01 aprile 2016

11/10/2015 Vazaha in partenza da Ambalavao

Oggi andremo a Isalo. Lasciare Ambalavao mi spiace, è un posto che mi è piaciuto tanto. Forse girare per il mercato e immergerci un po' di più in questa vita quotidiana oltre che vedere parchi e natura mi ha permesso di amare Ambalavao più di altri posti. Prima di partire Eric mi compra un bloc notes perché ho terminato le pagine del mio diario di viaggio che ho usato per Dublino, Cracovia/Varsavia e il Madagascar.

Alle 9, con la dovuta calma, partiamo.

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Ci spostiamo verso Sud e comincia a fare piuttosto caldo
L'intenzione è quella di vedere la famosa finestra sul tramonto; per quello è importante raggiungere Isalo per tempo.

A metà mattina ci fermiamo a prendere il caffè in uno degli innumerevoli banchetti a lato della strada. I locali erano molto incuriositi dai miei capelli biondi e dai miei tatuaggi. Nonostante si trattasse di un posto sperduto, la signora parlava un po' di inglese. La signora ci parlava e sorrideva sempre.
La voce dei Vazaha che ripartono si sparge e molti bambini arrivano correndo a salutarci.
E' una scena commovente, siamo Vazaha, abbiamo la pelle bianca come il latte ma il cuore è dello stesso colore. Viviamo per le stesse cose, anche se non con le stesse cose, anche se non nello stesso posto. Il loro sorriso ci ha illuminati.
Se nelle città il problema della povertà è ben evidente, in campagna è tutto diverso. Le persone vivono Mora Mora, si arrangiano per vivere, coltivano e allevano quello che gli serve. Sembrano sinceramente felici. I nostri problemi da primo mondo non sono contemplati nella terra rossa dei Lemuri.
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Purtroppo gli incendi sono frequenti.
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Facce stanche ma felici


A pranzo ci fermiamo in un hotely nel nulla dove ho mangiato bene e con poco e ho fatto pipì in un bugigattolo di legno senza buco per terra. Una blatta fischiante era lì a testimoniare la scena. Per fortuna se ne stava immobile, senza fischiare, appoggiata alla parete. Io accucciata la guardavo, lei appoggiata mi guardava.




Nella caraffa rossa c'è il Ranovola, l'acqua bollita nelle pentole bruciacchiate dove si cuoce il riso. Si beve durante i pasti
Ci rimettiamo in marcia e arrivati a Ranohira (che significa acqua dei lemuri, Rano - pronuncia ranu - vuol dire acqua) vediamo che il tempo è incerto e abbiamo deciso di non proseguire alla finestra sul tramonto perché, a detta di Eric, senza sole sono solo dei comunissimi sassi. Così rimaniamo lì a bere birra e a mangiare noccioline a Chez Alice che scopriamo poi essere di proprietà di un bolognese. Hanno infatti le tagliatelle al ragù e i ravioli ripieni di zebù. MMmmmmmm.
Ah e la password della WiFi è tagliatelle.
Passiamo in tranquillità la serata e mi corico quasi subito, dormendo poco e male. Digerendo nulla.
Mi appesantirà molto questa scelta nella camminata lunghissima del giorno dopo.


riposino in bungalow a Ranohira

Eh no che anche fuori non si sta male

in lontananza i bungalow a pianta tonda. A detta di Eric sono quelli che più somigliano alle case malgasce. 

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Una formica si avventura sul bordo di un tappo di una bottiglia di birra


il tempo è cupo e in lontananza si mette male


buffa foto panoramica del bungalow
In lontananza temporali e tuoni.
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Lampi in lontananza


Qui le foto di tutta la giornata

Canzone del giorno:

10 marzo 2016

Give a Book Tag

Onlyoneclickaway (ovvero Rita!) mi ha taggata nel “Give a Book Tag” (grazie mille per il pensiero!), un tag ideato da Iris&Periplo al fine di stuzzicare le fantasie dei nostri polpastrelli da lettori di libri. Partecipo molto volentieri, anche perché il tempo è pochissimo, i libri sono tantissimi ma ce ne sono alcuni che rileggerei volentieri, perché il piacere che ho avuto nel leggerli è immenso. Il tag prevede che io pensi a 5 libri che potrei regalare a una persona, di qualsiasi età, che si sta avvicinando al mondo della lettura. Dovrei quindi consigliarvi 5 libri che ritengo essenziali nel curriculum vitae di un lettore.

