato una bella lasagna verde (porri, spinaci, lattuga e ricotta) e un dolce segreto che ha riscosso un successo incredibile.
Bravi bravi.

E ora?

Stanotte ho sognato che testavo un nuovo dispositivo dal nome Seth5. Non so perché 5. Ma sicuramente ho pensato a Seth perché devo chiamare l'ospedale che guardacaso si chiama Anubi per prenotare una visita per Poldino.

E aspetto venerdì.
Meno male che domani è già mercoledì.

05 dicembre 2007

In questi giorni ho passato ben poche pause pranzo ad aggiornare il blog. Con Poldino malato ci sono state una serie di sconquassamenti temporali e slittamenti di partenze e arrivi. E poco tempo per fare tutto il resto.
Lo scorso weekend è venuto Roccio qui, e anche il prossimo verrà lui. Poldo non può fare le scale e devo portarlo in braccio perché l'ascensore non funziona (da ormai un mese, credo). Ci sono poi visite di controllo, ad esempio lunedì ne ha avuta una e venerdì ne avrà un'altra. Già lo scorso weekend quindi non sono partita, Poldo è stato dimesso sabato e io sono l'unica nella mia famiglia che guida (mia sorella ha la patenta ma non ha mai guidato dopo averla presa) e che quindi poteva scarrozzare Poldo e famiglia dalla clinica veterinaria a casa. Questo ha fatto sì che io abbia avuto la forte necessità di cambiare i biglietti dei treni (a/r) con gli stessi biglietti ma in altre date.
Prima puntata: sfrutto la mia pausa pranzo per andare alla stazione di Torino Lingotto. Già il tragitto sembra un po' un videogioco dello stile "Non calpestare lo studentello che attraversa a cazzo di cane" (per rimanere in tema). Vado dal bigliettaio e gli chiedo di convertire i miei biglietti in bonus.
Funziona così: se gli chiedi un rimborso dei biglietti loro trattengono il 20% dal costo totale del biglietto. Il perché nessuno lo sa. Se gli chiedi un bonus, che in pratica è un biglietto simile a quello del treno dove è scritto il totale dei soldi che puoi usare per comprare altri biglietti, ti restituiscono il 100%. Anche se puoi usarlo solo con i treni.
Mi guarda e mi dice che non si fanno più i bonus. Comincio a bestemmiare in silenzio e torno indietro. E' giovedì, in teoria ho tempo fino a venerdì sera e non voglio che si trattengano il 20%. Decido di cambiare i biglietti, solo che non sapendo quando partire torno indietro per farlo su internet. Sorpresa delle sorprese, il camio dell'IC non è ammesso perché non ho il numero CP (cambio prenotazione) sul biglietto. Quindi torno il giorno dopo, sempre in pausa. Mi faccio cambiare il biglietto IC, solo che per l'ES non ho ancora deciso.
Sabato dimettono Poldo ed è una giornata un po' corri corri.
Idem domenica, vorrei solo dormire e infatti dormo, stretta a Roccio come fosse il mio scoglio e io la sua patella (in questo caso la metafora regge).
Domenica cambio il treno ES per il 13 Gennaio. Mi faccio arrivare l'sms? Massì, facciamo arrivare l'sms. Che non arriva. Che fare? Non arriva nemmeno la mail. Che fare?
Andiamo in stazione, si avvicinano le 17 e Roccio deve andare via. Cambiamo lo stesso identico biglietto alla macchinetta. Lo cambio per il 6 Gennaio perché per il 13 Gennaio mi dice che non è possible (maledetti). Domenica a mezzanotte mi arriva l'sms di conferma per il cambio del 13 Gennaio. E ora non so quandomi tocca partire. Chi me lo dirà? Mha.
L'altroieri sono andata in un negozio di animali in pausa per comprare un collare di Elisabetta perché il bau non si lecchi i punti. Peccato che riesce a levarselo.
Poldo intanto migliora per la gioia dei loro padroncini. Quando il veterinaio aveva detto ernia al disco ho pianto come una fontana. Ho pianto come solo Roccio sa.

02 dicembre 2007

Dal blog di Beppe Grillo.


