Vi ricordate quando eravamo piccini e si andava a fare il prelievo del sangue? Subito dopo l'infermiera ci dava una buonissima caramella zuccherata. Era il sapore dolceamaro del prelievo che ci dava coraggio a farlo.
Anche io fino a ieri avevo la sicurezza di una caramella. Viste le mie due chemio e due radioterapie da piccina, nel 2000 mi era stata riconosciuta una percentuale di invalidità permanente che mi ha permesso, in questi anni, di iscrivermi alle categorie protette al centro per l'impiego. Ogni azienda che supera i 15 dipendenti ha l'obbligo di assumere personale iscritto in questa categoria.
Quindi finora non ho mai avuto grossi problemi con il lavoro. Comunque sia qualcosa trovavo sempre.
Non perché ho poca fiducia nelle mie capacità, ma certo è stato tutto molto più semplice.
Finora.
Quando mi sono trasferita qui mi ero informata alla asl di Torino che mi aveva confermato che se l'invalidità era permanente non ci dovevano essere problemi.
Ovvero non ci sarebbero state visite per conferma di questa invalidità. Era la mia caramella. Voglio dire, due cicli completi di chemioterapia. Due cicli interi di radioterapia. In totale più di un anno di terapie chimiche.
Due settimane fa mi arriva una lettera dalla asl di Firenze: vogliono visitarmi per riconfermare l'invalidità. Proprio quello che non volevo che accadesse. Ma in un modo o nell'altro mi ero calmata perché tanto è una di quelle cose che va fatta e non ci si può fare molto.
Così ieri pomeriggio vado. La commissione medica per gli accertamenti di invalidità civile è terribile. Non è come essere ad un esame, è molto peggio. Non si tratta di persone che sono lì a decidere tra un 18 e un 22, sono persone che decidono della tua vita perché, detto chiaramente, se la visita va male io non ho più un lavoro.
Guardano i miei fogli, le mie cartelle, mi chiedono in maniera diretta se sono ancora in terapia. Solo ormonale, per la tiroide, rispondo.
Questo non basta, mi dice agghiacciata la donnina alla sinistra mentre ticchetta qualcosa sulla tastiera di un pc. Per l'ipotiroidismo non è prevista invalidità, e non una percentuale così alta, e poi sui fogli c'è scritto remissione completa del linfoma di Hodgkins.
Ticchetta qualcos'altro al pc.
Chiede ad alta voce come mai mi hanno dato l'invalidità.
A me quasi viene da piangere.
Il medico a destra della donnina controlla le mie carte e dice che è stato trovato un nodulo alla tiroide. Ma che i linfonodi sono a posto. Sono quindi guarita.
Grazie, penso, ma lo so da diversi anni che sono guarita.
Questa è una cosa positiva, no? Mi dice lui.
Sembra la brutta copia di Kurt Russel e io vorrei usarlo come pungiball. Se così si scrive.
La segretaria che mi ha accompagnato in questa stanza e che è seduta alla destra del tavolo mi chiede se sto lavorando.
Sì da un mese.
Ma con le categoria protette?
Sì.
Sbotta e batte un pugno sul tavolo rivolgendosi altri altri carnefici, dice che queste cose non devono capitare e blablabla. La strega dalle lunghe unghie a sinistra parla sillabando le parole e gesticolando molto come se io non capissi. La cosa è parecchio fastidiosa. Mi dice che devo capire che io ora sto bene e questa invalidità non c'entra.
L'assistente sociale alla destra del dottore dice che comunque al lavoro potrebbero tenermi lo stesso.
La fulmino con lo sguardo e dico Certo, la ragione principale per cui mi hanno assunta è l'appartenenza alle categorie protette, per tenere me dovrebbero assumere qualcun altro. Certo che mi tengono.
Spero che il tono ironico arrivi. Aggiungo: Se non mi viene confermata l'invalidità io perdo il lavoro.
Voglio che sia chiaro che loro non stanno lì a decidere su un pezzo di carta, ma decidono del mio futuro.
Forse Cacc Rassel mi vede in difficoltà e spiega alla strega dalle lunghe unghie che in ogni caso il linfoma di Hodgkins non è una malattia da cui si guarisce, che dal punto di vista di un internista si parla di "remissione" e non di "guarigione". E in tal senso era forse stata accertata l'invalidità la prima volta. La strega lo vorrebbe uccidere ma si limita a dire che loro non sono internisti ma di medicina legale. E per la medicina legale non è così. Insieme a questa accozzaglia di gente c'è anche un signore di cui non capisco la funzione. Sta lì in piedi ad ascoltare e ogni tanto mi fa qualche domanda. Dove lavoro, per chi, ecc.
Io vorrei sparire.
Senta Carla, dice la strega, ora lei continui a lavorare, poi ci rivediamo per la prossima visita di accertamento. Fino alla prossima visita non viene deciso nulla.
Cacc Rassel si passa una mano tra i capelli e sorride. Vorrei prenderlo a calci.
Vorrei prendere tutti a calci.
Esco dalla struttura con i lacrimoni e nel frangente non mi accorgo che fuori c'è il sole, che un ragazzo in bici mi chiede se può farmi un ritratto, e che sto andando a casa.
E che nello stordimento mi sono dimenticata di chiedere il giustificativo per il lavoro.
Mi stanno levando la caramella.
La vita fa schifo.
Ed è stupenda.
La vita ha un sapore dolceamaro.
Canzoni del giorno:
She's a rebel Green Day
Hallowed be thy name Iron Maiden
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