Sto riflettendo su quanto io sia asociale in alcuni momenti, e fin troppo riservata con tutti. Parlo per ore senza dire nulla. Riesco solo a scrivere per sfogare.
I miei amici sono i soliti da decenni, o comunque da anni, e anche loro non sanno tutto. La mia specialità è raccontare quelle due o tre cose traumatiche che mi sono accadute: però non so se ho mai raccontato davvero a nessuno come ci si sente. Non riesco a ricordare di averlo detto. Forse però l'ho pensato forte.
6 commenti:
anche se sono un po' sordo da quell'orecchio ci sento benissimo.
smack
ieri sera ne parlavo con un amico, cioè, in realtà NON ne parlavo affatto, ma i silenzi erano cmq estremamente eloquenti.
In silenzio ci siamo detti molte cose, peccato che molte volte pur mossi da ottime intenzioni non riusciamo a capire l'altro senza un vero sforzo di comunicazione verbale da parte di entrambi.
Però trovo abb normale lo scrivere come sfogo. E in ogni caso, le persone ti apprezzano anche con le tue ombre, perchè Carla è una bambina speciale a prescindere :)
Zion
ps grande Roccio!!!!!
Fai bene a non raccontarti mai del tutto alle tue amiche. Prima o poi, non dico ti ricatterebbero, no, penso questo no, ma te ne pentiresti.
Ciao!
Roccio: sordi siamo tutti e due, e nel nostro caso spesso le parole sono superflue. smack
Zion: sì alla fine hai ragione. Mi rendo poi conto che le parole hanno dei limiti incredibili. Come spiegare a parole ciò che non ha parole per essere spiegato?
Pinella: il concetto di tattica da guerra non mi è nuovo. Svelare le proprie debolezze ci rende più vulnerabili, e ho sperimentato sulla mia pelle quanto troppo, troppo spesso queste confessioni vengano usate contro di te. Ma non è per quello che faccio fatica a parlare. E' quasi una fatica fisica. Aprire bocca, trovare i concetti, esprimerli in maniera lineare in modo che l'altro ti capisca.
Comunque non so se ci hai fatto caso, tutti vogliono raccontarsi, ma quando si tratta di ascoltare rimangono in pochi!
Pinella, come darti torto?
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