13 luglio 2008

Dove sono?

Questo weekend è stato molto peso. Un po' come i bar pesi senza il bar. Peso, appunto.
Sabato mattina siamo andati con Cosimo all'emporio musicale senese, un immenso magazzino pieno di strumenti musicali. Un po' stile merula. Ma con tutto più accatastato che ti fa dire più Ohhh. C'era il basso che ci piaceva, ma costa 650 euro. E c'era anche la chitarra che piaceva a Roccio ma costava 2000 euro. Insomma si tratta solo di mettere da parte un centinaio di euro al mese per... 2 anni e mezzo?

Siamo poi tornati di corsa perché per pranzo dovevamo essere tutti a casa, noi dovevamo comprare una cosa perché di pomeriggio i negozi sono quasi tutti chiusi (orario estivo a quanto pare!).

Non avendo fatto in tempo, di pomeriggio siamo andati in centro perché io ero convinta che un negozio fosse aperto ma ciccia. Quindi giriamo un po' cercando qualche altro negozio dello stesso genere ma ciccia. Nulla. Nada. Kaput.

A quel punto eravamo già un po' morti perché il caldo e le corse ci avevano sfiniti. Però siamo dovuti correre a fare spesa. E dato che c'eravamo, ormai morti per morti, siamo resuscitati appena per andare all'obi a prendere un tavolino di plastica con due sedie da mettere fuori, sotto l'ombrellone che il giorno seguente avremmo montato. Così, una volta ri-morti e incastrato tutto in auto siamo tornati a casa.

In teoria saremmo dovuti andare con Cosimo, ma era molto tardi, loro erano già in questo posto sperduto e probabilmente stavano già mangiando kili e kili di carne mentre noi eravamo ancora a Firenze, stanchi morti.

Questa settimana è stata duretta: il caldo, l'assestamento al nuovo lavoro, tornare a casa, preparare cena, magari anche dare una sistemata. E socializzare.

Quanto è terribile per me socializzare.

A volte vorrei avere un guscio attorno a me che impedisca agli altri di vedermi.
E la cosa terribile è che una volta iniziata la socializzazione mi piace anche. Ma cominciare è davvero dura. Tant'è che mi sono sorpresa quando ho chiesto a una collega se le andava di venire con me a prendere un gelato.
In verità è andata più o meno così: mi ha chiesto cosa avessi intenzione di fare a pranzo.
Le ho risposto che sarei andata a prendere un gelato.
Poi è calato un silenzio gelido. Io di solito me ne frego, saluto tutti e vado.
Invece stavolta no, le ho detto: vuoi venire?

Poi il gelato non lo abbiamo preso perché lei si è fatta conquistare da un panino e io avevo un hamburger che mi chiamava (per nome e cognome!). Così ho scoperto che il suo uomo suona il basso, insegna in qualche scuola e suona con qualche gruppo. Ne ho approfittato un attimo per chiedere loro quale basso tra i tre (vedi post precedente) andasse meglio. Dice anche lui il primo, che però è sempre meglio provarlo per via del legno, del suono.

Come dice Roccio, uno strumento ti deve chiamare. Questo basso mi piace davvero. Quando ho comprato il basso che ho ora sapevo solo che volevo un basso. E che quel basso doveva avere almeno 6 corde. E che 200 euro era la cifra massima che potevo investire. Così quando trovai il basso Harper su ebay mi ci tuffai. Si parlava di 6 mesi fa. Volevo provare a suonare e il basso mi piace (oggi io e Roccio abbiamo suonato Ich Will dei Rammstein).

Ora devo solo trovare 3k euro.

Se li seminassi?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Vabbè forse dovevo scriverlo nel post precedente... però anche a me piace di più il primo! Il terzo ha quella forma un po' troppo aggressiva da virtuoso: gli manca talmente tanta spalla da far sembrare che al bassista tocchi suonare anche al posto della chitarra...
badguy

Carla ha detto...

Sì il primo è davvero spettacolare. Ora bisogna vedere come suona e coma sta addosso (un po' come i vestiti, che non suonano ma se cascano male è come se fossero orribili)

Anonimo ha detto...

I bassi quando cascano male si rompono.
Quasi non lo vloevo mettere il nome dalla vergogna, ma sono sempre io, badguy

Carla ha detto...

Ahahah e vabbhe, farò finta di non avere letto. Cosa? eheh