13 dicembre 2011
Amoilmiolavoro
La scena più bella è stata qualche giorno fa in cui un ragazzo viene per chiedermi informazioni sulla bolletta intestata al padre. "Ce l'hai una delega?" No, ma sono suo figlio. "Senza delega non posso darti informazioni".
Lui ci pensa un po' e io sono soddisfatta perché ha capito. Poi se ne esce con un Ma se glielo passo al telefono?
Mio caro, penso, potresti passarmi la madonna e gesù cristo e sarebbe uguale. Non ti viene forse il dubbio che potresti davvero passarmi chiunque al telefono?
"Non posso dargli informazioni al telefono, deve venire lui o tu con una delega"
Mhm, mi dice, ora lo chiamo e glielo spiega lei al telefono perché a me non crede. Credevo di essere finita in un fumetto.
"Pronto buongiorno, sì, dicevo a suo figlio che non posso dargli informazioni perché non ha una delega"
Ah bhe che problemi ci sono, sono qui al telefono, lo autorizzo io.
Era un disco rotto, si intrecciava sempre lì il discorso.
"No guardi, non posso darle informazioni al telefono nè può delegarlo al telefono. O viene lei o suo figlio con una delega".
Ma nemmeno se glielo chiedo io le informazioni al telefono?
"No" Mi saluta scocciato e riattacca, ma non è l'unico. Forse i peggiori sono quelli che si sentono discriminati dalla cosa. Ad esempio i conviventi. "Ce l'ha la delega?"
No, sono la convivente. - notare come viene posto l'accento sulla cosa.
"Mi dispiace, ma senza delega non posso darle informazioni"
Eh, certo. Noi conviventi non siamo proprio niente eh?
Guardi poteva essere anche la moglie o gesù cristo sceso in terra che era uguale. "No, mi spiace, non siamo queste informazioni nemmeno alle mogli".
Per fortuna non è sempre così, oggi è venuta una ragazza esordendo con un Mio fratello mi ha detto di andare da una ragazza viola. C'est moi.
In ogni caso ci sono alcune giornate in cui è davvero tutto molto pesante. Oggi c'erano dei bambini che giocavano a palla. Li avrei strangolati. E avrei accartocciato le mamme. C'era un casino che era impossibile lavorare, in più avevo di fronte a me un cliente sordo.
Mi piacerebbe raccontarvi altre mille cose, ma non è vero che lavorare di meno stanca di meno, soprattutto quando devi alzarti presto e devi fare un lavoro abbastanza devastante (oggi non ho fatto nemmeno la mia pausa di 10 minuti). Però ci sono tratti divertenti non trascurabili e in giornate come questa mi ci appiglio.
Amoilmiolavoro amoilmiolavoro amoilmiolavoro.
Etc.
Canzone del giorno: Via del Campo De Andrè
05 dicembre 2011
Dolcezze
30 novembre 2011
Parafulmine emotivo
22 novembre 2011
Corsi a Distanza (di sicurezza)
21 novembre 2011
18 novembre 2011
Le parole chiave della settimana
Rumori del mattino
Anche io ho dei miei rumori: la caldaia che si accende, l'ascensore che parte. E Maya che gioca con qualsiasi cosa trova in giro. Tovaglioli, pezzi i carta, bicchierini di plastica. Ogni cosa. Mercoledì mattina invece nessun rumore mi ha svegliata. Ho spento la sveglia, impostata sulla vibrazione, dopo averla fatta suonare altre due volte e averla rimandata con la funzione snooze. Chiudo un attimo gli occhi e altre vibrazioni (non il gruppo) mi svegliano. In automatico ho il piano dati che si attiva alle 6.30 del mattino e quindi incominciavano ad arrivarmi le notifiche sul telefono. Peccato che io devo uscire di casa alle 6.35 per evitare di perdere il bus, che ha la ottima frequenza di 1 bus all'ora per andare a Castelfranco Emilia. Come risolvere il dilemma? Mi sono vestita di fretta - ero rimasta con il mascara dal giorno prima (lo so, lo so, non di fa) per cui con un pezzettino di carta igienica mi sono sfregata via le sbavature del mascara - e senza nè prendere il caffé, nè fare pipì, nè lavarmi la faccia o i denti sono uscita, appena in tempo. Mi sono sentita un grosso schifo tutto il giorno, quel luridume psicologico che avresti bisogno di una doccia di tre ore. Inoltre ho beccato un cliente che mi ha urlato in faccia e mi ha trattata malissimo, tanto che il mio responsabile si è alzato per venirmi incontro e dargli una calmata. E io? Non mi stavo mettendo a piangere una volte che lui è uscito dall'ufficio? La verità è che avrei voluto scazzottarlo per bene, ma non potevo, non era il caso, così non si fa, detesto la violenza e altre mille svariate convinzioni che, volente o nolente, mi sono penetrate nel cervello. Se non si era intuito è stata una settimana dura, a volte il mio lavoro è davvero simpatico, a volte è stressante. Più spesso mi dico che non so fare nient'altro, e sempre più spesso invece vorrei dirmi che questa è una distorsione della realtà, perché, come ho scritto nel precedente post, ho le potenzialità per fare qualsiasi cosa. Non so se lo avevo già scritto ma sto leggendo questo libro. Fry ne ha, secondo me, un grosso rifiuto. Ogni volta che gli descrivo, entusiasta, le scoperte riguardo ciò che sono, storce il naso. E io provo quindi resistenza a parlargliene. Anche perché non mi sto autoanalizzando, sarebbe da pazzi. Sto solo scoprendo il perché di alcuni miei atteggiamenti, il perché anche di tanti pregiudizi e azioni. So benissimo che per lavorare in profondità ci vorrebbe uno psicoterapeuta. Ho invece come l'impressione che secondo lui io stia cercando soluzioni semplici a problemi complessi. Non ho nessuna voglia di autoanalizzarmi, e non penso che porterebbe da nessuna parte. Voglio solo rischiarare la strada per sapere, una volta in terapia, dove andare. Per quel che riguarda Bologna, sappiate che il clima di Bologna è purtroppo il peggiore che io abbia mai incontrato. Non è ancora pieno inverno ma fa freddissimo, e d'estate si sviene dal caldo. Non c'è verso di trovarsi bene, il freddo penetra da sotto i vestiti e l'umidità fa scricchiolare le ossa. Ebbene sì. Pensavo che facesse più freddo a Torino. E invece.
15 novembre 2011
Il mio weekend
11 novembre 2011
11.11.11
08 novembre 2011
Bazza sì o bazza no?
Il lavoro che faccio se da una parte è stressante, dall'altra mi permette di migliorare la comunicazione con gli altri, in qualunque situazione. In particolare, come nella vita di tutti i giorni, ogni cliente si ritiene più importante degli altri e il suo problema è più importante e pesante degli altri. Soprattutto un cliente che ha aspettato tanto in coda non vuole assolutamente essere liquidato in pochi minuti.
In alcuni casi però c'è la persona remissiva che ti chiede persino scusa "del disturbo" quando in realtà è un servizio loro offerto, noi siamo lì a lavorare per loro, quindi il "disturbo" non esiste.
Però, oltre i nervosi che cercano in tutti i modi di metterti in difficoltà e le persone che hanno un cattivo odore, in assoluto i più detestabili sono i ragazzotti spocchiosi.
Oggi arriva un ragazzo, giovane, ben pettinato e ben vestito, mi comunica che deve chiudere un contatore, che arriva da un'altra città e che quindi se posso chiamare un tecnico da mandare subito. Per subito intende in giornata. Il discorso è andato pressappoco così.
Doveva venire la scorsa settimana ma ho trovato un incidente per la strada e non ho fatto in tempo, poi mi ha detto che sarebbe ripassato ma non mi ha più richiamato. (Questa procedura è fuori prassi, una persona ha una fascia oraria d'appuntamento e deve rimanere in quel posto, durante la fascia, finché non arriva il tecnico. Non esiste che il tecnico ti chiama perché non ci sei e tu gli dici "sìsì, mo' vengo") Bene, le dovrò prendere un altro appuntamento.
Ma io ho preso ore di permesso, ho un'attività mia che capisce non posso lasciare. Quanto mai ci vorrà a chiamare un tecnico e mandarlo a casa di mia mamma per chiudere il contatore? Lei lo chiama e se è in zona fa un salto, E' una roba di due minuti.
Guardi, mi spiace ma non è la procedura. Mi rendo conto che lei arriva da lontano (come del resto anch'io e ci vado tutti i giorni) ma anche io quando mi sono venuti ad aprire il gas sono rimasta a casa per la fascia oraria richiesta senza muovermi, e ho preso un'ora di permesso.
Ma ha presente dove si trova I**** rispetto a qui? Io ho un attività, mica posso andarmene così, già per venire qui ho dovuto mollare tutto.
Le ripeto, non è la procedura, al massimo posso venirle incontro chiedendo di anticipare l'appuntamento, che di norma va a 5 giorni lavorativi, ma di sicuro non verrà nessuno oggi.
- alzo la cornetta e chiamo la persona che si occupa dei tecnici chiedendo se oggi è disponibile qualcuno - Ciao, scusami, ho qui un signore che viene da I**** e dovrebbe chiudere un contatore, c'è un tecnico in giro che può andarci oggi? Ah capisco, non hai nessuno. Va bene, perfetto, grazie ancora. Ciao.
Mi spiace non c'è nessuno in giro e oltretutto chi si occupa di quella zona oggi è malato.
(in fase quasi paranoide) Li capisco questi giochini qui, sa? Figurarsi se non c'è nessuno che può venire, sarà una roba di due secondi.
Io più che così non posso fare, i tecnici sono impegnati, hanno le agende piene, dovrà prendere un appuntamento.
(sbuffando) No, non verrò di certo io, ho un'attività mica posso prendermi tre ore per venire fino a qui e aspettare il tecnico, e poi mica è colpa mia, ha detto che mi avrebbe richiamato e non mi ha richiamato. Farò chiamare da mia mamma a questo punto. Arrivederci
Certo, ci va pazienza. Era una comunicazione senza sbocco, entrambi bloccati nella stessa posizione. Anche se il suo evidente narcisismo non aiutava (io ho un'attività, io non posso, io vengo da lontano, io io io). Dall'altra io faticavo a comunicare con lui come una persona adulta normale, sicuramente il mio messaggio arrivato a lui è stato "non è che sei migliore di altri, per cui mettiti in coda e stai calmo, soprattutto se anche io ho dovuto attendere che lavoro qui, figurati tu". Io stavo minimizzando il suo enorme ego e lui non faceva che alimentarlo. Un loop senza fine, direi.
05 novembre 2011
Recensina. Piccola recensione.
04 novembre 2011
Avere 12 anni a 30
Il mio Bambino
21 ottobre 2011
Strega maligna e drago cattivo
17 ottobre 2011
Il nostro trasloco è durato il tempo record di una settimana. Mancano 2-3 scatole e altre piccole cosine che porteremo via oggi. La nostra nuova casina ora è un cumulo di scatole anche se ieri, nonostante la stanchezza, siamo riusciti a montare il kullen, il malm e l'expedit (sì, sono mobili ikea... E Fry li chiama tutti col loro nome.
Maya si aggirava curiosa per casa annusando ogni cosa e poi si è acciambellata sul divano e ha deciso che quello è il suo posto (anche se non ha snobbato il letto e le varie poltrone).
La nostra nuova casina è davvero bellissima. Al tramonto si colora di rosa e c'è proprio una bella luce. Ora non abbiamo il gas (ci spiombano il contatore mercoledì) e ieri ho provato l'ebbrezza di lavarmi i capelli scaldando l'acqua col microonde.
La fatica però è stata ampiamente ripagata.
E sono certa che sarà sempre meglio.
Presto le foto. Appena abbiamo la.connessione...
12 ottobre 2011
Sogni e segreti
Maya è tornata ad essere la simpatica rompiscatole di sempre. Corre infilandosi tra le gambe, mentre cammini, attentando ad entrambe le vite, salta sul tavolo facendo cascare i bicchieri e fa gli attentati alle caviglie quando meno te lo aspetti. Ovvio, le zampe posteriori non vengono poggiate bene, ma in ogni caso è un quasi-miracolo.
Io e Fry siamo impegnati nel trasloco perché andremo ad abitare per conto nostro in una casetta molto carina (senza soffitto, senza cucina) e ci sembra di essere abbastanza indietro perché sabato dobbiamo liberare la stanza per il nuovo coinquilino che verrà.
Ieri però ho finalmente avuto risposta dall'associazione "terra del fuoco" e finalmente ho la reale opportunità (è la terza mail che mando) di partecipare al "treno della memoria". Partiranno dei treni in diverse città che porteranno a Cracovia (il viaggio dura 24 ore). Da lì la visita proseguirà ad Auschwitz.
È un percorso diverso rispetto ad andarci da soli. E sicuramente sarà un'esperienza straziante per come sono fatta io, ma necessaria. Perché puoi leggere un'intera biblioteca sull'olocausto ma sentire la voce di chi ci è stato, vedere i luoghi, respirarne l'aria è un'altra cosa. Già quando ho visitato Sachenhausen ero rimasta molto colpita. Questa visita sarà assolutamente devastante ma ripeto, necessaria.
Soprattutto quando custodisci un segreto e senti la necessità di comprenderlo.
08 ottobre 2011
07 ottobre 2011
Io, vittima del marketing.
Ecco il mio nuovo telefono. Non ne avevo assolutamente bisogno, e nonostante la mia attuale lettura "i persuasori occulti" mi sono lasciata convincere che il mio telefono fosse ormai un oggetto obsoleto e che dovesse essere cambiato. Gli aggiornamenti lo rendevano lento, molti programmi non potevano più essere installati perché non compatibili ed eccomi qui col mio samsung galaxy s. Io a dirla tutta puntavo sul nexus s, ma era ancora troppo caro, e quando hanno annunciato la vendita di questo, scontato del 50% sono diventata vittima del marketing!
Però posso dire una cosa? È un oggetto davvero meraviglioso e mi ci trovo molto bene.
Vedremo.
06 ottobre 2011
R.I.P. #SteveJobs
Del resto cosa vogliono? Non solo hanno il mio conto bancario, ma c'è anche mia mamma che fa da garante.
Oggi è morto Steve Jobs. Premetto che non sono un'amante del marchio Apple anzi, ho una resistenza psicologica alla mela morsicata, tant'è che proprio oggi ho acquistato il mio primo telefono Android (e ho progettato di acquistarlo oggi da circa due giorni pertanto non sapevo assolutamente della notizia). Detto questo bisogna un po' separare l'uomo dal logo che tanto lo ha reso famoso. Steve Jobs era, in primo luogo, una persona con grandi idee. In un certo senso una persona che ha anticipato i tempi, almeno nella tecnologia. Un uomo che sapeva guardare al futuro.
Mi spiace, mi spiace a livello umano e mi spiace perché era molto giovane. Sono certa però che quando vivi così la tua vita, davvero la morte non esiste.
Vi lascio con il discorso ai laureandi di Stanford del 2005, di Steve Jobs.
"Stay hungry, stay foolish"
05 ottobre 2011
Spugna emotiva
Così mi spiace e anche se non mi intrometto mai, confesso loro che anche io ho fatto un paio di chemio.
Loro sono sorpresi e quasi confortati dalla cosa. E mi dice la signora che però ora sto bene, che si vede, mentre lui (che intanto aveva tirato fuori un fazzolettino e si asciugava gli occhi), bhe per lui non c'è niente da fare. Quando ho cominciato l'università desideravo diventare medico: aiutare gli altri per liberarmi dal senso di colpa di essere guarita e avere passato tutto, lasciando indietro chi, invece, non ce l'aveva fatta.
Ma non era soltanto questo, quello che secondo me mi avrebbe differenziata dagli altri sarebbe stata la mia empatia. La capacità di entrare in sintonia con gli altri, la capacità di comprendere davvero la sofferenza che può causare una malattia. Sofferenza estesa anche ai familiari del paziente.
Non è la strada che alla fine ho intrapreso, ma posso, nel mio piccolo, comprendere le persone e aiutarle, per quanto in mio potere.
Il signore è andato via e mi ha stretto la mano, seguito dalla sua mamma che intanto mi raccontava alcune situazioni personali che non riporto.
Un po' mi sono turbata, e allora sono tornata indietro al pensiero di diventare medico.
Non sarei stata un ottimo medico. Sarei crollata ogni volta, avrei pianto, sarei caduta in depressione e alla fine avrei mollato.
Sono una spugna emotiva.
01 ottobre 2011
A volte ritornano (e meno male)
21 settembre 2011
Osservatrice di me
Quindi io e Fry dopo la serata terribile del ritorno a casa di Maya in cui prevedevamo il peggio, ora siamo più ottimisti.
Mi vengono in mente anche un paio di cose buffe accadute dal veterinario, quando siamo andati lì giovedì notte. Per esempio che quando mi hanno chiesto le generalità di Fry e io le ho date (Fry era sdraiato fuori perché non si sentiva bene) mi hanno ripetuto "Ma del padrone, non del gatto". Questo perché il nome di Fry è un po' particolare, diciamo che posso essere quasi certa che non conosciate nessuno col suo nome, per cui quando il veterinario l'ha sentito voleva essere certo che fosse il nome giusto.
Poi bene, continuo a lavorare e da lunedì dovrei essere operativa da sola. Il che un po' mi spaventa, perché non mi sento ancora pronta. Poi sono sempre stanca, col fatto che mi alzo presto. E anche se cerco di riposare al pomeriggio non è come pensavo. Diciamo che sta arrivando tutto insieme, un altro trasloco, Maya che sta così e cosà, le visite che ancora devo prenotare (sono in un ritardo imbarazzante e questa cosa dovrebbe avere la priorità assoluta), la fideiussione da richiedere.
Poi al lavoro ogni tanto me lo chiedono "Ma davvero hai la corriera ogni ora?"
Sì che ho la corriera ogni ora e ci metto anche quasi un'ora per tornare a Bologna, per cui no, non mi posso fermare a meno di non fermarmi un'ora in più. Poi ho la banca di Torino che mi chiama perché han fatto casino con la chiavetta per i servizi online (e non posso rispondere), mia mamma che mi chiama perché deve mandare un fax all'agenzia immobiliare ma il fax è errato (e io non riesco a rispondere), l'agente immobiliare che mi manda le email (che non riesco a leggere).
Quando ci penso mi sento come tante di quelle persone che non sopporto e alle quali, mentalmente, dico "Come se tu fossi l'unica persona al mondo a dover fare tutte queste cose". Allora me lo ripeto anch'io, magari la pianto, mi do' fastidio esattamente come tutti gli altri.
Poi ho i contatti smarriti. Nel senso che non riesco più a tenermi in contatto con le persone. Rimando chiamate importanti (essì, le amicizie sono importanti), così sono giorni che voglio chiamare RagnoB ma me ne scordo, mi dimentico di scrivere a MinchiettaUno, voglio aggiornare Chiarina sullo stato di Maya ma mi passa di mente, scrivere ai miei (ex) compagni di corso per sapere come va.
Io che amo tanto vivere intensamente sento che la vita mi sta sfuggendo via, e che sono diventata una semplice osservatrice degli eventi che mi accadono. Mi ripeto che è solo un momento, sono quelle fasi transitorie che non sai bene, ti senti scombussolato, hai troppe cose da gestire e sei troppo orgoglioso per chiedere aiuto.
Così mi siedo, apro un pacchetto di patatine, e osservo un attimo. Riposando.
Canzone del giorno: Bad Day R.E.M.
19 settembre 2011
Vorrei che no
16 settembre 2011
Se si potesse descrivere
Nel tempo di un millisecondo ci siamo ritrovati in macchina in corsa verso la clinica - per fortuna a soli 5 minuti di macchina da casa. Nel metterla dentro il trasportino Maya miagola forte tanto che io e Fry scoppiamo in lacrime, e nello spostarla notiamo che ha perso del sangue. Ci perdiamo d'animo, temiamo il peggio: una lesione agli organi interni.
Il veterinario e il suo assistente sono giovani. La visitano a lungo e a tratti Fry si sente svenire e si sdraia sulle seggiole all'esterno. Maya ogni tanto miagola ed è visibilmente ferita.
Decidono per una serie di analisi e per il ricovero.
Questa notte io e Fry non abbiamo dormito molto: lui è stato male e ha avuto un altro attacco. Inoltre aspettavamo chiamate dalla clinica. Che per fortuna sono arrivate dopo un paio d'ore. Maya non ha lesioni evidenti agli organi interni ma una profonda ferita agli arti posteriori, già suturata. Dalle lastre emerge una frattura dell'ileo e un disallineamento del bacino e il mattino dopo avremmo parlato con l'ortopedico per i dettagli. Per la perdita di sangue e lo shock la temperatura è bassa e l'ematocrito basso.
Non riuscivo a smettere di pensare che lei è cadura ed era da sola e ci ha aspettati per chissà quanto tempo. lei era lì e noi non c'eravamo per soccorrerla subito.
In ogni caso stamane abbiamo parlato con l'ortopedico. Il problema è che questo disallineamento del bacino, questo spostamento in avanti del bacino, va a toccare il nervo sciatico, cosa che le impedisce di muovere la zampetta posteriore sinistra. Non c'è altro che possiamo fare se non aspettare: in genere, ci dice, queste cose vanno a posto da sè, lasciando l'animale a riposo. In rari casi bisogna procedere con un intervento ma, ci comunica, la micia è stata fortunata. E nella fortuna c'è anche il fatto che è piccola e agile. Fosse stata obesa non sarebbe andata così bene.
Ci siamo un po' tranquillizzati a queste parole, soprattutto avendo saputo stasera che cominciava a muovere la zampina e c'è un lieve miglioramento quindi. Ha anche un po' mangiato e bevuto e io sono davvero ottimista.
Certo, ora siamo un po' a pezzi.
15 settembre 2011
La cartellina
le persone che non portano nulla
le persone che portano una o più bollette
le persone con la cartellina.
Quando vedo una persona con la cartellina mi metto le mani nei capelli. Me li immagino puntare la sveglia apposta per andare allo sportello, cercare nel cassetto dei documenti, ordinatissimo, la cartella in questione e uscire da casa. Me li immagino mentre prendono appunti sulle bollette, attaccando post-it ovunque e annotandosi i nomi delle persone con cui hanno parlato.
Oggi uno di questo omini ci ha tenuto compagnia per un'ora e un quarto. Ha scartabellato diverse bollette, piene di appunti, biascicando qualcosa in dialetto, chiedendo informazioni su ogni cosa e su ogni voce in bolletta.
Quando un uomo con la cartellina attraversa la porta è sicuramente una rogna.
Le mie Chobin
14 settembre 2011
Per una buona causa
Credo che gli scriverò.
Canzone del giorno: 5 secondi Nadàr Solo
12 settembre 2011
Mattino #2
10 settembre 2011
05 settembre 2011
HD
High Depression
30 agosto 2011
Il suo piccolo inferno
Ognuno ha il suo piccolo inferno e Fry ne ha uno bello grosso da gestire. Ma non sarà solo.
