Scatole scatole scatole.
La cosa più triste di una separazione è la suddivisione delle cose. Quando il "nostro" diventa mio o tuo.
30 novembre 2010
29 novembre 2010
Maremma...
Non abbiamo ritirato la macchina fotografica. Purtroppo il massimale della carta di credito è più basso di quanto sperassimo così abbiamo fatto una minivacanza a Empoli per tornare indietro abbastanza sconsolati poco dopo.
Domani andiamo in banca a preparare un assegno circolare e poi torniamo finalmente a ritirare quella bestiolina che mi sta solo aspettando.
Ho trovato un corso che mi piacerebbe fare, ma è già cominciato e ci sarebbe un posto libero, solo che...
Non dico altro per scaramanzia.
Domani andiamo in banca a preparare un assegno circolare e poi torniamo finalmente a ritirare quella bestiolina che mi sta solo aspettando.
Ho trovato un corso che mi piacerebbe fare, ma è già cominciato e ci sarebbe un posto libero, solo che...
Non dico altro per scaramanzia.
28 novembre 2010
Per sempre
Nevica. Ma nevica tanto.
E' tutto bianco.
Ieri sono partita da Firenze con la seicento e devo dire non è stato così faticoso come mi aspettavo. Mi hanno tenuta compagnia i Led Zeppelin, Elio e le Storie Tese, i Tenacious D, ma anche i Ramones, Sid Vicious, Subsonica, bhe con 4 ore e mezza di viaggio puoi ascoltare un sacco di roba.
Ieri, appena arrivata, doccia e via a fare una passeggiata. Faceva molto freddo ma avevo bisogno di fare due passi. Così ho fatto il viaggio sul bus con una compagnia di ragazzine che tra un "minchia" e un "ma sei mongoloide?" raccontavano le loro vicende amorose. "Ma dai, lo sai cosa mi ha detto tizio? Ha detto che non ha mai provato quello che prova per me per un'altra ragazza."
Commento delle altre ragazze "Oh, che carino". Ma lei prosegue: "Mi ha detto che mi vorrà bene per sempre. Ma è matto? Per sempre non esiste!"
Commento delle altre ragazze: "No infatti per sempre no esiste".
"No anche perché io gli voglio bene ma non voglio che si affezioni, ma sapete cosa mi ha detto quando gli ho detto che 'per sempre' non esiste? Mi ha detto: 'Allora inventiamolo noi'!"
E le altre "No no, per sempre non esiste".
Miseria se a 15-16 anni si è così cinici, a 40 anni si appende l'amore al chiodo. Per dire.
"Per sempre" è un dato relativo, bisogna prima associare una quantità alla parola "sempre". Per dire: io non credo nella vita dopo la morte. Il mio "sempre" personale si esaurirà dopo la mia dipartita. Io credo che possa quindi esistere il "sempre" se lo circoscrivo alla mia persona fisica. E l'amore può essere quindi per sempre. Certo, magari si modifica. Ma se non si crede nel futuro come si fa a vivere il presente?
E poi ragazzotte, non sottovalutatevi. Voi sapete benissimo cosa significa amare, come lo sapevo io alla vostra età. La definizione cambia nel tempo ma a 15 anni si ama, e si ama anche con più passione e dolcezza di come si ama a 30 anni.
Detto questo oggi nevica. Let it snow, let it snow, let it snow. Così decido di prendere Poldino e portarlo a correre nella neve. Purtroppo lui non ama neve e pioggia. Secondo mia mamma perché non ama sporcarsi le zampine, secondo me perché, essendo bassotto, quando cammina si bagna la pancia e deve essere una cosa fastidiosissima.
Appena possibile metterò le foto del bianco che c'è. E continua a nevicare.
Oggi mi sento "All by myself". Non credo di voler stare in questa casa molto a lungo. Vivere con i propri genitori è devastante.
Quindi sarà bene cercarmi un lavoro da subito. Per poter andare via.
E' tutto bianco.
Ieri sono partita da Firenze con la seicento e devo dire non è stato così faticoso come mi aspettavo. Mi hanno tenuta compagnia i Led Zeppelin, Elio e le Storie Tese, i Tenacious D, ma anche i Ramones, Sid Vicious, Subsonica, bhe con 4 ore e mezza di viaggio puoi ascoltare un sacco di roba.
Ieri, appena arrivata, doccia e via a fare una passeggiata. Faceva molto freddo ma avevo bisogno di fare due passi. Così ho fatto il viaggio sul bus con una compagnia di ragazzine che tra un "minchia" e un "ma sei mongoloide?" raccontavano le loro vicende amorose. "Ma dai, lo sai cosa mi ha detto tizio? Ha detto che non ha mai provato quello che prova per me per un'altra ragazza."
Commento delle altre ragazze "Oh, che carino". Ma lei prosegue: "Mi ha detto che mi vorrà bene per sempre. Ma è matto? Per sempre non esiste!"
Commento delle altre ragazze: "No infatti per sempre no esiste".
"No anche perché io gli voglio bene ma non voglio che si affezioni, ma sapete cosa mi ha detto quando gli ho detto che 'per sempre' non esiste? Mi ha detto: 'Allora inventiamolo noi'!"
E le altre "No no, per sempre non esiste".
Miseria se a 15-16 anni si è così cinici, a 40 anni si appende l'amore al chiodo. Per dire.
"Per sempre" è un dato relativo, bisogna prima associare una quantità alla parola "sempre". Per dire: io non credo nella vita dopo la morte. Il mio "sempre" personale si esaurirà dopo la mia dipartita. Io credo che possa quindi esistere il "sempre" se lo circoscrivo alla mia persona fisica. E l'amore può essere quindi per sempre. Certo, magari si modifica. Ma se non si crede nel futuro come si fa a vivere il presente?
E poi ragazzotte, non sottovalutatevi. Voi sapete benissimo cosa significa amare, come lo sapevo io alla vostra età. La definizione cambia nel tempo ma a 15 anni si ama, e si ama anche con più passione e dolcezza di come si ama a 30 anni.
Detto questo oggi nevica. Let it snow, let it snow, let it snow. Così decido di prendere Poldino e portarlo a correre nella neve. Purtroppo lui non ama neve e pioggia. Secondo mia mamma perché non ama sporcarsi le zampine, secondo me perché, essendo bassotto, quando cammina si bagna la pancia e deve essere una cosa fastidiosissima.
Appena possibile metterò le foto del bianco che c'è. E continua a nevicare.
Oggi mi sento "All by myself". Non credo di voler stare in questa casa molto a lungo. Vivere con i propri genitori è devastante.
Quindi sarà bene cercarmi un lavoro da subito. Per poter andare via.
25 novembre 2010
Prima che sia domani
Ieri sera cena di saluti con i miei colleghi.
Sono rimasta colpita, davvero, nel profondo. A parte il regalo bellissimo (una borsa superfica per la macchina fotografica superfica che arriverà a breve) e un libro su Firenze vecchia. Il biglietto.
Ragazzi il biglietto.
C'è chi la ritiene una cosa essenziale, come Silvia, ma vi assicuro che mai mi sarei aspettata queste parole.
I lucciconi. Sapete quando uno non se lo aspetta? Ma non se lo aspetta davvero. Non come quando dici "Uh, il regalo, proprio non me l'aspettavo" e magari lo stai dicendo al migliore amico del mondo ed è il tuo compleanno quindi sì, cazzo, te lo aspettavi. Io proprio non me lo aspettavo. O meglio, mi aspettavo un biglietto con le firme, un "ci mancherai", ma quando ho sentito le parole "elenco", "vieni via con me" e "le sue terre" già quasi stavo piangendo. La verità è che mi mancheranno, tutti. Amici appena conosciuti e amici acquisiti da tempo, amici scoperti ora e amici rivelati da tempo. Mi mancheranno tutte le persone con cui ho condiviso questa avventura.
E ora la mia risposta: perché ad un elenco, ne segue sempre un altro.
Spero di avere l'occasione di incontrarci ancora, in qualche modo. E grazie, davvero.
Canzone del giorno: Black Dog Led Zeppelin (lo so non c'entra con quello che ho scritto sopra ma oggi la mia canzone è questa)
Sono rimasta colpita, davvero, nel profondo. A parte il regalo bellissimo (una borsa superfica per la macchina fotografica superfica che arriverà a breve) e un libro su Firenze vecchia. Il biglietto.
Ragazzi il biglietto.
C'è chi la ritiene una cosa essenziale, come Silvia, ma vi assicuro che mai mi sarei aspettata queste parole.
In esclusiva abbiamo un elenco speciale che la settimana prossima sarà letto a "Vieni via con me": l'elenco dei motivi per cui ci dispiace che la nostra Carla torni nelle sue terre.
perchè non abbiamo fatto in tempo a sentire il tuo accento torinese infiltrato da qualche C strascicata: a proposito dopo ce lo dici "la 'hoca 'hola 'hon la 'hannuccia 'orta 'orta" ?
perchè non hai portato nessuna pianta carnivora in ufficio: abbiamo in mente alcune persone a cui l'avresti dovuta descrivere come un fiore molto profumato che sprigiona le proprie essenze solo annusandola da molto vicino..
perchè all'ennesima ganascia sulle ruote della tua macchina,forse ti avremmo visto sganasciarti dalle risate, con un tanica di benzina in mano, davanti ad un rogo di macchine spazzatrici ...
perchè non vedremo la tua nuova collezione di magliette, alcune erano un po' cupe,è vero, ma altre irresistibili
perchè, allo stesso modo, non vedremo i tuoi tocchi stravaganti, i capelli viola, le unghie extra-dark, sintomo di uno spirito libero e un po' inquieto..
- a proposito si dice in giro che prima di natale avresti sfoggiato una chioma color starnuto di licantropo...
- è vero poi che donerai le tue tinture di capelli più creative alla signora Mara?
perchè la mattina non sentiremo più le tue spiegazioni ai clienti infarcite di .. bagnacauda e bicerin, secondo me non ci capivano nulla, ma riattacavano la cornetta soddisfatti e più sereni.
perchè, anche se magari per non molto tempo, non sapremo chi potrà arginare chiara.
perché non sarai presente, neppure quest'anno, alla cena aziendale: e dire che ci era giunta una voce per cui la "sacra famiglia", con un gesto di grande magnanimità, ti aveva scelto come commensale alla loro tavola,proprio accanto a loro.
perché ci mancheranno le tue imitazioni..
perché vedere un libro sulla tua scrivania, e un libro sempre diverso, ci ha fatto immaginare i tuoi profondi spazi interiori che si aprono dopo l'uscita dall'ufficio.
perchè, da buona torinese, non ti vedremo versare neppure una lacrima questa sera, ma forse, a casa,di nascosto, magari ti commuoverai un po'
perchè, infine, non siamo riusciti in pieno e non riusciremo neppure stasera a dimostrarti tutta la simpatia che ci susciti ed il grande affetto che proviamo per te.