Quindi ecco i miei libri! Non sono dei classici, più che altro sono per me dei best, libri che appassionano. Ovviamente appassionano me quindi potreste trovarli noiosi, o deprimenti, o stupidi ma chi se ne frega! Eccoli:

Purtroppo anche io, come Rita ho barato e ho inserito più libri e tra questi non sono presenti "Il piccolo Principe" che già lei ha consigliato e "Cent'anni di solitudine" che ho considerato di una magia rara. Manca anche "Io sono leggenda", un libro che mi faceva correre a casa per cercare di capire come sarebbe andata a finire la storia e "Io e i lemuri" che fa venire voglia di partire alla ricerca di luoghi nuovi e animali misteriosi! Per non parlare de "Il maestro e margherita". Ah e "Una stanza piena di gente" - ragazzi, troppi ce ne sono!

Ma sto divagando: di libri preferiti ce ne sono tanti, forse tutti. Anche quelli che non ho amato mi hanno lasciato qualcosa. Partirò da un libro che ho appena terminato e che ho come ebook, per cui userò una copertina presa dal web.

Misery
Stephen King


Premetto che a me Stephen King non piace. Fin troppo prolisso, in altri suoi libri sono stata costretta  a saltare interi capitoli e, nonostante tutto, la trama filava. Lo trovo geniale invece nei suoi racconti. Quando le pagine a disposizione sono poche riesce a concentrare solo i dettagli importanti e a tenerti incollata al libro. Misery, nonostante faccia parte dei suoi romanzi, è stupefacente. Smuove angosce profonde senza mettere in mezzo mostri e fantasmi.
La cosa bellissima è il film è fatto molto bene ma manca di piccoli dettagli, ovviamente. I suoi pensieri, ad esempio. Inoltre alcune cose sono state modificate.
Sicuro non è un libro che vi lascerà indifferenti. Presto vi sentirete soffocare all'idea della prigionia infinita e il pensiero di non poter calcolare lo scorrere del tempo non vi lascerà scampo.
Quando ero piccola a casa avevo un'edizione in cui le "enne" del nuovo romanzo del protagonista erano stampate come se fossero state scritte a mano.
In ogni caso: leggetelo!



Marcovaldo
Italo Calvino

Amo Calvino e Marcovaldo lo amo ancora di più.
La storia è quella di un qualsiasi operaio che va in una grande città per trovare lavoro. La città è probabilmente Torino e la Sbav è molto probabilmente la Fiat. Mio padre fece una cosa simile: dalla sua amata Serracapriola, in provincia di Foggia, è andato nella enorme Torino. Non ha lavorato alla Fiat, ma comunque in un paio di fabbriche.
Grazie ai suoi sforzi, ai suoi straordinari, io, mia sorella e mia mamma siamo poi vissuti lì.
Chissà se anche mio padre, come Marcovaldo, cercava un pezzo di natura in città?
Tirando le somme posso concludere che si tratti di un libro tristemente romantico, scorrevole, ma con una forte critica al consumismo e all'industrializzazione.

Se leggete questo libro probabilmente vi innamorerete di Calvino, perché è un vero poeta. E allora sarà obbligatorio leggere "Le città invisibili".



Mezzanotte e cinque a Bhopal
Dominique Lapierre, Javier Moro

E' il 2 dicembre del 1984, siamo a Bhopal. La fabbrica che produce pesticidi, ormai ferma da tantissimi anni, esplode. E' la fabbrica della Union Carbide.
I vapori tossici passano sulla città, sulle baraccopoli e la gente rimane gravemente ferita, tantissimi muoiono all'istante mentre i vertici della Union Carbide si rifiutano di comunicare quali gas possano essere stati liberati. Ancora oggi i superstiti hanno svariati problemi di salute.
No, non è un thriller, ma una storia vera.

Se il libro può risultare impegnativo c'è un ottimo spettacolo di Paolini che ne parla.











Sulla pelle viva
Tina Merlin

Tina Merlin è una giornalista e ricostruisce passo passo le vicende che porteranno alla tristemente nota "strage del Vajont".

Le premesse sono necessarie, soprattutto non è un tema così lontano da noi. Leggere è importante per ricordare, e ricordare è importante per sapere che sotto le grandi potenze, rappresentate dalle aziende, non siamo mai al sicuro.

