Dopo il precedente weekend, andato bene ma con finale col botto, sono stata contenta di concedermi un po' di relax, da mercoledì sera in poi, a Bologna.
Sono stata molto bene, molto benissimo, moltissimo benissimo: siamo stati in giro per Bologna e abbiamo visitato la biblioteca (bella bella in modo assurdo) e una cosa che mi è piaciuta in modo particolare, ovvero l'anfiteatro di anatomia (o teatro anatomico) in cui al centro c'è un tavolino in marmo in cui i docenti aprivano a metà i cadaveri e attorno ci sono seggiolini dove studenti bramosi di conoscenza prendevano appunti. E' una roba del 1637 quindi occhio.
Bologna è gialla, rossa, calda e viva. Piena di studenti e di gente alternativa. Riesce a mescolare antico e moderno senza rendere pacchiana ogni cosa.
Sabato finalmente arrivano le mie cosacce che, dopo un mese e una settimana, han deciso di farsi vive. Della serie: meglio tardi che mai.
Siamo stati anche in un locale molto bellino, un vero locale da coccole, che si chiama "Il ristoro delle fate". Questo dopo una buonissima piadina e prima di una golosissima crepes alle barrette kinder (roba più golosa si può immaginare?), barrette sciolte che ovviamente mi sono versata addosso.
Quando sono salita sul treno per venir via, mi è venuta un po' di ansia. Come se mi stessi allontanando da un bell'angolo di paradiso per correre dietro ai piccoli problemi: il corso, le pratiche per la rottamazione e le robe per l'assicurazione auto, la casa da sistemare (ancora sottosopra dal trasloco). Ed è infatti così che mi sono sentita per tutta la giornata di ieri: nervosa, irritabile, cacapalle in modo impressionante. Per non parlare del fatto che lunedì sera avevo il mio primo appuntamento con la psicocosa. Lei, devo dire, è stata molto brava. Un'ora è volata e ho capito che non sono così malaccio, che devo sfruttare a mio vantaggio questo saltellare sulle cose senza mai poggiarmici sopra (perché in effetti potrebbe essere una risorsa). Ho capito quindi che cosa voglio da questo percorso: dare spazio alle mie esigenze. Provare a essere un po' egoista, accettare di non piacere a tutti. Costruirmi la mia vita. Insomma.
Leggevo con piacere il mio post che ho linkato poco sopra e tutte le riflessioni a venire che sono venute. Vedo che oggi, come ieri, ho sempre questa fame di ogni cosa, che non c'è verso di chetare. Ho voglia di gente, posti, odori, colori, sensazioni nuove e vecchie. Desidero obiettivi, certezze e paure comuni. Pianificare cose per me prima impensabili. Fare follie ma col cuore. Rivalutarmi con occhio critico. Non avere rimpianti. Ho voglia di vita come non ne ho mai avuta.
Desidero e avrò.
Canzone del giorno: I was made for loving you Kiss
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