I lucciconi. Sapete quando uno non se lo aspetta? Ma non se lo aspetta davvero. Non come quando dici "Uh, il regalo, proprio non me l'aspettavo" e magari lo stai dicendo al migliore amico del mondo ed è il tuo compleanno quindi sì, cazzo, te lo aspettavi. Io proprio non me lo aspettavo. O meglio, mi aspettavo un biglietto con le firme, un "ci mancherai", ma quando ho sentito le parole "elenco", "vieni via con me" e "le sue terre" già quasi stavo piangendo. La verità è che mi mancheranno, tutti. Amici appena conosciuti e amici acquisiti da tempo, amici scoperti ora e amici rivelati da tempo. Mi mancheranno tutte le persone con cui ho condiviso questa avventura.
E ora la mia risposta: perché ad un elenco, ne segue sempre un altro.
In tutte le democrazie si ha possibilità di replica. Ed ecco il mio elenco, l’elenco dei motivi per cui mi dispiacerà tornare nelle desolate langhe piemontesi (al freddo e al gelo, aggiungerei):
Perché non mi sento più tanto torinese
Perché al mattino non ci sarà più nessuno che mi saluterà dicendomi “ciao harlina”
Perché mi piaceva vedere le vostre facce schifate quando vi parlavo di rettili, insetti e ragni (appunto per la Chiara: i ragni *non* sono insetti!!)
Perché riuscivate a farmi venire al lavoro col sorriso (anche se con gli occhi chiusi dal sonno)
Perché, anche se qui non si sente, su al nord dicono che ho preso l’accento toscano (“oh guarda come parli fiorentino!”)
Perché speravo di trovare ottimi colleghi, e ho trovato degli stupendi amici
Perché avete sopportato la mia chiacchiera, i miei trucchi, i miei cappellini, le mie tinte
Perché in questi due anni ho avuto diversi problemi, anche gravi, chi ha saputo mi è sempre stato vicino e chi non ha saputo ha intuito e mi è stato vicino lo stesso, senza mai chiedere nulla in cambio
Perché ho finalmente sostituito il “minchia” torinese con “dio bono” e “maremma maiala” toscani
Perché avete rotto il muro del mio stoico coraggio torinese, facendomi venire i lucciconi
Perché mi avete fatta sentire “speciale”
Perché, anche se non sono brava a dimostrarlo, vi voglio bene. E siete una delle ragioni per cui sono riuscita ad ambientarmi qui. Senza di voi non ce l’avrei mai fatta
Perché quando al prossimo colloquio mi chiederanno come mi trovavo in Barbagli, dirò che è stato l’ambiente migliore dove abbia mai lavorato
Perché non sentirò più frasi come “il fiorentino è il vero italiano!”, o simili
Perché come farò senza i “sono stanca” di Elisabetta?
Perché ora chi conterrà Chiara?
Perché questo non è un addio, e anche senza il mio progetto farlocco di comprare una cascina in cui lavorare tutti insieme (per chi non lo sapesse voglio comprare un Lagotto Romagnolo, andare a caccia di tartufi bianchi ad Alba, diventare abbastanza ricca da comprare una cascina in Toscana in cui fare un Agriturismo e trasferirci tutti lì a lavorare) spero di avere le risorse e la forza di tornare
Perché ho apprezzato il regalo ma il biglietto che mi avete scritto non lo dimenticherò mai e mi ha davvero dimostrato tante cose
Perché mi piaceva controllare dal terrazzino di casa la situazione di Monte Morello e portarmi l’ombrello se aveva il cappello (questa ve la spiego a voce)
Per l’elenco che mi avete scritto…
Perché questo elenco sarebbe lunghissimo ma so che perdonerete le cose che non ho scritto…
Spero di avere l'occasione di incontrarci ancora, in qualche modo. E grazie, davvero.
Canzone del giorno: Black Dog Led Zeppelin (lo so non c'entra con quello che ho scritto sopra ma oggi la mia canzone è questa)
23 novembre 2010
Mi hanno fatto notare che ad essere né carne né pesce potrei essere un animale in mezzo, tipo un anfibio.
Se potessi decidere che anfibio essere sceglierei sicuramente una Dendrobates. Sono piccolissime ranocchie, stupende, coloratissime e velenosissime. Per avvertire i possibili predatori che sì, sono piccola, ma l'aspetto non deve ingannare. Il veleno secreto è potentissimo.
A essere bestie è tutto più semplice.
Canzone del girno: Sally Vasco Rossi
Se potessi decidere che anfibio essere sceglierei sicuramente una Dendrobates. Sono piccolissime ranocchie, stupende, coloratissime e velenosissime. Per avvertire i possibili predatori che sì, sono piccola, ma l'aspetto non deve ingannare. Il veleno secreto è potentissimo.
A essere bestie è tutto più semplice.
Canzone del girno: Sally Vasco Rossi
22 novembre 2010
Né carne, né pesce
Dopo questo weekend ho molte cose su cui riflettere. Viaggiando con Melania per Torino pensavo a quanto io non mi sentissi più torinese, e quanto non mi sentissi ancora fiorentina, a quanto quel popolo nordico ormai mi fosse distante e quanto non mi sentissi più tanto vicina al popolo toscano.
La verità è un patatrac. E, per farla breve, sto per tornare a Torino.
Da sola.
L'intuito farà intendere che qualcosa possa essere successo, e a volte l'intuito ci azzecca: sono arrivata al punto in cui era necessaria una svolta ma la svolta non arrivava o meglio, non era quello che speravo. Io, purtroppo, non sono libera dai miei conosciutissimi schemi mentali eppure, questa volta, ho cercato il compromesso, la soluzione ideale, il punto di mezzo, ma non c'è stato modo. Ogni cosa andava bene, ma subito dopo non andava bene, era perfetta e faceva cagare, veniva accolta con un sorriso e un cenno del capo e poi rifiutata categoricamente.
Io ho sempre pensato di dover andare avanti, perché credevo in noi, credevo nel nostro progetto, avevo investito ogni cosa su questo e sapevo quanto fosse doloroso e difficile tornare indietro. E venerdì, salutati i colleghi, e più avanti salutati Stefano e gli amici, lo sarà ancora di più.
In tutto questo la mia parte è stata essenziale. Sicuramente non sono riuscita a capire a fondo, a tollerare certe situazioni (anche se lo considero un progresso da superpermissiva quale sono sempre stata), non sono stata in grado di far valere i miei pensieri, i miei sogni e i miei desideri e li ho sempre nascosti dicendomi che non fosse poi così importante. In verità ogni cosa è importante e su ogni cosa si può trovare il giusto compromesso.
Ho fatto quello che ritenevo meglio per entrambi, perché sento di dover riflettere su tutto quello che è successo e, ne sono convinta, anche lui.
Canzone del giorno: Passive-Aggressive Placebo
La verità è un patatrac. E, per farla breve, sto per tornare a Torino.
Da sola.
L'intuito farà intendere che qualcosa possa essere successo, e a volte l'intuito ci azzecca: sono arrivata al punto in cui era necessaria una svolta ma la svolta non arrivava o meglio, non era quello che speravo. Io, purtroppo, non sono libera dai miei conosciutissimi schemi mentali eppure, questa volta, ho cercato il compromesso, la soluzione ideale, il punto di mezzo, ma non c'è stato modo. Ogni cosa andava bene, ma subito dopo non andava bene, era perfetta e faceva cagare, veniva accolta con un sorriso e un cenno del capo e poi rifiutata categoricamente.
Io ho sempre pensato di dover andare avanti, perché credevo in noi, credevo nel nostro progetto, avevo investito ogni cosa su questo e sapevo quanto fosse doloroso e difficile tornare indietro. E venerdì, salutati i colleghi, e più avanti salutati Stefano e gli amici, lo sarà ancora di più.
In tutto questo la mia parte è stata essenziale. Sicuramente non sono riuscita a capire a fondo, a tollerare certe situazioni (anche se lo considero un progresso da superpermissiva quale sono sempre stata), non sono stata in grado di far valere i miei pensieri, i miei sogni e i miei desideri e li ho sempre nascosti dicendomi che non fosse poi così importante. In verità ogni cosa è importante e su ogni cosa si può trovare il giusto compromesso.
Ho fatto quello che ritenevo meglio per entrambi, perché sento di dover riflettere su tutto quello che è successo e, ne sono convinta, anche lui.
Canzone del giorno: Passive-Aggressive Placebo
19 novembre 2010
15 ottobre 2010
Berlinen
Eccoci qua, di ritorno da una bellissima vacanza a Berlino, 7 giorni e 7 notti per girare completamente la città e vederla da tutti gli angoli.
Il volo aereo è stato Alitalia con partenza da Torino, non c'erano voli diretti né da Firenze, né da Pisa, né da Bologna. Dopo un'oretta e mezza atterriamo all'aereoporto di Tegel. Presa la borsa cerchiamo il bus TXL che farà capolinea ad Alexanderplatz, dove abbiamo l'albergo. La macchinetta automatica dei biglietti è ovviamente davanti alla fermata del bus (perché solo qui è impossibile trovare i biglietti?).
In ogni caso arriviamo all'albergo (volo e albergo prenotati con lastminute.com, mi sono trovata molto bene tant'è che penso riprenoterò con loro), il Park Inn Alexanderplatz (che consiglio a tutti perché è spettacolare). Impossibile sbagliarsi, è la struttura più alta della piazza dopo la torre della tv. In albergo senza nessun problema ci tengono le valigie così possiamo andarcene in giro tranquilli fino alle 15, ora del check in. Ci daranno poi i passpartout con cui aprire la nostra stanza e usare l'ascensore (la stanza è al 12° piano di 37).
In 7 giorni Berlino mi è piaciuta molto, forse nei primi giorni un po' meno. Sono abituata a guardarmi intorno in tutte le città in cui vado e a Berlino è stato tutto ricostruito. Come a dire che bellezze architettoniche "antiche" non ce ne sono. Almeno nel centro ci sono solo grattacieli e l'unica cosa che mi ha colpito è stato il duomo, costruito in stile rinascimentale italiano (?).
Tuttavia Berlino ha un sacco di musei, e sono tutti enormi.
Quindi se proprio non sapete cosa fare, ecco qualche chicca.
Museo della medicina: per stomaci forti. Il penultimo piano contiene feti in barattolo e per chi ha mai visto rotten sa cosa intendo. Molte spiegazioni sono solo in tedesco ma questa è una cosa che noteremo in diverse altre strutture.
Museo della tecnologia: se avete una giornata piovosa qui dentro potrete passarci una giornata intera. E' talmente enorme che contiene diverse locomotrici di treno, diversi aeri (alcuni distrutti), qualche barca, e un sacco di piani dove poter soddisfare tutte le curiosità sulla tecnologia. Noi ci siamo soffermati al reparto informatico soprattutto, dove abbiamo scritto i nostri nomi in binario (eeeeeeh!!)

