04 novembre 2024

Il mio anno per il rotto della cuffia

 Ho scoperto oggi di aver passato, per il rotto della cuffia, un esonero di psicologia dello sviluppo avanzato. Non avrei dato 1000 delle vecchie e ricchissime lire per questo risultato. Ultimamente è il mio motto: mantenere in piedi tutte le cose che faccio, con l'impegno minimo sindacale per non impazzire.

L'università? Ok: l'esame è scritto? Lo diamo. Orale? Si darà quando e se mi passerà l'ansia di parlare in pubblico, probabilmente mai. Lo scritto? Leggiamo distrattamente qualche giorno prima dell'esame gli appunti presi qua e là da gentilissime compagne universitarie.

Vorrei avere, per gli esami orali, la stessa sicurezza nell'eloquio di quando cito la mia pseudopassione per la cultura ebraica (che nulla ha a che vedere con ciò che sta succedendo eh), snocciolando autori, presunti messia e folklore vario.

Lo studio si incrocia però con il nuovo lavoro, sfiancante mentalmente. Almeno per me. Anche qui il minimo indispensabile sperando che non mi licenzino, anche se continuo a fare colloqui.  Negli ultimi 3 anni avrò cambiato tre lavori, ma continuano a cercarmi. E da quando ho l'invalidità siamo ai livelli di stalking.

"Buongiorno, stiamo cercando una categoria protetta nello sviluppo in Java"

"La ringrazio ma ho appena cambiato impiego e valuterei un colloquio solo per un lavoro in ambito sistemistico"

"Va bene lo stesso, mi dica quando possiamo contattarla"

Disperati, più di me.

Nell'ultimo colloquio mi sono capitate cose che mai nella vita. La primissima domanda dopo le presentazioni e ormai il classico "DIAMOCIDELTÙ" è stata "Quanti anni hai?". Io spiazzata.

Poco più avanti però la situazione è peggiorata notevolmente con un "Posso chiederti perché sei invalida?" e quando, dopo essermi arrampicata sugli specchi perché il mio cervello desidera sempre dare una risposta ma non volevo specificare tutto perché, regà, è una domanda piuttosto illegalina, la signorina diamocideltù mi ha chiesto la RAL e ha specificato che forse era un po' alta per loro, e la fatidica domanda "Di quanto saresti disposta a scendere?" non ha tardato a fare capolino. Ovviamente la questione è stata corredata da una giustificazione del tipo "In effetti se questo è il lavoro dei tuoi sogni magari puoi scendere un po', tanto poi con l'esperienza ci arrivi di nuovo a quella RAL". Nini, non funziona così: se è alta mi fai un'offerta e io decido.

Ci mancava solo "Ma è fidanzata? Ha intenzione di restare incinta?".

Quando il recruiter che ci aveva messo in contatto mi ha chiesto un feedback è rimasto basito dal mio resoconto ma ha comunque più o meno cercato di porre rimedio. E qui, la fierezza di una persona che tende a non mettersi mai di traverso in queste situazioni: "Scusa se ti interrompo, ma non sono d'accordo".

Loro vorrebbero proseguire e io, dopo queste premesse, 'nsomma.

Già mi vedo a chiedere la mutua e la signorina diamocideltù che fa capolino chiedendomi "MA COME MAI STAI MALE?".

In tutto questo, per il rotto della cuffia ho ripreso violino. Ho fatto la prima lezione con una nuova insegnante a cui ho chiesto di riprendere da capo, dalle corde vuote perché per un anno intero non avevo fatto nulla. Poi ho saltato le successive due lezioni.

Esami, troppe cose da fare. Troppe cose da tenere in piedi per il rotto della cuffia.

Finalmente io e Cliff riusciremo a fare il nostro secondo viaggio insieme (non conto Venezia per il mio compleanno del 2022 perché è stata più una gitarella) e abbiamo optato per San Pietroburgo, perché ci piace complicarci la vita.

Abbiamo preso i voli per Tallinn da cui poi partiremo con il bus della speranza per attraversare la frontiera. Ah no, aspettate: la frontiera sta su un ponte che è chiuso per lavori fino, forse, al 2026, così il bus ci lascia prima della frontiera, la attraverseremo come dei piccoli fiammiferai a piedi, e poi prenderemo un altro bus per San Pietroburgo.

