25 luglio 2024

Non solo borderline

 La mia diagnosi di neurodivergenza.

Potrei cominciare questo racconto da molto lontano, ma voglio essere sintetica, se possibile. Ho cominciato a sospettare di essere neurodivergente dopo aver letto il libro "La scienza del male", forse nel 2017, 2018, a quanto pare, nel test dell'empatia alla fine del libro ho fatto un risultato così basso che mi si suggeriva di indagare sull'appartenenza un possibile spettro autistico.

Io curiosa, ho effettuato alcuni test diagnostici reali (esempio il RAADS-R) e i risultati sono stati i seguenti:







La curiosità era tanta, ma ho lasciato correre. Tanti mi han detto che era impossibile, persino il mio terapeuta aveva forti dubbi.

Poi la svolta un anno e mezzo fa, l'ultimo giorno di lavoro del mio ex ex posto (ah perché non sapete che cambierò di nuovo lavoro, full remote e aumento di stipendio, potevo dire di no?). Una mia ex ex collega mi confessa di essere autistica diagnosticata e di aver sempre avuto sospetti di me.

Mi riparte la curiosità e decido, dopo essere tornata da Benevento dalla mia Academy di Java, di intraprendere il percorso di diagnosi al centro di salute mentale di Torino, dove, fortuna mia, esiste un centro pilota per l'autismo negli adulti.

Comincio le visite, i test, i colloqui.

Dopo poco tempo un mio carissimo amico riceve una diagnosi ADHD. Mi dice che tra neurodivergenti ci si riconosce e di essere convinto che anche io lo sia.

Al successivo colloquio parlo con la psicologa e chiedo di fare anche il percorso per ADHD. Per intenderci, da quando ho cominciato a maggio 2023, ho terminato esattamente oggi. Di visite non ne ho fatte molte, potrebbero essere state 4 o 5 tra test e colloqui. 
E oggi, la visita con il super professore esperto di neurodivergenze per adulti che dopo un interessante colloquio (davvero illuminante e lo dirò finché campo perché non le aveva idea) che ha detto che ho un'intelligenza molto al di sopra della norma, che non si spiega i miei insuccessi scolastici perché ho un QI da docente universitario (e qui partito un po' il piagnino perché mi sono sempre sentita lenta, e tutti mi hanno sempre rimproverato di non portare mai a termine le cose) e che la mia mente è davvero interessante, sono una persona affascinante e di continuare la mia vita che è ricca. Ma di lavorare sulla mia personalità, e sul trauma (il tumore ma anche la famiglia disfunzionale). A settembre partiranno delle attività specifiche per ADHD, per imparare a gestire il tempo e la disattenzione. E non vedo l'ora di avere la diagnosi in mano anche se già mi ha detto che sono presenti sia ADHD che autismo. L'autismo meno importante dell'ADHD ma comunque presente.

Come mi sento? Non più sbagliata. Solo con un cervello che funziona in modo diverso.

Ovviamente ho cominciato a informarmi, leggendo testi che già persone neurodivergenti accanto a me mi avevano passato. Sto passando diverse fasi, dal piagnino (come sarebbe potuto essere se non? - non solo a livello scolastico ma anche relazionale. I miei rapporti non avevano grossi motivi gravi per terminare - a parte l'ultimo - se non la noia data dalla quotidianità), dalla voglia di gestire, la curiosità di sapere, dalla sindrome dell'impostore ("no, non è possibile che lo sia, si sono sbagliati, in qualche modo ho manipolato i risultati" - "ma no, è un esperto, non posso averlo manipolato, i test poi sono strutturati apposta"). Tante cose coincidono:
  • difficoltà nello studio
  • cominciare e non portare a termine mille nuovi hobby (dalle parole di un conoscente "Carla è come la dea Kali con mille braccia, quello che tocca diventa passione") - lo scrissi anche in questo post
  • distrazioni nell'esecuzione dei compiti anche più semplici
  • noia e ricerca della novità
  • acquisti impulsivi (ho recentemente preso una Fuji X-T5 nuova di pacca che ha assorbito la mia intera 14esima e di cui non avevo assolutamente bisogno)
  • variazioni di lavoro, città, ecc.

Devo assolutamente imparare a gestire diverse cose, per evitare di rovinare le mie relazioni, mollare gli studi e cercare di conoscere come funziona il mio cervello.

Non stupirà affatto che molte persone nella mia cerchia stretta di conoscenze e amicizie sia ADHD. Alcuni diagnosticati, altri no ma palesemente neurodivergenti. Per quel che riguarda l'autismo, invece, penso che l'alto funzionamento lo renda un compagno di cui si sente poco la presenza, ma che comunque in concomitanza con l'ADHD ha reso i rapporti un po' più complicati, la relazione con rumori e suoni un po' particolari, il bisogno di isolamento a volte è un'esigenza fisica che non so spiegare, e il disinteresse verso la vita degli altri (ma che compenso a volte chiedendo aggiornamenti) strano.

Non sono triste, sono contenta, anzi, di sapere cosa ho per gestire al meglio alcune criticità, capire come studiare, come evitare azioni impulsive, o semplicemente farle ma con maggiore consapevolezza.

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