05 novembre 2021

Il cielo che cade sulla testa. Parte 6: così lontana dal mondo. Copenaghen - Vagar - 4 Settembre 2021

Oggi parto finalmente per le isole Faroe. Le mie considerazioni su questa città sono le stesse. È bella ma non la sento mia. 

4 Settembre 2021: Copenaghen - Sørvágur

Ci sono alcuni posti di cui mi sono perdutamente innamorata e Copenaghen purtroppo non è tra questi. Forse per una storiella va anche bene, ma non un amore intenso e intimo.

In ordine mi sono invaghita di Perth (ma era il mio primo viaggio molto molto lontano, quindi rivedendola adesso potrei non riconoscerla), di Berlino (a primo occhio no, mi chiedevo che cazzo fosse quell'accozzaglia di palazzoni quasi fatiscenti, quell'odore di ferraglia, quella lingua così dura. Ma mi è bastato poco per capire che la sua bellezza è proprio quella, i palazzoni socialisti, la sua storia, la divisione ancora percepibile tra Est e Ovest), di tutto quello che ho visto in Madagascar (tanto da avere i lucciconi sull'aereo del ritorno).

Copenaghen no. Ma c'è qualcosa che mi è piaciuto molto di lei, come quando incontri un uomo con cui non scatta la scintilla ma ha quel qualcosa che ti piace a tal punto da dirti che potreste diventare amici a lungo e magari rivedervi, un giorno: i canali, i piccoli moli, i posti dove rilassarsi e perdere tempo. Ed è quello che ho fatto oggi, sono andata al cubo nero, la biblioteca reale, mi sono seduta in riva al canale e ho letto. Io con lo zainone, la borsa, il sole in faccia, il vento fresco.

4 Settembre 2021: Copenaghen


4 Settembre 2021: Copenaghen

Tornerò in Italia e già lo so, i seguaci della città che già l'hanno visitata mi chiederanno "Ma la sirena l'hai vista? E questa chiesa? E questo monumento". Ovviamente no. Non ho visto nulla di tutto questo. Sono andata nei parchi, al cimitero, mi sono seduta al molo, ho letto, mi sono rilassata. 

E poi è arrivata l'ora di ripartire. Inutile dirlo, il viaggio per le Faroe mi emoziona.

Le ho conosciute per caso nel 2014, nemmeno sapevo della loro esistenza. Ma nel 2015 sapevo ci sarebbe stata un'eclisse solare totale visibile al largo di queste isole. Avrei voluto vederla ma le strutture ricettive erano già occupate (probabilmente da anni): questo però mi fece informare e anche a distanza, mi ci innamorai. Le Faroe sono quell'uomo che ti scrive cose bellissime, ti chiama con quella sua voce suadente e tu già sai che non appena lo vedrai te ne innamorerai. Non può essere altrimenti. All'aeroporto scrivo (e mangio, cosa che sta diventando la mia occupazione principale), ricarico il telefono, controllo il gate. E mi imbarco. Noto già che ci sono diversi italiani (la cosa mi irrita: ci facciamo riconoscere, siamo caciaroni, abbronzati in modo osceno - sì sì vede che sei stato al mare, mancava solo che te lo tatuassi insieme ai tuoi finti maori - parliamo ad alta voce e ridiamo in modo sguaiato) e tanta gente che mi chiedo "Ma davvero così tante persone vanno alle Faroe?". Cioè ci sono alcune isole con 50 abitanti e l'aereo aveva all'interno più persone degli abitanti di quelle isole.

4 Settembre 2021: Copenaghen


4 Settembre 2021: Copenaghen - Sørvágur


4 Settembre 2021: Copenaghen - Sørvágur

Il volo dura due ore e un quarto, ma le Faroe sono un'ora indietro rispetto all'Italia. Non appena scendiamo sotto la coltre di nubi dense già vedo scogliere bellissime, verde ovunque e un cielo spesso e grigio. È così bello che non so descriverlo e nemmeno le foto rendono.