Amiamo complicarci la vita.

I circuiti Visa e Mastercard non funzionano e per non viaggiare con troppi contanti penso che apriremo una specie di conto russo che però non potrà essere ricaricato online quindi attendo risposta da un paio di banche a cui ho chiesto informazioni.

Un mio amico mi ha comunicato di avere segnati i posti descritti ne "Il Maestro e Margherita" e non posso lasciarmi sfuggire l'occasione di passarci.

Inoltre Cliff è un grande appassionato di letteratura russa (o "i grandi mattoni russi", come li chiamo, sembra non possa leggere cose meno lunghe di 700 pagine) e da tempo pensavamo di fare un salto lassù.

P.s. Sto attraversando un periodo curioso che chissà se è depressione o cosa, in cui faccio fatica a lavarmi, pranzo e ceno con le patatine, mi addormendo sempre più tardi, mi sveglio due minuti prima di accendere il pc. Ho anche fatto foto a un matrimonio nel vano tentativo di tenere in piedi una quarta cosa, partita con le migliori intenzioni ORAFACCIOSUBITOILSITOEMISPONSORIZZO.

Inutile dire che le foto sono rimaste in qualche cartella sperduta - la mia nuova Fujifilm x-t5 fa foto pesantissime -  e se sono riuscita a elaborarne qualcuna, indovinate? Ebbene sì, è solo per il rotto della cuffia.

Per fortuna c'è Cliff che in questo caos autogeneratosi da me stessa, medesima, tale, è un porto sicuro. Ma lui, e solo lui, non per il rotto della cuffia.

09 agosto 2024

E alla fine sono (davvero) una bambina borderline

 Il ritiro della relazione diagnostica ha portato con sé le conferme che attendevo e nuove domande. Oltre alla neurodivergenza sembra sia presente, ma penso in forma lieve, un disturbo di personalità borderline con tratti istrionici. Sono rimasta a guardare per un po' in silenzio il plico di fogli. Non mi sento affatto borderline, nonostante il blog (il cui nome nasce dopo aver visto, moltissimi anni fa, "Ragazze interrotte", dove la protagonista aveva il disturbo di personalità borderline).

Devo dire che questa giornata, dopo il crollo di ieri sera, la ripresa, prevista, prevista di stamane, è stata interessante.

Borderline, io?

Sono andata subito in libreria ad acquistare un libro per capire. Ma già dalle prime righe, non sono io. Quella non sono io.

Poi mi è tornata in mente una massima, forse utilizzata per lo più in ambito medico. Insomma: se indaghi, se scavi, sicuro qualcosa trovi. Penso alle persone narcisiste, antisociali, aggressive, cattive, che ho incontrato nella mia vita e che mai hanno indagato, mai si sono posti una domanda, la colpa era sempre degli altri. E mi sono calmata. Io, con questo plico in mano, ora ho qualche tassello di conoscenza in più di quella che sono. Posso lavorare in modo più efficiente sapendo chi sono.

E nulla cambia. Sono sempre quella di ieri: ma con un briciolo di consapevolezza in più.

Per consolarmi, e per farmi una bella dose di Dopamina, ho comprato il nuovo Kobo Libra Colour di cui non avevo bisogno, ma sì.

E questo regalo si va ad aggiungere allo Xiaomi 14 ultra preso il 2 agosto con lenti superfighe: che, ne avevamo bisogno? Ma sì, un po' sì, dai.

07 agosto 2024

La quiete prima della tempesta

A volte penso che l'insicurezza sia come una malattia invalidante. Non puoi gioire dei successi, che sono dovuti solo alla fortuna. Nel confronto con gli altri sei costantemente perdente. Ti rendi conto di non aver fatto molto nella vita: è un pensiero della sera. Fino a stamane non c'era, andava tutto bene. Poi quel granello che inceppa gli ingranaggi ed entri in loop sulle stesse cose.

Le stesse di sempre.

Non sono abbastanza. Sarò mai abbastanza?
Merito quello che ho? Ovvio che non lo merito.
Le persone che mi vogliono bene, mi vogliono bene davvero? O si stanno accontentando?