Il Reichstag: è gratuito (cosa rara visto che a Berlino si pagano anche le toilette all'interno dei centri commerciali) e salire su è abbastanza vertiginoso. Inoltre anche l'audioguida è gratuita e permette di sapere molte cose sui palazzi che poi si vedono dall'alto. Cosa buffa: Berlino è piena di gente con piercing e capelli colorati, anche di una certa età (sopra i 50 anni per esempio), roba che qui diresti "ahhh ma non si guarda prima di uscire di casa?". E invece è bello abbestia sentirsi liberi di conciarsi come si vuole. Dico questo perché al Reichstag ci ha aperto la porta una ragazzotta con i capelli rosa. Da noi quasi nessun lavoro al pubblico sarebbe permesso con quel colore di capelli. Potrei andare a vivere a Berlino ed avere finalmente i miei bellissimi capelli viola.
Il memoriale sull'Olocausto: una serie di parallelepipedi (sono ben 2711) in calcestruzzo che formano una sorta di labirinto.

Lì accanto c'è anche il Centro di documentazione degli ebrei morti nella shoah (ingresso gratuito), assolutamente da vedere.
Il Duomo: molto carino. Ha un organo con nonsoquantecentinaia di canne e spesso ci fanno concerti. Sulla guida era presentata come stile rinascimentale ma wikipedia lo presenta con stile neobarocco. Dire che non ci capisco nulla è dire poco.
Il museo di scienze naturali: fate largo al più grosso scheletro di Brachiosauro meglio conservato del mondo. Insieme ad altri scheletri di dinosauro e un sacco di altre cose (e i soliti animali impagliati)

Il campo di concentramento di Sachsenhausen: è stata la visita più toccante, anche se la struttura è stata trasformata in un vero e proprio museo che raccoglie i racconti di alcuni detenuti, camici, mobilio, foto dei prigionieri.

Per saperne di più: http://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_concentramento_di_Sachsenhausen_(Oranienburg). Ci si arriva comodamente con un treno e una camminata di 20 minuti. Non ho fatto molte altre foto al campo, l'unica cosa che ricordo è che, nonostante i turisti e le gite scolastiche (i ragazzi sembravano divertiti dalla visita, dovrebbero invece ricordarsi che sono cose fatte dai loro nonni...), c'era un silenzio incredibile. Si sentiva solo il vento che muoveva le foglie sugli alberi.
La torre della tv: non l'abbiamo visitata (quando eravamo lì si era diffusa la notizia di un possibile attentato proprio alla torre medesima), ma è stato un punto di riferimento fisso per tutta la permanenza. La torre della tv si vede da tutta la città, e dato che noi dovevamo andare in quel senso, per lo meno conoscevamo la direzione in cui incamminarci.

questa foto è stata scattata dalla terrazza del nostro albergo, la quale era a pagamento. Come tutto, del resto.
Quest'altra foto, in un rarissimo momento di sole:

Si vedono Duomo e torre della tv. Ho circa 50 foto della torre della tv, era davvero ovunque.
Porta di Brandeburgo:

Madame Toussaud: costa tantissimo, ma ne vale la pena. Almeno per farsi fare una dichiarazione dal Giorgio Clooney.

Oppure per fare le corna al papa:

Altre cose da vedere sono il museo ebraico, il museo della DDR (la repubblica democratica tedesca, per vivere il bello della DDR - e se proprio vi piace sarebbe bene controllare anche la prigione della Stasi, la polizia segreta della Berlino Est durante gli anni della guerra fredda), il KaDeWe, la loro "rinascente" grossa il doppio di un nostro qualunque centro commerciale, il checkpoint Charlie, dove quasi si scontrarono carri armati sovietici e americani, vari pezzi del muro, i migliori al Mauerpark (dove di domenica c'è un mercatino favoloso) e all'East side gallery, nel quale il muro è diventata la più grande opera d'arte a cielo aperto, parte del bunker ancora visibile che faceva parte della rete dei bunker sotterranei al quale era annesso anche quello di Hitler. In questo museo c'è anche una specie di casa della paura dove robot-manichini vengono squartati e signori in costume vi fanno "buh" da angoli bui.
Cosa mangiare a Berlino. Come in tutte le grandi capitali europee a Berlino si mangia di tutto. Dall'etnico, al locale, all'italiano. Da loro va un sacco il Currywurst, un wurstel cotto alla piastra, tagliato a pezzetti e inondati di ketchup e curry. Molto buono ma uno al giorno basta e avanza.
Fuori dalla stazione della metro di Alexanderplatz troverete omini che vi cuoceranno al volo un wurstel nel panino con la salsa che preferite. E a solo un euro e 20!

