29 agosto 2008

Volevo solo (non) lavorare

Penso a quale lavoro mi piacerebbe fare nella vita. Mi rispondo in breve tempo: non c'è un lavoro adatto a me. In generale dopo aver passato 4 mesi a fare la stessa cosa mi sono già annoiata. E cambiare lavoro non serve perché dopo altri 4 mesi sarei di nuovo da capo.
Qualcuno mi dirà macomesonofortunataadavereunlavoro.
E' vero ma potessi scegliere non lavorerei. O meglio, farei un lavoro in cui non si lavora.
Avete mai sentito parlare di quei leggendari lavori in cui un presunto genio non fa nulla eppure guadagna un sacco di soldi? C'è un tizio che ha tirato su un'azienda di nulla. Cosa fa? Sceglie nomi di prodotti e aziende. Lo chiamano, gli dicono di che tratta il prodotto/azienda e lui propone 3 nomi. E per fare ciò prende un sacco di soldi.
Io ho avuto diverse idee. Alle superiori ero convinta che un allevamento di bachi da seta sarebbe stato il mio futuro. Ieri mi sono informata su come allevare le lumache (ma poi riuscirei mai a insacchettarle per venderle, sapendo che finiranno bollite vive?). Ho pensato anche ad aprire un kiko in franchising ma ci vogliono i soldi per il locale.
Si potrebbe anche andare tutti quanti allo zoo comunale. Vieni anche tu?
Scherzi a parte, sono un po' devastata dai brutti sogni di stanotte. Sogni un po' angoscianti, come mio solito.

Ieri sera prove. Non ho azzeccato una nota nemmeno a pagarla. Le note non si corrompono. Ha ragione Roccio, suono di meno, mi alleno di meno ed è finita. E' che la sera vorrei fare tutto, ma le ore a mia disposizione finiscono troppo in fretta. Propositi per la settimana nuova. Suonare, suonare, suonare e ancora suonare.

Canzone del giorno: Il Gioco Il Grande Omi

28 agosto 2008

L'egoismo dei genitori

Ieri ho visto un video su youtube che un po' mi ha sconvolto. In realtà non stavo cercando proprio quello, ma youtube ha la particolarità di farti saltare da un video all'altro suggerendoti roba più o meno attinenti con ciò che stai guardando. Io stavo osservando un video linkato sul sito di beppe grillo che trattava di margherite-camomille deformi a causa del cromo esavalente. E a lato c'era il video di una bambina che, bhe poverina. Era nata quasi senza ossa del viso. Trattasi di una sindrome genetica piuttosto rara, la sindrome di Treacher Collins. Il suo caso è particolarmente grave, le mancano il 30-40% delle ossa del viso.
Ho spulciato qua e là su internet rinvenendo altri casi non così gravi.
All'inizio ho pensato ai genitori, di quanto deve essere stata dura questa situazione, eppure proprio in alcuni siti riferiscono che i genitori erano già a conoscenza della situazione prima del parto ma nonostante ciò hanno deciso di portare avanti la gravidanza. O forse era troppo tardi per interromperla. O forse erano sicuri di andare all'inferno, chissà.
E' un argomento delicato.
E non basta dire che bisogna trovarsi in certe situazioni, è una risposta che do' sempre anch'io quando voglio togliermi la responsabilità di dosso. Questa bimba non ha vita semplice e i genitori lo sapevano benissimo.
Ora scrivo una cosa un po' forte, qualcosa che ho dentro: a volte mi stupisco dell'egoismo dei genitori. Farebbero qualsiasi cosa per avere un figlio. Molti lo nascondono dedicando tutta la loro vita alla prole, ma ci si guardi bene dal dire che è istinto materno. E' egoismo anche quello. I figli che rimangono a casa fino a 40 anni con genitori felici di accudirli, sono figli dell'egoismo. I genitori desiderano che si abbia bisogno di loro, sempre ed esclusivamente di loro. Non vogliono essere utili per il loro bambino. No, vogliono essere indispensabili.
L'eccesso porta alla sindrome di Munchausen e i genitori avvelenano pian piano i loro figli, cosicchè abbiano sempre bisogno di loro, perché deboli e malati.
Ma qua arriviamo alla patologia.
Stavamo parlando di egoismo.
Vi prego, faccio un appello, non fate figli se sapete che soffriranno. Il mondo è già abbastanza duro così.

