Siamo rimasti d'accordo con due amici di Milano in modo che facessero la coda e prendessero prima i biglietti. Purtroppo (per loro) non è stato possibile, e alla fine hanno fatto la coda per un sacco d'ore e poi sono stati costretti a rifarla con noi. La coda, per chi avesse intenzione di andare in questi ultimi giorni, è durata due ore e mezza. Ma sapete? Ne è valsa la pena. La mostra, pur non essendo vasta e ben strutturata come quella che avevo visto a Venezia diversi anni fa, è stata molto bella. Presente uno dei miei dipinti preferiti, Spagna, assente il suo dipinto più famoso, La persistenza della memoria.
La coda è stata la parte più divertente della giornata. Grazie ad Aga le fanciulle (minorenni) dietro di noi non avranno più alcun dubbio sul sesso e, anzi, avranno già appreso più cose di quante potrebbero imparare con la pratica (se ancora non sono avvezze).
Ma noi ci divertiamo comunque, facciamo un po' di foto, un po' di facce buffe e il tempo passa. E passa bene.
Finalmente tocca a noi, riusciamo ad accedere alla seconda coda, quella che poi ci permetterà di fare i biglietti.
La mostra è bella, davvero. I quadri non sono moltissimi, e le luci non sono posizionate nel modo migliore, alcune sono addirittura fulminate. Ma non posso assolutamente lamentarmi. Vi è presente la riproduzione della stanza di Mae West, dove ci si può sedere su un divano in plastica (eh a saperlo prima non mi ci sarei fiondata con tanta foga) e farsi una bella foto.
Per i dettagli vi posto ciò che è scritto sul sito della mostra:
Salvador Dalí arriva a Milano. Dopo la personale che si nell’ottobre del 1954 nella Sala delle Cariatidi, il genio surrealista ritorna a Palazzo Reale. La mostra, prodotta da Comune di Milano e da 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE, inaugura a Palazzo Reale il 22 settembre e termina il 30 gennaio 2011. L’esposizione, curata da Vincenzo Trione, è resa possibile grazie alla straordinaria collaborazione della Fondazione Gala-Salvador Dalí di Figueres e si avvale di importanti prestiti provenienti da musei nazionali e internazionali. L’allestimento è a cura dell’architetto Oscar Tusquets Blanca, amico e collaboratore di Salvador Dalí: autore, insieme con il Maestro surrealista, della sala Mae West nel museo di Figueres e del famoso sofà Dalilips. Per la prima volta la sala di Mae West verrà realizzata all’interno del percorso espositivo così come fu ideata dallo stesso Dalí: una sorprendente installazione contemporanea. Chiude il percorso il cortometraggio Destino di Salvador Dalì e Walt Disney, mai proiettato in Italia.
LE SEZIONI DELLA MOSTRA
La mostra intende approfondire il rapporto tra l’artista spagnolo e il tema del paesaggio. Si tratta di un aspetto poco conosciuto dal grande pubblico, che offre inattesi spunti di riflessione in merito al legame di Dalí con la pittura rinascimentale italiana, il surrealismo e la metafisica, in un processo che, secondo il curatore Vincenzo Trione, porta il pittore dal caos dell’inconscio al silenzio.
Quadri che vogliono documentare un “altro” Dalì: mistico, religioso, spirituale.
1 Paesaggi storici: guardare dietro di sé e intorno a sé.
Nella prima Stanza dedicata alla Memoria saranno accostate le opere che illustrano il rapporto dell’artista con il passato come La Venere di Milo con tiretti, proveniente dal museo Boymansvan Beuningen di Rotterdam, o le tele dedicate a Velaquez.
Nella successiva Stanza del Male è illustrato il rapporto dell’artista con la contemporaneità: in particolar modo il tema affrontato è quello legato alla guerra (come nella Melanconia Atomica del Reina Sofia di Madrid e nel Visage de la guerre del Boijmans Museum di Rotterdam.
2 Paesaggi autobiografici: guardare dentro di sé
Nella Stanza dell’Immaginario sono presenti le opere più legate al periodo surrealista, in cui l’artista approfondisce le tematiche legate all’inconscio, all’introspezione e alla ricerca di sé: dalle Tre età dal Museo di St. Petersburg (Florida) alla Ricerca della quarta dimensione della Fondazione di Figueras.