Se volete un ottimo burrito c'è Dolores, sempre vicino ad Alexanderplatz, io mi ci sono innamorata. Fa delle squisitezze quasi impossibili da terminare però strabuone!
Come ristoranti tedeschi ne abbiamo provati due e abbiamo mangiato in entrambi i casi molto bene. I piatti sono pesanti, ma come potrebbero esserlo da noi se mangiati al ristorante, le porzioni anche, molto abbondanti. Ma come da noi: nessuno a casa si prepara le vagonate di pasta che ti fanno mangiare al ristorante.
L'ultima sera abbiamo provato un ristorante americano. Si chiama Bird e fa solo ciccia. Bistecche e hamburger fatti di vera carne (come li pubblicizzano loro). Sono molto carini e chiedono sempre che taglio di carne vuoi e che tipo di cottura. Costa molto ma è davvero buono. Purtroppo non c'è mai posto se non si prenota e abbiamo mangiato al bancone come molti altri avventori dell'ultimo momento. Uno dei camerieri quando stavamo andando via ci ha chiesto di dove eravamo e ci ha offerto uno shottino, gentile direi!
Per quanto riguarda la birra abbiamo trovato ottima birra bavarese ma mi sembra che questa storia della birra tedesca sia un po' una leggenda. Più che altro bevono coca cola. L'acqua è carissima e fa schifo.
Ultimamente i berlinesi sono diventati attenti al biologico. Quindi mangiamo sì wurstel e patatine, ma certificate biologicamente. In alcuni chioschi anche le salsine sono biologiche, così ingrassi (ho preso almeno 2 kg) ma almeno hai l'impressione di mangiare sano!
I berlinesi: in generale sembrano sopportare loro malgrado le diversità. Ma amano i loro spazi. Abbiamo assistito a due scene incredibili.
Sale su un treno un ragazzotto un po' alternativo, si siede di fronte a un signore ben vestito e poggia lo zaino per terra. Lo zaino però, cadendo su un lato, tocca la gamba sinistra dell'omino benvestito il quale lancia all'altro una malevola occhiata. Il ragazzo, accortosi di ciò, chiede scusa e tira su lo zaino (da noi probabilmente si sarebbe risolta con il signore che cambia posto o il ragazzo che dice "che cazzo vuoi!").
La mattina del volo di ritorno riprendiamo il bus TXL per tornare all'aeroporto. Quando saliamo noi è vuoto, ma piano piano che va in là, com'è ovvio, si riempie di persone con valigie che non sanno più né dove sistemare i bagagli, né dove sistemarsi essi stessi. Una ragazza, credo americana, in particolare ha una valigia enorme che piazza, mancando posto, in mezzo al corridoio. Poi lei si siede accanto al finestrino in un posto doppio. Un signore si siede nel posto vuoto accanto a lei e accanto anche alla valigia enorme. Le persone fanno una grossa fatica a scavalcare l'enorme bagaglio e lui si sente in estremo imbarazzo, forse perché teme che gli altri possano pensare che sia sua la valigia. Così chiede alla ragazza se può spostarla, ma lei gli fa notare che non c'è posto. Lui non si da' pace, continua a guardare la valigia, poi guarda la ragazza e glielo chiede di nuovo ma nulla. Dopo un terzo tentativo ed evidentemente scocciato (chissà come si sarebbe comportata la ragazza se fosse stata berlinese?) tira su la valigia, la mette al suo posto e lui rimane in piedi.
In ogni caso Berlino è segnata dalla storia. Anche se credevo fosse più profondamente segnata. Nonostante tutto alla fine i ragazzi non capiscono qual è stato il risultato della loro storia nazionale. Tant'è che al museo ebraico alcuni ragazzini hanno scritto sul guestbook "SS". Anche Roccio ha notato che in realtà sembra che Berlino non sia stata colpita profondamente dall'Olocausto o meglio, che stia cercando di dimenticare quel brutto momento, quasi a dirsi "Ok c'è stato, ora basta, bisogna andare avanti".
Trovi più che altro segni del muro e delle sue vittime. Sì, decisamente Berlino ha una storia del tutto particolare.
I trasporti: una volta capito il metodo è facilissimo spostarsi e devo dire sono davvero efficienti i mezzi. C'è la metro che fermate molto più rade ed è più veloce. C'è il treno che fa più soste e ci sono pullman e tram. Noi ci siamo spostati solo con treno e metro e ci siamo trovati benissimo (a parte quando sbagliavo direzione o fermata).
A Mauerpark abbiamo inoltre trovato una band funky fantastica, con i quali ci siamo fermati a parlare e abbiamo anche comprato il loro cd. Se volete ascoltarli ecco il link.
Un'altra cosa: i berlinesi usano tantissimo la bici. In ogni angolo se ne trovano a noleggio e su treno e metro ci sono i posti prenotati per persone che hanno le bici. Favoloso.
La sera eravamo morti, pertanto non abbiamo provato la vita notturna di Berlino. C'è da dire che in albergo prendevamo, come canali italiani, solo raiuno e raitre. Abbiamo guardato "Chi l'ha visto" proprio mentre parlavano di Sarah Scazzi e abbiamo appreso la notizia in diretta. E' davvero una cosa devastante. Ma non mi faccio capace di ciò che può essere in grado di fare l'Uomo.
Canzone del giorno: The Say Rupert's Kitchen Orchestra
Il volo aereo è stato Alitalia con partenza da Torino, non c'erano voli diretti né da Firenze, né da Pisa, né da Bologna. Dopo un'oretta e mezza atterriamo all'aereoporto di Tegel. Presa la borsa cerchiamo il bus TXL che farà capolinea ad Alexanderplatz, dove abbiamo l'albergo. La macchinetta automatica dei biglietti è ovviamente davanti alla fermata del bus (perché solo qui è impossibile trovare i biglietti?).
In ogni caso arriviamo all'albergo (volo e albergo prenotati con lastminute.com, mi sono trovata molto bene tant'è che penso riprenoterò con loro), il Park Inn Alexanderplatz (che consiglio a tutti perché è spettacolare). Impossibile sbagliarsi, è la struttura più alta della piazza dopo la torre della tv. In albergo senza nessun problema ci tengono le valigie così possiamo andarcene in giro tranquilli fino alle 15, ora del check in. Ci daranno poi i passpartout con cui aprire la nostra stanza e usare l'ascensore (la stanza è al 12° piano di 37).
In 7 giorni Berlino mi è piaciuta molto, forse nei primi giorni un po' meno. Sono abituata a guardarmi intorno in tutte le città in cui vado e a Berlino è stato tutto ricostruito. Come a dire che bellezze architettoniche "antiche" non ce ne sono. Almeno nel centro ci sono solo grattacieli e l'unica cosa che mi ha colpito è stato il duomo, costruito in stile rinascimentale italiano (?).
Tuttavia Berlino ha un sacco di musei, e sono tutti enormi.
Quindi se proprio non sapete cosa fare, ecco qualche chicca.
Museo della medicina: per stomaci forti. Il penultimo piano contiene feti in barattolo e per chi ha mai visto rotten sa cosa intendo. Molte spiegazioni sono solo in tedesco ma questa è una cosa che noteremo in diverse altre strutture.
Museo della tecnologia: se avete una giornata piovosa qui dentro potrete passarci una giornata intera. E' talmente enorme che contiene diverse locomotrici di treno, diversi aeri (alcuni distrutti), qualche barca, e un sacco di piani dove poter soddisfare tutte le curiosità sulla tecnologia. Noi ci siamo soffermati al reparto informatico soprattutto, dove abbiamo scritto i nostri nomi in binario (eeeeeeh!!)

Il Reichstag: è gratuito (cosa rara visto che a Berlino si pagano anche le toilette all'interno dei centri commerciali) e salire su è abbastanza vertiginoso. Inoltre anche l'audioguida è gratuita e permette di sapere molte cose sui palazzi che poi si vedono dall'alto. Cosa buffa: Berlino è piena di gente con piercing e capelli colorati, anche di una certa età (sopra i 50 anni per esempio), roba che qui diresti "ahhh ma non si guarda prima di uscire di casa?". E invece è bello abbestia sentirsi liberi di conciarsi come si vuole. Dico questo perché al Reichstag ci ha aperto la porta una ragazzotta con i capelli rosa. Da noi quasi nessun lavoro al pubblico sarebbe permesso con quel colore di capelli. Potrei andare a vivere a Berlino ed avere finalmente i miei bellissimi capelli viola.
Il memoriale sull'Olocausto: una serie di parallelepipedi (sono ben 2711) in calcestruzzo che formano una sorta di labirinto.

Lì accanto c'è anche il Centro di documentazione degli ebrei morti nella shoah (ingresso gratuito), assolutamente da vedere.
Il Duomo: molto carino. Ha un organo con nonsoquantecentinaia di canne e spesso ci fanno concerti. Sulla guida era presentata come stile rinascimentale ma wikipedia lo presenta con stile neobarocco. Dire che non ci capisco nulla è dire poco.
Il museo di scienze naturali: fate largo al più grosso scheletro di Brachiosauro meglio conservato del mondo. Insieme ad altri scheletri di dinosauro e un sacco di altre cose (e i soliti animali impagliati)

Il campo di concentramento di Sachsenhausen: è stata la visita più toccante, anche se la struttura è stata trasformata in un vero e proprio museo che raccoglie i racconti di alcuni detenuti, camici, mobilio, foto dei prigionieri.

Per saperne di più: http://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_concentramento_di_Sachsenhausen_(Oranienburg). Ci si arriva comodamente con un treno e una camminata di 20 minuti. Non ho fatto molte altre foto al campo, l'unica cosa che ricordo è che, nonostante i turisti e le gite scolastiche (i ragazzi sembravano divertiti dalla visita, dovrebbero invece ricordarsi che sono cose fatte dai loro nonni...), c'era un silenzio incredibile. Si sentiva solo il vento che muoveva le foglie sugli alberi.
La torre della tv: non l'abbiamo visitata (quando eravamo lì si era diffusa la notizia di un possibile attentato proprio alla torre medesima), ma è stato un punto di riferimento fisso per tutta la permanenza. La torre della tv si vede da tutta la città, e dato che noi dovevamo andare in quel senso, per lo meno conoscevamo la direzione in cui incamminarci.

questa foto è stata scattata dalla terrazza del nostro albergo, la quale era a pagamento. Come tutto, del resto.
Quest'altra foto, in un rarissimo momento di sole:

Si vedono Duomo e torre della tv. Ho circa 50 foto della torre della tv, era davvero ovunque.
Porta di Brandeburgo:

Madame Toussaud: costa tantissimo, ma ne vale la pena. Almeno per farsi fare una dichiarazione dal Giorgio Clooney.