29 agosto 2011
Io, lui e me e l'ansia.
Quando ho conosciuto Fry, la prima cosa di cui abbiamo parlato (o accennato, diciamo) sono stati gli attacchi d'ansia. Fry ne soffre ma io non ne avevo mai visto uno. Così quando, mentre mangiavamo, vedo che non sta molto bene (mentre mi strafogo di frittura di pesce e vino bianco) gli chiedo se vuole che andiamo via. "Sì" mi dice. Arraffo le ultime cose da trangugiare e ci spostiamo, ha le mani fredde e sudate. Sistemiamo uno stuoino per terra, davanti ai bagni, si mette la felpa e comincia il suo inferno. Non ho mai avuto un attacco d'ansia, o meglio credo di sì, ma è stato breve e non lo ricordo bene, ma credo sia peggiore di un male fisico. Hai la consapevolezza che non è un male fisico ma senti il tuo cervello che cade in una spirale di pensieri negativi inarrestabile. I sensi si mettono all'erta, come se dovessi fuggire, ma da cosa? Non c'è, non esiste, nessuna minaccia imminente. Così rimani angosciato, senza nessuno che ti possa aiutare, senza nessun vero pericolo, però col corpo pronto ad affrontarlo e la mente che cerca di uscire ma non ce la fa. Credo sia successo più o meno questo in quelle ore in cui il traghetto ondeggiava senza sosta (mare grosso e molto vento). Si è sdraiato e mi ha abbracciato stretto e poi si è addormentato. Ma anche al risveglio non era tranquillo.
Così quando siamo arrivati, passata la mezzanotte da un pezzo, per cercare un campeggio che potesse accoglierci, la situazione non era rosea. Eppure ce l'abbiamo fatta, siamo arrivati al camping San Damiano e abbiamo piazzato la tenda. Erano le due di notte.
La mattina seguente ci siamo svegliati presto, forse non abbiamo nemmeno dormito tantissimo, so solo che non c'era caffè ed è l'unica cosa che riesce a ingurgitare Fry quando sta male. Dopo averlo trovato (alle macchinette, impareremo presto che i Corsi vivono senza i nostri ritmi ansiogeni, e prendono le cose con calma, molta calma. Infatti il bar del camping avrebbe aperto i battenti alle 10) siamo stati al mare (stupendo - mio primo bagno dopo un sacco di anni) e poi via, di corsa verso Bonifacio. Fry ancora a digiuno mentre io mangiucchiavo un panino.
Arrivati a Bonifacio troviamo posto allo stesso camping dell'anno scorso, Cavallo Morto e, dopo aver montato la tenda, andiamo a visitare la stupenda Bonifacio. Purtroppo Fry continua a non essere sereno e io non so davvero che fare. Così a orario di cena quando ancora non mangia perché non se la sente, sbotto un po', e a ripensarci mi sento ancora in colpa. Ma ero davvero stanchissima e avevo appena sopportato la scortesia di un cameriere in un ristorante dove l'anno prima io e Mel ci eravamo trovate molto bene. Praticamente chiediamo al cameriere se era possibile che Fry non mangiasse (senza specificare) e lui ha detto "no, desolè" o come cazzo si scrive e avrei voluto dargli un calcio nei maroni ma ci siamo alzati e siamo andati via. Quella sera siamo andati entrambi a dormire con tanti pensieri e molto presto (nonostante una squadra di bimbi rompiscatole avesse deciso di lanciarsi le ciabatte proprio davanti alla nostra tenda, colpendola di tanto in tanto).
Al mattino dopo Fry ha fame, segno che sta meglio. Sono contenta e ci fiondiamo a fare colazione, caffè con latte e brioches e poi mare. Andiamo alla spiaggia di Santa Giulia perché ero sicura fosse la spiaggia incantevole in cui l'anno scorso ho mancato di fare il bagno, ma scopro che non è quella. In realtà la spiaggia dell'anno scorso era Palombaggia, meno frequentata. Ma non importa, le due spiagge sono vicine, il mare è lo stesso ed è stupendo. Secondo bagno e passeggiata in riva al mare.
Decidiamo di passare una seconda notte a Cavallo Morto. Quella sera torniamo a Bonifacio e ci gustiamo la città di sera. L'indomani facciamo un giro a Porto Vecchio. Come l'anno scorso possiamo constatare che non esiste vita a Porto Vecchio, tranne qualche turista che spera di trovarne (infatti nella guida Porto Vecchio è indicata come molto più viva di Bonifacio).
Partiamo quindi alla volta di Ajaccio dove, per strada, troviamo la spiaggia più bella e disabitata della Corsica. Purtroppo durante il viaggio abbiamo mangiato dei famigerato Canistrelli, dolcetti Corsi - o forse Francesi? Per tutta la Corsica qua e là si trovano scritte del tipo "Canistrelli clandestini" - e quindi non possiamo farci il bagno (nelle foto si vede Fry che guarda disperato l'acqua prima di diventare autistico con la sabbia). Devo dire che questa cosa della spiaggia non la ricordo bene, forse è successa dopo Ajaccio. Ecco, riguardando le foto mi accorgo che è successa dopo Ajaccio e che prima di Ajaccio siamo andati a vedere menhir e dolmen, la mia memoria fa davvero cilecchissima. Va bhe in ogni caso, Menhir e Dolmen immersi in natura, tutto molto bello e tanti alberi di sughero molto molto strabelli, poi Ajaccio al camping Les mimosas. Ci manca il Cavallo Morto, qui c'è una sbarra per entrare e dopo una certa ora bisogna lasciare la macchina fuori. Che balotas. In più il campeggio ha i posti suddivisi così non puoi girare a cercare il tuo posto. Ci assegnano quello vicino al posto riservato agli "handicappè", che viene presto occupato da dei giovanotti che non sembrano affatto handicappè (ma come, prima riservi dei posti e poi li dai via?), inoltre è pieno di zanzare e di notte alcuni gatti decidono di darsele di santa ragione. In ogni caso anche ad Ajaccio andiamo al mare ma l'acqua è sporca (o meglio, non lo è, è meno sporca dei nostri mari, ma più sporca delle splendide spiagge viste verso Bonifacio) e decido di non fare il bagno.
La sera facciamo un giro ad Ajaccio, e mangiamo in un posto che sembrerebbe tipico.
Il mattino seguente siamo contenti di andare via da questo campeggio. Andiamo a prendere un caffè (ah ecco ora mi ricordo) e troviamo un bar che fa un caffè molto buono, finalmente. Il gestore parla un italiano, con un accento meridionale. Praticamente l'italiano è il loro dialetto, o meglio il corso, e quasi dappertutto capiscono e parlano perfettamente italiano. Questo signore ci fece tanto ridere perché quando gli abbiamo fatto i complimenti per il caffè, ha esclamato "Sì, è buono, è stretto, come quell' di zi' Mari'". Sembrava più foggiano che corso e a stento abbiamo trattenuto le risate. Partiamo per andare verso un paese che i bolognesi apprezzeranno di certo, e per farlo dobbiamo viaggiare molte ore in stradine piccine e di montagna. Ci fermiamo quindi a comprare i canistrelli e troviamo quella famosa spiaggia di cui parlavo prima. Un vero incanto.
Ci rimettiamo però in viaggio fermandoci di nuovo, per mangiare e per visitare (siamo senza meta a dire il vero e ci siamo spostati un po' come ci girava) un posto che si chiama Propriano (in corso Pruprià). Per mangiare troviamo un ristorantino davanti al porticciolo, con una vista stupenda (ah anche a Santa Giulia abbiamo mangiato in riva al mare, ci siamo proprio viziati!), peccato che anche qui la cortesia non era di casa. Quando Fry ha chiesto un'insalata (che figura negli antipasti) e io una omelette con formaggio (schifosissima) lei ci dice che l'insalata non va bene perché è un ristorante e non uno snack bar. Fry allora ordina degli affettati corsi con i formaggi. Dopo una passeggiata ci rimettiamo in moto, o meglio in macchina, alla volta di Soccia. Soccia è una città minuscola (121 abitanti) ma a Bologna il termine è un intercalare piuttosto comune insieme al suo fratellone socmel. Sì, è vero, abbiamo attraversato le impervie strade delle montagne centrali solo per fotografare il cartello!
