28 maggio 2024

Perdersi al forte

 C'è una mostra, al forte di Bard, che termina il 2 giugno: Wildlife Photographer Of The Year. Dato che nella mia azienda le ferie sono ben viste (un giorno qua e là, perché anche qui le ferie grosse sono da prendere obbligatoriamente ad agosto) ieri ho deciso di prendere questa giornata di ferie per andare al forte da sola e godermi la giornata.

Avevo due opzioni: prendere una enjoy e pagarla per tutto il giorno oppure affidarmi ai treni. Mi sono fatta due calcoli e ho optato per il treno: peccato che da Ivrea ad Aosta fino a giugno non c'è più il treno ma il bus sostitutivo, e se voglio arrivare a un orario decente mi tocca partire prestissimo, da Torino Porta Susa, col bus. 

Nessun problema ce la posso fare: cerco online dove possa trovarsi la fermata ma niente, viene indicato un genericissimo Piazzale FS esterno sottopasso metro. Non esiste piazzale FS, abbiamo da un lato corso Bolzano e dall'altro corso Inghilterra. 

Va bene, no problem, sono relativamente vicina alla stazione, ieri sera faccio un salto.

Giro ovunque senza trovare indicazioni della fermata di questo maledetto bus. Poi vado in biglietteria a chiedere e la solerte ragazzotta Non si preoccupi, è tra l'uscita B e l'uscita C della stazione. Poi lo vede, è un bus trenitalia, c'è proprio scritto.

Ok.

Mattino successivo, ore 7.35 circa sono in stazione. Mi apposto tra le due uscite notando che davanti a me c'è il parcheggio taxi e non potrebbe fermarsi, e poco più avanti ci sono le rastrelliere per le bici. Decisamente insolita come fermata.

Passa qualche minuto e vedo passare un bus con sopra una scritta gigante ARES SPORT e il disegno di un elmo spartano. Il bus mi supera e va a fermarsi parecchio più avanti. Manca ancora del tempo, sono certa non sia il mio bus, ma controllare non costa niente.

SPOILER: era lui. Non c'era nessuna scritta trenitalia, solo un foglietto di carta piazzato sul vetro anteriore del bus con il nome della linea.

Va bene: salgo e vado verso Verres dove poi dovrò attendere un'ora per il cambio ma nessun problema, devo comunque passare in farmacia a prendere l'imodium (sì perché c'è anche quello). A ogni fermata il bus entra nei vari paeselli e si ferma davanti alle stazioni. Tutto abbastanza semplice.

Arriva il secondo bus direzione Ivrea, dovrei fare solo 10 minuti di tratta, ma son tranquilla perché so bene che quando il bus entrerà nel paesello posso prepararmi per scendere.

SPOILER: il bus non entra nel paesello, a una certa si ferma e mette la freccia ma io penso sia per girare. Poi va dritto e mi rendo conto di AVER PERSO LA FERMATA. Guardo su Google Maps e ormai siamo quasi a Donnas. Quando scendo chiedo all'autista se avesse fatto la fermata di Hône-Bard e lui Sì io mi sono fermato poi non ho visto nessuno alzarsi e son ripartito.

Bestemmie. Questa gita parte male. Son quasi tentata di tornarmene a Torino, quando mi dico No ok sono qui, andiamo avanti.

Secondo Google maps il prossimo bus per tornare a Hône-Bard passa dopo un'ora. Ci metto meno a farla a piedi e mi metto in cammino. C'è una stradina pedonale che passa accanto alla statale e con questo sole e venticello leggero tutto sommato è piacevole.

Peccato che a una certa la strada pedonale si interrompe. Ci sono dei lavori ed è tutto chiuso. L'universo vuole che torni a casa? Perché quasi quasi...

Incontro una signora con un cane pastore enorme, che appena mi vede la strattona e ringhiando vorrebbe fare di me il suo nuovo pasto. Mi scusi per tornare a Bard?

Eh deve tornare indietro, scavalcare il muretto, camminare sulla statale e poi trova una deviazione per andare a Bard (il tutto mentre volteggiava trainata dalla bestia di Satana).

Ok.

Scavalco il muretto e ogni volta che passa un camion mi dico che se sopravvivo a questa, forse sono immortale.