Sei lenta, sei un bruco. Divori costantemente la realtà che ti circonda. Ma non ti trasformerai mai in un lepidottero. Te lo dicono. Ti raccontano del brutto anatroccolo, ma cresci e sai che è una fiaba. Non diventi un magnifico cigno.

Strisci e mangi. Mangi e strisci.

Attendi un segnale, una svolta.

Leggi i messaggi incoraggianti di chi ti dice che sei speciale ma sembra un ritratto lontano, che non ti appartiene. Hai fatto mille cose, vissuto mille vite, ma continui a strisciare.

Continui a essere bruco.

Forse, di fatto, bisogna solo accettare questo.

Ma la sera, si sa, attira le ombre. Quello che di giorno è chiaro, la sera assume contorni poco nitidi, inquietanti. Si dubita persino del proprio nome: diventa strano il suono, quella C dura, mi appartiene davvero?

Sono io questa immagine, o è quella di stamane?

Anche oggi ha piovuto, forte. Torino, che ho imparato ad amare negli anni, diventa strana e liquida. 

Continuo a strisciare e trovo riparo sotto una foglia. 

La notte è arrivata, ma passerà anche questa volta.



06 agosto 2024

Impostora

 Mi scrive oggi lo psichiatra dicendomi che in segreteria è pronta la mia relazione (diagnostica). Provo strane emozioni contrastanti. Un misto di "allora è reale", e "ma no dai, devo averlo manipolato" e poi "non posso averlo manipolato, è un professionista". E così via. Pare che questa sorta di "sindrome dell'impostore (da diagnosi)" sia piuttosto comune.

Come succede sempre quando affronto qualcosa che mi colpisce, mi informo. Lo feci a 14 anni dopo la diagnosi di Linfoma di Hodgkins (e senza internet, andavo in biblioteca a leggere informazioni sui miei protocolli terapeutici), lo faccio ora sul web, passando in rassegna libri che mi han passato, forum su reddit (in cui, guardacaso, ho letto gli stessi dubbi di sopra), articoli scientifici. 

Non sono né triste, né preoccupata. Per me (e lo sottolineo, perché non è stato così per le persone che conosco) è stato per lo più come aver fatto per tutta la vita un puzzle al contrario non riuscendo a decifrare l'immagine e ora tutto acquista un senso. Più o meno.

Penso a tutte le volte che sono stata accusata di essere pigra, di non portare a termine le cose, di averci messo tanto a studiare alcune materie dovendo rileggere più e più volte gli stessi concetti, le stesse frasi. Penso alla mia camminata veloce, difficile starmi dietro, agli acquisti impulsivi, all'incapacità di ragionare a lungo termine. Al desiderio già sopraggiunto di mollare l'università. Alla difficoltà di mantenere l'attenzione, memorizzare, non ricordare nulla.

Nulla mi restituisce memoria, o interesse, o mi toglie la noia, ma ora ha un nome.

Se mi chiedete cosa ho fatto questo weekend faticherei a dirvelo. Dovevo riordinare ma forse ho guardato qualche puntata di una serie, difficile dirlo perché mi alzavo per fare altro ogni 10 minuti. Non so come siano passate le ore, so solo che guardando il casino in giro mi sono sentita in colpa di non aver sistemato. Ma so anche che, magicamente, tutto tornerà a posto il giorno prima dell'arrivo di Cliff, perché l'urgenza mi attiverà.

Sono curiosa di leggere la relazione, capire in che modo il mio cervello ha compensato e a tutto il resto penserò. Procrastinazione: ci penserò, forse, domani.

25 luglio 2024

Non solo borderline

 La mia diagnosi di neurodivergenza.

Potrei cominciare questo racconto da molto lontano, ma voglio essere sintetica, se possibile. Ho cominciato a sospettare di essere neurodivergente dopo aver letto il libro "La scienza del male", forse nel 2017, 2018, a quanto pare, nel test dell'empatia alla fine del libro ho fatto un risultato così basso che mi si suggeriva di indagare sull'appartenenza un possibile spettro autistico.

Io curiosa, ho effettuato alcuni test diagnostici reali (esempio il RAADS-R) e i risultati sono stati i seguenti:







La curiosità era tanta, ma ho lasciato correre. Tanti mi han detto che era impossibile, persino il mio terapeuta aveva forti dubbi.

Poi la svolta un anno e mezzo fa, l'ultimo giorno di lavoro del mio ex ex posto (ah perché non sapete che cambierò di nuovo lavoro, full remote e aumento di stipendio, potevo dire di no?). Una mia ex ex collega mi confessa di essere autistica diagnosticata e di aver sempre avuto sospetti di me.

Mi riparte la curiosità e decido, dopo essere tornata da Benevento dalla mia Academy di Java, di intraprendere il percorso di diagnosi al centro di salute mentale di Torino, dove, fortuna mia, esiste un centro pilota per l'autismo negli adulti.

Comincio le visite, i test, i colloqui.

Dopo poco tempo un mio carissimo amico riceve una diagnosi ADHD. Mi dice che tra neurodivergenti ci si riconosce e di essere convinto che anche io lo sia.

Al successivo colloquio parlo con la psicologa e chiedo di fare anche il percorso per ADHD. Per intenderci, da quando ho cominciato a maggio 2023, ho terminato esattamente oggi. Di visite non ne ho fatte molte, potrebbero essere state 4 o 5 tra test e colloqui. 
E oggi, la visita con il super professore esperto di neurodivergenze per adulti che dopo un interessante colloquio (davvero illuminante e lo dirò finché campo perché non le aveva idea) che ha detto che ho un'intelligenza molto al di sopra della norma, che non si spiega i miei insuccessi scolastici perché ho un QI da docente universitario (e qui partito un po' il piagnino perché mi sono sempre sentita lenta, e tutti mi hanno sempre rimproverato di non portare mai a termine le cose) e che la mia mente è davvero interessante, sono una persona affascinante e di continuare la mia vita che è ricca. Ma di lavorare sulla mia personalità, e sul trauma (il tumore ma anche la famiglia disfunzionale). A settembre partiranno delle attività specifiche per ADHD, per imparare a gestire il tempo e la disattenzione. E non vedo l'ora di avere la diagnosi in mano anche se già mi ha detto che sono presenti sia ADHD che autismo. L'autismo meno importante dell'ADHD ma comunque presente.

Come mi sento? Non più sbagliata. Solo con un cervello che funziona in modo diverso.

Ovviamente ho cominciato a informarmi, leggendo testi che già persone neurodivergenti accanto a me mi avevano passato. Sto passando diverse fasi, dal piagnino (come sarebbe potuto essere se non? - non solo a livello scolastico ma anche relazionale. I miei rapporti non avevano grossi motivi gravi per terminare - a parte l'ultimo - se non la noia data dalla quotidianità), dalla voglia di gestire, la curiosità di sapere, dalla sindrome dell'impostore ("no, non è possibile che lo sia, si sono sbagliati, in qualche modo ho manipolato i risultati" - "ma no, è un esperto, non posso averlo manipolato, i test poi sono strutturati apposta"). Tante cose coincidono:
  • difficoltà nello studio
  • cominciare e non portare a termine mille nuovi hobby (dalle parole di un conoscente "Carla è come la dea Kali con mille braccia, quello che tocca diventa passione") - lo scrissi anche in questo post
  • distrazioni nell'esecuzione dei compiti anche più semplici
  • noia e ricerca della novità
  • acquisti impulsivi (ho recentemente preso una Fuji X-T5 nuova di pacca che ha assorbito la mia intera 14esima e di cui non avevo assolutamente bisogno)
  • variazioni di lavoro, città, ecc.

Devo assolutamente imparare a gestire diverse cose, per evitare di rovinare le mie relazioni, mollare gli studi e cercare di conoscere come funziona il mio cervello.

Non stupirà affatto che molte persone nella mia cerchia stretta di conoscenze e amicizie sia ADHD. Alcuni diagnosticati, altri no ma palesemente neurodivergenti. Per quel che riguarda l'autismo, invece, penso che l'alto funzionamento lo renda un compagno di cui si sente poco la presenza, ma che comunque in concomitanza con l'ADHD ha reso i rapporti un po' più complicati, la relazione con rumori e suoni un po' particolari, il bisogno di isolamento a volte è un'esigenza fisica che non so spiegare, e il disinteresse verso la vita degli altri (ma che compenso a volte chiedendo aggiornamenti) strano.

Non sono triste, sono contenta, anzi, di sapere cosa ho per gestire al meglio alcune criticità, capire come studiare, come evitare azioni impulsive, o semplicemente farle ma con maggiore consapevolezza.

28 maggio 2024

Perdersi al forte

 C'è una mostra, al forte di Bard, che termina il 2 giugno: Wildlife Photographer Of The Year. Dato che nella mia azienda le ferie sono ben viste (un giorno qua e là, perché anche qui le ferie grosse sono da prendere obbligatoriamente ad agosto) ieri ho deciso di prendere questa giornata di ferie per andare al forte da sola e godermi la giornata.

Avevo due opzioni: prendere una enjoy e pagarla per tutto il giorno oppure affidarmi ai treni. Mi sono fatta due calcoli e ho optato per il treno: peccato che da Ivrea ad Aosta fino a giugno non c'è più il treno ma il bus sostitutivo, e se voglio arrivare a un orario decente mi tocca partire prestissimo, da Torino Porta Susa, col bus. 

Nessun problema ce la posso fare: cerco online dove possa trovarsi la fermata ma niente, viene indicato un genericissimo Piazzale FS esterno sottopasso metro. Non esiste piazzale FS, abbiamo da un lato corso Bolzano e dall'altro corso Inghilterra. 

Va bene, no problem, sono relativamente vicina alla stazione, ieri sera faccio un salto.

Giro ovunque senza trovare indicazioni della fermata di questo maledetto bus. Poi vado in biglietteria a chiedere e la solerte ragazzotta Non si preoccupi, è tra l'uscita B e l'uscita C della stazione. Poi lo vede, è un bus trenitalia, c'è proprio scritto.

Ok.

Mattino successivo, ore 7.35 circa sono in stazione. Mi apposto tra le due uscite notando che davanti a me c'è il parcheggio taxi e non potrebbe fermarsi, e poco più avanti ci sono le rastrelliere per le bici. Decisamente insolita come fermata.

Passa qualche minuto e vedo passare un bus con sopra una scritta gigante ARES SPORT e il disegno di un elmo spartano. Il bus mi supera e va a fermarsi parecchio più avanti. Manca ancora del tempo, sono certa non sia il mio bus, ma controllare non costa niente.

SPOILER: era lui. Non c'era nessuna scritta trenitalia, solo un foglietto di carta piazzato sul vetro anteriore del bus con il nome della linea.

Va bene: salgo e vado verso Verres dove poi dovrò attendere un'ora per il cambio ma nessun problema, devo comunque passare in farmacia a prendere l'imodium (sì perché c'è anche quello). A ogni fermata il bus entra nei vari paeselli e si ferma davanti alle stazioni. Tutto abbastanza semplice.

Arriva il secondo bus direzione Ivrea, dovrei fare solo 10 minuti di tratta, ma son tranquilla perché so bene che quando il bus entrerà nel paesello posso prepararmi per scendere.

SPOILER: il bus non entra nel paesello, a una certa si ferma e mette la freccia ma io penso sia per girare. Poi va dritto e mi rendo conto di AVER PERSO LA FERMATA. Guardo su Google Maps e ormai siamo quasi a Donnas. Quando scendo chiedo all'autista se avesse fatto la fermata di Hône-Bard e lui Sì io mi sono fermato poi non ho visto nessuno alzarsi e son ripartito.

Bestemmie. Questa gita parte male. Son quasi tentata di tornarmene a Torino, quando mi dico No ok sono qui, andiamo avanti.

Secondo Google maps il prossimo bus per tornare a Hône-Bard passa dopo un'ora. Ci metto meno a farla a piedi e mi metto in cammino. C'è una stradina pedonale che passa accanto alla statale e con questo sole e venticello leggero tutto sommato è piacevole.

Peccato che a una certa la strada pedonale si interrompe. Ci sono dei lavori ed è tutto chiuso. L'universo vuole che torni a casa? Perché quasi quasi...

Incontro una signora con un cane pastore enorme, che appena mi vede la strattona e ringhiando vorrebbe fare di me il suo nuovo pasto. Mi scusi per tornare a Bard?

Eh deve tornare indietro, scavalcare il muretto, camminare sulla statale e poi trova una deviazione per andare a Bard (il tutto mentre volteggiava trainata dalla bestia di Satana).