Vaticano uber alles



In Italia la politica, di centro sinistra o di centro destra, ha sempre un comune denominatore: prende ordini dalle potenze straniere. La prima è il Vaticano, la seconda gli Stati Uniti. La prima detta le nostre leggi, la seconda insedia basi militari in Italia e ci arruola per le guerre, come i mercenari di una volta.
Tra le due la più pericolosa è, senza dubbio, il Vaticano. Ha più esperienza e vince (sempre) le sue battaglie facendole combattere ai devoti partiti italiani che stanno in Parlamento.
Telmo Pievani, che ha documentato tutto nel libro “Sante Ragioni”, mi ha scritto una lettera.

“Caro Beppe,
vorrei parlarti dei comportamenti recenti di una delle numerose “caste” che popolano il nostro paese. Sto parlando della casta ecclesiastica e dei suoi sempre più numerosi accoliti presenti nell’arco costituzionale e nei media.
Di mestiere, insegno filosofia della scienza. Insieme ad un’amica giornalista, Carla Castellacci, ho scritto un libro per discutere analiticamente le “Sante Ragioni” addotte dai vertici delle gerarchie vaticane per giustificare il condizionamento religioso sulle scelte fondamentali che riguardano la vita di ogni cittadino, dal nascere al morire, dalla famiglia alla scuola, dalla bioetica alla vita civile. Ci viene ripetuto che si tratta non di articoli di fede, non di convincimenti personali, ma di argomentazioni frutto del “retto ragionare” e del “diritto naturale”, e dunque valide per tutti. Noi le abbiamo prese sul serio e verificato che si tratta di una razionalità inesistente, ideologica, del tutto infondata. Abbiamo esaminato le conseguenze di queste contraddittorie “ragioni” - tradotte in leggi dello Stato da politici sempre più solerti, ben distribuiti in entrambi gli schieramenti - sulle scelte di vita di noi tutti.
Ci siamo accorti che il clima culturale in questo Paese sta rapidamente cambiando e che in materie importanti come la libertà della ricerca scientifica, la libertà di insegnamento, la libertà di scelta in campo biomedico, è in atto un’autentica, e documentabile, regressione. Si sta diffondendo, nelle scuole e sui media, una letteratura creazionista che pensavamo confinata ai fondamentalisti evangelici americani. Libri di violento discredito contro la teoria dell’evoluzione, ricolmi di falsità, di insulti e di strafalcioni scientifici, vengono recensiti dal Corriere della Sera e dai canali RAI. L’ultima “opera” di Rosa Alberoni, “Il Dio di Michelangelo e la barba di Darwin”, viene presentata a Roma, in sede prestigiosa, da ex Ministri come Rocco Buttiglione, da direttori di telegiornali RAI, da eminenze quali Monsignor Rino Fisichella.
Proviamo ad analizzare alcuni fatti recenti, i documenti, le decisioni parlamentari, i finanziamenti stanziati, le dichiarazioni pubbliche. Qualche esempio:
- le nuove linee guida ministeriali sulla Legge 40 tardano ad uscire, nonostante il profluvio di dati che mostrano gli effetti, controproducenti in termini di nuove nascite e discriminatori verso le donne, di quella sventurata legge
- riguardo alle proposte di legge sulle coppie di fatto (Pacs, Dico, Cus, ...), nel comitato ristretto del Senato che avrebbe dovuto preparare il progetto di legge nella sua versione definitiva sono stati presentati circa duemila emendamenti, abbastanza per bloccare l’attività del comitato per i prossimi mesi
- legge sul testamento biologico: dallo scorso giugno il tentativo di unificare in un unico progetto gli undici disegni di legge presentati non ha dato frutti
- la legge sulla libertà religiosa ha smesso di dare notizie di sé
- finanziamenti per le ricerche su cellule staminali esclusivamente adulte, un caso unico di indirizzo etico di Stato sulla ricerca: il Ministro Turco respinge duramente l’appello degli scienziati che lavorano su linee di staminali embrionali già ricavate e parla addirittura di una “guerra fra bande” rivali di ricercatori
- il Comitato Nazionale di Bioetica è ormai in uno stallo permanente a causa dei conflitti fra la minoranza laica e la (schiacciante) maggioranza confessionale. Elena Cattaneo e Cinzia Caporale, autorevoli studiose e scienziate laiche, sono state “dimissionate” dalla carica di vicepresidenti
Se queste notizie danno l’impressione che l’attività parlamentare e ministeriale vada a rilento... non è così, infatti:
- nell'ambito della discussione sulla legge finanziaria il Senato ha confermato, con il solo voto contrario di dodici senatori, l'esenzione dal pagamento dell'ICI degli immobili a uso commerciale di proprietà degli enti ecclesiastici
- il ministro Fioroni ha dato il via al pagamento della prima tranche dei contributi statali alle scuole paritarie (private), pari a circa 127 milioni di Euro. Il Ministero ha precisato che “questi importi da accreditare immediatamente alle singole istituzioni scolastiche, costituiscono solo la prima parte del finanziamento previsto”.
Questi fatti non sono quasi mai raccontati dai media italiani. Viene da chiedersi se non siamo diventati un Paese a laicità condizionata. Un caro saluto.” Telmo Pievani, Università degli studi di Milano Bicocca, telmo.pievani@unimib.it