Se avete fegato e volete leggervi la sua storia la bimba in questione si chiama Juliana Wetmore. Auguri.

25 agosto 2008

Battere lo sporco impossibile è davvero impossibile

Scrivo un po' a sprazzi ma mi sto rendendo conto del mondo fisico (e non virtuale) che mi circonda. Se prima ero schiava di internet ora me la gestisco un po' meglio, pur ritenendolo uno strumento ben comodo.
Faccio sogni strani in cui preparo cene a base di fiorentina per infiniti commensali ma quando mi siedo a tavola nessuno mi ha lasciato un pezzetto di carne di cui nutrirmi oppure in cui lavoro in agenzie immobiliari che vendono case fatiscenti e i miei colleghi dormono nei palazzi che vendono insieme agli homeless (che una casa ce l'hanno ma dormono nei luoghi comuni come se non l'avessero).
Oggi torno al lavoro dopo le ferie forzate che mi hanno proprio fatto bene. Ho fatto un po' di tutto, visitato musei, cazzeggiato, suonato, cucinato (ma quanto è bello cucinare? io non pensavo), fatto spesa, e sono anche ingrassata pensate un po'.
Così ieri mi sono rimessa un po' sulla pedana wii e infatti stamane ho dolori alle gambe e agli addominali, il che vuol dire che funge meglio di quanto pensavo.
La mia lotta allo sporco impossibile è persa. Mi sono arresa allo sporco, che non è impossibile ma imbattibile. Non appena spazzo e lavo e pulisco, mi accorgo subito dopo che ci sono ancora rotolini di capelli in qualche dove che escono fuori e mi rendono partecipe della loro presenza, oppure una o due briciole che mi salutano. Allora metto via gli strumenti per una pulizia efficiente e mi dico che è meglio passare in altro modo il proprio tempo, per esempio facendo la lavatrice. E' una delle poche cose che mi piace fare. Riunisco i capi simili per colore, li infilo in un oblò di un congegno che, mettendoci il suo tempo, me li restituirà puliti e profumati. Io li sbatacchio, li stendo et voilà, le jeux son fait.
Ieri sera siamo usciti e pensando di fare una cosa furba ho preso un caffè, così non ho chiuso occhio pur avendo sonno e ora sono stanca morta. Oggi la veggo buia e dura.

Canzone del giorno: quella che fa tannatannalallalla di cui non ricordo il titolo.

19 agosto 2008

Quel villaggio che

Questo weekend siamo stati a Torino. Si sapeva di un possibile tempaccio, eppure non ci si aspettava questo casino. Usciti dal traforo del pino sembrava di essere finiti in un altro mondo. Avete presente la scena di Dellamorte Dellamore, film orribile dove Anna Falchi si distingue per la sua unica dote, le puppe grandi, quando i protagonisti provano a uscire dalla cittadina Buffalora e fuori dal tunnel trovano il nulla? La strada finisce e c'è una gran nebbia. Ecco, molto simile. La strada c'era ancora ma non si vedeva nulla tanto era forte il temporale. Scendeva giù acqua a secchiate. E abbiamo sfiorato la bellezza dei 10 km all'ora, per intenderci.

Vicino casa, cumuli bianchi accanto ai marciapiedi. Non è neve ma sembra neve, fa freschino.. Ma la neve no.
Ci avviciamo e ci fermiamo per fare delle foto, sensazionale cosa. E' grandine, sono chicchi di
grandine accumulati e da lontano sembra neve.

Il mattino dopo facciamo una bella passeggiata in centro, fa freschino e si sta molto bene. Non sembra nemmeno agosto.
Ci prendiamo un caffè e calpestiamo le palle al toro, come tradizione vuole.
Si parla poco del calpestare le palle al povero toro, ma non ne voglio parlare io ora.

