01 gennaio 2019

L'uomo che non c'era

Il mio capodanno 2019 è decisamente strano.
La mia compagna di viaggio febbricitante, avvolta nel piumone: ne sentivo la manifestazione tra un colpo di tosse e l'altro.
Io, con un'emicrania così forte che anche respirare mi faceva male, impossibilitata a prendere la mia pastiglia magica a causa di un errore valutativo. La camminata al freddo e la stanchezza mi avevano fatto optare per un'aspirina ma i due farmaci non possono essere mescolati. Per cui.

Nel ristorante dell'albergo musica a tutto volume e donnine seminude danzanti mi ricordano che, forse, dovrei festeggiare anche io.
Ma qui, lontana da casa, non penso di avere nulla da festeggiare.
Capodanno 2018, separati, con altre persone.
Capodanno 2019, separati, con altre persone.
Mi sembra di ripetere gli stessi errori e di non potermi evolvere.

Capodanno 2019, una linea rossa fa capolino sulla cicatrice, la mia macchia di Rorschach. Sembra si sia aperto un graffietto.
È sensibile, lei, ai mutamenti. Come ci fosse un sottile filo che la collega al mio stato d'animo più profondo.

Sono in viaggio per una città che non so pronunciare, Bydgoszcz, su un treno senza posto, per me.

«Salendo le scale ieri sera ho incontrato un uomo che non c'era. Nemmeno oggi lui è qua. Spero tanto che se ne andrà.»

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