Poldo si sta riprendendo pian piano. Ma ne parlerò una volta terminata la trafila di medicine, veterinari, esercizio limitato che sta (poverino) subendo. Voglio raccontare la sua avventura passo passo in modo da aiutare chi si trova nella stessa situazione e non sa che pesci pigliare, e su internet trova termini strani e parole terrificanti come paresi o paralisi.

28 novembre 2007

Quel sembra trascinare una delle due zampette posteriori è stato un fulmine a ciel sereno. Ieri sera Poldo è stato dal veterinario che dopo una lunga ed attenta visita mi ha consigliato un neurologo da cui farlo visitare per poi procedere all'intervento sulla colonna vertebrale. Sì, intervento.
Era davvero ernia del disco. Peggiora di minuto in minuto, oggi ad esempio se messo in piedi sulle quattro zampe non riusciva a reggersi su quelle posteriori e scivolava. Il neurologo è stato molto bravo, ci ha spiegato tutto sebbene io mi fossi informata talmente tanto su internet da porgli domande mediche molto specifiche. Poldo tremava e piangeva, ma è stato comunque buono quando ha fatto le radiografie e gli hanno prelevato il sangue. Ora è ricoverato, gli stanno facendo la mielografia (la dottoressa mi ha chiamata poco fa), ovvero una specie di radiografia con mezzo di contrasto iniettato direttamente nel midollo spinale. Dato che per fare questo esame lo anestetizzano totalmente, subito dopo, se lo ritengono necessario, effettueranno l'intervento. Il neurologo ci ha rassicurato dicendoci che è un'operazione di routine e che il cane ha quasi sempre una ripresa del 100%. Ovvio, dovrà fare fisioterapia e tutto il resto. Ma quello non importa.
Ieri sera ero molto spaventata, in realtà perché sono una persona ossessiva e cerco di tenere tutto sotto controllo. Il fatto che io non possa controllare questa cosa mi spiazza.
La mia reazione è stata la solita: pianto a dirotto, razionalizzazione, praticità. Nella prima fase penso al peggio e piango come una fontana. Nella seconda capisco che non ci sono alternative. Nella terza fase mi rendo conto che se non ci sono alternative non c'è ragione per cui io mi disperi o stia male.
Poldo è la bestia che più sento mia tra tutte quelle entrate in casa da quando sono nata. E non per mia scelta. Per sua scelta. Lui mi ha scelta come padrona e da quando è nato (già per miracolo) ha coltivato questo rapporto speciale.
Del resto le bestie sono capaci di una cosa che noi non sappiamo nemmeno cosa sia: l'amore incondizionato.
Solo una cosa mi torna strana. Noi abbiamo un po' di soldini da parte e riusciamo comunque a sostenere il costo dell'intervento (rinunciando, ad esempio, ai regali di Natale quest'anno). Ma chi ha proprio poco e solo un cane come amico come fa?