Dopo le foto siamo andati subito via e abbiamo attraversato i paesaggi più belli della Corsica, a mio parere. Montagna di viva roccia, foreste di pini altissimi e poi maiali, mucche e pecore, e poi una diga e boschetti e di nuovo roccia brulla. Arrivando fino a 2000 mt di altitudine.
Fry ha guidato per più di 5 ore per arrivare al Cap Corse. Poco dopo Macinaggio troviamo questo camping meraviglioso, U Stazzu, dove decidiamo di passare le ultime due notti. Il camping è a un km dal mare e ci si può arrivare anche a piedi. Il gestore parla italiano, con la erre francese e uno stranissimo, spiccato accento genovese (il Cap Corse è pieno di torri genovesi). Lui è davvero gentilissimo e ci sentiamo di nuovo come al Cavallo Morto, senza contare di fronte ha un centro equestre con un sacco di cavalli. Tutti vivi.
Appena arrivati montiamo alla meno peggio la tenda e andiamo a goderci il mare. Non ricordo se siamo tornati in campeggio per la doccia o siamo andati direttamente a mangiare (di nuovo sul mare), sta di fatto che di questi ultimi due giorni ho uno stupendo ricordo. Abbiamo fatto il bagno insieme, ci siamo rilassati, anche se la macchina ha fatto le bizze il giorno dopo. Decidiamo quindi di cercare un meccanico.
Per fortuna l'omino del distributore ce ne indica uno (a me intanto è venuta un po' di gastrite, cosa che purtroppo mi succede quando mangio un po' di giorni fuori casa). Mentre andiamo verso il meccanico sentiamo "pffffff", inutile dire che ci siamo cagati addosso. Fry accosta e io tendendo l'orecchio gli dico "Ahhh, si vede che si è aperta una bottiglia di acqua frizzante e ha sgasato". Prendo la bottiglia dai sedili posteriori e riprendiamo il cammino. Dopo poco di nuovo "Pffffff". Allora scopro che la bottiglia in questione era un'altra ma quando faccio per prenderla vedo che ha un buchino dal quale schizza via tutta l'acqua. Così sporgo il buchino dal finestrino e "pisciamo" letteralmente acqua frizzante in ogni dove. Arrivati dal meccanico (credo fosse lui perché all'ingresso della villa c'era un furgoncino di un meccanico e diverse macchine) notiamo che c'è un signore sul balcone che ozia e Fry urla "Mechanìc?" - abbiate pazienza ma se non so parlare il francese figuratevi scriverlo - e lui "NO", con voce grossa. Per fortuna tornando indietro sembra che la macchina si riminchi, ci fermiamo in un supermercato a Luri per prendere qualcosa per il mio stomachino ma non troviamo nulla così andiamo in farmacia a prendere delle pasticche effervescenti digestive ma non fanno moltissimo, purtroppo.
Il giorno dopo immenso relax al mare e il mattino seguente lasciamo, con un po' di tristezza perché ci eravamo trovati bene, il camping U Stazzu alla volta di Bastia, abbiamo il traghetto alle 23.30 e un'intera giornata da passare a Bastia e ce la giriamo davvero tutta, scoprendo quartieri molto degradati e viuzze invece ben tenute. Compriamo tre bottiglie di Mirto Corso, una per noi, e due per le nostre famiglie, e ripartiamo. Il mare è tranquillo e anche Fry che ora non sembra più patire. Portiamo i nostri Sleeping Bed sul ponte della nave e dormiamo sotto le stelle.
Ci sveglieranno all'alba con musica improponibile e sarà l'ora di un altro viaggione. Da Livorno andiamo infatti a Bologna a prendere Maya, la nostra micetta (che ora si sta facendo le unghie sul mio collo!) e poi a Fermo, dalla famiglia di Fry a passare gli ultimi giorni di ferie. Le ultime due, tre foto infatti sono state fatte a Fermo.
In questa mappa le nostre tappe:
Visualizzazione ingrandita della mappa
In queste foto la nostra vacanza.
Corsica 2011 |
Da lunedì inoltre lavoro: ma questa è un'altra storia. Pazientate e racconterò ogni cosa.
25 agosto 2011
23 agosto 2011
02 agosto 2011
31 anni fa...
Vittime del terrorismo fascista.
Oggi voglio pensare a tutto il male, consapevole o no, che ho fatto. Alle persone che ho ferito, alle colpe attribuite, ai rinfacci, e voglio solo dire che mi dispiace. Mi dispiace perché a volte si dicono cose senza analizzare le situazioni, e a volte la colpa non c'è.
28 luglio 2011
Il mio primo giorno (fake)
Vado a fare colazione che senza caffè potrei morire, dato che mi sono svegliata alle 6.30 e ho preso il bus alle 7.19. Meno male che la pasta è di una bontà unica e faccio una simpatica foto alla torta a forma di maiale. Il maiale, dalle parti di Modena, è quasi una divinità.
E poi di corsa al posto X, non molto distante.
E così quella che doveva essere una passeggiata per vedere che tipo di lavoro fosse e conoscere i colleghi si trasforma in una giornata di formazione. Tanto comincerò il 22 agosto quindi dimenticherò ogni cosa. I colleghi sono carini, l'ambiente è tranquillo e i clienti anche, a parte un'esagitata che voleva chiamare i carabinieri. Però non male, davvero. Tanta gente, ma mi hanno detto che sono pochi rispetto al solito, e l'applicativo un bel po' complicato.
Imparerò.
Vi lascio con un idiota da formula uno.
