28 luglio 2008

Una donna da seconda fila.

Non ho mai corso per superare gli altri, non ho mai giocato sperando di vincere.
Il mio posto è la seconda fila. Nessuno sgomita per la seconda fila, nemmeno a scuola, dove si sgomita per l'ultima fila. Nemmeno sui pullman delle gite, dove ci si affanna a prendere gli ultimi posti.
La seconda fila è mia.
Non sono arrivista e odio la competizione. Mi piace collaborare e non scavalcare. E' una delle ragioni per cui i giochi di squadra non mi piacciono granché.
Io ero quella che a educazione fisica veniva scelta per ultima nelle squadre. E la mia squadra solitamente perdeva.
E quando mi trovavo nella squadra vincente ero finita con la compagna bravissima e competitivissima che non passava mai la palla. Lei era la mia antitesi, forse era per quello che fino alle superiori siaom state migliori amiche.
Io timida, lei aggressiva, io passiva, lei attiva, io antisportiva, lei sportivissima.
Lei mi ha insegnato ad arrampicarmi sugli alberi, ha provato a insegnarmi a giocare a pallavolo e ad andare in bicicletta.
Ma sono rimasta persona da seconda fila.

Ecco forse perché mi piace tanto il basso. La chitarra elettrica è da prima fila. Lei fa assoli da 10 minuti e tutti guardano a bocca aperta.
Il basso generalmente non fa assoli, ma se manca si sente.

Il basso è uno strumento di cui si percepisce l'assenza.

Mi sento un po' un basso.

In questi giorni siamo andati un po' di qua e un po' di là. Sabato siamo tornati all'emporio senese e ho rivisto il mio basso. E' sempre lì che mi chiama. Mi sentirei in colpa a comprarlo se non dovessi rinunciare a qualcosa. E' importante, come se mi dicessi che non posso avere tutto.
Così ho fatto due calcoli e ho visto che ci basterebbe rinunciare a 17 cene fuori. Detto fatto.

Una pizza me la posso anche fare a casa, un basso no (o meglio, non ancora). L'arrivo di un secondo basso permetterebbe di lavorarmi il primo. Smontarlo, smerigliarlo, ricolorarlo, renderlo più mio. Questa volta il Cort l'ho prenso in braccio. E' leggero, il manico è sottile, e dice suonami suonami.

17 cene.
Un basso.
Il bilancio è perfetto, anzi, chiedeteci più spesso di uscire così le 17 cene mancate arrivano subito.

Rinunce a parte, il prossimo stipendio quel basso arriva a casa.

Roccio invece ha comprato una Squier bianco panna. E' leggera, si suona bene, e lui vuole rivoluzionarla del tutto. Smontarla, colorarla, scavarne i tasti.


Vorrei avere mille strumenti e attaccarli tutti al muro come dei quadri.
E ammirarli dalla mia seconda fila.

Canzone del giorno: Maracaibo Lu Colombo

4 commenti:

dot. GM76 ha detto...

mi chiedevo se stasera vi andava di andare amangiare pesce, conosco un ristorante molto buono solo che e' molto care... costa almeno il triplo di una pizzeria... ad essere sinceri forse non ci andiamo neanche noi :-)

PS
Mi aspetto un bel no in risposta a questo invito :-)

PPS
Okkio alla canzone maracaibo... da uno strano effeeto di assuefazione

Carla ha detto...

Sto cercando di disintossicarmi da una vita da quella canzone.. eppure.. torna da me! Devo proprio dire di no alla cena. Come mi spiace eheh

Zion ha detto...

Cara, sabato sera vado da giulio pane e ojo a milano, vorreste venire tu e roccio?
si parla ingelse tutta sera però perchè vengono dei miei amici a trovarmi dall'estero.
Fammi sapere ;)

Zion

Carla ha detto...

Oh carissima, mannaggia quanto mi spiace ma siamo dai miei questo weekend ;).

...quanto avremmo speso in media in questo posto? Sai, mi sto segnando quanto ipoteticamente sto risparmiando! eheh