Sia la sera del 15 che la sera seguente ci becchiamo con MinchiettaUno e Claudio. Facciamo un giro per locali e alla fine approdiamo al Barbicans, prendiamo qualche cocktails, qualche beers, one pizza da dividere insieme e Roccio aggiunge alla birra del rum "invecchiato" specifica. Va bene qualsiasi cosa basta che sia scuro. Gli portano un rum più chiaro della birra.
Ridiamo.
Poi facciamo quattro passi, sempre in centro.
Bella Torino di notte.

La sera seguente saremmo dovuti andare a vedere l'eclissi di luna in montagna con MinchiettaUno. Problema: in montagna ci sarebbero stati più o meno 5 gradi e Roccio aveva solo un paio di pantaloncini. Soluzione del problema: trovare un paio di pantaloni decenti a pochi euro.

Così il 16 mattina lo butto giù dal letto e corriamo al Balon e a Porta Palazzo ma anche Porta Palazzo, da mercatino all'ingrosso qual era, è diventato molto cinese. I cinesi fanno tutti gli stessi prezzi e non si fanno concorrenza. Non si può contrattare.

Quindi veniamo via.

Il Balon d'altro canto ha solo cose usate. Ricordo che da piccina spesso ci andavo prima di andare il sabato mattina a scuola, ritardavo quel paio d'ore e come giustificazione scrivevo "Motivi familiari" (nessuno sa cosa siano) e in mano avevo ancora le buste della spesa fatta poco prima. Con cinquemila lire prendevi un giacchino di velluto. Usato, ma che importava ai tempi?


Ora nulla a meno di 15 euro. Torniamo a casa per pranzo. Dopo pranzo andiamo a Panorama per vedere se lì c'è qualcosa ma effettivamente sbadigliamo tutti e due e siamo abbastanza stanchi. Chiamiamo MinchiettaUno e saltiamo l'appuntamento. Lei decide di unirsi a noi per un birrino dopo cena.

E meno male, perché anche di sera attacca a piovere.
Prima di andare al nostro appuntamento, però, passiamo per corso Francia, a Collegno, e ci imbattiamo in un posto che da tanto tempo volevo visitare: il Villaggio Leumann. E' questo un villaggio della fine dell'800 - inizi '900 costruito per gli operai che lavoravano nel cotonificio "annesso" al villaggio. La struttura è rimasta quasi per intero viva, le case sono abitate, e di sera sono così simili tra loro che se non fosse per le auto parcheggiate accanto sembrerebbe di vivere in un film dell'orrore. Il Villaggio Leumann non chiude mai, ripeto, sono case abitate. Passeggiare per quelle strade fa fare un salto all'indietro. Il Padrone della fabbrica, signor Leumann, che decide i ritmi di vita degli operai non solo quando sono al lavoro ma anche dopo. Costruisce case per loro, una scuola all'interno del villaggio, una chiesa. Una stazione.
Nella scuola i ragazzini imparavano non solo le materie classiche, ma anche quelle più tecniche, che avrebbero loro permesso, un giorno, di lavorare nella stessa fabbrica di cotone.
Insomma la vita di un intero villaggio non si spostava mai, sempre lì. L'idea che queste case siano ancora abitate, e che giovani ragazzi ci facciano grigliate e feste, e ci parcheggino la macchina, e mettano segnali come DivietoDiSosta fa molto strano.

Voglio tornarci di giorno e leggere tutte le etichette e salutare gli autoctoni. Mi piacerebbe tanto vedere come sono fatte dentro quelle case, se è rimasto qualcosa di storico anche dentro. Se i cittadini ne conoscono la storia.

Un altro villaggio molto ben conservato è quelli di Crespi d'Adda e il villaggio Schio.

Mi piacerebbe visitarli tutti. Anche in Francia pare ce ne sia uno ben conservato, il villaggio Noisiel-sur-Marne, però le fabbriche erano di cioccolato. Mica scemi.

In Germania esiste il villaggio Krupp, costruito dall'omonimo signor Krupp, che ereditò l'acciaieria Krupp nel 1887 e attorno fece costruire le case degli operai. Oggi tristemente famoso perché il suo nome attuale è ThyssenKrupp e sappiamo benissimo cosa ricorda.

