26 dicembre 2018

Hic et Nunc

Chi non ha posto in casa, non ha posto nel cuore.
Così mi diceva uno dei miei più cari amici, M.
Casa sua era una specie di porto di mare, la porta sempre aperta. Per cultura è molto ospitale, si mangia quello che c'è, senza preparare i lauti pasti che facciamo noi. A casa sei il benvenuto e mangi ciò che abbiamo.

Io non ho posto nel cuore. Non amo ospitare le persone, sono territoriale e faccio fatica anche se, certo, dipende dalla persona e dalla situazione.

Avere accesso alla grotta di qualcun altro è sempre una concessione non scontata.

Ricapitolando, entrare in casa di qualcuno è un po' come sapere che gli state entrando nel cuore. Io non so chi altri ha avuto questo onore, ma entro, mi tolgo le scarpe per non sporcare e cammino in punta di piedi.

Osservo bene come si muove l'altra persona, per capire in quali spazi posso esistere, che io sono sempre un po' goffa; osservo la grotta che lo ospita e comprendo, osservando dalla finestra, i vari motivi per cui l'ha scelta.

Mi siedo sul divano e lo guardo cucinare per noi, una coccola particolare che io apprezzo tantissimo.

È una normalità a cui non sono più abituata. Il fare la spesa, guardare un film abbracciati sul divano e addormentarsi l'uno sull'altra facendo l'amore prima, durante e dopo.

Prima, durante e dopo qualsiasi cosa.

Il picchio rosso però è lì in agguato. Si sente a chilometri di distanza e anche se ti tappi le orecchie il suono impercettibile c'è.

Tictictictictic
[bzz bzzzzz]


Sembra quasi un cigolìo.
Tictictictictic
[bzz bzzzzz]

Il suono del picchio è come il rubinetto che gocciola e che ti impedisce di godere di un buon sonno. Le premesse ci sono tutte, sei stanco, ti si chiudono gli occhi, hai anche la possibilità di farti quelle belle 8 ore di sonno ma.
Tictictictictic

Io ora sono il piccolo suricate di guardia, il collo allungato e lo sguardo attento alla ricerca di pericoli. Non riesco a essere tranquilla, non ci riesco.
Nonostante la bellezza di questi giorni, non riesco.

È che ho sofferto tanto e non voglio più stare male.
A livello razionale mi sento tranquilla, lo sento. A livello emotivo è scoppiato un allarme antincendio con evacuazione in atto e non so se si tratta di un'esercitazione o se è un incendio reale.

RagnoB mi consiglia di godermi il qui e ora, e poi si vedrà. Controllo il tatuaggio con la stessa scritta, è ancora lì? Sono ancora io quella persona che vive di istanti?

Il picchio non da' tregua ma quando cala la notte e la foresta si anima di presenze silenziose, posso chiudere gli occhi e sognare cose belle. Le mani che stringono le mie, una parola dolce appena sussurrata, una carezza inaspettata.

Allora posso dire al suricate che non c'è pericolo, il picchio dorme nella sua tana, il rubinetto smette miracolosamente di gocciolare.
Fino al giorno successivo.

Bzz bzzzzz.

Ich liebe dich.

Canzone del giorno: Heirate Mich Rammstein

2 commenti:

kukri60 ha detto...

Suricate un par de ciufoli... ricordi? Sei la guerriera!

Carla ha detto...

Il suricate è un grande guerriero. Sono piccole comunità matriarcali e il guardiano da' l'allarme per tutto il gruppo. Non pensare che sia solo piccolo e indifeso. Il suricate si nutre di scorpioni, che sono un pericolo per un sacco di altri animali. Il suricate sa vivere in gruppo, è protettivo, è attento.
Il suricate conosce la battaglia del guerriero e la dolcezza dell'amore.