25 marzo 2009

La storia insegna

Ieri siamo stati a vedere il match di improvvisazione teatrale. Rispetto alla settimana scorsa erano davvero in forma. Se solo riuscissi a superare questa mia sciocca resistenza mi iscriverei a un corso, anche scrauso, di teatro.
Alle superiori avevo fatto un microcorso di improvvisazione teatrale al liceo. E’ stato molto divertente e alla fine il risultato è che la vergogna sparisce, ma non perché si supera la timidezza. Una persona timida difficilmente diventa sicura di sé con un micro corso di improvvisazione teatrale che-aiuta-ma-non-fa-miracoli.
La vergogna sparisce perché si diventa amici alla fin fine. Quindi non ti vergogni a ballare senza musica davanti agli altri del tuo gruppo, né a cantare canzoni stonando, né a camminare davanti a tutti guardandoli negli occhi. Il palco però, per quanto piccolo, ti terrorizza. Oggi come oggi non so se avrei il coraggio di rifare le stesse cose. Se possibile, sono diventata ancora più timida di allora.
Ieri all’uscita da lavoro siamo andati dal “gommaio”, il ragazzotto, rasato e tutto tatuato, mi guarda come solo un uomo sa fare con una donna quando si tratta di auto&motori e mi dice “Ma ci hai anche camminato sopra?” stringendo a sé la ruota sfatta come un bambino terrebbe un pupazzo di peluche rovinato dalla sorella maggiore.
Ovviamente rispondo di sì, la mia 600 è testata per queste cose. Una volta l’ho riportata a casa con la spia dell’olio accesa e ho avuto il coraggio di spostarla anche dopo per andare dal benzinaio.
Quando la portai dal meccanico lui mi guardò come solo un uomo sa fare con una donna quando si tratta di auto&motori e mi disse “Ma l’hai usata anche con la spia dell’olio accesa?” osservando il filtro dell’olio smontato come un bambino deluso dal regalo di Natale.
La storia insegna, le cose avvengono ciclicamente sempre uguali e la seicento resiste a tutto, persino ai miei maltrattamenti. Se arriva in Italia come prossima auto mi piacerebbe quel rottamino carino che costa 1500 euro. Non ci vai a 100 km/h ma per una città come Firenze dove la velocità massima arriva ai 30 km/h direi che è quasi un bolide.
La cosa buffa è che ne parlavano proprio ad un tg qualche sera fa. Hanno dedicato al servizio esattamente 10 secondi (hanno mostrato un video con le macchinine, stile smart, hanno dichiarato il prezzo di vendita e stop) seguiti da un servizio di qualche minuto sulla nuova Lamborghini (o Maserati?) che fa la bellezza di 300 km/h, brum brum.
In tutta risposta stamattina ho preso il bus, avrei potuto prendere il Peugeot 207 ma ho voluto provare col bus e non è stato malaccio. Solo che non sapevo esattamente la fermata così ho chiesto aiuto all’autista che mi ha fatto scendere all’inizio della via in cui lavoro. Peccato che è uno stradone lunghissimo e ho sbagliato fermata quindi mi sono fatta un bel pezzo a piedi e sono arrivata appena in tempo.
No problem, ho avuto modo di leggere il mio nuovo fantastico libro e di rilassarmi il cervello, prendere un po’ d’aria, fare 4 passi ecc ecc.
Oltretutto c’è un bel sole ed è proprio piacevole andare in giro con questo tempo.
Secondo giorno di pastiglia e ancora nessun effetto collaterale. Sono molto più ottimista.
Canzone del giorno: Kikapoo Tenacious D

24 marzo 2009

dicevo...