Oppure per fare le corna al papa:

Altre cose da vedere sono il museo ebraico, il museo della DDR (la repubblica democratica tedesca, per vivere il bello della DDR - e se proprio vi piace sarebbe bene controllare anche la prigione della Stasi, la polizia segreta della Berlino Est durante gli anni della guerra fredda), il KaDeWe, la loro "rinascente" grossa il doppio di un nostro qualunque centro commerciale, il checkpoint Charlie, dove quasi si scontrarono carri armati sovietici e americani, vari pezzi del muro, i migliori al Mauerpark (dove di domenica c'è un mercatino favoloso) e all'East side gallery, nel quale il muro è diventata la più grande opera d'arte a cielo aperto, parte del bunker ancora visibile che faceva parte della rete dei bunker sotterranei al quale era annesso anche quello di Hitler. In questo museo c'è anche una specie di casa della paura dove robot-manichini vengono squartati e signori in costume vi fanno "buh" da angoli bui.
Cosa mangiare a Berlino. Come in tutte le grandi capitali europee a Berlino si mangia di tutto. Dall'etnico, al locale, all'italiano. Da loro va un sacco il Currywurst, un wurstel cotto alla piastra, tagliato a pezzetti e inondati di ketchup e curry. Molto buono ma uno al giorno basta e avanza.
Fuori dalla stazione della metro di Alexanderplatz troverete omini che vi cuoceranno al volo un wurstel nel panino con la salsa che preferite. E a solo un euro e 20!

Se volete un ottimo burrito c'è Dolores, sempre vicino ad Alexanderplatz, io mi ci sono innamorata. Fa delle squisitezze quasi impossibili da terminare però strabuone!
Come ristoranti tedeschi ne abbiamo provati due e abbiamo mangiato in entrambi i casi molto bene. I piatti sono pesanti, ma come potrebbero esserlo da noi se mangiati al ristorante, le porzioni anche, molto abbondanti. Ma come da noi: nessuno a casa si prepara le vagonate di pasta che ti fanno mangiare al ristorante.
L'ultima sera abbiamo provato un ristorante americano. Si chiama Bird e fa solo ciccia. Bistecche e hamburger fatti di vera carne (come li pubblicizzano loro). Sono molto carini e chiedono sempre che taglio di carne vuoi e che tipo di cottura. Costa molto ma è davvero buono. Purtroppo non c'è mai posto se non si prenota e abbiamo mangiato al bancone come molti altri avventori dell'ultimo momento. Uno dei camerieri quando stavamo andando via ci ha chiesto di dove eravamo e ci ha offerto uno shottino, gentile direi!
Per quanto riguarda la birra abbiamo trovato ottima birra bavarese ma mi sembra che questa storia della birra tedesca sia un po' una leggenda. Più che altro bevono coca cola. L'acqua è carissima e fa schifo.
Ultimamente i berlinesi sono diventati attenti al biologico. Quindi mangiamo sì wurstel e patatine, ma certificate biologicamente. In alcuni chioschi anche le salsine sono biologiche, così ingrassi (ho preso almeno 2 kg) ma almeno hai l'impressione di mangiare sano!
I berlinesi: in generale sembrano sopportare loro malgrado le diversità. Ma amano i loro spazi. Abbiamo assistito a due scene incredibili.
Sale su un treno un ragazzotto un po' alternativo, si siede di fronte a un signore ben vestito e poggia lo zaino per terra. Lo zaino però, cadendo su un lato, tocca la gamba sinistra dell'omino benvestito il quale lancia all'altro una malevola occhiata. Il ragazzo, accortosi di ciò, chiede scusa e tira su lo zaino (da noi probabilmente si sarebbe risolta con il signore che cambia posto o il ragazzo che dice "che cazzo vuoi!").
La mattina del volo di ritorno riprendiamo il bus TXL per tornare all'aeroporto. Quando saliamo noi è vuoto, ma piano piano che va in là, com'è ovvio, si riempie di persone con valigie che non sanno più né dove sistemare i bagagli, né dove sistemarsi essi stessi. Una ragazza, credo americana, in particolare ha una valigia enorme che piazza, mancando posto, in mezzo al corridoio. Poi lei si siede accanto al finestrino in un posto doppio. Un signore si siede nel posto vuoto accanto a lei e accanto anche alla valigia enorme. Le persone fanno una grossa fatica a scavalcare l'enorme bagaglio e lui si sente in estremo imbarazzo, forse perché teme che gli altri possano pensare che sia sua la valigia. Così chiede alla ragazza se può spostarla, ma lei gli fa notare che non c'è posto. Lui non si da' pace, continua a guardare la valigia, poi guarda la ragazza e glielo chiede di nuovo ma nulla. Dopo un terzo tentativo ed evidentemente scocciato (chissà come si sarebbe comportata la ragazza se fosse stata berlinese?) tira su la valigia, la mette al suo posto e lui rimane in piedi.
In ogni caso Berlino è segnata dalla storia. Anche se credevo fosse più profondamente segnata. Nonostante tutto alla fine i ragazzi non capiscono qual è stato il risultato della loro storia nazionale. Tant'è che al museo ebraico alcuni ragazzini hanno scritto sul guestbook "SS". Anche Roccio ha notato che in realtà sembra che Berlino non sia stata colpita profondamente dall'Olocausto o meglio, che stia cercando di dimenticare quel brutto momento, quasi a dirsi "Ok c'è stato, ora basta, bisogna andare avanti".
Trovi più che altro segni del muro e delle sue vittime. Sì, decisamente Berlino ha una storia del tutto particolare.
I trasporti: una volta capito il metodo è facilissimo spostarsi e devo dire sono davvero efficienti i mezzi. C'è la metro che fermate molto più rade ed è più veloce. C'è il treno che fa più soste e ci sono pullman e tram. Noi ci siamo spostati solo con treno e metro e ci siamo trovati benissimo (a parte quando sbagliavo direzione o fermata).
A Mauerpark abbiamo inoltre trovato una band funky fantastica, con i quali ci siamo fermati a parlare e abbiamo anche comprato il loro cd. Se volete ascoltarli ecco il link.
Un'altra cosa: i berlinesi usano tantissimo la bici. In ogni angolo se ne trovano a noleggio e su treno e metro ci sono i posti prenotati per persone che hanno le bici. Favoloso.
La sera eravamo morti, pertanto non abbiamo provato la vita notturna di Berlino. C'è da dire che in albergo prendevamo, come canali italiani, solo raiuno e raitre. Abbiamo guardato "Chi l'ha visto" proprio mentre parlavano di Sarah Scazzi e abbiamo appreso la notizia in diretta. E' davvero una cosa devastante. Ma non mi faccio capace di ciò che può essere in grado di fare l'Uomo.
Canzone del giorno: The Say Rupert's Kitchen Orchestra
26 settembre 2010
25 settembre 2010
Caffè napoletano e Tarocchi marsigliesi, piemontesi e fiorentini
Mentre mi preparo un caffè con la macchinetta napoletana, mi godo le cartine arrivate stamani.






Ora, non si vede bene, ma le minchiate fiorentine sono un mazzo numerato e il nostro mazzo è il 325/2000. Sono tutte molto bellina e non vedo l'ora di usarle!
Ieri sera abbiamo festeggiato il compleanno di Francesca! Pizza al Giuggiolo (purtroppo Roccio non è rimasto aveva le prove). E' stata una serata molto carina, Francesca è stata molto contenta dei regali, un abbonamento al national geographic e due smartbox "insolito fuoriporta". Oltre al bigliettino del Cinfa mirabilmente decorato con una.. bhe. un pisello gigante.
Ecco le foto della serata!
Canzone del giorno: Fast Death/Slow Death Sofisticator