Ce n'è un altro in Scozia. Ma sto divagando.

Oggi sono andata a vedere il museo La Specola. E' pieno di bestie imbalsamate, a me generalmente non piace, ma ho visto un tilacino imbalsamato. E' estinto e dal vivo purtroppo non si esibisce più. Qualcuno dice di averlo avvistato e afferma con decisione che non è estinto. Sarà.

E' interessante vedere anche la maestosità di alcuni animali. Il rinoceronte è davvero gigante ma anche il tricheco. Lo avreste mai detto?

Passate queste sale mi sono trovata di fronte a uno spettacolo raccapricciante e magnifico al tempo stesso. Le cere anatomiche.

Sono così impressionanti, sembrano vere. Anche l'espressione del viso, così sofferente, sembra che abbiano tolto loro la pelle un istante prima.

Per me, però, la cosa più impressionante è stata la serie di cere che riguardavano un utero gravido prima e durante il parto. Si vede il feto in posizione e la patata (così piccola rispetto alla testa del feto). Poi la patata si dilata un po'. Ma la testa del feto è sempre gigantesca. Terribile.

Domani chiedo informazioni per le cere anatomiche più macabre conservate nell'ospedale di Careggi.
Certo, potrei andare a vedere cose più allegre, ma sono dark inside.



Canzone del giorno: Karma Police Radiohead

13 agosto 2008

Le passioni sono qualcosa di inspiegabile per me. A volte sono come lievi scimmie che diventano ossessioni e si trasformano in passioni. A volte rimangono sopite dentro di me e poi esplodono all'esterno e improvvisamente mi rendo conto che la cosa mi piace. E mi chiedo perché non l'avessi mai fatta prima.
Vedi il basso.
L'ho conosciuto a 15 anni, mi ero fissata di prenderne uno. Poi le finanze erano quello che erano, mio padre mi regalava gli strumenti che piacevano a lui ("Papà mi compri un violino?" "Certo" e mi prese una chitarra classica) - anzi oggi quasi mi pento di avere messo da parte lo studio del violino. Non sarei diventata qualcuno ma avrei imparato uno strumento che davvero mi piace.

In ogni caso sono felice di aver comprato il basso a gennaio. Sicuramente passeranno dei periodi in cui non lo suonerò. Capita.
Voglio dire: non si può vivere di una sola passione, ce ne sono tante. C'è chi riesce a far convivere le passioni tutte insieme e chi si dedica a una passione per volta. Io sono nel secondo gruppo; passo un periodo a "scolpire" il fimo, ne passo un altro col basso, poi mi metto a disegnare, poi installo cose assurde e difficili su linux solo per il gusto di baloccare.

Mi piacerebbe mettere insieme una lista delle passioni e di come le persone conciliano tempo e cose da fare.

Comunque, sto divagando.
Oggi conoscerò la mia dottoressa, o la sua sostituta. Ho bisogno delle mie pastiglie e speriamo non rompano le scatole facendomi fare altri esami del sangue: ho una mezza cartella clinica con me! Con radiografie e tutto il resto.
Stamattina ho suonicchiato, sempre Sweet Child Of Mine, mi sono messa in testa che devo impararla e impararla bene.

E poi chissà, magari inventare un giro di basso? Troppo presto?
Sì, decisamente.

Canzone del giorno: Kickapoo Tenacious D.

12 agosto 2008

Prot Pritt

Perché sbattersi tanto a imparare a suonare Sweet Child Of Mine se è possibile suonarla così?

Quest'uomo è un genio!

11 agosto 2008

T.D.

La canzone del giorno dovrebbe essere Sweet Child Of Mine perché sto facendo una fatica bestiale per impararla con il basso. Ma l'ho modificata per questa qui sotto. Che ha un video incredibile.

Sto parlando dei Tenacious D. Non li conoscete? Cercateli su youtube, hanno un loro spazio lì, su myspace, su facebook...

Canzone del giorno: The Tribute Tenacious D.