26 luglio 2011
La mia commozionecerebrale e non
Venerdì 22/07:
parto carichissima con un borsone che mi fa ripensare alla mia strana ideologia contraria ai trolley (ingombrano, rompono le palle alla gente che cammina ecc ecc). Trascinandomi a forza questo borsone pieno di ogni cosa parto alla volta di Bologna. Fry verrà a prendermi alla stazione prendendosi un mezzo permessino perché non ho le chiavi per entrare a casa. Quindi ci rilassiamo un attimo e chiacchieriamo un po': alla fine tra una cosa e l'altra sono stata via una settimana e poi partiamo per Civitella Marittima, in provincia di grosseto. C'è il concerto de "Le Orme" ed è tanto che rompo per andare. Così ci incamminiamo per la strada. Google Maps (che tiene conto anche del traffico) dice che ci metteremo più di tre ore mentre il mio navigatore (che non tiene conto del traffico) parla di 2 ore e 45 minuti. Alla fine saranno 3 ore e mezza. C'è traffico e noi dobbiamo passare da Paganico perché una mia cara amica, Barbara, che quest'estate lavora al ristorante dei suoi genitori, è stata così carina da prenotarci l'albergo e ad andare a prenderci le chiavi. Per cui passiamo da lei (sono già le 22 - il concerto iniziava alle 21 ma Le Orme saranno l'ultimo gruppo a suonare), ci abbracciamo veloci, prendiamo le chiavi, portiamo la roba in albergo e cerchiamo questo posto. Lo troviamo abbastanza in fretta e appena arrivati vediamo una bancarella che vende robina de Le Orme. Non ci pensiamo nemmeno troppo e Fry decide di regalarmi "Felona e Sorona" che purtroppo non ho ancora avuto tempo di sentire. Così ci sediamo, prendiamo un paio di birre e un dolcino (avevamo cenato coi torcetti dolci che ci aveva regalato mia mamma) e cominciamo ad ascoltare. Non sono ancora loro, per fortuna, quindi vuol dire che siamo in tempo. Le Orme ovviamente partono col loro nuovo album che è carino, ma niente in confronto a "L'uomo di pezza", "Felona e Sorona" e "Collage". Il batterista, Michi Dei Rossi, è l'unico della formazione originale. Il cantante è nuovo, e la cosa buffa è che con quei capelli lunghi e bianchi sembra Gandalf. C'è una foto in cui riflette tutta la luce del mondo e sembra addirittura illuminato. Finiti i pezzi del loro ultimo album hanno un gran bel repertorio tra "Felona e Sorona" di cui purtroppo saltano qualche brano (ma la commozione di "Sospesi nell'incredibile" c'è tutta. Michi Dei Rossi ha più di 60 anni ma credo che un ventenne non riuscirebbe a stargli dietro (e poi metterò dei video dei suoi assoli di batteria). Il concerto è stato incredibile, una cosa non descrivibile a parole. Buffo quando gli abbiamo chiesto il bis e Michi ha detto "bhe facciamo una canzone" alzando il medio e io facendo le corna gli dico "bhe allora due, dai". Lui facendo le corna col pollice mi dice "no dai tre". A grande richiesta eseguono "Gioco di Bimba" (un paio di genitori mandano il proprio figlio sul palco per cantarla, tenete presente che è un pezzo pesantissimo che parla di pedofilia - il bimbo però fa scena muta e credo che questa cosa lo segnerà a vita, poverino), "Amico di ieri" e "Vedi Amsterdam". Finito tutto (c'era stato anche un problema con l'impianto e sembrava non potessero fare nemmeno il bis) sono scesi tra la folla. Bhe folla, eravamo pochini. Sembrava uno di quei concerti delle feste dell'unità che non conosce nessuno. Invece sono dei pilastri della musica rock, solo che in italia, come molti gruppi prog, non hanno avuto tanto seguito.
Alla fine mi sono fatta fare una foto con il cantante e alcune foto con Michi che tralaltro mi ha firmato il disco (A Carla con Love). Ero stracontentissima, e anche Fry ha apprezzato tantissimo il concerto. Gandalf a ogni fine pezzo piazzava il microfono sull'asta poi lasciava il palco (tanto c'erano un sacco di intermezzi strumentali) e quando tornava non riusciva più a levare il microfono e a disincastrare il filo, era una cosa buffissima. Dopo le foto e le risate siamo andati verso la macchina. Nel parcheggio, buio come la notte più nera, Fry inciampa su qualcosa e si fa male, pensa che sia solo una botta ma quando controlliamo alla luce del cellulare ha un bel taglione. Praticamente c'erano due aste di ferro che venivano in fuori dal terreno, tipo quelle che vengono usate per il cemento armato, e lui era inciampato in due di questi cosi. In macchina puliamo bene con acqua demineralizzata e vediamo che in effetti è profondino. Decidiamo quindi di fare un giro al pronto soccorso di Grosseto (distante ben 30 km). Sono già le due di notte, arriviamo verso le 2 e mezza al pronto soccorso dove oltre noi ci sono dei partecipanti a un addio al celibato (ho sentito i loro discorsi e poi avevano tutti quanti la stessa maglietta con su scritto "Stefano Game Over, si sposa.." o qualcosa del genere. Da quel poco che sono riuscita a sentire, il fratello dello sposo ha mangiato come un disgraziato e ha avuto una colite e ora stava facendo i controlli. Fry è entrato senza di me e mi hanno lasciata un po' preoccupatina in sala d'attesa. Meno male che Fry mi aggiornava con whazzapp. Gli hanno medicato la ferita e gli hanno fatto l'antitetanica. Io sarei morta di paura invece lui tranquillizzava me!
Arriviamo in albergo che sono quasi le quattro. L'albergo è costruito sulle fondamenta di un vecchio mulino ed è in un posto splendido. Ve lo consiglio assolutamente se passate in quella zona. Ci guardiamo una puntata di Futurama quasi in coma profondo e poi nanniamo.
Sabato 23 luglio.
Svegliarsi in quella pace è una cosa che non si descrive. Ci godiamo un po' la nostra mattina vacanziera toscana e lasciamo la camera. Peccato che non sappiamo a chi lasciare le chiavi, non c'è nessuno. Chiamo il cellulare che vedo su un biglietto da visita all'ingresso dell'albergo e l'albergatore mi dice di lasciare le chiavi della camera sul comodino della stanza e i soldi nel cassetto del comodino. Buffa cosa.
Comunque decidiamo di fare colazione e un giro prima di andare dalla Barbara a mangiare e fare quattro chiacchiere. Il paesino di Paganico è incantevole anche se minuscolo. In 10 minuti lo giriamo tutto un paio di volte e alla fine ci sediamo un pochino per far passare il tempo. Andiamo al ristorante e dopo quattro minuscole chiacchiere ci sediamo per mangiare. Allora, dirla tutta per dirla tutta. Se ormai avete già dormito al vecchio molino, perché non mangiare al Ristorante Malù che è un posticino graziosissimo e ci si mangia davvero bene? Noi davvero più soddisfatti di così non potevamo essere. Ragazzi che mangiata, e che bontà. Purtroppo io e Barbara non abbiamo molto tempo di fare quattro chiacchiere, nemmeno col suo compagno Carlo, arriva gente e noi dobbiamo ripartire. E' stata una vacanzina veloce, ma stupenda. Anche e soprattutto perché ho rivisto Barbarina e sono stata davvero contenta.
Lunedì 25 luglio.
Oggi pranzo con i miei amici Fiorentini, amici ed ex-colleghi. Ovviamente quando mi sposto io c'è sempre il delirio. Infatti un incendio nella stazione di Roma Tiburtina ha diviso l'Italia a metà e c'è stato un macello con i treni. Comunque alla fine sono riuscita a scendere e a risalire e confesso che tornare in ufficio mi ha fatto balzare il cuore in gola. E rivedere i miei ex colleghi, bhe che dire. Ci sono stati momenti di grandi coccole. A pranzo sono venuti anche Roccio e Umberto e davvero si sono fatti uno sbattone per venire a pranzo con me e non posso che ringraziarli tantissimo. Vi voglio un sacco bene.
E ora le foto e i video. Scusate se ho scritto di corsa e tardi ma ho davvero pochissimo tempo.
Concerto de Le Orme a Civitella Marittima |
20 luglio 2011
Libera.
Che rumore fa il vento? Secondo me questo. Fruscc fruscc. C'è pace e quiete e un po' ti invidio. In fondo te non ci volevi rimanere su questo pianeta. Non hai mai dato l'impressione di combattere per rimanere tra noi. Ti sono sempre piaciuti gli eccessi e ora eccoci.
Mi sento un po' in colpa perché è tanto tempo che non passo a salutarti. Potrei addurre mille scuse, ma la verità è che non me la sentivo. Non credo nella vita dopo la morte e mi sono chiesta: cosa vado a fare? A pulire i tuoi fiori finti?
Sì lo so che alla fine l'ho fatto. E ti ho rimesso a posto anche la rosa bianca secca che pare abbia messo Chicco. Te lo ricordi Chicco? Sì lui sta bene, si è sposato e ora vive a Pescara. Ho saputo che è passato a trovarti.
Ci sono un sacco di cose che vorrei dirti.
Più che altro è passato tanto tempo. Sei andato via che mi dovevo ancora diplomare. Bhe sappi che non me la sono cavata male. Dopo il tuo "E' passata appena con la sufficienza" detto a mia sorella quando ti aveva riferito che ero passata per la qualifica professionale con 67, alla maturità sono passata con un bel 91.
