Devo fare il formattone annuale del portatile. Mi tocca. Io li incasino sempre i computer, è la mia parte femminile che esce allo scoperto. La scrivania al lavoro rappresenta la mia parte maschile, è disordinata da morire. Fogli su fogli su post-it su penne scariche su penne senza tappi su bottiglie di plastica vuote o mezze piene. Anche la casa mi rappresenta abbastanza. Mi sembra la casa della vecchina nel film “Harold e Maude” (consigliatissimo film per chi non l’ha visto), piena di cose, disordinata da morire e vivibile solo per noi.
Io e il disordine abbiamo un rapporto di amore/odio. E’ la culla della mia pigrizia ed è la condizione in cui mi trovo meglio. Ma c’è una parte di me, l’animale sociale che è in me, che osserva dall’esterno e teme il giudizio degli avventori. Questa condizione dura un paio di giorni, in cui mi spremo per ordinare l’ordinabile, dopodiché rientro nella fase cumulatoria, in cui ogni punto d’appoggio deve essere riempito di oggetti. Il mio spazio visivo non deve avere vuoti.
Poi oggettivamente l’ordine mi piace. Ma non riesco a mantenerlo. Sono una ragazza disordinatamente modificata.
Canzone del giorno: Paint it Black The Rolling Stones
1 commento:
a chi lo dici..........disordine????????
molto di più....non sentile urla di mia mamma ogni tanto???
Posta un commento