09 agosto 2008

Benvenuta, bambina

Stamattina ci siamo svegliati non così tardi. Abbiamo fatto colazione e ci siamo avviati per Siena. Il motivo si sa: il basso nuovo, il basso Cort. Quello che abbiamo sempre visto all'emporio musicale ma non abbiamo mai preso perché attendevamo questo weekend. Il weekend.

Bhe arriviamo lì e il basso non era in esposizione. Per un attimo mi si ferma il cuore. Siamo arrivati fin lì e non è esposto. Chiediamo a un commesso, sparisce in magazzino per poi tornare dicendo che non ne avevano nemmeno lì. Finiti. Caput. Tornano a settembre.

Settembre?

Veniamo via e sono mogia mogia e Roccio che insiste, ma dai lo troviamo qui, lo troviamo lì, proviamo ad andare qua e là. E io nulla.

Caspita, mi figuravo già la partenza da Siena con il giochino nuovo, imballato, incartonato. Tenuto da parte per noi.

Alla fine mi riprendo un attimo e passiamo da Niccolai a Ponte a Greve. Nada, nulla, è chiuso, non esiste più, han levato anche l'insegna. Ultimo posto dove andare: MusicRama a Sesto Fiorentino. Lo avevano ma non so come mai mi ero fissata in senso negativo con questi signori che in verità sono stati piuttosto gentili. Il ragazzotto, chitarrista e commesso, mi lascia in una stanza con il basso attaccato a un ampli, me lo fa provare, parla e perde tempo con noi anche se è l'unico in negozio e ha tutto a cui badare. Che fare?
Ovvio: lo abbiamo portato via. E con lo sconto del 10% (c'era lo sconto su tutti gli strumenti musicali) allo stesso prezzo del basso ci siamo portati via anche una custodia, e l'olio al limone per lucidare il legno della tastiera del basso.

E che basso ragazzi. I pickup attivi si sentono, il mondo vibra e rispetto all'altro basso è tutto un altro mondo.
Con tutto il rispetto per il mio primo basso, che se non fosse stato per lui...

Canzone del giorno Breaking the Law Judas Priest

08 agosto 2008

Wake me up!

Oggi è l'ultimo giorno prima delle ferie. Stamattina sono un po' di corsa, la radiosveglia mi ha svegliata con la canzone di oggi e quindi sono tutta ballerina. E' venerdì, sveglia, è un giorno stupendo, domani arriva il basso nuovo.

Intanto ho scoperto un'autrice per ragazzi che scrive libri da titoli interessanti. Altro che Harry Potter che non sono mai riuscita a leggere oltre le 10 pagine.

Il libro in questione si intitola "Come creare una rock band da sballo" e anche se è scritto per ragazzi di 14 anni penso proprio lo leggerò.

Ieri girando su youtube roccio ha scoperto questo gruppetto (hanno anche il sito su myspace). Ora a parte tutto sono piuttosto bravi. E piccini!

Canzone del giorno: Wake me up Before You Go Go Wham

07 agosto 2008

Pesci grossi attenzione! Pesci piccoli in marcia!

Stanotte ho fatto un sogno bizzarro. Ho sognato che gli alieni volevano invadere il mondo... forse per la terza o quarta volta. Già perché quando sono arrivati, nel sogno, ho esclamato "Ancora?".
Erano piuttosto stupidi ma avevano le armi. E non avevano grossi scrupoli.
Sono caratteristiche che ti permettono anche in guerra di ottenere risultati. Armi e niente scrupoli. Si uccidevano tra loro senza problemi. E con meno problemi uccidevano noi.
Non ho mai paura dei miei sogni bizzarri, anche quando ci sono sangue morti e creature mostruose. Ma stanotte ho avuto paura. Terrore. Era come se sentissi di poter perdere davvero la vita (anche se ero consapevole che fosse un sogno, mi accade spesso. Nel sogno ho pensato "questo mi sembra di averlo già sognato. Sìsì se me lo ricordo l'ho già sognato").
Agli alieni si erano uniti alcuni esseri umani traditori, che speravano gli fosse salvata la vita. Ripeto, gli alieni erano davvero stupidi. Per tenerci buoni ci avevano legato le mani, ma non ai polsi: ad altezza dita, quindi era molto semplice slegarsi. Ma loro avevano le armi.
E alcuni esseri umani traditori che sicuramente erano più furbi di loro.