Ora, non si vede bene, ma le minchiate fiorentine sono un mazzo numerato e il nostro mazzo è il 325/2000. Sono tutte molto bellina e non vedo l'ora di usarle!
Ieri sera abbiamo festeggiato il compleanno di Francesca! Pizza al Giuggiolo (purtroppo Roccio non è rimasto aveva le prove). E' stata una serata molto carina, Francesca è stata molto contenta dei regali, un abbonamento al national geographic e due smartbox "insolito fuoriporta". Oltre al bigliettino del Cinfa mirabilmente decorato con una.. bhe. un pisello gigante.
Ecco le foto della serata!
Canzone del giorno: Fast Death/Slow Death Sofisticator
22 settembre 2010
20 settembre 2010
Tecniche e Tarocchi
La nuova tecnica per le pastiglie fa schifo: ogni mattina sono sempre stanca perché un conto è posticipare la sveglia in fase REM, un conto è sedersi sul letto, aprire le scatoline, prendere la bottiglietta d'acqua, cercare di ingollare pasticchino (eutirox) e pasticcone (tamoxifene) facendo bene attenzione che nulla rimanga incastrato in gola. Poi in genere una volta seduta sul letto mi scappa fortissimo la pipì: allora che faccio? Mi rimetto a letto che tanto rimango a contorcermi? No, mi alzo e vado in bagno. Risultato: già prima delle 7 sono sveglia e in coma.
Lunedì bestiale stamane: una signora al telefono continuava a dire "La 'un mi convince" qualsiasi cosa le spiegassi. Però, risolvendo un piccolo problema, ho ricevuto una mail dalla responsabile la quale ha affermato che "sono un mito". Questo compensa largamente l'essere pignola di qualche giorno fa.
Comprerò (anzi mi farò regalare da Roccio, perché non si comprano) un mazzo di Tarocchi. Il gioco dei Tarocchi è molto antico e non si riesce a risalire alla sua origine. Col tempo, poi, tutti hanno rivendicato la paternità del Tarocchi: ebrei, egiziani, cinesi (sono uscite carte molto belle: egiziane, delle fate, delle streghe ma tutte assolutamente finte). I Tarocchi sono un pout pourri di tutto questo. Jodorowsky, fumettista appassionato di Tarocchi, ha sempre utilizzato i Tarocchi di Paul Marteau, considerati quelli classici (di Marsiglia, come il sapone). In realtà, trovando un antico mazzo di carte dipinte a mano, Jodorowsky ha scoperto che anche i Tarocchi di Paul Marteau sono dei... tarocchi. O meglio, sono quelli che più si avvicinano ai "veri" Tarocchi, per lo meno le figure sono pressoché identiche, ma alcuni colori e alcuni dettagli cambiano. Ed essendo carte interpretative in cui la simbologia, anche dei colori, è importantissima, si può immaginare come il rosso, nelle scarpe dell'Imperatore che fino ad oggi venivano dipinte di bianco, cambi totalmente il senso. Non è infatti il rosso, colore più passionale che spinge l'immaginazione verso una probabile conquista, mentre il bianco fa pensare a qualcosa di più puro e retto? Così, visto che il mio mazzo di Tarocchi è andato perduto (preso da mia sorella? sistemato da mia mamma? portato qui e nascosto da qualche parte?) ho deciso che il mio prossimo mazzo di Tarocchi sarà quello ridisegnato in toto da Jodorowsky.
Premetto, non considero più i Tarocchi o l'I Ching come un'arte divinatoria. Quando ero piccola leggevo spesso carte, fondi del caffè, mani, I Ching nella speranza di trovare la risposta a una domanda spesso inesistente (oddio facevo anche sedute spiritiche e disegnavo amuleti su pergamena).
Ora ho capito che i Tarocchi e l'I Ching sono un "gioco", così vengono definiti almeno i Tarocchi, ma soprattutto sono interpretativi. Non dicono mai cose chiare ma ti aiutano a scoprire dove sei e dove stai andando. Se il Carro è accanto alla Morte, io posso dire che si verificherà un evento che porterà sicuramente dei grandi cambiamenti o che la persona in questione farà una scelta che porterà a un grande cambiamento. Io non posso sapere (come non lo sanno le carte) che tipo di cambiamento sarà: ma la persona che mi interroga sicuramente sì. Chi non si trova mai di fronte a una scelta? Se la persona in questione sta da tempo aspettando che qualcuno glielo ricordi eccole lì. Nessuna magia dunque, mera psicologia. L'I Ching è ancora più spettacolare. Non è visivo, perché quelle linee e quei tratteggi non ti possono dire nulla, quindi o vai di manuale (come me) oppure impari a memoria gli 8 trigrammi possibili da combinare in esagrammi e poi interpreti. Il risultato sarà qualche verso assolutamente senza senso tipo "La calma si trova nell'acqua, può essere utile attraversare un grande fiume".
Oppure "Distruzione: cercate di non muovervi". Nulla di quello che ricaverete dall'I Ching avrà un senso compiuto ma, una volta avvenuto il fatto, io ho sempre esclamato "Ecco, lo sapevo, l'I Ching me lo aveva detto". La verità è che nulla di ciò che aveva predetto era stato minimamente comprensibile per me prima che l'evento accadesse. Dopo in effetti è facile dire "me lo aveva detto". Se mi dice di non muovermi e io non capisco a che si riferisce, non appena compio un passo falso e faccio la cazzata ecco che lo strumento divinatorio dell'I Ching arriva: totalmente inutile. Tuttavia mi diverte farlo, perché a volte qualche frase può illuminare e magari farti riflettere. E' come quando una persona ti racconta una storia, una fiaba, con una morale. E non tutta la morale è applicabile a te, ma c'è una frase, una piccolissima frase che ti fa riflettere e che magari ti aiuta a capire delle cose.
Esempio: se la mia collega mi racconta che deve svasare delle piante perché le radici sono troppo grandi ed escono dal vaso, io posso pensare che è ora di portare i problemi fuori dalla mia testa prima di esplodere.
Tutto questo per dire che se qualcuno è convinto che i Tarocchi possano predire il futuro, molto probabilmente si sbaglia. E forse spenderebbe meno ad andare da uno psicanalista.
Ah, un'altra cosa buffa. Una volta ci sono stata da una psicoterapeuta, era molto brava ma sono stata da lei solo un paio di volte. Mi piaceva il suo modo non freudiano di trattare con la gente. E sapete che mi disse? Che ero molto giovane, ed era normale che volessi tenermi molte porte aperte, ma una volta presa una decisione la strada sarebbe stata tutta in discesa. Perché quando hai deciso cosa fare è tutto più semplice. Fu la stessa cosa che mi disse, pochi anni prima, un ragazzo leggendomi i Tarocchi. Disse che avevo molte scelte a disposizione e qualunque strada avessi scelto, mi sarebbe andata bene.
E avevano ragione entrambi.
Canzone del giorno: Paparazzi Lady GaGa
Qui qualcosa in più sui Tarocchi che pare siano italiani (?).
Lunedì bestiale stamane: una signora al telefono continuava a dire "La 'un mi convince" qualsiasi cosa le spiegassi. Però, risolvendo un piccolo problema, ho ricevuto una mail dalla responsabile la quale ha affermato che "sono un mito". Questo compensa largamente l'essere pignola di qualche giorno fa.
Comprerò (anzi mi farò regalare da Roccio, perché non si comprano) un mazzo di Tarocchi. Il gioco dei Tarocchi è molto antico e non si riesce a risalire alla sua origine. Col tempo, poi, tutti hanno rivendicato la paternità del Tarocchi: ebrei, egiziani, cinesi (sono uscite carte molto belle: egiziane, delle fate, delle streghe ma tutte assolutamente finte). I Tarocchi sono un pout pourri di tutto questo. Jodorowsky, fumettista appassionato di Tarocchi, ha sempre utilizzato i Tarocchi di Paul Marteau, considerati quelli classici (di Marsiglia, come il sapone). In realtà, trovando un antico mazzo di carte dipinte a mano, Jodorowsky ha scoperto che anche i Tarocchi di Paul Marteau sono dei... tarocchi. O meglio, sono quelli che più si avvicinano ai "veri" Tarocchi, per lo meno le figure sono pressoché identiche, ma alcuni colori e alcuni dettagli cambiano. Ed essendo carte interpretative in cui la simbologia, anche dei colori, è importantissima, si può immaginare come il rosso, nelle scarpe dell'Imperatore che fino ad oggi venivano dipinte di bianco, cambi totalmente il senso. Non è infatti il rosso, colore più passionale che spinge l'immaginazione verso una probabile conquista, mentre il bianco fa pensare a qualcosa di più puro e retto? Così, visto che il mio mazzo di Tarocchi è andato perduto (preso da mia sorella? sistemato da mia mamma? portato qui e nascosto da qualche parte?) ho deciso che il mio prossimo mazzo di Tarocchi sarà quello ridisegnato in toto da Jodorowsky.
Premetto, non considero più i Tarocchi o l'I Ching come un'arte divinatoria. Quando ero piccola leggevo spesso carte, fondi del caffè, mani, I Ching nella speranza di trovare la risposta a una domanda spesso inesistente (oddio facevo anche sedute spiritiche e disegnavo amuleti su pergamena).