(sono immortale).

Trovo poi un'altra strada pedonale e mi avvio. Presto però penso di entrare in varie zone in cui non dovrei, fare salite che le madonne partono e finalmente, Bard.

Parliamo della mostra: bella. Mi è piaciuto anche il fatto che fossero indicate le attrezzature usate anche se sono rimasta delusa dalla presenza massiccia di premiazioni di foto fatte con vari droni. C'era anche una bella foto di un'osmia che faceva il nido (bella ottica vintage dal modico costo di circa 700 euro che quasi quasi...) e mi è venuto in mente che non molte settimane fa un amico mi ha mandato dei vocali per chiedermi come cacciarne una che le stava facendo il nido sul balcone (e mannaggia avrei potuto fotografarla).

Poi ho pranzato al ristorante "La polveriera", dentro il forte. Ho preso una bistecca alla valdostana con contorno e non contenta anche un tagliere. Per dire che ho smangiucchiato per cena giusto per, ma ero ancora sazia.

Detto questo sto riprendendo piano piano con la fotografia. Ora che mi arriverà la 14esima prenderò una Fujifilm X-T5, un secondo corpo da affiancare alla mia vecchiettina X-T1. Ho già speso molti dei miei risparmi per un'ottica Fuji 16-55 2.8. È una lente versatile, ottima, le foto sono ricche di dettagli. 

Ora sto decidendo quali ottiche prendere, e anche pensando a come potrei farne un lavoro. E cambiare, di nuovo.

Avventurarsi a caso

La salita maledetta

E finalmente eccolo




Ovviamente la cameriera non riusciva a credere che avrei mangiato tutto: e invece...

Fame


L'università va avanti, a rilento ma va avanti. Non ho fretta. Per esempio per i prossimi esami avrei dovuto cominciare a studiare ieri, ma anche oggi mi sa che salto. Va bene così. Mi piace e non ho la fregola di finire in tre anni. Sono soddisfatta e a ottobre riprenderò anche violino (venerdì sono andata a vedere il saggio delle mie amiche di violino, e mi sono emozionata come penso accada ai genitori per i saggi dei figli).

26 maggio 2024

I biscotti della discordia

 Dopo il fantomatico digiuno ho deciso di proseguire con la dieta chetogenica, più comunemente chiamata keto. Questo mi ha permesso di mangiare e sentirmi sazia senza prendere un grammo. Sono entrata in vestitini e gonne che non mettevo da secoli. 

L'unica rottura è evitare i carboidrati: #sapevatelo, sono ovunque. Si nascondono in tantissimi piatti e quando si va a mangiare fuori navigano in vari composti incogniti dai nomi più variegati, come salsa dello Chef, sughetto ai mirinzetti spaiati, contorno di pura fantasia primaverile. Lo zucchero, nemico numero uno, è in quasi tutte le salse (senza le quali i piatti cotti della cucina fusion dei finti ristoranti giapponesi non avrebbero più sapore). 

NON SI DOVREBBE FARE UNA KETO FAIDATE, i vari gruppi di fissati impongono.

Esattamente quello che ho fatto, seguendo il mio diktat Sii ribelle - ma solo sulle cose inutili, of course.

Dopo il digiuno e cominciata la keto, il buon Cliff deve aver notato il cambiamento e, conoscendo la mia sensibilità sulla forma fisica, non lo ha esplicitato. Ma ha inziato anche lui la sua guerra silenziosa contro i carboidrati (perdendo svariati kg).

Questo lungo preambolo era necessario per raccontare l'assurda serata di ieri in cui ho lasciato Cliff ai fornelli per fargli preparare una luganica alla piastra con contorno di friarielli mentre io mi dedicavo alla preparazione dei biscotti per fare un tiramisù.

Ricordate la guerra ai carboidrati?

Non potevo usare i classici savoiardi, ma nella keto sono permesse farina di mandorle e farina di cocco, nonché dolcificanti (con parsimonia, il famoso eritritolo che Cliff chiama sempre tritolo). E mentre lui armeggia ai fornelli, io accendo il forno e comincio a mescolare gli ingredienti.

