10 agosto 2025

Gyumri, la città total black

 Arrivo a Gyumri alle 17.30, la città del tufo nero. È bellissima ed è a 1150 mt slm. Fa caldo ma c'è un piacevole vento fresco all'ombra, ma io sono davvero cotta. L'unica cosa che voglio è andare in albergo, a letto, ed eventualmente a mangiare. 

Il treno, quel bello scafascione che mi ha fatto finire l'acqua perché anche lì l'aria condizionata era gentilmente fornita dai finestrini aperti, è stranamente arrivato puntualissimo. Alla faccia dei freccia merda nostrani.

Attraverso deserti da cui intravedo montagne e panorami brulli e bellissimi. Altri turisti francesi fanno foto e vengono sgridati dal controllore perché non possono riprendere altre persone (bravo!) così si limitano alle foto dei panorami di cui offro qualche scorcio.

Come al solito blogger non ce la fa a mettermi le foto nell'ordine in cui le carico, quindi sono tutte al contrario e questa userebbe l'ultima. A Gyumri (e a questo punto penso in tutta l'Armenia) c'è un evidente problema con i cani randagi che a volte si spostano da soli, a volte in branchi. Fotograferò tutti i cani che incontrerò. Sono paciosi, spesso dormono. Rovistano nella spazzatura e fanno tanta tenerezza. Sono marchiati sulle orecchie. Su reddit ho letto che li prelevano dalla strada, li marchiano, li sterilizzano e poi li rimettono su strada. Purtroppo non ci sono soldi per creare delle strutture tipo canili. Sono sporchi ma non troppo magri, in qualche modo si arrangiano o vengono nutriti. Certo è che vorrei portarli tutti via.



A una certa ho dovuto smontare i pantaloni e mettermi in pantaloncini, il caldo sul treno era intollerabile.





Araks è un albergo in pieno centro a 20 minuti a piedi dalla stazione. La mia stanzina si affaccia su un corridoietto a piano terra a cui si accede direttamente dalla hall, è soppalcata e molto piccina. Sopra, un letto singolo, la tv e una finestrella che si apre sul corridoio. Sotto, un microdivano e pochissimo spazio per muoversi. Accanto al microdivano, un microbagno in cui c'è tutto. Insomma non posso proprio lamentarmi. Solo una cosa: fa caldissimo. Cerco di impostare il termostato ma l'unica cosa che riesco a fare è far passare la temperatura da 28,5 a 29 gradi (direi che non è stato un gran miglioramento).

Lo dico alla reception ma mi comunicano che non hanno l'aria condizionata, vorrei piangere, ma ho sudato anche le lacrime.

Mi faccio la doccia e muoio a letto. Tutto sommato dormendo il caldo lo tollero stranamente meglio.

Mi risveglio con un certo languorino e decido di andare a mangiare in un posto vicino all'albergo che si chiama Alexandrovski. L'influenza russa qui si sente forse più che in altri posti. Gyumri infatti fino al 1924 si chiamava Alexandropol, ed era di dominio russo prima di passare sotto l'unione sovietica. Qui tutto contiene il nome Alexandropol, persino la birra locale (tra le altre cose scopro ora che qui nacque Gurdjieff). Appena esco, sorniona in pantaloncini e maglietta scopro che tira un vento della Madonna e sì, fa freddo. Hanno tutti la felpa. Che io non ho portato perché controllando il meteo mi sono detta che anche no, ma non avevo pensato all'altitudine e al vento. Ho comunque un impermeabili no pieghevole di plastica e una sciarpina, in ogni caso torno dentro e metto i pantaloni, su quello non si discute. Arrivata al ristorante però non hanno posto dentro, ma sono stanca e non voglio cercare un altro posto, per cui mi siedo fuori. Scelgo il tavolo 42.

Vedo che altri hanno la copertina, quindi la chiedo, e così va già un po' meglio. Ricordo di aver preso una cosa di maiale ma non ricordo il nome del piatto (anche qui non parlano inglese ma non importa, ci si viene sempre incontro). Accompagno tutto con una birra e decido di finire con la vodka che bevo spesso col mio amato Cliff (mi manca, ci saremmo divertiti il triplo, insieme).






Poi muoio soffocata dal caldo, in stanza. Ma questo posto, già lo amo.

I cani di oggi:













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