26 maggio 2024

I biscotti della discordia

 Dopo il fantomatico digiuno ho deciso di proseguire con la dieta chetogenica, più comunemente chiamata keto. Questo mi ha permesso di mangiare e sentirmi sazia senza prendere un grammo. Sono entrata in vestitini e gonne che non mettevo da secoli. 

L'unica rottura è evitare i carboidrati: #sapevatelo, sono ovunque. Si nascondono in tantissimi piatti e quando si va a mangiare fuori navigano in vari composti incogniti dai nomi più variegati, come salsa dello Chef, sughetto ai mirinzetti spaiati, contorno di pura fantasia primaverile. Lo zucchero, nemico numero uno, è in quasi tutte le salse (senza le quali i piatti cotti della cucina fusion dei finti ristoranti giapponesi non avrebbero più sapore). 

NON SI DOVREBBE FARE UNA KETO FAIDATE, i vari gruppi di fissati impongono.

Esattamente quello che ho fatto, seguendo il mio diktat Sii ribelle - ma solo sulle cose inutili, of course.

Dopo il digiuno e cominciata la keto, il buon Cliff deve aver notato il cambiamento e, conoscendo la mia sensibilità sulla forma fisica, non lo ha esplicitato. Ma ha inziato anche lui la sua guerra silenziosa contro i carboidrati (perdendo svariati kg).

Questo lungo preambolo era necessario per raccontare l'assurda serata di ieri in cui ho lasciato Cliff ai fornelli per fargli preparare una luganica alla piastra con contorno di friarielli mentre io mi dedicavo alla preparazione dei biscotti per fare un tiramisù.

Ricordate la guerra ai carboidrati?

Non potevo usare i classici savoiardi, ma nella keto sono permesse farina di mandorle e farina di cocco, nonché dolcificanti (con parsimonia, il famoso eritritolo che Cliff chiama sempre tritolo). E mentre lui armeggia ai fornelli, io accendo il forno e comincio a mescolare gli ingredienti.

Se c'è una cosa che non faccio mai, è pulire il forno. È un compito che lascio volentieri ad altri (ma vivendo da sola non serve continuare per spiegarvi le sue condizioni). Purtroppo il mio forno contiene vari caduti in battaglia di mozzarelle sciolte e precipitate sul fondo da pizze precotte, formaggi colati, impasti spalmati e ormai carbonizzati in una sorta di crosta nera e dura che non saprei neanche come levare. Ed è per questo che quando lo accendo lui mi ricorda di pulirlo sbuffando un fumo grigio e denso che mi costringe ad aprire la finestra e chiudere la porta che dà verso la camera da letto.

Avendo una sola aria succede a volte che mi capiti di aprire l'unica finestra opposta a quella che dà sulla strada, che però è sulle scale. Tutto abbastanza bene, finché con la coda dell'occhio non vedo un lampeggiante blu dalla finestra della cucina, sulla strada.

Vivo in una zona molto trafficata e le ambulanze sono non all'ordine del giorno, ma all'ordine del minuto. Così confesso di non aver prestato attenzione alla sirena che si era fermata poco prima appena sotto casa. Pensavo che qualcuno si fosse sentito male nel palazzo, così mi sono affacciata e ho visto questo:


Un secondo per fare due più due.

Forno con residui e fumo, molto fumo. Finestra aperta sulle scale. Fumo per le scale. Pompieri che arrivano con sirena accesa.

Il tempo di comprendere questo e sento bussare fortissimo alla porta, come se qualcuno stesse colpendo con il palmo della mano e non con le nocche.

Vi lascio il tempo di immaginare la scena, il rumore di gente che parlotta sulle scale, io in ciabatte e minigonna che intanto avevo fatto in tempo a chiudere la finestra che affaccia sulle scale e che vado ad aprire con aria innocente mentre un vigile del fuoco mi incalza "SIGNORA TUTTO BENE A CASA?".

Con aria innocente replico "Probabilmente siete accorsi per colpa mia, stavo facendo dei biscotti ma il forno fa un po' di fumo perché ci sono dei residui".

Entrano in due, confermano il fatto. Cominciano a spalancare lo spalancabile (in tutto questo Cliff chiuso in bagno perché non stava bene). Spostano il portascarpe per aprire la seconda anta del portone, mi chiedono le chiavi per aprire il balconcino per le scale. Mi chiedono i documenti e compilano un verbale "Mi farete una multa?"

"Certo le arriva poi il conto a casa." risponde quello.

Il secondo pompiere mi fa cenno di no e sorride, io continuo a chiedere scusa imbarazzatissima e non sapendo che fare chiedo se vogliono un caffè. Sono realmente mortificata ma la situazione è così assurda che ho uno strano sorriso stampato sul volto.

Il secondo intanto fa "Non vogliamo usare il sistema di ventilazione elettronica per areare?"

"No, lasciamo tutto aperto. Signora lasci aperto per almeno un'ora, poi però pulisca il forno che qui la gente non sapendo cosa era successo si è preoccupata" - sorride - "Vede cosa succede a fare i biscotti?".

La gente intanto ammassata per le scale chiede "Ma cosa è successo?".

Il pompiere esce: "Tutto a posto, la signorina ha bruciato la cena"

Chiacchiericcio "Oh che peccato". Continuo a scusarmi, se già potevo non stare simpatica per la mia tendenza a non socializzare e il mio aspetto da punkabbestia integrata in società, ora è definitiva la mia esclusione anche dai saluti imbarazzati in ascensore.

I pompieri vanno via e mi lasciano sola a riflettere sull'accaduto e sento per le scale residui di vociare:

"Ma chi è? Son giovani?"

"Sì son giovani (grazie), quella con i capelli viola, no blu, ha i capelli blu"

"Eh succede".

Fine della cena: io e Cliff (finalmente uscito dal bagno) che non riusciamo a smettere di ridere, con finestra e porta d'ingresso spalancate.

Oggi però mi sono sentita un po' una cacca pensando a quanto gli altri inquilini possano essersi preoccupati, così ho finalmente deciso di pulire il forno (nei prossimi giorni) acquistando un prodotto apposito:


Sempre che, prossimamente, abbia ancora una casa.

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