16 agosto 2022

Giorno 4: Ricordati che devi morire (e che sei più in Italia qui che altrove) - 15 Agosto 2022

 Il cielo nuvoloso mi rasserena, no davvero. Fuori ci sono 26 gradi, una gran conquista visti i 32 dei giorni scorsi. Felice come una Pasqua scendo a fare colazione e prendo il mio solito piatto salato con l'aggiunta di un dolcetto. Una colazione molto potente, come direbbe Jova-mangia-glicine mi permette di restare sazia ben oltre le 13 e mi fa fare uno pseudo pasto che un po' è merenda, un po' cena. Su uno dei tavoli vicini al mio un ragazzo, poco più alto di me e magro la metà, prende da mangiare per tre persone. Magari aspetta qualcuno. Osservo. Nada, è da solo, e mangia tutto. Finisco anche io, perché prima di partire per il Melaten-Friedhof provo a lavare maglietta e vestitino macchiati dallo zainetto rosso, con scarsi risultati. Ieri nonostante abbia chiesto di pulire la stanza, nulla. 

Come a Copenaghen l'anno scorso dove sono stata 6 giorni in cui nessuno è mai passato nemmeno a toccare la stanza, qui c'è una parvenza minima di passaggio (hanno cambiato gli asciugamani che è la cosa che mi interessa meno - dimenticandosi però il tappetino della doccia) la il cerotto è ancora lì che mi guarda. Un pesciolino d'argento oggi si aggirava sul piatto della doccia cercando di uscire. Capisco, amico mio, capisco.

Le stanze riservate a booking, del resto più economiche rispetto a quelle sul sito ufficiale dell'albergo, sono un po' delle ciofeche annunciate. Fottesega, sia chiaro. Era l'albergo più economico, decisamente centrale, rimasto.

Please.

Una volta cercato di pulire alla meno peggio (no le macchie non sono andate via) il vestiario mi attrezzo. Dovrò svuotare quello che è rimasto nello zaino da 20 litri non potendo portarmi lo zainetto macchiatutto, anche perché oltre a macchina fotografica e obiettivo mi porto l'impermeabile che non si sa mai. Come prima cosa vado a rendere il vuoto e recupero ben 75 centesimi che posso usare nei prossimi acquisti. Poi parto alla volta del cimitero, Melaten-Friedhof. Dovrebbe essere a poco più di 20 minuti di cammino, e mentre mando un vocale a Cliff due aerei militari solcano i cieli.

Il cimitero è molto carino, noto che qui, come in altri paesi, non ci sono foto sulle lapidi. Qualcuno ha stampato delle foto che ha plastificato e poggiato sopra, ma non sono incluse. In più vengono usati font strani. È come se per una lapide usate il Comic Sans (no, non era Comic Sans ma ci siamo capiti).

È un parco grosso, pieno di panchine. Se non stessero tagliando l'erba e facendo dei lavori ci sarebbe il silenzio più assoluto. Rispetto ad altri cimiteri in cui non ho notato questa sezione, sicuramente la parte più triste della visita è stato quello dedicato ai neonati. Pochi giorni di vita, a volte nemmeno uno, a volte non era presente nemmeno il cognome. Su alcune lapidine, palloncini a forma di numero per indicare gli anni passati, e quindi il compleanno.

Vado a visitare il simbolo del cimitero. Una lapide sormontata da una scultura macabra ma bella.


 Io voglio quello che han preso loro


La scultura simbolo del cimitero

Mi incammino verso il Lindenthaler Tierpark. L'ingresso al parco è libero e gratuito. Basta aprire la maniglia e accedere (e fare attenzione che la porta sia chiusa).


Inutile dire che mi ci sarei trasferita seduta stante. Anche quando poi ha cominciato a piovere, essendoci strutture riparate, sarei assolutamente rimasta.



Già mi schifa tantissimo. Lo amo.



Like a boss


La domanda sorge spontanea.

Alberi porcellosi.

Due gocce di pioggia non mi fermano, ma devo rientrare. Ci metterò quasi un'ora e devo anche mangiare se no mi incattivisco, ma pure parecchio. Nel tornare rifletto su come la maggior parte della ristorazione sia italiana o pseudotale. Ristorante pizzeria, "La mediterranea", Pizzeria "da Bepi", Il caffè di Alfredo e così via.

Non sembra Brunetta?

Brunetta che guarda bici. "Va' tranquillo, qui ci penso io!"





Non trovando molto da mangiare al rientro (Colonia è un po' cara, niente di più rispetto all'Italia, diciamo che se non vuoi mangiare dal Mc Donalds la spesa si aggira sui 15 euro. Sempre che non si voglia fare il pieno di currywurst) prendo del sushi al mio caro REWE, con una lattina di birra Kölsch e mangio in uno dei tavolini del supermercato.

Voi a grigliare, io a sushiare.

Un po' cotta vado in albergo, constatando che anche oggi non hanno pulito la stanza (ma lo immaginavo). In più noto che la finestra, che si apre anche a vasistas, in realtà è rotta. Se si posiziona la maniglia per aprirla a vasistas, sì, si apre in alto, ma comunque si spalanca. Niente, la mia stanza è rotta.


Mi riposo per fare un passaggio da Primark, mi piacerebbe prendere un altro vestitino. Chiamata con Cliff che mi racconta la sua giornata, tra amici e Rohan e grigliate.

Un Cliff e un Rohan in partenza per una grigliata

Purtroppo da Primark trovo un solo vestitino che mi piace, sono anche in chiusura, lo provo ma non mi sta bene, sono diventata un barilotto di birra. Scappo a cercare di capire se mangiare qualcosa (dato che ho pranzato verso le 15.30) e decido di prendere un salamino e altra acqua da tenere in stanza. Doccia e via, domani si parte per la mia amata Berlino.


Cose che mi stavo dimenticando. Ovviamente nel cercare di avvicinarmi alle bestie devo aver calpestato la cacca di qualcosa (più che degli asinelli, di un brontosauro) sporcandomi non solo la base della suola ma anche la plastica di lato. Tornata in albergo e prima del riposo, l'arduo lavoro è stato quello di ripulire tutto perché né la poca erba rimasta a disposizione da questa infinito periodo di siccità, né i vari rametti incrociati per strada, hanno avuto il potere di eliminare lo sporco tra le fessure (e per fortuna che non hanno quasi carrarmato se no mi avreste sentita pronunciare blasfemie da qui all'infinito).

2 commenti:

alberto bertow marabello ha detto...

La cacca porta fortuna
Di più se non la pesti, però...
Credo

Carla ha detto...

Guarda il lato positivo: imbranata come sono poteco cascarci dentro.