09 novembre 2021

Nessun'altra opzione. Parte 9: Pioggia, nebbia fuori, un po' di luce dentro. Sørvágur, 7 Settembre 2021

Il gabbiano urla come un matto per svegliarmi. Sembra beffardo nel volermi dire che non dovrò dormire, anche se fuori piove e c'è una nebbia fittissima. Le piccole montagne sono coperte da cappelli di nubi bianche. Il che mi fa pensare che se non migliora, niente gita a Sørvágsvatn.

Guardo sulla mappa dove sono, e mi sento davvero at the end of the f***ing world. Non importa se non posso uscire perché non sarebbe visibile nulla, è bello stare a casa e rilassarsi sentendo il rumore della pioggia fuori, leggendo un libro e scrivendo.

Sørvágur



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Controllo la mia prenotazione Airbnb e noto che sarebbe stata inclusa la colazione, così lo scrivo al proprietario che mi conferma invece di no. Pare che il piano di sotto sia destinato alle prenotazioni Airbnb e il piano di sopra sia per Booking (un pelino più lussuoso) e il piano di sopra abbia la colazione inclusa.

Aggiunge però, molto gentilmente, che posso usufruirne se ho fame. Guardo i miei biscotti che disgraziatamente ho preso per il nome (digestive di Göteborg, giusto per ricordarmi di un altro posto che ho visto) ma scopro presto essere super dietetici e il loro sapore è farinoso, come mangiare manciate di farina insapore senza zucchero.

Mi dice di portare dentro la mia camera una lampada che ha messo fuori dalla stanza e poi Please get breakfast if you're hungry :)

Va bene, ma salgo nella cucina di sopra solo per un caffè. Lui non si palesa (ha una stanza immensa tutta per sé in cui ho sbirciato la sera delle chiacchiere in cui ci raccontava di essere stato a Roma e ho cercato a modo mio di dirgli che Torino non se la caga nessuno ma è molto bella), io prendo una tazza, mi preparo del caffè liofilizzato e me lo porto giù. Penso che passerò la giornata in totale relax elaborando foto, leggendo, scrivendo. 

Sørvágur - 7 Settembre 2021

Per pranzo i miei noodles pronti (intanto sono arrivati nuovi ospiti, sembrano mamma e figlio, non sorridono mai).

Per ovvie ragioni questa casa è un punto strategico per l'arrivo e per la partenza, Situata a una ventina di minuti a piedi dall'aeroporto e più economica dell'albergo accanto all'aeroporto, il proprietario si è assicurato una buona fetta di clienti, soprattutto chi, una volta arrivato e non avendo ancora dimestichezza con i mezzi locali, non vuole spendere un patrimonio per un taxi verso la capitale, Tórshavn, un ottimo punto di partenza per raggiungere quasi tutte le altre isole. 

Ogni tanto controllo il meteo fuori dalla finestra ma la nebbia sembra peggiorare. Incrocio il proprietario Poul che mi chiede se ho già visto Sørvágsvatn: gli dico che sarebbe stato il mio progetto odierno non fosse stato per il tempo ma, concludo, immagino sia normale il tempaccio. Mi guarda e scuote la testa, di solito non piove in quel periodo, sono stata sfortunata.

Per cena decido di andare nell'unico posto presente in loco, il café Zorva. Fa un po' di tutto: fish and chips, indiano, hamburger e pizza ma sembra abbia prezzi contenuti e non sia male. Ieri era chiuso ma oggi dovrebbe essere aperto. Chiedo a Poul se me lo conferma, mi dice che se voglio mi può accompagnare "Ok thank u".

Poi mi sorgono dubbi catastrofici. E se fosse un mezzo invito a cena? E se si facesse pagare? Del resto lui si fa pagare per prenderti e accompagnarti all'aeroporto. Nel caso della prima opzione che gli dico? Sono stata troppo accomodante?

Arriva, mi metto le scarpe e andiamo. La conversazione banalmente è sul lavoro che facciamo, su quello che vorremmo fare, sul tempo e poi mi chiede quanti anni ho e resta sbalordito perché immaginava avessi al massimo 25 anni (lui ne ha 32). Arrivati, mi molla lì (doppia fortuna, niente cena imbarazzante e niente compenso in corone faroesi) e prendo un wrap con roba indiana dentro. Sono l'unica persona nel locale fatta eccezione per un ragazzino che sta finendo un hamburger.

Sørvágur

Sørvágur

Prendo una birra black sheep e sorrido pensando che davvero qui le pecore sono ovunque.

Sørvágur

Nel frattempo arriva un signore che prende uno shottino e una birra. Nel tempo che io impiego a bere metà della mia birra lui ha già finito e ha ordinato una seconda birra con shottino. Conclude con una terza birra (e un mio applauso interiore) prima di andare via. Io invece ordino una seconda Black Sheep e Poul mi scrive per chiedermi se ho bisogno di un passaggio per tornare. 

Naaah, faccio due passi e mi piace la pioggia. 

Rientro, mi faccio una bella doccia e crollo leggendo a letto. Domani lascerò questo posto meraviglioso e sarà una giornata campale. Non sono riuscita ad avere il mio boarding pass (probabilmente per via delle restrizioni causate dal covid) quindi dovrò chiedere in aeroporto, inoltre ho meno di un'ora per lo scalo a Copenaghen.

Almeno tutto mi impedirà di pensare che sto tornando a casa e una parte di me non vuole farlo.

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