L’immaginario surrealista, poi. prenderà vita all’interno della Stanza dei Desideri dove sarà ricostruita, in modo filologicamente ineccepibile e inedito, la celebre Stanza di Mae West ad opera dell’architetto Oscar Tusquets Blanca, che fu co-autore del progetto: come scrisse lo stesso Dalì in un’intervista (esposta in mostra) gli specchi utilizzati a Figueras dovevano essere in realtà sostituiti con schermi televisivi, confermando ancora una volta la sua precoce mediatica.
3 Paesaggi dell'assenza: guardare oltre di sé
Infine, Dalì abbandona la rappresentazione della persona umana. E nella Stanza del Silenzio si fa sempre più forte l’assenza della figura sino alla sua sparizione e al trionfo del paesaggio. In un rimando metafisico che ha il suo climax nel Cammino dell’enigma (Fondazione Gala- Salvador Dalí Reina Sofia).
La Stanza del Vuoto è il punto di arrivo dove la pittura di caos si trasforma in pittura del silenzio. Dapprima, scenari segnati da desolanti inquietudini. Poi, addirittura l’astrazione, come testimonia l’ultimo olio dipinto dall’artista prima della morte, nel 1983, Il rapimento di Europa (conservato a Figueras): un monocromo azzurro, spaccato da ferite, quasi un involontario cretto.
4 Epilogo
La sezione conclusiva del percorso espositivo è una sintesi. Vi si documenta il rapporto tra Dalí e Walt Disney. In esposizioni, quadri che rivelano richiami classici, memorie rinascimentali, atmosfere metafisiche e iconicità pop.
Ogni sezione è accompagnata da ampie sezioni documentarie dove lo stesso Dalí, attraverso interviste e apparati video, racconta il suo rapporto privilegiato con alcuni dei luoghi e dei paesaggi a lui più cari, come gli stessi paesi della Catalogna, che diventano il suo rifugio e sede della Fondazione a lui intitolata (Figueras, Cadaques, Portlligat), l’Italia e l’amata Parigi.
E comunque Spagna è meravigliosa.
Un altro dipinto che decisamente mi ha colpito è stato Tavola solare:
Non si può immaginare, finché non lo si vede dal vero, con che accuratezza ha dipinto i bicchieri e i cucchiaini al loro interno, come se fossero la cosa più importante del dipinto.
Ovviamente stupendo il bellissimo e inquietante Volto della guerra
Dipinti famosissimi ce n'erano, ma sinceramente sono cotta per descriverli. Sappiate che è bella, ne vale la pena, anche se c'è molto da attendere (al freddo) prima di entrare.
la visita dura circa un'oretta, io ho pranzato alle 15 insomma. Poi un girettino e alle 18.10 ho ripreso il treno. Tutto fattibile, almeno da qui.
Ringrazio chi mi ha tenuto compagnia, persone che conosco da una vita, da un po' meno, persone che non vedo da una vita e persone conosciute solo oggi.
L'arte e gli amici riempiono il cuore. Se sono presenti insieme è ancora meglio.
Canzone del giorno E ti vengo a cercare CSI e Battiato
Today's makeup
9 commenti:
In una parola: Invidia *_*
Di dove sei Queto? La mostra c'è fino a fine mese: sei ancora in tempo per il prossimo weekend!
Sono di foggia, ma sono a torino per studi. E sono in piena sessione con 5 esami da dare :§
Ma dai! Mio padre era di Serracapriola! Comunque non preoccuparti, ci sarò occasione di vedere Dalì, in un modo o nell'altro, anche in una prossima mostra.
Che storia! ;D
Lo spero proprio, anche perchè già mi sono perso Van Gogh a Roma, ora questo... Speriamo bene (però il GoM 2011 non me lo voglio perdere)
GoM?
Gods Of Metal ;)
Quello di quest'anno, a Torino, sei andato a vederlo? E p.s. dove sarà nel 2011? :)
No, 2010 no
di interessanti c'erano solo i Motorhead, il resto non era propriamente apprezzabile (almeno per me)
Quest'anno sarà a Monza, giorno singolo, con gli Judas Priest al loro ultimo tour in carriera
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