Ok.

Scavalco il muretto e ogni volta che passa un camion mi dico che se sopravvivo a questa, forse sono immortale.

(sono immortale).

Trovo poi un'altra strada pedonale e mi avvio. Presto però penso di entrare in varie zone in cui non dovrei, fare salite che le madonne partono e finalmente, Bard.

Parliamo della mostra: bella. Mi è piaciuto anche il fatto che fossero indicate le attrezzature usate anche se sono rimasta delusa dalla presenza massiccia di premiazioni di foto fatte con vari droni. C'era anche una bella foto di un'osmia che faceva il nido (bella ottica vintage dal modico costo di circa 700 euro che quasi quasi...) e mi è venuto in mente che non molte settimane fa un amico mi ha mandato dei vocali per chiedermi come cacciarne una che le stava facendo il nido sul balcone (e mannaggia avrei potuto fotografarla).

Poi ho pranzato al ristorante "La polveriera", dentro il forte. Ho preso una bistecca alla valdostana con contorno e non contenta anche un tagliere. Per dire che ho smangiucchiato per cena giusto per, ma ero ancora sazia.

Detto questo sto riprendendo piano piano con la fotografia. Ora che mi arriverà la 14esima prenderò una Fujifilm X-T5, un secondo corpo da affiancare alla mia vecchiettina X-T1. Ho già speso molti dei miei risparmi per un'ottica Fuji 16-55 2.8. È una lente versatile, ottima, le foto sono ricche di dettagli. 

Ora sto decidendo quali ottiche prendere, e anche pensando a come potrei farne un lavoro. E cambiare, di nuovo.

Avventurarsi a caso

La salita maledetta

E finalmente eccolo




Ovviamente la cameriera non riusciva a credere che avrei mangiato tutto: e invece...

Fame


L'università va avanti, a rilento ma va avanti. Non ho fretta. Per esempio per i prossimi esami avrei dovuto cominciare a studiare ieri, ma anche oggi mi sa che salto. Va bene così. Mi piace e non ho la fregola di finire in tre anni. Sono soddisfatta e a ottobre riprenderò anche violino (venerdì sono andata a vedere il saggio delle mie amiche di violino, e mi sono emozionata come penso accada ai genitori per i saggi dei figli).

26 maggio 2024

I biscotti della discordia

 Dopo il fantomatico digiuno ho deciso di proseguire con la dieta chetogenica, più comunemente chiamata keto. Questo mi ha permesso di mangiare e sentirmi sazia senza prendere un grammo. Sono entrata in vestitini e gonne che non mettevo da secoli. 

L'unica rottura è evitare i carboidrati: #sapevatelo, sono ovunque. Si nascondono in tantissimi piatti e quando si va a mangiare fuori navigano in vari composti incogniti dai nomi più variegati, come salsa dello Chef, sughetto ai mirinzetti spaiati, contorno di pura fantasia primaverile. Lo zucchero, nemico numero uno, è in quasi tutte le salse (senza le quali i piatti cotti della cucina fusion dei finti ristoranti giapponesi non avrebbero più sapore). 

NON SI DOVREBBE FARE UNA KETO FAIDATE, i vari gruppi di fissati impongono.

Esattamente quello che ho fatto, seguendo il mio diktat Sii ribelle - ma solo sulle cose inutili, of course.

Dopo il digiuno e cominciata la keto, il buon Cliff deve aver notato il cambiamento e, conoscendo la mia sensibilità sulla forma fisica, non lo ha esplicitato. Ma ha inziato anche lui la sua guerra silenziosa contro i carboidrati (perdendo svariati kg).

Questo lungo preambolo era necessario per raccontare l'assurda serata di ieri in cui ho lasciato Cliff ai fornelli per fargli preparare una luganica alla piastra con contorno di friarielli mentre io mi dedicavo alla preparazione dei biscotti per fare un tiramisù.

Ricordate la guerra ai carboidrati?

Non potevo usare i classici savoiardi, ma nella keto sono permesse farina di mandorle e farina di cocco, nonché dolcificanti (con parsimonia, il famoso eritritolo che Cliff chiama sempre tritolo). E mentre lui armeggia ai fornelli, io accendo il forno e comincio a mescolare gli ingredienti.