La mia collega mi ha consigliato di andare dal carrozziere qui sotto per sistemare la gomma. Pur essendo carrozziere a me l'ha fatto, è stato molto gentile, mi diceva.
Così per non fare la spudorata, in pausa, sono andata da lui dicendo che ho la gomma a terra e di indicarmi un gommista (qua lo chiamano gommaio) in zona. Speravo che mi dicesse "Non preoccuparti, gli do' una mezza sistemata io". Invece mi indica davvero il gommaio più vicino, il che è anche giusto: è quello che gli avevo chiesto.
Visto che il mio messaggio subliminale non aveva raggiunto il mio target gli dico semplicemente "Non è che mi ci daresti una sistemata tu?", lui mi guarda e dice "no io no, devi andare da un gommaio".
Nulla, forse dovevo partire con il messaggio esplicito da principio.
Torno alla macchina e la gomma è proprio a terra. Sembra il taxi di Roger Rabbit quando viene colpito dalla salamoia.
Avanti, mi dico, mettiamo la ruota di scorta, che sarà mai.
Così piglio il crick e cliclackcliclackcliclack sollevo la macchina. Provo a levare i dadi ma non mi riesce e così quasi rinuncio quando arriva un signore e chiede "Ti serve una mano?". Io non mi faccio quasi mai aiutare: la mia risposta di default è "no, grazie", ho sempre avuto la tendenza a voler fare le cose a tutti i costi da sola. Però oggi ho detto "sì grazie".
Il signore arriva di corsa e mi aiuta a levare la ruota e a mettere quella di scorta.
Notiamo che anche la ruota di scorta è un po' depressa: allora me la gonfia e mi fa anche lavare le mani nel bagno del magazzino dove lavora. Che dire: esistono ancora persone gentili.
Quindi ringrazio il signore che mi permette almeno di tornare a casa stasera a portare la seicentina dal gommaio.
Grazie signore grazie.

Resistenze e reattanze

Stamattina ho preso la prima pastiglia di Tamoxifene.
Ho dovuto mandare una email al mio dottore per farmi rassicurare sugli effetti collaterali, proprio io che razionalizzo così tanto.
Le questioni di questa resistenza psicologica, assolutamente inutile visto che non ho alternative, sono diverse.
Dopo tanti anni di ospedali e visite la mia speranza era di andare migliorando e di evitare almeno medicine aggiuntine, in verità di anno in anno scoprono nuovi nodulini, nuove ipofunzionalità, nuovi esami da fare. E a questo si aggiungono nuove terapie. Da qui il Tamoxifene.
Il bugiardino del Tamoxifene è da spararsi anche se conosco farmaci usati per la pelle che hanno controindicazioni più gravi. I forum di donnine che usano questo farmaco sono parecchi e molte donnine confermano gli effetti collaterali. Così ho preso tempo con la scusa di parlare con un senologo, ma poi ho razionalizzato e mi sono resa conto che non sarei mai andata a trovare un senologo per chiedergli informazioni su un farmaco prescritto nel 99% dei casi.
Così ho scritto al mio endocrinologo che mi ha ribadito che è d’accordo sulla scelta dei suoi colleghi e che nel mio caso specifico è la scelta migliore e mettendo sulla bilancia i rischi e i benefici è chiaro che tutto pende a favore del farmaco.
Stamattina ho sognato che prendevo la mia prima pastiglia e provavo a mandarla già con una bottiglia d’acqua ma non riuscivo. La mia gola si serrava e mi venivano i conati di vomito. Ho provato più e più volte finché quasi si è sciolta in bocca e alla fine l’ho sputata.
Però appena mi sono svegliata ce l’ho fatta e l’ho presa. E’ effettivamente grossina, più o meno come una tachipirina e ho dovuto buttare giù parecchia acqua prima di farla scendere.
L’effetto collaterale più grosso è stato la gomma a terra: primo giorno di pastiglia, il tempo è nuvoloso e probabilmente ho bucato perché ho la gomma a terra. Devo avere devastato anche tutto il resto della macchina perché sono arrivata al lavoro tranquilla pur col volante praticamente girato verso sinistra.
Il mio scopo era arrivare a casa in questa condizione ma forse non è il caso: sono quindi costretta in pausa a cercare un gommista in zona e chiedere che mi faccia almeno tornare a casa.
Ieri notte ho fatto uno strano sogno.
Io Roccio abitiamo in una specie di casa comune sottoterra. I muri sono totalmente dipinti di bianco e gli appartamenti dei diversi abitanti del mondo di sotto sono collegati tra loro da arcate altissime e aperte, non ci sono porte e le persone passeggiano come se si trovassero per strada a fare shopping.
L’appartamento dove stiamo noi era di mio zio, che prima di potersi permettere un appartamento nel “mondo di sopra” doveva accontentarsi di quello. Ora che mio zio non ci abitava più ce lo aveva lasciato perché, diceva, “vivere a Milano non è facile e le case sono molto costose”.
Sul pavimento erano presenti delle rotaie, forse a retaggio di una metropolitana che prima passava di lì e la disposizione dei mobili era esattamente quella di ora. Il divano era per cui un po’ nel mezzo.
Gli appartamento erano disposti come se fosse tutto un corridoio e noi eravamo nell’estremità est. Alla nostra destra avevamo un muro chiuso e alla nostra sinistra un arco che ci collegava alle altre abitazioni.
Ad un tratto sentiamo fischiare un treno. Guardiamo alla parete di destra e un vecchio treno sfonda il muro, porta via con sé il divano e passando sotto gli archi percorre tutto il corridoio fino all’estremità ovest. Io e Roccio ci guardiamo sbalorditi ma siamo gli unici sorpresi. Corriamo dietro al treno per cercare di recuperare il divano ma non c’è niente da fare. Lo guardiamo sparire attraverso una specie di bandone alzato attrezzato dall’abitante dell’estremità ovest che, evidentemente, era ben al corrente del passaggio del mezzo.
Buffa e spettacolare la scena del muro bianco che viene giù, mi ricorda “The Wall”.
Ieri tra le altre cose abbiamo messo un po’ in ordine e ci siamo di nuovo impegnati a cercare di mantenere tutto un po’ più ordinato.
Domenica invece siamo andati a un museo di minerali e astronomia e meteore e meteorismo, molto carino. Mi piacciono i sassi grossi che sbrilluccicano, piritoni quadrati ed ematitoni, quarzoni e acquamarinoni. Mi piacciono di più così che intagliati e ristretti all’interno dei gioielli.
Sentendo i signori appassionati che vanno a cercare minerali mi fa quasi impressione sapere che quelle sono cose prodotte dalla natura. Mi immagino a scavare e a trovare pietroni di quel calibro e penso che forse li fotograferei, li ricoprirei alla meno peggio, e me ne andrei. E’ come cogliere un bel fiore raro, messo in vetrina apparirebbe in tutto il suo splendore ma alla fine appassirebbe.

