17 agosto 2022

Giorno 5: ritorno a Berlino - 16 Agosto 2022

 Stamane la sveglia suona molto presto. Voglio fare colazione il prima possibile per avere tempo di preparare lo zaino, cazzeggiare un po', fare il reso delle bottigliette di plastica e rimediare qualche spicciolo (chissà se lo scontrino potrò usarlo in qualche REWE a Berlino?) e solo dopo recarmi alla stazione.

Il treno parte alle 10.18. La mia carrozza è la 34 (34? Serio? Sì serio).

Non avendo molta fame opto per due croissant vuoti con un po' di marmellata, un caffè e due succhi ACE (niente, non ho nemmeno fatto la foto dalla vergogna).

Torno in stanza e comincio a mettere via roba, il mal fidato zaino che mai più userò a meno di non lavarlo altre 500 volte in lavatriste per farlo stingere del tutto, ciabattine, vestiario, cavi, macchina fotografica, ciabattine, ecc. constatando che ci entra tutto alla perfezione e forse pigiando un po' di più posso anche comprare altro.

Mentre attendo davanti alla stazione mi arriva un vocale di una coppia di amici fiorentini, sono in camper e stanno facendo il giro della Germania, venerdì sera potrebbero essere a Berlino e questo vuol dire grande reunion. E potrebbe non essere l'unica visto che ho altri amici che vivono quassù anche se non li ho ancora avvisati (che fastidio vero quando la gente fa un salto nella città in cui vivi e ti avvisa all'ultimo, eh?).

Ammiro per l'ultima volta la cattedrale che si staglia immensa sul cielo azzurro e vado al mio binario.

... e i sempre immancabili lavori in corso

Il treno arriva puntuale, riparte puntuale, a lato dei posti, oltre al numero del sedile, è indicata città di partenza e di arrivo del posto prenotato. Così, per dire, se non ho il posto ma devo fare un tragitto prima o dopo di quelle città, posso sedermici.

Mi pare sia così anche sui treni svizzeri

E posso cambiare posto a sedere in corso d'opera se ne trovo uno libero.



Un bambino a un certo punto si è messo a gattonare per terra con mamma dietro. Gattonare. Sul treno.

È davvero un fatto culturale che in Italia i bambini vengano fatti crescere in una sorta di bambagia antibatterica (il famoso "colpo d'aria" ce lo abbiamo solo noi).

Ho 5 ore di viaggio davanti ed è appena uscita la nuova puntata di Better Call Saul, il WiFi funziona e ho un tablet. Come finirà secondo voi?

Ecco perché dico che i viaggi lunghi non mi disturbano, ho tante cose da fare e in effetti cinque ore sono volate. E rieccomi, Berlino.



Ricordo il caos, ma in effetti è davvero tanto. Ricordo le strade grandi, ma non così grandi. Difatti per attraversare ogni strada mi ci vogliono due tempi di semaforo.


Faccio il biglietto tramite app BVG e arrivo in albergo prendendo la U5: ed ecco l'odore di Berlino, inconfondibile.


Il mio albergo, rigorosamente vicino ad Alexanderplatz ma non così tanto è accanto alla Haus der Statistik



Qui, per un certo periodo dopo la caduta del muro, i cittadini della Germania Est potevano leggere i fascicoli che li riguardavano, attentamente redatti dalla Stasi.

Sebbene la stanza di albergo sia scarna scarna, almeno è funzionale, pulita e ha l'aria condizionata (non che a Berlino, nonostante l'allarme caldo proclamato anche su Google Maps faccia caldo come in Italia e a Colonia).


Però la vista.


Disfo di tutta fretta lo zaino. Non potendo più usare lo zaino rosso colpevole di macchiare ogni cosa, devo usare lo zaino da 20 litri: sostanzialmente il mio bagaglio a mano.

Guardo l'ora, ormai le 16 passate, sono pronta per la mia ormai consueta merenda-cena. E ho voglia di birra e currywurst.



La città è più cantiere di prima. Ogni volta che ci torno ci sono dei nuovi lavori che si sommano a quelli visti nell'ultimo viaggio. La fontana ad Alexanderplatz è chiusa, nuove gru ostruiscono la vista sulla torre della TV, deviazioni anche pedonali per arrivare in qualsiasi posto.

Visto che mi trovo su Karl-Marx Allee, precedentemente Stalinallee, poi rinominata di corsa e in tutta fretta la statua di Stalin smantellata (in qualche dove si trova qualche pezzo, forse proprio al café Sibylle in cui passerò a breve) decido di percorrerla. La strada è immensa, oltre che per lunghezza, per larghezza. 


In Germania sono fan sfegatati di Bud, tanto da dedicargli un museo in pieno centro a Berlino (no, non penso di andare)


Prima di affrontare la Karl-Marx Allee decido di passare davanti ai palazzoni (dietro Alexanderplatz, su Memhardstraße. La particolarità di questi casermoni è che sono costruiti con i famosi plattenbauten


Finestra solitaria

Affronto finalmente Karl-Marx Allee.


Ripasso davanti alla Haus der Statistik e incontro per prima cosa il café Moskau con il Salon Babette.


Sempre andando avanti mi ritrovo su Strausberger platz, indubbiamente est ma sicuramente esteticamente più ricercata dei palazzoni fatti con i plattenabauten.

Inutile dire che anche questa piazza è immensa.

Infine mi ritrovo al Café Sibylle che però è chiuso. Qui apre quasi tutto alle 10 e chiude quasi tutto alle 18, quindi non posso entrare per dare un occhio alla piccola mostra sulla Stalin/Karl Marx Allee al suo interno.

In verità volevo fare solo due passi e mi sono ritrovata, come al solito, a macinare km. Torno indietro per fare un giretto da Primark. Cercando di provare due capi (e un reggiseno) scopro che la prima misura non mi sta, probabilmente per queste terre teutoniche sono una tettona, un altro motivo che mi spingerebbe a vivere qui.

Quindi passo da REWE ma giusto perché ho un buono dato dal reso di alcune bottiglie di plastica/lattine che vorrei sfruttare. Il REWE di Mitte non è come il REWE in centro a Colonia. È difatti piccolo, disordinato, caotico. Prendo una bottiglia grande di acqua (scoprirò poi essere frizzante mannaggiammè) una bottiglia piccola da portare in giro e dato che sto diventando un bidoncino (di birra) prendo qualche crackers integrale salcazzo da mangiare per cena (in caso mi venisse fame ma per ora, ovviamente, non pervenuta).

Scanso con incredibile maestria il fornito (ma non troppo) reparto salatini/patatine e procedo alla cassa. Purtroppo come immaginavo il buono non vale, ma pazienza.

Torno quindi sfatta in albergo scoprendo di aver camminato per ben 11 km, acquisto la welcome card per 5 giorni (col cazzo che mi rimetto a camminare con questo caldo) e leggendo "Addio a Berlino" muoio un po' a letto: la stanza resta fresca (anche col condizionatore spento) e dormire con la copertina ha quel non so che di nostalgia.

Basta, davvero, caldo.

I famosi tubi colorati di Berlino


Buonanotte Alexanderplatz

Il chilometraggio finale


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