Sono stata parecchio assente, a volte mi chiedo quanto senso abbia mantenere ancora vivo (se di vita si tratta) questo blog. Però c'è uno storico abbastanza lungo che mi spiacerebbe cancellare. Le case in cui sono stata, le storie passate, le città in cui ho vissuto, le passioni che ho fatto mie e che, anche se apparentemente abbandonate, restano sotto pelle rendendomi chi sono.
Però ogni tanto torno, e scrivo, e come sempre ci sono mille novità.
Innanzitutto ho scoperto che riesco a mantenere in piedi due, massimo tre cose per volta. Una di queste è fissa ed è il lavoro.
Poi proprio questo, che mi impegna tanto a livello mentale. Ogni giorno è una nuova sfida, una nuova cosa da capire e da imparare. A tratti è frustrante, poi penso a dove sono arrivata partendo da dove ero, e posso solo darmi confortanti pacche sulle spalle. Insomma, ce l'ho fatta e ne sono soddisfatta.
Se penso a quanto ho patito all'inizio in termini di ansia, notti insonni, fatica mentale... E a quanto devo ancora fare, tantissimo, forse sono all'1% della mia formazione.
Avrò da imparare cose nuove per tutta la carriera se decido di restare in questo ambito.
E le solite novità che preannunciavo. Belle o brutte, chissà, dipende dall'interpretazione che se ne dà.
Intanto il violino: ho dovuto nuovamente abbandonarlo. Erano più le volte in cui non andavo a lezione o non riuscivo a esercitarmi perché con l'università di mezzo e i periodi di esame finiva che attaccavo a studiare subito dopo il lavoro per fare una breve pausa per cena e poi riprendere dopo.
Risultati non altissimi, ma comunque ottimi per chi non fa solo quello, studiare, dico, nella vita.
Quindi a malincuore mi sono ritirata, il violino sta lì, nella custodia. Ogni tanto penso che potrei intanto studiare da sola ma come sempre ci si mettono in mezzo altre cose: sempre belle. Ma ho esaurito gli slot e alla fine, ebbene sì, mi sono lanciata anche nel mondo della fotografia.
Non so a quando far risalire questa scelta, se a quando mi sono incontrata con un ex collega per decidere di mettere insieme qualcosa in ambito fotografico, o a quando ho aperto la partita IVA, o a quando, finalmente, questo weekend, sono riuscita a tirare su il sito e i social.
Forse quest'ultima cosa è quella che più mi ha fatto pensare di essere sul mercato e mi ha fatta sentire più professionista dell'altroieri.
Poi una cosa meno importante, o forse no: mi sono decisa ad affidarmi a un nutrizionista e personal trainer (concederò loro 3 mesi della mia vita prima di decidere se sta funzionando o meno) per ora mangio 5 volte al giorno, cosa impensabile rispetto a quando facevo la Keto e il digiuno intermittente e mi esercito 3 volte a settimana.
A forza di mangiare poco il mio metabolismo era morto, ora mangio praticamente sempre, ma in piccole quantità e solo le cose che mi dicono di mangiare. E' una rottura, ma va bene così. Se questi tre mesi renderanno, anche poco, ne scriverò di più.
In tutto questo, l'università è stata messa un pelo in disparte. Penso sia normale.
A giugno andrò a fare foto a un matrimonio, ne avrò un altro a settembre, poi stiamo girando un documentario che non ho ben capito quando vedrà la luce. A maggio siamo andati a fotografare una festa di laurea.
Cerco di intrufolarmi in tutti gli ambiti in cui posso: vado a vedere una conferenza? Contatto l'organizzatore/trice e chiedo se posso fare foto per i loro social (e da pubblicare sul mio sito e i social). Vado a una esposizione locale di fotografia (all'interno di uno studio fotografico)? Faccio foto e le mando, sperando che possano piacere, essere pubblicate e magari vedere i crediti. Non so bene ancora come muovermi quindi prendo esempio dalle formiche guerriere che partono dal formicaio e si dipanano allargandosi via via, arraffando tutto quello che trovano.
Non ricordo se l'avessi detto ma mi sono presa un dronino, uno di quelli minuscoli che può volare quasi ovunque.
Tranne che in tutta Torino che ovviamente è una unica intera area NOTAM (anzi, no-fly). Ma sto imparando e mi piace. Quando posso e scendo giù da Cliff me lo porto e cerchiamo di andare da qualche parte, lui a potare rami con il suo drone acrobatico, io in giro cercando di resistere al vento (uno degli ultimi atterraggi è stato di fortuna come potete vedere dalla foto).
Ho scoperto che fotografare mi diverte, che voglio farlo più spesso, e che non è così impossibile come credevo.
Ma anche qui avrò tanto e sempre da imparare. Per quanto scatti, per quanto mi alleni, per quanto cerchi di riprendere conoscenze che sembrano coperte dalla polvere di questi anni passati a fare tutt'altro, ogni tanto qualcosa emerge.
E allora lì sì, mi diverto, e rendo sempre meglio.
Negli ultimi giorni mi sono separata dal mio ex collega con cui avevamo messo in piedi questa cosa della fotografia e ora volo libera perché la fotografia è la mia stanza tutta per me e in questo momento della mia vita voglio essere come il corvetto che questa autrice mi ha disegnato sul libro che le ho comprato al salone del libro:
Intanto se volete seguirmi: https://linktr.ee/medioformatofoto
1 commento:
Comunque, piuttosto di niente, è meglio piuttosto; e sono convinto che ti faccia pure bene.
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