Inizialmente gli abitanti di Erto e Casso non vi piaceranno, sembrano solo molto paranoici ed eccessivamente tradizionalisti. Ma bastano poche pagine per capire che non sono più persone libere. La SADE (Società Adriatica Di Elettricità) scavalca le regole, si appropria delle case della gente, costruisce strade prima di avere il permesso e in men che non si dica si rende responsabile della morte di ben 2000 persone.

Non so cosa vi fa venire in mente, ma io penso spesso alla TAV.



Alice nel paese delle meraviglie
Lewis Carrol

Uno dei miei libri preferiti.
Inutile raccontare la trama, per me è la vita che vivo ogni giorno. Al mattino sono il bianconiglio che corre per la discesa che mi separa dalla fermata del bus. Al telefono con i clienti mi trasformo nella regina di cuori, avrei voglia di tagliare la testa a tutti. Quando leggo sono Alice, impegnata a raggiungere i miei mondi fantastici, in alcune situazioni sono addirittura lo stregatto: parlo con nonsense, svanisco agli occhi di chi ho davanti e sono una gran burlona.

Leggerlo con occhi di adulto ma con l'animo di un bambino vi porterà "davvero" all'interno di quel meraviglioso mondo.










Maus
Art Spiegelman

Il giovane Artie racconta delle vicissitudini del padre durante la seconda guerra mondiale. Ma non è un libro come gli altri.
Premessa: la famiglia di Artie è ebrea e il libro è un fumetto.
Gli ebrei sono topi, i nazisti sono gatti e i Kapò polacchi sono maiali.
La storia scorre, anche se stringe il cuore. Il babbo di Artie è un sopravvissuto ma vive ancora come se dovesse risparmiare ogni secondo. Qualsiasi cosa può servire per il momento dopo e non si butta via niente. Così, tra scene del presente e racconti del passato, Art Spiegelman ci racconta cosa è successo dal personalissimo punto di vista del babbo.

"Amici? Tuoi Amici? Se chiudi loro insieme in stanza senza cibo per una settimana ALLORA tu vedi cosa è AMICI!"



Sì lo so siamo già a quota 6 ma ho quasi finito.



L'altra parte
Alfred Kubin

Il mio libro preferito in assoluto. L'ho letto due volte ed entrambe le volte mi ha fatto fare ottimi incubi (io amo i sogni strani).
Alfred Kubin nasce come illustratore e questo è il suo unico romanzo. Il libro è accompagnato dai suoi disegni e la scrittura è davvero onirica. Sembra davvero una sequenza di disegni scritti. Ecco perché lo adoro, ho una memoria visiva e un libro che parla di immagini mi lascia visioni stupende nella testa.

Comunque il libro tratta di Perla, la città del Sogno, una città costruita ad hoc nella quale il protagonista viene invitato a trasferirsi.
Patera, l'amico del protagonista nonché "creatore" della città, tiene i cittadini prigionieri di incantesimi oscuri. La notte è l'incubatrice dei sogni. Ma qual è il confine tra sogno e realtà?
Quando posso regalo sempre questo libro, per me è unico, ed è la mia vera evasione dal mondo reale.
Probabilmente lo è stato anche per l'autore.




Fight Club
Chuck Palahniuk

Ho scelto questo libro (che secondo me non il migliore di Chuck - uno dei miei autori preferiti) solo perché molti hanno amato il film.

Il film è fatto molto bene, proprio per quello secondo me questo libro è l'ideale per avvicinarsi all'autore.

Quanta cupa può essere una vita di solitudine?

Tutti noi abbiamo a che fare con un doppio (per questo vi consiglierei anche L'Epopea di Gilgamesh da leggere, ma ripeto, non si può parlare di soli  libri da consigliare!). Il nostro compito per essere felici è conoscerlo e accettarlo.
Cosa succede quando il nostro doppio non viene accettato?

Probabilmente Fight Club non è tanto distante da ciò che accade alle persone con personalità multiple, le quali scindono la propria persona perché l'accettazione delle altre personalità è complicato. Ma non solo, anche e soprattutto perché il dolore si sopporta meglio se condiviso.

Se incontri il Buddha per la strada uccidilo
Sheldon B. Kopp

Ho comprato questo libro incuriosita dal titolo.
Ora è tutto sottolineato ed è persino nella mia top ten.

Gli uomini, da sempre, intraprendono viaggi "spitiruali" per trovare la propria illuminazione, spesso attraverso un guru. Il guru del pellegrino moderno è lo psicologo, o lo psichiatra.

