07 marzo 2011

Da non sottovalutare

Comincerò a raccontare questa giornata partendo dall'ultima cosa.
Numero uno: a volte sottovaluto le persone, tipo mia mamma.
M: "Com'è andato il colloquio?"
Io: "Bene, mi hanno presa!"
M: "TI HANNO PRESA?"
Io: "Sì ma è uno stage di due mesi"
M: "Cos'è uno stage?"
Io: "Mhm bhe, hai presente il corso che sto facendo? Bene, per due mesi mi mandano a fare formazione direttamente in un'azienda"
M: "Ah bello"
Io: "Ci sarebbe una sola cosa, lo stage non è a Torino"
M: "E dov'è?"
Io: "Bhe, a Bologna"
M: "Quindi per due mesi starai a Bologna"
Io: "Mah se tutto va bene l'intenzione è di rimanerci"
M: "Bhe, tanto a Bologna hai anche gli amici (eh..), va bhe se hai bisogno di aiuto per l'affitto dimmelo"
O_o"
Da mia mamma mi aspettavo come minimo un "Mha!" aspirato, tanto molisano quanto ansiogeno quanto secco. Il Mha di mia mamma significa "che cazzo" o indifferentemente "che bello", a seconda dei contesti. In alcuni casi può intepretarsi come "'ncul a sorreta" oppure "ho bruciato l'arrosto", ma da che ricordi mia mamma ha sempre commentato qualunque cosa con un secco e aspiratissimo "Mha!"
Nulla.
A parte che ha pronunciato la parola tabù, ovvero "aiutare". Io quando sento quella parola ho uno scoppio di eritemi sul volto e le mie corde vocali riescono a pronunciare solo questa stringa di caratteri "No, grazie faccio da sola".
Ma sono stata zitta per un po'.
Poi le mie corde vocali non hanno resistito e ho detto "Non ce n'è bisogno, per ora, grazie".
Indi poscia la mia più grossa fatica, che non era il colloquio come molti sospettavano, è stata superata.
In realtà è stata una giornata piuttosto angosciante per vari versi.
Innanzitutto in pausa pranzo ho avuto la brillante idea di parlare a Roccio di quanto mi sta sentimentalmente accadendo. Non avrei dovuto? Avrei dovuto? La comunicazione è stata rotta bruscamente dall'arrivo della responsabile del corso, potete immaginare come mi possa essere sentita io, che ho i sensi di colpa solo a tenere le scarpe slacciate. Non potendo chiarire nell'immediato la mia bella ansietta me la sono tenuta lì.
La responsabile ci annuncia che faremo un progetto a coppie. Sono stata associata con uno di cui a malapena conosco il suono della voce perché ci avrò parlato sì e no 5 volte in tutta la durata del corso. Difatti ci guardiamo con aria interrogativa. E lei conferma che siamo la coppia che le crea più dubbi. Sia mai, mettermi in difficoltà mai eh? Ansia numero due.
Peccato che alle 15 devo uscire, tornare a casa a cambiarmi, sono vestita in modo indecente e ho il colloquio con un uomo (sì un uomo, e sì lo so, mi sono abbassata a farmi carina per un colloquio, ma proprio stamani non avevamo "pari opportunità" come materia? Sese ma esistono le pari opportunità? Dovrebbero sì... E invece) e andare al centro Piero della Francesca, un colossale monumento al cemento armato pieno di aziende e senza possibilità alcuna di parcheggiare. Peccato che oggi avevo anche la psicologa. Mi tocca chiamare e spostare.
Arrivo lì e trovo parcheggio davanti al complesso. Io sgrano i miei bellissimi occhioni verdi che non mi pare il vero.
Intanto ero in ansia per tutto fuorché per il colloquio.
Chiamo la psicologa e mi sposta l'appuntamento per lunedì 21 marzo, e va bhe, è un po' in là ma che si deve fare?
Entro nel complesso e c'è anche un punto informazioni, mi spediscono al quinto piano. Ascensore minuscolo, apposta per i claustrofobici credo. Arrivo al quinto piano, corridoio lunghissimo stile albergo di Shining, cammino e guardo le porte sperando di trovare la stanza 237 e vivere finalmente il mio film horror. Ma nulla. Il corridoio è senza vita, non ci sono stanze con chiavette sanguinanti attaccate e cammina cammina trovo la mia azienda colloquiante.
Suono e mi annuncio. Mi fanno sedere. Attendo, attendo, attendo.
Sono scosciata un pochetto. E attendo. Mi sporgo un attimo per prendere una rivista sul tavolino e far finta di leggere ma mi accorgo che la poltroncina su cui sono seduta ha le rotelline e rischio di lanciarmi in avanti con la sedia facendo una meravigliosa figura epocale (sabato ne ho fatte già due, vogliamo parlarne?). Mi rimetto in sesto.
Aspetto.
Arriva un omino, gli sorrido pensando fosse per me. Non è per me ma ricambia il sorriso.
Grazie.
Arriva un altro omino di corsa. Mi lancia la mano al volo che riesco a malapena a stringere, in tutto questo lui ha solo lievemente rallentato ma non si è fermato. Mi precede in una saletta che forse è un ufficio, forse il suo ufficio, forse una sala riunioni, credo di non avere osservato nulla perché il tizio in questione non ha mai levato gli occhi dai miei occhi e non potevo abbassare lo sguardo (la guardia).
Prima domanda: "Ma come mai Bologna?"
Questa l'ho studiata, sono pronta: "Bologna è una città piccina, sarebbe mio interesse andarci a vivere e, nella speranza di una prospettiva di lavoro futura, intanto comincio uno stage lì".
Non abbassa mai gli occhi, è inquietante.
Mi spiega brevemente che lo stage sarà su VBA (penso a cosa sia ma non mi interessa), dico che mi va bene, che va bene anche alla mia responsabile, per quello non ci sono problemi.
"Sì noi saremmo interessati, per noi non ci sono assolutamente problemi, se vuole può fare anche uno stage in Php o Java ma il problema è che ora non abbiamo lavori di quel tipo, per cui starebbe davanti a un pc ma non farebbe nulla di professionalizzante, mentre con VBA abbiamo delle cose reali da farle fare"
A me sta bene, dico. A lui sta bene, a me sta bene, a noi sta bene. Colloquio terminato. Mi lascia il suo biglietto da visita e poco fa gli ho mandato una mail per confermargli l'indirizzo e-mail della mia responsabile. Che dire. E' fatta.
Torno a casa e chiacchiero con Roccio, mi spiace forse non dovevo dirglielo, ma mi rassicura di nuovo. E' che non volevo che lo sapesse da queste pagine, o da facebook, o da twitter, preferivo lo sentisse da me. Poi poteva anche mandarmi a stendere ma penso di aver fatto la cosa giusta.
E ora penso a maggio. Passi di bimbo per maggio.

Oggi nessuna canzone. Sono io musica.

Vi lascio con questa chicca che è uno dei miei film preferiti :D

1 commento:

roccio ha detto...

Grande Carla!

Vai avanti cosi' che sei fortissima!