Canzone del giorno: Fatalità Gem Boy

20 marzo 2009

Sarebbero arrivati "loro"

Questo è l'originale:


e questa è la fantastica cover di alcuni ragazzotti in playback:



La canzone di oggi è: Sballi ravvicinati del terzo tipo Vasco Rossi
eccola:

Vasco non mi piace nel 90% dei casi. Ma c'è quel 10% che...

12 marzo 2009

Disordine mentale

Sto diventando sempre più pigra. Al mattino mi alzo in ritardo, arrivo al lavoro in ritardo, penso le cose in ritardo, vivo in ritardo.
Questo fa parte del mio disordine mentale e comprende il non fare il letto, gettare la roba sporca in terra, accumulare roba e libri sul tavolo della cucina, lasciare che nugoli di capelli mi avvolgano e lasciare morire la roba in frigo.
Giuro, vorrei essere più ordinata, ma dovrei prima mettere ordine nella testa.
Capisco che la condizione di ordine fisico genera anche ordine mentale, e viceversa. Per cui sto mentalmente bene quando sistemiamo casa ma sono così pigra che mi trascino il disordine da dentro a fuori, da fuori a dentro.
Buoni propositi: voglio mettere ordine fuori di me e sistemare ogni cosa, però piano piano. Qualcosa del tipo: stasera penso all’ingresso, domani al tavolo, dopodomani alla scrivania, e così via.
Per riprendere il film “Tutte le manie di Bob”, a passi di bimbo. Passi di bimbo per sistemare il corridoio, passi di bimbo per pulire il bagno, passi di bimbo per levare le ragnatele.
P.s. proprio oggi mi hanno prorogato il contratto di lavoro! Evvai! Fino a dicembre almeno si paga l’affitto!