Alla fine del viaggio capirà che in realtà il guru era dentro di sé, che solo noi possiamo illuminarci, che abbiamo solo bisogno di qualcuno che ce lo faccia comprendere.

All'interno del libro diverse storielle (tra cui quella dell'epopea di Gilgamesh che ho letto a seguito di questo libro)







Ripeto i libri sono tanti, ho barato perché  per me è un numero impossibile e spero possiate perdonarmi.

Nomino:

NoWhereInMyMind: ok, sputa fuori i tuoi 5 libri preferiti!

Le bizzarre avventure di Nega: è tanto che non scrivi! Però mi farebbe piacere rileggerti!


18 febbraio 2016

11!!1!

Quando le giornate cominciano bene. Esco trafelata da casa, arruffata, in ritardo. Mi catapulto per la discesa che può essere descritta perfettamente dalle parole della mia collega che una sera mi ha accompagnato a casa "Oh mio dio ma davvero ti fai tutta questa salita TUTTI I GIORNI? Non so nemmeno se la mia macchina ce la fa!", sorpasso vecchiette sul marciapiede troppo stretto per due persone, costringendomi a rocambolesche manovre per evitare di spalmare la vecchia di turno, o di essere investita dall'auto mattiniera che, diciamocelo, dove cazzo sta andando che in quella direzione si va solo a Brunate?
Arrivo alla fermata del bus, che è in ritardo oppure è passato in anticipo, più facile la seconda, quando finalmente vedo all'orizzonte un bus mai visto prima, il numero 11 che, come l'1, va a Ponte Chiasso, verso il confine.
Penso a un errore del display e salgo fiduciosa. Tanto va a Ponte Chiasso e secondo me è l'1. Ne sono così convinta che quando una ragazza fa per salire e chiede all'autista se è l'1 o l'11 e non sale, io resto ancorata al mio sedile, col libro in mano, sicura di me.
Fino a che invece di procedere per una salita a me nota gira a destra facendo una bellissima strada panoramica sul lungolago. Beeeelloooo.
Però chissà come fa da qui ad arrivare alla dogana di Ponte Chiasso.

Presto spiegato. Il bus si avvia fino quasi alla dogana di Maslianico, per poi cambiare rotta e andare verso le colline di nonsochecristodipostosia, beeeelloooo, sempre tutto molto panoramico ma capisco in quattro e quattr'otto che il treno da Chiasso a Balerna è ormai perso per sempre.
Il nostro beneamato 11 mi scarica a Ponte Chiasso, attraverso a piedi la Dogana a testa bassa (ogni volta che mi fermano mi guardano i documenti e fanno battute sul mio cambio di colore di capelli) e prendo una decisione azzardata.

Allora se prendo il treno devo aspettare il prossimo, che arriva mezz'ora dopo, oppure la faccio a piedi. Daje, stamani la faccio a piedi sono *solo* 40 minuti. Che sarà mai?
Alla fine ho sudato come una majala, ho risparmiato solo 5 minuti rispetto a quando sarei arrivata aspettando in comodità il treno ma finalmente sono riuscita a fotografare il più grande sexy shop della zona.  Di solito ci passo in macchina e non mi posso fermare, quindi beccatevi in tutta la sua fierezza questo immenso capannone rosa dal godurioso nome: "1001 tentazioni per la donna". Se vi interessa ha anche il sito internet e no, anche se è qui vicino, non ci sono mai andata. Potrebbe essere l'occasione per una gita aziendale!

09 febbraio 2016

La storia di un tatuaggio

Sabato 30 Gennaio ho fatto l'ennesimo tatuaggio e questo sabato sono stata alla Tatto Convention a Milano dove me ne stavo per fare un altro. Ma pazienza, attenderò anche se l'artista è tedesca ho pazienza. Ora altri progetti sono nella mia testa.

Il tatuaggio che mi sono fatta fa sorridere, perché più di tutti mi rappresenta. E' un piccione viaggiatore. Anche gli altri miei tatuaggi sono scomodi: lo dico perché il piccione è un animale che tutti detestano. E la pianta carnivora a tanti fa ribrezzo, e il papavero è un fiore per me stupendo ma nessuno lo coltiva in casa, perché è selvatico. Nessuno se lo incula, direi io col mio gretto linguaggio.