Se c'è una cosa che non faccio mai, è pulire il forno. È un compito che lascio volentieri ad altri (ma vivendo da sola non serve continuare per spiegarvi le sue condizioni). Purtroppo il mio forno contiene vari caduti in battaglia di mozzarelle sciolte e precipitate sul fondo da pizze precotte, formaggi colati, impasti spalmati e ormai carbonizzati in una sorta di crosta nera e dura che non saprei neanche come levare. Ed è per questo che quando lo accendo lui mi ricorda di pulirlo sbuffando un fumo grigio e denso che mi costringe ad aprire la finestra e chiudere la porta che dà verso la camera da letto.

Avendo una sola aria succede a volte che mi capiti di aprire l'unica finestra opposta a quella che dà sulla strada, che però è sulle scale. Tutto abbastanza bene, finché con la coda dell'occhio non vedo un lampeggiante blu dalla finestra della cucina, sulla strada.

Vivo in una zona molto trafficata e le ambulanze sono non all'ordine del giorno, ma all'ordine del minuto. Così confesso di non aver prestato attenzione alla sirena che si era fermata poco prima appena sotto casa. Pensavo che qualcuno si fosse sentito male nel palazzo, così mi sono affacciata e ho visto questo:


Un secondo per fare due più due.

Forno con residui e fumo, molto fumo. Finestra aperta sulle scale. Fumo per le scale. Pompieri che arrivano con sirena accesa.

Il tempo di comprendere questo e sento bussare fortissimo alla porta, come se qualcuno stesse colpendo con il palmo della mano e non con le nocche.

Vi lascio il tempo di immaginare la scena, il rumore di gente che parlotta sulle scale, io in ciabatte e minigonna che intanto avevo fatto in tempo a chiudere la finestra che affaccia sulle scale e che vado ad aprire con aria innocente mentre un vigile del fuoco mi incalza "SIGNORA TUTTO BENE A CASA?".

Con aria innocente replico "Probabilmente siete accorsi per colpa mia, stavo facendo dei biscotti ma il forno fa un po' di fumo perché ci sono dei residui".

Entrano in due, confermano il fatto. Cominciano a spalancare lo spalancabile (in tutto questo Cliff chiuso in bagno perché non stava bene). Spostano il portascarpe per aprire la seconda anta del portone, mi chiedono le chiavi per aprire il balconcino per le scale. Mi chiedono i documenti e compilano un verbale "Mi farete una multa?"

"Certo le arriva poi il conto a casa." risponde quello.

Il secondo pompiere mi fa cenno di no e sorride, io continuo a chiedere scusa imbarazzatissima e non sapendo che fare chiedo se vogliono un caffè. Sono realmente mortificata ma la situazione è così assurda che ho uno strano sorriso stampato sul volto.

Il secondo intanto fa "Non vogliamo usare il sistema di ventilazione elettronica per areare?"

"No, lasciamo tutto aperto. Signora lasci aperto per almeno un'ora, poi però pulisca il forno che qui la gente non sapendo cosa era successo si è preoccupata" - sorride - "Vede cosa succede a fare i biscotti?".

La gente intanto ammassata per le scale chiede "Ma cosa è successo?".

Il pompiere esce: "Tutto a posto, la signorina ha bruciato la cena"

Chiacchiericcio "Oh che peccato". Continuo a scusarmi, se già potevo non stare simpatica per la mia tendenza a non socializzare e il mio aspetto da punkabbestia integrata in società, ora è definitiva la mia esclusione anche dai saluti imbarazzati in ascensore.

I pompieri vanno via e mi lasciano sola a riflettere sull'accaduto e sento per le scale residui di vociare:

"Ma chi è? Son giovani?"

"Sì son giovani (grazie), quella con i capelli viola, no blu, ha i capelli blu"

"Eh succede".

Fine della cena: io e Cliff (finalmente uscito dal bagno) che non riusciamo a smettere di ridere, con finestra e porta d'ingresso spalancate.

Oggi però mi sono sentita un po' una cacca pensando a quanto gli altri inquilini possano essersi preoccupati, così ho finalmente deciso di pulire il forno (nei prossimi giorni) acquistando un prodotto apposito:


Sempre che, prossimamente, abbia ancora una casa.