Tanto lo so che cosa avresti detto. Quello che dicevi sempre quando prendevo un bel voto, ovvero che da un albero di mele non può uscire una pera. Però mi avrebbe tanto fatto piacere un minimo di sostegno. Una volta ogni tanto, così. Comunque se ti può consolare nemmeno la mamma da' tante soddisfazioni. Dev'essere una cosa del sud quella di non esprimere affetto ai figli, altrimenti ci si sente deboli e vulnerabili. Chissà.
E' passato tanto di quel tempo papà.
Io dopo il diploma ho pensato bene di fare l'università ma è durata poco. Il primo anno, anzi i primi due ho avuto bei voti, ho ottenuto la borsa di studio, ma poi ho lasciato perdere, ho cominciato a lavorare. Io e Chicco ci siamo lasciati lì, credo, al primo anno di università, o al secondo, non ricordo.
Ma cosa ci sto a fare qui, sei lì mangiato dai vermi, non mi starai certo a sentire.
Che pace che c'è qui. Mi piacciono molto i cimiteri, ogni tanto entro in qualche cimitero a caso. E' il luogo dove davvero si pensa "mammamia come riposano in pace".
Ogni tanto penso che mi manchi. Ma solo ogni tanto. Avevi un caratteraccio terribile, sappilo. Vivere con te non è stato facile.
Ma dopo tanti anni ho capito. Non è stato facile nemmeno te vivere così. Fare la vita che non volevi fare, con due figli che probabilmente non volevi avere. E poi la responsabilità di mantenere una famiglia, gli straordinari al lavoro, la salute che insomma. Io lo capisco.
Però mi ci è voluto tempo e non sei in vita perché io possa dimostrartelo.
Che fatica stare qui, coi lucciconi agli occhi, io detesto piangere. Ma qui non c'è nessuno.
Dopo l'università ho lavorato, ho viaggiato, ho amato.
Ho vissuto in altre città.
Questo non mi sarebbe stato possibile se tu fossi stato qui. Me l'avresti impedito, e io mi sarei sentita in colpa perché lo avresti fatto pesare a mamma. O forse lo avrei fatto comunque, chissà. Ora sono a Bologna, sono qui a Torino in questi giorni perché sto dando degli esami per il corso Java che ho seguito in questi mesi. Sta andando anche inaspettatamente bene.
Forse saresti stata orgogliosa di me, forse no.
Qualche anno fa presi anche lezioni di violino. Sai quanto mi piaceva.
Poi smisi, arrivo a un punto quando, bhe sai. Poi smetto.
Il mio insegnante diceva che era un peccato, perché sono portata. Mi dava pezzi più difficili di queli che dava ai miei compagni. E' anche un violinista famoso. Ma smisi.
Era solo per dirti, magari la bravura nella musica me l'hai passata te. Chissà se nel DNA ci sono queste cose. Ora però devo dirti una cosa importante.
Per tutti questi anni mi sono sentita enormemente in colpa nei tuoi confronti. Non sono stata una buona figlia. Non ho dato grandi soddisfazioni. Però ora lo so, non ero io. Non è stata tutta colpa mia. E' vero io non ci sono stata quando sei stato male. Ma durante le mie chemio non sei venuto in ospedale. Forse una volta, forse due. Ma ero sempre io, con mamma e Vi.
Per questo un po' ti devo ringraziare, ho imparato a cavarmela da sola, a non aspettarmi favori. Nemmeno quando ho incidentato: solo due persone si sono seriamente offerte, ma ho rifiutato perché potevamo fare da sole io e RagnoB.
Però volevo dirti, la colpa non è stata tutta mia.
E poi che insomma. Ti perdono.
Ora sei libero, ora sono libera.
Canzone del giorno: Here With Me Dido
Favola del giorno: L'Inverno e la Primavera di Esopo
La Primavera e l'Inverno sono due stagioni completamente opposte che non sono mai riuscite a trovare la corretta armonia per andare d'accordo. Fortunatamente esse non devono convivere, infatti, quando compare una deve umilmente ritirarsi l'altro.
Un giorno il signor Inverno si trovò faccia a faccia con la giovane signorina Primavera. L'anziana stagione, con quella sua aria sapiente prese a dire: "Mia cara amica, tu non sai essere decisa e determinata. Quando giunge il tuo periodo annuale, le persone e gli animali ne approfittano per precipitarsi fuori dalle loro case o dalle loro tane e si riversano in quei prati che tu, con tanta premura, hai provveduto a far fiorire. Essi strappano i giovani arbusti, calpestano senza pietà l'erba e assorbono ogni sorso di quel sole splendente che, col tuo arrivo diventa più caldo. I tuoi frutti vengono ignobilmente raccolti e divorati e infine, con il baccano e la cagnara che tutti fanno, non ti permettono neppure di riposare in pace. Invece io incuto timore e rispetto con le mie nebbie, il freddo e il gelo. La gente si rintana in casa e non esce quasi mai per paura del brutto tempo e così mi lascia riposare tranquillo".
La bella e dolce Primavera, colpita da quelle parole, rispose: "Il mio arrivo è desiderato da tutti e le persone mi amano. Tu non puoi nemmeno immaginare cosa significhi essere tanto apprezzati. E' una sensazione bellissima che non potrai mai provare perché con il freddo che porti al tuo arrivo anche i cuori più caldi si raggelano". L'inverno non disse più niente e si fermò a riflettere. Forse, essere ammirati ed amati dagli altri, poteva anche essere una bella sensazione.
Per ottenere rispetto ed amore non serve utilizzare la forza ed incutere paura invece i migliori risultati si ottengono con la bontà a la sensibilità.
14 luglio 2011
13 luglio 2011
Il sesto senso dice no.
Ma io ciaociao, sarò a Torino.
Mi richiameranno la settimana del 25. Andrò comunque a sentire per vedere se questa tattica della sincerità estrema ai colloqui funziona, ma ho già deciso che no. Il mio sesto senso ha detto no.
Due cose
Ero un po' in dubbio perché quando mi hanno detto l'indirizzo e ho scoperto che era dietro casa, sono andata a controllare un attimino e ci ho trovato un'agenzia immobiliare. Non ricordavo assolutamente di aver spedito un curriculum a un'agenzia immobiliare però chissà, ne ho mandati così tanti che vatti a ricordare.
Così ieri sera vado a sentire e mi presento con questa maglietta.
Prima di tutto perché un lavoro ce l'ho già, volevo comunque "andare a sentire" che non si sa mai. E poi perché questa, questa maglietta, i miei leggins e i miei capelli viola, sono io. E anche perché in nessun colloquio sono stata mai giudicata per il mio vestiario (con grande disappunto di chi, invece, dice che dovrei adeguarmi alla massa e andare a un colloquio vestita in maniera formale).
In ogni caso appena entro il tizio sta intervistando un altro ragazzo ("E' qui per il colloquio?")e mi invita ad aspettare fuori. Fuori? Va bhe, esco e aspetto.
Il ragazzo che era appena stato intervistato esce dall'agenzia immobiliare e mi chiama, salutandomi con un "In bocca al lupo".
Il tizio mi fa accomodare, mi squadra per un istante dalla testa ai piedi e commenta con un "Sportiva eh? E il viola..."
Stranamente non mi sento a disagio, è come se mi dicesse "ah, ma hai gli occhi verdi". E mi chiede "Come mai il viola?"
Che domanda. Come mai sei pelato? Avrei dovuto chiedergli.
Parto con la solita pippa del colore che mi piace ecc ecc. Rimarca ancora questa cosa della maglietta "certo, questi vampiri con i dentini". Ora, non a voler pensare male ma i dentini sono dritti dritti sul mio (quasi inesistente) seno.
Io però continuo a non capire di che tipo di lavoro si tratti, poi quando mi dice "Vedo che è residente a Torino, per quello via e-mail le avevo detto che il lavoro è a Bologna". Ora mi ricordo.
