19 agosto 2022

Giorno 7: così ti riconosco - 18 Agosto 2022

 Questo post è stato scritto il mattino successivo e un po' di corsa. La sera del 19 ero stanca, avevo attraversato a più riprese la città perché, da brava distratta, ho sbagliato strada per la cena con il Pittore e le sue amiche trovandomi poi a dove attraversare la città tra Tram, S-Bahn, Bus e camminate varie. Sarò breve perché ancora non so cosa farò oggi (cioè stamani, oggi pomeriggio mi vedo con una coppia di amici toscani).

Ieri mi alzo quindi pigramente, vado a fare colazione al Coffee Fellows con un caffè americano grosso (mi dimentico sempre che all'estero la parola grosso va intesa come "gigante, incredibile, wow") e una carrot cake.


Torno in stanza per le ultime cose e parto ma mi rendo conto che è davvero tardi. Passo prima al supermercato più vicino per comprare una bottiglia d'acqua (scordandomi sempre che anche le distanza qui sono wow) e poi stazione. Destinazione: Köpenick.

Devo prendere, al solito, Tram, S-Bahn e bus o altro tram.

Il caldo è asfissiante, dopo aver scattato un paio di foto al municipio, fatto una passeggiata al parco, fotografate delle cassettine carte mi piglia fame.

S-Bahn


Köpenick è davvero deliziosa

Il municipio

L'isola pedonale




Queste casette sono deliziose

E sul retro hanno un pezzo di giardino e il lago, direttamente.



Il parco



Pietre d'inciampo


Vado in un ristorante messicano gestito da indiani. Ordino una Quesadillas con verdure (forse avrebbero dotuto essere croccanti ma erano crude) e un birrozzo e mi metto a leggere. Il locale è vuoto, praticamente, sono passate le 14 e sembra tutto piuttosto tranquillo. Non arriva nessuno a chiedermi di pagare, quindi sto lì finché un po' cotta dal caldo e dal birrozzo penso di rientrare in albergo. Chiedo di poter pagare ma non si può con la carta. Scopro poi che qui non è obbligatorio avere il pos. 


Di solito in questi giorni ho sempre cercato di avere del contante con me ma oggi non avevo proprio nulla. Mi indicano dove è un bancomat e mi chiedono di lasciargli qualcosa.

Ma ieri ero davvero stordita e così, invece di lasciare la carta d'identità come chiunque avrebbe fatto, ho lasciato il mio ebook reader. Praticamente mio figlio.

Vado a ritirare i soldi e torno un po' in apprensione (capito? L'ebook reader, se non fosse che mi perdo dietro casa avrei lasciato il cellulare).

Pago e corro via, letteralmente. Mi tocca quasi un'ora di tragitto.

Una volta arrivata in albergo letteralmente muoio. Nel frattempo chiedo al pittore dove vanno a cena quella sera (mi aveva anticipato di una cena in un ristorante italiano che si chiama Trattoria Toscana, praticamente sotto casa sua a Charlottenburg). Ma non mi va di mangiare italiano, quindi forse li raggiungo per una birra.

Mi manda l'indirizzo ma io (e questo è un dettaglio importante) cerco il ristorante per nome su Google Maps. Controllo lì il menù e niente male, forse vado pure per cena.

Tra le altre cose sembra essere a 10 minuti di mezzi dal mio albergo, quindi me la prendo comoda. Poco prima dell'orario stabilito gli scrivo che sto arrivando e che ci vediamo lì.

Non mi è venuto il dubbio al riguardo che in realtà Charlottenburg fosse parecchio distante da me, e quei 10 minuti avrebbero dovuto suonarmi strani.

Intanto sbaglio anche tram perché distratta da altre faccende (problemi di cuore di un'amica), oltre che dalla mia distrazione basale. Mi chiede dove sono, gli dico di ordinare che sto arrivando.

A pochi minuti a piedi gli mando la mia posizione "Sto arrivando!".

"Ti ci vorranno ben più di 10 minuti per arrivare". In un attimo il dubbio. Sono letteralmente dall'altra parte della città. Controllo su Google Maps, ci sono nonsoquantiristoranti dal nome Trattoria Toscana e ovviamente Maps mi aveva restituito il più vicino.

Niente, riprendo i mezzi, letteralmente di corsa. L'aria è fresca perché durante il mio pisolino aveva attaccato a piovere, per lo meno si sta bene. Mi rassicura il pittore "Il tempo per una birra c'è sempre".

Prendo di nuovo tram, M10, S-Bahn, e bus. Arrivo alle 21.40 circa. Il cameriere, napoletano, mi dice che purtroppo la cucina è chiusa. Non importa, ordino un ottimo profiterol e una birra grande. Il tempo di vedere poi l'appartamento del Pittore (molto molto carino e luminoso - qui non esistono tapparelle) e scappare con le sue amiche (una torinese che vive a Berlino e una parigina) in metro verso casa.

Mi scrive il Pittore "Ricordati di cambiare a Zoologisches Garten". Certo, ma faccio fatica a trovare la fermata della S-Bahn (maledetti lavori ovunque, maledette indicazioni nascoste). Quando arrivo a casa, la stanchezza mi lascia giusto il tempo per struccarmi e leggere qualche pagina (a proposito, ho finito "Addio a Berlino", è molto bello, molto interessante, leggetelo).

Prendere i mezzi ed esplorare altre zone (non sono quasi mai stata a Mitte se non per dormire) mi fa sentire quasi locale. Il cameriere ha detto che loro cercano, cercano sempre, ma dovrei sapere un minimo di tedesco.

Mi dico sempre che è troppo tardi per venire da queste parti e tendo a idealizzare i luoghi che poi in realtà sono solo luoghi. Ma forse non è troppo tardi, e forse potrei trovarmi a mio agio in questo posto, chissà.

Profitterol

Mostra che chissà...

Buonanotte Berlino

Berlino ha sempre il sapore di un luogo conosciuto e amico. 

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