Per quanto possa sembrare bizzarro, in quel locale in cui eravamo chiusi e, apparentemente, legati, in quella specie di discoteca silenziosa piena di luci e colori e strani divisori rosa (forse un locale per scambisti?) gli alieni volevano omaggiarci di un concerto. Il ragazzo rasta suonava il basso, un basso artigianale che si era fatto lui, con un manico molto largo che conteneva però solo 2 corde. Un basso a due corde. Era davvero bello e produceva un suono molto caldo, che ricordava posti lontani. Sembrava uno strumento di qualche popolo indigeno del centro Africa.

Ma torniamo alla paura.
Capii che il ragazzo rasta era lì per aiutarci perché passò a controllare se eravamo ben legati ma in realtà, senza dire parola, ci aiutava a liberarci.
Poi mi ricordai perché le altre volte gli alieni non erano riusciti nel loro intento. Perché noi eravamo troppo numerosi rispetto a loro. Nonostante le armi e la mancanza di scrupoli noi li avevamo presi sempre a calci perché eravamo molti di più.
La differenza tra queste e le altre volte? Ora eravamo pochi. Ci avevano probabilmente divisi in gruppi più piccoli per tenerci meglio sott'occhio. Ma non sapremo mai come sarebbe andata a finire, la sveglia ha interrotto quest'avventura.


Il sogno è la trasposizione di una cosa che mi è accaduta ieri. Mentre io e Roccio facevamo i nerd, lui guardava su youtube video di chitarristi famosi e io giocavo a maple story mi è tornato in mente un amico delle superiori, compagno di banco e di mille avventure, che mi fece conoscere il metal. Lui stesso suonava la chitarra elettrica e aveva un piccolo gruppo dove ogni tanto cantavo. Stavo spesso a casa sua, anche se abitava fuori Torino, in camera aveva una piccola sala prove che poi ha allargato man mano con altre strumentazioni. Con la chitarra era molto bravo e aveva abbastanza voglia e risorse per potersi permettere di diventare qualcuno.
Poi ci si perse di vista: a mio parere lui non si comportò bene e mi diede l'idea di avermi raccontato un po' di balle. Non furono queste le ragioni di un distaccamento. Dopo la terza superiore cambiò scuola, io cambiai sezione.
E questo è quanto.
Ieri cercavo un suo video su youtube: ho visto che molte persone inseriscono video personali e ho pensato che magari anche lui avesse fatto qualcosa di simile.

Non ho trovato un video, ma un sito personale dove si dichiara fotografo: con una gallery con gnocche mezze nude che occhieggiano per un calendario, e una sua foto personale con occhiali da sole, camicia e cravatta nera, seduto su un divano rosso.

Più o meno nel 2002, non ricordo bene, mi arriva una chiamata. Non era un numero conosciuto. Era lui. Come va, come non va, ho avuto il tuo numero da questa persona, che mi racconti, lo sai che ho un gruppo, siamo abbastanza famosi, ho aperto un'azienda grafica blablabla. Perché non vieni a cena da me? Facciamo una sorpresa a mia mamma (sua mamma mi adorava). Insomma andai, mi faceva anche piacere, erano 7 anni che non ci si vedeva. A parte l'incredibile strumentazione che aveva a casa, gli chiesi se suonasse e cosa suonasse e mi regalò un cd del loro gruppo incellophanato e con il marchio siae.
Ceniamo, si parla del più e del meno. I suoi genitori mi chiedono come sto e cosa faccio. Dico che lavoro come grafica editoriale e lui dice che ha aperto un'azienda di grafica. Bene, gli dico, così posso venire a lavorare da te. Mica hai bisogno di un curriculum? Mi risponde: certo che ho bisogno di un curriculum, mica assumo così. E ti farò anche un colloquio. Serio.
Continuiamo a chiacchierare, dice di essersi comprato una Smart perché fa immagine. Bisogna pensare all'immagine. Quando va da un cliente e lo vedono con una Smart fa un'impressione diversa. Tutta questione di immagine.
Comincio a pensare che siamo diventati totalmente diversi. Quasi opposti.
E poi dice che il mondo è così: pesce grosso mangia pesce piccolo. E lui vuole essere pesce grosso. Dico che per me non è essenziale, mi basta essere felice e fare qualcosa che mi possa dare soddisfazioni. Ribadisce il concetto dicendo che in questo mondo se non sei pesce grosso non sei nessuno. E lui vuole essere qualcuno.