Ora ho capito che i Tarocchi e l'I Ching sono un "gioco", così vengono definiti almeno i Tarocchi, ma soprattutto sono interpretativi. Non dicono mai cose chiare ma ti aiutano a scoprire dove sei e dove stai andando. Se il Carro è accanto alla Morte, io posso dire che si verificherà un evento che porterà sicuramente dei grandi cambiamenti o che la persona in questione farà una scelta che porterà a un grande cambiamento. Io non posso sapere (come non lo sanno le carte) che tipo di cambiamento sarà: ma la persona che mi interroga sicuramente sì. Chi non si trova mai di fronte a una scelta? Se la persona in questione sta da tempo aspettando che qualcuno glielo ricordi eccole lì. Nessuna magia dunque, mera psicologia. L'I Ching è ancora più spettacolare. Non è visivo, perché quelle linee e quei tratteggi non ti possono dire nulla, quindi o vai di manuale (come me) oppure impari a memoria gli 8 trigrammi possibili da combinare in esagrammi e poi interpreti. Il risultato sarà qualche verso assolutamente senza senso tipo "La calma si trova nell'acqua, può essere utile attraversare un grande fiume".
Oppure "Distruzione: cercate di non muovervi". Nulla di quello che ricaverete dall'I Ching avrà un senso compiuto ma, una volta avvenuto il fatto, io ho sempre esclamato "Ecco, lo sapevo, l'I Ching me lo aveva detto". La verità è che nulla di ciò che aveva predetto era stato minimamente comprensibile per me prima che l'evento accadesse. Dopo in effetti è facile dire "me lo aveva detto". Se mi dice di non muovermi e io non capisco a che si riferisce, non appena compio un passo falso e faccio la cazzata ecco che lo strumento divinatorio dell'I Ching arriva: totalmente inutile. Tuttavia mi diverte farlo, perché a volte qualche frase può illuminare e magari farti riflettere. E' come quando una persona ti racconta una storia, una fiaba, con una morale. E non tutta la morale è applicabile a te, ma c'è una frase, una piccolissima frase che ti fa riflettere e che magari ti aiuta a capire delle cose.
Esempio: se la mia collega mi racconta che deve svasare delle piante perché le radici sono troppo grandi ed escono dal vaso, io posso pensare che è ora di portare i problemi fuori dalla mia testa prima di esplodere.
Tutto questo per dire che se qualcuno è convinto che i Tarocchi possano predire il futuro, molto probabilmente si sbaglia. E forse spenderebbe meno ad andare da uno psicanalista.
Ah, un'altra cosa buffa. Una volta ci sono stata da una psicoterapeuta, era molto brava ma sono stata da lei solo un paio di volte. Mi piaceva il suo modo non freudiano di trattare con la gente. E sapete che mi disse? Che ero molto giovane, ed era normale che volessi tenermi molte porte aperte, ma una volta presa una decisione la strada sarebbe stata tutta in discesa. Perché quando hai deciso cosa fare è tutto più semplice. Fu la stessa cosa che mi disse, pochi anni prima, un ragazzo leggendomi i Tarocchi. Disse che avevo molte scelte a disposizione e qualunque strada avessi scelto, mi sarebbe andata bene.
E avevano ragione entrambi.
Canzone del giorno: Paparazzi Lady GaGa
Qui qualcosa in più sui Tarocchi che pare siano italiani (?).
13 settembre 2010
Vi odio tutti
Ho tanto sonno, e il tempo non aiuta. Stamane ho dimenticato di prendere le pastiglie, mi toccherà aspettare domani, non ha senso prenderle ora. E comunque non le ho con me.
E comunque anche ad andarle a prendere sarebbe tardi. In ogni caso ho scoperto di averle sempre prese male, ovvero andrebbero prese sempre alla stessa ora. Io le prendo quando mi alzo. Che non è sempre alla stessa ora. E mezz'ora prima della colazione. Io quando faccio colazione le prendo addirittura col latte della colazione. Quindi peggio che mai.
Riordinare le idee:
domani nuova tecnica di presa pastiglie. Le terrò sul comodino e appena suona la sveglia le piglio.
Dopodomani la tecnica fallirà perché a occhi chiusi spegnerò la sveglia senza accorgermene. Tecnica fallimentare.
Voglio una maglietta con su scritto "Vi odio tutti", oggi l'avrei indossata.
Canzone del giorno: Fuck You Archive
E comunque anche ad andarle a prendere sarebbe tardi. In ogni caso ho scoperto di averle sempre prese male, ovvero andrebbero prese sempre alla stessa ora. Io le prendo quando mi alzo. Che non è sempre alla stessa ora. E mezz'ora prima della colazione. Io quando faccio colazione le prendo addirittura col latte della colazione. Quindi peggio che mai.
Riordinare le idee:
domani nuova tecnica di presa pastiglie. Le terrò sul comodino e appena suona la sveglia le piglio.
Dopodomani la tecnica fallirà perché a occhi chiusi spegnerò la sveglia senza accorgermene. Tecnica fallimentare.
Voglio una maglietta con su scritto "Vi odio tutti", oggi l'avrei indossata.
Canzone del giorno: Fuck You Archive
11 settembre 2010
Hic et nunc
Sono andata a rileggermi il post sull'intervento al seno. Ho fatto bene a scriverlo: ci sono delle cose che non ricordavo. Più che altro ero curiosa di sapere quando ho preso la mia prima pastiglia di tamoxifene. 24 marzo 2009. Questo se il senologo dovesse interrogarmi.
Quante paure, quanti dubbi ho avuto, ed è già passato un anno e mezzo. Non capita mai di voler fermare il tempo in un istante speciale, come si fa con le fotografie? Fermi quell'istante e la tua vita diventa quel momento lì. Senza nessun luogo, nessun passato e nessun presente, ma qui e ora.
Quante paure, quanti dubbi ho avuto, ed è già passato un anno e mezzo. Non capita mai di voler fermare il tempo in un istante speciale, come si fa con le fotografie? Fermi quell'istante e la tua vita diventa quel momento lì. Senza nessun luogo, nessun passato e nessun presente, ma qui e ora.
Tettografia
Ieri ho fatto la mia seconda tettografia fiorentina. Se vi dovesse capitare, vi consiglio di recarvi al cspo (se non ricordo male) di viale Amendola. Sono carini e gentili. Poco dopo essere arrivata sono stata chiamata. La mammografia è un esame strano perché se fatta bene è molto noiosa. E' come mettere il seno in una pressa. Poi devi stare ferma e "rilassata", ti dicono. Ma come fai a stare rilassata?
Una volta eseguito l'esame mi hanno chiesto di attendere i risultati ma, dopo un po', sono stata richiamata per fare un'ecografia al seno. Stavo svenendo.
In genere un secondo esame indica che qualcosa non va.
Ma niente di cui preoccuparsi: sono molto giovane e vogliono controllarmi per bene. Così il senologo/radiologo/ecografo mi guarda il seno, lo tasta, mi dice "che peccato è rimasto il segno blu" - per chi non ricordasse, mi hanno iniettato due dosi di carbone vegetale ed è probabile che questa macchia blu, simile a un piccolo livido, mi accompagni per la vita insieme alla cicatrice - mi chiede cosa mi è successo, come mai operata così giovane, e per la prima volta qui trovo un medico interessato a me come persona e non solo al mio caso clinico. Ed è stato così gentile da suggerirmi il nome di un senologo secondo lui molto bravo (da cui credo proprio di andare).
Scopro, da lui, che il tamoxifene che sto prendendo forse non serve a un granché, o meglio stanno ancora cercando di capirci qualcosa, e che per il mio tumore in situ non serve davvero. Per cui sono ancora più ansiosa di andare da questo senologo, magari mi dice che posso interrompere questa pastiglia terribile che mi da' un sacco di effetti collaterali - pianto facile, caldane, mestruazioni come gli pare, gonfiaggio a palla se non sto attenta ai minimi dettagli a ciò che mangio - e che mi causa continui viaggi dalla mia dottora per le ricette.
Alla fine dell'ecografia mi consegnano un cd (un cd? penso) con i risultati degli esami. Non male, davvero. Nulla di stampato, tanto a che serve?
Il risultato è ok, tutto a posto anche stavolta. Alla prossima. Speriamo tardi.
Canzone del giorno: South of Heaven Slayer
Una volta eseguito l'esame mi hanno chiesto di attendere i risultati ma, dopo un po', sono stata richiamata per fare un'ecografia al seno. Stavo svenendo.
In genere un secondo esame indica che qualcosa non va.
Ma niente di cui preoccuparsi: sono molto giovane e vogliono controllarmi per bene. Così il senologo/radiologo/ecografo mi guarda il seno, lo tasta, mi dice "che peccato è rimasto il segno blu" - per chi non ricordasse, mi hanno iniettato due dosi di carbone vegetale ed è probabile che questa macchia blu, simile a un piccolo livido, mi accompagni per la vita insieme alla cicatrice - mi chiede cosa mi è successo, come mai operata così giovane, e per la prima volta qui trovo un medico interessato a me come persona e non solo al mio caso clinico. Ed è stato così gentile da suggerirmi il nome di un senologo secondo lui molto bravo (da cui credo proprio di andare).
Scopro, da lui, che il tamoxifene che sto prendendo forse non serve a un granché, o meglio stanno ancora cercando di capirci qualcosa, e che per il mio tumore in situ non serve davvero. Per cui sono ancora più ansiosa di andare da questo senologo, magari mi dice che posso interrompere questa pastiglia terribile che mi da' un sacco di effetti collaterali - pianto facile, caldane, mestruazioni come gli pare, gonfiaggio a palla se non sto attenta ai minimi dettagli a ciò che mangio - e che mi causa continui viaggi dalla mia dottora per le ricette.
Alla fine dell'ecografia mi consegnano un cd (un cd? penso) con i risultati degli esami. Non male, davvero. Nulla di stampato, tanto a che serve?
Il risultato è ok, tutto a posto anche stavolta. Alla prossima. Speriamo tardi.
Canzone del giorno: South of Heaven Slayer
08 settembre 2010
Pignola? Io?
Oggi ricevo la mail da un collega su cui c'è scritto che "A causa della nota pignoleria di Carla.." ecc ecc. Vorrei specificarlo, non sono pignola.
