Stanotte ho fatto un sogno bizzarro. Ho sognato che gli alieni volevano invadere il mondo... forse per la terza o quarta volta. Già perché quando sono arrivati, nel sogno, ho esclamato "Ancora?".
Erano piuttosto stupidi ma avevano le armi. E non avevano grossi scrupoli.
Sono caratteristiche che ti permettono anche in guerra di ottenere risultati. Armi e niente scrupoli. Si uccidevano tra loro senza problemi. E con meno problemi uccidevano noi.
Non ho mai paura dei miei sogni bizzarri, anche quando ci sono sangue morti e creature mostruose. Ma stanotte ho avuto paura. Terrore. Era come se sentissi di poter perdere davvero la vita (anche se ero consapevole che fosse un sogno, mi accade spesso. Nel sogno ho pensato "questo mi sembra di averlo già sognato. Sìsì se me lo ricordo l'ho già sognato").
Agli alieni si erano uniti alcuni esseri umani traditori, che speravano gli fosse salvata la vita. Ripeto, gli alieni erano davvero stupidi. Per tenerci buoni ci avevano legato le mani, ma non ai polsi: ad altezza dita, quindi era molto semplice slegarsi. Ma loro avevano le armi.
E alcuni esseri umani traditori che sicuramente erano più furbi di loro.
Per quanto possa sembrare bizzarro, in quel locale in cui eravamo chiusi e, apparentemente, legati, in quella specie di discoteca silenziosa piena di luci e colori e strani divisori rosa (forse un locale per scambisti?) gli alieni volevano omaggiarci di un concerto. Il ragazzo rasta suonava il basso, un basso artigianale che si era fatto lui, con un manico molto largo che conteneva però solo 2 corde. Un basso a due corde. Era davvero bello e produceva un suono molto caldo, che ricordava posti lontani. Sembrava uno strumento di qualche popolo indigeno del centro Africa.
Ma torniamo alla paura.
Capii che il ragazzo rasta era lì per aiutarci perché passò a controllare se eravamo ben legati ma in realtà, senza dire parola, ci aiutava a liberarci.
Poi mi ricordai perché le altre volte gli alieni non erano riusciti nel loro intento. Perché noi eravamo troppo numerosi rispetto a loro. Nonostante le armi e la mancanza di scrupoli noi li avevamo presi sempre a calci perché eravamo molti di più.
La differenza tra queste e le altre volte? Ora eravamo pochi. Ci avevano probabilmente divisi in gruppi più piccoli per tenerci meglio sott'occhio. Ma non sapremo mai come sarebbe andata a finire, la sveglia ha interrotto quest'avventura.
Il sogno è la trasposizione di una cosa che mi è accaduta ieri. Mentre io e Roccio facevamo i nerd, lui guardava su youtube video di chitarristi famosi e io giocavo a maple story mi è tornato in mente un amico delle superiori, compagno di banco e di mille avventure, che mi fece conoscere il metal. Lui stesso suonava la chitarra elettrica e aveva un piccolo gruppo dove ogni tanto cantavo. Stavo spesso a casa sua, anche se abitava fuori Torino, in camera aveva una piccola sala prove che poi ha allargato man mano con altre strumentazioni. Con la chitarra era molto bravo e aveva abbastanza voglia e risorse per potersi permettere di diventare qualcuno.
Poi ci si perse di vista: a mio parere lui non si comportò bene e mi diede l'idea di avermi raccontato un po' di balle. Non furono queste le ragioni di un distaccamento. Dopo la terza superiore cambiò scuola, io cambiai sezione.
E questo è quanto.
Ieri cercavo un suo video su youtube: ho visto che molte persone inseriscono video personali e ho pensato che magari anche lui avesse fatto qualcosa di simile.
Non ho trovato un video, ma un sito personale dove si dichiara fotografo: con una gallery con gnocche mezze nude che occhieggiano per un calendario, e una sua foto personale con occhiali da sole, camicia e cravatta nera, seduto su un divano rosso.
Più o meno nel 2002, non ricordo bene, mi arriva una chiamata. Non era un numero conosciuto. Era lui. Come va, come non va, ho avuto il tuo numero da questa persona, che mi racconti, lo sai che ho un gruppo, siamo abbastanza famosi, ho aperto un'azienda grafica blablabla. Perché non vieni a cena da me? Facciamo una sorpresa a mia mamma (sua mamma mi adorava). Insomma andai, mi faceva anche piacere, erano 7 anni che non ci si vedeva. A parte l'incredibile strumentazione che aveva a casa, gli chiesi se suonasse e cosa suonasse e mi regalò un cd del loro gruppo incellophanato e con il marchio siae.
Ceniamo, si parla del più e del meno. I suoi genitori mi chiedono come sto e cosa faccio. Dico che lavoro come grafica editoriale e lui dice che ha aperto un'azienda di grafica. Bene, gli dico, così posso venire a lavorare da te. Mica hai bisogno di un curriculum? Mi risponde: certo che ho bisogno di un curriculum, mica assumo così. E ti farò anche un colloquio. Serio.
Continuiamo a chiacchierare, dice di essersi comprato una Smart perché fa immagine. Bisogna pensare all'immagine. Quando va da un cliente e lo vedono con una Smart fa un'impressione diversa. Tutta questione di immagine.
Comincio a pensare che siamo diventati totalmente diversi. Quasi opposti.
E poi dice che il mondo è così: pesce grosso mangia pesce piccolo. E lui vuole essere pesce grosso. Dico che per me non è essenziale, mi basta essere felice e fare qualcosa che mi possa dare soddisfazioni. Ribadisce il concetto dicendo che in questo mondo se non sei pesce grosso non sei nessuno. E lui vuole essere qualcuno.
Rimango male nel vedere che il mondo gira davvero così. Le persone che hanno meno scrupoli nella vita riescono a fare cose in grande. Mentre i pesci piccoli guardano. Ma noi siamo tanti, davvero tanti. Potremmo rovesciare il mondo. Ma rimaniamo terrorizzati fingendo di essere legati, mentre siamo davvero liberi.
Dopo la cena usciamo, mi confessa che aveva trovato un bel donnino da sedurre ma era una che guadagnava tanti soldi e lui non poteva stare con una donna che guadagnasse molto più di lui. Terribile (qui già voglio tornare a casa, quasi).
Prima di uscire corre in bagno a truccarsi. Senza trucco non riesce a uscire di casa, dice (quando lo racconto a un'amica comune lei mi dice "Se lui non riesce a stare con una donna che guadagna più di lui, io non riuscirei a stare con un uomo che si trucca più di me!". Giusto appunto).
Voglio essere un pesce piccolo, Ma non voglio essere mangiata dai pesci grandi. Pesci piccoli, uniamoci!
Canzone del giorno: Ray Charles Hit the Road, Jack!
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