4 Settembre 2021: Copenaghen - Sørvágur

Mentre cammino su questa sorta di strada statale diretta all'appartamento che dista 20 minuti dall'aeroporto (da cui domani prenderò l'elicottero che ho prenotato per un breve volo, sì, l'elicottero, wop wop woop) non posso fare a meno di guardare e filmare tutto quello che trovo. Verde ovunque, il molo di Sørvágur, le pecore che mi guardano strano, casette con il tetto di erba che si mimetizzano con l'ambiente circostante. Guardo il cielo così spesso, queste nubi che sembrano solide e basse e penso ad Asterix secondo il quale i Galli hanno paura di una cosa sola: che il cielo gli caschi sulla testa. Questo penso quando guardo questo cielo, che possa cascare sulla testa da un momento all'altro. Arrivo all'appartamento (noto che dietro di me ma molto distante c'è un'altra persona che fa la mia stessa strada, forse un altro ospite della casa) e provo a bussare ma sembra non ci sia nessuno. Apro la porta e ci sono le istruzioni per la mia stanza. Il bagno è enorme e pulito e così la cucina. La stanza, bhe. Accendo solo il riscaldamento (da brava pirla, pensando non facesse alla fine così tanto freddo non mi sono messa il piumino e avevo solo il giacchino antivento quindi mi sono presa un po' di fresco, diciamo così. Ci sono almeno 10 gradi in meno rispetto a Copenaghen) e mi sistemo le cose. Domani pioverà quasi tutto il giorno: andrò a Tórshavn (il porto di Thor, e ho detto tutto) e girerò e farò foto lì. Poi deciderò giorno per giorno cosa fare ma per me posso semplicemente sedermi qua fuori a guardare e sono contenta così.

Considero questi pochissimi giorni una sorta di ricognizione perché auspico di tornare l'anno prossimo.

4 Settembre 2021: Sørvágur


4 Settembre 2021: Sørvágur

Ah: scopro una volta atterrata che internet qui devo pagarlo. Le belle sorprese. Per fortuna all'aeroporto con il WiFi gratuito mi ricarico un po' la scheda ma conto di fare a meno di internet. Non è male, del resto volevo isolarmi, rilassarmi, stare con me stessa.

Mentre mi ambiento in stanza sento bussare alla porta. Una ragazza che mi chiede informazioni perché il proprietario della casa non le risponde. Scopro così che capisco cosa dice e riesco anche a parlarle. Se stessi via almeno un'altra settimana sarebbe perfetto, potrei chiacchierare con lei che come me è da sola, ma penso che comunque sono qui perché volevo stare con me stessa - avessi voluto compagnia probabilmente sarei rimasta a casa o avrei viaggiato con qualcuno.

Penso alla vecchietta all'aeroporto di Varsavia che mi ha detto quanto sono coraggiosa a viaggiare da sola e improvvisamente il complimento mi sa di sessista. Solo in quanto donna sono coraggiosa? Scommetto che a un uomo non lo avrebbe detto.

Per me forse è stato davvero coraggioso ma non per il viaggio da sola in sé, semplicemente per la mia scarsa conoscenza dell'inglese. Per l'anno prossimo vorrei superare altri limiti: intanto sapere meglio l'inglese e tornare qui noleggiando un'auto. Voglio girare le isole e fermarmi in posti non troppo battuti. Voglio liberarmi di alcune paure e di tare mentali; una, banale, la sto già superando e se lo scrivo verrà da ridere. In tutti i miei viaggi passati non ho praticamente mai disfatto le valigie. Forse è l'idea di avere un bagaglio pronto che se le cose si mettono male posso sempre andar via, la paura di mettere radici, l'idea che tutto ciò che è stazionario sia male. Qualcosa è seriamente cambiato in me, e non posso che esserne fiera.

E domani: wop wop woop.

Qui le altre foto.

Nessun commento: