Ricordate l’avventura di venerdì all’asl?
Bene, ieri ho chiamato per chiedere cosa devo fare per il rinnovo della mia esenzione e il ragazzotto, molto velocemente, mi ha detto che dovevo solo andare lì a ritirare un modulo. Insisto perché venerdì mi era stata detta una cosa diversa. Dico che la mia esenzione è di un'altra regione e quindi abbisogno di rifare tutto da capo. Mi dice che no, non è davanti al piccì e quindi non può vedere (ma cosa?) ma adesso è il medico di famiglia che deve fare tutto. Devo insomma solo prendere il modulo e consegnarlo al mio medico curante. "Allora niente documentazione?". No, mi dice, niente documentazione. Questo ieri, quindi in fretta e furia chiedo un permesso al lavoro, alla mia responsabile che mi dice, che va bene, tanto se vado lì alle 8 (al telefono l'asl mi aveva confermato che l'ufficio competente avrebbe aperto alle 8) e devo solo ritirare un foglio, quanto mai mi ci vorrà?
Io ero un po' dubbiosa, ho ormai poca fiducia e avevo un vago sentore di domattina tanto non combino nulla.
Stamattina mi sveglio prestino e poco dopo le 8 riesco ad essere all'asl. Appena entro mi dicono che l'ufficio apre alle 8.30. Bene, penso, già mezz'ora persa così.
Vado davanti all'ufficio dove ci sono altre 4-5 persone ad attendere. Mi siedo e comincio a leggere.
Arriva una signora e dice che il signore che si occupa delle pratiche di esenzione ha avuto un contrattempo e quindi arriverà un po' più tardi. Io continuo a leggere.
Dopo un po' torna la signora e chiede chi deve fare una nuova esenzione, mentre si aspetta ci dice che fare. Un signore entra nella stanza e viene mandato da un medico all'interno della struttura. Alzo la manina e chiedo di poter fare una domanda. Mi fa entrare e spiego la mia situazione e ciò che mi era stato detto al telefono. Mi chiede la vecchia esenzione Eh no, dico io, al telefono avevano specificato che c'era solo da ritirare un foglio. Dice che senza documentazione non possono fare nulla. Ma, io avevo telefonato apposta per essere sicura. Dice che se ho chiamato dopo le 12 ho parlato col portiere che non sa nulla di queste cose e che per avere informazioni dovevo andare direttamente lì, come se io non lavorassi o non avessi altro da fare che passare le mie mattinate all'asl. Come se non bastasse aggiunge che l'esenzione è nazionale, a differenza di quanto mi era stato detto venerdì, ovvero che l'esenzione in Toscana è diversa. Non sapevo se scazzottare lei o mettermi a piangere.
Oramai la frittata è fatta, sono già praticamente passate le 9 e decido di tornare a casa a prendere la famosa documentazione. Acchiappo la mia vecchia esenzione, acchiappo l'ultima documentazione sul tumore al seno, acchiappo la prima parte della mia vecchia cartella clinica del 1995 e quella del 1997 cercando, nelle sue 200 pagine, quella che riguarda le diagnosi. Dopo un po' le trovo, le scansiono e le stampo e torno lì.
C'è finalmente il ragazzo che si occupa delle esenzioni (era lo stesso ragazzo che aveva preso la mia pratica per richiedere una nuova invalidità), è scazzato abbestia. Mi sa che le persone prima di me lo han fatto nero nero. Entro e spiego tutto, io e la mia esenzione arriviamo da un'altra regione (mi piacerebbe specificare "e non da un altro pianeta"). Prende la mia vecchia esenzione e dice "Ok, se mi lascia un numero la richiamo".
E no, dico io, sono tornata a casa per riprendere tutta la documentazione e ora mi dice che non serve? "Non mi occupo io di questa pratica, ma il mio responsabile, se ha bisogno di documentazione aggiuntiva gliela chiederà poi lui".
Quello che vorrei dire è "non è che questo mondo è pieno di gente che non ha una cispola di cose da fare dalla mattina alla sera, o meglio ce ne sono tante, ma io non sono tra queste quindi NO".
Quello che dico è "non prenderò un'altra mattina di permesso per riportare qui dei fogli, semmai ve li manderò via fax".
Alla parola fax sgrana gli occhi, come se non ne avesse mai sentito parlare, alché mi chiede di dargli tutto così almeno che servano o no, loro hanno le mie diagnosi. Gli lascio il mio numero di telefono, dice che mi richiamerà entro domani per dirmi qualcosa. Ma ho come il terrore che non sarà così.
Che cosa ne è stato del famosissimo foglio che dovevo ritirare? Nulla, anche se lo avevo preso e compilato non mi è stato nemmeno richiesto.
Lo so lo so, sembro scazzata. In verità non riesco nemmeno ad arrabbiarmi, queste incongruenze mi rendono la vita interessante e mi diverte raccontarle.
Tant'è che, nonostante non fossi io in torto e il ragazzo era piuttosto scortese, sono riuscita a farlo rilassare semplicemente chiedendo "Brutta giornata, vero?". Alchè ha sorriso e ha risposto "Non sai quanto".
Altra curiosità, mi chiede il tesserino sanitario e io gli porgo quello europeo. Mi dice "No, questo è il codice fiscale, mi serve quello cartaceo".
Anche lì stavo per svenire. Meno male che ho sempre dietro anche il tesserino cartaceo. Tenetelo a mente, siamo in Europa, ma forse l'Europa di un altro pianeta. Cambiare regione è complicato, figurarsi cambiare stato! Se mai doveste fare documenti all'asl sappiate che dovrete impazzire per ritrovare il vostro tesserino cartaceo, quello che probabilmente avrete buttato o che sarà ridotto a coriandoli nel vostro portafogli.
Se proprio non potete fare altro, almeno riciclatelo per carnevale.
Canzone del giorno: Rock'n'roll Robot Alberto Camerini
3 commenti:
ok...io son passata dalla Lombardia al Piemonte...non ho ancora fatto il cambio di medico, ma ora mi hai messo paura... :oS
non scoraggiarti...la burocrazia italiana, anche quella, ahime', medica e' una tortura a cui siamo sottoposti tutti...
in tutto il resto d'europa, vi assicuro, è molto più facile. oddio non sono sicura del portogallo e della grecia, ma persino in lituania è più facile!!!
l'italia va a rotoli e intendiamoci, buona parte del problema è la burocrazia del menga dovuta al fatto che siamo un popolo di furbi e bugiardi.
Poi vi racconto anche la storia dell'assistenza dell'iphone e come è finita all'asl!
Posta un commento