E che cos'ha il mio piccione di particolare? Tutto. Sono io.
Ha una macchina fotografica, una delle mie tante passioni.
Quando dico che ho la passione delle fotografie molti mi chiedono se sono fotografa. La risposta è lampante: "NO". Spesso sono un cane a fare fotografie, ma mi piace. Da quando ho avuto possesso di una macchinetta automatica faccio foto.
Una nota di classe me lo ricorda: "Colombo scatta foto durante l'ora di lezione" (note trovate a casa di mia mamma e prontamente portate a casa mia per la riscrittura).
L'appuntamento con il fotografo era quasi settimanale, i miei rullini da 36 finivano in fretta e spesso raccontavano storie.
Di quelle foto non v'è traccia, perché io, stupidamente ragazzina, in fase di crescita personale e totalmente soffocata da una personalità gelosa che non bramava il mio sviluppo ma la mia totale accondiscendenza verso di lei, gettai tutto.
Eppure le foto sono sempre state una parte di me. Con l'avvento della digitale nella mia borsa non poteva mai mancare la mia compattina e ora il cellulare.

Il piccione viaggiatore ha una valigia. Perché è un piccione viaggiatore, ovvio.
Perché è un colombo, come me, un piccione e ama viaggiare. Devo dire che questo viaggio in Madagascar è come se avesse concentrato in sé diversi viaggi tanto che ora non sento la necessità di andare in giro, certo se capitasse ben venga. Ma non ne sono affamata come prima. Avevo bisogno di esplorare quell'isola rossa di andare lontano, di sentire una lingua nuova, di vedere bestie e piante nuove.

Il piccione ha una macchina fotografica e una valigia.
E delle scarpe enormi per le sue zampette.
Questo è un omaggio alla mia goffaggine. Non c'è parete con cui non abbia avuto uno scontro, ossa di formica su cui non sia inciampata, ma fa ridere. E' autoironico e mi fa piacere che lo sia. Il cappello chissà, dà un certo contegno a tutto.

Trovai il disegno diverso tempo fa in rete e finalmente ho deciso di farmelo. Ho scelto la mia tatuatrice Lara, di Torino, il cui stile secondo me poteva far risaltare il disegno. E non ho avuto torto, è lei l'autrice del teschio, il quale sembrava essere stato fatto di fretta e furia ma ha un significato mistico che piano piano sta emergendo: il culto della Vita/Morte/Vita e della rinascita. Ma è un argomento lungo e non voglio tediarvi.

Il mio nuovo tatuaggio è una sintesi (molto breve) di me e ne vado fiera. Mi spiace solo che sia in un punto non proprio visibile per me perché si trova sulla scapola. Ma so che è lì che attende il primo volo disponibile, con le sue scarpe enormi e la valigia semiaperta.

Amo questo tipo di arte e a volte mi spiace avere così poca pelle a disposizione.
Ho trovato due altri artisti alla Milano Tattoo Convention: uno è italiano ma lavora a Londra e un'altra è tedesca e da quest'ultima so già che cosa voglio.

Ma senza divagare, ecco i due tatuatori (le loro pagine facebook):
Otto D'Ambra
Melanie

Ed ecco il disegno originale e la meravigliosa realizzazione di Lara.








04 febbraio 2016

10/10/2015: la carta Antaimoro e i sassi, miei acerrimi nemici.

Questa mattina colazione alle 7 perché alle 8 andremo a visitare la fabbrica di carta Antaimoro che è proprio dietro l'albergo.

in stanza
La lavorazione è tutta naturale con le fibre della pianta Avoha di cui usano la corteccia che viene fatta bollire 3-4 ore e ridotta a poltiglia con un martello di legno. La pasta viene diluita con acqua, filtrata e messa in un panno dove viene tagliata e dove gli vengono aggiunti i caratteristici e decorativi fiori. La carta finale è bellissima e ha un naturale colore giallino.

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la separazione dei fogli
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mettiamo due fiori decorativi
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la resa finale. Per me ha un significato stupendo che vi racconterò in un altro post che non parla di Madagascar
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la carta (bellissima) mentre asciuga

Visto che abbiamo terminato presto la visita andiamo a vedere come fanno la seta e compriamo due sciarpe di seta selvatica, cioè da baco non allevato. Certo, sembra cotone e ha tutt'altro aspetto rispetto alla seta industriale cui siamo abituati, ma è totalmente filata a mano.


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la filatura a mano

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non trovate bellissime queste mani?