Vi prego, non sono pignola. Sigh, ora non ci dormo. Non sono nemmeno precisa.
Una nostra amica mi dice che io sono sempre organizzatissima. Ma non è vero. Lo giuro. Sono casinista abbestia. Faccio le cose ma poi non so come portarle avanti. Mando delle email che non riesco a seguire. Segno tutte le cose che devo fare su un calendario che non guardo mai, o su fogli sparsi che poi perdo. La mia organizzazione è solo apparente, la mia pignoleria è un castello di carta.
Io sono come un cestello di pezzi Lego tutti diversi che non possono incastrarsi. Sono un puzzle umano!
Canzone del giorno: Cattiva Samuele Bersani
Vi prego, non sono pignola. Sigh, ora non ci dormo. Non sono nemmeno precisa.
Una nostra amica mi dice che io sono sempre organizzatissima. Ma non è vero. Lo giuro. Sono casinista abbestia. Faccio le cose ma poi non so come portarle avanti. Mando delle email che non riesco a seguire. Segno tutte le cose che devo fare su un calendario che non guardo mai, o su fogli sparsi che poi perdo. La mia organizzazione è solo apparente, la mia pignoleria è un castello di carta.
Io sono come un cestello di pezzi Lego tutti diversi che non possono incastrarsi. Sono un puzzle umano!
Canzone del giorno: Cattiva Samuele Bersani
06 settembre 2010
Un weekend...
da pauraaaaaaa
Un sabato tranquillo, fu quello della scorsa settimana. O almeno sembrava.
Partenza di mattina per Santa Maria Novella a recuperare il batterista e poi via, in quel di (non mi ricordo.. vedi a lasciare passare più di una settimana prima di scrivere sul blog?), a recuperare chitarrista Popi, cantante Eddie, un altro tizio di cui non ricordo il nome, e Ozzy lo special guest della giornata.
Beccàti loro, via a Pisa, a recuperare Thunderthrash, una giovincella in nero.
Si parte.
Dobbiamo andare a San Casciano di Moriano: in realtà noi seguiamo la macchina del Popi, che non sembra facile arrivare al birrificio Bruton.
Appena siamo arrivati ci facciamo timbrare la manina: chi presentandosi come componente del gruppo, chi come special guest, e io ho chiesto solo "Non mi timbri?".
Una volta dentro troviamo i Deadcock (è proprio questo il nome del gruppo) intento a sistemarsi e qualche altro metallaro vagante. Noi arriviamo col nostro immancabile Whisky e il Cynar, e le birre. Eccetera eccetera.
I deadcock fanno ill loro soundcheck, quando tocca ai nostri Sofisticator, il tecnico (ma era un tecnico? o uno che passava di lì per caso?) decide che è tardi ed è meglio che comincino a suonare subito. Intanto sono arrivati tutti: Melania e Giorgio, Stephen e Francesca e Marco e Giada. Si può cominciare dunque.
Diciamo che il fatto che il Popi fosse tornato a casa alle 6 del mattino e Roccio fosse un po' brillo, e il batterista fosse stanco, e il cantante non ricordasse le canzoni e il bassista avesse il volume un po' alto si è fatto sentire. Ma alla fine hanno spaccato. Tutto dimostrato dalle foto che ora metterò.
Alla fine ho dimenticato un bel po' di roba: ricordo che roccio è stato rotolato su un plaid, che forse ho vomitato, che poi mi sono messa in macchina in coma e che sentivo le voci della gente fuori dalla macchina come se fossero dentro di me e lontanissimi.
That's it.
Il giorno dopo, non contenti, partiamo per una bella grigliata al lago bellavalle.
14 amici, tre chitarre, due bisteccone fiorentine, una rosticciana, molte salsicce, pollo da fare alla griglia e tanta birra. Si parte.
Gli uomini ai fornelli, le donne a chiacchierare, qualcuno suona, si gioca a frisbee, a pallone, ci si sdraia sul plaid, mi sembra di essere tornata ai 15 anni, quando si facevano due cazzate e ci si divertiva così, si era felici, in fondo basta poco per esserlo, pensavo mentre, purtroppo, una processionaria cascata da chissà dove, pizzicava il ginocchio di Giorgio. Io e Roccio ancora un po' storditi ma la carne tampona l'acidità e ci riprendiamo subito e così si cantano le canzoni da pullmino in gita, quelle che odiavi e che continui a odiare ma sono le uniche che tutti conoscono e quindi chissenefrega. Un coniglio corre nel prato inseguito da decine di bimbi, povero coniglietto è terrorizzato. Emiliano dopo aver finito di mangiare si sdraia sul plaid e muore lì in coma mentre Cosimo cerca di svegliarlo a pallonate. Roccio gioca a carte mentre io cerco di non fare la mia solita pessima figura a pallavolo anche perché se no Mr. Badguy viene a ripigliarmi di forza.
Ma perché a nessuno piace giocare a frisbee? E' un gioco paritario, nessuno sa lanciare il frisbee, è risaputo, quindi siamo tutti cani, qundi ci si può prendere per il culo per benino senza che nessuno si offenda.
Bella, bella giornata, pance piene e visi sorridenti. E' come il mondo del mulino bianco, quello buono buono che vorresti.
Ed ecco, anche qui, le foto.
Se ho fatto qualche errore scusatemi, ho scritto di fretta e anche stasera ho un monte di cose da fare.
Ma c'è sempre tempo per la canzone del giorno: Kielbasa Tenacious D
e.... Empty Tankard Tankard e... Sofisticator Sofisticator
p.s. il titolo del post è una citazione (coltissima) del pezzo che i mitici Sofisticator hanno suonato con alla voce il caro Ozzy, il cui ritornello faceva pressappoco così: Thrash and Clean, da pauraaa!
Partenza di mattina per Santa Maria Novella a recuperare il batterista e poi via, in quel di (non mi ricordo.. vedi a lasciare passare più di una settimana prima di scrivere sul blog?), a recuperare chitarrista Popi, cantante Eddie, un altro tizio di cui non ricordo il nome, e Ozzy lo special guest della giornata.
Beccàti loro, via a Pisa, a recuperare Thunderthrash, una giovincella in nero.
Si parte.
Dobbiamo andare a San Casciano di Moriano: in realtà noi seguiamo la macchina del Popi, che non sembra facile arrivare al birrificio Bruton.
Appena siamo arrivati ci facciamo timbrare la manina: chi presentandosi come componente del gruppo, chi come special guest, e io ho chiesto solo "Non mi timbri?".
Una volta dentro troviamo i Deadcock (è proprio questo il nome del gruppo) intento a sistemarsi e qualche altro metallaro vagante. Noi arriviamo col nostro immancabile Whisky e il Cynar, e le birre. Eccetera eccetera.
I deadcock fanno ill loro soundcheck, quando tocca ai nostri Sofisticator, il tecnico (ma era un tecnico? o uno che passava di lì per caso?) decide che è tardi ed è meglio che comincino a suonare subito. Intanto sono arrivati tutti: Melania e Giorgio, Stephen e Francesca e Marco e Giada. Si può cominciare dunque.
Diciamo che il fatto che il Popi fosse tornato a casa alle 6 del mattino e Roccio fosse un po' brillo, e il batterista fosse stanco, e il cantante non ricordasse le canzoni e il bassista avesse il volume un po' alto si è fatto sentire. Ma alla fine hanno spaccato. Tutto dimostrato dalle foto che ora metterò.
Alla fine ho dimenticato un bel po' di roba: ricordo che roccio è stato rotolato su un plaid, che forse ho vomitato, che poi mi sono messa in macchina in coma e che sentivo le voci della gente fuori dalla macchina come se fossero dentro di me e lontanissimi.
That's it.
Il giorno dopo, non contenti, partiamo per una bella grigliata al lago bellavalle.
14 amici, tre chitarre, due bisteccone fiorentine, una rosticciana, molte salsicce, pollo da fare alla griglia e tanta birra. Si parte.
Gli uomini ai fornelli, le donne a chiacchierare, qualcuno suona, si gioca a frisbee, a pallone, ci si sdraia sul plaid, mi sembra di essere tornata ai 15 anni, quando si facevano due cazzate e ci si divertiva così, si era felici, in fondo basta poco per esserlo, pensavo mentre, purtroppo, una processionaria cascata da chissà dove, pizzicava il ginocchio di Giorgio. Io e Roccio ancora un po' storditi ma la carne tampona l'acidità e ci riprendiamo subito e così si cantano le canzoni da pullmino in gita, quelle che odiavi e che continui a odiare ma sono le uniche che tutti conoscono e quindi chissenefrega. Un coniglio corre nel prato inseguito da decine di bimbi, povero coniglietto è terrorizzato. Emiliano dopo aver finito di mangiare si sdraia sul plaid e muore lì in coma mentre Cosimo cerca di svegliarlo a pallonate. Roccio gioca a carte mentre io cerco di non fare la mia solita pessima figura a pallavolo anche perché se no Mr. Badguy viene a ripigliarmi di forza.
Ma perché a nessuno piace giocare a frisbee? E' un gioco paritario, nessuno sa lanciare il frisbee, è risaputo, quindi siamo tutti cani, qundi ci si può prendere per il culo per benino senza che nessuno si offenda.
Bella, bella giornata, pance piene e visi sorridenti. E' come il mondo del mulino bianco, quello buono buono che vorresti.
Ed ecco, anche qui, le foto.
Se ho fatto qualche errore scusatemi, ho scritto di fretta e anche stasera ho un monte di cose da fare.
Ma c'è sempre tempo per la canzone del giorno: Kielbasa Tenacious D
e.... Empty Tankard Tankard e... Sofisticator Sofisticator
p.s. il titolo del post è una citazione (coltissima) del pezzo che i mitici Sofisticator hanno suonato con alla voce il caro Ozzy, il cui ritornello faceva pressappoco così: Thrash and Clean, da pauraaa!
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