Qualche giorno fa Fry dice che dal sito dell'unibo stavano reclutando gente per un'azienda di cui mi passa il sito e ai quali invio subito il curriculum. La risposta è stata, come sopra, che loro sono a Bologna. Quindi cercano web designer, programmatori, un po' di tutto ma a Bologna. Ho rimarcato quindi di avere il domicilio qui.
Così mi spiega che si stanno appoggiando solo all'agenzia immobiliare, per fare colloqui, ma sono in espansione e in particolare mi fanno il colloquio per una posizione amministrativa. Però a metà tra segretaria e public relation, con una punta di conoscenze informatiche "per sapere di che parla il cliente". Mi comunica che mi trova una persona estremamente intelligente, che gli interessa anche il fatto che abbia studiato grafica, mi racconta la storia di Adriano Olivetti e mi dice che, nel caso venissi selezionata, dovrei essere la sua ombra, quindi se c'è da rimanere in ufficio fino a tardi per fare delle cose, si rimane. Se lui deve andare a un aperitico chic con i clienti, bhe io dovrei mettermi carina tutta sorrisi e tacchetti.
Una cosa assolutamente contraria alla mia filosofia di vita.
Però posso giocarmela, insomma, un lavoro già ce l'ho (sempre che nessuno ci ripensi) così quando scorrendo tutti i lavori che ho fatto, uno diverso dall'altro, mi chiede "Ma lei cosa vuole fare nella vita?" finalmente posso rispondere con un sincero "Non lo so". E, #sapevatelo, questa risposta piace, specialmente se corredata da un sincero "Non importa che lavoro andrò a fare, per me l'importante è trovare un bell'ambiente e tornare a casa soddisfatta. Qualsiasi cosa debba fare."
Si dondola sulla sedia soddisfatto, a quanto pare la mia risposta gli è piaciuta. E la domanda era riferita anche al fatto che lui vuole una risorsa da formare e che non cerchi altro lavoro, cioè mi sta praticamente dicendo che mi vuole pagare una miseria e che se trovo qualcos'altro non dovrei accettarlo per una promessa fatta a lui, per una promessa di crescita.
C. mi diede un consiglio essenziale. Mi disse di cercare sempre di capire ai colloqui se sei tu che devi venderti all'azienda, o se chi ti fa il colloquio vuole venderti l'azienda. Qui era vero il secondo caso. Cioè questo omino mi stava quasi dicendo che era un lavoro di merda, stare tante ore in giro con lui, vestendomi bene e sorridendo alle battute leghiste dei clienti snob, concentrata a non inciampare con i miei tacchetti, pagata quasi niente e con una parte di lavoro amministrativo di enorme responsabilità.
Mi dice che sarebbe un rischio puntare su di me perché non conosco la parte amministrativa del lavoro, che è quella più complicata. Mi chiede quanto imparo in fretta. Gli dico che il mio curriculum presenta tutti lavori diversi l'uno dall'altro e ogni volta ho dovuto imparare velocemente. Mi dice a quel punto che vorrebbe propormi uno stage ma subito rifiuto la proposta. Non posso permettermelo.
Alché mi chiede quanto vorrei (che sa un po' di richiesta a una prostituta): mi dico che il minimo sarebbe 1000 euro netti per un posto del genere in cui ci sarebbero un sacco di straordinari non pagati. Sono stata bassa anche perché se voleva prendermi in stage significa che mi avrebbe dato il meno possibile.
Mi dice che i miei 30 anni sono un problema perché non possono farmi il contratto di apprendistato e quindi mi propone un cocopro della durata di un mese, un mese in cui, ripete, non devo cercare altro lavoro. Gli dico allora che senza l'assicurazione di un futuro lavoro non posso non cercare, quindi scende a due settimane di non ricerca di altro impiego.
Guarda il libro che mi sono portata e mi chiede se mi piace leggere e parte una lunga discussione sulla crudeltà dei tedeschi verso gli ebrei e di come sia potuto accadere. Mi parla de "L'Onda" il film tratto dall'esperimento di un professore che ha ricreato nella scuola dove insegnava, la stessa obbedienza cieca verificatasi ai tempi del nazismo (esperimento che conosco però mi fingo interessata). Dice che mi farà sapere, oggi avrebbe sentito un'altra persona.
Tirando le somme, sono stata sincera più del dovuto e ho capito che questa cosa funziona, se hai contenuti. Tutto sommato il mio abbigliamento e il mio modo di essere hanno destato curiosità. Inoltre come giustamente mi ha detto Fry, se io mi mettessi in ghingheri per un colloquio non sarei io, e se ne accorgerebbero perché mi sentirei in imbarazzo. Appena uscita faccio per tornare a casa e trovo Fry per strada, si era preoccupato perché era passata un'ora (mioddio abbiamo parlato così tanto?) e stava venendo a cercarmi. Andiamo a prendere le birre scialle al piccol e intanto gli racconto. Conferma le mie prime impressioni, cioè che è un po' fumoso quando mi racconta del lavoro che andrei a fare, che gli puzza di fregatura.
Quando saliamo a casa col carico di birre a braccio, la ragazza del coinquilino mi dice che "loro" (indicando Fry e Conqui) non sono d'accordo però secondo lei dovrei vestirmi come una donna che ho trent'anni ormai. Parte una discussione già sentita in cui affermo che nessuno può dirmi come essere né come vestirmi e la società non può impormi di mettermi il tailleur perché ho 30 anni. Di solito queste cose me le dicono gli uomini che all'inizio sono incuriositi dal mio fare sbarazzino, poi cominciano a pretendere un abbigliamento meno mascolino e meno colorato, qualcosa di elegante o sexy mentre loro, d'altro canto, non hanno nessuna intenzione di mettersi eleganti - e io non lo richiederei nemmeno mai.
Dalle donne a volte ho qualche appunto, magari corredato da un "anch'io ero come te, poi sono cambiata".
Perché, perché mai devo cambiare? Posso, volendo, scendere a piccoli compromessi, ma questa sono io. Io mi piaccio così, sono a mio agio così, non potrei essere altrimenti. E se un giorno cambierò sarò perché sono realmente cambiata e non perché ho 30-40-50 anni.
Comunque, piccola parentesi, non m'importa.
Più che altro ieri prima di andare al colloquio è passata una signora di uno dei piani di sotto che tutta sfavata e con i pugni piantati sui fianchi mi aggrediva dicendo "Mi deve spiegare come mai l'ascensore è sempre bloccato a questo piano" - senza nemmeno salutare. In effetti al quarto piano succede a volte che la porta non si chiuda bene e quindi diventa impossibile chiamare l'ascensore dagli altri piani. Io di solito ci faccio attenzione e la chiudo a mano. Evidentemente non è così per tutti.
Però dalla mia ho i miei modi cortesi e gentili. E dopo una breve discussione dai toni pacati (miei) contro i toni aggressivi (suoi) è scesa chiedendomi scusa.
La cosa mi ha fatto sorridere e ha confermato la mia teoria secondo cui la cortesia vince su ogni cosa. Del resto si dice piemontese, falso e cortese, e sfruttiamoli questi stupidi detti.
Dopo questa scena ho deciso che per premiarmi del lavoro trovato mi dovevo fare un regalino. E mi sono comprata questi magnifici trucchini, dopo aver visto questo esempio di make up. Ho preso sia la palette che lucidalabbra e blush. Pare che con la pelle abbronzata questo blush renda meglio così ho deciso di diventare supernera quest'estate.
Vi lascio con due cose (oggi è la giornata due cose):
perché è giovane la scrittrice, perché è carino il tema, perché la Littizzetto ha detto "che fa morir dal ridere", vi consiglio questo libro che magari un giorno (comprati e letti tutti gli altri) prenderò anch'io:
e poi, ovviamente, la canzone del giorno che mi ha svegliato stamane e non riesco a smettere di canticchiare da un paio di giorni: Mamma Lillo's Band