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anche queste
Terminata la visita andiamo al parco Anja dove fa caldissimo.
Visto il sole Fry acquista un adorabile e caratteristico cappellino di rafia per coprirsi dal caldo ed Eric due birre perché faremo merenda nel parco (e con quel caldo la birra è d'obbligo) e con sé aveva pane, formaggio e banane nonché deliziosissime polpette di zebù, zenzero e aglio. Ops. Ho spoilerato.


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Fry che se la tira dopo aver comprato il cappellino di rafia
Le nostre due guide sono Cedric che parla italiano e lo scovatore di animali (non ricordo il nome) che ci accompagnano all'ingresso del parco dove quasi subito abbiamo visto un Furcifer oustaleti femmina di un bel verde brillante.

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non sono meravigliosi i camaleonti?
Poco dopo, ecco finalmente dei simpaticissimi Lemur catta che ci tengono compagnia e ma soprattutto occupano diversi giga di memoria nella card della reflex. Intanto lo scovatore ci trova anche un oustaleti ma maschio.


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un cucciolo di Lemur catta
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mamma con cucciolo
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non sono tenerissimi?
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Furcifer oustaleti maschio
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altra foto di furcifer
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e tu serpentello, chi mai sei?
Gli insetti più carini sono delle farfalle rosa che, posate sui rami sembrano fiori. Eric mi ha detto che si chiamano Flower Bug ma su internet non li trovo con quel nome (vedo ora che si chiamano Phromnia rosea, i Flower Bug sono una cocciniglia, quindi tutt'altra cosa). Da qui in avanti è cominciato l'inferno!


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sembrano davvero piccoli fiori, sono bellissimi
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zebù
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una discesa nelle grotte
Scalata semplicissima, ma per me complicatissima, su rocce. Ok se dico scalata potreste pensare a corde e picconi ecc, in realtà era una camminata abbastanza tranquilla ma io saltellare da una roccia all'altra sono proprio negata. Per lo stesso motivo odio gli scogli. Inoltre con una mano dovevo reggere la macchina fotografica.
Avete presente la scena di Labyrinth in cui Bubu dice "Sassi... amiciii". Ecco nel mio caso sono i miei nemici giurati.
Mi odiano, mi fanno scivolare, si muovono quando dovrebbero essere fermi. Se non fosse stato per l'aiuto di Cedric che quasi mi teneva per manina non ce l'avrei fatta.
Dopo una pausa splendida a goderci il panorama su una roccia altissima che in realtà non era così alta ma le rocce nel mio caso fanno anche quello, distorcendo lo spazio, siamo scesi con la corda MACHIMEL'HAFATTOFARE e una pausa nella grotta dei lemuri, dove loro vanno a mangiare.

foto panoramica della vista fatta con lo smartphone (apritela per vederla meglio)
no, per farvi capire. Le rocce!


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ciao lucertolina!
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panorama
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lo scovatore a sinistra, Cedric al centro ed Eric a destra. Lo scovatore era velocissimo ad arrampicarsi sulle rocce.
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il meritato riposo

Prima di arrivare in questo punto Cedric mi mostra una tomba e io, dimenticandomi di tutto ciò che ho letto prima di partire, la indico con il dito. E' un fady, ovvero un tabù e non si fa. Per indicare le persone e le tombe bisogna posizionare la mano come se si indicasse ma con l'indice piegato.
Due foto fatte ora per mostrarvi cosa intendo.

NON si indica così, non fate figuracce come me

si indica così.
La tomba si trovava in un incavo della roccia e il mio tempismo magico mi ha fatto indicare la tomba proprio nel momento in cui lui mi stava spiegando che NON si doveva assolutamente fare.
Le cosce hanno cominciato a sentire bisogno del voltaren.

Tornati ad Ambalavao mi sono fatta una bella doccia (allagando il bagno perché mancavano le tendine) e ci siamo riposati. Dopodiché salto al mercato e così Fry ha comprato il costume (si è accorto di averlo scordato a casa all'aeroporto, dove ne aveva trovato uno alla modica cifra di 80 euro! vista la frequenza nulla con cui andiamo al mare l'ho bastonato sulle nocche per evitare lo acquistasse).
Ovviamente ovunque urla VAZAHA e commenti sui miei tatuaggi.
Altro riposo prima della cena. Per domani è prevista la partenza alle 7.30 per Isalo.

Qui le foto della giornata.