Rimango male nel vedere che il mondo gira davvero così. Le persone che hanno meno scrupoli nella vita riescono a fare cose in grande. Mentre i pesci piccoli guardano. Ma noi siamo tanti, davvero tanti. Potremmo rovesciare il mondo. Ma rimaniamo terrorizzati fingendo di essere legati, mentre siamo davvero liberi.

Dopo la cena usciamo, mi confessa che aveva trovato un bel donnino da sedurre ma era una che guadagnava tanti soldi e lui non poteva stare con una donna che guadagnasse molto più di lui. Terribile (qui già voglio tornare a casa, quasi).

Prima di uscire corre in bagno a truccarsi. Senza trucco non riesce a uscire di casa, dice (quando lo racconto a un'amica comune lei mi dice "Se lui non riesce a stare con una donna che guadagna più di lui, io non riuscirei a stare con un uomo che si trucca più di me!". Giusto appunto).

Voglio essere un pesce piccolo, Ma non voglio essere mangiata dai pesci grandi. Pesci piccoli, uniamoci!

Canzone del giorno: Ray Charles Hit the Road, Jack!

06 agosto 2008

Classic



Canzone del giorno: Shape of My Heart Sting

04 agosto 2008

Devo stendere!

Caspita è da un po' che non scrivo. Non mi rendo molto conto delle pause che intercorrono tra un post e l'altro. Generalmente la sera non ho molto tempo e ci impiego tantissimo tempo a scrivere. Tanto tempo con il basso. Tanto su Maple Story.

Questo weekend siamo saliti a Torino. Devo dire che le 5 ore di macchina non sono sfiancanti quanto il treno. Sul treno si fatica a dormire perché i posti sono scomodi. In macchina invece sei obbligato a mantenere alta la concentrazione, quindi il problema non si pone. Sul treno non puoi cantare a squarciagola le stupide hits che danno su isoradio, in macchina sì.

Verso le 20.30 quando eravamo ormai all'altezza di Genova ci chiama mia mamma, pare ci fosse una tempesta di vento e acqua, un temporale spropositato. All'inizio pensavamo esagerasse ma avvicinandoci ad Alessandria abbiamo notato i primi rami spezzati. Il giorno dopo su un giornale torinese abbiamo letto di vari disastri dovuti al vento, e tangenziale bloccata da alberi strappati dal vento.

Comunque sia questo weekend è stato proprio carino: sabato ci siamo svegliati a un orario decente e abbiamo fatti colazione in centro, in piazza Vittorio Veneto. Il caffè non era un granché, la piazza era bellissima. Semivuota con un debole sole e un venticello fresco che teneva lontani afa e caldo torrido.
Sabato sera ci siamo visti con MinchiettaUno poco fuori Torino e abbiamo sorseggiato birra fredda. E provato la sua nuova Panda. Lo sapevate che è proprio carina?

Oggi però devastante tornare al lavoro. Manca una settimana alle mie ferie "forzate" e devo pensare a ciò che mi va di fare in quelle due settimane di pausa.
Prima di tutto mi ritinteggerò i capelli (se qualcuno se lo fosse chiesto, di colore rosso) poi bhe, basso, spesa, riordino casa. E spero che in quei giorni si muova MinchiettaUno per venirmi a trovare e andare in giro per musei e chiese e cose varie che Roccio odia (alla mia proposta di andare a vedere la Reggia di Venaria Reale ha risposto "Cosa vuoi andare a vedere?" ad oltranza)

Ora torno al mio Maple Story, al basso e, sonno permettendo, libri. Ah cazzo devo stendere. Maledetti panni.