09 marzo 2009

Sentenze

05/03/2009

Il referto è chiaro, carcinoma mammario. Cose positive, l'intervento ha asportato ogni cosa, non dovrò fare nessun tipo di radioterapia in quanto molto probabilmente si tratta di un tumore radioindotto (ovvero causato dalla radioterapia a mantellina fatta quando avevo 13 anni) e quindi è iniutile irradiare una zona in cui c'è stato un tumore col rischio di creare recidive.
Cose negative, dovrò fare una terapia per ora di 3 anni ma molto probabilmente prorogabile a 5, ormonale. Si è scoperto che i tumori alla mammella crescono più velocemente se attivati dagli estrogeni. La pastiglia che dovrò prendere, a base di Tamoxifene
Nel dettaglio:
Quando un tumore del seno viene asportato, viene mandato in laboratorio per studiare la presenza di vari recettori, in particolare dei recettori per gli estrogeni e per il progesterone, due degli ormoni femminili. Le pazienti il cui tumore è positivo per i recettori degli estrogeni possono utilizzare farmaci che bloccano gli estrogeni come il tamossifene, che viene prescritto in pillole per cinque anni dopo l'intervento. Questo farmaco riduce drasticamente le ricadute, ma ha alcuni effetti collaterali dato che induce, di fatto, una menopausa su base chimica. Vengono utilizzati anche altri farmaci con la stessa funzione, chiamati inibitori delle aromatasi, per ora riservati alle donne che sono già in menopausa. Il tumore viene esaminato dall'anatomo patologo anche per individuare la presenza di un recettore chiamato HER-2/neu. Se questo è presente in grandi quantità, è maggiore il rischio di incorrere in una ricaduta. Per questa ragione si propone, da qualche anno, alle donne positive per questo esame, di prendere un farmaco biologico chiamato trastuzumab, una sostanza che blocca i recettori e impedisce al tumore di crescere. Altri farmaci biologici sono allo studio.


Questi farmaci, per intenderci, vengono anche utilizzati sulle persone ad alto rischio di cancro alla mammella perché facendo il rapporto tra benefici e rischi, i primi sono di gran lunga maggiori e non fanno sicuramente pensare agli effetti collaterali.

Pericolo scampato quindi. Torno a ripetere che, buffo, il detto non c'è due senza tre a volte è vero.

06-07-08/03/09
Siamo stati a Venezia. E' sempre bella, una delicata signora che sembra in fase di decadimento e poi ti sorprende con la sua incredibile unicità. L'acqua che ti avvolge, il cielo e il mare, le isole e la solitudine. Il posto dove, in ogni caso ti senti un po' sperduto e solo. E per quanto piccina ti farà perdere tra le viuzze, i ponti e le indicazioni mancanti. E in ogni angolo ti sentirai nello stesso angolo di prima, e ogni ponte sembrerà quello appena attraversato, e solo quando si sbuca sul Canal Grande si avrà modo di capire, ma solo in modo illusorio, dove ci si trova. Quando le case colorate dell'isola di Burano ti inghiottono e quando ti emozioni davanti a un paio di quadri che fin'ora avevi visto stampati in un rettangolo 2x3 cm su un vecchio libro di storia dell'arte ti senti davvero piccino davanti a questa signora un po' in là con gli anni ma sempre stupenda.

E' inutile, mi innamoro dei posti e li difendo con le unghie e con i denti e in ogni luogo ci lascio un po' di me e prendo un po' del posto. E anche se le maschere veneziane non mi piacciono non si può non apprezzare la finezza di alcuni tratti dipinti a mano e della meraviglia degli accostamenti cromatici all'interno dei negozi.

La consiglio, consiglio le isole e consiglio ogni angolo piccolo. Osservate con cura ciò che vi viene donato e fatene tesoro perché ogni luogo ha la sua magia che è crudele spezzare.



Canzone del giorno: Shape Of My Heart Sting

03 marzo 2009

Anonimo Veneziano

Venerdì, all'uscita da lavoro, un anonimo veneziano ha lasciato sulla 600 un rametto di mimose.
Grazie anonimo.

A proposito, venerdì partiamo per Venezia. Io, inutile dirlo, sono entusiasta. Non per Venezia, o meglio, anche per Venezia. Ma soprattutto perché ho proprio bisogno di andare via con Roccio anche se solo per un paio di giorni.

Mi sono segnata le mille cose che voglio vedere.

Spero di vederne almeno la metà.