24 maggio 2022

Profumo di Colonia

 Se solo me l'avessero detto che la chiave della vita sta nella ripetizione (dei movimenti), ora suonerei ennemila strumenti.

Finalmente ho capito il tempo del pezzo di cui vi parlavo un paio di post fa.

E per capirlo ho dovuto ascoltare a ripetizione il pezzo originale, canticchiarlo ovunque (al lavoro, mentre facevo la spesa, a scuola guida per la revisione della patente, probabilmente anche nel sonno) schioccando le dita a ogni battuta. Ripreso in mano il violino (che è ancora senza nome, poverino) ho dovuto canticchiarlo mentre suonavo, battere il piedino a tempo, immaginarlo e così via.

Invece per quanto riguarda lo studio di Java (ripreso da poco) nel ripasso mi sono accorta di non avere capito nulla dei costruttori e delle chiamate al metodo. Ma va bene così, dico a tutti in continuazione di non averli capiti così li ripeto nella mia testa e presto saranno miei. Per esempio dicendomi che un costruttore di una classe è un metodo speciale che deve avere lo stesso nome della classe e non ha nessun tipo di ritorno.

Dado mi ha regalato un libro utilissimo scritto da un ragazzotto che probabilmente conoscerete (Alessandro De Concini). Avevo visto qualche suo video in passato sui metodi di studio. Nel suo libro raccoglie un po' di trucchi per studiare, prendere appunti, imparare movimenti complessi, ripassare e creare un'abitudine.

Devo dire di averlo divorato e di aver applicato immediatamente alcune sue tecniche: infatti sono riuscita a studiare quattro orette questo weekend che, voglio dire, per una come me, ormai arrugginita non è male. Ora sto ripassando ed eseguendo gli esercizi che sono, a tutti gli effetti, essenziali. E' proprio grazie a quelli che ho capito di non aver capito. Per quanto riguarda le abitudini, senza accorgermene ho applicato questa tecnica al violino, per quello non riesco a studiarlo durante i weekend, perché l'ho sempre suonato appena staccato dal lavoro. Quando non lavoro devo fare uno sforzo in più (ma costruirò un'abitudine anche per questo). Intanto il mio vecchio violino andrà a casa di Cliff perché io possa esercitarmi anche da lui.

Altre cose sul nuovo violino: non so cosa gli abbia fatto il liutaio ma ha un suono bellissimo (nonostante i miei insistenti tentativi di suonarlo in modo atroce).



Dopo aver vaneggiato su tutta una serie di cose assolutamente non inerenti al post torno sui binari.

Ho due settimane di ferie nel periodo estivo, praticamente scelte dall'azienda. Negli ultimi due anni hanno aperto qualche possibilità anche per l'inizio di Settembre ma solitamente è agosto e solo agosto. Non potendomi dare due settimane a Settembre come avrei voluto e avendomi caldamente raccomandato di prendere almeno una delle due intorno al 15 agosto.

Non sapendo dove andare, visto che Cliff nei periodi estivi viene sballottato in tutta Italia per lavoro, ho pensato di tornare nella mia amata Berlino. Io e lei dobbiamo fare un po' pace e ricostruire bei ricordi. Ma allo stesso tempo mi sono sentita un po' come quelli che ogni anno vanno 3 mesi nello stesso posto e se non prendo almeno un treno sgangherato a viaggio, non sono affatto contenta.

Un collega mi ha suggerito Colonia, o Amburgo. E fu così che la pianificazione cominciò.

Dovendo decidere quali tra queste due mete scegliere dopo aver passato qualche giorno nella mia Berlino, venerdì sono stata a una specie di stand-up comedy dell'amico di un amico ai nuovi Murazzi (poveri Murazzi, poveri poveri) e rientrando (scappata un po' di corsa, a dirla tutta, sentivo quel disagio addosso da "devo tornare immediatamente a casa"), sul tram ho incrociato due musicisti. Lei, violinista, lui con uno strumento nascosto da una custodia che avrebbe facilmente potuto contenere un cadavere. Cercando di capire la loro provenienza, leggo il nome del negozio sulla custodia dello strumento di lui (o del cadavere, non lo sapremo mai) e proviene da Köln. Colonia.

Non mi piacciono i segni, non ci credo. Sarebbe troppo semplice dire che abitando vicina a Corso Umbria era destino avere il fidanzato Ternano. Ma decisamente questa volta hanno semplificato le cose (inoltre da successiva ricerca, Amburgo è davvero tanto cara) risparmiandomi la fatica di scegliere.


Ma se posso dirlo, ed essere totalmente sincera, il viaggio ha assunto un'altra dimensione. Non ho più la fregola di partire e andare. Mi piace andare eh? Ma ora mi piace anche restare, assaporare quello che c'è. Forse perché per la prima volta sono tranquilla. Ho una casa, una mia tana, un fidanzato splendido (in tutti i sensi eh, ogni tanto lo guardo e penso a quanto sono fortunata) che ha l'unica pecca di essere molto molto lontano, le mie cosine da fare, il violino, lo studio, ho ripreso a scrivere qui, sono in un meraviglioso gruppo di lettura in cui ci incontiamo (da remoto ahimè) sorseggiando birra e discutendo dei libri in lizza per il premio Strega (stiamo cercando di leggerli - quasi tutti. È il nostro Stregathlon). Quindi, Colonia o Au de Parfum, mi prendo ancora un po' di tempo per pensarci. 

2 commenti:

giorgio giorgi ha detto...

Prenditi tutto il tempo del mondo. E fai ciò che vuoi veramente fare!

Carla ha detto...

Mi piacerebbe andare in giro, ma devo valutare tante più cose rispetto all'anno passato. Qualsiasi cosa deciderò di fare sarà ponderato. Anche se potrei avere bisogno di staccare un po' da tutto. Ci penserò :) Grazie