Se c'è una cosa che non faccio mai, è pulire il forno. È un compito che lascio volentieri ad altri (ma vivendo da sola non serve continuare per spiegarvi le sue condizioni). Purtroppo il mio forno contiene vari caduti in battaglia di mozzarelle sciolte e precipitate sul fondo da pizze precotte, formaggi colati, impasti spalmati e ormai carbonizzati in una sorta di crosta nera e dura che non saprei neanche come levare. Ed è per questo che quando lo accendo lui mi ricorda di pulirlo sbuffando un fumo grigio e denso che mi costringe ad aprire la finestra e chiudere la porta che dà verso la camera da letto.

Avendo una sola aria succede a volte che mi capiti di aprire l'unica finestra opposta a quella che dà sulla strada, che però è sulle scale. Tutto abbastanza bene, finché con la coda dell'occhio non vedo un lampeggiante blu dalla finestra della cucina, sulla strada.

Vivo in una zona molto trafficata e le ambulanze sono non all'ordine del giorno, ma all'ordine del minuto. Così confesso di non aver prestato attenzione alla sirena che si era fermata poco prima appena sotto casa. Pensavo che qualcuno si fosse sentito male nel palazzo, così mi sono affacciata e ho visto questo:


Un secondo per fare due più due.

Forno con residui e fumo, molto fumo. Finestra aperta sulle scale. Fumo per le scale. Pompieri che arrivano con sirena accesa.

Il tempo di comprendere questo e sento bussare fortissimo alla porta, come se qualcuno stesse colpendo con il palmo della mano e non con le nocche.

Vi lascio il tempo di immaginare la scena, il rumore di gente che parlotta sulle scale, io in ciabatte e minigonna che intanto avevo fatto in tempo a chiudere la finestra che affaccia sulle scale e che vado ad aprire con aria innocente mentre un vigile del fuoco mi incalza "SIGNORA TUTTO BENE A CASA?".

Con aria innocente replico "Probabilmente siete accorsi per colpa mia, stavo facendo dei biscotti ma il forno fa un po' di fumo perché ci sono dei residui".

Entrano in due, confermano il fatto. Cominciano a spalancare lo spalancabile (in tutto questo Cliff chiuso in bagno perché non stava bene). Spostano il portascarpe per aprire la seconda anta del portone, mi chiedono le chiavi per aprire il balconcino per le scale. Mi chiedono i documenti e compilano un verbale "Mi farete una multa?"

"Certo le arriva poi il conto a casa." risponde quello.

Il secondo pompiere mi fa cenno di no e sorride, io continuo a chiedere scusa imbarazzatissima e non sapendo che fare chiedo se vogliono un caffè. Sono realmente mortificata ma la situazione è così assurda che ho uno strano sorriso stampato sul volto.

Il secondo intanto fa "Non vogliamo usare il sistema di ventilazione elettronica per areare?"

"No, lasciamo tutto aperto. Signora lasci aperto per almeno un'ora, poi però pulisca il forno che qui la gente non sapendo cosa era successo si è preoccupata" - sorride - "Vede cosa succede a fare i biscotti?".

La gente intanto ammassata per le scale chiede "Ma cosa è successo?".

Il pompiere esce: "Tutto a posto, la signorina ha bruciato la cena"

Chiacchiericcio "Oh che peccato". Continuo a scusarmi, se già potevo non stare simpatica per la mia tendenza a non socializzare e il mio aspetto da punkabbestia integrata in società, ora è definitiva la mia esclusione anche dai saluti imbarazzati in ascensore.

I pompieri vanno via e mi lasciano sola a riflettere sull'accaduto e sento per le scale residui di vociare:

"Ma chi è? Son giovani?"

"Sì son giovani (grazie), quella con i capelli viola, no blu, ha i capelli blu"

"Eh succede".

Fine della cena: io e Cliff (finalmente uscito dal bagno) che non riusciamo a smettere di ridere, con finestra e porta d'ingresso spalancate.

Oggi però mi sono sentita un po' una cacca pensando a quanto gli altri inquilini possano essersi preoccupati, così ho finalmente deciso di pulire il forno (nei prossimi giorni) acquistando un prodotto apposito:


Sempre che, prossimamente, abbia ancora una casa.